The Weakly Hobbyt # 28

The Weakly Hobbyt #28

Salve a qualunque persona, animale, o surgelato in lettura, dopo una settimana di involontaria pausa della scrittura, eccomi nuovamente, e stavolta non dovrò costringere Cele a fare tutto da solo. XD A parte i soliti salamelecchi sul caldo che incendia i gatti obesi, sull’ afa che subisce chi sta in città invece di “mareggiare”, posso solo dirvi che nonostante una voglia di fare che personalmente, causa caldo, causa quello che vuoi, sta scendendo a picco, il Weakly c’è, e non meno ricco di contenuti rispetto agli altri numeri. Giusto per ricordarvi, questo è il penultimo appuntamento con la rubrica, che andrà in “letargo estivo” per agosto, e riprenderà a settembre.

Come sempre, enjoy!

  • La Casa dei 1000 Corpi
  • American Pie – The Naked Mile
  • Sam & Max: Season One
  • Spider-Man Collection 12

La casa dei millemila Zombie

(A cura di Wise Yuri)

Titolo Originale: House Of 1000 Corpses

Anno: 2003

Genere: Horror/Slasher

Regia: Rob Zombie

Attori principali e ruoli: Bill Moseley- Otis Driftwood, Sheri Moon Zombie – Baby,

Sid Haig – Captain Spaulding, Karen Black – Mother Firefly

Salve ragassuoli, stavolta parliamo de La Casa Dei 1000 Corpi, il primo film dell’ hard rocker Rob Zombie (e del video di Dragula).

Vi ho già parlato tempo fa, anche se brevemente, de La Casa Del Diavolo (The Devil’s Rejects), seguito di questo film ma che non richiede aver visto il primo, come uno dei pochi veri film horror di questi anni, la perla di Rob Zombie. Ed infatti è un grandissimo film, ma stavolta parleremo del primo, che non è minimamente paragonabile qualitativamente al seguito, ma che rimane comunque interessante da recensire, e un buon spunto per parlare un pò di Rob Zombie.

Ho sentito un pò di gente che ritiene La Casa Dei 1000 Corpi superiore a The Devil’s Rejects, ma evidentemente un bel pò di gente ha zero gusto in fatto di film. E potreste pensare che sia un’ affermazione pesante, visto che un recensore deve cercare di essere obiettivo, ma c’è poco da fare, La Casa Del Diavolo è superiore in tutto e per tutto al film precedente, in personaggi, trama, interpretazioni degli attori, e musica, e non mi sembrano “fattori ininfluenti” questi. Se poi si va sul gesto personale ok, no problem, ma sentire gente che scaracchia la sua opinione come insindacabile è abbastanza ridicolo. Nessun recensore è perfetto ed indiscutibile, figuriamoci io. 🙂

Dopo questo rantolo, parliamo finalmente del film. La Casa dei 1000 Corpi è un film horror slasher, influenzato pesantemente da The Texas Chainsaw Massacre (capolavoro del genere conosciuto da noi come Non Aprite Quella Porta), e con “influenzato pesantemente”, intendo che la premessa è la stessa: dei ragazzi si perdono in una zona deserta, incontrano un autostoppista, e vengono catturati da una famiglia di psicopatici dediti al cannibalismo, e i pochi rimasti cercheranno, spesso senza successo, di scappare ai propri carnefici. Una cosa a favore del film è che fin da subito Rob non cerca di nascondere il fatto che questo è un’ altro slasher, lui stesso è un grande fan dei film horror e sa benissimo come funziona la fin troppo abusata formula. Ma parte questo, la pellicola dimostra di non aver poi tanto da offrire.

Il film inizia con un gruppo di patiti dell’ horror e cazzabubbole varie che si ritrovano a dover fermarsi a fare benzina da Captain Spaulding Museum of Monsters and Madmen, una specie di santuario di memorabilia horror, gestito dall’ omonimo clown. Spaulding gli propone uno “spavento tour”, e incuriositi dalla storia del Dr. Satana e dell’ albero maledetto al quale è stato impiccato, i ragazzi, nonostante le proteste delle loro compagne, vogliono darci un’ occhiata, e si fanno abbozzare una mappa dal clown. Ovviamente, è una pessima idea, in quanto vengono “invitati” dalla ragazza autostoppista che incontrano a restare con lei e la sua famiglia per la notte, visto che nel tragitto una ruota si buca. E no, non è decisamente la famiglia del Mulino Bianco.

Parliamo della famiglia di psicopatici: i personaggi principali, a parte farsi ammazzare e fare la stronzata di andare in un posto che si potevano evitare abbondantemente, non fanno nulla di che, e non sono nulla per cui valga la pena sprecare più dei caratteri che compongono la frase “sono le vittime, si fanno ammazzare…. e basta”. Per cui, parliamo della famiglia Firefly, e dei suoi disgustosi componenti. Più o meno tutti i membri della famiglia ritorneranno ne La Casa del Diavolo (anche per brevi cameo o parti), ma i tre personaggi principali sono Otis  e Baby (interpretata da Sheri Moon Zombie, moglie del regista), Captain Spaulding è ganzo solo a vederlo, ed è sicuramente un personaggio principale, ma non ha molto spazio in questo film. Gli altri personaggi includono il nonno Hugo, il deformato, alto e muto Tiny, Rufus, e la madre della famiglia Firefly.

La famiglia Firefly in un’ attività ricreativa familiare, od un live dei Marduk, non ne sono sicuro.

Otis adora scalpare, spellare e unire “con creatività” i corpi umani, mentre Baby è infantile, fa la carina, ma è altrettanto psicotica e sadica, mentre Captain Spaulding è buffo, ma non ha problemi a diventare minaccioso e temibile nel giro di pochi secondi, ed è allo stesso tempo inquietante e buffo. Un branco di pazzi, deliranti, psicopatici e sadici a sufficienza, ma senza troppa caratterizzazione. Guardando questo film, nulla vi fa intuire le recitazioni superlative che si sarebbero viste nel seguito, soprattutto quella di Sid Haig nei panni di Captain Spaulding, davvero impressionante.

Il problema più grande del film è che si ha l’ impressione che Rob Zombie abbia presi tutti gli elementi del genere, gli abbia frullati assieme a citazioni di film horror vecchi, violenza esagerata ed a volte comica, musica rock e punk, momenti e clip privi di senso alcuno, clichè a volontà, e abbia servito questo trogolio nei cinema, cercando di farlo passare per un film. seriamente, ci sono parecchi momenti in cui ti chiedi cosa è successo, e perchè. La regia sarebbe anche passabile, ma c’è un abuso di spezzoni (spesso inutili) con il filtro granuloso, e un utilizzo ad cazzum del negativo, oltre ad un momento in cui è usato la velocizzazione dei fotogrammi per dare un’ effetto “scattoso” all’ azione. (non so qual’è il termine preciso, scusatemi)

Una cosa che mi piace è l’ inserimento di vari spezzoni da vecchi film (per dirne una, si vede una scena dell’ originale Uomo Lupo, con Lugosi nei panni dello zingaro Bela che legge la mano), assieme alla breve introduzione fatta attraverso il Dr. Wolfenstein, finto presentatore che annuncia di non aver paura del prossimo film, nello stile dei vecchi presentatori che annunciavano film horror, spesso vestiti da vampiro, licantropo,  da dottore pazzo, o roba simile. La Casa dei 1000 Corpi ha un piacevole tono da Halloween, un pò più macabro, ma non cerca un approccio realistico e serio, cosa che potrebbe piacere, ma che poteva essere elaborata meglio.

Ma a parte questo, c’è veramente ben poco da lodare.  Per quanto riguarda la musica, mi piace Rob come artista, ma non mi piace affatto la scelta effettuata in questo film, in parecchi momenti mi sembra di stare guardando un video musicale di Rob Zombie, ed in altri viene usata una musica contrastante al tono di quello che succede, per enfatizzare in maniera subdola gli omicidi e le torture, peccato che non renda affatto. E l’ utilizzo di musica hard rock, combinato con certe scene, mi fanno sorgere spontanea la domanda “sto guardando un horror o sto assistendo ad un live di una band death/black metal?”. E siccome sono stato e sarò a concerti di questo genere, so di cosa parlo.  Visto che siamo in argomento, linko il video di Dragula, ovviamente di Rob Zombie, che vi farà capire abbastanza bene l’ utilizzo di materiale di repertorio, filtri strani e spezzoni di vecchi film fatto nel film.

Cos’ altro è rimasto da dire? La Casa dei 1000 Corpi è un’ accozzaglia di elementi e clichè abusatissimi del genere horror/splatter, di momenti che non hanno senso od utilità, di nudità, messe sataniche e cazzate varie, un tornado delirante di violenza con una trama banale, una fotografia pessima, una regia passabile, senza capo nè coda, e neanche troppo memorabile per la categoria “cazzate violente senza senso ma che alla fine ti intrattengono”. Consiglio caldamente di saltarvi questo a piè pari, e di vedervi La Casa del Diavolo, film davvero mandatorio per gli amanti del genere e per chi cerca uno dei pochi veri “horror” usciti in questi anni. é un sequel, ma potete capire tutto benissimo anche senza vedervi questo, che mi sento di consigliare solo ai curiosi che vogliono saperne di più sulla famiglia dopo aver visto The Devil’s Rejects.

Come artista musicale, penso che Rob Zombie sia molto bravo, e vi consiglio di sentire il suo Educated Horses (e gli album fatti sotto il nome White Zombie) ma questa suo primo lavoro come regista, è inutile girarci attorno, fa cagare un pò e via, come si dice dalle mie parti. Non è così infimo, roba da spararsi piuttosto che vederla, ma siamo sul mediocre andante, apprezzo alcune scelte stilistiche, e non tutto è da buttare, ma ciò non basta a far emergere la pellicola dal letamaio degli slasher fatti a tavolino. “Zio Rob” ha poi diretto il reboot della saga di Halloween, nello specifico Halloween 1 e 2, i migliori della serie, ma non gli mai visti, ma sono sicuro che prima o poi gli darò un’ occhiata, anche solo per vedere se un fan del genere sa come fare un reboot di questo tipo di film. ( e non roba come il Nightmare del 2010)

Terminiamo con un voto (stavolta poco indicativo) questa recensione su La Casa dei 1000 Corpi.

5/10 Slasher mediocre, con qualche problema di personalità e troppo contenuto senza senso al suo interno.

Ah, dimenticavo che ho notato una curiosa somiglianza tra il Dr. Satana e il personaggio Doc dell’ anime/manga Hellsing, in quanto hanno entrambi delle protesi/braccia meccaniche quando operano. Purtroppo è difficile trovare buone immagini dei due, altrimenti li avrei confrontati senza troppi problemi. Ed a proposito di Hellsing, prima o poi, non so quando, ma ve ne parlerò. 🙂

Giusto per disgustarvi, eccovi una curiosità: vi ricordate che Leatherface di Texas Chainsaw Massacre colpiva le sue vittime con un martello in testa? Beh, in quel modo si ammazzavano i maiali qualche tempo fa. E la cosa “interessante” è che la carne umana sarebbe simile, in composizione e gusto, a quella di maiale. O almeno ho letto così in Franken Fran. Dopo avervi disgustato a sufficienza, direi, bon apetit. XD


American Pie – The Naked Mile
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)

American Pie presents - The Naked Mile

Quinto film col nome American Pie e secondo spin-off della serie, riuscirà questo nuovo cash-in a sollevarsi dal baratro di Band Camp?
La trama parte presentandoci Eric, ragazzino di East Falls che a breve si diplomerà, i suoi due amici Cooze e Ryan, molto più dongiovanni di lui, e la sua ragazza Tracy, che sta con lui da due anni ma ancora non si pronta per fare sesso con lui. La più grande sfiga di Eric è il suo cognome: è l’unico Stiffler che rischia di diplomarsi vergine.
Ovviamente Eric non vuole essere da meno degli altri cugini e chiede a Tracy di provarci, ma la cosa va orribilmente male, e quando i due sentono dell’evento chiamato “Miglio Nudo”, Tracy decide di lasciarlo andare lì per togliersi le sue voglie e così poi darle il tempo di cui ha bisogno. Il ragazzo è pieno di gioia e con Cooze e Ryan va nel Michigan per partecipare all’evento, all’università dove sta un altro sui cugino, Dwight Stiffler, al 100% fedele al nome di famiglia. Lì incontra una ragazza col pallino dei vergini che cerca di sedurrlo, e i due si baciano giusto quando una troupe televisiva li filma alla fine di un servizio a riguardo. Tracy ovviamente vede il servizio e ci rimane malissimo, al che le sue due migliori amiche le dicono che dato che Eric perderà la sua verginità con una qualcunque, lei dovrebbe fare lo stesso, e la spingono a una festa organizzata dal suo ex-ragazzo, che l’aveva lasciata proprio perchè lei non lo faceva con lui.
Alla festa dopo il Miglio Nudo però Eric resiste alla bionda che cerca di farselo e torna da Tracy, che ovviamente non è in casa ma alla festa. Lui va lì e, credendola dentro una stanza a farsi il suo ex, confessa il suo amore sbattendo i pugni sulla porta. Tracy però non era nella stanza e lo perdona per tutto, e i due finalmente finiscono a letto a perdere la verginità insieme.

Preparazione al Naked Mile

Le ragazze fanno capire ai ragazzi che loro hanno intenzione di correre i Miglio Nudo, con o senza di loro. I ragazzi rimangono a bocca aperta (e poco dopo si spogliano).

Cooze e Ryan, alla festa, ne vivono altrettante di tutti i colori, uno dei due finisce addirittura nel letto con una masochista. Dwight, invece, finisce per farlo con una nana, ex-ragazza del suo antagonista al campus, un nano bravissimo nel rugby e incredibilmente spaccone.
Eric torna la mattina nel Michigan a recuperare i suoi compagni e i tre condividono le loro esperienze.

Come potete notare, la trama è di una banalità incredibile, e risulta quasi più telefonata di quella di “Band Camp”. Ciononostante il film riesce a strappare quale risata, soprattutto per l’esagerazione di alcune scene, in particolare quelle della festa successiva al Miglio Nudo (che, per chi non lo sà, è un evento in cui studenti corrono nudi per un miglio, vince chi arriva per primo). In questa festa Cooze prende una pillola per l’erezione che dura ore, e fa a gara con Ryan per chi lo riesce a tenere sù più a lungo. Alla fine c’è un pareggio, e si scopre che Ryan non ha neanche fatto uso della pillola.
Altre sotto trame sono racchiuse nel corso del film, come la rivalità tra Dwight Stiffler e la banda di nani, come la ricomparsa di Eugene Levy come padre di Jim che da consigli sia a Tracy che a Eric riguardo alla loro vita sessuale, ma in generale i personaggi del film risultano blandi e poco interessanti. La quantità di nudo parziale nel film è incredibile, lati A e lati B a volontà in ogni sezione del lungometraggio, e per quanto ci siano due tre scene in cui l’esagerazione del nudo facciano uscire una risatina, molte scene erano largamente evitabili.

Dwight, Cooze, Ryan e ragazze

Dwight Stiffler dichiara trionfante il pareggio a chi ce l

Come già detto, Eugene Levy torna anche in questo film, e si scopre che la tradizione del miglio nudo l’abbia iniziata lui quando andava alla scuola superiore, e per questo ogni anno torna nel Michigan ad inaugurare la corsa nudista. Le sue scene e la sua recitazione, come era da aspettarselo, è una spanna sopra quella di tutti gli altri, anche se ho trovato incredibilmente convincente Steve Talley nel ruolo di Dwight Stiffler. Sicuramente il migliore della famiglia, dopo Steven ovviamente.
Ma tutto ciò non salva il film dall’abisso nel quale la serie American Pie è scivolata dopo il terzo film ufficiale. Da vedere in Streaming in una serata di noia, ma non merita i vostri soldi.
Voto Personale: 5,5/10

Conigli sociopatici & cani col giacchetto, Stagione 1

(A cura di Wise Yuri)

Titolo: Sam & Max: Seasone One

(rinomato poi Sam & Max: Save The World)

Anno: 2005-06

Genere: Avventura Grafica (aka punta-e-clicca)

Giocatori: 1

Sviluppatore: Telltale

Piattaforme: PC, Steam, XBLA, Wii

Nel non troppo lontano 1993, la Lucasarts fa uscire sul mercato dei giochi PC Sam & Max: Hit The Road, basato sul fumetto Sam & Max: On The Road  del 1989 di Steve Purcell. In questa avventura grafica, un insolito duo di detective in proprio, la Freelance Police,  Sam, un grande cane antropomorfo con giacca e cappello da detective, riflessivo, intelligente e colto, e Max, una specie di coniglio psicotico e sociopatico, sempre pronto a cercare la soluzione più violenta o bizzarra ad un problema, ma nonostante ciò, molto acuto, dovranno risolvere il mistero dietro la sparizione di Bruno il bigfoot e Trixie la giraffa.

Il titolo Lucasarts è considerato uno dei tanti classici del genere sviluppati durante l’ epoca d’ oro della compagnia di Giorgio Luca, ed è uno dei titoli più citati nei giochi della stessa compagnia. (c’è la testa di Max incisa su un totem nel primo Monkey Island, per dirne una) Per il 2003 era previsto un seguito intitolato Sam & Max: Freelance Police, ma stranamente il progetto non vide mai la luce.

Nel 2005, la Lucasarts non rinnovò il copyright sulla saga, che fu acquisita dalla Telltale, la quale aveva già lavorato ad un gioco sul fumetto Bone, ed anche un gioco su licenza della serie televisiva C.S.I. La compagnia annunciò Sam & Max: Season One (in seguito rinominato Save The World), una nuova avventura della serie, divisa in 6 parti, secondo la ormai consolidata filosofia di sviluppo e distribuzione episodica della Telltale, con l’ uscita di un episodio ogni mese. Seguirono altre due stagioni, Beyond Time & Space (stagione 2) e The Devil’s Playhouse (stagione 3).

Schermata dell’ originale Sam & Max: Hit The Road

Quindi, eccomi qui a dirvi la mia sulla prima stagione, e non avendo giocato l’ originale, questo è il mio primo Sam & Max, quindi, opinione priva di possibili retrogusti nostalgici. Visto che l’ ultima volta vi ho parlato di Jolly Rover, ho pensato di fare il bis di punta-e-clicca, fresco dall’ aver finito Season One. Vi avverto, queste sono le mie impressioni, non cercherò di recensire la stagione in maniera “professional”. Partiremo parlando dell’ interfaccia e degli aspetti tecnici, per poi esaminare il gameplay, e infine terminare parlando dei personaggi e dell’ humour. Per la cronaca, la versione giocata è quella Steam, ed ha una traduzione italiana che parte orribile (seriamente, potevo tradurre e adattare meglio i dialoghi del primo episodio) ma migliora episodio dopo episodio.

INTERFACCIA, GRAFICA ET SONORO

Partendo dal presupposto ovvio che per giocare ad un punta-e-clicca si punti e clicchi, Sam & Max: Season One propone un’ interfaccia moderna, ma non del tutto. Il sistema di controllo è classico, non quello usato dalla Telltale in Tales Of Monkey Island e Ritorno Al Futuro, in cui per muovere il personaggio dovete tenere premuto il pulsante sinistro e poi muovere il mouse (in tre parole: Drag and drop), quindi si clicca per interagire e per far muovere il personaggio nel punto indicato. Questo è il sistema di controllo normale per questo genere di giochi, ma è meglio il “drag and drop”, in quanto spesso nei punta e clicca vi trovate a cliccare su un’ oggetto quando volevate solo spostarvi, facendovi perdere tempo e risultando fastidioso. Ma siccome questo sistema di controllo fu inserito nel 2009 con Tales Of Monkey Island, e la prima stagione di Sam & Max è del 2005, lamentarsi è inutile. Però potevano permettere di correre, è possibile farlo nella versione per X-Box Live Arcade, mentre nella versione per PC no. Uhm. Vabbeh, questa è una lamentela minore.

Gli oggetti sono conservati nell’ inventario, rappresentato da una scatola di cartone, e curiosamente, non è possibile prendere un’ oggetto e combinarlo con un’ altro presente nell’ inventario, ma va usato su qualcosa presente nello scenario. E come ci si aspetta da un avventura grafica moderna, via le liste ginormiche di azioni disponibili “parla a, dai a, raccogli, usa, tira, etc.”, basta cliccare su’ oggetto/personaggio e verrà eseguita l’ azione corrispondente, il che aiuta molto a togliere la macchinosità di scegliere un comando da una lista fornita, odio ripetermi, ma dubito vogliate parlare con una leva. Potreste volerlo fare, non sono affari miei, ma dubito questa logica vi servirà a molto. XD

L’ ufficio di Sam & Max, punto di partenza per ogni caso.

Lo stile grafico da cartoon, caratteristica comune per i titoli Telltale, è perfetto per Sam & Max, vista anche l’ origine fumettistica della serie, e la qualità dei modelli poligonali è buona, non eccelsa, ma è piacevolissima da vedere, e adoro le espressioni dei personaggi, soprattutto quelle di Max. La stessa cura è stata riposta nelle ambientazioni, sul lato grafico il titolo si difende bene, l’ unica lamentela che mi sento di fare a riguardo è che i modelli poligonali potevano essere rifiniti un pochino. Oltre al theme principale molto 50’s (che va a nozze col tono della serie), nella prima stagione c’è una certa varietà musicale, si passa da marcette presidenziali a musica “8-bit”, non è nulla di cui tessere elogi celestiali, ma è un buon accompagnamento.

GAMEPLAY & POTATOES

Oltre al classico interagire/parlare ed usare oggetti, in Sam & Max avremo a disposizione una macchina, una vecchia Desoto, che viene usata sia per spostarsi tra i vari scenari (selezionate “vai là” e arrivate là, non è che dovete guidare fino a destinazione), sia per alcune situazioni particolari (inseguimenti, etc.), e per un mini-gioco ricorrente tra gli episodi. La parte in cui guidate è carina e gradita come aggiunta, ma non aspettatevi Gran Turismo o Burnout. Una cosa che non mi è piaciuta di questa stagione è il fatto che ad ogni episodio ripartite dall’ ufficio, e la cosa di per sè non sarebbe un problema, il formato è episodico, in Tales Of Monkey Island c’è una continuità diretta tra gli episodi, qui i casi sono separati, ma c’è un legame ed un tema di fondo che gli unisce. Nel caso di questa prima stagione, è l’ ipnosi di massa.

Il vero problema sta nel fatto che in tutti gli episodi vi trovate a dover far spola tra l’ Inconvenience Store di Bosco, il quale vi offre sempre un’ oggetto indispensabile per avanzare, che vi vende ad un prezzo sempre più alto, e Sybil, una donna che incontrate come psichiatra (ed ex-tatuatrice) e cambia professione ad ogni episodio. Sia chiaro, le cose cambiano ad ogni episodio, e non esistono solo questi posti nel gioco, ma è un pò demotivante già sapere dove dovrai andare per forza. Nulla che intacca la qualità del gioco, ma insomma. A proposito di qualità, questa prima stagione è incostante, su 6 episodi, 3 sono ottimi, gli altri 3 sono buoni ma finiscono per farti desiderare una maggiore longevità. (E con “gli altri 3” non intendo gli ultimi 3, non sto dicendo che i primi 3 episodi sono ottimi, ed il 4°, 5° e 6° sono solo buoni, non è una questione di ordine numerico) Avrei preferito un’ episodio in meno e una qualità un pò meno “giuda ballerina”.

Schermata delle sezioni di guida, somiglianti a quelle dei vecchi arcade.

Per quanto riguarda la fattura di puzzle ed enigmi vari, è davvero buona, ma la difficoltà degli stessi a volte impenna senza troppi complimenti, non rende l’ esperienza frustrante, non è come se il gioco se ne uscisse con un “bene, ora risolvi questi, stronzolo!”, è solo un pò strano. La difficoltà generale degli enigmi è media per chi ha un pò di esperienza nel genere, non troppo facili da farsi annoiare, e neanche ipercriptici, ma che richiederanno l’ uso della vostra materia grigia e del pensiero astruso tipico di questi giochi, quello che vi fa vedere un’ utilità anche in un piccione nucleare meccanico. Ad ogni modo, non è troppo difficile, quindi dovreste riuscire a fare progressi senza perdere troppi neuroni. Discorso longevità: le vecchie avventure grafiche si finivano in 20 ore circa, ovviamente con il formato episodico, ci dovrebbe volere circa 4 ore (3 e qualcosa visto che sono 6 episodi) ad episodio, personalmente mi ci è voluto meno, una 16ina di ore, per finire tutti gli episodi, se siete digiuni di avventure grafiche, vi ci potrebbe volere di più, ovviamente dipende dall’ esperienza del giocatore.

PERSONAGGI & HUMOUR

Iniziamo a parlare dei personaggi, partendo naturalmente dal duo protagonista che da il nome alla serie. Sam è quello razionale, logico, e tira sempre fuori delle espressioni assurde, invece di esclamare “orca vacca” o roba simile, dice qualcosa tipo “Per i tutti i capidogli benedetti al sapore di rosmarino silvestre ansiolitico”. è una caratteristica del personaggio che diventa divertente perché viene calcata ad arte, esagerata al punto giusto. Inoltre Sam è quello che cerca sempre una soluzione non violenta ai problemi, ma non ha problemi a tirare fuori il ferro in dotazione. (in fondo, ma in fondo, sono poliziotti) Max è isterico, ed il mio preferito: sempre pronto a picchiare od a risolvere tutto con la violenza, cinico, sarcastico, pungente, pieno di manie, schizzato ed a volte inquietante; un bastardo, ma un adorabile bastardello. Come bonus, trovo il suo sguardo, coi denti da squalo in continua mostra, estremamente buffo, non so perchè. XD

Tra gli altri personaggi, impossibile non parlare di Bosco e Sybil, soprattutto del primo. Bosco è il proprietario del Bosco’s Inconvenience Store, negozio alimentare-bellico-repulsivo situato nello stesso quartiere dell’ ufficio di Sam & Max, e dire che è paranoico è dir poco, in quanto vede cospirazioni dappertutto, finendo pure per costruirsi un sistema anti-missilistico XD, ed ad ogni episodio diventa sempre più ridicolo con i suoi “travestimenti”. Sybil è invece una donna che ha uno studio di… qualsiasi lavoro stia facendo al momento; lei stessa è praticamente una gag ricorrente, in quanto già nel primo episodio, in cui lei è psichiatra, ha ancora la sedia per tatuaggi dal lavoro prima. Durante il corso della stagione diventa di tutto, diventando persino una beta tester. XD Ci sono altri personaggi, tutti sopra le righe, come una statua meccanizzata di Abramo Lincoln, oppure i Soda Poppers, ex-star bambine minorate che cercano disperatamente qualche micro-secondo di notorietà.

Bosco “travestito” da inglese per “nascondersi” da chissàcosa. XD

L’ humour è  esagerato, totalmente assurdo e surreale, e si nota un tono fumettistico, sensato pensando alle origini della serie. Però, più che un fumetto, sembra una sitcom, nel modo in cui ci sono controbattute a tutto, e anche nel tono in cui le frasi sono dette. Non è un tipo di humour con quale vi fate gli addominali dal ridere: è sottile, sarcastico, con molta autoironia, quel tipo di rumour che vi fa ridere sotto i baffi. Questo mix tra humour da sitcom e da avventura grafica è strano, ma alla lunga funziona. 🙂 Per farvi un’ esempio, all’ inizio del primo episodio, Sam raccoglie un guanto da boxe, e fa un gioco di parole pessimo (che purtroppo nella traduzione non rende), e Max gli dice, guardandolo male “Non lo fare mai più.” XD

GIUDIZIO FINALE

Alla fine della fiera, sono rimasto soddisfatto da questa prima stagione, anche se mi aspettavo un qualcosa in più. Ma se mi sono giocato tutti gli episodi di fila, curioso su cosa mi sarebbe capitato nel prossimo capitolo, qualcosa vorrà pur dire. Non porta nessuna grande novità al genere, ma è un gioco divertente e ben fatto, ha personaggi memorabili, ed è comunque un buon inizio della resurrezione di un genere che è rimasto morto per parecchio tempo. Consiglierei di attendere un’ offerta su Steam (e una c’è stata, 15 euro per tutte e tre le stagioni) e prendervi a prezzo stracciato tutte e tre le stagioni, anche perché sto giocando ora la seconda stagione, ed è molto meglio, e qualcosa mi dice che la terza lo è “dippiù”. 🙂

Cercando materiale su questa serie, ho casualmente scoperto che esiste un cartone animato della serie, e a giudicare dall’ immagine che ho trovato, aveva un sacco di battute e gag che oggi non ti sogneresti mai di vedere. Anzi, penso che non ci sia modo migliore di lasciarvi, che con questa chicca.  Bye bye! (E dimenticavo, è molto probabile che mi risentirete “parlare” della serie con la recensione della seconda stagione)

per i non anglofoni “come diavolo hanno fatto ad inserire QUESTA gag?”

Spider-Man Collection 12
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)

Spider-Man Collection 12

La settimana è passata in fretta, parzialmente anche grazie alla lettura di quest’albo, secondo me molto riuscito, che mi ha tenuto compagnia nelle ore buie prima della notte. Viene ripresa la storia di Peter da subito dopo il suo epocale incontro con MaryJan Watson e vengono presentati super-criminali vecchi, nuovi e vittime di terribili incidenti. Veniamo al sodo, le storie presenti nell’albo sono:

  • Rhino on the Rampage! da Amazing Spider-Man 43del 12/66: in cui continua la cena da Ms. Watson iniziata lo scorso numero, mentre Pete è totalmente stragto dalla bellezza di MaryJane. Purtroppo allo stesso tempo Rhino, imprigionato nello scorso albo, esce di prigione e Peter sente di dover intervenire, anche se non vuole per nessun motivo interrompere la sua bella serata con MJ. E’ lei cheg li fa la proposta di andare sul luogo dell’avvenimento, e Pete contentissimo accetta e sfrutta la scusa del “dover fare foto per il Bugle” per allontanarsi e cambiarsi in Spider-Man, e prenderle di santa ragione dal Rinoceronte umano (di cui scopriamo i retroscena, poco interessanti a dire il vero). E’ addirittura un poliziotto a salvargli la vita, prima di tornare da MJ con un bel paio di foto. Inoltre porta una parte del tessuti di Rhino da Connors per farlo analizzare, e con ciò crea una ragnatela particolare in grado di dissolvere la sua armatura. Sfruttando questo al loro prossimo incontro, Rhino viene finalmente e definitivamente sconfitto in un ennesimo tentativo di rapire John Jameson.
  • Where Crawls the Lizard! da Amazing Spider-Man 44 del 1/67: dove May parte per le vacanze per riposarsi e riprendersi dalla sua sempre presente malattia, e Curt Connors, esposto a farmaci simili a quelli che lo trasformarono in Lizard in Spider-Man Collection 2 nella storia di Rhino, si ritrasforma nella sua nemesi rettile proprio quando in città, dalla Florida, arrivano sua moglia e il figlio Billy. Peter vede Mrs. Connors e da Uomo Ragno le offre di aiutarla a trovare il marito, ed è così che scopre che Connors è di nuovo vittima della sua trasformazione. Alla fine i due si affrontano in una lotta in cui Spidey, cadendo, si sloga un braccio e lizard riesce a fuggire.
    Durante gli spozzoni di vita quotidiana, inoltre, Peter presenta Mj al resto della cricca, con la felicità di Flash ed Harry e scatendando non poco l’invidia di Gwen.
  • Spidey Smashes Out! da Amazing Spider-Man 45del 2/67: in cui Lizard, che non sa di essere Connors, cerca di ricreare le formule dello scienziato, ma non riuscendole a capire distrugge il laboratorio e fa preoccupare ancora di più Mrs. Connors e Billy. Spidey si impegna all’ennemisa potenza per localizzare lo scienziato, cosa non affatto facile con un solo braccio a disposizione, ma alla fine lo confronta alla stazione dei treni, e lo riesce a intrappolare in una cella frigorifera, dove per il suo sangue freddo il rettile umano sviene. Spidey lo riempie di tela fino a farlo sembrare un bozzolo e lo trasporta al suo laboratorio, dove lo costringe di nuovo a bere l’antidoto già preparato in precedenza. Lizard torna Curt Connors e Spidey riunisce la famiglia per una seconda volta.
  • The Sinister Shocker! da Amazing Spider-Man 46 del 3/67: albo in cui fa la sua prima comparsa Shocker, altro criminale di bassa lega con un genio meccanico usato male. Spidey lo incontra mentre fa una rapina e, sempre vincolato dal poter usare un solo braccio, se le prende di santa ragione, senza riuscire ad assestare nessun colpo finale al suo tremolante nemico. Intanto Harry gli propone di condividere un appartamento a due passi dall’univeristà insieme, che sarebbe disposto a pagare suo padre, ma Pete non sa se accettare o meno per non lasciare sola zia May. Questa però aveva già ricevuto da tempo la proposta di abitare da Mrs. Watson, e l’occasione è brillante per entrambi per vendere la loro casa e vivere in maniera più indipendente l’uno dall’altra. Flash viene chiamato dal militare e MJ, Harry e Gen si organizzando per una festa d’addio. Frattanto Foswell diventa sospettoso del legame tra Pete e Spidey e inzia a pedinarlo arrivando quasi a scoprire della doppia identità di Parker. E’ in quel momento che Pete s’inventa la storia del patto tra Parker e Spider-Man, ovvero Parker gli fa le foto e i due dividono la grana. Il braccio, col tempo, guarisce e durante una seconda lotta con Shocker, l’Uomo Ragno riesce a disabilitare il suo congegno vibrante e stenderlo per poi mandarlo in prigione. A fine numero, Pete si trasferisce da Harry e May da Anna Watson.
Amazing Spider-Man 45

Copertina originale di Amazing Spider-Man 45. Vediamo come Spidey combatte Lizard con un braccio fasciato.

Come detto in apertura, ho trovato la lettura dell’albo molto piacevole, e per quanto non siamo ancora ai livelli narrativi delle storie odierne (chiassà quando arriverò a parlarvi di quelle), la classicità di alcuni momenti è tale da chiudere un occhio sulle “cose anni sessanta” presenti.
Anzitutto il personaggio di MJ diventa subito centro dell’attenzione di gran parte delle scene “rosa” di Peter, si integra nel gruppo con estrema facilità grazie al suo carattere aperto e festaiolo e si vede da subito come Harry sia, dopo Pete, il personaggio che più le sta vicino. Gwen, d’altro canto, è visibilmente gelosa di come MJ sappia premere i pulsanti giusti con Pete e reagisce scatenando la sua femminilità a sua volta. E in tutto questo la Marvel si prepara a mandare in guerra Flash Thompson, come per rappresentare la nostra realtà, o meglio, la realtà della Guerra del Vietnam, nel suo universo. Vedremo come Flash venga mandato in ogni tipo di guerra, mano mano adattandolo all’epoca in cui ci si trova. Prima la guerra del Vietnam, poi la prima e infine la seconda Guerra del Golfo.
In ben due storie Peter riesce a battere il suo nemico non facendo solo uso della sua forza proporzionale a un ragno, ma facendo affidamento alle sue conoscenze scientifiche, una volta creando una sostanza in grado di sciogliere il costume di Rhino, e una seconda volta congelando Lizard e dandogli da bere l’antidoto alla formula di Lizard. Viene da chiedersi perchè Pete non lo produca in serie in modo che Curt ce l’abbia sempre con se quando la trasformazione ha inizio.
Altra cosa su cui sono scettico è il fatto di considerare Lizard si sangue freddo…non è per parte umano? La para-scienza Marvel continua ad avere dei buchi che non riesco a spiegarmi.
Inoltre c’è il solito problema del “ho un potere, posso fare QUALUNQUE COSA, andare OVUNQUE”, frase che ripetono un pò tutti gli svitati che Spidey alla fine stende. Il potere da davvero così alla testa? Sta frase inizia un pò a stancarmi. capisco che la Marvel doveva far dire qualcosa ai suoi criminali, ma i loro fini (in particolare quelli di Lizard) sembrano molto stupidi…annullare la razza umana, a che pro? Boh!
Ciononostante, l’albo è piacevole da leggere, le due storie di Lizard sono molto intense, la lotta con Rhino non è niente male, MJ è un personaggio davvero stupendo e anche la comparsa dello Shocker è inscenata bene e sceneggiata in maniera coinvolgente. Albo da non perdere.

Voto Personale: 8/10

E anche per sta settimana è tutto, ci sentiamo la prossima! =)

5 Risposte to “The Weakly Hobbyt # 28”

  1. Wise Yuri Says:

    detto tra noi, cele, la serie di american pie (e le altre merdate uguali che sono spuntate fuori dopo questa serie) era nell’ abisso fin dall’ inizio, non c’ era bisogno di arrivare al quinto per dichiararlo.

    • Celebandùne Gwathelen Says:

      L’avrai letto, secondo me il 3 è l’apice della serie e l’unico film che, secondo i miei gusti, ha azzeccato tutti i tasti giusti! =) L’uno era mediocre, il due era peggio, e i due spin-off erano…beh, non salvabili.

  2. Dunther Says:

    -La casa dei millemila Zombie
    Visto, perché mi avevi consigliato il sequel e mi andava di vedere anche questo. Boh, concordo con te, sebbene non me ne intenda del genere, mi è sembrato un film abbastanza inutile. Purtroppo non c’è stato verso di trovare il secondo ad una qualità decente…

    -Conigli sociopatici & cani col giacchetto, Stagione 1
    Ho approfittato dell’offerta anche io, aggiudicandomi tutte le stagioni per un prezzo complessivo di 12,50, mica male! Però non ho intenzione di giocarle per ora, visto che progetto di dare priorità ai classici, e soprattutto a portare a termine Hit the Road. Quest’ultimo l’avevo iniziato qualche anno fa, ma non sono andato troppo lontano; sicuramente era spassoso per lo humor, ma ho trovato gli enigmi veramente troppo (troppo troppo troppo) demenziali, tanto che la maggior parte di essi mi facevano esclamare “ah, ma figurati se ci avrei mai pensato, fortuna che ho usato una guida”.
    Comunque so che sono belle anche queste nuove stagioni, anche se a quanto ho capito non arrivano all’originale.
    Mi fa piacere che le sezioni in auto non siano pessime, solitamente quando mettono questi extra in un’avventura grafica li trovo aggiunte inutili e controproducenti.
    Poi vabè, il drag and drop vorrei provarlo, ma dubito mi piacerebbe di più del punta e clicca; per quanto riguarda il non poter parlare con un tubo di gomma et similia, io sono in una posizione mediana. Da una parte il sistema a verbi delle vecchie avventure è ormai superato ed inutile, ma il classico doblone alla Curse of Monkey Island funzionava alla grande, e permetteva di usare la bocca su un oggetto non per forza per parlarvi, ma tipo per soffiarci dentro e cose del genere. In generale, preferisco che ci sia una distinzione precisa tra: “usa”, “esamina”, “parla”, ed eventualmente “prendi”.
    Poi non dico che tu ti sia inventato il riferimento in Monkey Island (mi pare di averlo visto anche io), però è strano considerando che Sam & Max è uscito dopo…
    La traduzione mi avevano detto che faceva pena, infatti ero già preparato all’idea di settarlo in inglese.
    Ah e il fumetto mi pare di averlo da qualche parte, in formato digitale, e del cartoon avevo beccato qualche episodio su YouTube 😀 ; vorrei approfondire maggiormente questi personaggi.

  3. Werebadger Says:

    Allora, i film li considero entrambi ottimi. Probabilmente sì, La Casa del Diavolo è migliore, ma arrivare a dire che il primo lo si può saltare e andare a vedere direttamente il secondo, mi sembra eccessivo e sbagliato. Io ho visto prima il primo e poi il secondo e, se avessi fatto il contrario, come hai detto tu, non c’avrei capito un’acca, per quanto riguarda i personaggi ecc. Riguardo al punto ”( e non roba come il Nightmare del 2010)” ti pareva che non dovevo trovare un altro che sparava a zero per pregiudizi sull’ottimo remake di Freddy…

    • Wise Yuri Says:

      allora, premetto da che allora credo di essere un pò migliorato, ed a prescindere da allora le mie opinioni potrebbero essere cambiate (è passato un pò di tempo da allora, eh), vediamo di rispondere. 🙂

      parlando della casa dei 1000 corpi, sì, ha un che di particolare, ed è un tributo ai film horror da un grande fan del genere (nello specifico a Texas Chainsaw Massacre), ma alla fine della fiera è uno slasher come tanti altri. Continuo a pensare che volendo si potrebbe vedere direttamente La Casa del Diavolo saltando il film precedente, non consiglio di far così, ma in tutta onestà è quasi un film a parte (mi viene in mente solo un momento che potrebbe risultare incomprensibile se non si vede prima La Casa dei 1000 corpi) quindi volendo -ripeto, volendo- si potrebbe fare.

      per il remake di Nightmare in elm street, l’ho trovato davvero superfluo (a prescindere dal fatto che non mi piace la nuova faccia di Freddy e la mancanza di Robert Englund, che son dettagli), ma ho in previsione di ridargli un’altra visione, ed una chance a mente fredda.


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