Alle anime pie che continuano a leggere il nostro settimanale, beh, che state leggendo a fare qui? andate sotto agli articoli! 😀 Tra l’ altro, giusto una settimana fa, il 21 febbraio, è stato il 25° anniversario della fortunata e stracelebrata serie Nintendo, ovvero The Legend Of Zelda, e come potete immaginare, parleremo anche di questo. Ecco il sommario:
- Beat Hazard
- The Hyrule Fantasy – The Legend of Zelda
- Jet Set Radio
- Chu Chu Rocket
- Lost – Prima Stagione
- Nevermore – The Obsidian Conspiracy
Musica “giocabile” 2.0 (A cura di Wise Yuri)
Salve, volevo “completare” brevemente l’ articolo su Beat Hazard scritto due Weakly fa: noto ora che scrissi solo degli aspetti positivi del titolo. (grazie a Dunther, che mi ha fatto notare questa mia mancanza) Sia chiaro, è comunque un gioco divertente e uno dei migliori di questi giochi “a base di musica”,offre una buona sfida, ma il maggior difetto risiede, ironicamente, nella sua stessa natura: molte canzoni lente sono noiose in quanto spesso non accadde quasi nulla per buona parte della traccia, a parte un pò di sparuti asteroidi qua e là, e i pattern e la varietà di nemici e boss, dopo qualche ora di gioco, tendono ad essere sempre quelli, abbastanza tosti, ma risultano limitati alla lunga. In ogni caso non è il gioco a cui vi sparate due ora a fila a sessione, sia per il genere, ma anche perchè potreste perdere qualche decimo causa trip di luci vari. XD Queste lacune verranno sicuramente colmate dalla versione Ultra, in arrivo a breve, che aggiungerà nuovi nemici, nuovi boss, nuove modalità, e così via, per migliorare l’ esperienza di gioco.
The Hyrule Fantasy – The Legend of Zelda (A cura di Celebandùne Gwathelen)
Sfruttiamo il venticinquesimo compleanno del franchise per parlare un pò dell’originale. Guarda caso, l’ho giocato proprio poche settimane fa, quindi perchè no?
Zelda è un action adventure, uscito per la prima volta il 21 Febbraio 1986 in Giappone, esattamente 27 giorni prima che il sottoscritto nascesse! =) Non è quindi un caso se sono molto legato a questa serie di videogiochi, che ha donato innumerevoli momenti epici all’intero mondo videoludico! =)
Un chiarimento sul nome, prima che Dunther inizi a dare i numeri col suo perfezionismo sulla nomenclatura! XD Il nome UFFICIALE nei territori occidentali (Nord America, Europa, Australia) è semplicemente “The Legend of Zelda”, senza i sottotitoli che tanto hanno raso famosi i giochi successivi ad A Link to the Past (incluso); in giappone però venne rilasciato col nome “The Hyrule Fantasy – Legend of Zelda”, probabilmente perchè all’epoca l’intenzione non era quella di creare una serie ma semplicemente un bel gioco. Quando poi le vendite furono quelle che furono, forse a Miyamoto piacque più “The Legend of Zelda” come nome, e decise di chiamare il secondo episodio – che uscì il 14 Gennaio 1987 – “The Legend of Zelda – Rinku no Bouken”, ovvero “The Legend of Zelda – Adventures of Link”. Quando, nel Luglio 1987 il primo gioco (ovvero “THE HYRULE FANTASY – Zelda no Densetsu”) giunse in America, venne chiamato semplicemente “The Legend of Zelda”. Scelta, secondo me, altamente stupida, visto che GIA’ ESISTEVA un secondo gioco nella serie, per di più con lo stesso nome (seppure con diverso sottotitolo); che poi venne chiamato “Zelda II – The Adventures of Link”.
Quindi, si, il nome ufficiale occidentale è “The Legend of Zelda”, ma in tutta la mia arroganza suppongo di fare un gran favore ad ogni fan di Zelda chiamandolo “The Legend of Zelda – The Hyrule Fantasy” (o al contrario, più fedele all’originale giapponese, come scritto nel titolo dell’articolo) per evitare l’obbrobrio traduzionale creatosi.
Bene, parliamo del gioco: per l’epoca The Hyrule Fantasy era incredibile e rivoluzionario, un vasto mondo da esplorare e nove diversi dungeon da affrontare per sconfiggere il male impersonato da Ganon e salvare la Principessa Zelda. La struttura di gioco era assolutamente non lineare, si poteva fare qualsiasi cosa in qualunque ordine, un pò come gli odierni Morrowind e Oblivion, solo i giocatori più attenti potevano notare che i Livelli erano numerati da 1 a 9, e ovviamente in quella misura aumentava la difficoltà degli stessi. Alcuni oggetti particolari precludevano l’arrivo in certe aree di gioco, certo, ma la libertà era più che abbondante per l’epoca, e una tale libertà non verrà mai più ripresa da nessun Zelda dopo l’epoca NES.

Link passeggia per Hyrule, mentre due Octorok copulano
Per arrivare a Ganon bisogna recuperare otto pezzi della Triforza della Saggezza, necessaria per opporsi alla Triforza della Forza di Ganon, e senza la quale non è possibile accede al Dungeon finale!
La mia esperienza con Zelda è stata ascendente. L’inizio del gioco è difficoltoso, giocandolo sulla versione da collezione uscita per GameCube (e comprendente anche Adventures of Link, Ocarina of Time e Majora’s Mask), inoltre l’analogico da 360 direzioni è scomodo per manovrare Link in un mondo fatto di destra, sinistra, alto e basso, e il D-Pad è estremamente piccolo, quindi non è raro premere più direzioni contemporaneamente e mandare Link verso una spada di un Darknut o una palla di fuoco sputata dalla statua di turno.
Sono problemi ai quali ci si abitua, ma che non vengono mai del tutto superati; tolto questo, il gioco, nei limiti di ciò che era possibile, è fenomenale e invecchiato piuttosto bene. I Dungeon sono belli difficili, soprattutto verso la fine quando le stanze saranno piene di nemici di diverso tipo da sconfiggere con strategie molto diverse tra loro, e a tratti vi verrà voglia di sbattere joypad e tutto per terra e smettere; ma il giorno dopo vi renderete conto che se sbagliavate, era solo per colpa vostra e per quanto il gioco sia avaro con le ricariche di cuori lasciate da nemici morti, c’è sempre una strategia o l’altra più vantaggiosa per il vostro stile di gioco.
Ecco, un’altra cosa molto bella del gioco: prima di giocarci, vidi molti filmati su youtube del gioco, e anche mentre giocavo non mi vergogno di dire che certe stanze erano così piene di nemici che non avevo la più pallida idea di come affrontarla e ho cercato aiuto su internet. Ecco, raramente sono riuscito a replicare all’esattezza la strategia vista sui filmati presenti sulla grande rete. Imparavo, ma poi adoperavo le mie strategie, cosa che dimostra che il gioco è solvibile con diverse soluzioni, e non necessariamente esiste una strada giusta e una sbagliata!
L’aspetto sonoro del gioco è forse quello invecchiato meno bene, le melodie a 8-bit sono 5 (o poche più) e molto orecchiabili, ma per la loro pochezza dopo un pò potrebbero dare stancare, ripetendosi all’infinito. Sono tutti temi storici, in particolare l’Overworld, ormai famosissimo, e la melodia dei dunegon è stupenda, convoglia molto il feel di qualcosa di oscuro e sconosciuto nel quale bisogna avventurarsi, ma indubbiamente dopo 4 o 5 dungeon con la stessa melodia infinitamente ripetuta ci si chiede se non era possibile occupare un pò di spazio in più per le musiche.

Alcuni Wizzrobe fanno una sorpresa a Link
In conclusione Zelda, anche 25 anni dopo la sua uscita, rimane un gioco capace di regalare soddisfazioni; arrivare alla fine non è facile, in particolare l’ultimo dungeon è immenso e labirintico come se volesse fare concorrenza ai miti greci (e ha una melodia diversa dagli altri!), ma quando alla fine avrete davanti a voi i crediti di fine gioco, sentirete che ogni sfida superata vi ha arricchiti, che il gioco, per quanto possa avervi fatto urlare di frustrazione, ha saputo anche ricompensarvi delle vostre fatiche virtuali. Insomma, Zelda, da un gioco nato come virtualizzazione delle esperienze avventurose giovanili di un giapponese dall’estro creativo è diventato un classico.
Non poteva “finire” in maniera migliore.
Voto Personale: 8/10
Detto questo, passiamo a Jet Set Radio e Chu Chu Rocket in salsa GBA!
Il post-Dreamcast “portatile” (A cura di Wise Yuri)
Il Dreamcast fu una delle console più sfortunate di sempre, capace di competere e vincere, sia a livello tecnico sia per quanto riguardava la libreria di giochi, contro la concorrenza che sarebbe arrivata un anno dopo da Sony con la Playstation 2 e 3 anni dopo da Nintendo con il Gamecube (l’ X-Box fu lanciata più tardi). Nonostante le caratteristiche innovative, come la possibilità di giocare online senza dover comprare altri accessori, e la libreria di giochi che proponeva come titoli di lancio “robetta” come Sonic Adventure, Soul Calibur e Power Stone, il Dreamcast fu vittima solo di uno dei peggiori marketing della storia, che portò la console a soccombere poco dopo (la produzione della console fu discontinuata nel 2001, ma qui in europa tirò il calzino un’ annetto dopo)l’ arrivo della Playstation 2 .
Ancora oggi è incredibile come Sega sia riuscita ad affondarsi da sola in così poco tempo, non stiamo parlando di schifezze tolte dal mercato dopo un anno come il Virtual Boy, ma della prima console a 128-bit, la prima ad avere un online veramente funzionale, con ottime esclusive, un comparto tecnico superiore a quello PS2, e che poteva imporsi sul mercato sfruttando il fatto di essere la prima console lanciata in quella generazione. Con il fallimento del Dreamcast, la Sega si ritirò dal mercato hardware e si concentrò su quello software, creando scenari surreali, come vedere Sonic e Mario, due mascotte di compagnie rivali da tempo, sulla stessa console.
Ma la cosa più importante ai fini del’ articolo fu l’ ovvia caduta dell’ esclusività di parecchi titoli (Seaman rimarrà un’ esclusiva DC, poco ma sicuro), e quindi il veder fioccare conversioni di tutti i titoli più importanti per le varie console: i Sonic Adventure, Skies Of Arcadia e Ikaruga su Gamecube, Rez, Space Channel, F355 Challenge su PS2, e tanti altri ancora… Recentemente sono stati rilasciati Crazy Taxi (adoro questo gioco) e l’ originale Sonic Adventure sul PSN e sul XBLA, dimostrando che nonostante la breve vita della console, i suoi giochi lasciarono un segno tra i videogamers. Quello di cui vi voglio parlare sono le versioni GBA di Chu Chu Rocket, un puzzle game del Sonic Team, e di Jet Set Radio, il più funky dei giochi su rollerblade.
Chu Chu Rocket è un puzzle game in 2D in cui dovrete guidare dei topolini verso il punto di fuga situato nella mappa, usando delle frecce per modificare il tragitto dei topi, che si muovono secondo un certo pattern, ed evitare che vengano mangiati dai gatti o caschino nelle buche. Come ogni buon puzzle game, ha una meccanica di fondo semplice ma addittiva, e una volta presa la mano, diventa sempre più difficile portare in salvo i topolini. Vista la veste 2D del gioco originale e il genere, la conversione GBA è stata assai indolore, se ne è dovuta andare, ovviamente, la modalità multigiocatore online. Ma a pensarci bene, la versione GBA è in un certo senso superiore, visto che contiene i puzzle originali più quelli creati dai giocatori che utilizzavano il servizio online del gioco, circa 2.500 puzzle, mantiene l’ editor di livelli, e supportava il multiplayer con una sola cartuccia. Se vi piacciono i puzzle game, giocateci, merita tanto.
JET SET RADIOOO!!! Come prendere cellshading, trick e acrobazie su rollerblade, cultura pop, graffiti, dare al tutto un tocco puramente nipponico, miscelare il tutto assieme a musica funk, hip-pop, j-pop, elettronica, e così ottenere uno dei giochi più funky e traboccanti di stile di sempre.
Oltre ad aver il merito di aver introdotto la tecnica del Cel-shading, e quello di essere uno dei giochi più stilosi mai creati, è grazie al gameplay semplice ma funzionale che Jet Set Radio brillò (non commercialmente però): il vostro obiettivo principale è esplorare, facendo grind ed acrobazie varie (come nei Tony Hawk’s Pro Skater o Aggressive Inline), le varie zone di Tokyo-to, ricoprendole dei vostri graffiti, gareggiando con le band rivali per il territorio, e sfuggendo dalle innumerevoli forze di polizia che vogliono impedirvi di “imbrattare” la città. La domanda è: c’ era veramente bisogno di farne una versione GBA?
La risposta è: no. Obiettivamente, non c’ era motivo di fare questo porting, su Gamecube avrebbe avuto molto più senso, ma presumo che la Sega immaginò sarebbe stato più proficuo farlo per una console portatile Nintendo, che generalmente hanno tutti. Ripensandoci, porting è la parola sbagliata, in quanto sono stati fatti diversi cambiamenti per ovviare ai limiti del GBA. (un porting per una console 4 volte meno potente non esisterà mai)
La versione GBA, curata da Vicarious Visions (quelli dei Crash e dei Tony Hawk’s per GBA), adatta un buon 2D isometrico, ma a parte l’ ovvio cambio di stile grafico, rimane molto fedele, se non quasi identica, a quella da salotto. Non è un gioco perfetto, e gli sprite dei personaggi potevano essere un pò meno sgranati, ma per il resto è ottimo, anche a livello sonoro (il GBA non ha mai avuto sto grande impianto sonoro) per un gioco GBA. Se avete necessità di funk, pattini e graffiti portatili, e vi capita di trovarlo sui 10 €, ne vale la pena.
(Certo che, viste le release recenti dei giochi DC famosi sui servizi di digital delivery delle console, sarebbe anche il caso di fare uscire l’ originale Jet Set Radio per XBLA e/o PSN, adoro il gioco e ho il Future per X-Box, ma non mi metto a comprarmi un Dreamcast per un gioco, chiamatemi scemo)
Lost – Prima Stagione (A Cura di Celebandùne Gwathelen)
La nona puntata di Lost, Solitudine, volge la sua attenzione sul passato di Sayid: lo vediamo durante il periodo della Guerra del Golfo mentre è costretto a scegliere tra torturare la donna che da giovane ha amato o venire ucciso per tradimento della patria. Dopo mesi di permanenza in cella, Nadia (questo il nome della donna che Sayid ama) non ha rivelato nulla di utile e il comando della Guardia Republiccana decide di ucciderla, a quel punto Sayid le aiuta a scappare, ma per non compromettersi è costretto ad uccidere il suo ufficiale superiore nonchè amico e se stesso. Nadia gli lascia una foto con una scritta e fugge via.

Sayid chiede a Nadia di collaborare
Sull’Isola, eravamo rimasti che Sayid aveva abbandonato il campo dei sopravvissuti per cartografare l’isola e passare un pò di tempo con se stesso dopo la tortura ai danni di Sawyer. Così facendo trova sulla spiaggia uno strano cavo che va dal mare verso la giungla, e incuriosito decide di seguirlo, evitando anche alcune trappole piazzate lungo il percorso. Infine però ne incappa in una e rimane appeso a testa in giù ad un albero, con un ramo conficcato nella sua coscia.
Alle grotte, intanto, lo stress dilaga, la mancanza di salvataggio turba tutti e le tensioni sono palpabili. Così Hurley ha l’idea di creare qualche distrazione e trovando tra le borse una serie di mazze da golf, apre su un altopiano non lontano dalla spiaggia il “primo e probabilmente ultimo” Campo di Golf dell’isola. In poco tempo il campo di golf ottiene l’attenzione di tutti che per la prima volta da settimane socializzano e si divertono; persino Sawyer riesce ad avvicinarsi ai restanti sopravvissuti.
Hurley apre ufficialmente il primo Torneo di Golf dell
Sayid frattanto si è risvegliato al suono di una donna che gli chiede in diverse lingue dove sia Alex. Non sapendo di cosa parli, Sayid le dice la verità, ovvero che non sa chi sia e che è precipitato con un aere sull’isola e le narra in breve gli avvenimenti salienti delle scorse settimane. Così scopre che la donna è in realtà la francese che ha lanciato l’SOS 16 anni fa, scopre che si chiama Danielle Russeau e piano piano riesce a guadagnare la sua fiducia, raccontandole di sè, aggiustandole un vecchio carillon ed essendo sincero con lei. Lei di contro gli racconta di sè, di come è arrivata in cinta sull’isola con una spedizione scientifica, di come il resto della sua troupè è stata contagiata da una strana malattia di cui erano portatori “gli altri”, misteriosi abitanti dell’isola che Danielle dice di non avere mai visto ma solo sentito, e di come lei è stata costretta ad ucciderli tutti, incluso il suo amato Robert. Sayid le chiede di portarla alla torre radio che trasmette il segnale, ma lei rifiuta. Poco dopo un ruggito squarcia il silenzio della giungla e la Russeau esce a controllare, cosa che Sayid sfrutta per liberarsi dalle corde che lo tenevano incatenato e fuggire, non prima essersi portato con se diverse cartine che la francese doveva aver fatto con il passare degli anni.

Sayid vaga nella Giungla
Danielle lo vede nella sua fuga, ma non lo ferma, e quando Sayid gli chiede chi sia Alex, lei dice che era il suo bebè.
Quando torna all’accampamento, passando per un canneto, Sayid sente strane voci nell’aria e all’improvviso crede che Danielle non sia poi pazza come pensava all’inizio.
Cospirazioni musicali (A cura di Wise Yuri)
Per prima cosa, fatemi dire che adoro questo gruppo. Sono un gruppo metal difficilmente categorizzabile, visto che passano dal progressive al thrash, dal thrash al power, e dal power all’ heavy. Hanno uno dei migliori songwriting per questo genere, e la voce di Warrel Dane è un qualcosa di surreale e magnifico. Sono uno di quei pochi gruppi metal che sono “pesanti” in maniera giusta, e non solo per l’ atto fine a sè stesso di fare casino con chitarre, bassi e batterie, se avete un minimo interesse nel metal in generale, e un pò di tempo da parte, andatevi a sentirne la discografia.
E ora parliamo dell’ album, The Obsidian Conspiracy (2010), che segue This Godless Endeavour, uscito nel 2005.
Premetto che sinceramente mi accorsi dell’ uscita dell’ album per puro caso, parlandone con un mio amico, quindi se pensate che abbia fanboismi o hype deluso di sorta, pensate male. Sono un fan, ma sono anche obiettivo. Detto questo, ho visto che la critica specializzata molto delusa e incazzata con questo album, ed a volte mi viene da pensare se queste persone recensiscano gli album mentre fanno il formaggio e si tagliano le unghie, ma vabbeh. Una cosa certa è che The Obsidian Conspiracy è un passo indietro per la band, che con ogni album riusciva sempre a rinnovarsi, in quanto è qualcosa di condensabile nella frase “sono i soliti Nevermore”.
L’ altro problema sta nell’ altalenante qualità delle tracce (per esempio, la traccia d’ apertura non è male, ma ci sarebbe voluto qualcosina di meglio) presenti nel disco, alcuni di esse definite da parecchi recensori addirittura come terribili, il che è una stronzata incredibile, perché se la qualità media delle band che vengono lanciate sul mercato dalle varie etichette fosse questa, la scena metal sarebbe migliore. Però va ammesso che era giusto aspettarsi qualcosa di più, dopo Godless Endeavor e dopo 5 anni di attesa, e da una band tutt’ altro che “giovine et inesperta”.
Inoltre pare che Warrel Dane abbia avuto problemi di voce durante la registrazione dell’ album, cosa che in alcune tracce si può notare. Se vi sono piaciuti gli album precedenti, vi piacerà, tecnicamente sono ancora dei cammelli, ma il songwriting è un pò troppo simile a quello dei precedenti album, e alcune canzoni potevano essere obiettivamente molto, molto meglio.
C’è da dire che non è un album per cui impazzisci al primo ascolto, ma che si fa apprezzare nel tempo, con ripetuti ascolti, durante i quali ti accorgi che, nonostante i Nevermore potessero fare decisamente meglio, le canzoni sono tutt’ altro che pessime, e che il gruppo non è improvvisamente diventato un ensemble di minchioni. Per quello che è, è un buon, buon album. Ma col prossimo vorrei sentire qualcosa di diverso, sinceramente.
Il voto…. mh, sono combattuto tra un’ obiettivo 7,5 e un 8 da fan del gruppo.
Beh, facciamo 3 metallari su 5, rende meglio. 😀
É tutto per questa settimana, ma ritorneremo! ^^
6 marzo 2011 alle 19:49
# The Hyrule Fantasy – The Legend of Zelda
Sei un maledetto, non mi hai dato occasione di dare i numeri <.< .
Questo videogame l'ho finito emulandolo sul mio cellulare. Secondo me non è invecchiato troppo bene, in confronto ad altri titoli come Super Mario Bros. ovviamente. Sicuramente comunque è stato una pietra miliare, una rivoluzione, una dimostrazione che i videogiochi stavano
cambiando, maturando. Oltre ad essere l'inizio di quella che probabilmente è la serie più bella esistente nel mondo videoludico.
PS: lol agli Octorok.
# Cospirazioni musicali
I Nevermore li conosco veramente poco, di loro ho solo due tracce provenienti da Dead Heart in a Dead World. Colgo l'occasione per segnarmi di approfondirli.