Bentornati sulle pagine del nostro settimanale, dopo la pletora di articoli di Domenica scorsa non potevamo di certo eguagliarla in numero, ma ce l’abbiamo messa tutta comunque! Mentre da ste parti il sole splende caldo e il vento soffia freddo, creando una strana temperatura ambientale che va dai 20 gradi dietro una finestra ai -80 fuori, lì in Italia succede il solito ambaradan che, forse, non è neanche il caso commentare.
Venite con noi quindi e passatela con le seguenti letture:
- Spider-Man Collection 20
- Tista
- Black★Rock Shooter
- Thor
- Puzzle Quest: Challange of the Warlords
- The Fast and the Furious
Spider-Man Collection 20
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)
Come Spider-Man Collection 10, anche Spider-Man Collection 20 è un numero storico per via della grande presenza di Goblin. Non perdiamoci in chiacchiere, passiamo subito ai contenuti dell’albo:
- To Squash a Spider! da Amazing Spider-Man 67del 12/68: qui si riprende la narrazione da Spider-Man Collection 19, con Spidey intrappolato in una versione giocattolo di un Luna Park, apparentemente rimpicciolito da Mysterio con uno strano raggio laser. Il signore delle Illusioni prova ad attaccare Spidey senza dargli tregua, ma infine ha bisogno di un momento di pausa, nel quale a Spidey viene il sospetto di non essere davvero stato rimpicciolito. Frattanto May Parker ha un altro attacco di shock, e Joe Robertson chiama George Stacy per avere novità sull’Uomo Ragno, solo per venire disturbato qualche attimo dopo dal figlio Randy, appena iscrittosi all’ESU. Spidey, intanto, ormai convinto che sia tutta una farsa, va in cerca di Mysterio all’interno del Luna Park e lo trova, alto esattamente quanto lui, per prederlo quindi a pugni, catturarlo e bruciare il suo equipaggiamento. Di ritorno nel mondo normale, passa da sopra una rivolta studentesca all’ESU.
- The Spider-Man Saga da Spectacular Spider-Man 2del 11/68: breve Pin-Up di una pagina, riracconta per l’ennesima volta le origini di Spidey, la morte di Zio Ben e come Peter Parker decise di diventare un vigilantes mascherato.
- Goblin lives! da Spectacular Spider-Man 2 del 11/68: storia davvero epica in cui assistiamo come i continui malesseri di Norman Osborn si concludono con lui che, durante un collasso e conseguente ricovero in ospedale, ricorda di essere Goblin (e di conseguenza, dopo poco, anche la vera identità dell’Uomo Ragno). Peter, nonostante nutra sospetti a riguardo, purtroppo in abiliti civili è inerme di fronte ai fatti che gli stanno succedendo intorno. Dopo alcune pagine spese a rinarrare quanto accaduto in Spider-Man Collection 10, si passa all’azione, con un Norman Osborn tornato dalla sua scomparsa (narrata negli eventi di Amazing Spider-Man durante e prima della saga di Mysterio) e voglioso di vendicarsi su Peter Parler, aka Spidey! Per questo organizza una festa in cui invita oltre al figlio ed MJ, anche Peter e Gwen. Pete non può rifiutare, per non destare sospetti, e quella sera porta Gwen a casa Osborn. Lì Norman inizia a dare i numeri, rivelando quasi le loro rispettive identità davanti a tutti. Pete stacca la serata chiedendo di chiamare la zia, mentre nel salone i rimanenti ospiti ballano, e nonostante la sorveglianza di Osborn, crea un diversivo otturando il camino con pellicole fotografiche e ragnatele. Il fumo che invade la casa viene preso per incendio e tutti fuggono dall’appartamento. Osborn è arrabbiatissimo, Pete sollevati, ed entrambi si cambiano nei loro alterego per iniziare una lotta mortale nei dintorni della casa di zia May. L’arma più letale di Osborn, oltre ad uno sperone nel suo nuovo aliante, è una zucca psichedelica, capace di suggestionare chi ne viene colpito. Peter deve affrontare i suoi peggiori incubi nella sua mente, ma con grosso stupore di Goblin, riesce a superarli. Dopo un’altra scazzottata è Pete a rubare la “Borsa dei Trucchi” a Goblin ed usare la Zucca Psichedelica contro di lui. Norman Osborn non ha una mente stabile come quella di Peter Parker, e il ragazzo riesce a ipnotizzarlo e a fargli credere di odiare sia Goblin che l’Uomo Ragno al punto che lo disgustano. Questa specie di ipnosi crea di nuovo un’amnesia in Norman Osborn, che ancora una volta dimentica la vera identità del suo nemico. Dopo questo, l’industrialista sviene e Pete lo riporta in ospedale, raccontando a tutti di come lo ha trovato inconscio dopo il falso incendio. A fine numero, il giovane lascia Harry a vegliare sul padre, mentre finisce per uscire con Gwen ed MJ.

La Copertina originale di Amazing Spider-Man 67
Non vorrei ripetermi più di tanto, ma quest’albo è davvero particolare. E non solo per l’epicità della storia principale narratavi. Parte di esso, infatti, si svolge prima della saga in cui Spidey combatte Mysterio, parte dopo. In particolare, tutta la parte in cui Norman ha il collasso e fugge dall’ospedale si svolge prima di quella storia, e il resto, dai suoi pedinamenti come Goblin al suo ritorno da Norman Osborn, si svolgono dopo che Quentin Beck è di nuovo in galera.
Non è la prima volta che storie Marvel si svolgono in intrecci cronologici di svariata complessità, ma questa è la prima volta che è così evidente e in una storia così importante. Se si viene a sapere di questo complesso avvicendarsi delle trame, non è difficile seguirle, e per fortuna Massimo “Metodico Max” Brighel segnala spesso in maniera eccellente la precisa posizione cronologica dei raccongti ragneschi. Ma per chi non ha queste indicazioni, è ardua cogliere tutti gli indizi sul quando di un’avventura o dell’altra.
Comunque sia, la storia con Mysterio finisce in maniera discreta, sicuramente non delude le aspettative di chi già dal numero scorso aveva intuito che era tutta una farsa quella di “Spidey alto 15 centimetri”. La storia con Goblin invece è veramente ricca di bellissimi momenti, e mi ricordo anche una puntata della serie animata dell’Uomo Ragno (quella datata 1994) che riprende la trama di questo numero per filo e per segno. Davvero spettacolare.
L’unica cosa che mi lascia un pò perplesso è che Norman riesca di nuovo a soffrire di amnesia selettiva, che gli fa dimenticare dell’Uomo Ragno e della sua identità segreta. Una prima amnesia era okay, la seconda è già meno credibile. Sicuramente la Zucca Psichedelica è un’arma davvero potente, Spidey si salva dai suoi effetti devastanti solo grazie alla sua mente forte e alla sua “forza di ragno” (altra cagata, visto che mille volte in passato ha creduto di impazzire e la forza di ragno di certo non è psichica), e la mente non di certo sana di Norman Osborn sono due motivi per rendere l’amnesia più credibile, ma la Marvel non può sempre e solo fare ricorso a questi strani espedienti. Vedremo come andranno a finire i futuri scontri con protagonista Goblin, che, lo sappiamo tutti, torneranno ad esserci. Per ora accontentiamoci di una storia epica che finisce in maniera un pò troppo banale.
Voto Personale: 8,5/10
Tista
(A Cura di Fall)
Ben ritrovati! In questi giorni ho cominciato a leggere “Tista”, opera di Tetsuya Endo, giovane mangaka che ha collaborato come assistant director al magnifico film d’animazione “Tonari no Totoro” (il gattone con problemi di peso che tutti gli otaku amano).
La protagonista della serie è Tista Lone, un piccola ragazzina cresciuta in un convento di New York. In nome di Dio, Tista imbraccia il suo fucile, e a 700 yarde di distanza centra il suo obiettivo, implacabile. E’ un cecchino perfetto! Prende ordini da un uomo chiamato “Padre”, che le parla delle sue missione attraverso la grata di un confessionale. Quando è in missione i suoi occhi si trasformano, un mirino prende il posto della pupilla. Quando il bersaglio è ormai a terra esanime, Tista recita il mea culpa. Tornata a casa la solitudine si sente, sotto la doccia si ritrova a pensare come sarebbe la sua vita senza questo peso. Ma lei non ha scelta, lei è Sorella Militia – così è chiamata da tutti ormai, la polizia sa bene della sua esistenza e fa di tutto per acciuffarla.
“La solitudine che attanaglia il suo cuore di ghiaccio, da cui non può scappare.”
Nel primo volume Tista affronta degli spacciatori che attraverso una mostra d’arte vogliono nascondere e spedire della droga, utilizzando le opere come “cavallo di troia”. In quest’episodio Tista conosce Arty Drawer, un giovane artista coinvolto nella mostra -assolutamente inconsapevole del secondo fine della stessa. Tista si ritrova così, ad affezionarsi per la prima volta ad una persona, un amico (o di più?) che si preoccupa per lei, come non era mai successo. Sa bene però che avvicinarsi così tanto a qualcuno, la rende debole. E come le ripeteva sempre un prete da piccola la debolezza la rende vulnerabile, vulnerabile a Satana.
“La debolezza è una colpa. Quando si è deboli si cade in tentazione, nelle mani del diavolo. Temi la debolezza, odia il diavolo.”
La ragazza quindi fa di tutto per sparire, in modo che Arty non la possa più rintracciare. Nei numeri seguenti Arty farà di tutto per ritrovare Tista, di cui si sta innamorando. Tista da parte sua, avrà dei problemi con i suoi occhi speciali (ma che potere hanno? come li ha avuti?? voglio sapere!!) quindi sarà costretta ad appendere la pistola al chiodo per un periodo e si prenderà un riposo forzato al convento. Il riposo però non potrà essere coì lungo, di gente cattiva da punire ce n’è, e l’organizzazione non può fermarsi.. Che la vogliano sostituire?
I disegni sono impeccabili, diretti e molto d’impatto. Le scene d’azione rendono benissimo! Adoro le parti introiettive, dove Tista combatte con se stessa, quando cerca di rifuggere al suo destino. L’autore riesce ad essere espressivo e toccante, disturbante al punto giusto.
Ho ormai letto 4 capitoli della serie e penso continuerò, sono curiosa di scoprire per chi lavora Tista e se finalmente avverrà un avvicinamento tra lei e Arty. E’ una lettura semplice e intrigante, la consiglio a tutti!
Nota bene. Tista è in realtà una miniserie, consta solamenente di nove capitoli. Che abbiano voluto chiudere la serie prima del tempo per problemi di “audience”? In rete non riesco a trovare una risposta.
Japanimation, A Capitalism Story
(A cura di Wise Yuri)
Se frequentate forum a tema videogames e/o anime, volenti o nolenti avrete sentito parlare di Vocaloid, o meglio della mascotte, Hatsune Miku, creata per rendere più popolare la versione 2 del programma di sintetizzazione musicale, perchè questo è Vocaloid, un software audio. Zob. Personalmente ne ho i boiler pieni di questo personaggio, ma recentemente un’opera stranamente collegata a Vocaloid ha catturato la mia attenzione, o meglio, scoprì su un sito di fansub che uscì un OVA (un gergo che sta per Original Video Animation, episodi o serie animate dirette al mercato home, senza fare la trafila televisione->DVD/Blu Ray) su questa Black Rock Shooter. Ma al tempo non me ne fregò niente.
Fu il recente annuncio di un videogame per PSP, Black Rock Shooter: The Game (che NIS America promette di portare anche in occidente) ad incuriosirmi, e cercai, trovandolo, quell’ OVA di cui parlavo poche righe fa. Per la cronaca, ho visto la versione sottotitolata dal gruppo italiano OpenSea Fansub.
Potrei anche raccontarvi cosa succede filo per segno, l’anime (almeno per quanto ne so) è composto da solo un’episodio lungo 50 minuti circa. Ma come sapete, non è nel mio stile fare così, per cui vi descriverò a grandi linee cosa succede, senza spoiler di sorta.
Mato Kuroi è una ragazzina delle medie con dei capelli strani, ed il primo giorno di scuola fa amicizia con una ragazza, Yomi Takanashi, anch’essa dalla chioma bizzarra. Vediamo come diventano amiche, come frequentano due club sportivi diversi, e cazzabubbole adorabili come queste. L’episodio spesso transa dal mondo reale ad uno surreale, dallo stile vagamente gotico, in cui vediamo aggirarsi ed poi sfidarsi gli alter ego delle due ragazze, rispettivamente Black Rock Shooter quello di Mato, e…. una tizia con due corna ed una falce di cui non so il nome quello di Yomi. Nel mondo reale va tutto bene, fino a che Mato non viene spostata in un’altra classe e finisce per spendere meno tempo con Yomi, preferendole all’apparenza Yuu, manager del club di basketball (di cui Mato è parte) e sua attuale compagna di classe.
Mhhh…. onestamente mi farebbe piacere cosa cavolo ho visto, ma prima di giungere alle conclusioni, esaminiamo un’attimo il design del personaggio di Black Rock Shooter, e poi analizziamo il resto. Il mantello e la cintura mi ricordano un pò il design dei vecchi supereroi, il braccio con una mitragliatrice, le cicatrici sul corpo ed il bagliore blu ad un’occhio, non molto. Per il resto, è stata seguita una delle direttive base per fare la protagonista femminile di un’anime: il mostrare più carne possibile, per attirare lo spettatore maschio senza però strabordare nel pornografico. Poi, per carità, in ambito anime c’è molto di peggio, è un design più che accettabile, ma è comunque chiaro il perché di farle indossare un bikini ed un jeans a pantaloncino: a buon intenditore poche parole, e penso di aver detto più del necessario. -_-
Questo OVA è decisamente qualcosa di curioso, ma non nell’accezione buona della parola: i personaggi sono ben poco delineati ed infantili (beh, a questo riguardo le protagoniste sono ragazzine, in retrospettiva non c’era da aspettarsi granchè), le continue transizioni tra le due realtà stancano presto, il contenuto non è nulla di che, la morale di fondo è quella mielosa saittella sull’amicizia tipica degli shonen (tipo Naruto, One Piece) e il finale è ultrabarbarbone, poiché lascia intendere che ci sarà sicuramente un seguito. (che a quanto ne so non è mai avvenuto)
Non tutto è da buttare, per esempio gli scenari gotico-barocchi del mondo “deserto & desolato” sono belli, e le animazioni delle battaglie sono fluide e ben fatte. Inoltre, cosa strana per un’anime che ha combattimenti, Black Rock Shooter e la sua antagonista non parlano mentre combattono, e sinceramente ho apprezzato molto la cosa, visto che 5 volte su 6 in un’anime è obbligatorio raccontare la storia della tua vita mentre combatti contro qualcuno. Se combatti, combatti, non stai a recitare una parte teatrale, ma i personaggi degli anime sono maestri nel multitasking, e non perdono occasione di dimostrare che sono talmente bravi da poter sparare raggi laser dal sedere e parlare allo stesso tempo. Oddio, forse nulla di così estremo, ma avete capito. XD
Le battaglie sono un punto importante, in quanto dopo aver visto alcune immagini di questo OVA, mi immaginavo che ci sarebbe stata molta azione, ed invece no, visto che il focus dell’anime è sulla relazione tra Mato e Yomi. Un peccato, perché potevano fare un prodotto triviale, puntato all’azione senza troppi fronzoli o pippe pseudopsicologiche, ma ben fatto, ed invece no. Perché non so voi, ma l’unica morale che ho ricavato è questa: “non frequentate persone coi capelli strani, potrebbero trasformarsi in gelosi diavoli con una falce e due teschi esplosivi al suo comando, e cercare di uccidervi”. A parte un sottile razzismo contro gente coi capelli bizzarri, non so cos’altro ricavare da questo OVA. XD
Minchionerie a parte, questo è un prodotto mediocre, non è terribile, ma non vale la pena di guardarlo, se siete vagamente interessati al personaggio, consiglio di informarvi sul gioco per PSP in arrivo, che comunque non richiederà di aver visto questo anime one-shot, in quanto avrà un setting e storia completamente diversi, con Black Rock Shooter che viene risvegliata dal suo sonno per combattere una guerra del futuro. Continua a stupirmi la capacità dei giapponesi di creare serie animate, videogames, action figures e tonnellate di merchandise partendo da un cazzo di disegno. No, non sto scherzando, è davvero partito tutto dallo sketch di un personaggio simile a quello di Miku. É proprio vero che quando pensi di averle viste o sentite tutte, arrivano i giapponesi a schoccarti o sorprenderti in qualche modo. 🙂
Thor
(A cura di Celebandune Gwathelen)
Penultimo fumetto preso al Gratis Comic Tag 2011, questo Thor lo presi per l’ovvio hype intorno al film del Dio del Tuono. Pubblicato in America nell’albo Iron Man/Thor – Free Comic-Book Day del Maggio 2009, la storia, chiamata Fair Weather è un cross-over tra il protagonista titolare dell’albo e Tony “La verità è che io sono Iron Man” Stark. Svolgendosi dopo Civil War (ve ne parlerò a tempo debito, a grandi linee un evento Marvel che ha fatto lottare i super-eroi gli uni contro gli altri), i due non sono proprio in ottimi rapporti. Tuttavia, messi di fronte all’emergenza, mettono da parte le loro differenze e lotta insieme per la salvezza della terra (nulla di meno!). I problemi vengono da un’azienda di nome Luna, che avendo rubato tecnologia Stark, cerca di fare Terraforming sul nostro satellite naturale. Thor lo nota quando i suoi poteri sulla Terra vengono a meno nelle occasioni dello Tsunami in Thailandia e altre catastrofi naturali che nell’Universo Marvel non riesce a evitare nonostante i suoi poteri divini. Iron Man lo viene a sapere quando i dirigenti del Progetto Luna vengono da lui a chiedergli aiuto con la sua tecnologia. I due, convinti che quest’arma in mano di scienziati senza scrupoli non sia certo un bene, volano sulla Luna a far piazza pulita delle basi lunari dell’azienda. Infine intrappolano la giovane società lunare in un’astronave satellite di Stark, dove hanno abbastanza viveri per 25 anni e passa, e tornano ai propri affari (Thor a rimettere in sesto l’Australia alluvionata, Stark a ripulire la luna e rialzare la bandiera degli USA).
Il fumetto è niente male, e per quanto non di certo all’altezza di “Die Toten – Special”, si classifica tra i migliori che ho letto grazie a questa iniziativa. I disegni, di nessuno meno che John Romita Jr., sono splendidi, ed è molto bella e quasi poetica anche la sceneggiatura di Matt Fraction, in particolare la scena in cui Thor, dopo una lunga giornata di soccorsi in australia, volge il cielo al nostro satellite e dice “Mi parve di scorgere Nubi. Nubi intorno alla Luna.”
La storia stessa è corta, ma molto godibile, e credo lo sia anche senza conoscere tutto quello che sta accadendo nell’universo Marvel da Civil War in poi, essendo una storia più o meno slegata dalla continuity dell’Universo Marvel principale. Il fumetto è uscito anche in Italiano, mi ha detto mio fratello, ma non so di preciso in che albo, magari lui saprà dirci dove.
Voto Persoanle: 7,5/10
Allinea 3 et Orchi
(A cura di Wise Yuri)
Titolo: Puzzle Quest: Challenge Of The Warlords
Genere: Puzzle RPG
Piattaforme: Nintendo DS, PSP, Playstation 2, Wii, XBLA, PSN, Steam, PC, Mac
Versione giocata: Steam
Giocatori: 1-2 (Online)
Avete mai pensato di prendere Bejeweled (od un altro dei tremila puzzle “allinea 3 o più cose uguali per farle scomparire”) ed infilarlo in un frullatore assieme ad elementi da gioco di ruolo? Beh, personalmente no, ma esiste comunque un titolo genere, Puzzle Quest: Challenge Of The Warlords. Il titolo vi indica esattamente a cosa andate incontro: un’avventura ripiena di cavalieri e battaglie al sapore di puzzle.
La trama è esattamente quello che vi potete aspettare da un titolo fantasy: guerre tra regni, ordini di cavalieri, tribù di troll, necromanti, goblin, orchi, e cazzi e mazzi. Nulla di originale o particolare, ma nulla di terribile, ci si può passare sopra visto che la trama è poco più di un pretesto per le varie battaglie. Tra l’altro i dialoghi tra i vari personaggi sono meno banali del previsto, il che è un bene. Detto ciò, è ora di parlare del gameplay, senza altri preamboli.
Puzzle Quest, come già detto, è un curioso puzzle game con molti elementi tipici dei GDR. Avete a disposizione diverse missioni, principali e secondarie, e potete averne all’attivo fino a 4, che quasi sempre prevedono battaglie contro nemici di diverse tipi e foggia. Le battaglie sono quello che differenzia il gioco da un qualsiasi altro puzzle game o gioco di ruolo, e funzionano così: avete a disposizione una griglia con varie rune (o gemme, quello che sono) come in Bejeweled, e l’obiettivo non è allineare 3 o più rune per collezionarne un certo numero, ma sconfiggere il nemico riducendo i classici PV (Punti Vita). Per farlo è necessario allineare tre o più teschi, od utilizzare le magie offensive a disposizione del personaggio, ed ovviamente le magie richiedono il caro vecchio mana, di tre diversi tipi e colori, che si ottiene allineando le rune di cui parlavo prima. É possibile ottenere anche esperienza e denaro extra, allineando corrispettivamente stelle viola e monete.
Altre cose comune ai gdr è la possibilità di equipaggiare armi, armature e reliquie varie, dagli svariati effetti, e il personaggio (all’inizio potete selezionarne la classe tra 4 o 5 a disposizione, ma non la potrete cambiare una volta scelta) ha svariate statistiche, aumentabili con gli oggetti equipaggiati, o distribuendo i punti che ottenete di livello. Il tutorial vi spiega bene come funziona bene il tutto, ed ad ogni modo potete consultare le varie informazioni su voi e sui vostri nemici durante la battaglia, quindi potete farvi un quadro della situazione in ogni momento. L’intelligenza artificiale è meglio di quanto avevo previsto, a volte i nemici fanno delle cazzatelle, ma non sono affatto stupidi. le varie tracce musicali che accompagnano la vostra avventura fanno bene il loro lavoro, e non sono poche, ma potevano inserirne di più tra quelle che sentite durante la battaglia, spesso sentirete le solite due o tre tracce. Non che pesi, ma potevano curare un pizzico meglio questo aspetto.
Onestamente sono sorpreso di come siano riusciti a rinfrescare una formula di gioco vecchia come il cucco, ironicamente mixandola con un’altra formula di gioco classica (o stantia, fate voi): le battaglie sono divertenti e vi spingono a pianificare le vostre mosse, dando al classico “allinea 3” una componente strategica tutt’altro che sottile, ed il gioco via via che proseguite vi pone contro molti tipi di mostri ed avversari umani, ognuno con magie e caratteristiche diverse, ed anche di un tipo di mostro base ci sono parecchie varianti. Durante l’avventura il vostro party si infoltirà, con vari compagni che vi aiutano con bonus differenti ad inizio battaglia, come togliere 10 punti vita ai mostri non-morti. Una cosa molto apprezzata è la possibilità, una volta affrontato un tipo di nemico 3 volte e costruita l’apposita struttura, di catturare i nemici e di usarli come mezzo di trasporto, di allenarli per ricevere bonus in battaglia, o per imparare da essi delle magie. Ci sono altre strutture costruibili nella vostra cittadella, tutte utili ma che richiedono un bel pò di danaro.
Avevo sentito parlare del titolo, ma dalle recensioni mi aspettavo un gioco meno rifinito: certo, è vero che alla fin fine è un puzzle game, quindi il 90 % del tempo è speso ad allineare file di 3 o più robi, ma è addittivo, e gli elementi RPG aiutano molto il titolo a non risultare ripetitivo, ed a fare di Puzzle Quest un titolo particolare ed unico nel suo genere. Ci sono alcune note negative, ad esempio il fatto che spesso ci siano troppi mostri che appaiono sulla mappa, è vero che spesso potete evitarli facendo strade che non ve li fanno incontrare, ma a volte è fastidioso dover forzatamente combattere o catturare un nemico; o quando vi ritrovate a dover arrivare in un punto della mappa distante dalla posizione attuale, e con mostri che fareste a meno di combattere ma che dovete affrontare per forza. (A questo proposito, c’è modo di evitare gli scontri allenando bene uno specifico mostro catturato) Qualche difetto c’è, ma non rovina in maniera incisiva l’ esperienza. è un bel titolo, la formula funziona, ma un margine di miglioramento c’è. A questo proposito, c’è un seguito, Puzzle Quest 2, ma non l’ho mai giocato.
Puzzle Quest è sicuramente qualcosa di originale, che unisce il gameplay immediato tipico dei puzzle game e la “complessità” dei giochi di ruolo, e già che c’è ci riesce bene in questo “frappè” di generi molto diversi. La longevità è più che buona, vista la struttura da gdr e un sacco di missioni contro un sacco di nemici diversi, ma il titolo la tira un pò per le lunghe. Non ho avuto modo di provarlo, ma c’è anche un multiplayer online che vi permette di sfidare altri giocatori in battaglie 1 contro 1. Se cercate qualcosa di diverso da giocare, ma non troppo diverso o bizzarro, questo gioco potrebbe fare al caso vostro. E, detto tra noi, se siete arrivati a leggere fin qui, qualcosa ve ne frega. 🙂
The Fast and The Furious
(A Cura di Celebandune Gwathelen)
Mi ero ripromesso di vedermi tutta la serie di Fast&Furious intorno all’uscita del quinto episodio della serie, ma non ho fatto in tempo prima, e mi tocca rincorrere le cose.
Ho preso, non molto tempo fa, la versione Boxata in ferro dei primi tre episodi di questa serie in DVD, vediamo un pò come se la cavano. =)
Per chi non lo conoscesse, il primo episodio è un film del 2001, in cui Paul Walker fa la parte di Brian O’Conner, giovane ufficiale di polizia undercover che sta cercando di infiltrarsi nella gang di Dominic Toretto (Vin Diesel), sospettato di derubare tir per un valore di milioni di dollari di merce. Dopo aver fatto colpo sulla sorella di Dom, Mia Toretto (Jordana Brewster), inimicandosi Vince (un altro membro della gang, Matt Schulze) Brian cerca di impressionare anche Dom sfidandolo in una gara illegale durante una notte a Los Angeles. La gara va a finire male e Brian perde legalmente la sua macchina, ma arriva la polizia che insegue i vari corridori e Dom viene inseguito a piedi da una volante, finchè non arriva Brian a salvarlo. Quella stessa sera Brian incontra Johnny Tran, con cui Toretta ha una faida, e che distrugge la macchina di Brian. La missione di O’Conner però è riuscita, e da quella sera passa il suo tempo con Dom, Mia, e gli altri della gang, nonostante la disapprovazione da parte di Vince (interessato a Mia e diffidente di Brian dal primo istante). Mentre i tempi concessi a Brian dall’FBI arrivano alla fine, e una incarcerazione di Johnny Tran dimostra che il giovane asiatico non c’entrava niente con i furti ai tir, si arriva al giorno delle Race Wars, gare tra macchina tunate legale in maniera straordinaria. Quella sera si scopre che è davvero Dom Toretto a fare i colpi, e Brian rivela a Mia di essere un poliziotto per avvertirla che Dom è in pericolo perchè i camionisti si stanno armando contro questi furti.

Brian salta dalla sua vettura al camion per salvare Vince
I due partono all’inseguimento di Toretto e soci e riescono a salvarli giusto in tempo da un camionista armato di fucile a pompa; Vince, gravemente ferito, viene portato in ospedale da un elicottero che Brian chiama sul luogo, rivelando a Dom di essere uno sbirro. Dom se la prende a morte e se ne va con Mia, Letty (la sua ragazza, interpretata da Michelle Rodriguez) e il resto della gang. Brian li insegue fino a casa, dove però Tran e il fratello in moto fanno un assalto e uccidono Jesse, il meccanico esperto di tuning della gang di Toretto. Dom e Brian li inseguono in auto e li fermano, fino a che non si trovano soli Dom e Brian. I due amici-nemici gareggiano l’uno contro l’altro in un quarto di miglio che finisce in un passaggio a livello da cui arriva un treno. I due lo evitano per un soffio, ma poi Dom impatta contro un camion e la sua vettura, spinta a 160 miglia orarie, viene totalmente distrutta dopo diverse capovolte in aria e al suolo. Lui sopravvive miracolosamente, mentre le sirene della polizia si avvicinano. Brian allora, dicendo di dovergli ancora una vettura da 10 secondi, gli da le chiavi della sua macchina e osserva Toretto fuggire, mentre lui stesso diventa un ricercato e tenta la fuga.

Dom e Brian si girano sentendo le sirene della polizia: entrambi hanno appena iniziato a seguire un nuovo destino.
Il film è davvero niente male, volutamente leggero dal punto di vista della trama, con una forte componente focalizzata sull’aspetto street racing del tutto, un vero e proprio sguardo nel mondo delle corse illegali che si disputano in america. Più che i personaggi, tutti solo brevemente accennati come caratterizzazione (esclusi ovviamente Brian e Dom, leggerissimamente più profondi), sono infatti le gare e le auto ad essere la trave su cui si basa il film, realizzate in maniera splendida e truccate a dovere. Le scene di inseguimenti sono all’ordine del giorno nella vita di Dom e Brian da quello che vediamo, e la regia di Rob Cohen è ottima e riesce a stare davvero dietro a tutto. In particolare l’effetto sfoco usato quando uno dei protagonisti fa uso del NOS durante una gara è magistrale, così come anche gli effetti audio che riescono a stare dietro all’azione in maniera superba. Gli extra presenti sul DVD sono niente male, soprattutto i dietro le quinte e godersi la voce di Vin Diesel in originale rendono giustizia all’aquisto. Per me questo è ancora il miglior film della serie, forse a pari merito con il sequel diretto, e merita davvero l’attenzione di tutte quelle persone che sono appassionate di street racing, inseguimenti a bordo di bolidi personalizzati e non disprezzano trame più frivole del normale. Smoke’em!
Voto Personale: 8/10
E così abbiamo finito anche questa settimana! Spero che vi siate divertiti e ci vediamo al prossimo giro! =) Buona giornata! =)
27 ottobre 2011 alle 20:28
Allinea 3 et Orchi
Puzzle Quest è veramente un bel gioco, ho finito la versione DS (l’idea di giocarmelo a casa non mi ispira granché, ma posso capire che ti abbia preso ugualmente 😀 ). A me ispirava tantissimo il semi-sequel Galactrix, ma pare non sia venuto granché, magari mi giocherò Puzzle Quest 2 un giorno.
The Fast and the Furious
Boh, non commento, sto film mi è sempre sembrato poco più di una tamarrata assurda XD l’unica cosa che amo sono le corde vocali di Vin Diesel 😛 .
2 novembre 2011 alle 13:00
Tista me lo hai passato tempo fa, Fall, e ancora non sono riuscito a leggerla! Presto recupererò e ne riparliamo! =)
Puzzle Quest l’ho dato alla mia ragazze tempo fa, che se lo è divorato (su PC). A me stuzzica tantissimo e ho davvero l’intenzione di giocarci presto, chissà se riuscirà. Da quello che ho visto e/o provato, sembra una figata.
The Fast and the Furious E’ una tamarrata, ma al contempo un film molto godibile. Non lo sto osannando come capolavoro del cinema, sto semplicemente dicendo che tra le mille porcherie che Hollywood ci butta addosso negli ultimi dieci anni, questo è tra quelli che vanno salvati, perchè per quanto non siano profondi, almeno riescono a divertire! =)
24 Maggio 2015 alle 13:19
[…] ma era ovvio che ve ne parlassi anche io se avete seguito un pochino questo blog. Vi ho parlato di The Fast and the Furious (capostipite della saga), 2 Fast 2 Furious, Tokyo Drift, Fast & Furious, conosciuto anche come […]