The Weakly Hobbyt #83

The Weakly Hobbyt #83

Benvenuti, fantasmi, mostri e streghe, a questo Weakly che chiude la settimana di Halloween, lasciandoci alle spalle torte di zucca, maschere di mostri, e dolci ipercalorici, con articoli a tema, speriamo abbiate passato un buon Halloween ( e se lo celebrate, anche un buon Día de los Muertos), e buona lettura!

Otaku Vampire

(A cura di Wise Yuri)

Oggi parlo del primo volume di Blood Lad, nuovo manga, e ve ne parlo in quanto curioso sull’idea di fondo, e soprattutto perchè il primo volume è stato lanciato nelle fumetterie a 1,99 €. 😀 Comunque vi parlerò solo del primo volume (perchè ho letto solo quello, non per altro), e vi dirò la mia opinione a riguardo.

Blood Lad parla di Staz, un vampiro, ma diverso dalla classica immagine di un nobiluomo alto e aquilino, tutto vestito di nero e con un mantello, ed anche da quella del giovane albino e glaciale della ben nota serie di libri che non deve essere nominata. Spaz è un vampiro appassionato di moda, ma soprattutto un nerdone/otaku da manuale, che collezione qualsiasi cosa giapponese riesce a far portare nel loro mondo, con pile e pile di manga, videogames ed action figures. Staz è il boss di una zona di questo “mondo demoniaco”, ma passa la maggior parte delle sue giornate dormendo, sbevazzando al bar, giocando a videogames, praticamente in un ciclo quasi eterno di cazzeggio, interrotto saltuariamente da altri mostri che vogliono la sua testa. Questo fino a quando una ragazza giapponese, Fuyumi, non piomba per caso nel loro mondo, mandando su di giri Staz e innescando una serie di eventi…

Devo dire che questo primo volume mi è piaciuto molto, il tema è sempre quello dei vampiri, uno decisamente popolare in questi anni, ma l’idea di un vampiro otaku/nerd, molto spaccone all’apparenza ma che spesso, a cose fatte, pensa “fiuu, è andata bene!”, è molto divertente ed originale, non posso dire di aver mai sentito una creatura della notte del genere, molto diverso da quello classico del genere horror, o rimanendo in tema, da vampiri come Alucard di Hellsing, che tagliano arti e legamenti come fossero burro. La realizzazione è buona, in questo primo volume c’è molta enfasi sulla commedia, ma funziona, e ci sono delle buonissime battute, come quando devono trovare un modo di risolvere una situazione, e Staz se ne esce “Senti, so come fare, dobbiamo solo raccogliere sette sfer-” prima di essere zittito. 😀

Va detto, Staz fornisce quasi tutto il fattore comico in questo volume, chiedendo a caso “Ma Gundam è ancora popolare?” (cosa un pò ridicola è che lo ancora davvero) o uscendosene con analogie da videogioco, tipo invece di dire “dobbiamo prepararci, prima di andare.”, dice “non vorrai mica che affronti il boss finale senza riposare alla locanda prima?”. Del resto dei personaggi non mi esprimo poichè è solo il primo volume e non c’è modo di valutarli per bene, ma la orotagonista non ha stà gran personalità, mi sembra messa lì più per fanservice che per altro, ed avrei preferito non vedere le solite “tette all’elio” sul 90 % dei personaggi femminili, a dirla proprio tutta. Il disegno è buono, ma come già scritto prima, non mi esalta molto come l’autore disegna i personaggi femminili, per la maggior parte. Apprezzo invece come il manga giochi sui classici miti del vampiro, prendendo per il culo la stupidissima cosa dell’aglio, per esempio. Non vi dico altro, d’altronde se vi dicessi cosa succede per filo e per segno, vi toglierei ogni curiosità a leggerlo.

Quindi direi – se la premessa vi piace- di leggere almeno il primo volume, e valutare voi stessi. Una cosa strana è come il foglietto che riportava la dicitura “prezzo di lancio 1.99 €” avesse sul retro la scritta “il manga che ha ispirato una famosa serie animata”, quando la versione anime è -a quanto ho capito- ancora in lavorazione e dovrebbe uscire in una data imprecisata del 2013, quindi mi piacerebbe sapere se la Panini ha intenzione di doppiare eventualmente la serie animata anche da noi quando e se uscirà, e ha voluto dirlo in maniera criptica, o scrive le cose ad cazzum. XD

Alien Resurrection
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)

Alien Resurrection

Quarto e (per ora) ultimo film della serie Alien originale, questo Alien Resurrection, datato 1997, è un film che secondo me riflette un pò la sua epoca, e cioè quel periodo in cui si iniziava a parlare di clonazione e ci si faceva un sacco di “pensieri” (per dirla in maniera carina) su cosa avrebbe significato la clonazione per l’uomo e fino a dove sarebbe stato etico duplicare un’essere umano. Parliamo un attimo della trama del film e poi torniamo ai miei pareri.

Siamo a bordo dell’astronave Auriga e un gruppo di scienziati è finalmente riuscito a ricreare in vitro una Ellen Ripley da dei campioni di DNA congelati trovati su Florina 161. Il gruppo spera e riesce nell’impresa di clonare anche la regina aliena che Ripley portava al suo interno, e quando riescono nell’impresa e il clone di Ripley#8 non muore dopo l’operazione di estrazione della regina, decidono di tenerla in vita per “osservarla e studiarla”. Così le insegnano a parlare e allenarsi con esercizi fisici, cosa che le riesce molto bene e molto in fretta. Poco dopo alla Auriga approda l’astronave non registrata Betty, su cui ci sono dei mercenari che forniscono il Generale Perez e la sua squadra di scienziati di umani congelati rapiti. Questi verranno usati come incubatori per gli alieni per i quali la regina ha generato già uova da cui escono facehugger. Il gruppo di mercenari chiede a Perez il permesso di rimanere a bordo per un paio di giorni di svago e il permesso viene accordato. Così il gruppo (formato dal capitano Elgyn, dalla giovane Call, dal diversamente abile Vriess, dal suo amico per la pelle Christie, lo spaccone Johner e co-pilotessa Hillard) incontra Ripley mentre questa si allena a basket e gli scienziati notano come il suo comportamento sia molto aggressivo, probabilmente un tratto ereditato dagli Alieni. Ripley stessa invece nota che anche il suo sangue è diventato acidico, come quello alieno.

Alien: Resurrection

Call vuole uccidere Ripley per farla smettere di soffrire! Che dolce e gentile fanciulla!

Nel frattempo, continuano gli esperimenti sugli alieni nella Auriga, e mentre Call prova ad uccidere Ripley per “non farla più soffire” gli alieni riescono a sfuggire dalle loro celle di contenimento e iniziano ad uccidere scienziati ed equipaggio. Alcuni riescono a sfuggire con le capsule di salvataggio, molti altri, incluso il generale Perez, periscono a causa degli alieni. Presto il gruppo di mercenari sono tra gli unici rimasti in vita, mentre Ripley#8 fugge dalla sua cella di monitoraggio, braccata da altri alieni. Dopo un paio di scontri, in cui muore il capitano Elgyn e al gruppo si aggiungono lo scienziato Wren e il soldato DiStefano, il gruppo incontra Ripley ed insieme decidono di fuggire dalla stazione, nonostante Call continua a diffidare di Ripley, definiendola “una di loro”. Sulla via incontrano anche un altro sopravissuto, incubato da un alieno, che decidono di portarlo con se per criogenizzarlo e poi rimuovere l’alieno in maniera chirurgica. Inoltre Ripley trova una stanza su cui c’è scritto 1-7 ed entrando vede i primi sette tentativi di clonarla, delle aberrazioni genetiche, di cui la povera #7 era ancora in vita, deforme e attaccata alle macchine per sopravvivere. In lacrime, uccide i sette tentativi fallimentari, e vuole anche uccidere Wren, ma si contiene all’ultimo. Il gruppo deve attraversare le altri parti di navi e perde sulla via anche la co-pilota Hillard e il pistolero Christie, prima che Ellen#8 viene rapita dagli alieni e lasciata indietro dagli altri, nonostante Call provi a salvarla (il loro rapporto nel frattempo migliorato, soprattutto dopo la scoperta che Call non è altro che un androide di seconda generazione, e che questi ha aiutato a redirigere la nave dal suo percorso di atterraggio sulla terra a una ad impatto con la terra).

Alien: Resurrection

Ripley e Colleghi ne vedranno delle belle, prima della fine del film.

Mentre Wren tradisce il gruppo arrivato alla nave, e Purvis (l’incubato) uccide Wren dopo una breve sparatoria e viene ucciso dal suo alieno incubato, Ellen assiste alle conseguenze della clonazione della regina aliena: come la clone di Ripley ha caratteristiche aliene (sangue acido, ferocia aumentata, forze e riflessi superiori, connesione psichica con l’orda aliena) così anche la regina ha ereditato una caratteristica umana latente; un organo riproduttivo umano. E’ così che la regina partorisce una specie ibrida tra gli alieni e umani. Quando questa esce dalla pancia della regina, non riconosce questa come sua madre e la uccide, e invece riconosce Ripley come propria madre, e la insegue quando questa fugge in direzione Betty. Così, con Call, Di Stefano, Johner e Vriess in fase di decollo, Ripley riesce ancora ad agganciarli. Inutile dire che quando credono che sia tutto finito, anche l’ibrido alieno umano riesce salire a bordo ed attacca prima Call nella stiva, poi uccide DiStefano che era andato lì a controllare che fine avesse fatto l’androide. E’ solo quando Ripley#8 si rende conto che “suo figlio” è ancora in vita, che anche lei va nella stiva e fingendo attrazione verso il “cucciolo”, lo abbraccia e poi con il suo sangue acido crea un buco in una finestra della astronave. Il risucchio fortissimo causa l’alieno di venire risucchiato, pezzo pezzo, nello spazio, con tremendi dolori atroci. Ellen piange a questa vista, e quindi il rientro in atmosfera è di quelli tristi più che felici. Infine però l’equipaggio arriva sulla terra, dove Ripley#8 non sa cosa il futuro le riserva, essendo lei stessa una estranea a quel luogo.

Alien: Resurrection

Il Newborn, così viene ufficialmente chiamata la nuova specie di Alieno, crede che Ripley#8 sia sua madre.

Devo ammettere che nonostante le critiche, in genere, per Alien Resurrection siano piuttosto negative, il film non mi è dispiaciuto poi tanto. Ricordo inoltre di averlo già visto una volta da adolescente, senza ovviamente capirne molto allora, poichè non avevo ancora mai visto il terzo Alien. Ora che la saga l’ho completata posso dire che, come in precedenza, anche questo Alien Resurrection non era di certo necessario come aggiunta alla saga, siamo comunque su livelli più elevati rispetto ad Alien³.
La storia di fondo non è male, l’idea di clonare Ripley è un pò “farfetched”, perchè da cosa l’abbiano clonata è un pò un mistero, visto che è stata bruciata viva nel terzo film, ma poniamo caso che pure abbiano trovato alcune sue tracce di sangue da qualche parte, trovo improbabile che in questo filamento di DNA ci sia sufficiente informazione per clonare sia lei che la regina aliena che stava crescendo al suo interno. Dove dovrebbe essere il suo di DNA? Non si sa, non è dato saperlo. Comunque sia, tolta questa piccola premessa di assurdità, il resto della storia fila liscio. Per errore e curiosità scientifica Ellen viene tenuta viva e non uccisa, gli Alieni si liberano e a bordo della nave si scatena, come previsto, il putiferio. I personaggi coinvolti nella vicenda non sono male, ma chi ruba la scena insieme ad Ellen Ripley interpretata dalla sempre vivace Sigourney Weaver, è il giovane androide Call, interpretato da una stupenda Winona Ryder. La sua voce è molto dolce e molto bene e contribuisce non poco alla sua notevole presenza scenica; il suo personaggio inoltre è incidentalmente quello meglio caratterizzato di tutti e rende l’azione tra la brava Weaver e la giovane Ryder tanto più credibile (per quanto poi ci siano quei momenti in cui lo script, semplicemente, meglio di così non riesce a fare!). Gli altri mercenari della Betty non sono male, ma solo Johner riesce a mostrare un pochino di carattere, gli altri non mi hanno impressionato più di tanto. Del personale militare, i migliori sono il Generale Perez, molto espressivo per quanto abbia poche apparizioni, e uno scienziato di nome Gediman, che nel film non ha molto rilievo, ma che viene interpretato bene nelle sue poche scene di presenza da Brad Douriff.
Gli Alieni stessi, figli del clone della regina, sembrano essere diventati più intelligenti in questo film, e in particolare l’alieno ibrido umano è un nemico “disgustoso” e terribile ma al contempo lo si compatisce a fine film per la fine (davvero orribile!!) che fa.

Alien: Resurrection

Incontrare i propri sette esperimenti falliti è uno di quei momenti che Ripley#8 non dimenticherà mai. E neanche lo spettatore.

La scenografia non è niente male, e per quanto non eccellente come in Aliens, presenta i suoi punti forti. Una scena incredibilmente capace di rimanere nel mio immaginario è stata quella in cui Ripley#8 incontra, in una stanza della Auriga, i sette precedenti esperimenti falliti di ricrearla, con tanto della “numero 7” ancora in vita, che la supplica di ucciderla. Insieme alla scena in cui Ellen uccide l’alieno ibrido umano, questa è una delle scene che emotivamente mi ha coinvolto di più. L’intera idea dei “cloni non riusciti” è fortemente entrata nella mia mente e per quanto terrificante è anche affascinante e degna di far entrare questo film, più del due e quasi allo stesso livello dell’uno, nella definizione di sci-fi/horror!
Per il resto, il film ha i suoi momenti anche “scarsi”, come quello in cui Christie viene spruzzato in faccia da un alieno che li insegue e “improvvisamente” non ce la fa più a continuare (nonostante non sembrino gravi le sue ferite) e “muore” buttandosi nell’acqua sottostante. Christie è con questo meritevole del premio “morte più stupida della serie”, premio che assegno con tristezza, in quanto precedenti morti nella saga non erano così cretine.

In ultima analisi, però, ritengo che Alien Resurrection sia migliore del suo prequel e tutto sommato un film che merita visione (per quanto, come già detto in apertura, la saga poteva finire dopo il terzo film o, se per questo, direttamente dopo il secondo). E’ un Alien un pò diverso dai precedenti, ma sufficientemente “alienoso” da rientrare nella saga a buon diritto.

Voto Personale: 7,5/10

Dylan Dog – 7
La Zona del Crepuscolo
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)

Dylan Dog 7

Torniamo a parlare di una delle prime avventure dell’indagatore dell’incubo quest’oggi. Hallowe’en è passato da poco e pensavo che qualcosa di horrorifico non avrebbe guastato di certo questo numero del Weakly Hobbyt. Vamos!

In questo numero, seguiamo il resconto di Dylan Dog del suo viaggio nel remoto paese inglese di Inverary. A chiamarlo lì è stata la giovane Mabel Carpenter, che ci vive e inizia a vedere le persone intorno a se decomporsi in maniera zombiforme. La giovane ne è ovviamente spaventata e il fatto che tutti gli altri non si rendano conto della loro trasformazione, o in alcuni casi la chiamino addirittura normale, ne aggrava lo spavento. Inoltre inizia ad avere incubi in cui il dottore del paese, il dottor Hicks, fa strane operazioni agli abitanti del villaggio che hanno queste decomposizioni della pelle e così via. Un giorno di nebbia, Mabel si trova a vagare spaventata per la città, e questo esercito di compaesani in stato di decomposizione la seguono fino al molo, dove lei cade in acqua.
Contemporaneamente, Dylan e Groucho si avviano da Londra. L’indagatore dell’incubo dice a Groucho che questa Mabel Carpenter lo ha chiamato dicendo che Inverary sia invasa dagli alieni. Dylan non ci crede, ma ricorda che il padre gli ha detto che a Inverary c’era un vecchio laboratorio di Xabaras, e si dice interessato di andare a fondo della vicenda. Tuttavia i due incappano a loro volta in banchi di nebbia e il maggiolone di Dylan si arena e gli si rompe la coppa dell’olio. Fortunati nella sfortuna, incontrano presto il traghettatore del lago Loch Fyne, un tale Charon, che invece di possedere un normale traghetto, ha una nave a vela con motore come traghetto, e li porta dall’altro lato del Loch per sole cinque sterline. Sul viaggio però sentono gridare aiuto dall’acqua e Dylan, pronto, si tuffa nel lago per salvare chiunque fosse. E’ proprio Mabel, che Dylan raggiunge una volta che lei è sprofondata. Sfortunatamente per i due, un enorme gorgo rischia di risucchiarli, e Dylan, non sentendo più nè respiro nè polso, lascia andare Mabel per salvare la propria vita. Distrutto per la perdita, Dylan torna dal traghetto e si rende conto solo dopo per un braccialetto rimasto impigliato nella sua cintura, che la ragazza affondata nel gorgo era proprio Mabel Carpenter.

Dylan Dog 7

Dylan e Groucho non credono ai propri occhi quando vedono il Traghetto di Charon! Come biasimarli?

Una volta arrivati ad Inverary, Dylan decide quindi di trovare la madre di Mabel la morte della figlia, ma quando questo la trova, la madre è stupita e porta lui e il suo assistente nella stanza di Mabel, dove questa dorme tranquilla. La madre di Mabel quindi caccia Groucho e Dylan di casa invocandoli di tornarsene a londra e di lasciarli in pace. Il sonno di Mabel è pieno di incubi però, e sogna di annegare in fondo al lago, ma di poi uscirsene da lì a piedi e tornare a casa. Quando si sveglia, si rende conto di essere tutta bagnata e di avere le alghe del lago ai piedi. Dylan e Groucho nel frattempo vagano pensierosi per la nebulosa Inverary, e si ritrovano all’improvviso sul suo cimitero. Lì scoprono la cripta di famiglia dei Carpenter, e vedono la lapide di Terence Carpenter, della moglie e madre di Mabel e di Mabel stessa, che secondo la data di nascita, dovrebbe avere oltre sessant’anni, ma che evidentemente ne dimostra meno di venti. Dylan sospetta che ci siano macchinerie di Xabaras all’opera, ma poi rigetta l’ipotesi poichè il suo antagonista non era mai riuscito a creare zombie pensanti e parlanti. In quel momento, Terence Carpenter esce dalla sua tomba, e chiede a Dylan di venire ucciso. Dylan chiede perchè e il Signor Carpenter si strappa la pelle dal viso e decade come gli altri personaggi di Inverary; dice di essere stato il primo ad essere entrato nella Zona del Crepuscolo, un attimo che si stende all’infinito tra la vita e la morte. Dylan vuole estorcergli altre informazioni, ma Terence Carpenter lo attacca minacciando di ucciderlo se l’indagatore non lo farà con lui. Il giovane lo spara e Groucho gli tira la lapida in testa, e ringraziandoli Terence si dissolve in polvere davanti ai loro occhi. Il giorno dopo Dylan va dal meccanico di Inverary per far aggiustare il suo maggiolone e andarsene, mentre Mabel viene portata a farsi un giro dalla sua cotta segreta Mark. Lui le propone di portarla in Biblioteca, ma in realtà si dirige verso il dottor Hicks. Mabel va in manico e gli strappa la pelle dal viso. Questo causa un incidente tra il veicolo di Mark e un camion che li precedeva e Mabel fugge dalla macchina mentre Mark viene prima impalato da una lastra e poi bruciato vivo nella seguente esplosione. Nella fuga, Mabel e Dylan si incontrano finalmente e lei racconta a lui tutto ciò che ha vissuto e sognato, ma poi si rende conto che anche lei è una della zona del crepuscolo e lo prova a Dylan tagliandosi il braccio senza sanguinare. I due vanno così dal Dottor Hicks, dove questo prima fa tornare il corpo cadaverico e bruciato di Mark come era in precedenza, e poi spiega a Dylan la sua storia. Nella sua torre c’era davvero un laboratorio di Xabaras (che si faceva chiamare Dottor Vergerus all’epoca) un tempo, che lui, da giovane, aveva trovato e utilizzato per i propri studi. Così era venuto a conoscenza del Mesmerismo, una specie di ipnosi suggestiva, e aveva sviluppato una tecnica di convincere il soggetto di non essere morto ispirata dal racconto di Edgar Allan Poe “Testimonianza sul Caso del Signor Valdemar”. Così aveva convinto prima Terence di farsi sottoporre a questa mesmerizzazione e poco a poco gli altri del villaggio hanno seguito, volontariamente, la stessa strada. Nè vivi, nè morti, ma nell’attimo in cui la morte è ancora vita, e la vita non è ancora morte. Dylan è orrificato dall’intera vicenda, e il Dottor Hicks si aspetta di venire ucciso e tutta Inverary distrutta, ma Dylan preferisce invece lasciarli nell’inferno nel quale secondo lui si trovano e tornare a Londra con un Groucho ancora all’oscuro di tutto. Dopotutto, il caso è risolto e Mabel si è resa conto che le stranezze di Inverary sono, invece, una normalità.

Dylan Dog 7

Il Dottor Hicks, “restaurando” Mark, dimostra di essere un maestro della sua arte!

A fine episodio, vediamo come lo stesso Dottor Hicks ha una guanca decomposta e si crede prossimo per il proprio prossimo trattamento, indicando che anche lui è stato o si è auto-sottoposto alla mesmerizzazione.

Personalmente, questo numero mi è piaciuto molto. Per quanto il caso da risolvere era “meno complicato” per Dylan del previsto, la storia di fondo dell’episodio è davvero spettacolare. Montanari e Grassani hanno preso un racconto di Edgar Allan Poe e lo hanno trasformato in una bella storia per l’indigatore dell’Incubo, confermandone al contempo la ricchezza culturale e la capacità di reinventarsi ad ogni numero. Il Dottor Hicks in particolare è un personaggio incredibile e, per una volta, non un semplice folle con manie di grandezza, ma che si accontenta di essere Dio sulla sua piccola parte dell’inferno sulla terra da lui così creato. Mabel stessa è solo una vittima degli eventi, una vittima scelta con gusto estetico, ma solo una vittima. Tutto sommato, considerando anche i sempre splendidi disegni e l’ottima scenografia generale dell’opera, un Dylan Dog che si può considerare tra i migliori in circolazione.

Grouchata dell’albo: Rispondendo al telefono: “Pronto? Chi parla? Se volete tiriamo a sorte, altrimenti parliamo un pò per uno!”

Voto Personale: 8,5/10

Art of (Chinese) War

(A cura di Wise Yuri)

Ogni tanto vi parlo di un libro, perchè ogni tanto… mi sento di dover usare un pò del cervello che mi è rimasto, pressapoco. XD Oggi vi parlo, più che di un libro, del famoso trattato di strategia militare L’Arte della Guerra, scritto all’incirca verso il 500 a.c. ed attribuito al generale cinese Sun Tzu, sottoposto nei secoli ad infinite aggiunte, modifiche ed adattamenti.

Ora, vi potreste chiedere perchè dovreste leggere un trattato del genere, visto che con buona probabilità non vi alzate la mattina e pensate a come conquistare imperi o far varcare il Danubio alle vostre truppe (ed alcuni si chiederanno “perchè leggere?”, ma purtroppo ancora non esistono i lumaconi verdi di Futurama da mettersi in testa, quindi pazienzate), ma è il titolo che fa pensare il trattato abbia valore solo per strateghi e comandanti.

Se fosse così difficilmente sarebbe stato un’opera conosciuta fuori dal campo militare, ed infatti il trattato affronta la gestione dei conflitti, sia nell’accezione militare che in quella più generale, e di conflitti di varia natura la vita n’è piena. E per chi studia/ha studiato psicologia o si interessa di questa materia, anche in maniera marginale, questo trattato è a dir poco essenziale, perchè offre infiniti spunti e metodi di lettura, e sebbene sia ormai a dir poco antico come trattato, i suoi insegnamenti possono essere adattati (con un pò di elasticità mentale) a moltissime situazioni di tutti i giorni, o ricavati in modo attinente all’epoca moderna. Il concetto principe del trattato è quello del “conquistare intero ed intatto il nemico”, ovvero la vittoria assoluta, quella rapida e perfetta, che non cerca la distruzione, ma un qualcosa su cui costruire, che renda l’inevitable conflitto il più rapido ed “indolore” possibile.

L’edizione che ho letto (quella Oscar Mondadori, la cui copertina è mostrata ad inizio articolo) presenta una corposa ma necessario preambolo/introduzione all’opera, e nella seconda parte commenta i passaggi per meglio comprenderne il significato, e oserei dire che forse ho scelto la miglior edizione possibile (soprattutto per uno come me, quasi totalmente digiuno di libri del genere), perchè è ricca di contenuti che aiutano la comprensione, senza però darvi la sensazione di essere presi per mano come dei bambocci.

La cosa bella è però che leggendolo, comprendiate quanto effettivamente sia importante come opera, magari potreste pensare che alcune frasi ed affermazioni siano ovvie mentre lo leggete, ma a fine lettura capirete il perchè dei molti esempi, paragoni, metafore, ed apparenti banalità, e vi apparirà chiaro il loro significato (lasciando a voi l’interpretazione, che può essere molto diversa da persona a persona).

Se siete curiosi o decisi a leggere qualcosa di un pochino più impegnativo, direi che ne vale la pena, e se possiedete un lettore Kindle (o tablet/smarthphone che supportano il software Kindle), potete prendere la versione e-book da amazon.it a 50 centesimi, ovvero la metà di un caffè, quindi…. il problema non è certamente un alto prezzo. 😀 Ed è tutto quello che ho da dire, lo so che solitamente non parliamo di libri del genere sul Weakly, ma ogni tanto ci può stare.

Che dite, ci rileggiamo settimana prossima? Direi di sì, a presto! 🙂

2 Risposte to “The Weakly Hobbyt #83”

  1. PukkaNaraku Says:

    7° La Zona del Crepuscolo: gran bel numero, sicuramente migliore del precedente di Monty e Grass, anche se ci sono alcuni punti in comune (come l’ambientazione lontana da Londra, il caso che si “scioglie da solo” senza particolari indagini). La natura guidata del caso si è fatta sentire MOLTO di meno rispetto alla precedente storia di M&G, in quanto il velo di mistero è affascinantissimo e tiene con il fiato sospeso fino all’incontro-rivelazione con il Dr.Hicks. Disegno dal tratto pulito e sicuro, che il colori della CSaC valorizzano alla grande! Anche qui l’ombra di Xabaras si fa sentire, anche se non “in prima persona” (e c’è una sorta di curiosità nascente nei confronti del padre di Dylan, chissà)! Promosso!


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