Settimana dopo settimana, numero dopo numero, il Weakly prosegue inarrestabile verso l’ infinito, o meglio, fino a quando avremo modo di sfornare articoli, vi ricordo che l’ estate, lenta ma inesorabile, si avvicina. Ma per ora, immersi nella calura pre-estiva od all’ ombra delle fresche foreste teutoniche, vi attendono i nostri articoli, con un’ uscita cinematografica recente! A Voi.
-Una Notte Da Leoni 2
-Super Fruit Fall Deluxe
-Angry Birds
-Zelda 2: The Adventure Of Link
-Missi Dominici
Sbornie inc. 2
(A cura di Wise Yuri)
Fresco fresco dalle sale dei peggiori cinema di caracas, la mia opinione su Una Notte Da Leoni 2.
Sarà un caso, ma ultimamente ho visto un sacco di terzi capitoli o seguiti, soprattutto commedie, ma senza aver visto il primo film, e questa pellicola non fa eccezione. Quindi non posso fornirvi un paragone dettagliato tra il primo ed il secondo Una Notte Da Leoni. Questo è uno dei pochi casi in cui preferisco il titolo italiano a quello originale, The Hangover, che era traducibile con “La Sbornia”. (comunque appropriato, il film parla di quello) Tanto è ovvio che la maggior parte delle persone che va al cinema è superficiale, e senza un titolo che gli attiri, seppur inappropriato o stupido o completamente incoerente con il tema del film o il titolo originale, non cacciano fuori i soldi. Vabbeh, procediamo.
Una Notte Da Leoni 2 riprende la formula, va detto, non proprio originale, del primo: tre amici vengono invitati al matrimonio di un loro amico, e la notte prima delle nozze, decidono di fare una festa di addio al celibato, ma la mattina dopo si svegliano e si ritrovano in un’ altro posto, in mezzo ad un caos inimmaginabile, senza ricordarsi una cippa della sera prima, con uno di loro che manca all’ appello, e devono ricostruire la loro nottata per rimediare ai casini fatti ed arrivare in tempo al matrimonio. In poche parole, è una gara contro il tempo e contro la sbornia del mattino dopo. Mentre nel primo si risvegliavano a Las Vegas, stavolta il matrimonio ha luogo in Thailandia, e il nostro gruppo di amici si sveglia a Bangkok senza sapere ne il perchè ne il come.
Il cast è lo stesso del primo film, con Ed Helms nei panni del razionale Stuart “Stu” Price, Bradley Cooper nei panni di Phil, il tipo da festa del gruppo, Justin Bartha nei panni di Doug, e infine Zach Galifianakis nei panni del mezzo matto Alan, ed altri. Zach nei panni di Alan è esilarante, ed uno dei più grandi motivi per vedere il film, anche gli altri attori sono divertenti e fanno un buon gruppo di svitati, ma per me Alan, nonostante qualche battutaccia pessima, fa sbuzzare dal ridere. Ritorna anche Leslie Chow, il gangster coreano, interpretato sempre da Ken Jeong, e Myke Tyson nei panni di sè stesso. Il regista, Todd Philips, è lo stesso del primo film e di Parto Col Folle, che aveva anche Zack Galifianakis.
Sebbene un buon 80 % della comicità sia di buonissima fattura, cazzona ma esilarante, basata su assurdità e situazioni paradossali, ci sono più di un paio di punti in cui si scade nel banale o nel grottesco, con gag sui peni e roba del genere, che evidentemente gli americani trovano DAVVERO esilaranti, ma che personalmente mi hanno lasciato molto freddo, della serie “dovevo ridere ora?”. A parte alcuni punti in cui si calca un pò troppo la mano, il film è molto, molto divertente, sopratutto la scena del risveglio dalla sbornia. XD
La regia non è affatto male, ma non merita lodi e corone di alloro. Ho gradito la scelta musicale, di buona qualità e appropriata al tipo di film, la fotografia degli scenari thailandesi idem: tecnicamente non ci sono grosse lamentele o lodi da muovere ad Una Notte Da Leoni 2. Tirando le somme, Una Notte Da Leoni 2 non usa un concept veramente originale, ma è una commedia ben scritta, divertente, allegra, con personaggi esilaranti, meno prevedibile del… beh, previsto, in cui succede un casino dopo l’ altro ma alla fine l’ happy ending arriva (non che nessuno lo mettesse in dubbio), assieme alla divertente raccolta delle foto scattate durante “la follia” che viene mostrata durante i titoli di coda, come nel primo film.
Nulla di veramente trascendentale o di originale alla fine, ma una cazzata assai divertente, sicuramente meglio di tante altre commedie. Il primo da quello che ho capito era molto meglio, ma questa seconda parte è godibile appieno anche senza aver visto la prima. Non uso dare i voti, lo sapete, ma in questo caso può aiutare a decidere se vale la pena vederlo, quindi eccovelo. 🙂
7,5/10 Divertente, e molto, ma meno umorismo scatologico avrebbe aiutato.
Giochi a poco soldo
(A cura di Wise Yuri)
Spesso sono le produzioni maggiori, quelle con grandi nome, grandi sacchi di soldi, e grande pubblicità dietro, a dominare il panorama videoludico. Ma ci sono anche giochi piccoli, di sviluppatori indipendenti e spesso con poco soldo, che fanno sentire la propria voce…. non in tutti i casi, però. Stavolta sono qui per parlarvi di due giochi “minori”, Super Fruit Fall Deluxe ed Angry Birds, entrambi puzzle game, con recensioni in formato micro.
Iniziamo con…. Super Fruit Fall Deluxe. Il gioco tiene indubbiamente fede al titolo: c’è tanta, tanta frutta che cade. Mentre avrei qualcosa da ridire su “Super” e “Deluxe”, e vi spiego subito il perchè. Anzi, ve lo mostro.
Ecco, voi dareste mai più di due lire ad un gioco del genere? Sembra un puzzle game da cellulare, ed in effetti, lo è, solo che la System 3 ha avuto il coraggio di convertirlo e venderlo a prezzo pieno per PSP, DS e pure per Wii (era pure un titolo di lancio, sob). Recentemente ha nuovamente rilasciato la versione PSP nella collana Minis per PSP e PS3, ad un prezzo giusto, 3 euro. A questo prezzo, ero curioso di vedere cosa offriva realmente il titolo, perchè già dalla copertina sembra una cosa molto più blanda e banale della norma, anche per la media del genere.
Nonostante quello che si possa pensare, Super Fruit Fall non è il solito puzzle “allinea 3 cose uguali per vincere”, tipo Bejeweled, o meglio, sebbene l’ obiettivo sia comunque quello di allineare i vari frutti in file di 3 per farli scomparire e ripulire lo schermo, le cose funzionano in maniera leggermente differente: voi non muovete o spostate la frutta, ma ruotate la griglia di gioco in senso orario, antiorario, o capovolgendola. E le griglie hanno spesso forme oblunghe, il che vi costringe a pensarci un pò, ma non troppo, visto che c’è un limite di tempo. (non c’è nello screen ma è presente nella versione Deluxe) A volte dovrete fare attenzione perchè vi mettono quattro frutti uguali, e se non gli concatenate tutti assieme, perdete, in quanto con solo un frutto non è possibile fare la catena ed eliminarlo.
In quanto a modalità di gioco c’è poco da dire, è presente la modalità storia, che consiste di 70 livelli, una modalità allenamento, una prova a tempo, ed una modalità per due giocatori. Però una volta finita la modalità storia, dubito ampiamente lo riprenderete a mano, non ci sono manco obiettivi di sorta a stimolare il giocatore, ma forse è meglio così. Per quello che dura, cioè non molto, e per quello che costa, Super Fruit Fall Deluxe è un giochino divertente, con grafica colorata ed essenziale, musiche dimenticabili ma neanche odiabili, e con un concept di fondo meno banale di quanto ci possa aspettare dal suo titolo ed aspetto.
Indubbiamente, ci sono caterve di puzzle game migliori (come lo stesso Angry Birds, che costa più o meno lo stesso di questo Super Fruit Fall Deluxe), ma il titolo non è così inutile, banale, blando e trito, se amate il genere e volete qualcosa di carino, non sono soldi buttati. Certo è che gli aggettivi Deluxe e Super non appartengono proprio al gioco. (sto cominciando a mettere qualche voto, ma non abituatevi)
6/10 Sufficienza meritata, ma nulla di più.
Angry Birds! Il mio collega Dunther ve ne ha già parlato, accennando alla versione per il browser Chrome disponibile da poco, io vi parlo in dettaglio della versione Minis, quindi per PSP e PS3. Strano che il titolo sia stato convertito pure per console che non hanno touch screen o mouse, e non per Nintendo DS. Qui, invece del tocco, si utilizza l’ analogico ed il tasto X per tendere la fionda e sparare i volatili furibondi.
A proposito della versione Minis, sono rimasto sorpreso da come siano riusciti a fare un porting da iPhone con un pò di rallentamenti e bug che vi fanno uscire dal gioco. Fortunatamente c’è l’ autosalvataggio, quindi non perderete i progressi fatti, ma è ridicolo a dir poco come siano riusciti a fare così tanti errori con un porting del genere, di sicuro non me lo aspettavo.
Ricapitoliamo per chi non conosce il titolo: dei porci malvagi hanno rubato delle uova, e dovrete aiutare gli “uccelli arrabbiati” a vendicarsi dei suini e riprendersi le loro uova, lanciando con una fionda i pennuti in un attacco kamikaze contro le postazioni e difese dei nemici. Avrete a disposizione un arsenale composto da diversi tipi di birds: quello normale, quello che può accellerare la sua caduta, quello che può dividersi in tre uccelli più piccoli, e così via.
Ci sono un sacco di livelli, all’ incirca 200, quindi ne avrete di che giocare, e la curva di difficoltà è ottimamente calibrata, si passa dal lancio normale degli uccelli contro fragile difese di legno a situazioni molto più complesse, in cui magari conviene distruggere la base di una costruzione alta per far cadere i maiali sopra di essa e così ucciderli. A tal proposito, il gioco applica delle semplice regole della fisica, come l’ inerzia o la caduta libera, che dovrete imparare per sfruttarle contro l’ esercito di maiali rapitore di uova.
Dunther aveva accennato a come questo gioco, assieme ad altri come Plants Vs Zombies e Peggle, piace sia ai videogiocatori smaliziati sia ai casual, e confermo come il titolo possieda la capacità di incuriosire e divertire chiunque, indifferentemente dall’ esperienza o dall’ interesse nei videogames, ed a volte, è bello trovarsi d’ accordo su qualcosa che non sia il tipo di roba mediocre ma “digeribile” da tutti.
“Uccelli Furiosi” è un giochino piccolo da una software house piccola, ma un giochino di qualità che si è fatto conoscere ed è diventanto abbastanza famoso da generare merchandasing come i pupazzi dei Birds. Giocatevelo dove volete, è uno dei puzzle game più divertenti di questi anni. MORTE AI MAIALI!
The Legend of Zelda 2 – The Adventures of Link
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)
Essendo quest’anno il venticinquennale della serie di Zelda, e casualmente anche il mio 25esimo anno di vita, ho deciso che era l’occasione giusta per giocarmi tutti gli Zelda, uno di fila all’altro, in ordine cronologico. Dopo aver finito, a inizio Febbraio, l’originale Legend of Zelda, toccava subito dopo a Zelda 2, l’unico gioco della serie ad avere, anche nel suo titolo originale, un numero nel titolo. Ma, come avrete notato dal bel sole che splende (almeno nel sud della penisola), siamo a Giugno e vi parlo di Adventure of Link solo ora. Come mai?
Se da un lato è indubbio che l’Università mi ha reclamato in maniera non scindibile in questo scorso mese, è anche vero che Zelda 2 è un gioco incredibilmente frustrante e non proprio corto.

Link in viaggio per Hyrule, nei dintorni della Montagna della Morte
Zelda 2 segue la storia dello stesso Link di Legend of Zelda, almeno così stando al manuale, che al suo 16esimo compleanno nota sulla mano uno strano triangolo aureo. Va da Impa, la badante di Zelda, che lo porta in una stanza con una gigantesca porta sigillata, che lui riesce ad aprire con l’imposizione delle mani. Dietro tale porta si cela una Zelda dormiente, per l’esattezza la prima principessa Zelda seconda la quale tutte le altre sono state chiamate in quel modo. Per risvegliarla, è necessario che venga ritrovato il terzo pezzo di Triforza, quello del Coraggio, e Link è pronto a conquistare sei tempi sparsi per Hyrule pur di arrivare nel fantomatico Grande Palazzo (Great Palace) per recuperarvi il pezzo di Triforza mancante.
Il gameplay di Zelda 2 è ciò che lo rende diverso da ogni altro gioco della serie a oggi, ed è ciò che lo avvicina, più di ogni altro Zelda, al genere RPG. Link guadagna esperienza uccidendo i nemici e ogni tot di esperienza sale di livello in una delle tre statistiche che lo caratterizzano: vitalità, magia e forza. La prima determina quanti punti ferita Link ha, la seconda quanti punti Mana sono a disposizione e la terza quanti danni facciamo agli avversari con la nostra spada, l’unica arma offensiva disponibile nel gioco. La magia, tra l’altro, viene introdotta proprio in questo Zelda e ci sono una miriade di incantesimi da eseguire, più che in ogni altro gioco della serie!

Eh...se solo sapessi chi cazzo è tuo padre!
Ogni volta che iniziamo la nostra partita, siamo nel palazzo di Zelda, e bisogna uscirne per esplorare una gigantesca Hyrule (divisa in due isole questa volta) che è il nostro overworld. I mostri, sulla cartina, sono visualizzati come slime o bipedi neri vaganti, e se Link si trova sulla stessa casella sulla mappa di uno di questi mostri, si entra in una visuale laterale (non dissimile dai Super Mario bidimensionali) per combatterli in tempo reale.
Come già dicevo, l’unica arma a nostra disposizione è la spada, abbiamo uno scudo per parare gli attacchi e possiamo saltare e abbassarci, ma, magie a parte, questo è tutto l’arsenale di mosse a disposizione. Si raccolgono altri oggetti col tempo, come una zattera per andare da un’isola di Hyrule all’altra, un martello per distruggere blocchi che impediscono il passaggio da una zona all’altra, un flauto per alcuni eventi particolari, ma niente frecce, niente boomerang, niente bombe.
Zelda 2 non è un gioco brutto, ma ora che l’ho completato capisco perfettamente perchè lo chiamano “la Pecora Nera” della serie. Il termine “NES-hard” si applica perfettamente alla curva di difficoltà di questo gioco, incredibilmente difficile nella prima metà del gioco, solo sul finale, con statistiche massimizzate e tutte le magie del gioco, si intravede un pò di tranquillità. Ma anche questa dura poco, arrivare al Great Palace richiede un sacco di tentativi e tanta pazienza! Nel gioco, oltre alla barra della vitalità, avrete tre vite: una volta morti per la terza volta, perderete tutti i punti esperienza collezionati dall’ultimo avanzamento di livello, ogni progresso fatto in un dungeon (oggetto e chiavi escluse) e ripartirete dal palazzo di Zelda, dovendovi rifare tutta la strada fatta per arrivare a un tempio. Arrivare al Great Palace richiede tanta tanta pazienza, proprio perchè perderete un paio di vite solo per arrivarci!

Dark/Shadow Link nella sua prima incarnazione! E l' ultima in ordine cronologico.
Il resto del gioco non è poi così male, le musiche, seppur non curate da Koji Kondo, sono ascoltabili, in particolare la musica dei palazzi è molto bella (al punto che si è meritato un remix sia in Super Smash Bros. Melee che in Brawl), i combattimenti in visuale laterale sono difficili, ma curati, e solo i veri maestri di spada se la sentiranno di affrontare ogni nemico del gioco che incontrano, l’introduzione della magia è un gran passo nella saga, i sette templi del gioco sono strutturati in maniera interessante e molto labirintica, e non c’è affatto da vergognarsi se per finire l’uno o l’altro tempio si è dovuti ricorrere a soluzioni o walkthrough su YouTube. Se non fosse, insomma, per il fattore frustrazione e per un sistema di vite non necessario in un gioco del genere, Zelda 2 sarebbe anche un capitolo ancora attuale. Così, invece, è invecchiato peggio di The Hyrule Fantasy, sotto ogni punto di vista.
Voto Personale: 7/10
Missi Dominici, Volume 1 – L’infant Zodiacal
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)
Recentemente in Germania c’è stata un’iniziativa delle fumetterie di regalare numeri omaggio ai propri visitatori. Considerato il mio background, era impossibile che non ne approfittassi. Non sapendo cosa mi aspettasse, vado nella fumetteria di Paderborn e do un’occhiata ai titoli in distribuzione. Dopo una piccola delusione derivata dal fatto che conoscevo quasi nessuno dei titoli offerti, mi ricuoro convincendomi che era un’ottima occasione per avvicinarmi a generi, disegnati e serie che fino a quel punto mi erano ignoti. Ben conscio del fatto che avrei potuto trovarvi tra le mani sie ciofeche estreme, che capolavori sconosciuti, ho scelto alcuni dei fumetti disponibili (purtroppo non potevi richiederli tutti) e me li sono portati a casa, ripromettendomi di leggerli alla prima occasione.
Missi Dominici è stato il primo di questi fumetti a fare comparsa nella mia lista lettura una piovosa giornata di fine maggio, e finalmente è giunto il momento di parlarne.
Il fumetto è uno strano mix tra un racconto storico e un fantasy, con un’ambientazione reale (parti della storia si svolgono a Riga e zone limitrofe, all’inizio del XIII secolo), ma situazioni decisamente magiche. La storia parte con quattro cavalieri, vestiti come l’Apocalisse, che saccheggiano un villaggio in cerca di un neonato, che non trovano. Poi la scena passa ai due protagonisti, Ronan Chantilly de Guivre ed Ernst Wolfram, due Missi Dominici, ovvero uomini della chiesa in cerca di reliquie. I due, però, sono tutt’altri che comuni uomini di chiesa. Wolfram, come lo definisce De Guivre, è una leggenda, e tutt’altro che un uomo di chiesa dal punto di vista dello stile di vita: spadaccino brutale, impulsivo e donnaiolo, seppure con un cuore gentile e disponibile per i bisognosi. Rispettoso, si, dei dettami della chiesa, ma tutti con una propria interpretazione. De Guivre invece è un iniziato con poteri mentali di diverso tipo, e nella storia lo vediamo tra le altre cose leggere la mente di un bandito o rintracciare alcuni suoi simili mentre manipolano un Leone a ucciderli. I due dicono di essere in cerca di un chiodo dalla croce di Gesù, ma a me è parso che ci fossero anche altri motivi dietro i loro viaggi. Il vescovo di Riga permette loro di passare per le terre, anche se chiede loro aiuto contro i quattro cavalieri che impersonano l’Apocalisse, che ultimamente creano dissidi tra la popolazione e razziano villaggi. Inoltre li avverte di un culto pagano che sta prendendo sempre più forma nelle campagne, il Culto di Malassah, nel quale la gente si rifugia per mancanza di protezione dalla chiesa.

I Quattro dell' Apocalisse
E’ proprio tra i membri di questo Culto di Malassah che troviamo il titolare Bambino dello Zodiaco, mentre il saggio della tribù gli insegna ad effettuare guarigioni magiche. Diverse volte durante il fumetto lo vediamo all’opera su cure minori, come far riattaccare una gamba appena persa a un soldato, o guarire alcuni suoi uomini. Solo alla fine del fumetto, dopo ripetute prove, riesce a riportare in vita un piccione già morto. Il vecchio sacerdote del culto allora, pieno di soddisfazione, chiama a raccolta i guerrieri di tutte le tribù vicine, riunendoli per combattere i Germani, secondo loro gli autori delle razzie che invece erano state perpetrate dai Quattro dell’Apocalisse e seguito.
Il fumetto finisce appeso, essendo il numero uno di una serie, e devo dire che è un pò confusionario con molti personaggi introdotti quasi in contemporanea, o a distanza di poche pagine. L’ambientazione è molto intrigante, intrecciando la magia e riti pagani con un sottofondo storico di una Riga tanto cattolica quanto corrotta, e anche i protagonisti sono interessanti, in particolare Wolfram, che a un certo punto, costretto a lottare un Leone controllato psichicamente da due dell’Apocalisse, si trasforma egli stesso in una specie di Sabertooth umano e lo divora quasi.
I disegni sono curati, anche se forse un pò generici; la cosa che mi lascia un pò perplessa è la sceneggiatura, con passaggi irregolari e non sempre chiari tra le tre storie che gli autori (Thierry Gloris e Beniot “Aries” Dellac) cercano di raccontare.
Tutto sommato, un fumetto non malvagio, ma neanche straordinario. Se i restanti costassero al di sotto dei 4€, potrei anche pensare di continuare la serie, ma in caso contrario non varrebbe i soldi spesi.
Voto Personale: 6/10
14 giugno 2011 alle 19:50
-Sbornie inc. 2
Mmm sembra carino dai, però non capisco cosa ti porti a vedere i sequel ignorando i primi 😀 , penso punterò al precedente infatti.
-Giochi a poco soldo
Ahahaha Super Fruit Fall, madonna. Ce l’avevo, per Wii, non perché lo volessi ma perché per comprare il Wii il negoziante ti obbligava a prendere anche questo schifo, che ho rivenduto su eBay senza nemmeno provare. Successivamente ho scaricato la versione DS, per farmi un’idea, e mi sono reso conto di quanto abbia fatto bene 😀 ; sarà anche, come dici tu, un puzzle game decente, ma non vedo buoni motivi per impiegarvi il mio tempo, viste le alternative.
Angry Birds mi è piaciuto nella sua incarnazione su browser, e concordo con tutto ciò che hai detto.
-The Legend of Zelda 2 – The Adventures of Link
Bhe niente da aggiungere, come dici tu è un bel gioco ma veramente troppo difficile, e forse per questo invecchiato quasi peggio del predecessore.