Natale è sotto le porte e noi parleremo quest’oggi di tutto fuorchè di temi Natalizi, giusto per non ricadere nella massa e farci sconvolgere le vite da un pover’uomo che si dice sia nato 2015 anni fa circa, neanche in questo periodo dell’anno poi, ma in estate. Sul menù odierno troviamo Marsupiali e Robot, Alberghi Valacchi, Cieli di Ferro Nazisti e Gallici Animati.
Qwarktastico?
(A cura di Wise Yuri)
Tempo fa, un gioco per la “vecchia” PS2 (detta in gergo il “monolito nero”) mi conquistò ancor prima di giocarlo, bastò un video per farmi capire “questo lo voglio!”. Tale gioco era niente popò di meno che l’originale Ratchet & Clank (che abbrevierò più volte in R&C in questo articolo), e dopo averlo giocato mi appassionai alla serie, che ho continuato a seguire anche quando approdò su PS3. Oggi parliamo dell’ultimo titolo della serie, Ratchet & Clank: Q-Force, uscito circa due settimane fa per PS3 (con la versione PS Vita rimandata a gennaio), che come il recente Tutti Per Uno, è uno spin-off che esperimenta con la classica formula della serie, stavolta coniugandola a quella dei tower defense. Avendolo pre-ordinato, ho avuto modo di giocarlo abbastanza (tempo permettendo), ed ecco la mia recensione sul titolo, divisa in single player e multiplayer (più un breve commento al comparto tecnico ed il commento finale). Perchè? Lo scoprirete presto. 🙂
SINGLE PLAYER
La storia della modalità Campagna di Ratchet & Clank: Q-Force (che volendo può essere anche giocata assieme ad un’altro giocatore in cooperativa online, ma non ho provato questa opzione) vede Ratchet, Clank e Quark che si “godono” un momento di noia galattica, in cui tutto va bene, senza disastri o attacchi da parte di arcinemici robotici provenienti da altre dimensioni. Il che vuol dire ozio forzato per i nostri eroi, ma a smuovere le acque e rendere la galassia meno noiosa arriva un supercattivone di nome Zurgo, che attacca le centraline atmosferiche di alcuni pianeti, creando scompiglio quà e là, e dice di avere (pure lui) un conto in sospeso con il Capitano Qwark (lol, senza il mascellone verde l’universo sarebbe davvero un posto più sicuro, visto che il 99% delle volte la colpa di tutto quello che succede nella serie è sua XD).
Premessa debole, ma sufficiente come motivazione per giocare le mappe, ed anche qui abbiamo il tipico humour della serie, con quel tono autoironico e scanzonato apprezzato sin dal primo Ratchet & Clank. Passiamo al gameplay.
La campagna è divisa in mappe, in cui l’obiettivo è difendere i generatori della vostra base dagli assalti delle truppe nemiche, mentre nel frattempo esplorate i livelli per sbloccare l’accesso alla centralina da riprogrammare. Per proteggere la base in vostra assenza potete comprare barriere, torrette e mine di vario tipo, come in tower defense, appunto. Per quanto riguarda il controllo del personaggio, tutto funziona come negli episodi normali, ed il sistema di controllo stesso è quello tipico della serie. Un pò diverso è invece il discorso “armi e gadget”: le armi (ad eccezione della classica Onnichiave) vanno ottenute dai distributori sparsi nella mappa, vincendo ad un semplice mini-gioco, e ogni distributore vi lascia prendere una sola arma tra quelle disponibili, idem per lo slingshot, che ha un distributore apposito, essendo…. l’unico gadget disponibile (a dir la verità avete anche i Veloscarponi per scattare, ma fanno parte della dotazione di base… quindi non contano a questo riguardo). L’armamentario poteva essere migliore (viste le tonnellate di armi ganze ed assurde viste nella serie), ma è sufficiente fornito e la selezione non è male. Anche qui le armi salgono di livello con l’uso, e si potenziano, ma niente modifiche acide o roba del genere.
Non mentirò: l’idea è interessante, ma all’atto pratico la Campagna è un’esperienza atroce, incredibilmente frustrante, insensata e insipida, che non sa bene da che parte rifarsi. I motivi sono molteplici, cominciano da quelli sull’argomento “tower defense”: le difese sono di fatto quasi inutili perchè ce ne vogliono a paccate per renderle efficaci nel fermare i nemici, e sono eccessivamente costose, costringendovi di fatto a girare e rigirare nel livello a raccogliere bolt per poter montare torrette, barriere e mine (e per far salire di livello le armi, cosa che diventerà necessaria). Vi lascio immaginare quanto spessore tattico sia richiesto, anzi, ve lo dico io: zero. L’unica cosa che importa è essere armati fino ai denti e sparare. Limitata la varietà dei nemici, come i tipi di mine e torrette, giusto per essere coerenti. Altra cosa oscena è la longevità, 5 mappe in croce con gli stessi obiettivi (pressappoco, le differenze sono talmente sottili da risultare inesistenti all’atto pratico), che vi richiederanno 5 ore circa, ma solo perchè dovrete dedicare metà di esse al farming di bolts per acquistare difese, e per potenziare al massimo le armi, e intendo DOVRETE, cosa pensavate….. di poter usare tattica e strategia? Ci sono medaglie e punti abilità da collezionare, ma dubito vi sentirete spinti a prenderle e perdere ulteriormente tempo con la campagna. A riprova di quanto scritto sull’assenza di un qualsivoglia spessore tattico, dopo aver finito il gioco le mappe saranno facilissime, perchè avete a disposizione tutte le difese e le armi ottenute (che mantengono il livello raggiunto).
Il colpo di grazia è dato dalle meccaniche stesse utilizzate. Mi spiego: il gioco cerca di essere un ibrido tra un R & C tradizionale ed un tower defense, ma il risultato è un pasticcio di idee che vanno contro ogni logica di quello che dovrebbe essere (anche solo in parte) un gioco tower defense, e le due anime del gioco cozzano prepotentemente l’una con l’altra. Per esempio, non mi dispiace il poter esplorare la mappa, ma è ridicolo dover tornare ogni 5 minuti indietro alla base per difenderla dalle continue ondate di nemici (ricordate: le difese sono al limite dell’inefficace), e rende artificialmente lunga la mappa, solo perchè siete costretti a fare avanti ed indietro, avanti ed indietro, avanti ed andietro, evanti e dandientro…No, sul serio, è atroce, ancor più perchè non c’è nessuna varietà di obiettivi, ed il design delle mappe è poco ispirato, il gioco cerca di inserire qualche variante (tipo una mappa con tornadi glaciali che congelano), ma è tutto molto tirato via.
Nel complesso, la modalità single player è semplicemente risibile e patetica. Un vero peccato.
MULTIPLAYER
Avete assimilato le meccaniche della modalità Campagna (e quindi della modalità single player)? Bene, dimenticatevi (quasi) tutto, perchè il multiplayer è proprio un’altra cosa. Il comodo tutorial al multiplayer (competitivo e giocabile solo online) vi spiega le regole, e rimanete sorpresi vedendo che in questo caso… non hanno sviluppato il tutto con le terga (o altre parti del corpo “sotto”). Il match si sviluppa in tre parti, vediamole.
N.B.: Provata sola modalità 1VS 1, ma le regole dovrebbero essere identiche per tutte le modalità.
Nel primo turno dovrete esplorare la mappa e conquistare più nodi possibile nel tempo a vostra disposizione, eliminando le difese e facendo il solito mini-gioco del single player, in cui dovete centrare dei cursori per sbloccare il rifornitore, solo che in questo caso vuol dire conquistare il nodo. I nodi conquistati generano nel tempo bolts, ed ogni nodo vi permette di ottenere un’arma, ma attenzione perchè i nodi possono essere riconquistati dall’altro giocatore (voi potete riconquistare i nodi in mano all’avversario, e viceversa).
Nel secondo turno dovrete preparare la base, installando barriere, torrette e mine (che stavolta costano il giusto), oltre ad unità da mandare all’attacco della base (le stesse che combattevate nel single player), ed eventualmente acquistando potenziamenti per la base, le unità ed il personaggio. O potete ignorare la cosa e continuare a conquistare nodi, ma attenzione perchè potrete piazzare le difese solamente durante questo turno.
Il terzo turno è quello dell’assalto: le truppe che avete creato andranno all’assalto della base nemica, e potrete decidere di lanciarvi anche voi all’attacco, o restare a difendere la base. Per conquistare la vittoria dovrete distruggere i generatori nemici, ma c’è un piccolo aiuto per le situazioni di emergenza, un pulsante che rende i generatori invulnerabili per 30 secondi, ma che può essere usato una sola volta per match. Se alla fine del terzo turno voi od il nemico non vincete, si riparte con il primo turno, e così via.
Sono onestamente rimasto sorpreso dal multiplayer, con una struttura interessante, un equilibrio di gioco, ed un buon spessore tattico, risulta chiaro come sia stato questo il focus della produzione, con il single player fatto in fretta e furia per poter dire “la campagna c’è”. Il che non giustifica la orribile realizzazione di quest’ultimo, sia chiaro, anzi. Ma fa decisamente piacere che ci sia qualcosa degno di nota in questo gioco, che aiuta a “redimerlo” dell’orrida campagna single player, ed onestamente non capisco perchè non usare lo stesso tipo di formula del multiplayer (con alcune revisioni e modifiche, ovvio) alla modalità campagna.
L’online è divertente e saprà regalare divertimento a chi deciderà di dedicarcisi, ma anche a questo riguardo c’è da fare qualche appunto. L’online competitivo è sì divertente, e la formula di gioco è particolare, ma dubito che possa tenere interessati a lungo, perchè ci sono tre modalità di gioco in croce, 1VS 1, 2 VS 2 o Gruppo 2 VS 2, le solite mappe del single player, e non c’è nessun senso di progressione, un qualcosa che vi spinga a continuare a giocare online, c’è solo la classifica. Ora, ha senso non farvi tenere le armi potenziate (altrimenti l’equilibrio di gioco ne risentirebbe), ed alcune scelte vanno bene per evitare l’abuso del sistema di gioco, ma nel 2012, nell’era del gioco online, in cui anche giochi nati single player offrono modalità multigiocatore (la serie di Assassin’s Creed e l’imminente God Of War Ascension, per fare due esempi), l’offerta di Q-Force è misera, e non motiva il giocatore a spendere tempo con il multigiocatore online, vista la mancanza di un sistema di ricompense, o modalità con regole ed obiettivi diversi, o semplici stimoli a continuare l’esperienza.
C’è una buona dose di extra, punti stile e trofei da ottenere (sia per la campagna che per l’online competivo), ma non basta a mantenere viva l’attenzione a lungo, a meno che non siate fan della serie…. o vi piaccia l’online e vogliate continuare a giocarci, nonostante tutto. Ridicolo invece il negozio ed i DLC, semplici pacchetti di skin per il multigiocatore che costano 1,50 € l’uno, che si possono ampiamente tenere per quanto mi riguarda.
TECNICA E COMPANATICO
Per quanto riguarda l’aspetto puramente tecnico, Q-Force riprende lo stile e la cura grafica di Tutti Per Uno, che in tutta onestà non è il massimo (ma comunque buono), più che altro per il tearing dei modelli poligonali e la definizione degli stessi che è inferiore a quella vista in A Spasso Nel Tempo. La musica fa il suo lavoro, ma è sotto gli standard delle serie. Il doppiaggio italiano continua ad essere di ottima fattura, con quasi tutti i doppiatori storici della serie nei loro ruoli di sempre. 🙂 Presenti qualche bug, più che altro nell’IA e nelle collisioni: l’esempio più lampante (ed il più ricorrente) è quello di nemici che si incastrano in piante prima delle barriere della base, accadde fin troppe volte, costringendovi a cercare sto idiota che si è bloccato a caso in una parte della mappa per ucciderlo e far terminare l’ondata. Non ho molto altro da dire a riguardo, ad alcuni fan non è piaciuto il piccolo redesign al look dei personaggi, specialmente per quanto riguarda Ratchet, ma sono piccolezze, e personalmente non mi cambia nulla.
COMMENTO FINALE
Ratchet & Clank: Q-Force è un esperimento interessante, ma riuscito a metà, con una modalita single player semplicemente al limite dell’ingiocabile e indecisa sulla sua stessa natura, ed un multigiocatore online interessante ma che manca di una struttura capace di stimolare il giocatore a dedicare molto tempo in esso, e non basta comunque a sopperire al single player. Il prezzo budget a cui viene venduto (20 € copia fisica, 15 € per quella digitale sul PSN), e le opzioni di Cross-Buy e Cross-Save (cioè comprando la versione PS3 potrete scaricare gratis la versione PS Vita, ed i salvataggi tra le due versioni saranno intercambiabili) in un certo senso “giustificano” il non eccelso risultato finale (difficile crearsi aspettative grandi da un titolo già annunciato come sperimentale e venduto di listino ad un prezzo budget), ma viene da chiedersi come sarebbe stato Q-Force se il suo sviluppo fosse stato curato meglio, e non tirato via per averlo prima sugli scaffali, e conseguentemente venderlo prima. E sembra ridicolo vedere studi indie misconosciuti fare di meglio, un esempio rimanendo nel genere dei tower defense è Orcs Must Die (di cui ho già parlato e che ha ricevuto un seguito), anche venduto allo stesso prezzo base, 15 euro.

Queste funzionalità “cross-xxx” sono belle e decisamente un uso innovativo e sensato delle nuove tecnologie videoludiche, ma avrei preferito che il gioco di base da condividere tra PS3 e Vita fosse migliore.
Brutto segno questo, quando si segue la filosofia di sviluppo Bethesda (ed Ubisoft, guardando la serie AC), ma la cosa buona è che per Q-Force saranno rilasciati parecchi aggiornamenti e DLC gratuiti, cosa assolutamente necessaria per il gioco così com’è. Proprio pochi giorni fa è stata rilasciata una patch che dovrebbe aver aggiunto alcune armi all’arsenale e correggere molti problemi relativi al bilanciamento dell’esperienza. Potrei anche testare di persona com’è patchato, ma questa è la mia recensione di Q-Force così com’era appena uscito, e sono fiducioso che nel tempo correggeranno tutto ed aumenteranno il contenuto, ma avrei preferito aspettare due mesi in più e non dover aspettare che la Insomniac ci metta le pezze. Agli interessati consiglio di aspettare e prenderlo usato più tardi, a chi si aspettava un R&C particolare da godersi in singolo….. è meglio che aspetti il prossimo titolo della serie principale, e lasci perdere questi spin-off.
In chiusura, la mia opinione da fan: non mi aspettavo molto (già per il fatto che era preordinabile a 20 euro era un segno), ma mi aspettavo standard qualitativi più alti dalla Insomniac, soprattutto per i R&C, e mi aspettavo di trovare un multiplayer tirato via, ed un single player curato, soprattutto per il genere a cui volevano attingere per questo ibrido. Mi aspettavo (a ragione) una cosa del genere da Tutti per Uno, un gioco nato per essere giocato in cooperativa, non da un titolo che si presentava come una commistione del classico R&C e di tower defense. A ciò si aggiunge il fatto che sono un giocatore più da single player, e le rare volte che gioco online sono coi picchiaduro e coi giochi di corsa arcade (cioè Mario Kart), quindi non ho apprezzato che avesse curato solo il multigiocatore competitivo, e pure solo online. Un pò deluso, ma neanche troppo, visto che avevo aspettative medio-basse, e so che il prossimo R&C della serie regolare sarà fantastico, mentre esperimenti come questo…. sono semplici esperimenti, di cui comunque apprezzo il tentativo, cosa che credo vada sempre fatta (solo che certi esperimenti potevano non venderli a prezzo pieno, e sì, parlo di Tutti per Uno, che devo provare più a fondo, ma che non è perfett0).
Peace, e grazie per aver letto! 🙂
Hotel Transylvania
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)
Si, sono passate ormai due mesi da Hallowe’en, lo so, purtroppo in quel periodo non ho avuto tempo di andare al cinema per vedermi questo film (vidi Skyfall al suo posto, di cui vi parlerò…prima o poi!) e solo nella finale settimana di Novembre, grazie a un pò di tempo libero extra che mi sono ritrovato tra le mani, sono riuscito a godermi il film. Si, godermelo, perchè oltre a essere l’unico in sala (che bella sensazione di libertà!) il film era anche piuttosto carino!
Hotel Transilvania è la storia della “giovane” Mavis, figlia di Dracula, che dopo la morte della madre a causa degli umani, ha sia sviluppato un’incredibile fobia verso questi ultimi, che costruito un gigantesco Hotel nella sua terra natia (la transilvania, appunto) che funge da rifugio “lontano dai crudeli umani” per mostri di ogni luogo, che lì possono rilassarsi e passare bei momenti con i loro cari.

Mavis è tenerissima da piccola, e Dracula il migliore dei padri
Mavis, che a inizio film era solo un piccolo bebè e nell’intro vediamo crescere da bimba a giovane ragazzina, intanto festeggia il suo 118esimo compleanno, raggiungendo la maturità vampirica, con una festa che il padre le organizza con rigorosità e scrupolosità. Inutile dire che quello che per lui sarà un giorno stupendo, per Mavis, rimasta all’interno delle sue mura per così tanto tempo, è solo un ennesimo giorno di noia in cui in realtà altro non vuole che uscire di casa e incontrare “gente della sua età”. Ma quando il padre le da il permesso la prima volta di uscire e Mavis va in un vicino villaggio, viene attaccata da quelli che crede “umani” che la ritengono una vampira pronta al rogo. Marv fugge terrorizzata dando ragione al padre, che però in realtà è autore dell’inscenazione del “villaggio di umani” costruito in fretta come se fosse un palcoscenico di legno con zombie nella parte degli umani assassini.
Senza che Dracula però se ne accorga, un vero umano, un trekker, ha visto il “villaggio” ed ha seguito gli “zombie”, giungendo infine nel Hotel. All’inizio il ragazzo crede che sia tutta una festa in maschera, ma ben presto scopre che i vari Blob, Yeti, Licantropi e Scheletri sono reali e inizia a spaventarsi. Dracula fa di tutto per nasconderlo dagli altri mostri (a loro volta ormai spaventati dagli umani dopo tutte le crudeltà subite), ma alla fine Johnny (ufficialmente Johnny-stein, cugino della mano di Frankenstein – ovvero la Creatura) viene visto non solo da Mavis (e qui i due si prendono una paurosa cotta l’uno per l’altro) ma anche dagli altri mostri. Per fortuna Dracula riesce a tenerlo nascosto ai più, e Johnny cambia totalmente l’aspetto della festa, rendendola vivace e allegra. Mavis se ne innamora follemente, ma Dracula spiega a Johnny il perchè del suo odio/paura verso gli umani (hanno ucciso la moglie, e madre di Mavis) e il motivo per cui non vuole sua figlia entri nel loro mondo. Johnny capisce e anche se replica i sentimenti di Mavis, li tiene per se. I due si mettono d’accordo sul fatto che una volta che è finita la festa, Johnny lasci la Transilvania per sempre. Le cose vanno “bene” durante il compleanno stesso, almeno finchè non entra in gioco Quasimodo, il cuoco del castello, che lo “annusa” e riconosce immediatamente come umano. Johnny viene fermato da Mavis, che dice di amarlo umano o non umano, ma Johnny guarda Dracula e le dice che lui non prova nulla, e se ne va.

Quando si trasforma in pipistrello, Mavis sa essere molto convincente quando vuole qualcosa!
Per l’Hotel la presenza di un umano ovviamente è una disgrazia, e tutti reclamano e fuggono terrorizzati, ma Dracula capisce che Johnny per sua figlia è più importante che la sua reputazione nell’hotel, e va in cerca del ragazzo, di giorno e affidandosi all’aiuto degli umani, che finalmente scopre non sono più quelli di 120 anni fa!
Johnny è ormai sull’aereo ma Dracula li recupera in forma di pipstrello e ipnotizza il capitano dell’aereoplano per farlo tornari indietro e riunire Mavis e Johnny.
La cosa in cui Hotel Transilvania più colpisce è che la storia, per quanto non particolarmente originale, è ritratta bene, in maniera particolarmente umana, nonostante i personaggi siano tutti mostri, e che Mavis, la pratoganista e figlia di Dracula, è un personaggio carismatico, interessante, magari un pochino fessacchiotta ma proprio per questo incredibilmente amabile! La stessa cosa va detta di Dracula stesso, che è un padre premuroso all’inizio, probabilmente il migliore del padri per una bimba, e che poi si trasforma in questo genitore ultra-protettivo, ma dal buon cuore, che pensa solo al bene della propria figlia, non riuscendo ad accettare, come la figura del vampiro classicamente ci rammenta, che i tempi cambiano.

Tra Johnny e Mavis è amore a prima vista!
Ben pensandoci, la storia avrebbe avuto difficoltà a decollare con altre premesse se non queste, ovvero che i protagonisti sono mostri e che il padre di Mavis non accetti che dopo cento anni i tempi siano cambiati. D’altro canto, i personaggi, proprio perchè mostri che hanno paura degli umani, sono davvero carismatici, e nonostante vengano ripresi da diversi film d’orrore e storie che ormai fanno parte del background comune del genere, riescono a convincere tutti, dal mostro di Frankenstein (che per sbaglio durante tutto il film viene chiamato Frankenstein!) alla Mummia, da una famiglia di lupi mannari al blob, passando per Quasimodo-mostro in versione cuoco, l’Hydra dalla personalità multipla, uno Yeti, diversi Gremlin, Scheletri, Streghe e via discorrendo.
Tolti Mavis e Dracula, i personaggi migliori risultano “Frankenstein”, il padre Lupo Mannaro e l’unica figlia della sua famiglia che lo ascolta (che è troppo forte!!). Johnny stesso, secondo me, è un personaggio che hanno stereotipato un pò troppo, e nonostante condivida alcuni bei momenti con Dracula e uno davvero romantico con Mavis, non è di certo riuscito bene come gran parte dei mostri, anche secondari.
Il pacing del film tutto sommato non è male, e le battute, per quanto non tutte bellissime, riescono di qua e di là a farvi fare una sincera risata. Il film nel suo complesso è divertente e molto godibile. Merito di questo va anche alla parte visiva; la grafica 3D con cui il film è realizzato è pulita e senza sbavature, capelli e vestiti su muovono in maniera credibile e le animazioni sono fluide e semplicemente perfette. Da questo punto di vista non ho davvero notato alcun tipo di sbavature. Anche la colonna sonora, per quanto non memoriabile, è sempre adatta.

Ecco alcuni dei mostri e amici di vecchia data fare gli auguri alla 118enne Mavis!
Se ancora lo vedete nei cinemi, andatelo a vedere, merita davvero, altrimenti aspettate che esca nella videoteca locale per noleggiarlo per godervi una bella serata.
Voto Personale: 8/10
Iron Sky
(A cura di Alteridan)
Corre l’anno 2018: gli Stati Uniti d’America stanno per far sbarcare nuovamente l’uomo sulla Luna, non un uomo qualsiasi bensì un uomo di colore, il primo. Con questa mossa il presidente degli Stati Uniti spera di ottenere la vittoria nelle imminenti votazioni per la corsa alla Casa Bianca.
Qualcosa va storto però: durante l’esplorazione del suolo lunare uno dei due astronauti sbarcati sul satellite scopre una miniera di Elio-3 sul lato oscuro della Luna. Appena fatta questa scoperta l’astronauta viene colpito mortalmente da un soldato nazista, mentre il secondo, il modello nero James Washington, viene catturato e portato alla base tedesca (rigorosamente a forma di svastica) per essere interrogato.

Washington non se la passa tanto bene…
Si scoprirà in seguito che alcuni nazisti scapparono dalla Terra poco prima della fine della Seconda Guerra Mondiale per rifugiarsi sulla Luna in attesa di ritornare a casa e conquistare il pianeta. Seguiranno le comiche vicende di uomini con ambizioni e sogni ormai anacronistici nel maldestro tentativo di raggiungere i propri, singoli, scopi.
Se ad esempio il Presidente degli USA, una caricatura piuttosto accurata di Sarah Palin, mira solo alla rielezione e non si farà alcuno scrupolo a mettere in pericolo la vita dei propri concittadini; anche l’ambizioso Klaus Adler, comandante nazista nonché futuro führer, non farà altro che pianificare l’uscita di scena dell’attuale führer Wolfgang Kortzfleisch.
Iron Sky offre al pubblico personaggi spesso stereotipati, come il folle dottor Richter, ma ben caratterizzati grazie anche e soprattutto alle eccezionali performance degli attori. A tal proposito non si possono non citare le talentuose interpretazioni di Udo Kier, nei panni del führer Wolfgang Kortzfleisch, e di Julia Dietze, che interpreta la “specialista della Terra” Renate Richter.

Il führer Wolfgang Kortzfleisch assieme a due generali.
Il punto di forza di Iron Sky però è certamente la realizzazione tecnica delle scenografie lunari e delle battaglie spaziali. Le strutture naziste hanno un fascino volutamente retrò e steam-punk che ben si adattano al tono generale della pellicola e al grigiore della superficie lunare. Anche le navi spaziali del Quarto Reich ricordano molto da vicino i velivoli utilizzati nella Seconda Guerra Mondiale, come gli enormi dirigibili e i leggendari (in quanto non venne mai provata la loro esistenza) dischi volanti del Reich. Le battaglie spaziali sono invece piene di effetti speciali molto ben realizzati, con esplosioni credibili ed effetti di luce affascinanti.

Gli avanzatissimi mezzi nazisti stanno per iniziare l’offensiva.
Non mancano, inoltre, citazioni parodistiche ad altre opere cinematografiche o eventi realmenti accaduti: ad esempio una delle scene iniziali del film è un chiaro rifacimento della celebre invettiva di Hitler ne “La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler”; mentre vi sono diversi riferimenti alle pellicole di Star Wars e Armageddon; vi è anche una scena in cui si assiste ad un lancio di una scarpa verso il Presidente degli Stati Uniti come accadde a George W. Bush durante una visita a Baghdad.

Arriva la sfuriata…
In conclusione Iron Sky è un film ben fatto, con una buona sceneggiatura, delle gag che riusciranno a strappare più di qualche sorriso, ottime performance artistiche da parte degli attori e una qualità decisamente elevata per quanto riguarda le scenografie.
Non sarà un capolavoro ma diverte, e non è forse questo lo scopo di un film comico?
Asterix il Gallico
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)
Vi ho parlato fin troppo tempo fa del primo fumetto dedicato a questo personaggio che dovrebbe essere noto a chiunque si voglia chiamare appassionato di fumetti. Non troppo tempo addietro ho rivisto, un pò per noia un pò per scriverne qui dopo aver letto il fumetto, il lungometraggio a cartoni che è stato fatto basandosi su questo fumetto. Il film, basato sul fumetto del 1959/1960, è datato 1967 ed è stato prodotto dalla Dargaud Films, e segue il fumetto molto da vicino.
Come anche nel fumetto, veniamo introdotti al periodi storico, il 50 ac., in cui tutta la Gallia è stata sottomessa dalle truppe di Cesare e i grandi capi del paese, come Vercingetorige, hanno dovuto deporre le armi ai piedi (o suoi piedi) di Giulio. Inoltre presto viene spiegata l’eccezione che conferma la regola, con il piccolo villaggio nell’aremorica che si difende ancora strenuamente dalle truppe romane, accerchiato dai forti di Laudanum, Babaorum, Aquarium e Petibonum. E’ proprio in quest’ultimo forte che il comandante in carica Caius Bonus vuole scoprire il segreto dei galli, e per farlo manda una spia nei dintorni della foresta del villaggio per farlo “catturare” dai galli e rivelargli il segreto.

Asterix supplica Panoramix a fare una pozione magica per Caligulaminix
Per questo compito viene scelto Caligula Minus, che spacciandosi per un gallico di Lutetia (l’attuale Parigi) di nome Caligulaminix, dichiara ad Asterix e Obelix di essere spacciato se i romani lo rintracciano in quanto ritenuto da loro una spia al servizio dei gallici. Per passare attraverso le linee romane, gli serve aiuto. Asterix propone di aiutarlo facendogli saggiare la pozione magica di Panoramix, che gli dona forze sovrumane. E’ ormai troppo tardi quando Asterix si rende conto del suo errore, capendo che Caligulaminix è una spia romana invece. Il legionaro torna di fretta in furia all’accampamento e rivela a tutti che la forza dei galli è causata da una pozione druidica. Caius Bonus decide di rapire quindi il druido gallico per strappargli il segreto della pozione; quando un giorno Panoramix va nella foresta in cerca di ingredienti per le sue pozioni, viene rapito e portato a Petibonum. Lì però non rivela nulla della pozione magica, e nessun tentativo di tortura riesce a farlo parlare.
Frattanto Asterix si meraviglia della prolungata assenza di Panoramix e si dirige nella foresta. Da un venditore di buoi scopre che un druido era stato portato prigioniero nel forte vicino, e con nascondendosi nel fieno che il mercante voleva inizialmente vendere, si addentra nella base romana. Spiando dentro la tenda di Caius Bonus, scopre che il buon generale ha intenzione di appropriarsi della pozione per diventare lui imperatore di roma. Ricco di queste nuove informazioni, si reca nella tenda di Panoramix ed i due preparano un piano per fuggire.

E’ durante questo balletto che Asterix scopre la vera identità di Caligulaminix
Questo prevede di portare i romani alla follia con pozioni magiche che fanno crescere la peluria fino a richieste assolutamente assurde (come ricevere fragole dalla grecia per la pozione), per tenerli a bada. Nel frattempo i due preparano una pozione magica per Asterix, ma quando Asterix la beve ed i due iniziano a fuggire, vengono intercettati dalle legioni romane di Cesare venuto qui in persona. Questo, quando sa da Asterix dei piani di Caius Bonus, manda quest’ultimo in mondolia e ringrazia e galli lasciandoli liberi. I due, Asterix e Cesare, però, si promettono di rivedersi presto!
Al ritorno di Panoramix e Asterix nel villaggio, ovviamente è festa grande!
Il cartone animato purtroppo, soffre di alcuni difetti dell’età molto più vistosi qui che non nell’opera a fumetti. Per quanto l’intro non sia affatto male, ritengo che i disegni siano in gran parte molto peggiori rispetto al fumetto, fatti con meno cura e con principi di animazione che ormai sono molto invecchiati. Molte scene inoltre sono incredibilmente lunghe e vengono messe in risalto azioni non molto importanti con inquadrature che si avvicinano su personaggio non davvero di rilievo.

Caius Bonus prova a torturare Panoramix e Asterix, ma tutto sarà inutile
Proprio i personaggi stessi sembrano meno vivi e graficamente leggermente diversi dal fumetto, e in generale, nel lungometraggio mancano quelle classiche battute alla Asterix a cui nel fumetto ci si era abituati. Manca un pò lo spirito del fumetto, insomma, e non è un caso, visto che sia Uderzo che Goscinny vennero tenuti all’oscuro della creazione di questo film e l’opera gli venne fatta vedere solo a pochi mesi dall’uscita nelle sale cinematografiche.
Il doppiaggio (sia Italiano che Tedesco, le due varianti che ho visto) non è pessimo di per se, in particolare i romani vengono doppiati con un buon accento romano che non fa mai male sentire, ma non è neanche stellare, e la colonna sonora, di Gerard Calvi, per quanto abbia un tema principale davvero ben riuscito, oltre quello non brilla per nessun altro tema.
Tutto sommato, un lungometraggio che poteva rimanere nel mio dimenticatoio. A parte qualche idea carina e qualche tema musicale più o meno ben riuscito, non riesce a ricreare lo spirito del fumetto!
Ed è un purtroppo, visto che il fumetto stesso, nonostante l’invecchiamento, non era niente male! 😉
Voto Personale: 6/10
E su questa nota, infine, vi salutiamo!
Con il nostro settimanale ci vedremo di nuovo nell’anno venturo, poichè il 30 lo Staff del Weakly si prende una meritata pausa Natalizia! Ci rileggiamo il giorno della Befana, sperabilmente freschi e riposati! =) Da parte dello staff tutto un felice Natale e un buon passaggio in un 2013 sperabilmente pieno di dolci sorprese e momenti felici!
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