Sentite già l’ odore di foglie secche, ramazzate da uno spazzino comunale? Beh, non dovreste, perché anche se le vacanze sono pressapoco finite per tutti, il caldo se ne fotte parecchio. Ad ogni modo, rieccoci con la nostra rubrica settimanale su questo, quell’ altro, e codesto, pronti a tormentarvi fino alla fine della pagina. 🙂 Buona lettura!
Sommario
-Everblue 2
-Ed Wood
-Spider-Man Collection 14
-Rivergination
-Star Wars – The Clone Wars
In Fondo Al Mar
(A cura di Wise Yuri)
In saluto all’ ultimo mese estivo, ecco a voi un tuffo nell’ oceano poligonale Arika di Everblue 2.
Il titolo non è facilmente ingabbiabile in un genere, anche perché solitamente, con “simulatore” si intende roba come The Sims, i Theme Park, roba del genere. Non un simulatore di “subbaqquo”. Ad ogni modo, Everblue 2 vede voi, un sommozzatore esperto ed il vostro vecchio amico Zucco, trasportati da un’ improvvisa tempesta su un’ isola caraibica, e salvi per miracolo. Lì scoprirete di varie leggende riguardanti le acque del luogo, e deciderete di godervi la vacanza forzata, aiutando gli isolani e risolvendo a colpi di bombola i misteri del luogo.
A livello di gameplay, il gioco Arika è assimilabile ad un’ avventura con elementi da GDR: esplorate i fondali marini, raccogliete oggetti e tesori vari, e ci sono parecchi posti, come i negozi per comprare l’ equipaggiamento da sub, per farti riconoscere e vendere gli oggetti, per farvi sviluppare le foto, etc. Il gioco si può dividere in due parti ben distinte: l’ esplorazione a terra della città, e l’ esplorazione subacquea, ovviamente, del mare che circonda l’ isola.
Partiamo con l’ esplorazione della città. Vi sono diverse schermate, ognuna con diversi personaggi con cui parlare per ottenere informazioni o dai quali accettare missioni secondarie, e diversi posti da visitare, negozi vari in cui fare incetta di equipaggiamento ed oggetti per il vostro sub. Come in molti giochi di ruolo, all’ inizio non potrete fare molto, ma pian piano la città si popolerà di tutti i tipi di gente, potrete accedere a nuovi servizi come la rimessa per migliorare la vostra barca, il combinatore per unire assieme due oggetti ed ottenerne di nuovi. Gli oggetti vanno dalle bombole agli antidoti contro il veleno, dai mobili a vari materiali come ferro, legno, creta, vetro, dai quadri ai gioielli…. insomma, avete capito. La parte cittadina potrà sembrare solo un preambolo alla fase “subbaqqua”, cosa che comunque è, ma è ben fatta ed è complementare all’ esperienza.
L’esplorazione delle acque avviene in prima persona, con diverse statistiche a schermo, indicanti la profondità, la salute e l’ aria rimastavi, e un radar personalizzabile che vi aiuta a trovare oggetti sui fondali. Durante le vostre nuotate incontrerete diverse varietà di pesci e creature marine, da innocui pesci luna a feroci squaletti, e potrete immortalarli con la fotocamera subacquea. I fondali sono pieni, oltre che di oggetti e di pesci pacifici e non, di relitti da esplorare e da quali “recuperare” praticamente di tutto, da sedie a strumenti musicali, da lampade a gioielli di valore. Però attenzione, perché ogni oggetto pesa un tot, e sovraccaricare la sacca che avete vuol dire perdere aria più velocemente, e come potete prevedere, finendo l’aria, o finendo i punti vita (attacchi di pesci feroci, avvelenamento, etc.) si crepa. All’ inizio avrete dell’ equipaggiamento scrauso, e potrete esplorare solo le acque circostanti l’ isola, ma via via che avanzerete nella storia otterrete tute migliori e bombole più capienti per sopravvivere in acque più fonde e fredde, oltre a pinne speciali e sonar con vari effetti. La grafica e sonoro sono su livelli sufficienti per un gioco Playstation 2 del 2003.
La formula di gioco è curiosa, ma non è per tutti: se alcuni, come me, possono trovarla interessante e rilassante come esperienza videoludica, altri la trovano noiosa e sonnecchiante. Beh, di sicuro non è un gioco d’ azione, non sparate ai pesci, non ci sono sottomarini nazisti fantasma da affondare con cannoni, questo poco ma sicuro. Non ci sono molte vie di mezzo in questo caso, l’ idea o ti affascina o ti addormenta, se vi piace lo snorkeling, o l’ idea di esplorare i fondali marini e la sua fauna, Everblue potrebbe fare per voi. Ad ogni modo, il gioco propone un obiettivo principale, una storia, che vi incita ad esplorare il mare, ad andare avanti, e molte missioni secondarie, come la catalogazione dei pesci, l’ asta, gare a tempo, la raccolta di vari oggetti per i personaggi secondari. A questo riguardo, si poteva fare di peggio, proporre un gioco davvero blando, in cui ti infilano nel mare, senza obiettivi di sorta, e ti dicono “ora nuota, stronzo”. Il gameplay di Everblue potrà non piacere, ma ha un suo perché ed è stato sufficientemente curato da non risultare noioso, anche se ha un sentore di derivativo. (alla fin fine, per la maggior parte del tempo nuotate e basta)
Anche se non esente da alcuni innegabili difetti, Everblue 2 è sicuramente un’ esperienza di gioco diversa, fresca e rilassante. Se siete curiosi ma non volete stare a scandagliare i mercatini dell’ usato (cosa che vi sconsiglio perché il titolo è difficilotto da trovare), potete provare i due Endless Ocean per Wii, sono dello stesso sviluppatore, Arika.
Ah, dimenticavo, SUBBAQQUI!
“Let’s Shoot This Fucker!!”
(A cura di Wise Yuri)
Titolo: Ed Wood
Anno: 1994
Genere: Commedia biografica
Regia: Tim Burton
Attori Principali: Johnny Depp, Martin Landau, Bill Murray, Jeffrey Jones
Se mai vi ritrovate, tra amici e non, a parlare di film di Tim Burton, i titoli che vengono nominati sono quasi sempre gli stessi: Edward Mani Di Forbice, Nightmare Before Christmas, forse Beetlejuice. Ma nessuno parla mai di quello che è, a mani basse, il miglior film del singolare regista, ovvero la storia romanzata di Edward Wood Junior, l’ uomo conosciuto con l’ epiteto di “peggior regista di sempre”, soprattutto per il film “Piano 9 Dallo Spazio Profondo”.
E quel film, signori e signore, altro non è che Ed Wood. Filmato in uno stupendo bianco e nero, il film racconta della vita di Ed e della produzione dei suoi tre film, Glen Or Glenda, Bride Of The Monster, e infine, Plan 9 From Outer Space. Sebbene mi trovi a ripetere molto di quanto imparato guardando la retrospettiva su Ed Wood fatta dal caro vecchio James “Il Nerd Furioso”, trovo necessario informarvi brevemente sulla figura del vero Edward Wood Junior.
Edward Junior era un regista, attore, produttore, montatore, e sceneggiatore statunitense. Lavorava con due soldi, girando film con un budget sottoterra, e talmente veloce che spesso la prima, anche se faceva pena ai toporagni, era quella definitiva. Utilizzava in modo bizzarro tutto il materiale di repertorio e non su cui riusciva a mettere le mani, e inoltre aveva il desiderio di vestirsi con abiti da donna, cosa che fece interpretando il personaggio di Glenda nel suo “Glen or Glenda”, che Ed basò in parte su il primo caso conosciuto di cambio di sesso, ma facendone una cosa personale, codiuvata da un tritello di materiale di repertorio e totale delirio, per un film terribile ma ambizioso.
Una sua grande caratteristica era il voler fare i suoi film, ed avere totale controllo artistico su di essi, senza dover contentare i vari finanziatori, in una Hollywood in cui queste cose erano (e se per quello, sono ancora) obbligatorie. è impossibile non fare un paragone (tra l’ altro fatto dallo stesso film) tra Orson Wells ed “Eddie”: Wells era il genio che aveva scritto Quarto Potere, uno dei più grandi film di sempre, a 20 anni e senza nessun influenza esterna.
Ed Wood? Era ambizioso anche lui, certo, ma non aveva per niente talento. Aveva però cuore nel cercare di non accettare compromessi alle sue idee, per quanto ridicole e sconclusionate fossero. Ed anche se avere la passione non basta, direi che averla è sufficiente a non renderlo quello che viene spesso definito, cioè il “worst director ever”, il peggior regista di sempre.
Inoltre strinse amicizia con un Bela Lugosi vecchio ed abbandonato a sé stesso dalla Universal e dal mondo del cinema, ed a cui diede i suoi ultimi ruoli a schermo, bizzarri e ridicoli come da tradizione. Dopo “Bride Of The Monster”, Edward Wood Junior cambiò totalmente genere, dandosi ai film per adulti, per poi morire nel 1978, all’ età di 54 anni.
Sebbene non tutto sia perfettamente replicato nel film di Burton (per esempio, Lugosi non era veramente un drogato, come viene dipinto nel film), per creare ovvia e necessaria finzione, Ed Wood segue in maniera fedelissima la carriera di Eddie e il “making of” dei suoi film, prendendosene gioco ed elogiandoli allo stesso tempo, dipingendo con ironia e rispetto la vita di uno dei più accaniti ed incapaci registi che abbiamo mai messo piede ad Hollywood, e di coloro che lo hanno accompagnato nelle sue rocambolesche e sghembe avventure cinematografiche.
Il cast, non lo dico tanto per dire, è semplicemente divino, con degli stupendi Johnny Depp, Martin Landau, Jeffrey Jones, Bill Murray… Andiamo ad esaminare un’ attimo i personaggi principali.
Johnny Depp interpreta Ed Wood Junior, il nostro protagonista, un regista totalmente incapace, che scrive copioni deliranti, che gira con un budget microscopico, e che ha da fin da piccolo il vizio di vestirsi con abiti da donna, specialmente i golfini di angora, pur non essendo omosessuale, anzi. É il ritratto di un adorabile perdente, che si vede chiudere in faccia milioni di porte, ma che non rinuncia al suo sogno, e che trova gioia nel suo lavoro, nel portare al termine i suoi progetti, fregandosene di quello che pensa la gente, con un grande sorriso per i tempi felici e per tirare giù quelli brutti. Bellissimo personaggio, un eccentrico, e quindi soggetto perfetto per Burton, interpretato benissimo da un Johnny Depp che ancora non era la superstar odierna.
Martin Laundau ha vinto un Oscar per la sua interpretazione di Bela Lugosi in questo film, e diamine se è meritata. É la cosa più vicina ad una resurrezione di Lugosi, è veramente impressionante la bravura di Landau nell’ interpretare l’ icona horror ungherese, durante il suo viaggio verso il viale del tramonto, solo e dimenticato dal pubblico e dagli studi cinematografici ricchi anche grazie a lui. Inoltre, il personaggio, se non per alcuni dettagli, è molto veritiero alla figura di Lugosi, per esempio la rivalità con Karloff, che dopo Frankenstein diventò una star dell’ horror, molto più riconosciuta e pagata di Lugosi, il quale aveva rifiutato il ruolo del mostro, cedendo involontariamente fama e successo a Boris Karloff.
La gestualità ricorda davvero molto Lugosi, ed è anche esilarante quando esce dal personaggio tenebroso, ormai parte di sé dopo l’ iconica rappresentazione di Dracula, incazzandosi come una scimmia. XD É un personaggio fragile, anziano, debole e solo, con cui Ed Wood strinse realmente amicizia, che il regista vide appassire sotto i suoi occhi, ed a cui diede i suoi ultimi ruoli cinematografici.
Jeffrey Jones interpreta lo psichico ciarlatano Chriswells, famoso per le sue previsioni assurde ed improbabili, che fece delle altrettanto bizzarre introduzioni ai film di Ed (quello vero), e che nel film introduce il personaggio di Edward D. Wood Junior, oltre ad aiutarlo nel disperato tentativo di trovare qualcuno che sganci la grana per produrre il film. Bill Murray interpreta un’ omosessuale che cerca di andare in Messico per operarsi e diventare donna, e come al solito il suo sorriso sornione e sarcastico è una garanzia. Ha poco screen time, ma è comunque esilarante.
Tra gli altri attori abbiamo il wrestler John “The Animal” Steele che interpreta Tor Johnson, lottatore di wrestling che Ed ingaggia per il suo aspetto bruto e possente, e non per le capacità attoriali, simili a quelle di un moai salmì; Steele centra il ruolo, risultando ignorante come le capre, altrettanto articolato, ma con una presenza da montagna umana. E come non citare Vampira, la pettoruta presentatrice di film horror, interpretata da Lisa Marie.
Prima ho detto che questo è uno dei film migliori di sempre. Perché dico ciò? Per le stupende interpretazioni di Depp, Landau e del resto del cast? Beh, anche. Ed Wood è un film magnifico perché è il ritratto di un regista disperato, di un vero alieno a Hollywood, perché mostra, con un sapiente equilibrio di comicità e tristezza, come sia inutile passare la vita a realizzare le idee di altri, a seguire per forza la direzione generale. Ed Wood è costretto a fare di tutto, come rubare una piovra di gomma dagli studi della Universal, filmare rapido le scene per non farsi beccare senza permesso di girare in quella zona, mettersi in ginocchio per trovare un produttore ai ricevimenti, ed addirittura far cambiare religione alla sua troupe per ricevere i fondi necessari a fare il film dalla confraternita. XD
Fare le cose come si vuole è difficile, faticoso, ma non ha nessun senso far sì che gli altri stiano a dirti cosa fare della tua vita. É un bellissimo messaggio, ma privo della mielosità intrinseca tipica del cinema americano: Ed Wood non è un vincente, la sua vita è tutt’ altro che perfetta, anche quando riesce a realizzare i suoi sogni, non diventa famoso, ma si impegna e sacrifica per avere il suo “happy ending”, per cercare di fare ciò che lo rende felice.
Inoltre il film trabocca dello stile visivo marchio di fabbrica Burtoniano, legato ad una trama interessante, al contrario di molti film suoi come il Batman del 1989 (che comunque adoro), in cui i personaggi e lo stile sono a livelli alti, ma la trama non è perfetta. Seriamente, che state facendo qua, a leggere le mie parole sul film? Date fuoco ai torrent, compratevelo, Ed Wood è un signor film, un ritratto emozionante di un perdente tenace, di una filosofia di vita. E fanculo al rating, vedetevelo e basta. 🙂
Spider-Man Collection 14
(A cura di Celebandùne Gwathelen)
Primo appuntamento con Spider-Man Collection dopo la pausa estiva, ricominciamo da dove abbiamo finito, ovvero con Kingpin e la mala convinti che Spidey fosse uscito dalla scena, e Pete che “ruba” il suo costume da J. Jonah Jameson. Le storie contenute in questo albo sono:
- In the Clutches of the…Kingpin! da Amazing Spider-Man 51 del 8/67: in questo numero vediamo come Kingpin raduna sotto il suo comando tutte le gang di New York, che però iniziano a barcollare appena si rendono conto che Spidey è tornato in azione. Kingpin li fa rimettere in riga con la forza, e riesce a rapire J. Jonah Jameson, che nonostante sia bendato (e non conosca la faccia di Kingpin) scopre che Fosewell è in combutta col criminale. Spidey scopre l’attico di Kingpin e lo combatte, ma viene stordito da un gas al sonnnifero. L’episodio finisce con Spidey a terra in mezzo agli uomini del boss criminale.
- To Die a Hero! da Amazing Spider-Man 52 del 9/67: Questo numero riprende dove ASM 51 ha finito, con J. Jonah Jameson e Spidey nelle mani di Kingpin, che li imprigiona in una stanza stagna che fa riempire d’acqua. Spidey si sveglia per l’acqua e tesse una tela che trattenga l’aria intorno ai due intrappolati, e infine, quando gli uomini di Kingpin aprono la stanza per liberarsi dai corpi, Spidey li stende e va in cerca di Kingpin. Frattanto, Fosewell si ribella a Kingpin per il fatto che ha ucciso Jameson e l’Uomo Ragno a sangue freddo e i due iniziano una lotta, che Spidey interrompe e prosegue per Foswell, che invece recupera una pistola e prova a scappare. Jameson, intanto, si risveglia stordino e inizia a fuggire dai sotterranei dell’attico di Kingpin, ma viene bloccato da alcuni scagnozzi del boss e riesce a salvarsi la vita grazie a Foswell, che ingaggia in una sparatoria e infine viene colpito a morte proteggendo Jameson col suo corpo. Kingpin intanto se la vede nera con Spidey e fugge, impendendo al nostro eroe l’inseguimento minando il tunnel di fuga. Foswel muore da eroe nelle braccia di Jameson, con Pete che assiste.
- The Web and the Flame! da Amazing Spider-Man Annual 4 del 11/67: Ennesima storia con Spidey e la Torcia Umana, nell’edizione a 41 pagine per il quarto Annual dell’Uomo Ragno, disegnati per l’occasione da Larry Lieber (fratello di Stan Lee, il cui vero nome è Stanley Lieber), disegnatore di riserva della Marvel in quegli anni. La vicenda ruota intorno a Spidey e la Torcia con le loro solite azzuffate adolescenziali, in particolare Spidey rovina le riprese di un film in cui la Torcia Umana assalta un furgone blindato, e i due si azzuffano. In seguito Spidey viene contattato da una ditta cinematografica a fare un film con la Torcia viste le reazioni positive della scorsa lotta, e i due volano a Hollywood per le riprese, solo per scoprire che questo film non è che un inscenata prodotta da Mysterio e Il Mago (un nemico della Torica dai primi tempi) che cercavano di metterli l’uno contro l’altro. Il piano fallisce e Spidey e la Torcia li catturano. Fine albo.
Albo che mi lascia una sensazione mista. Ho apprezzato molto le due storie con Kingpin, in particolare ho ritenuto veramente inscenata bene la morte di Frederick Foswell, che si sacrifica pur di salvare J. Jonah Jameson, che sente il rimorso di aver tradito. Tuttavia la storia della Annual mi lascia molto indifferente, l’azione non mi piace, l’andamento della trama è abbastanza scontata, e le solite scazzottate tra Spidey e la Torcia iniziano ad annoiare.
Ma con ordine; nelle prime due storie, collegate, ci sta non solo la morte di un personaggio che sta in giro dagli inizi della carriera di Spidey (Fred Fowell, alias il Grande Uomo, alias il Guercio), ma anche la prima comparsa di un altro personaggio fondamentale dell’universo che ruota intorno a Peter Parker: Joseph “Robbie” Robertson, capocronaca del Daily Bugle e, in futuro, unico che terrà a bada Jameson con la sua crociata contro Spidey. La sua prima comparsa è modica, ma ne sentiremo ancora parlare.
Inoltre vediamo come Flash torna per un attimo dal Vietnam ed MJ, Harry e Gwen subito preparano un’altra festa, come se la vita studendesca non fosse che fare feste a ogni minima occasione. Magari fosse così nella vita reale. =(
Il crossover Spidey-Torcia è banale e mi ha fatto odiare la parola asbesto. Per qualche motivo ogni volta che c’è la Torcia, tutte le cose intorno a Spidey sono d’asbesto: la sua tela, un telone che sta casualmente nella casa in cui combattono, il rivestimento dei muri…tutto! Pur di creare una lotta equa tra i due, la Marvel ha creato sta cosa della ragnatela d’asbesto e amen, come se fosse la criptonite di Johnny Storm. Se davvero Spidey l’avesse usata, sarebbe morto nel giro di poco tempo. L’asbesto è un altro modo di chiamare l’amianto, e respirarlo è tossico, figurarsi farne una miscela con la ragnatela.
Null’altro da dire, ci vediamo in SMC15! =)
Voto Personale: 7/10
Rivergination
(A cura di Celebandùne Gwathelen)
Primo libro della Littizietto che leggo, è uno di quei libri comici fatti da piccole storiette raccontate con uno stile leggero e spensierato.
Le tante gag raccolte in questo libro sono più o meno scollegate le une dalle altre, l’unico collegamento sono i personaggi ricorrenti e situazioni legate più o meno alla politica italiana, al mondo mutevole in cui ci troviamo e così via. Uno dei temi principali è il sesso, le differenze tra uomini e donne e la società assurda nella quale veniamo catapultati giorno dopo giorno, e in questo il libro fa più riflettere che ridere, focalizzando l’attenzione su quelle piccole cose stupide che ognuno di noi fa e che invece potrebbe evitare di fare, rendendo il mondo un pò migliore.
Lo stile di scrittura della comica italiana di cui è una forte appassionata la mia ragazza (questo libro glielo regalai io, me lo ha prestato per donarmi un sorriso durante il mio tempo in Germania lontano da lei, che Amore!) non mi ha convinto al 100%, come non mi convinse al 100% quello di Paolo Giordano ne “La Solitudine dei Numeri Primi” in quanto poco strutturato dal punto sintattico, ma per il resto non ho di che lamentarmi. Il lessico è semplice senza essere banale, le situazioni sono descritte sufficientemente bene e, soprattutto, la lettura è scorrevole.
Per quel che riguarda la comicità, ho sorriso spesso e mi sono messo a ridere ad alto volume un paio di volte, ma non posso di certo dire che sia il libro più divertente che abbia letto. Devo anche ammettere di non essere grande fan della comica di mio, quindi la cosa è, come spesso, estremamente soggettiva.
Che dire? Lettura consigliata a chi piace Luciana Littizietto, per gli altri: fatevelo prestare, il libro non merita i vostri soldi, ma la vostra lettura di sicuro. =)
Voto Personale: 6,5/10
Star Wars – The Clone Wars
(A cura di Celebandùne Gwathelen)
Altro fumetto del “Gratis Comic Tag”, uno degli ultimi di cui vi scriverò, è questo episodio dei fumetti delle Guerre dei Cloni. L’episodio si chiama “Heavy Metal Jedi” e narra della battaglia di Iktotch.
Qui il Maestro Mace Windu e il Maestro Saesee Tiin hanno una diatriba sul se sia più efficiace la potenza o la precisone e la velocità. Tutto il tempo durante questa diatriba combattono contro Droidi, in particolare un super-droide finale, che fanno a pezzo battuta dopo battuta. Quando infine sono riusciti insieme a farlo a pezzi tra sciabolate di spada laser e poteri della forza vari e combinati, i due si accordano sul fatto che non è importante com’è usata la Forza, ma è importante chi la usa.
Il fumetto, tristemente, è tutto qui, 28 pagine di disegni e pochissima progressione di storia, per di più totalmente scollegata da tutto. Il lettore viene scaraventato nella vicenda senza introduzione, senza capire chi o cosa rappresentano i personaggi e senza vedere una vera fine della battaglia. I disegni, poi, non sono neanche particolarmente belli o interessanti, e il fumetto pretende molto dal lettore, ovviamente pensato essere uno che di Star Wars ne sappia già una più del diavolo. In caso contrario, infatti, non ne capirebbe nulla.
Il fatto che la vicenda sia priva di sostanza, i disegni non particolarmente curati e il fumetto sia anche relativamente corto, lo rendono ad ora il fumetto peggiore che io abbia preso a Maggio a Paderborn. Peccato, dal nome “Star Wars” ero solito aspettarmi cose positive; questo invece è solo un cash-in! =(
Voto Personale: 4/10
E per oggi è tutto, ci vediamo la settimana prossima con la recensione di Resident Evil!
9 settembre 2011 alle 19:53
-In Fondo Al Mar
Inaspettato che parlassi di un titolo del genere; ammetto che, a differenza di Endless Ocean, non ne avevo mai sentito parlare. In ogni caso il concept non fa per me, credo…
-“Let’s Shoot This Fucker!!”
Argh, sto film è tantissimo che lo voglio vedere, ma non sono riuscito a trovarlo in streaming. Basta, uno di sti giorni lo scarico.
-Rivergination
La Litizzetto mi sta simpatica, ma non sono un suo gran fan. Non arriverei a leggere un suo libro…