Come molto probabilmente avrete letto, provando ad accedere a Wikipedia o leggendo il mio mini-articolo a riguardo, “The Knight” sta cercando nuovamente di far passare la famosa legge bavaglio, che permetterebbe a qualunque autorità arrogante di chiudere a piacimento fonti di informazione che non gli vanno a genio, “senza passar dal via”. H o già scritto due righe a riguardo, quindi taglierò corto, dicendo solo “Giù le mani”. Conscio che la legge subirà nuovamente la fisica del boomerang, vi dò il benvenuto al nostro appuntamento settimanale, il primo con articoli da tutto il personale del Cafè, compreso il nostro nuovo acquisto, Fall. 🙂 Quindi riscaldate il Weakly in un forno a 200 °, rimuovete eventuale censura, e gustate. 🙂
Comunicazione: Non credo che ciò cambi la vita a nessuno, ma non scriverò più gli articoli mensili sulle uscite dei videogames.
Sommario
-The Three Musketeers
-Scott Pilgrim VS The World
-Rayman & Rayman Origins
-Dylan Dog 1
-TRAUMA
-Spider-Man Collection 19
The Three Musketeers
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)
Quando vidi per la prima volta il trailer di questo film al cinema, ho pensato “Non di nuovo!”. Di film basati sull’omonimo racconto di Dumas ce ne sono ormai a dozzine, in particolare ricordo di aver molto apprezzato la versione 1993 del film, con Keif Sutherland nei panni di Athos. Per me, quel film, è il top del top per quel che riguarda la trasposizione cinematrografica de I Tre Moschettieri. Pensavo che un nuovo film a riguardo fosse tanto utile quanto il nuovo Robin Hood interpretato da Russel Crow dopo il mega-Robin Hood con Kevin Costner.
Madonna mia, quanto mi sbagliavo e, madonna mia, al contempo avevo ragione!

I Tre Moschettieri e D
I Tre Moschettieri parte a Venezia, dove Athos, Porthos e Aramis, con l’aiuto di Milday De Winter (Milla Jovovich), rubano per la Francia alcuni piani di costruzioni di armi da guerra fatti da Leonardo Da Vinci in persona. Nonostante protezioni e trappole ovunque, i quattro riescono a penetrare il Palazzo Veneziano e rubarli, senonchè, per un motivo che non vado a spoilerare (il film esce nelle sale italiane soltanto tra 5 giorni, il 14 Ottobre), alla fine i piani di queste armi da guerra (che altro non sono che Navi Volanti simili a degli Zeppelin) vannoa finire nelle mani dell’eterno antagonista dei Moschettieri, il duca di Buckigham (interpretato splendidamente da Orlando Bloom). Tagliamo a un anno dopo, dove vediamo D’Artagnan combattere un’ultima volta col padre in duello, prima di lasciare da giovanissimo la propria famiglia per avventurarsi in quel di Parigi. Lì, per quattro fortunosi incontri riesce a salvarsi la vita da morte certa grazie a Milday De Winter e incontra, non molto dopo, i tre Moschettieri in persona.
Da lì in poi, il film è tutto uno showdown tra il Cardinale Richelieu che vuole fare un colpo di stato sfruttando l’idiozia di Luigi XIII, D’Artagnan che per amore della cortigiana Constance vuole fare il possibile per aiutare la Regina Anna d’Austria, e in questo coinvolge ovviamente anche Athos, Porthos e Aramis.

Richelieu e Milday De Winter: nulla è come sembra!
Non vorrei spoilerare più di tanto per i motivi che ho sopracitato, ma sappiate che nonostante la trama ha qualche asso nella manica qui e lì, non è quella la vera star del film. La cosa che mi ha fatto dire, due paragrafi più su, che sbagliavo a dire che non c’era più bisogno di un film sui Moschettieri è l’interpretazione libera che i registi hanno dato delle gesta del libro. Tutto il film è reso in stile fantasy con toni volutamente esagerati. Il lessico usato dai protagonisti è quasi moderno, la sola presenza di Navi Volanti a mò di mongolfiere compromette ogni parvenza di autenticità storica del film, sulle navi saranno presenti Lanciafiamme e “mitragliatori”, lo stesso Buckingham e Luigi XIII si vestiranno in maniera fin troppo esagerata per l’epoca (o forse no?).
Ai puristi che stanno per farsi un facepalm, posso assicurare che l’intento del film, cioè di rimanere interessante per tutta la sua durata, è rimasto intatto e per qualche motivo nè le Navi Volanti nè tutta l’altra tecnologia che a quell’epoca ovviamente non esisteva fanno diventare tutto il film in qualsiasi modo ridicolo. Anzi, la trama rimane molto seria, un pò come Peter Jackson ha fatto col Signore degli Anelli; gli attori, la scenografia, i costumisti hanno svolto il loro lavoro come se gli avvenimenti fossero davvero andati così, come se la reale versione dei fatti è quella da loro rappresentata. Proprio per questo il film è spesso esagerato, ma mai finto.

Orlando Bloom in quello che è forse il suo miglior ruolo ad oggi!
Tra gli attori, devo assolutamente fare un plauso a cinque degli attori principali. Anzitutto a Orlando Bloom, fenomenale nel suo ruolo del Conte di Buckingham, spocchioso, arrogante e affascinante al punto giusto, calato nel suo ruolo come se dai tempi di Legolas non facesse altro che aspettare questo momento. In secondo luogo, applausi a-go-go a Milla Jovovich, anche lei incredibilmente calata nel suo ruolo di Milday De Winter, con un modo di fare seducente e subdolo come solo le migliore donne sanno essere (e io ne conosco qualcuna… ;] ), totalmente diversa da come appare nei film di Resident Evil e simili. Veramente fenomenale. Un plauso anche a Logan Lerman, il nostro giovane D’Artagnan; mi ha convinto in una maniera che dopo la sua prima scena non mi sarei mai aspettato, con un charisma tutto suo e tanta simpatia da vendere. Durante tutto il film non fa che combinarne una dopo l’altra, ma con una faccia tosta e un arroganza da primato, che da sole mi fanno capire che l’attore ha un bel futuro davanti a se! Ultimi due attori degni di nota sono Matthew Macfadyen nello splendido ruolo di Athos, il suo modo di recitare mi piace molto e mi ricordo tanto Robert Downey Jr., e Christoph Waltz come Cardinale Richelieu, la sua una interpretazione davvero splendida, ricca di momenti seri e divertenti. Anche lui riesce a rappresentare in maniera fantastica l’essere subdolo e complottista del personaggio.
Unico malus del film, se si può considerare un malus, è la colonna sonora, che ricalca forse troppo da vicino quella di Pirati dei Caraibi, al punto da sembrare un rip-off. Ma più che farmi chiamare il film una volta “Moschettieri dei Caraibi”, questo aspetto non ha fatto danno e anzi riesce molto bene nell’intento di enfatizzare le scene d’azione concitate da un lato, e quelle più dolci o spassose dall’altro.

D
Spero di non avervi spoilerato troppo, e spero di avervi fatto capire che è un film da vedere. Non è il film del secolo, non vincerà degli Oscar, ma il suo intento è quello di divertire e intrattenere, e ci riesce al 100%!
Voto Personale: 8/10
Nerd Rock ♪
(A cura di Fall)
Un film di Edgar Wright. Con Michael Cera, Mary Elizabeth Winstead, Kieran Culkin, Chris Evans, Anna Kendrick. Il film è basato sul fumetto “Scott Pilgrim”, ideato da Bryan Lee O’Malley.
Era da davvero tanto tempo che volevo vedere questo film! Complice una serata bloccata a casa, brutto tempo ecc, il destino ha voluto che io e Scott ci incontrassimo.
N.B. Non ho letto il fumetto, lo leggerò in futuro, quindi non vi potrò dire quanto la trama della pellicola segua quella della versione cartacea.
Scott è un tipetto discretamente figo, ha 22 anni e suona il basso in una band, i Sex Bob-omb.
La composizione della band è questa:
- Cantante e chitarrista della band, iperansioso: Stephen
- Batterista, di poche parole, sguardi truci sotto la frangetta rosso irlandese: Kim
- Il precedentemente descritto Scott al basso
- Non ben definito ruolo: il Giovane Neil
La storia comincia con la super notiziona secondo cui Scott ha deciso, dopo un letargo sentimentale di un anno, di uscire con una ragazza ; peccato che abbia scelto proprio una 17enne!
La fanciulla, Knives Chau, è asiatica, assolutamente kawaii, fan scatenata (e non uso groupie per l’innocenza della ragazza in questione) dei Sex Bob-omb. La poveretta muore dietro a Scott e non si accorge che attorno a lei e al suo amato tutti disapprovano l’unione.
La vita di Scott cambierà ben presto a causa/grazie all’incontro di Ramona Flowers. Ramona è una ragazza tosta, gira in rollerblade per la maggior parte del tempo, cambia colore di capelli ogni 10 giorni; è decisamente la ragazza dei sogni di Scott. Ma vi chiederete bene… ma Knives?? Ecco, la poveretta verrà messa da parte con decisamente poco tatto.
Scott, ormai cotto di Ramona, farà di tutto per averla. E non è mica facile guadagnarsi l’amore della ragazza dai capelli fucsia! C’è la lega dei malvagi ex ad impedirglielo 😀
Ebbene sì, se Scott vuole per sè la bella Ramona deve sconfiggere ben 7 malvagissimi ex.
La comicità di questo film è demenziale e assurda (come piace a noi!), e si manifesta soprattutto nell’essenza dei malvagissimi ex. C’è uno skateboarder ormai attore acclamato di film d’azione che parla con frasi ad effetto, un vegano super sayan, due gemelli giapponesi che suonano elettronica e.. basta così, ho parlato già troppo!
Scott Pilgrim dovrà quindi dividersi fra sfide all’ultimo sangue per conquistare Ramona e la battaglia delle band, che permetterebbe ai Sex Bob-omb di ottenere finalmente un contratto discografico!
E non dimentichiamoci il ritorno non-gradito della ex di Scott (Natalie aka Envy, cantante affermata dei The Clash at Demonhead), che in passato gli aveva spezzato, frullato e sminuzzato il cuore.
Il film introduce tanti elementi comuni ai videogiochi, i combattimenti stessi ricordano le sfide di Tekken e Street Fighter, con tanto di super mosse e gettoni sonanti ottenuti alla vittoria. La regia riporta con gran effetto le tavole di una graphic novel, le scene fluiscono senza problemi e non ci si annoia mai. Mi è piaciuta tanto anche la colonna sonora, indubbiamente coinvolgente e in linea con la leggerezza del film.
-Menzione d’onore per Wallace, il coinquilino gay di Scott – che io adoro. Non ha una figura decisiva nella trama , ma le sue battute e i suoi discorsi rendono tutto più gustoso 😀
-Attacco apoplettico dopo aver scoperto che Wallace è il fratello minore di Macaulay Culkin, bimbo prodigio conosciuto da tutti (e conosciuta da tutti anche la sua pessima fine)-
Se potete, guardate questo film in compagnia, le risate saranno molto più fragorose!
Le Origini della melanzana disarticolata
(A cura di Wise Yuri)
Sebbene la Ubisoft attuale mi lasci molto perplesso, è innegabile che fino alla generazione scorsa, sotto il logo dello sviluppatore francese ci furono grandi giochi, come lo stupendo Prince Of Persia: Le Sabbie del Tempo, il mai troppo amato Beyond Good and Evil e gli Splinter Cell. Ma questa volta andiamo un pò più indietro, per parlare di una delle icone videoludiche meno articolate di sempre, ovvero Rayman. Sebbene in questa generazione la Ubisoft abbia praticamente messo parte il personaggio (a meno che non si voglia contare l’ ennesimo rimpacchetamento di Rayman 2, riproposto all’uscita del DS e riproposto ancora all’uscita del 3DS) per introdurre tremila compilation di minigames con i Rabbids, quei conigli svitati di cui avrete sicuramente sentito parlare, la nostra melanzana con guanti tornerà a breve protagonista in Rayman Origins, che uscirà per tutte le console sul mercato. Questo episodio riporterà il gioco alle sue, appunto, origini 2D del primo Rayman per Playstation.
Prima che la serie seguisse, come tanti altri, la formula del platform 3D proposta dall’ inossidabile Super Mario 64, Rayman proponeva un gameplay 2D classico ma non banale. Non farò una recensione (anche perché non l’ho mai finito), ma ci ho giocato abbastanza per poterne parlare con una certa cognizione di causa, sapete, non mi piace dare opinioni premature su quello che tratto.
Dalla mente di Michael Ancel nasce questo bizzarro protagonista privo di arti, capace di lanciare i suoi pugni e volare roteando i suoi capelli. La sua carriera inizia nel 1995, col videogioco omonimo, nell’era Playstation, in cui i platform erano ancora uno dei generi principe del mercato, e la Ubisoft si inserì nella lotta tra mascotte con il suo titolo. Rayman infatti ha molte caratteristiche tipiche per i platform del tempo, come la graduale acquisizione dei poteri battendo boss e superando livelli, o la possibilità di salvare solo in specifici punti della mappa: partite con un’ eroe che non sa manco aggrapparsi agli appigli, e finirete per vederlo volare coi capelli.
Ovviamente fu convertito per altre console a CD (il Saturn, il Jaguar) e PC del tempo, per Game Boy Color (mi regalarono questa versione parecchio tempo fa, ma ormai è persa chissàdove ç_ç) ed Advance, e recentemente è disponibile come classico PS1 sul Playstation Store. La versione che ho giocato è quella Game Boy Advance, che dovrebbe essere leggermente più facile e dovrebbe avere qualche livello in meno; beh, più che altro hanno allungato di un punto la barra della salute, ma il gioco non è facile, i Kirby sono facili, gli Ape Escape sono facili, il primo Rayman no. La curva di difficoltà è molto ben calibrata, il gioco vi “allena” bene che quasi non si notano gli aumenti di difficoltà.
Il gameplay è molto semplice, come ogni platform che si rispetti: l’obiettivo è attraversare i livelli senza perdere le vite raccolte, e senza finire i limitati “continua” a vostra disposizione, utilizzando i poteri che vi saranno donati via via dalla fata Betulla per liberare gli Electrons e sconfiggere Mr. Dark, il cattivo della situazione, colpevole di aver rubato il Great Protoon, essenziale per l’ equilibrio del mondo di Rayman.
Il level design è classico, ma non senso “la solita roba”, nel senso “la solita roba, tra foreste, montagne, ghiacciai, fatta molto bene, più scenari originali”, ed in ogni caso, l’ immaginazione impiegata è di ottimo livello, con mondi a tema artistico in cui saltare su gomme da cancellare elastiche, fare attenzione alle letali puntine da disegno, od alle scivolose pozze d’inchiostro, rimbalzare su penne da scrivere, per fare qualche esempio. Il tutto ha un che di innocente, cosa che mi porta ad un’altro punto, cioè il design dei personaggi: sia gli amici che i nemici di Rayman non hanno arti, ma deambulano con scarpe slegate al corpo, testa slegata dal torso, etc. etc., e potete notare dall’ immagine sopra come nel primo episodio la Ubisoft avesse scelto un design “child friendly”, per ovvie scelte di marketing. Da Rayman 2 in poi, hanno reso il personaggio meno infantile allo sguardo, e più in tono con le altre mascotte come Crash Bandicoot e Spyro.
Sebbene il gioco si presenti come un gioco ANCHE per bambini, all’apparenza facile, la curva di difficoltà incomincia ad ingranare parecchio già verso il terzo mondo, richiedendo al giocatore una maggiore velocità di reazioni agli eventi, e anche un pizzico di coraggio nel rischiare un pò, il che spesso è indispensabile per trovare vite extra, power up, o le gabbie degli Electrons, nascoste in ogni livello.
Che altro dire? L’originale Rayman ha sorprendentemente retto bene la prova del tempo, ed ironicamente, nella suo stile classico, rimane uno dei platform più ispirati dell’ era, in cui la maggior parte delle produzioni, (anche i successivi Rayman) seguiva le orme di Super Mario 64, il gioco che ha praticamente inventato il concetto e stabilito come si fa un platform 3D. Rayman 2 e 3 (sopratutto il 3) sono dei buoni videogames, ma personalmente tendo a preferire l’ originale, ritengo abbia una personalità più forte, e generalmente preferisco il 2D nei platform.
Ma opinioni personali a parte, se volete scoprire le origini de L’ Uomo Raggio (mai capito perché sto nome, ma amen) in preparazione al suo ritorno questo novembre, consiglio di comprarlo dal Playstation Store, è sui 5 euro, una scelta decisamente più economica rispetto alla ricerca del porting per GBA o della versione originale Playstation. Check it out!
Dylan Dog – 1
L’Alba dei Morti Viventi
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)
Credeteci o no, questo 2011 è davvero ricco di compleanni, tra questi figura anche e proprio questo Dylan Dog di cui vi vado a parlare oggi.
Creato da Tiziano Sclavi nel 1986, e pubblicato per la prima volta da Sergio Bonelli il 29 Settembre dello stesso anno, Dylan merita di stare nell’olimpo dei personaggi e delle sage che quest’anno compiono 25 anni! Questo, più la recente dipartita di Bonelli di cui vi ho accennato nello scorso numero, mi hanno fatto tornare la voglia di leggere i fumetti di Dylan Dog e magari di completarne la collezione! Non prendetemi sulla parola su quest’ultima cosa, sono ormai molto più di 400 i numeri di Dylan Dog usciti (tra la serie regolare, 301 numeri, e tutti gli speciali, s’intende), ma…farò del mio meglio! =)
L’Alba dei Morti Viventi è quindi il primo episodio (non in ordine cronologico, no miei cari, sarebbe troppo facile!) in cui assistiamo alle eroiche gesta di Dylan Dog, investigatore privato che si è autodichiarato “Indagatore dell’Incubo” e all’inizio delle vicende di questo numero è già conosciuto dalla diffamante stampa Londinese, città nella quale abita al numero 7 di Craven Road. A chiedere aiuto è Sybil Browning, donna sospettata di aver ucciso il proprio marito (seppure per legittima difesa), ma che afferma che al momento del suo fatale colpo in testa con una forbice, suo marito era già morto. Dylan decide di investigare a riguardo e scopre che John Browning, marito di Sybil, lavorava con tale Dottor Xabaras (anagramma di Abraxas), di cui Dylan aveva sentito parlare dal padre. Il gruppo (Dylan, Sybill e l’inseparabile assistente di Dylan, Groucho) decide quindi di partire verso la cittadina di Undead (un nome, un programma) in Scozia, ma incontrano già nel treno Xabaras, che da a Dylan la sua versione dei fatti: il Dottor Browning stava male, soffriva di stress ed era diventato violento. Da qui la sua cacciata dal laboratorio che i due condividevano. Dylan finge di credere alla sua storia per tornare a Londra, ma in realtà prosegue il suo viaggio a Undead (anche in biciletta) fino ad arrivare, dopo aver attraversato la cittadina deserta, alla Mansione che il Dottore ha lì!
L’Investigatore, in avanscoperta, cerca di penetrare la casa, ma viene scoperto da Xabaras, che gli spiega il suo piano di voler sconfiggere la morte con questo virus che trasforma gli esseri umani in Zombie. Confessa di essere al primo stadio di un lungo lavoro che lo ha portato da essere il primo Necromante a essere il primo praticante di Voodoo fino a quel punto lì, svelando in questo modo di essere in realtà immortale (difatti afferma che già il padre e prima di lui il nonno di Dylan hanno provato a combatterlo, apparentemente invano). Comunque sia, Xabaras tenta quindi con uno dei suoi zombie di uccidere Dylan, che però scappa dalla villa e riunitosi con Sybill e Groucho, tenta una fuga da Undead. La cosa si mette male però quando si scopre che tutto il villaggio è popolato da Morti Viventi, che obbedendo agli ordini di Xabaras li catturano. La Nemesi di Dylan tenta quindi di trasformare anche i tre in Zombie, ma l’Indagatore riesce a ingannare l’immortale con un falso bluff, che provoca lo scoppio di una bomba. Questa infiamma il laboratorio di Xabaras, e mentre Dylan, Sybill e Groucho si riescono a mettere in salvo, scoppia anche un gigantesco serbatoio di kerosene usato dall’immortale nei suoi esperimenti. La mansione va in fiamme e gli zombie smettono di inseguire il gruppo del signor Dog, che così riesce a fuggire a Londra, con Xabaras apparentemente morto nell’incendio.

Il Dottor Xabaras sta per dare a Groucho, Dylan Dog e Sybil la sua letale iniezione!
E’ sempre un pò difficile recensire un numero uno di una serie così famosa come Dylan Dog. Da un lato, si è di fronte a un numero storico, un classico, un mostro sacro da adorare e celebrare, dall’altro siamo di fronte a un personaggio che ha subito 25 anni di evoluzioni, di storie accattivanti e fantastiche e di racconti che, a mio parere, superano di gran lunga questo.
Ciononostante L’Alba dei Morti Viventi il suo fascino ce l’ha; il solo fatto che la prima storia di Dylan Dog si concentri sugli zombie, una delle creature horror più compariscenti di sempre, la dice lunga sui toni che il fumetto vuole esprimre. Difatti le scene sono molto macabre e oscure, il disegno è molto buono e sottolinea con precisione i tratti anatomici di umani e non-morti, ritraendoli con una dinamicità davvero al di fuore del tempo. I personaggi principali, da Dylan a Groucho, da Xabaras a quelle cinque scenette in cui compare l’Ispettore Bloch, sono già caratterizzati con una decisione spaventosa, Angelo Stano sapeva esattamente cosa voleva Sclavi e lo ha disegnato quasi 1:1 dal cervello dell’ideatore del fumetto. La storia di per se poi è abbastanza interessante, e anche se non c’è mai molto mistero su cosa stia accadendo e su chi sia il cattivone dell’albo (d’altronde Xabaras è abbastanza palese come Nemesi di Dylan sin dal numero uno), si svolge davanti ai nostri occhi con una fluidità mozzafiato.
In breve: un albo davvero storico, godibile ora come 25 anni fa! Viva Dylan Dog!
Grouchata dell’Albo: “Sapete che le donne vanno pazze per me? L’altra notte una ragazza ha bussato per ore alla mia porta, ma io non l’ho lasciata uscire.”
Voto Personale: 8/10
Sogni e fotografie
(A cura di Dunther)
Nel mio articolo sull’Humble Frozen Synapse Bundle descrivevo TRAUMA come “una sorta di avventura grafica di cui non ho sentito parlare benissimo, ma che però pare abbia comunque una trama/atmosfera unica e meritevole”. Poiché tra le più comuni lamentele lette al riguardo c’era il fatto che durasse pochissimo, qualche ora al massimo, ho deciso di dedicargli una delle mie recenti serate, per toglierlo di mezzo ed avere un parere più preciso.
C’è da dire che sono un po’ partito prevenuto dalle recensioni non proprio lusinghiere (leggasi: media del 6), ma dopo la prova diretta mi sono visto costretto a dargli in gran parte ragione; andiamo per ordine comunque.
TRAUMA è un gioco in flash, anche se più che gioco andrebbe definito “storia interattiva”. La trama parla di una donna che, in seguito ad un incidente stradale, è in ospedale in attesa di riprendersi, e ci viene narrata, nelle sessioni non interattive, perlopiù con dei filmati live-action.
Dopo il filmato introduttivo, ci troveremo di fronte un menu con quattro “episodi” tra cui scegliere. Essi sono i sogni che andremo a vivere, e i quali dovremo portare a termine. C’è un obiettivo ben preciso in ogni sogno, più tre finali alternativi; oltre a questo, sono disseminate nove fotografie da raccogliere. Tali fotografie ritraggono delle azioni che possiamo eseguire (ad esempio, disegnare una linea verso il basso col mouse per fare lo zoom indietro), frammenti degli altri sogni con un indizio su cosa fare in quella determinata parte, o semplicemente minimi supplementi narrativi. Visti tutti i finali in un episodio attiveremo una sorta di sesto senso che ci permetterà di sapere quanto sono vicine le foto che ci mancano.
La premessa è senza dubbio interessante, ed è lecito aspettarsi un gioco molto psicologico e surreale.
L’impostazione del gameplay ricorda Myst, offrendoci quindi poco più di fotografie tra le quali navigare, mentre le interazioni con l’ambiente avverranno tramite disegni che effettueremo col nostro puntatore nei momenti più opportuni; tali disegni ci verranno suggeriti nelle vicinanze di dove sono necessari.
Parlare di puzzle o enigmi è infatti esagerato, poiché non solo il portare a termine ogni sogno non offre alcuna sfida, ma anche il puntare al 100% (tutti i finali e tutte le foto) richiede semplicemente un po’ di tempo in più e nient’altro.
In definitiva, il nostro traumatico viaggio non richiederà di fornire energia ai nostri neuroni, e oltretutto difficilmente durerà più di un’ora.
Dal punto di vista tecnico, TRAUMA riesce nel suo intento di creare un’atmosfera decisamente onirica, e le foto sono di ottima fattura, per quanto non di qualità eccelsa; la musica rimane un sottofondo che difficilmente ricorderemo, ma contribuisce all’esperienza.Il vero problema di questo prodotto non è tanto la limitata componente videoludica, o la longevità minima, ma il fatto che la trama, nel suo essere ambiziosa, non sia niente di particolarmente profondo, e la sensazione una volta arrivati alla fine, è che fondamentalmente non porta da nessuna parte.
Il prezzo a cui viene venduto è di 5€, ma in realtà è possibile giocarci tranquillamente dal sito ufficiale; difatti, le uniche differenze tra la versione online e quella a pagamento, consistono semplicemente in una qualità dell’immagine superiore e caricamenti più rapidi, ed il senso dell’acquisto va perlopiù inteso come una donazione all’autore.
Tuttavia, anche preso come esperimento artistico gratuito e non videoludico, non ritengo TRAUMA granché soddisfacente. D’altro canto, essendo così breve, può valer la pena considerare di farcisi un giro, e sono sicuro che, per la gioia del suo creatore, non siano in pochi ad averlo fatto dopo la sua inclusione come bonus nell’Humble Frozen Synapse Bundle.
Spider-Man Collection 19
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)
Mentre da questo lato dello schermo si cerca di fare di tutto per recuperare (tramite eBay) un pò di numeri arretrati della serie regolare dell’Uomo Ragno, non si viene a meno alla lettura vera e propria delle storie Ragnesche. Anche questa settimana ci addentriamo nei tardi anni ’60 per vedere come se la passano Peter Parker e combriccola!
- Wings in the Night! da Amazing Spider-Man 63del 8/68: in cui scopriamo che l’Avvoltoio originale non era morto in Spider-Man Collection 13 (come inizialmente sembrava) ma non solo è ancora vivo e vegeto, ma è anche in libertà e con un nuovo costume volante. Spidey intanto volteggiando sotto la pioggia si fa male il braccio, e non poteva essere un momento peggiore, visto che l’Avvoltoio libera anche Blackie Drago, l’altro Avvoltoio, per combatterlo e dimostrare pubblicamente di essere il migliore dei due. I due scatenano il caos e mettono in pericolo dei civili con la loro lotta, quindi Pete si sente constretto a intervenire, ma la cosa si mette male quando il suo braccio smette di collaborare e l’Avvoltoio sconfigge Blackie Drago, per concentrarsi solo sulla sua vecchia nemesi.
- The Vulture’s Prey da Amazing Spider-Man 64del 9/68: in questo numero la battaglia tra l’Avvoltoio e Spidey continua sul tetto del Daily Bugle, che viene parzialmente distrutto dalla lotta. Spidey fa in tempo a salvare Robertson e Jameson appostati lì, ma questo gli costa caro e la lotta con l’Avvoltoio si mette male al punto che, tra il braccio dolente e le botte ricevuto dall’avversario volante, Spidey cade dal Bugle e fa a mala pena in tempo a fermare la sua caduta con un cuscino di tela. Una volta a terra Spidey riesce a mettere fuori uso il congegno che permette all’Avvoltoio di volare, ma nonostante la fuga della sua nemesi, Spidey crolla svenuto per la stanchezza.
- The Impossible Escape! da Amazing Spider-Man 65del 10/68: in questo numero la folla intorno al Bugle vuole smascherare Spidey, svenuto dalla sua lotta nello scorso albo, ma è la polizia di NYC e il capitano George Stacy a fermare tutti e portare Spidey nell’infermieria della Prigione della polizia di New York. Lì cerca di riposarsi per far curare il braccio e la stanchezza, ma alcuni delinquenti riescono a fuggire dalle loro celle e prendono come ostaggio George Stacy per comprarsi la libertà in questo modo. Spidey, che vuole salvare la situazione, finge di unirsi a loro per aiutarli a scappare; per questo toglie corrente all’edificio e fa fuori al buio i fuggiaschi colpendoli a uno ad uno. Infine libera George Stacy e s’incammina per la via di casa.
- The Madness of Mysterio! da Amazing Spider-Man 66 del 11/68: questo numero è alquanto particolare, il motivo di questo lo spiegherò parlandovi di Spider-Man Collection 20 (pazientate una settimana!). Mysterio, dopo l’ultima sconfitta subita da Spidey in Team-Up con la Torcia Umana, decide di schiacciare una volte per tutte la sua nemesi. Per questo attira prima la sua attenzione (e, per quello, quella di tutti i cittadini di NYC), minacciando di distruggere tutta la città con i suoi poteri “magici”. Chiede all’Uomo Ragno di incontrarlo nel luogo del loro primo scontro! Zia May, vedendo le immagini spaventose alla TV, ha un altro collasso, ma Pete decide di andare a sfidare Mysterio nonostante tutto (lasciando la zia alle cura di Anna Watson) e raggiunge Quentin Beck per combatterlo. Lì Mysterio gli mostra un modellino di un Luna Park, dicendo che sarà la sua tomba; i due continuano a combattere, fino a quando, Spidey, disorientato, viene colpito da uno strano raggio sparato da un cannone piazzato vicino il modellino citato poc’anzi. Spidey si sente strano e sviene, e quando rinviene si ritrova in un Luna Park con un Mysterio gigante che troneggia su di lui e minaccia di schiacciarlo!

La Copertina Originale di Amazing Spider-Man 66
Molte le cose secondarie che succedono in questi quattro numeri, e non sono di poca importanza.
Da un lato, Harry continua a preoccuparsi per il padre, che ha sempre più crisi nervose (a causa delle perenni immagini di Goblin e Spider-Man che lo tormentano) e a un certo punto scompare proprio. In ASM 66 scopriamo, poi, che ha ricordato di essere Goblin (ma non ricorda ancora che Peter Parker è Spider-Man) e si è trincerato nei Laboratori Osborn, sfruttando un ingresso segreto che solo lui come Goblin poteva sfruttare.
Contemporaneamente, Gwen, disperata per il fatto che Pete abbia tradito la sua fiducia e quella del padre, è incredibilmente sollevata quando scopre dal padre la verità, ovvero che Pete stava cercando di aiutare George Stacy quando era sotto influenza del piano Lavacervelli del Kingpin, e non lo aveva semplicemenge attaccato. E’ quindi immensamente preoccupata quando la battaglia sul tetto del Daily Bugle mette in pericolo la vita di Peter, e chiama ripetutamente il padre per sapere se c’erano tracce del suo compagno di università. Quando, dopo tutte le vicende successe nella prigione della polizia di NYC, Pete cammina sulle strade di New York, Gwen lo incontra e si butta nelle sue braccia e i due finalmente confessano il loro vicendevole amore. I due, dimentichi, escono assieme e si godono la prima uscita di coppia.
Tra le altre cose che succedono, vediamo come Joe Robertson e George Stacy iniziano a investigare insieme sull’Uomo Ragno, entrambi come suoi stimatori, ma entrambi curiosi sul sapere chi sia e cosa lo spinge a fare le gesta eroiche che fa. Inoltre, entrambi nutrono il sospetto che sia qualcuno che conoscono nella vita reale, soprattutto dopo che Spidey ha aiutato Robertson sul tetto del Bugle urlando il suo nome, e salvato George Stacy alla stessa maniera nella prigione. Mary Jane torna festaiola come sempre e con una pettinatura corta nuova di zecca (che personalmente non mi piace affatto) cerca di tirare su sia una zia May preoccupata per Peter, sia un Harry funerario in giro per la città, ma senza riuscire in alcuna delle due cose.
Inoltre Flash scrive una lettera a tutti dal Vietnam e J. Jonah Jameson dice di non voler più rivedere Parker nei suoi uffici dopo la sua “fuga” dal tetto durante la lotta tra i due Avvoltoi.
Che dire di questo albo? L’universo dell’Uomo Ragno finalmente ha un cast ricco di personaggi diversi e diversificati, la continuity inizia ad essere incredibilmente ricca di avversari vecchi che tornano di continuo per vendicarsi del caro vecchio Peter che ha non pochi problemi di suo causati dalla sua doppia identità. Il rapporto con Gwen migliora decisamente, ma per quanto provi a stare accanto ad Harry come amico, le sue assenze di fanno pesanti. Norman Osborn, dopo mesi di crisi nervose, depressioni e cali d’umore, torna nei suoi vesti di Goblin (il come e il perchè lo vedremo nel prossimo numero) e George Stacy e Robertson diventano sostenitori numero uno del ragno in assenza di Flash Thompson. I disegni sono più belli che in precedenza, il pathos è tanto e il ritmo dei racconti diventa più entusiasmante.
Voto Personale: 8/10
E anche per questa settimana è tutto, commentate, rimaneteci fedeli e consigliateci in giro! =)
12 ottobre 2011 alle 13:06
E sia, il 14 ottobre tutti al cinema! Mi hai incuriosita abbastanza, Celey.. e poi Orlando Bloom che fa il cattivone.. come posso perdermelo 😀
Dunther nominando Myst mi hai fatto tornare indietro di secoli! E pensare che allora quella atmosfera onirica mi aveva dato sui nervi, tant’è che abbandonai il gioco senza pietà. Se questo Trauma impiega una serata senza impegno, quasi quasi vado a fare un giro sul sito ufficiale..
15 ottobre 2011 alle 22:20
Io con Myst ho pochissima esperienza, Cele invece credo ne sia esperto 😀 ne ha parlato un po’ diversi articoli fa. Trauma è un’esperienza di un’ora circa, un’ora che non considero del tutto buttata nel cesso proprio perché…è solo un’ora.
2 novembre 2011 alle 13:02
Myst se vuoi ti aiuto io a finirlo! =) E’ davvero un bel gioco! =)
15 ottobre 2011 alle 22:19
-Nerd Rock ♪
Di questo film ho sentito pareri discordanti, chi lo bolla come “filmetto per adolescenti con qualche effetto sonoro da videogioco giusto per renderlo più nerd” e chi invece mi ha detto “è un film come nessun altro, vale la pena vederlo anche solo per questo”. In ogni caso mi incuriosisce e mi piacerebbe vederlo prima o poi, e magari leggerne il fumetto (visto che mi hai appena illuminato al riguardo 😀 non sapevo esistesse).
Ah a proposito, so che il videogioco è venuto bene.
-Le Origini della melanzana disarticolata
Guardando i trailer di Origins, di recente mi è venuta voglia di giocare l’originale Rayman, che da piccolo avevo per PC, ma non riuscivo a finire.
Purtroppo però, il mio parere sul gioco è peggiorato notevolmente rigiocandoci in età adulta (per la precisione, con la versione PSOne Classic); per il me di allora, la difficoltà era decisamente troppa, ma anche oggi posso riconfermare che fosse tutt’altro che un gioco facile. In particolare, alcune scelte di design un po’ infelici rovinano in parte l’esperienza; lasciamo stare il fatto che le varie gabbie sparse per i livelli non sono un extra, poiché è necessario averle prese tutte per fronteggiare il livello finale; alcuni livelli non mi sono piaciuti affatto, e la fisica dei salti diventa un po’ assurda quando scivoli. Oltre a questo, il fatto di avere sia vite che continue limitati non ha alcun senso, in quanto se muori ad un checkpoint, perdi una vita e riprendi da lì, ma se finisci le vite e usi un continue…riprendi da lì uguale. A questo aggiungiamoci che il gioco SALVA i continue usati, cosa che mi ha costretto ad un certo punto a fare in continuazione i vecchi livelli per prendere “monetine” e accumulare un quantitativo decente di vite, cosa che avrà tristemente occupato almeno un terzo del mio gameplay. L’unica cosa che ho trovato ben bilanciata come difficoltà sono stati i boss.
C’è da dire che comunque come grafica, animazioni, e colonna sonora, il gioco è ancora una meraviglia.
-Dylan Dog – 1
L’Alba dei Morti Viventi
Poco da aggiungere qui, come sai non sono un gran lettore, ma Dylan Dog l’ho sempre trovato interessante, nelle diverse occasioni in cui mi è capitato di leggerne una copia non mia.
2 novembre 2011 alle 13:06
L’articolo su Scott Pilgrim mi ha fatto venire voglia sia di giocare al gioco su X360/PS3, che di vedermi il film! Sembra una figata paurosa! =D
Anche io, con l’avvicinarsi di New Rayman Origins Bros., ho interesse a ripercorrere la serie a partire dal primo capitolo. Sono sempre stato interessato alla saga, ma nonostante Rayman 2 su N64 e Rayman 3 su GCN fossero ottimi giochi, il primo che ho provato è stato Rayman: Raving Rabbids…che era carino, ma…nulla più!
2 novembre 2011 alle 15:52
La serie dei Rabbids non conta, si discosta troppo dalle origini. Però i trailer fanno scassare!
11 marzo 2013 alle 11:29
Ho da poco iniziato a leggere Dylan Dog con la Collezione Storica a Colori e mi sta prendendo molto. Ho sempre voluto iniziare a leggere un fumetto italiano e, dato che DD mi ha sempre affascinato, eccomi che lo inizio con questa grande opportunità offertami dalla Repubblica!
Ti commento velocemente il primo episodio, L’Alba dei Morti Viventi:
– inizio col botto, mi è piaciuto molto, si fa la conoscenza di questo bizzarro indagatore e del suo fido compare Groucho (a proposito, voi come lo pronunciate sto nome?). Io adoro gli zombie, quindi l’episodio mi è particolarmente piaciuto, anche per come hanno trattato la tematica, per niente banale e scontato. Il finale è stato un po’ tragicomico (tra lo spiegone con il cattivo che non smetteva più di parlare ed il bluff del protagonista), ma tutto sommato ok!
11 marzo 2013 alle 17:03
Da quel che so io la pronuncia ufficiale è “Grucio”, e nel fan film di Dylan Dog viene chiamato proprio così! =)
A tal proposito, appena avrò la possibilità mi vedrò il film ufficiale di Dylan Dog (già recensito da WiseYuri sul Weakly Hobbyt 11) , e in seguito quello fan-made per un buon confronto! =)
Il primo numero non è male, magari un pò invecchiato, ma come già dissi nella recensione, setta bene lo stage di tutte le future avventure e inventa il personaggio e il cast principale, tutta roba da non sottovalutare!