The Weakly Hobbyt #63

The Weakly Hobbyt #63

Salve a tutti e bentornati. Siete tutti stati al cinema per l’evento filmico dell’anno? Lo voglio ben sperare! =) Come potete intuire dal meraviglioso banner qui sopra, questa settimana parleremo (tra le altre cose) del film degli Avengers. Guest artist di questa settimana è PrimeTorch (potete visitare il suo profilo DeviantArt QUI), che ci ha composto questo banner davvero strepitoso del team di supereroi più forti della terra protagonisti dell’ultimo film Marvel. Un sentito grazie!
Ma non si parlerà solo di supereroi oggi, ma anche di “heavy metal, scarabocchi digitali, […] ed antiche civiltà da conquistare a colpi di mouse,” [cit. wiseYuri], Mega-Man 9, tutta la prima serie di The Big Bang Theory, nonchè dell’ultima puntata di Please, Teacher!! Insomma, per una volta ce n’è davvero per tutti i palati, pronti per uno dei Weakly Hobbyt più gremiti di roba di sempre? =) Dateci dentro, come sempre, vi aspettiamo nei commenti!

The Avengers
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)

The Avengers

Tolta una rapida cena a base di pomodori, mozzarella, olive e jalapeno, vi scrivo dopo essere appena tornato dal cinema dalla visione di The Avengers.
Forse non è il momento migliore per scrivere questo articolo, visto che sono ancora incredibilmente galvanizzato da ciò che per due ore e mezza mi è passato davanti agli occhi, ma…quando parlare davvero di un film, se non subito dopo che uno se lo si è visto?
The Avengers è un film epico e sono sicuro che farà ancora parlare di sè per decadi, visto che per primo, dopo decenni, è riuscito ad unire su schermo un così ricco cast di personaggi presi da così tanti diversi film, ed è riuscito ad integrarli in maniera apparentemente così facile e senza soluzione di continuità. Sto ancora faticando a trovare un punto debole in questo film, magari lo scoprirò scrivendo, ma per ora iniziamo a parlarne.
Siate pronti, che farò SPOILER A CATENA in questa recensione, anche perchè potete anche smettere subito di chiamarvi NERD se non andate a vedere nel più vicino cinema il primo spettacolo di The Avengers. Chi ha anche letto un solo fumetto in vita sua, non può non vedere questo film.

Captain America & Iron Man

Cap e Iron Man per la prima volta su schermo insieme. Goosebumps!

La storia inizia dove quella di Thor e Capitan America è finita. Da qualche parte nello spazio, una strana entità aliena da a Loki un bastone in grado di attingere al potere del Cubo Cosmico. Sulla Terra invece ci troviamo, pochi mesi dopo ciò, con Nick Fury (Samuel Lee Jackson) che ha trovato Capitain America (Chris Evans), Howard Stark che gli aveva lasciato il Cubo Cosmico di cui prima e il dottor Sevig (Stellan Skarsaard, che abbiamo conosciuto in Thor) che si è messo a studiarlo. L’artefatto nordico pare emettere un qualche tipo di energia, e la base in cui l’agente Phil Coulson (Clark Cregg) e Maria Hill attendono l’arrivo di Fury stesso è in stato di evacuazione. Fury ed i suoi agenti scendo a livello sotterraneo, in cui Sevig, osservato da Clint Barton (Hawkeye, Jeremy Renner), studia il cubo Cosmico, quando appare da un raggio di energia dello stesso, Loki (Tom Hiddleton), dio di Asgard bannato, che apparentemente ha in mente di creare un portale tra la terra e un armata di Chitauri/Skrull, per invaderla e diventarne regnante. Fury si oppone, ma il dio della menzogna riesce a fare un lavaggio mentale magico a Sevig e Occhio di Falco e fuggire dalla base SHIELD, prima che questa esploda per via del portale dimensionale instabile creatosi.
Fury riconosce la minaccia, e decide di assemblare gli Avengers, anche se alcuni “finanzieri” dello SHIELD si ribellano all’idea. Presto agli agenti SHIELD viene dato l’incarico di trovare Loki, mentre la Vedova Nera (Scarlett Johanson) recruta il dottor Bruce Banner (Mark Ruffalo), alias Hulk, in quanto uno dei maggiori esperti di raggi gamma al mondo, e forse l’unico in grado di tracciare il Cubo Cosmico. Nick Fury parla a Cap e presto una piccola squadra è in viaggio verso Stoccarda, dove Loki, grazie a Hawkeye vuole recuperare iriodio, uno dei pochi materiali in grado di far stabilizzare i portali dimensionali del Cubo Cosmico. Loki riesce nel tentativo e Occhio di Falco fugge con l’iridio, ma poi arrivano Captain America e Iron Man (Robert Downey Jr.), che fermano e catturano la divinità nordica. Questa viene portata verso l’elivelivolo SHIELD, ma interviene Thor (Chris Hemsworth), mandato sulla terra da Odino, per portare Loki di nuovo ad Asgard. I due hanno un argomento, quando arriva Iron Man ad interromperli e pensando che Thor sia dalla parte di Loki, lo combatte. Deve sopraggiungere Cap per far ragionare i due eroi, fino a capire che sono tutti dalla stessa parte.

Tony and Bruce

Tony Stark e Bruce Banner riflettono sul perchè Loki pare essere l'unico a cui sta bene stare sull'elivelivolo SHIELD in quel momento

Il team porta Loki a bordo dello SHIELD, dove viene rinchiuso in una prigione pensata per Hulk, ma presto è chiaro che nè Loki ha intenzione di fuggire, nè di dire loro dove si trova il Cubo Cosmico (che ovviamente non è con lui). A bordo iniziano a nascere dissiedie, soprattutto sulla presenza di Hulk a bordo e sul fatto che Fury voleva nascondere ai suoi Vendicatori il fatto che col Cubo Cosmico voleva creare armi di distruzione di massa, in caso di un nuovo attacco da forze superiori a loro come quella di Thor o esseri come lui. In quel momento Occhio di Falco e alcuni altri soldati SHIELD convertiti da Loki col suo potere magico mentale attaccano l’elivelivolo, danneggiandolo seriamente. IronMan e Cap cercano di aggiustarlo, mentre Thor è costretto a combattere un Hulk scatenato, la Vedova Nera deve vedersela col suo compagno/amante Occhio di Falco e Coulson è solo contro Loki, mentre Fury combatte i suoi stessi uomini. Thor, liberatosi a fatica di Hulk, prova a fermare Loki stesso, ma viene imprigionato nella gabbia anti-Hulk e buttato fuori dall’elivelivolo, mentre Coulson viene pugnalato alle spalle e ferito mortalmente da Loki. Il buon agente apparentemente muore, ma non prima di aver sparato alla divinità nordica con un arma basata su tecnologia asgardiana.

Loki di Asgard!

Loki ha un'armata...

L’elivelivolo è a pezzi e Loki riesce a fuggire, ma il team degli Avengers pare finalmente motivato abbastanza da collaborare. Così, mentre Occhio di Falco si libera del controllo mentale di Loki e Fury motiva Iron Man e Cap ad una forte collaborazione, il dottor Sevig attiva un portale col mondo Skrull/Chitauri sulla Stark Tower, causando un possente attacco su Manhattan da parte di migliaia di Skrull meccanici e creature ancora più grandi. La lotta a Manhattan inizia, con Iron Man e Thor su un fronte, Hulk un pò ovunque e la Romanov (Vedova Nera), Cap e Occhio di Falco nella lotta in strada. Loki e le sue creature subiscono molto, ma paiono infinite, e così il consiglio di finanzieri di Fury gli toglie ogni potere decisionale e lancia una bomba atomica su New York. Stark, però, la devia attraverso il portale verso il centro di comando degli Skrull, distruggendolo e disattivando di conseguenza ogni skrll-bot. Hulk stende Loki in quella che è una delle tante scene più belle del film, e Thor lo riporta, insieme al Cubo Cosmico, come prigioniero ad Asgard.
Gli Avengers vanno ognuno sulla sua strada, ma Nick Fury è convinto che in caso di nuovi guai, torneranno a combattere assieme.
Altrove, nello spazio, vediamo l’entità che a inizio film ha dato il bastone magico a Loki, come parla ad un’altra creatura, dicendogli che gli umani sono invero un nemico ostico da affrontare, contro il quale non è detto che si uscirà vittoriosi. La creatura si volta verso la telecamera. Scopriamo che è Thanos, e la notizia lo fa sorridere malvagiamente.

Hulk Spacca!

...gli Avengers hanno un Hulk!

Vi ho già detto che il film è epico? Beh, fa niente, potrei non stancarmi per mesi di ripeterlo.
Anni ed anni di film Marvel hanno portato verso questo unico grande spettacolare evento filmico, e gli anni di attesa ne sono assolutamente valsi la pena. The Avengers è un film completo, che non perde un attimo di tempo inutilmente, e basa tutto il suo appeal sulla sua storia, sui suoi personaggi spettacolari e già definiti e sulle sue abbondanti ma mai ripetitive scene d’azione. Il gruppo è il vero protagonista di questo film, ed è così che deve essere, visto il titolo e visto che molti dei personaggi qui presenti hanno già avuto almeno un film in cui splendere. Non ci troviamo nè di fronte ad un Iron Man 3, nè un Thor o Captain America o un Hulk 2, tutti sono protagonisti a pari livello in questo film e ritengo che tutti abbiano giocato il loro ruolo nel migliore dei modi. Tony Stark è come al solito il geniale filantropo stiloso arrogante del cazzo, e Robert Downey Jr. è ormai maestro in questo ruolo.

Thor & Cap

Thor e Cap guardano disperati verso l'armata di Chitauri in arrivo dal portale dimensionale...

Chris Hemsworth torna come dio del tuono, e il suo ruolo è altrettanto spettacolare come lo era nel film dedicato a lui stesso, con un personaggio ora più maturo e rispettoso del fratello e della famiglia, al punto che plurime volte vuole convincerlo a lasciar perdere i suoi pazzi piani di conquista del mondo. Hulk è interpretato dalla new entry Mark Ruffalo, ma il neofita fa uno splendido lavoro nell’interpretazione del gigante verde, e lo ritengo tra i personaggi meglio riusciti del film, al punto che davvero non vedo l’ora di un nuovo film su Hulk, visto che l’ultimo è del 2008, ormai quattro anni fa. Captain America riprende il suo ruolo di supersoldato e si profila abbastanza in fretta uomo col buon cuore del gruppo, all’inizio inutilmente, poi con successo quando dirige con incredibile efficacia la lotta a terra a Manhattan durante l’invasione Chitauri. La Vedova Nera e Occhio di Falco, a loro volta, diventano personaggi molto più tridimensionali in questo film, con una storia tra loro che non definirei d’amore quanto di fratellanza e profonda amicizia professionale, anche se un pò di fiamma è ben visibile. Scarlett Johanson, in scene più da spy story che d’azione, ma soprattutto Jeremy Runner, nel suo ruolo da Legolas di turno, fanno un’interpretazione da paura, e non vedo l’ora di un film dedicato a loro due insieme. Potrebbe davvero rivelarsi una bomba, soprattutto visto quanto Jeremy Runner non mi ha già impressionato in Mission: Impossible IV!

Hawkeye, Cap & Black Widow

Hawkeye (Occhio di Falco), Captain America e Black Widow (Vedova Nera) durante la classica marcia determinata prima della battaglia a Manhattan!

Samuel Le Jackson e Clark Cregg pure sono in ottima forma, in particolare quest’ultimo, per il quale davvero mi dispiace. La morte di Phil Coulson è un vero peccato ed è forse l’unica cosa che del film avrei reso in maniera diversa. Loki, d’altronde, è un personaggio che in questo film ho apprezzato leggermente meno che in Thor, ma che comunque mi è piaciuto da morire e il suo intelletto e la cui sagacia si sono sempre fatti apprezzare in ogni scena in cui era presente.
La storia, per quanto la solita “eroi salvano il mondo” riesce ad essere nuova e classica al contempo, e per quanto nulla di eclatante, fa il suo lavoro (comunque spalleggiata da personaggi che, come descritto fino ad ora, fanno l’80% del film). Gli effetti speciali sono stratosferici, non ho mai visto nulla di così incredibilmente verosimile su pellicola, e le location in cui il tutto avviene, dallo stupendo elivelivolo dello SHIELD fino alla distrutta Manhattan, sono ricreati a meraviglia. Aggiungete a questo tante gag spiritose, momenti comici a-go-go (soprattutto l’incontro ravvicinato tra Hulk e Loki! XD ) e un delizioso cameo di Stan Lee, e avrete il quadro di quello che per ora è chiaro aspirante a miglior film del 2012. E sono davvero felice, da Marvel-fan e fan di fumetti in generale, di essere qui a potervi raccontare che, dopo il Signore degli Anelli, un’altra pietra miliare nella storia del cinema è stata scritta.
Se avete un minimo di auto-stima, fatevi un favore e andate a vedere questo film al cinema. Lo dico per voi. Io l’ho già visto. E ho dovuto raccogliere la mia mascella.

Voto Personale: 9,5/10

A disturbing lack of Resolution

(A cura di Wise Yuri)

Devo dire che un pò mi dispiace dover iniziare la recensione in maniera sarcastica (giusto un pò), ma il nuovo album dei Lamb Of God, uscito questo gennaio, purtroppo di “resolution” ha solo il titolo. Successore di Wrath, uscito nel 2009, il nuovo album dei Lamb of God, gruppo appartenente alla cosiddetta NWOAHM (che sta per New Wave of American Heavy Metal), non cerca di distanziarsi troppo da quanto fatto nel precedessore, ma il problema grosso di Resolution è un altro. Prima di proseguire voglio specificare che tipo di musica fanno, perchè l’etichetta NWOAHM è generica e serve a raggruppare sotto un acronomico molte band metal, e non indica uno stile musicale condiviso, soprattutto considerando che molte band etichettate come NWOAHM hanno molte contaminazioni tra sottogeneri di metal (e non) diversi. Nel caso dei Lamb of God, la loro musica è pressapoco un mix tra heavy metal, thrash metal e groove metal, con qualche contaminazione black metal. Poi queste sono solo etichette e contano il giusto, ma possono aiutare a capire che tipo di musica è. Che poi vengano coniate fin troppe definizioni per un sottogenere (death metal, brutal death metal, grindcore…. sempre la stessa roba è!), spesso ridicole, è un’altro discorso. XD

Il problema di quest’album non è tanto il reiterare quanto fatto in precedenza, ma il farlo male e con una mancanza (quasi) totale di convinzione. Che intendo con “mancanza di convinzione”? beh, semplicemente che questo album mantiene il sound “cattivo” che ci si tende ad aspettare da un gruppo heavy/thrash metal e dalla band, ma è una “cattiveria” fine a sè stessa, le tracce (ad eccezione delle ultime 4/5) sembrano fatte con lo stampino e non trasmettono nessuna sensazione, l’energia c’è ma è incanalata in canzoni estremamente generiche per la band (e per il genere), proprio della serie “facciamo un pò di casino” senza arte ne parte. Inoltre la scelta di adottare un suono più black metal ed accentuare il growl non aiuta, anzi, rende il tutto più caotico ed incomprensibile. Le tracce vanno e vengono, e non vi lasciano assolutamente nulla una volta finite, ve ne frega poco di cosa avete ascoltato o che l’abbiate ascoltato o meno; le ultime tracce sono meglio, ma sono all’80% una reiterazione di quanto già sentito in Wrath. I testi, del poco che si riesce a capire, non sono nulla di chè. Mi piacerebbe dire che questa è una prima impressione, ma dopo aver ascoltato l’album ben 3 volte, beh, posso dire che la prima impressione è stata, a mio dispiacere, quella giusta. Tecnicamente è buono e sono riconoscibili le caratteristiche batteria e chitarra del gruppo, ma un comparto tecnico più che buono non basta a salvare l’album dalla mediocrità.

i Lamb of God sono una band con molto potenziale, ma con album molto altalenanti in qualità, non ho sentito tutta la loro discografia, ma Ashes Of The Wake era un ottimo album, Sacrament era un po più “commercialotto” ma non per questo brutto, ed anche Wrath aveva i suoi problemi, ma riusciva a farsi apprezzare nonostante un impatto iniziale non “superlativo”. Resolution invece è una reiterazione caciarona e priva di ispirazione, che magari poteva andare bene come “materiale da headbanging” se sentita live, un passo falso di una band brava ma che non è ancora riuscita a fare del tutto centro, a fare “il grande album”. Una cosa buffa è che stavo per comprarlo direttamente per 10 euro, senza ascoltarlo prima, sulla fiducia e basandomi sulle recensioni, roba tipo 4 stelle su 5, quando si dice la competenza…. e non la si trova dai critici. Col senno di poi, ho fatto bene a seguire il mio “quinto senso e mezzo” in questo caso. Album altamente dimenticabile, speriamo meglio con il prossimo, è tutto in ambito metal da parte mia per questo numero, ci si legge sotto come al solito!

Gauguin si diventa (o perlomeno ci si prova)

(A cura di Wise Yuri)

Salve a tutti, oggi parliamo di un gioco, Draw Something, per dispositivi iOS e Android (la versione da me provata è quella iOS, giocata su iPhone). Dopo averne visto la recensione di Cinemassacre, mi sono incuriosito, e dopo aver provato la versione free, ho approfittato di uno sconto e ho preso la versione completa. cos’è Draw Something? Beh, è un gioco di disegno a turni, e funziona così: scegliete una parola dalle tre proposte a random dal gioco, e dovete disegnare l’oggetto corrispondente, in modo che l’altro giocatore lo indovini. Una volta che l’altro giocatore ha ricevuto il disegno, deve indovinare la parola inserendo le lettere negli spazi vuoti; se indovina, entrambi i giocatori ricevono un tot. di monete, a seconda della difficoltà della parola/disegno. Le monete servono a comprare altri pacchetti di colori, od a comprare le bombe. Le bombe servono, nel caso dobbiate disegnare un oggetto, ad ottenere un nuovo set di 3 oggetti da disegnare, e nel caso dobbiate indovinare il disegno, eliminano le lettere non presenti nella parola.

Il punto di forza di Draw Something, oltre che nella semplicità, sta nella sua accessibilità: non dovete essere dei Monet, l’importante è riuscire a far intendere all’altro giocatore cosa state disegnando. Se vi piace disegnare anche solo in maniera cazzona, questo è decisamente un bel passatempo. Il sistema a turni è comodo e “stress free”, visto che vi permette di giocare diverse partite in contemporanea, e venite avvisati quando l’avversario indovina la parole o passa; quanto siete pronti a continuare, schiacciate “play” e basta. Ci sono però alcuni aspetti che potrebbero essere migliorati o che richiedono delle spiegazioni, per cui analizziamoli.

Il primo è il fatto che questo è un gioco per ora solo multigiocatore, e richiede necessariamente una connessione ad internet per giocarci, non che sia un problema tra Wi-Fi, 3G e servizi simili. Per creare una partita, potete inserire l’username o l’indirizzo e-mail di un altro giocatore se lo conoscete, o potete selezionare random e giocare senza patemi di sapere nomi o e-mail. Sistema ottimo che permette di giocare anche con chi ha dispositivi Android (o viceversa, anche con chi ha dispositivi Apple), ma il problema è che due persone nella stessa stanza o posto non possono sfidarsi l’un l’altra, a meno di avere entrambi uno smarthphone, il gioco, ed a patto che ci sia una connessione internet a disposizione.

Spero altamente che questa funzionalità venga aggiunta in un aggiornamento futuro, e non credo mancherà, visto che essendo il gioco a turni, non è affatto sta gran fatica inserire la possibilità di sfidarsi usando un solo smarthphone, è solo una questione di metterla questa funzione. Sarebbe gradita una specie di lista amici, ma non è una priorità.

Altra cosa è il discorso ricompense e acquisti: a parte il comprare colori e bombe, le monete non servono ad una mazza, gratificazione nell’aver interpretato il disegno a parte. E i pacchetti di colori non costano poco, considerato che il massimo di monete che potete guadagnare dalle parole difficili è 3, poche considerando che un pacchetto di colori costa 249 monete. Ovvio che questo non è un gioco che va giocato con frenesia, piuttosto rilassati e senza fretta, ma avrei evitato questa impostazione che prova a spingere il giocatore verso l’acquisto in-app di altre monete. Per chi se lo stesse chiedendo, l’acquisto in-app è l’acquisto di una valuta di un gioco con soldi veri, una pratica comune per giochi da smarthphone. Per esempio, molti giochi dell’Appstore sono gratis da scaricare e giocare, ma hanno oggetti ed equipaggiamento che costano molti crediti del gioco: per ottenerli o giocate molto o potete comprare 1000 monete, denari o similia pagando con soldi veri. Fosse per me sta pratica se la potrebbe mettere… in tasca, ma tant’è.

L’introduzione di altre cose da comprare con le monete, come motivi, sarebbe molto gradita. Ed in questo caso dei trofei/obiettivi non guasterebbero (non sono un fanatico ossessionato di trofei/achievements, anzi, ma in casi come questo possono avere senso).

Ultima cosa: una modalità di disegno libero, che penso si descriva da sola. Dico solo “inseritela”.

schermata di gameplay, niente disegno perchè non sono proprio un'artista, diciamo. XD

E penso di aver elencato tutti i campi in cui Draw Something potrebbe essere migliorato, è un applicazione molto divertente, ma il margine di miglioramento c’è eccome. Devo dire che non ho avuto problemi con il semplice disegnare, ma è ovvio che potete essere precisi fino ad un certo punto utilizzando il dito e giocando su uno smarthphone, e che volendo “fare i pro”, si gioca molto meglio su un tablet e con una penna capacitativa (quelle fatte apposta per iPhone e similia). Dimenticavo, è possibile salvare come immagine i disegni fatti, o condividerli su Facebook se volete. Dello stile grafico c’è poco da dire, è semplice ma funzionale. E credo di aver esaurito le cose da dire sul gioco, quindi è tutto da parte mia per questo weakly!

Ed è tutto anche per questo numero, state attenti ad accidentali colpi di bazinga presenti più sotto!

Age of Empires II – The Conquerors
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)

Age of Empires II - The Conquerors

Solo due settimane fa abbiamo parlato di Age of Empires II – The Age of Kings, eppure è già giunta l’ora di tornare a parlare dei capolavori Ensemble Studios.
Neanche un anno dopo il lancio di Age of Kings, uscì nei negozi la sua unica espansione ufficiale chiamata The Conquerors. Come il titolo fa intuire, ripercorreremo le gesta che hanno portato gli spagnoli in america, ma non solo.
Cinque nuove civilizzazioni sono state introdotte in questo add-on, quattro nuove campagne e una trentina tra unità e tecnologie nuove. Le cinque nuove civiltà includono Koreani, Unni, Spagnoli, Maya e Aztechi, mentre le unità nuove sono, oltre alle unità speciali delle rispettive fazioni, i potenti Alabardieri (potenziamenti dei picchieri), gli Ussari (potenziamenti della Cavalleria Leggera) e i sabotatori, una versione più debole dell’unità speciale disponibile solo nella campagna nota come “Ingegneri”. Le unità servono, per lo più, a bilanciare un pò gli alberi tecnologici e non fare avere un predominio totale alle fazioni forti in cavalleria.

The Conquerors

Gli scenari innevati tornano in grande abbondanza!

Veniamo alle campagne, che sono la parte meglio riuscita di The Conquerors. Come in Age of Kings, queste sono per lo più dedicate a personaggi illustri della storia medievale, e ne seguono le vicende.

  • Attila l’Unno: questa campagna ci riporta indietro nel lontano 600 DC, in cui Attila, con i suoi unni nomadi, fu in grado di sottomettere l’Impero Romano d’Occidente e dichiarare definitivamente finita l’era romana. Una campagna che mi ha lasciato un pò perplesso, anche perchè già in Rise of Rome c’era stato uno scenario in cui è stato possibile comandare Attila ed i suoi unni, o per lo meno questa figura era presente. Tolto ciò, la campagna era discreta, nulla di davvero memorabile, ma neanche incredibilmente longeva o frustrante. Nel giusto, insomma. La narrazione, che avviene dal punto di vista di un vecchio prete che faceva parte dell’esercito di Attila, è l’unica cosa che rende la campagna un minimo interessante.
  • El Cid: una della campagne più belle della storia di Age of Empires, probabilmente la più bella in assoluto. Narrata dal punto di vista della moglie di El Cid, questo capitolo narra delle guerre civili in spagna, della figura carismatica e altamente patriottica del Cid, e del suo continuo voler essere accettato dal proprio re. Combatteremo mori, saraceni e gli stessi spagnoli in questi sei scenari che sono davvero pregni di un carisma e una ricchezza strategica degni della figura secondo la quale sono stati intitolati. Da sola, vale tutto il pacchetto di The Conquerors.
  • Montezuma: un’altra campagna spettacolare. Seguendo le gesta di uno dei più valorosi guerrieri di Montezuma, vivremo la massima espansione dell’impero Azteco, con diversi scenari concentrati sul rappresentare le varie lotte interne al continente sud-americano, per poi osservare arrivare gli spagnoli e seguire gli aztechi nel loro sforzo di tenere in piedi il loro potente impero, nonostante la superiorità tecnologica europea. Questi sei scenari sono stati studiati davvero bene, e sono stati tra i migliori che ho mai giocato. Probabilmente la campagna migliore di Age of Empires, dopo El Cid, o comunque tra le migliori tre, con quella di Federico Barbarossa che gli fa seria concorrenza. Solo l’ultimo scenario mi ha lasciato un pò perplesso, ma per il resto, applausi a-go-go.
  • Battaglie dei Conquistatori: è il nome della poco ispirata ultima “campagna del gioco”. In realtà, questo sono una decina di scenari separati, uniti qui alla meno peggio, con assolutamente nessun filo conduttore dall’uno all’altro. Un pò come se fosse uno “showcase” di ciò che le altre civiltà hanno da mostrare, al giocatore viene dato il controllo di civiltà vincenti in famosi scontri storici, come la Battaglia di Lepanto, la Battaglia di Hastings e Angicourt, o ancora, l’assedio a Kyoto dopo la morte di Nobunaga, le vicende di Erik il Rosso in Groenlandia e così via. Gli scenari singoli sono una decina, ma non c’è nessun filo che li lega, e quindi l’attaccamento ai personaggi è molto molto minore. Qui si nota di nuovo quanta differenza comporta l’aver usato un approccio molto più narrativo nelle campagna del secondo capitolo di Age of Empires. Queste, sono ancora peggiori delle vecchie campagne in cui si seguiva una civiltà, poichè anche quella cambia totalmente da uno scenario all’altra. Pessimo finale, insomma, ma almeno il resto del gioco era davvero altamente spettacolare.
Montezuma

Le introduzioni ai singoli scenari sono stati incredibilmente curati anche in questa espansione!

Come già detto, The Conquerors si gioca in maniera molto simile a Age of Kings, per ovvi motivi, essendone la sua espansione. Il gameplay è rimasto immutato, e la grafica anche ha subito solo qualche lieve ritocco qui e lì, più che altro nella caratterizzazione grafica delle nuove unità e dei nuovo elementi di scenario, come le giungle dell’america del sud e roba simile, e la colonna sonora ha ricevuto qualche ritocco, ma rimane sempre splendida, con diverse nuove tracce a tema sud americano niente male.
Un’aggiunta davvero utilissima è la possibilità di aggiungere code ai mulini. Spesso, in Age of Kings, capitava che in periodi di guerra e conquista, i giocatori dimenticavano totalmente di far riseminare campi che avevo finito le proprie risorse, e quindi la produzione di cibo veniva interrotta. Qui, dal mulino, è possibile mettere in coda il rinnovo dei campi, in modo che anche in periodi di guerra, non spetta al giocatre controllare che i campi continuino a venire coltivati. Una piccola modifica, che cambia davvero tanto, poichè risparmia un sacco di microgestione, e ci fa concentrare su ciò che davvero è importante, ovvero l’esplorazione, l’avanzamento tecnologico e la guerra.
Gli stessi abitanti del villaggio sono più intelligenti, e capiscono ora da soli, che se costruiamo una falegnameria da qualche parte, è perchè vogliamo raccogliere legna. Quindi, appena l’edificio è in piedi, i lavoratori si mettono subito all’opera. Un altro piccolo accorgimento che fa concentrare l’utente sulle cose davvero importanti del gioco.

The Conquerors

Gli Aztechi sono una delle nuove civiltà a disposizione del giocatore.

Le nuove civiltà non sono male, e l’aggiunta di The Conquerors equilibra leggermente le restanti civilizzazioni, anche se continuo a ritenere che eserciti con molta cavalleria abbiano una vittoria più facile rispetto ad altre. In particolare, le nuove civiltà di Maya e Aztechi, non hanno alcuna possibilità di addestrare unità a cavallo, e cercano in qualche modo di compensare questa mancanza con unità appiedate molto veloci o molto potenti.

Le modalità di gioco casuale sono state impreziosite di ulteriori opzioni, come nuove cartine, e la sola presenza di ulteriori civiltà, darà a chiunque la possibilità di trovare un nuovo favorito tra i presenti. Chissà che prima o poi non farò un articolo di analisi sulle varie civiltà di Age of Empires.
Per oggi chiudo qui. The Conquerors è un ottima espansione di uno dei migliori strategici di sempre. Chi ha Age of Kings, non ha scuse per non averlo, soprattutto considerato le stupende campagna dedicate a Montezuma ed El Cid. Divertitevi, ci vediamo alla prossima!

Voto Personale: 9/10

8-bit are enough
(A Cura di Dunther)

Mega Man 9

Era più o meno dall’uscita di Mega Man 9 che avevo intenzione di giocarci, pur non essendo un gran fan della saga, mi attirava l’idea che fosse stato realizzato in uno stile così retrò, ed in generale prese recensioni molto buone; nel peggiore dei casi mi sarei goduto un’ottima soundtrack, che già dal primo trailer mi aveva penetrato il cervello.

In preparazione a tal giorno, mi sono giocato, in maniere più o meno lecite (leggasi: barando), tutti gli otto Mega Man precedenti, giusto per completezza.
Nonostante ciò, Mega Man 9 è probabilmente il primo episodio della serie che comprendo appieno.
E così ho infine comprato il mio primo WiiWare, anche se non con qualche inspiegabile vicissitudine (il Canale Wii Shop ha deciso di non accettarmi più la carta di credito). Purtroppo per PC non esiste, quindi ho dovuto optare per tale versione.

Come già forse saprete, dopo un settimo episodio a 16-bit ed un ottavo a 32-bit, la Capcom fa una scelta peculiare: riportare Mega Man alle sue origini. Mega Man 9 infatti è, tecnicamente, parecchio simile agli episodi a 8-bit, in particolare il secondo.
Difatti, quasi tutte le aggiunte dei capitoli successivi al secondo sono state scartate, per un ritorno al gameplay minimalista che lo rese celebre.

Il punto forte della serie classica di Mega Man non è mai stato di certo la trama, e quest’episodio non fa eccezione. Troviamo infatti l’ennesimo pretesto di poco conto per affrontare gli otto nuovi Robot Masters, e poi confrontarci infine col celebre Dr. Wily.
Dopo la breve sequenza introduttiva, ci troveremo nella classica schermata di selezione livello, nel quale scegliere quale affrontare per primo. Ogni livello è caratterizzato da un tema specifico, e al termine di esso troveremo un boss con il quale ingaggiare un furioso combattimento, allo scopo di impadronirsi della sua arma, che ci darà un notevole vantaggio contro uno dei suoi simili.
So che tutto questo suona infinitamente scontato, però è così che è Mega Man 9, classicissimo, collaudato, e funzionante.Mega Man 9 - stage selectHo sempre avuto una sorta di antipatia per Mega Man, perché nonostante ci fosse comunque qualcosa che mi spingesse a continuare a giocare, non capivo perché avrebbero dovuto fare un gameplay così limitato; perché, per esempio, non posso sparare verso l’alto, come in un buon Contra?
Ora mi rendo conto di quanto una struttura così basilare (sparare e saltare) possa risultare efficace e stimolante, se abbinata ad un level design talmente curato.
I nemici di Mega Man infatti ci attaccano da tutte le direzioni, ma con il giusto tempismo è fattibilissimo evitare ogni tipo di danno. Coordinare tasto di fuoco e tasto di salto, calcolare il tempo che impiegherà il proiettile a colpire il bersaglio; sono micro-azioni essenziali che rappresentano, in sostanza, la sfida del gioco. Beh, è anche necessaria abilità con i platform, visto che Mega Man non è fatto solo di creature robotiche che tentano di farci la pelle, ma anche di pozzi senza fondo, piattaforme a solidità intermittente, spine instant-death, e tante altre bastardissime trovate atte a farci tornare alla mente anche i più astrusi santi del calendario.
Perché sì, Mega Man è sempre stato un gioco difficile, e Mega Man 9 non fa eccezione.Mega Man 9 - screenshot 1Se devo essere sincero, ero un po’ spaventato all’idea che tale sfida potesse scoraggiarmi ed impedirmi di portare a termine il mio acquisto, del resto la mia carriera cominciò con l’era SNES, decisamente più accomodante della precedente, per quanto neanche lontanamente ai livelli di quella attuale.
Fortunatamente, se si dispone di grande pazienza, non è così impossibile riuscire a trovare i metodi più semplici e indolori per superare i vari livelli. Chiaro che spesso sarà anche essenziale essere precisi al pixel per evitare la morte, ma del resto è di un platform che stiamo parlando.
Ho molto apprezzato il fatto che le varie armi acquisite dai boss potessero vantare di diversi utilizzi nei livelli, ad esempio una di esse oltre a danneggiare tutti i nemici sullo schermo ci da una spinta verso l’alto, facilitandoci i salti; un’altra invece spara delle api autoguidate che, se sparate in assenza di nemici, raccolgono gli oggetti per noi.  Ad ogni modo, ho potuto notare che il gioco è stato reso leggermente più appetibile grazie all’aggiunta (o per meglio dire, al ritorno) dello shop nel quale spendere le viti accumulate durante i vari tentativi (e conservate anche in seguito ai Game Over). La maggior parte della roba che potremo acquistare è comunque disseminata per i livelli (come vite e tank di energia), ma sono presenti anche dei piccoli power-up monouso, come quello che dimezza i danni per lo stage corrente, che mi è stato enormemente utile nello scontro finale. Poiché costano comunque parecchio, il gioco ne scoraggia l’abuso, facendo in modo che siano da considerarsi più come ultima risorsa che altro.
Un vasto assortimento di achievement integrati nel gioco (quindi sì, sono presenti anche nella versione WiiWare) comunque garantisce sfide per tutti i gusti, che vanno dall’uccidere cento nemici al finire il gioco senza mai ricevere danni (certo, come no). È anche presente una classica modalità time attack, con tanto di classifiche online.

Sono curiosamente presenti anche dei DLC, che non mi sono però degnato di comprare. Essi consistono in difficoltà più alte, stage extra e la possibilità di usare Proto Man (che vanta di abilità differenti). Nonostante sia tutta robetta che avrebbe potuto benissimo essere inserita nel gioco base, quantomeno non si tratta di niente di troppo rilevante.

Dal lato tecnico abbiamo un gioco che sembra realizzato nei limiti del NES, sia dal punto di vista sonoro che grafico (è possibile persino attivare lo sfarfallìo degli sprite). Sembra proprio di giocare ad un gioco di quell’epoca, e uno dei migliori mai realizzati.
La colonna sonora non solo riesce ad essere in linea con gli elevatissimi standard della saga, ma contiene alcuni tra i migliori pezzi di tutta la storia della musica NES. Come disse un YouTuber in un let’s play, “puoi prendere un gioco demoniaco, metterci in sottofondo una musica che dia la carica, e la gente non riuscirà a staccarsi”, ed è proprio così. Inutile dilungarmi ancora sull’aspetto sonoro, ma sono sicuro che concorderete con me giocandoci.Mega Man 9 - screenshot 2In definitiva, Mega Man 9 rende palesi gli anni e anni di esperienza della Capcom, rimescolando gli elementi positivi della serie, e aggiungendone di nuovi, per realizzare quello che forse è il miglior Mega Man di sempre, e nessun fan della saga dovrebbe perderselo, così come qualsiasi amante dei platform 2D alla ricerca di una sfida old-school.
Nonostante oggigiorno la Capcom possa sembrare poco seria (e Wise ci spiega perché in uno dei suoi ultimi articoli), nel 2009 ha ampiamente dimostrato di poter realizzare un ottimo prodotto per i suoi fan storici.

Il successo di questo episodio portò allo sviluppo del successivo, Mega Man 10, che uscì l’anno dopo, anch’esso in questo stile. Onestamente disapprovo tale scelta, perché se Mega Man 9 rappresentava una retronovità, la magia cade un po’ quando si ha a che fare con un more-of-the-same a distanza di un anno, per quanto bene possa essere fatto. Personalmente avrei optato per un qualcosa che, pur ricalcando lo stile e gameplay NES, non ne imitasse per forza i limiti; oppure si poteva benissimo ritentare con la grafica a 16-bit, perché no. Ad ogni modo, non ho sentito parlare bene del 10 quanto del 9, quindi non so se e quando deciderò a prendere anche quest’ultimo.
Per ora è tutto, alla prossima!

The Big Bang Theory – Season 1
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)

Big Bang Theory First Season DVD

Dopo averne sentito parlare da…praticamente chiunque io conosco, sono finalmente giunto alla decisione che sia giunta l’ora di assecondare queste voci.
Così, un paio di sere fa, ho inizio a vedermi la prima serie e…in men che non si dica, l’ho già finita! XD

In breve, ci troviamo davanti ad una sit-com americana, di quel tipo in cui un pubblico invisibile ride alle battute dei protagonisti principali, come a simbolizzarci come e quando dobbiamo ridere. Protagonisti di questa serie sono Leonard, Sheldon, Penny, Rah e Howard. Leonard e Sheldon sono coinquilini ed entrambi hanno ottenuto già i loro Ph.D., nel caso di Sheldon anche già il suo Sc.D., entrambi imperdibilmente nerd e professorini geni. Penny è la loro vicina, una ragazza di mondo di cui Leonard si invaghisce istantaneamente, non proprio una scienziata, ma molto brava nelle faccende quotidiane e sociali. Raj e Howard sono due amici di Leonard; il primo è un fisico indiano, che non riesce a parlare con le donne, e il secondo un ingegnere spaziale di origini ebree che ci prova con ogni cosa che respira ed è di sesso femminile. Leonard è un fisico sperimentale con un QI di 173, ed è il nostro protagonista, un normale nerd che prova in qualche modo a farsi bello agli occhi della vicina Penny. Sheldon è il suo coinquilino, un fisico teorico con un QI di 187, dagli strani comportamenti sociali dettati dalla rigida logica imposta dal suo cervello egocentrico e un pò stralunato. Inutile dire che Sheldon è il maggior rilievo comico della sitcom.
Le puntate presenti nella prima serie sono 17, ve li riassumerò brevemente.

Sheldon & Penny

Sheldon si presenta a Penny.

  1. Pilot: prima puntata, in cui veniamo a conoscere Leonard, Sheldon, Penny, Raj e Howard. Penny si è appena trasferita, Leonard si innamora follemente di lei, e accetta di andare nel suo vecchio appartamento per prenderle la tv. L’ex di Penny la pensa diversamente e smutanda i due coinquilini. Penny la sera offre la cena per fare ammenda. Nasce una nuova amicizia.
  2. The Big Bran Hypothesis: in questa puntata, Sheldon rimane spaventato dal disordine che regna nella casa di Penny, e durante la notte decide di entrare nell’appartamento della vicina per mettere in ordine. Il giorno dopo Penny è infuriata e quando Sheldon fallisce nel tentativo di scusare lui e Leonard del loro atto, è grazie a Raj che Penny si sfoga e capisce che le intenzioni dei loro amici erano buone.
  3. The Fuzzy Boots Corollary: in questa puntata Leonard, infatuato di Penny, si deprime quando vede che lei bacia un uomo davanti la porta di casa. La depressione peggiora quando il Ph.D. chiede un appuntamento alla sua collega Leslie Winkle, che gli dice chiaramente no. Sheldon fa notare a Leonard che Penny non può averlo “lasciato” in quanto lui non ha mai neanche chiesto un appuntamento con lei. Quando questo avviene, Penny pensa che vengano anche tutti gli altri, e la serata, nonostante buona, non finisce proprio come Leonard aveva sperato.
  4. The Luminous Fish Effect: in questa puntata Sheldon insulta il suo nuovo capo il Prof. Gabelhouser, e viene licenziato. Demotivato, inizia a fare svariati strambi esperimenti, finchè Leonard non chiama la madre, con la speranza che lei motivi Sheldon. Le cose non vanno proprio come gli amici avevano in mente, ma dopo che la madre di Sheldon (convinta cristiana e persona molto terra-terra) convince il figlio a scusarsi con Gabelhouser, e lei stessa (vedova) flirta col capo del figlio, il giovane recupera il suo lavoro.
  5. The Hamburger Postulate: in questa puntata Leslie Winkle ci prova con Leonard, ed i due dormono insieme. Presto la notizia fa il giro dei suoi amici e del vicinato a sua insaputa (almeno finchè non scopre che è stato Howard a mettere il tutto sul suo blog), e Leonard cerca di convincersi che è meglio avere una vera relazione con Leslie che una immaginaria con Penny. E’ quando scopre che Leslie lo ha solo usato per soddisfare i suoi bisogni sessuali, che il giovane torna a deprimersi, anche se Penny sembra essere felice della notizia.
  6. The Middle-Earth Paradigm: in questa puntata Penny organizza una puntata di Hallowe’en e invita Leonard e soci, che accettano solo quando vengono a sapere che bisogna indossare costumi. La festa stessa, però si rivela un disastro. Raj non parla con le donne, come al solito, il costume da Effetto Doppler di Sheldon non viene riconosciuto da nessuno e Howard, che si è vestito da Robin Hood, viene confuso di continuo con Peter Pan. Per di più, Leonard ha una discussione con Kurt, l’ex di Penny che si fa vivo alla festa. Il finale, però, vede Leonard venire baciato da una Penny ubriaca e Raj finire a letto con una della festa che lo definisce “uno che sa ascoltare bene”.
    The Middle-Earth Paradigm

    I ragazzi alla festa di Hallowe'en di Penny.

  7. The Dumpling Paradox: in questa puntata l’amica troia di Penny si fa viva in città, e Howard non perde un minuto prima di provarci con lei, a sorpresa di tutti con successo. Col gruppo così separato, Sheldon fa problemi a trovarsi sia nelle nottate spese a giocare a Halo (in cui prima Penny sostituisce Howard con una bravura inaspettata, poi abbandona il gruppo per andare a ballare) e le serate passate al ristorante cinese, in cui il cibo veniva sempre perfettamente diviso per quattro. I ragazzi vanno a parlare con Howard, ma la sua nuova ragazza sta facendo picci con la madre di Howard (con cui lui ancora vive) e la coppia si separa, portando il gruppo al suo numero originale.
  8. The Grasshopper Experiment: in questa puntata i Parenti di Raj ottengono un PC con connessione internet e webcam, e avvisano il giovane che hanno organizzato un appuntamento per lui con una sua amica d’infanzia, tale Lalita Gupta. Raj è spaventato di questo perchè non riesce a parlare con le donne, ma grazie a Penny (che si cadida per fare la barista e la mixer di cocktail) scoprono che da ubriaco, Raj non ha questo blocco mentale. Lo mandano quindi ubriaco all’appuntamento, ma il suo modo di comportarsi è così terribile, che Lalita alla fine esce con Sheldon, che la confronta alla principessa Panchali, protagonista di una fiaba indiana. Raj è incavolato, ma quando i genitori scoprono che non solo l’appuntamento è andato male, ma Raj ha anche bevuto, sono loro ad arrabbiarsi!
  9. The Cooper-Hofstadter Polarization: Leonard scopre che Sheldon ha buttato via una lettera in cui i due sono invitati a presentare i loro risultati di anni di studi condotti insieme. Leonard è fortemente motivato ad andarci, ma Sheldon si rifiuta e gli vieta di andarci. I due litigano e alla fine Leonard va comunque alla conferenza, che Sheldon prova prontamente a sabotare. I due finiscono per picchiarsi, ed Howard registra il tutto con una webcam e lo mette su YouTube.
  10. The Loobenfeld Decay: in questa puntata Penny invita gli amici ad andare a vedere il suo provino per il musical Rent, ma dopo sentirla cantare, Leonard si inventa una scusa per non andarci. Sheldon, però, ossessionato dalla credibilità di questa “piccola bugia”, inizia a costruire tutta una storia di un suo cugino “Leopold” drogato sulla scusa di Leonard. Il fisico diventa ossessionato a tal punto, che invita un suo assistente di laboratorio a casa per interpretare il cugino drogato. A fine puntata, Leonard è comunque costretto a vedere la performance di Penny su video, e “Leopold” arriva a flirtare con Penny…
  11. The Pancake Batter Anomaly: in questa puntata, Sheldon si ammala (a detta sua per colpa di Penny, appena tornata dal Nebraska). Leonard, Howard e Raj (apparentemente già consci di quanto sia terribile Sheldon da malato), fuggono a una marathona cinematografica di “Pianeta delle Scimmie”, e lasciano Penny da sola a curare Sheldon. Quando Leonard rompe gli occhiali, però, è costretto a tornare a casa, dove Penny lo sgama e lo lascia con Sheldon. Disperato di fuggire, Leonard, quasi cieco senza gli occhiali, sbatte contro un pilastro e si trova anche lui “malato” a casa.
  12. The Jerusalem Duality: in questa puntata il giovane genio Dennis Kim dal Sud Korea mette in ombre Sheldon in quanto più giovane genio del pianeta. Demotivato, Sheldon inizia a criticare il lavoro dei suoi amici e, in seguito, a chiunque incontra, al punto da proporre ad un architetto ebreo di costruire un’esatta replica del tempio di Jerusalemme nel deserto del Messico, per far cessare ogni guerra religiosa in medio oriente e con ciò vincere il nobel per la pace. Per farla finita, Howard, Raj e Leonard decidono di liberarsi di Dennis Kim (causa della depressione di Sheldon) invitando un sacco di ragazze la sera del suo discorso introduttivo. Il piano funziona, e Dennis abbandona l’istituto con una bionda. Sheldon è contento e introduce il suo lavoro in vece di Kim, mentre i suoi tre amici sono rimasto stupiti di quanto in fretta Kim sia riuscito ad abbordare le ragazza.
    TBBT

    Il Capo di Leonard e Sheldon presenta loro il giovane genio Dennis Kim.

  13. The Bat Jar Conjecture: in questa puntata Howard, Raj, Leonard e Sheldon decidono di partecipare ad una gara di quiz sulla fisica, ma il divertimento viene rovinato quando Sheldon inizia a rispondere a tutte le domande, anche se non tocca a lui. Infuriati, i tre lo buttano fuori dalla squadra, al che Sheldon forma una squadra tutta sua, col bidello, la donna delle pulizie e suo figlio. Howard e soci chiamano Leslie Winkle ad aggiungersi alla squadra, e sfidano così Sheldon. La squadra dei quattro vince di pochi punti su Sheldon, ma solo perchè questo non accetta la risposta data dal bidello sull’ultima domanda, che invece sarebbe stata giusta. Dopo i quattro scoprono che il bidello in realtà era un fisico nell’Unione Sovietica. Comunque sia, Leonard, Leslie, Howard e Raj vincono su Sheldon.
  14. The Nerdvana Annihilation: in questa puntata Leonard compra una replica della macchina del tempo di “Time Machine” du eBay, credendo che sia una miniatura. Quando l’oggetto arriva lì in dimensioni reali, i quattro hanno problemi a portarlo su le scale, causando problemi a Penny sul lavoro per via del ritardo. La ragazza, infuriata, dice a Leonard di smetterla di comportarsi da bambino, causando al fisico sperimentale una nuova crisi. Sheldon fa notare a Penny l’ipocrisia delle sue parole ricordandole la sua collezione di peluche ed Hello Kitty, portando le cose più o meno alla vecchia stabilità. La macchina del tempo, invece, passa a Raj dopo che Sheldon ha avuto un incubo in cui viene mangiato da dei Morlock del futuro.
  15. The Pork Chop Indeterminacy: in questa puntata i ragazzi vengono a conoscere la sorella di Sheldon, Missy, di cui tutti si innamorano follemente. Penny, che nota come i ragazzi ci provano spudoratamente con la ragazza, va in suo soccorso e la porta via dall’appartamento di Sheldon e Leonard. Nel frattempo, Leonard convince Sheldon che lui deve badare alla sorella, e Sheldon viene convinto al punto da ritenere non degni di provarci con la sorella tutti i suoi amici, e inizia a fare piani sul futuro marito di Missy. La giovane texana, però, fa capire a Sheldon che è ben capace di scegliere da sola chi frequentare, ed in seguito da il due di picche a Leonard, Howard e Raj si ritira all’ultima, anche se Missy sembrava positiva, per la sua incapacità di parlarle.
    Missy & Sheldon

    Missy minaccia le parti intime di Sheldon, spiegandogli che non ha bisogno di protezione...

  16. The Peanut Reaction: in questa puntata scopriamo che Leonard non ha mai avuto una festa di compleanno, e Penny fa di tutto per organizzarne una a sorpresa, coinvolgendo Sheldon e nei preparativi e Howard nella distrazione di Leonard. Il piano va male quando Sheldon non ha un regalo per il suo coinquilino, e i due perdono ore in un negozio di computer per l’indecisione di Sheldon prima, e per la sua voglia di consigliare agli altri aquirenti le merci da comprare poi. Howard, per distrarre Leonard e tenerlo lontano da casa, è costretto a mangiare una barra di arachidi a cui è allergico, costringendolo in ospedale. La visita in ospedale dura più di quanto i due si aspettano, però, e quando tornano a casa, la festa è ormai bella che finita..
  17. The Tangerine Factor: in questa ultima puntata della prima serie, Penny lascia un ennesimo ragazzo, e Leonard trova finalmente il coraggio di chiedere un appuntamento alla sua cotta. I due escono e si divertono, ma sono insicuri se procedere con la loro relazione, spaventati di rovinare la bella amicizia che si è creata. Entrambi chiedono consiglio a Sheldon, che spiega loro il Paradosso del Gatto di Schrödinger, che porta infine, finalmente, Leonard a baciare Penny e uscire per la prima volta insieme da coppia.

La serie è incredibilmente divertente, e anche se non tutte le puntate mi hanno fatto sogghignare un numero uguale di volte, complessivamente è stata una visione piacevole e rilassante. I personaggi sono stupendi, anche se per ora manca, secondo me, un pò di varietà femminile, con Penny unica ragazza fissa presente nel gruppo, e Leslie Winkle l’occasionale guest star che appare giusto quando serve.
Howard è uno flirtatore disperato, troppo porco per riuscire mai a concludere mai qualcosa, e Raj è tutto l’opposto, talmente timido con le donne che non riesce neanche a parlare loro. Per un crudele scherzo del destino, Raj finisce con più donne di Howard. Leonard è il protagonista, certo, un nerd, ma il più ancorato alla realtà di tutto il gruppo, e quello intorno a cui l’attenzione del pubblico dovrebbe ruotare.

The Big Bang Theory Cast

Il cast al gran completo nella prima puntata di Big Bang Theory, da sinistra verso destra Howard, Leonard, Penny, Sheldon e Raj!

Chi invece, almeno dal mio punto di vista, ruba totalmente la scena e porta sulle sue spalle tutto il successo di questa serie, è Sheldon Copper, interpretato dal bravissimo Jim Parsons, quasi un moderno Rownan Atkinson con la sua faccia malleabile, il suo carattere serio e al contempo così egocentrico. E’ il suo modo di essere “fuori come un balcone” a essere al centro della gran parte degli episodi, e sono le puntate in cui lui si comporta in maniera totalmente strana e imprevedibile che fanno divertire più di ogni altra. La sua cultura nerd e il suo genio fisico, in continuo contrasto con ciò che la gente comune sa di questi due mondi apparentemente così distanti, rendono ogni puntata un “nerdgasm” per chi, come me, riesce perfettamente a capire alcuni comportamenti di Sheldon, anche se io di certo non ho un deficit sociale come il sopracitato.
Non vedevo sitcom da decenni, ma devo davvero dire che questa “The Big Bang Theory” mi ha piacevolmente sorpreso e divertito.
Parleremo presto della seconda serie! =)

Voto Personale: 8,5/10

Please, Teacher – 12
One More Time, Teacher
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)

Onegai Sensei

In quest’ultima puntata, le cose prendono una piega abbastanza finale. Vediamo come Mizuho viene condannata dal consiglio interstellare per essersi mostrata ad una forma di vita nativa del pianeta, per essere entrata in contatto fisico con essa (e questo conferma i miei sospetti che nell’ottava puntata i due hanno fatto l’amore) e per essere penetrata nella sua mente con un congegno iper-tecnologico; quest’ultima cosa spiega l’apparizione di Mizuho nel suo stato comatoso nella scorsa puntata. La sua punizione è una degradazione, l’annullamento della sua postazione da osservatrice della terra e il suo forzato ritorno a casa. Inoltre, al soggetto ogni ricordo riguardante Mizuho sarà cancellato.
E così è. Kei e i suoi amici non ricordano nulla della loro professoressa Kazami o di quanto accaduto intorno ad essa. Questo ci farebbe pensare che anche le migliorie dei rapporti che ci sono stati tra di loro siano scomparse, ma per qualche motivo così non pare: Hyosuke sta ancora con Kaede, a quanto pare tra Kei e Koishi si sono svolte più o meno le stesse cose, Ichigo e Kei contiuano a parlare della loro comune malattia, Matagu sta ancora solo e sfigato, e anche il professor Yamada partecipa finalmente al suo concorso per velivoli mono-pilota, arrivando addirittura a vincerlo. Tra lui e Koishi si sviluppa qualcosa, inoltre, e lui le regala il suo trofeo e pare che inizino ad uscire. Solo Kei confessa ad Ichigo di sentire un vuoto dentro di se, e questo lo fa continuando a fissare la scatola di cioccolatini stick davanti a se.

Minoru

Lo zio di Kei, Minoru, sopraffatto dai baci della moglie!

Poi, iniziano a ripetersi le scene della prima puntata, con Kei steso vicino al lago della cittadina una sera, e la grande notizia il mattino dopo, di una professoressa donna, che si rivelerà essere Mizuho. Nonostante lei ci speri, Kei non pare riconoscerla, nè la riconoscono il preside della scuola, o il signor Yamada, che lei invece ovviamente riconosce, con abito serioso e capelli tagliati. E’ quando la giovane si trasferisce di nuovo accanto a Kei, che il giovane si riproporrà di aiutarla a muovere i pacchi dal furgone all’appartemento, e all’improvviso ricorderà tutto, proprio grazie all’unione del pensiero ai cioccolatini e lei. I due sono ultra felici di ritrovarsi, e abbracciando e baciandosi, si promettono di rifare tutto ciò che nella scorsa volta hanno a fatica tentato di fare.
Sui titoli di coda, vediamo quindi come i due annunciano agli zii di Kei il matrimonio, si sposano, vanno in luna di miele al mare e si tengono la mano, quali che siano le avversità. Su questa scena, l’anime si conclude.

Veniamo alle conclusioni. Le dodici puntate dell’anime sono state, come avete notato, tutte piuttosto piacevoli, e per quanto io odi certi stereotipi sempre più comuni nei cartoni animati giapponesi di questo tipo, Onegai Sensei si è mantenuto su una media positiva.
I personaggi, per quanto pochi, riescono a essere interessanti un pò tutti, tranne Matagu, a cui manca una vera e propria caratterizzazione. Sappiamo che è single da inizio a fine anime, e che il suo grande sogno è incontrare un alieno. Anche Kaede è poco caratterizzata, ma lei e Hyosuke (uno dei personaggi più interessanti dell’anime, proprio perchè protagonista, con Kaede, di uno dei momenti più adulti dell’opera) sono una coppia davvero carina da vedere, e secondo me sono quanto di più vicino può capitare a ragazzi e ragazzi comuni a quell’età. Koishi è una ragazza vivace e intraprendente, spesso al centro della vita di Kei, e sono proprio curioso di capire come, in questo passato alternativo che la “mitica” e “imparziale” confederazione galattica ha creato cancellando tutte le loro menti selettivamente, lei abbia gestito la sua cotta per Kei, la sua amicizia con Ichigo e come sia finita per innamorarsi del Prof. Yamada. Anche Ichigo è un personaggio particolare, anche se non posso dire che mi sia rimasto simpatico. Per egoismo, spinge i suoi amici a mettersi insieme senza che l’uno ricambi i sentimenti dell’altra, e nonostante alla fine Koishi e lei si spieghino, non riesco a “perdonare” il suo comportamento. Peccato che il suo personaggio non viene mai totalmente spiegato, non si capisce da dove siano nati i suoi standstill (o al momento non lo ricordo) e quindi è un’occasione sprecata.
Kei e Mizuho sono buoni protagonisti. Mizuho, per fortuna, non è la solita donna da anime giapponese che si sottomette al 100% al suo uomo, ma sa mostrare anche carattere. Kei purtroppo è il classico maschio debole e indeciso, che non riesce a farsi valere neanche davanti alla sorella minore di sua moglie. Non dico di essere la persona più decisa del mondo, anzi, chi mi conosce può proferire il contrario, ma Kei è davvero un caso portato troppo verso i suoi estremi, in cui fatico a trovare similitudini e per cui mi risulta difficile trovare eccessiva simpatia. Anche i loro interminabili andirivieni tra lo “sto con te”, “non dovrei/posso/voglio stare con te” sono un pò esagerati, ma non nego che a volte la vita di coppia è davvero un pò strana, e per quanto ci si ama, problemi nascono sempre, e risolverli non è sempre facile.

Please, Teacher! cast

Un piccolo Wallpaper in cui potete vedere tutto il cast di Please, Teacher!

Quello che proprio non mi va giù di quest’anime, è la situazione di partenza. Se Mizuho fosse stata non una professoressa ma una studentessa, magari di una classe superiore, e non un’aliena ma un’umana, tutto sarebbe rimasto ugualmente interessante. Anche e soprattutto perchè IL momento migliore dell’anime, avviene tra Hyosuke e Kaede, e non tra Kei e Mizuho. Buttarci dentro alieni, professoresse e studenti insieme probabilmente era solo un motivo per far curiosare qui amanti di ecchi o hentai o chessò chè, e soddisfare le loro perverse fantasie, quando in realtà si voleva semplicemente narrare una storia d’amore un pò diversa dal solito, tra un ragazzo più giovane della ragazza, con tutti i guai annessi e connessi. Non nego che spesso la situazione tra i due, proprio perchè studente e prof, non abbia causato momenti divertenti e comici, ma il casino era evitabile, e il coinvolgimento di alieni, totalmente superfluo. Inutile al massimo grado.
Gli unici insegnamenti che ho tratto dall’anime, sono proprio questi, molto umani, principi di amicizia, del non smettere di voler far decollare un sogno, del non vivere una bugia, ma piuttosto la realtà, anche se fa male, e che non bisogna fermarsi davanti al dolore, poichè come ogni altra cosa nella vita, anche la felicità, esso è solo passeggero. E molto più sopportabile se vissuto con qualcuno al tuo fianco.

Voto Personale (della puntata, e dell’anime in generale): 7/10

E con questo mega-bottino di questa settimana, ci salutiamo! Andate a vedere The Avengers, è davvero COSI’ bello, e ne parliamo presto nei commenti, sperabilmente! =) Vi rimando a settimana prossima, con un altro numero del Weakly, forse non così ricco come questo di oggi, ma altrettanto entusiasmante!

8 Risposte to “The Weakly Hobbyt #63”

  1. Stian Says:

    Bè, I Vendicatori è stato un film che anche a me è piaciuto molto..!
    sono contento che siano arrivati a fare il film e che l’abbiano bilanciato nel modo corretto!
    Credo sia un film da vedere per chi ha visto glia altri della serie o anche solo alcuni, o per gli appassionati di fumetti supereroistici!
    A chi non piace il genere supereroistico credo invece che non debba necessariamente vederselo, o almeno sarebbe consigliabile iniziare ad interessarsi prima agli altri film dove ci si focalizza su singoli personaggi..
    Condivido la maggior parte delle affrmazioni di Celey riguardo il film, quindi in realtà non ho un granchè da aggiungere..
    potrei dire che Cap. per certi versi è un pò il “pirla” del gruppo, ma non è colpa sua.. è ancora un uomo troppo fuori dal tempo credo, ma potrà rifarsi in un fututo Captain America 2..!
    Sono tremendamente dispiaciuto per il fatto che il prossimo film dedicato all’arrampicamuri non sarà collegato a questi altri, (sarebbe davvero figo!) ma vabè, che ci possiamo fare..?!

    in ogni caso è un film soddisfacente che non delude i Marvel fan!!

  2. Wise Yuri Says:

    come saprete a me della roba Marvel me ne frega il giusto (e me ne intendo poco), ma sono andato a vedere The Avengers, e devo dire che mi ha piacevolmente sorpreso, sempre di un film su supereroi si parla, prevedibile e pieno di clichè, ma diavolo se è stato una festa per gli occhi ed una bomba d’azione non-stop.

    P.S.: Loki è stato proprio una -passatemi il termine- mezzasega, era così anche nel film dedicato a Thor (se c’era in quel film, ovvio)?

    • Stian Says:

      riguardo il tuo PS…:
      non direi ceh Loki sia stato una “mezzasega”, anzi..!!
      Il suo piano in realtà è riuscito.. i Vendicatori son riusciti a sconfiggere i chitauri, ma l’invasione non è che non ha avuto inizio…
      Loki non è un nemico combattente, è più forte di un umano , ma rimane il dio dell inganno e come tale ha lavorato bene direi…
      E per rispondere alla tua domanda.. Nel film Thor Loki è coinvolto di più nell’azione ed agisce in modo maggiore, quindi direi che la risposta alla domanda sia un NO…!
      =)

  3. Dunther Says:

    -The Avengers
    Non volendo spoilerarmi ho dovuto saltare il tuo articolo. Il film mi piacerebbe vederlo ma ci vorrà un po’ prima che si trovi a qualità decente, ed inoltre devo ancora vedere Iron Man 2 e Thor.

    -The Big Bang Theory – Season 1
    Ho visto una manciata di puntate e devo dire che è simpatico, ma nonostante gli argomenti trattati, il format di questo show è quello economicamente odioso e con tanto di risate registrate. Diciamo che telefilm un po’ (un bel po’) più seri (e non intendo come tematiche) mi hanno “viziato”, e non riesco a digerire facilmente questa roba. In definitiva sono d’accordo che sia divertente, ma è difficile che il mio interesse possa andare oltre la puntata occasionale.

    PS: ragazzi sti articoli sono diventati troppo lunghi. Meglio diluire i contenuti in più numeri piuttosto che farne uno che ci mette 10 minuti a caricare.

    • Celebandùne Gwathelen Says:

      Potresti/Potevi anche vederlo al cinema, ne valeva la pena!

      Big Bang Theory secondo me è a buon livello, è al contempo intelligente e fa parodia dei nerd e dei super-intelligenti. Veditelo un pochino meno occasionalmente e segui l’ordine delle puntate, secondo me dopo un pò ti appassioni! 😉

      E, si, articoli così lunghi non ce ne saranno più. Era davvero troppo a sto giro!

      • Dunther Says:

        Se avessi potuto l’avrei fatto, e poi non ho nemmeno visto Iron Man 2 e Thor.

        Ho già provato a vederlo seriamente, c’è di peggio ma quel format lì è odioso…preferisco impiegare il mio tempo in altro.

  4. The Weakly Hobbyt #162 | Checkpoint Café Says:

    […] cento numeri fa, era il Weakly Hobbyt #63, abbiamo parlato del capolavoro Marvel, The Avengers. Oggi, quasi un mese prima della sua uscita […]

  5. The Weakly Hobbyt #189 | Checkpoint Café Says:

    […] o avendo una trama particolarmente originale, va visto, e va visto al cinema. Seguito non solo di Marvel’s Avengers, ma anche di Thor – The Dark World e Captain America – The Winter Soldier (e in parte […]


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