Salve a tutti, sono il nuovo membro del Checkpoint Cafè, mi piace questo, mi piace quello, bevo quello,ho codesto e quest’altro, per saperne di più leggete il mio profilo in autori.
Seriamente, non sono in vena di fare un altro “about me”, e inoltre farete prima a conoscermi leggendo quello che scrivo, che con un “Sono x, vivo x, mangio x, anni x”.
(Comunque per la cronaca sono un toscanaccio diciottenne retrogamer, con un forte interesse nel mondo del cinema, della musica, dei videogames, dell’ alcol, dell’ animazione e fumettistica nipponica, e altre tante belle robe che non interessano a nessuno, ci siamo capiti insomma)
Ad ogni modo, vi porto la recensione di uno dei titoli più oscurati e sottovalutati della prima X-Box (almeno a mio parere), la prossima volta si parte con la Crash-A-Thon, una maratona in 3 parti dedicata al marsupiale simbolo della Playstation, dai tempi d’ oro Naughty Dog ai recenti exploit a base di mutanti di Radical Entertaiment.
Ah, già, niente voti nelle mie recensioni, ma giudizi.

Titolo Originale: Grabbed By The Ghoulies
Genere: Beat’em up a scorrimento
Piattaforma: X-Box, X-Box 360 (X-Box Originals del Marketplace)
Giocatori: 1 Sviluppatore: Rare
Grabbed By The Money
Grabbed By The Ghoulies, come il pluriritardato Kameo: Elements Of Power, nasce originariamente come un gioco Gamecube, ma dopo il passaggio di Rare da Nintendo a Microsoft, finì per essere rilasciato nel 2003 per la prima X-Box.
Come l’ idolatrato Conker’ s Bad Fur Day, non strabiliò per i dati di vendita, ma stavolta non fu ben accolto neanche dalla critica specializzata, che si mostrò molto tiepida. Ma andiamo ad analizzare il gioco vero e proprio.

Benvenuti a Ghoulhaven Hall
La trama del gioco, anche se dispensabile, visto che è un mero pretesto, vede Cooper, il nostro eroe, assieme alla fidanzata Amber, fermarsi al maniero Ghoulhaven cercando riparo dalla pioggia. Manco a dirlo, grossi guai li attendono: la tenuta è infestata da mostri di ogni genere, e il Barone Von Ghoulhaven, un ridicolo baffetto malefico che gira per casa in pigiama sognando di essere il Barone Rosso, si impegnerà al massimo per mettervi i bastoni fra le ruote, e impedirvi di lasciare vivi e vegeti la magione.
I vari inservienti della villa, come il maggiordomo Clivens o il giardiniere, vi aiuteranno nell’ impresa fornendovi armi e suggerimenti vari, in modo che possiate superare le legioni di mostri, riprendervi la vostra bella e fuggire assieme a lei dalla magione infestata.

House Of Horrors
Il gioco vi vede procedere di stanza in stanza attraverso la magione, e la maggior parte di esse è infestata da mostri, che dovrete sconfiggere per procedere. Ogni stanza è sottoposta a particolari regole: sconfiggere una sola tipologia di mostri, non utilizzare gli oggetti, completare la sfida con un numero di colpi limitato, trovare una chiave nascosta ed altre ancora, e spesso troverete più di una regola per stanza.
Il sistema di controllo è semplice e funzionale: allo stick sinistro è dedicato il movimento del personaggio, mentre inclinando lo stick destro nelle quattro direzioni vi esibirete in vari attacchi, A è utilizzato per raccogliere armi ed oggetti vari e B per abbandonare ciò che avete in mano, X e Y sono utilizzati eventualmente durante gli “spaventi”, i quali possono richiedere anche la pressione di A e B, mentre con i dorsali potrete regolare e centrare la telecamera alle spalle del protagonista. Nulla di più, nulla di meno.
Un sistema di controllo simile, basato principalmente sulle levette analogiche, si era già visto in Ape Escape per Playstation, ma è una semplice e piccola similitudine, anche perchè il titolo Sony ne faceva un uso più massiccio e addirittura introduceva questa innovazione, e anche perchè il genere era completamente diverso.
Praticamente identico a quello di Ghoulies, per quanto riguarda le levette analogiche, era il sistema di controllo di Rise Of Honour per Playstation 2, uscito un anno dopo il titolo Rare.
Il gioco è quindi un picchiaduro a scorrimento 3D, una reinterpretazione moderna dei classici beat ‘em up del passato, semplice ma efficace nella sua semplicità, e soprattutto, molto divertente da inizio a fine.
Le regole delle stanze e la varietà di armi e oggetti che potrete utilizzare rendono adeguatamente varia la giocabilità, e permettono di godersi ogni scazzottata. Gli scenari sono molto variegati, si passa da sale da biliardo a cottage, da celle frigorifere a cantine, da stanze da bagno a dispense, e così via.
C’è un mostro sotto al letto
Una grande nota positiva è l’ interattività delle stanze: potrete distruggere quasi tutto ed utilizzare gran parte degli oggetti presenti per combattere i mostri. Ad esempio, nella sala da biliardo, potrete tranquillamente raccogliere una qualsiasi stecca e usarla per farsi strada tra orde di scheletri, così come roteare il tavolo o bombardare
di hamburger dei pirati nella sala da pranzo. Ogni arma raccolta è utilizzabile un certo numero di volte, raggiunto il quale l’ arma si rompe o finisce, facendovi tornare ai pugni e ai calci.
Procedendo nel gioco vi verranno donate te delle armi a lungo raggio come la pistola ad acqua santa o la spara aglio, che sostituiranno momentaneamente i colpi a mani nude e la possibilità di raccogliere gli oggetti dello scenario.
Queste armi hanno munizioni infinite, ma usarle ininterrottamente le porta a surriscaldarsi e a diventare inutilizzabili per un certo lasso di tempo, rendendovi momentaneamente indifesi.(o forse no?)
Il “mostrario” del gioco comprende i classici scheletri, mummie, zombie, ragni, diavoletti di vario genere, ed altro ancora. Alcuni mostri richiedono un’ approccio differente rispetto al classico “mazzalo ora e subito”, ma lascio a voi il divertimento di scoprire le tattiche migliori da impiegare.
Tra i vari mostri il più forte e temibile è sicuramente la Signora Con La Falce, ovvero la Morte, nella classica versione con tunica nera e falce, che apparirà se viene infranta una regola della stanza, e alla quale basterà toccarvi per mettervi al tappeto. A tutto ciò si aggiunge un sistema di bonus e malus, rappresentato dalle zuppe in scatola che potrete trovare nei vari livelli, ognuna con effetto differente, dall’ aumento di potenza all’ inversione dei comandi.
Tecnica e stile
Il comparto tecnico di Grabbed By The Ghoulies è di prim’ ordine, come da tradizione Rare, e come da tradizione Rare, le citazioni ai loro precedenti lavori abbondano. Lo stile grafico adottato è prettamente cartoonesco, ma non si tratta di Cel Shading, come potrebbe sembrare a prima vista. Il tratto è semi-ruvido, il che lo rende molto simile ad un fumetto. La qualità di personaggi e scenari è sempre altissima, non ci sono numeri spropositati di poligoni in movimento (anche per lo stile adottato), ma tutto è reso sempre fluido e con zero di rallentamenti, anche nelle situazioni di gioco più concitate, con decine di nemici su schermo.
Il comparto sonoro non sfigura con quello grafico, mantendosi anch’ esso su livelli qualitativi ottimi: i vari motivetti sono sempre adatti alla situazione, godibilissimi e mai invasivi o fastidiosi.
Tutto il gioco è permeato dal classico humour Rare, tra zombie a peto libero e mummie scatenate.
Le citazioni ai precedenti giochi della software house britannica sono come sempre numerose, ma questo gioco in particolare ne è pieno fino all’ orlo, tanto che bisognerebbe dedicargli un intero paragrafo.
Indi mi limiterò a nominare alcuni dei giochi citati: Banjo-Kazooie, Banjo-Tooie, Sabrewulf, It’s Mr. Pants, Jetpac,Donkey Kong Country, a cui si aggiungono altri classici Rare molto vecchi e vari riferimenti alla compagnia stessa, logo onnipresente a parte. Il più citato è sicuramente Banjo-Kazooie, assieme al seguito Tooie.
In Banjo-Kazooie: Nuts And Bolts per X-Box 360, Ghoulies è spesso citato come un gioco dalle vendite povere, e vi sono vari riferimenti ai suoi personaggi, come il negozio di costolette di Tuttossa o di Mamma Zuppa.
Scheda in breve
[Grafica] Ottimamente curata, lo stile cartoon si sposa perfettamente col tono generale del gioco, la fluidità del motore grafico è impeccabile, i rallentamenti sono molto rari.
La scelta dei colori e il tipico design dei personaggi Rare sono ancora una volta una garanzia.
[Sonoro] Solita cura Rare anche in questo comparto, con motivetti accattivanti e mai invasivi, perfetti come sottofondo durante Halloween.
La traccia che non vi scorderete è quella della sala da ballo.
[Giocabilità] Picchiare, bastonare, lanciare, spaccare; un picchiaduro a scorrimento dalla struttura semplice e classica, con miriadi di trovate originali e varianti, ma soprattutto capace di regalare grandi dosi di divertimento.
[Longevità] Purtroppo il tallone d’ Achille del gioco: completare Grabbed By The Ghoulies richiederà sulle 10/12 ore, come bonus troviamo delle sfide extra da sbloccare raccogliendo i libri con il marchio Rare, 100 in totale, nascosti nei rispettivi capitoli del gioco, la cui raccolta garantisce una buona rigiocabilità all’ avventura.
Conclusioni
Che cosa impedì a questo gioco di diventare un blockbuster, allora? Beh, sicuramente la particolarità dello stesso, oltre alla poca diffusione della prima X-Box e lo stile generale del titolo, poco adatto all’ utenza media “sangue, pallottole e merda” della macchina Microsoft.
Il gioco soffre di alcuni difetti, primo tra tutti la linearità, una certa ripetitività di fondo ed una bassa longevità: Grabbed By The Ghoulies non presenta bivi, vie alternative o stanze segrete di sorta, e ciò è un vero peccato, perchè sarebbero state un piacevole diversivo dalle battaglie, avrebbero dato un senso di libertà, e avrebbero aumentato la longevità complessiva del titolo, che si attesta su livelli medio-bassi.
Concludendo, non è un gioco per tutti, ma merita sicuramente la vostra attenzione, e senza dubbio ben più della sufficienza appiopatagli dalla critica specializzata. Sebbene si sia parlato di un seguito, e la fine del gioco sia lasciata aperta appunto ad un eventuale seguito, è molto improbabile,viste le vendite povere e la poca popolarità guadagnatasi fra i videogiocatori.
Se avete voglia di dargli una chance, liberate 2-3 giga sull’ HD della 360 e preparatevi a spendere 1200 punti,o cercate la versione per X-Box, oramai si trova a pochissimo, su una decina d’ euro e poco più.
E si permettete di fare una disgressione personale, direi che è l’ unico titolo della Rare post-N64, assieme a Banjo-Kazooie: Viti E Bulloni, a essere fatto con cura e degno di attenzione, almeno per le home console.
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Correlati
23 gennaio 2010 alle 17:52
Recensione interessante.
Ricordo questo titolo, ne provai una demo ai tempi, ma non mi lasciò particolarmente impressionato, tranne per il soddisfacente comparto grafico.
Non credevo che l’intero gioco fosse suddiviso a stanze con sfide, questo non mi garba molto così a primo acchito. Boh, se dovessi rientrare in possesso di una console che lo supporta magari proverò a dargli un’altra chance, anche se diciamo che ho perso fiducia nella Rare da quando è passata al nemico 😀 .
Attendo di leggere la Crash-A-Thon, mi sono giocato una bella fetta di episodi di Crash ai tempi, sono curioso di sapere un parere su come si è evoluta la saga nel tempo 🙂 .
24 gennaio 2010 alle 11:56
Dio, che formattazione de merde. XD
Eh, la Rare ha perso parecchio smalto dopo essere passata a Microsoft, ma già Starfox Adventures per GC non era meraviglioso, anzi.
Avendo provato tutta la produzione su X-Box e 360, posso dire che almeno questo gioco e Viti E Bulloni sono fatti bene, al contrario di Kameo, blando, inispirato, dopo due cambi di console dire che ci si poteva aspettare un bel gioco, non questa roba che sembra prodotta in fretta e furia.
Ma di questo ne parlerò un’ altra volte, forse. 😀
24 gennaio 2010 alle 18:33
Sono d’accordo, Starfox Adventures aveva di meraviglioso solo il comparto tecnico, il resto, mah.
Banjo veramente mi sembra troppo…snaturato. Non so, mi ricorda il restyling che hanno fatto ai precedenti episodi di Crash.
Comunque ti riferisci alla formattazione del tuo intervento? Anche a me da problemi, sembra che WordPress annulli gli spazi aggiuntivi tra un paragrafo e l’altro.
26 gennaio 2010 alle 17:22
Come ben sai, avevo già letto la tua recensione, e non posso che ripetere il mio parere positivo sullo stile e sull’accuratezza della stessa, che in questa iterazione mi paiono entrambi migliorati. 🙂
Grabbed by the Ghoulies è un gioco che ormai tengo d’occhio su ebay da tempo, appena riuscirò a mettere le mani su di una copia che non sia troppo costosa, me lo prenderò spulciandomelo per bene! 😉
Ho formattato un pò l’articolo, visto che tu stesso mi avevi dato l’autorizzazione di farlo, in particolare l’aggiunta della feature “more” che raccomando di usare sempre, per dividere l’articolo in un intestazione e corpo.
Per il resto, WordPress è quello che è, in rete non c’è molto meglio per dei blog pluri-autore.
Sul discorso Rare scaturito in seguito con Dunther avrei da ridire, in particolare su StarFox Adventures, che io giudico un ottimo clone di Zelda. Gli altri (Kameo, BK:NnB, PDZ) non li ho ancora giocati, ma recupererò, no worry! 🙂
26 gennaio 2010 alle 21:46
grazie per il “riformattaggio”.
Starfox Adventures, mi spiace, ma credo sia uno dei giochi più pallosi che abbia mai giocato.
è un clone di zelda, e vabbeh, vuol dire poco.
E sinceramente non ho mai giocato agli altri Starfox,quindi non sono un vecchio fan che ha giocato l’ episodio per SNES e quello per N64, deluso dal cambio di stile di questo.
Il sistema di combattimento è uno dei peggiori che abbia mai visto, almeno in Zelda è semplice e poco approfondito, ma neanche è poi cosi preponderante: in SA cazzeggi col pad, provi attacchi, schivate, per poi scoprire che i nemici si parano, sempre, e che l’ unico modo per colpirli è prendere un colpo e poi pigiare A a ripetizione, o meglio, attaccare come un idiota senza puntare, che a volte colpisci.
Poi è un gioco del tipo “dove cazzo devo andare adesso”, e i consigli aiutano molto poco. Poi il ritmo, il procedere è blando, quello che fai è quasi sempre una palla, e le ambientazioni sono sempre le stesse, ho capito che devono essere dei templi, ma insomma. credo anche di aver visto tipo tremila prigioni e altri posti identici.
in realtà non c’è nulla di veramente sbagliato, a parte il sistema di combattimento idiota e insensato, ma è questo il problema: è talmente mediocre che più di tanto non puoi dire, è un lavoretto d’ ufficio, non c’è davvero un pizzico di freschezza o passione, è semplicemente palloso e inispirato.
Oddio, tra quelli che ho provato c’è anche Viva Pinata, ma anche questo mi ha lasciato così così, mi piaceva l’ idea e tutto, ma il gioco va avanti e avanti, passata la fase tutorial le cose succedono a random, ma senza che tu sappia cosa poter fare quando succede qualcosa, e giuro, ho guardato nei meni ingame e nel manuale, ma non c’è nulla su cose che dovresti sapere tipo come evitare che le pinate si ammazzino tra di loro (cosa che succede sempre e rompe il dick), quando piantare i semi (la raccoglitrice, che dovrebbe appunto raccogliere, a volte raccoglie, a volte non caca un frutto che ha a 2 millimetri).
Il gioco va avanti, va avanti, va avanti, va avanti, e hai troppo poco tempo per fare quello che dovresti, ovvero far entrare nel giardino nuove specie, ma che non riesci a fare perchè quell’ altra pinata si ammala, c’è questo, c’è quest’ altro, e nel frattempo la pinata che volevi è uscita dal giardino, aspetta il nuovo giorno, riprova.
Quando mi prende voglia mi prendo la versione DS, vediamo se è meglio e/o funziona meglio su console portatile.
28 gennaio 2010 alle 16:52
Mah, avrei molto da ridire su questo tuo intervento su SFA, ma ne riparleremo quando farà la mia spoil-view a riguardo.
Su Viva Pinata niente da dire, non l’ho giocato, ergo amen! 🙂