Questa non è un intro.
No, sul serio, benvenuti ancora una volta al nostro settimanale, con un tocco di surrealismo in più. 🙂
Enigmista Quattro: The Continuascion
(A cura di Wise Yuri)
Vi ho già parlato (nel Weakly N°14) dei primi 3 film della serie Saw, che considero una delle mie serie horror/splatter moderne preferite (dipende anche dal fatto che il 90 % della produzione horror attuale è tutta remake, prequel, reboot, e qualche sparuto sequel, quindi c’è poca “concorrenza”), ed eccomi qua a parlare del quarto film della serie. Onestamente non avevo affatto previsto di vedere Saw 4 (anzi, se leggete il vecchio articolo, noterete come per me la serie poteva tranquillamente finire al terzo film, e non pianificavo affatto di vedermi i sequel, anzi), ma avendo visto il 6° prima dell’1 (sul serio), avendo visto “forzatamente” il capitolo finale (cioè Saw 7), ed avendo visto film davvero brutti -roba da strapparsi i capelli – nel frattempo, mi son deciso a vedere gli episodi che mi mancavano della serie, per amor di completezza e per curiosità. Ma parliamo del film.
Vi avverto che dovrò necessariamente spoilerare sulla fine di Saw 3 per parlare della premessa del 4, non so se a qualcuno interessa o meno, ma non avendo scelta a riguardo, preferisco avvertire prima.
AVVERTENZA: SPOILER.
Con Saw 3, la serie poteva tranquillamente finire: in fondo, cosa c’è più definitivo ed appropriato della morte dell’Enigmista, il mastermind dietro tutto, per chiudere il franchise? Ma come Terminator 3 (per dirne uno a caso) ci ha insegnato, i soldi possono piegare le stesse leggi dello spazio e del tempo; indi eccoci di fronte a Saw 4, un seguito che di per sè non dovrebbe esistere, ma visto che c’è, tanto vale la pena vedere cosa offre. Il film non perde tempo ed inizia con l’autopsia del corpo di John Kramer, gioiosamente morbosa nei dettagli, ed esaminando il corpo, i medici trovano uno strano blocco bianco nello stomaco dell’Enigmista. Viene chiamata la polizia, e lo strano blocco altro non è che un’audiocassetta, in cui John annuncia che nonostante la sua morte, continuerà la sua opera e sarà un altro “prescelto” a fare le sue veci ed ereditare il ruolo.
Le vicende di questo capitolo, oltre che allo stesso Enigmista (di cui ci vengono rivelati molti dettagli e l’origine stessa del metodo con cui John sceglieva i partecipanti al “gioco”), girano attorno alla figura del detective Riggs, scelto dall’Enigmista come partecipante delle prove a causa della sua ossessione di voler salvare tutti, evitare che facciano decisioni sbagliate, ossessione che gli impedisce di prendere lui stesso le decisioni giuste.
Onestamente sono rimasto sorpreso dal film, mi aspettavo qualcosa di molto, molto peggio. Le varie trappole sono ben ideate e molto soddisfacenti a livello di gore, i flashback su John sono belli, raccontano gli eventi che hanno portato alla nascita di Jigsaw (e anche l’origine di parecchi elementi caratteristici della saga, come il pupazzo e la maschera di maiale), il personaggio principale di questo capitolo è interessante, e dopo che il film vi ha tempestato con varie scene ed elementi (anche dai capitoli precedenti) apparentemente non collegati, fa molto piacere vedere il puzzle generale ricomporsi e dare un senso al tutto. L’unica cosa che, anche a fine film, non torna, è come mai in Saw IV si vedano John ed Amanda morti (così finiva il terzo Saw), visto che questo dovrebbe essere un seguito, ma c’è una spiegazione, stranamente meno contorta del previsto e che effettivamente torna: gli eventi di Saw 3 e 4 avvengono nello stesso arco di tempo, e l’autopsia di John, mostrata all’inizio, è invece la fine.
Poi per carità, è un semplice more of the same fatto per mungere la vacca Saw, non è certamente imprevedibile (guardando il film, fate attenzione e capirete chi è il nuovo Enigmista senza troppa fatica), ci sono momenti che si potevano evitare (però non posso dire di non aver riso quando una persona muore a caso per una trappola non disinnescata, ed è esilarante come momento perchè è totalmente gratuita come morte XD), e per i molti interrogativi a cui viene data una risposta, il film ne apre altri, che manco a dirlo verranno risolti (e sostituiti da altri interrogativi) nella “prossima puntata”.
Ma complessivamente l’esecuzione riesce a farvi interessare alla trama ed agli eventi, non tendendo trappole agli appassionati della serie ingannandoli con il nome Saw e poi offrendo solo del contenuto gore/splatter (che nel bene e nel male è un selling point della serie), solitamente le serie horror/splatter che incominciano ad accumulare seguiti dopo seguiti subiscono cali di qualità enormi seguito dopo seguito, ma non è il caso, almeno per Saw 4. Se non altro, Tobin Bell nei panni di John “L’enigmista” Kramer è una garanzia come lo era nei precedenti film.
Concludendo, Saw 4 sarà anche un sequel inutile, ma il prodotto finale è godibile, e tutt’altro che arruffato e fatto a pene pur di far ulteriore danaro (sulla logica “tanto il nome vende, non importa se poi l’opera in sè fa cagare”) sfruttando il marchio Saw, e personalmente mi è piaciuto molto di più rispetto al 3° episodio (le trappole finte, da cui non si può affatto scappare, scusatemi, ma non le ho proprio tirate giù). Nulla di “supar”, ma un ottimo boccone per gli appassionati della saga e dell’horror/splatter. Quando avrò modo vedrò Saw 5, e ve ne parlerò (conto di fare lo stesso con gli altri seguiti, ma non a breve), e se riuscirò a metterci le mani sopra per pochi euro, non escludo la possibilità di recensire i due videogames (Saw: The Videogame e Saw II: Flesh and Blood) sviluppati dalla Konami per PS3, X-Box 360 e PC.
Per ora è tutto in ambito Saw ed horror, passo il testimone a Fall, ci si rilegge tra qualche articolo! 🙂
Once Upon A Taim
(A cura di Fall)
Ogni tanto fa bene cambiare genere, allargare i propri orizzonti e dare una possibilità ad un film/libro/serie tv/cd che non avremmo mai considerato. Ecco cos’ho fatto io venerdì sera. Ho dato una possibilità ad un telefilm che mai avrei guardato. “Once upon a time” è una serie tv americana che è stata tramessa dall’ABC a partire da ottobre. La prima stagione è costitituita da 22 episodi, ognuno di 40 minuti. La protagonista è Jennifer Morrison, che conoscerete sicuramente per aver interpretato la dottoressa Cameron (House) oppure Zoey (How I met your mother).
L’idea base è accattivante e ve la dico subito: a causa di una maledizione i personaggi delle fiabe sono stati catapultati nel mondo reale, precisamente nella minuscola -e senza tempo- città di Storybrooke (Maine); i corpi sono rimasti gli stessi ma ognuno di loro non ha cognizione o ricordo di chi sia in realtà. Solo Henry, un bambino di 12 anni, sveglio ma molto solo, sembra essere a conoscenza di quello che è successo e farà di tutto affinchè la maledizione venga spezzata e che finalmente i personaggi abbiano il loro happy ending. Noi veniamo a conoscenza degli eventi tramite il prezioso libro che Henry porta con sé, appunto intitolato “C’era una volta” (“Once upon a time”).
Ecco quello che successe molti anni orsono: Grimilde in persona il giorno delle nozze tra Biancaneve e il Principe Azzurro annuncia a tutto il reame che presto verrà scagliata una maledizione potentissima che ruberà a tutti la felicità. I giorni passano, Biancaneve rimane incita e continua a vivere nell’angoscia che la maledizione venga scagliata. Il furbo folletto Tremotino, che è imprigionato nelle segrete del castello, rivela a Biancaneve il piano della strega: imprigionare tutti in un nuovo mondo dove finalmente il male vincerà sul bene. Tremotino ad una condizione precisa (che non vi dico, curiosoni) svela a Biancaneve il modo per spezzare la maledizione. La bimba che porta in grembo dovrà essere protetta e solo lei potrà salvare il reame: compiuti i ventotto anni tornerà da loro e la battaglia finale avrà inizio!
Questo è ciò che accadde allora. Il telefilm si svolge su due realtà parallele, quello che accadde in passato nel mondo delle favole e quello che sta succedendo nel presente, nella nostra realtà. Henry viaggerà fino a Boston da solo per rintracciare la figlia di Biancaneve e cercherà di convincerla a tornare a Storybrooke. La fantomatica figlia, di nome Emma, non è nient’altro che la madre naturale di Henry, che però diede in adozione ben 10 anni fa. Questo bimbo fu adottato dal sindaco di Storybrooke: Regina Mills nientepopodimenoche la fu Grimilde . Ben presto Emma si renderà conto che Henry non è felice e che il rapporto con sua madre non esiste. Deciderà quindi di rimanere nella cittadina per assicurarsi che il bambino stia bene e lì comincerà lo scontro con il Sindaco.
Gli altri personaggi comparsi nelle prime puntate sono la maestra di Henry, Biancaneve, il suo psicologo, il Grillo Parlante, e il proprietario della città, il folletto Tremotino. Lo sceriffo è il guardiacaccia della Regina e la nonna e Cappuccetto Rosso (una cappuccetto così trasgressiva non l’aveva mai vista) possiedono una locanda in città. Fino ad adesso ho visto solamente due puntate.. vedremo cosa succederà! 40 minuti passano abbastanza piacevolmente quindi anche per curiosità penso che continuerò a guardare il telefilm. Mi sono piaciuti molto i costumi e le ambientazioni. Emma è una donna grintosa e sarcastica, mi piace. Ad Henry è facile affezionarsi, i suoi occhietti vispi conquistano chiunque. La strega cattiva è interpretata egregiamente e mi ha intrigato vederne il suo dissidio interiore; per quanto cattiva una persona sia nel profondo qualcosa la prova. E’ la sua sofferenza che la porta a fare del male, no?? Il personaggio che mi sta piacendo di più è proprio il folletto Tremotino, non si è ancora capito da che parte sta ma è interpretato così bene che non puoi non esserne affascinato. Ovviamente alcuni lati negativi ci sono e questa volta non me li risparmio. Non vi aspettate grandiosi effetti speciali. Alcuni dialoghi mi hanno ricordato le telenovelas spagnole che segue ogni nonna che si rispetti e durante la seconda puntata mi sono letteralmente cadute le braccia per una particolare situazione. Se resisterò a seguire questo telefilm cercherò di guardarlo con occhi diversi, mi farò due risate se la scena risulta ridicola e la serata passerà!
Per la prima volta do anche io un voto: 6/10.
Please, Teacher! – 2
I Can’t Get Married Anymore
(A Cura di Celebandune Gwathelen)
Nella seconda puntata di Onegai Sensei (titolo originale dell’opera), la situazione di Kei e Mizuho non migliora di certo, anzi!
Dopo essere stati scoperti nel bagno di quelli che si scoprirà essere i suoi zii (il dottore della prima puntata, e la sua signora), i suoi parenti nonchè ospiti vogliono giustamente sapere cosa succede tra i due, e Kei è incredibilmente tentato di rivelare il segreto di Mizuho pur di salvarsi la faccia. Ma infine non sa cosa dire e nonostante gli zii insitano non poco sul fargli sputare il rospo. Mizuho chiede loro del tempo prima di spiegare la situazione, e così ci ritroviamo improvvisamente al giorno dopo.
Ovviamente l’argomento del giorno è l’UFO avvistato da mezza città sopra il lago, conseguenza ovviamente delle disavventure di Kei all’interno del velivolo mentre era in fuga dall’aliena, e quando anche la professoressa viene intervistata a riguardo, l’imbarazzo è palese. All’improvviso il piccolo villaggio rurale diventa il centro operativo di diverse rete televisive locali, mentre Kei e Mizuho si incontrano nello sgabbuzino della palestra della scuola durante la pausa pranzo per discutere del loro problema. All’improvviso però i due rimangono chiusi nella stanza, e la loro situazione non fa che peggiorare, non potendo chiamare aiuto onde evitare di venire scoperti di nuovo assieme.
E’ così che i due si conoscono meglio, scopriamo che Mizuho è solo per metà aliena ed è appena arrivata sul pianeta terra, il suo sogno da quando era nata, e scopriamo anche la situazione particolare di Kei, che per via dei suoi “standstill” introdotti nella puntata scorsa ha in realtà perso tre anni di vita e di crescita, e all’insaputa di tutti è in prima liceo (ovvero, nell’equivalente giapponese) nonostante abbia raggiunto ormai i 18 anni d’età. La cosa è stata causata da una crisi non meglio specificata, accaduta qualche tempo prima dell’inizio degli eventi mostrati. Mizuho si meraviglia del suo gesto di coraggio nel confidarle questa cosa, ma Kei dice che devono fidarsi a vicenda, e che ha deciso di non rivelare il suo segreto a nessuno.

Mizuho è brava a convincere Kei a tenere il suo segreto...così, anche io avrei detto di si!
E’ in quel momento che lo zio, reso sospettoso dai compagni di Kei che hanno provato a fargli visita a casa, entra nello sgabbuzino per liberarli, dicendo di aver preso le chiavi da un bidello. Peccato per Kei e Mizuho che lo zio di Kei abbia scambiato per bidello il PRESIDE della scuola! La situazione per Kei e in particolare per Mizuho è tremenda, anche perchè il Preside non si beve le fiacche menzogne dei quattro interrogati (anche il zio e la zia sono in presidenza). E’ così che allo zio viene in mente di dire che Mizuho e Kei in realtà sono sposati, e Kei rivela anche al preside di essere in realtà diciottenne, e che quindi una tale unione è possibile.
Seconda puntata niente male, le cose per i due protagonisti si complicano non poco, peccato che si è visto ancora fin troppo poco degli altri personaggi. Forse l’anime ha semplicemente bisogno di tempo per stabilire chi sono i protagonisti principali, e la bella merda in cui stanno navigando al momento è sicuramente ottima per farceli scoprire per bene. =D
Scusate i francesismi.
Alla prossima.
Voto Personale: 7/10
Le Mammelle Nascoste
(A cura di Wise Yuri)
Bon soir. Vi voglio proporre un indovinello: andando al cinema di queste settimane, e dovendo scegliere tra La Verità Nascosta e 40 Carati, qual’è la scelta giusta? Beh, onestamente non lo so, ma avendo visto La Verità Nascosta, e ragionando per esclusione, direi “la seconda che ho scritto”. 🙂
La Verità Nascosta (che badate bene non ha nulla a che spartire con il film Le Verità Nascoste di Robert Zemeckis, ma che ha ricevuto questo titolo italiano per far sì che la gente lo andasse a vedere) è un thriller spagnolo, il cui titolo originale è La Cara Oculta, cioè La Faccia Nascosta. La faccia di chi? Lo andiamo a spiegare subito.
Adrian, un direttore di orchestra e Belen, una modellista di scarpe, sono una coppia fidanzata, la cui relazione va bene, molto bene, finché Belen non trova Adrian a “fagottare” con la violinista. Per metterlo alla prova decide di lasciare un video in cui dice di voler rompere la relazione, e si nasconde nella stanza segreta dietro lo specchio della camera da letto, un rifugio utilizzato dal vecchio padrone della casa, del quale Belen viene a conoscenza dalla stessa moglie del vecchio padrone. L’unica problema è che Belen ha un cervello non molto sviluppato, e prima di chiudersi nel rifugio non controlla se ha con sè con la chiave, cadutale per sbaglio. Adrian la continua a cercare per giorni e giorni, ma ciò non gli impedisce di portare a casa un altra donna, mentre Belen guarda e sente tutto da dietro lo specchio….
Le idee ci sono, il concetto di essere intrappolati, il tema del tradimento e di una relazione messa alla prova potevano funzionare, ma in questo caso no. O meglio, questi elementi potevano funzionare meglio se non affossati da attori non eccelsi, ed un copione ridicolo, il tutto accentuato da un doppiaggio italiano mediocre (sul serio, mi sarei ribaltato dal ridere se qualcuno avesse dette “saragossà”, visti i ridicoli accenti espagnoli usati). E ah, dimenticavo, il regista deve aver un fetish per le donne con poche tette, perché semplicemente spiattella quelle delle due protagoniste sullo schermo più volte, senza pudore o censura “salva capezzolo” all’americana. Ora, non ho nulla contro le donne… poco pettorute, ma è davvero questo quello che ci vuoi mostrare, caro regista? Evidentemente sì, visto che ad un certo punto, a sorpresa, ci mostrano il “cespuglio” di Fabiana (la nuova fiamma di Adrian) . Non sarei neanche qui a parlarne, se il film non mostrasse nudità gratuite quà e là, come se ce ne fosse bisogno. Ma basta con gli argomenti di classe, và. XD
Non è tutto da buttare, l’esecuzione non è male (considerando poi che il trailer, tanto per cambiare, vi racconta trama & intreccio) ed il film, dopo una prima parte abbastanza soporifera, diventa più interessante, ma diventa difficile passare sopra a momenti in cui il film è involontariamente comico, quando invece dovrebbe essere drammatico, ed a personaggi un pò più stupidi del dovuto. Poteva venire fuori meglio, ma in tutta onestà questo La Verità Nascosta la sufficienza piena se la merita. Nulla di più, nulla di meno. Ma sempre “in tutta onestà” forse mi sarei divertito di più a vedere 40 Carati. Vi lascio con un voto, per farvi capire che non è un brutto film, ma neanche nulla di eccezziunale veramente.
6/10 Idee buone, realizzazione ok, ma cast e dialoghi che lasciano molto a desiderare.
Spider-Man Collection 35
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)
Con questo numero, si riprende la narrazione delle storie di Spidey prese da Amazing Spider-Man, con una trilogia che vede tornare Spencer Smythe e le sue invenzioni. Pronti per un’altra ondata di ragnosità? Vai che si và! =)
- The Spider Slayer! da Amazing Spider-Man 105del 2/72: In questo episodio, Peter, contento di essere tornato dalla Terra Selvaggia dai numeri scorsi di Amazing, trascorre finalmente un pò di tempo insieme con i suoi amici. Harry Osborn torna dall’ospedale nel quale era ricoverato per i suoi problemi di droga, e Gwen ed MJ hanno partecipato una festa di bentornato in grande stile, a cui partecipa anche un sospettoso Flash Thompson. Frattanto, Jameson, dopo proteste davanti al Bugle dal quale lo salva l’Uomo Ragno stesso, va da Smythe col quale appartentemente da tempo aveva un accordo d’affari. L’inventore ha difatti inventato un nuovo robot Ammazzaragni, questa volta non antropomorfo bensì un gigantesco ragno metallico capace di emulare i movimenti di Spidey in maniera molto più naturale. L’inventore da a Jameson il telecomando dell’aggegio, e si gode la scena contando su telecamere piazzate ovunque in città con la collaborazione della polizia. Appena Spidey torna in azione, Jameson manda il suo robot a combattere l’Uomo Ragno, ma ci sono ripetuti problemi di ricevzione del telecomando, e così Spidey e l’aracnide metallico non combattono mai davvero sul serio, limitandosi a rincorrersi in città. Infine i due si azzuffano in un laboratorio, e scopriamo che in realtà era Smythe tutto il tempo a comandare l’ammazzaragni, ma non per stendere Spidey, bensì per rubare attrezzatura scientifica per controllare l’intera rete della polizia di New York. Quando Jameson rompe il telecomando, frustrato dal nuovo insuccesso di Smythe, l’ammazzaragni torna dal suo creatore e gli consegna l’attrezzo, che subito si rivelerà utile, permettendo all’inventore di vedere il viso di Peter Parker mentre si cambia da una delle tante telecamere di sicurezza installate sui tetti di New York City.
- Squash! Goes the Spider! da Amazing Spider-Man 106del 3/72: Il senso di ragno di Pete lo avverte subito che qualcuno lo stia spiando, ma ormai il danno è fatto: Smythe lo ha visto in volto. E’ così che Pete decide di ricorrere ad un piano di emergenza, e va nel laboratorio di Curt Connors per fabbricare una maschera del suo viso, che mette sotto la maschera. Intanto Smythe raduna i maggiori capi criminali della città (senza Schemer? bah…) per mostrargli il suo genio controllore delle telecamere di tutta la città, ed è proprio in quell’occasione che Pete esegue il suo trucco, togliendosi la maschera, mostrando il suo viso, e poi mostrando di nuovo agli spettatori che altro non è che una seconda maschera sotto la quale ha di nuovo una maschera da Uomo Ragno. Per qualche motivo i capi criminali ci cascano, ma Smythe riesce comunque a convincerli della bontà del loro piano, e chiede loro di dargli fiducia per organizzare insieme un colpo appena l’Uomo Ragno sarà eliminato. Frattanto, mentre Jameson e soci organizzano uno sciopero pro privacy, contro le telecamere spia della polizia (quelle che al momento controlla Smythe), Pete, dopo un breve dialogo con Harry ed MJ, va a trovare con Gwen Flash, che sembra avere più di qualche problema personale al momento, ma risponde in maniera brusca al tentativo dei suoi due amici di aiutarlo. Qualche tempo dopo la sua uscita con Gwen, il giovane volteggia di nuovo da Spidey per New York, finchè non viene catturato da una gigantesca tela, tessuta da nessun altri che Smythe in persona, a bordo di un nuovo, più grande Ammazzaragni!
- Spidey Smashes Thru! da Amazing Spider-Man 107del 4/72: In questo numero troviamo Spidey prigioniero di Smythe, paralizzato nella tela del suo ammazzaragni per via di un terribile getto d’aria gelata. Il supercriminale, invece di smascherarlo, però, decide di farlo semplicemente penzolare nel suo antro criminale, mentre con i capi criminali dell’episodio scorso cerca di rapinare la banca nazionale, coordinando tutti dai suoi monitor. Nel frattempo, sul Campus dell’ESU, una preoccupata Gwen si incontra con un ancor peggiore Flash, che prima le confessa i suoi sentimenti e poi, di fronte al suo rifiuto, le fa capire che è in guoi grossi. Spidey, dopo alcuni momenti di torpore, si riprende e dopo essersi miracolosamente liberato, immobilizza e destabilizza il robot di Smythe. Poi procede a chiamare la polizia, avvertendoli del fatto che Smythe stia utilizzando le telecamere a scopi criminali. Infine, con una rapidità sconcertante, riesce a raggiungere i criminali con cui Smythe era in combutta e stenderli tutti. Quando Smythe, piuttosto adirato, si presenta sulla scena, la sua lotta è breve. Il robot era così distrutto da non rispondere a nessun input del suo creatore, e per Spidey è facile incastrarlo per la polizia. Alla fine, stanco dei giochetti di Jameson, decide di andarlo a trovare per fargli giurare di non mandargli mai più contro uno dei robot di Smythe. E’ sulla via di casa, quando nota Gwen e Flash camminare a braccetto, venire avvicinati da un agente di polizia, che poi forza Flash a entrare con lui in macchina. Pete vede Gwen piangere, e teme il peggio.
- I, the Robot! da Menace 11del 5/54: Storia che non c’entra niente con Spidey, messa qui da Max Brighel per lodare ancora una volta i disegni di John Romita. Vediamo qui un Robot che per via di comandi vocali immessi da uno scienziato geloso del suo socio, prima uccide il suo inventore, poi lui e infine vaga per il mondo, in cerca di uomini che stanno in stanze da uccidere. Bah.
- Western Kid da Western Kid 12 del 10/56: Altra storia di John Romita, questa, come il titolo fa supporre, del filone dei fumetti Western, molto popolari negli anni ‘650/’60. In questo il titolare Western Kid scopre e riesce a catturare da solo un gruppo di banditi che volavno uccidere un branco di cavalli obbligandoli a saltare giù da un dirupo. Doppio bah.

Copertina originale di Amazing Spider-Man 106, con lo smascheramento di Peter Parker sugli schermi di Spencer Smythe!
E con questo numero, facciamo una pausa da Spider-Man Collection per un pò. La situazione è infatti quella che mi sono finiti i fumetti da leggere qui in Germania, e devo aspettare che mio fratello me ne mandi altri per continuare a parlarvene. =)
Questo numero, tutto sommato non era male. Non lo dico da un pò, in quanto è noioso ripeterlo a ogni numero, ma i disegni migliorano sempre, numero dopo numero, e anche le storie, da un certo punto in poi, hanno iniziato ad avere un rispetto per la continuity ed una complessità narrativa sempre maggiore. Il ritorno di Harry dall’ospedale segna la fine del periodo in cui Pete abitava da solo il loro condominio a Manhattan, e con lui tornano anche molti amici di Pete dell’ESU, da MJ a Flash Thompson, passando per Randy Robertson e il suo rivoluzionario amico Josh. A proposito di MJ, c’è una tavola ironica in cui Pete si chiede cosa può mai Harry (o chiunque altro) trovare di interessante in una come la nostra rossa. Se solo il nostro eroe sapesse cosa lo attende…
La trilogia con Smythe non è malvagia, ma sa molto di occasione speraca, invece di focalizzarsi sul davvero eliminare una minaccia, Smythe è così impegnato in mille cose, che infine non ne riuscirà a portare a termine nessuna. E’ ormai da tempo che su Spider-Man Collection manca un Supercriminale degno di quel nome.
Sulle altre due storie presenti nell’albo, non mi esprimo. Entrambi sono così banali e corte che non riesco a prendere sul serio; sono filler per giustificare l’assenza di una quarta storia di Spidey, segno che le vendite di SMC non stavano andando come dovevano, e ulteriore dimostrazione dell’amore che Brighel prova per Romita (in senso artistico, ovviamente). E per quanto non metto in dubbio che Romita sia davvero un’Artista con la A maiuscola, non sentivo di certo la mancanza di questi due racconti messi lì a casaccio.
Molto meglio le pin-up dell’artista, in cui vediamo anche una rara versione di Spider-Woman interpretata da MJ. Sapore di futuro?
Voto Personale: 7/10
2 marzo 2012 alle 23:48
-Once Upon A Taim
Mhmm…la premessa narrativa non mi ispira per niente, quantomeno però sto guardando Misftis per ora, ed è davvero godibile 😀
5 aprile 2012 alle 12:16
Ovviamente anche io adoro Misfits, con Once Upon A Time non si può fare nemmeno un paragone! Mi sa che ci ho fatto anche una recensione su Misfits.. Tu a che punto sei? Io ho cominciato mesi fa la seconda stagione ma non riesco ad andare avanti. Nathan I miss you so much
5 aprile 2012 alle 16:09
Ho finito la seconda stagione, però devo dire che nonostante l’inizio molto interessante poi si mantiene su qualità medio-medioalta.
Sì comunque ne avevi parlato 😛