Grind Café #5

Bad claus

Il periodo natalizio in linea generale, è quello del buonismo forzato (ed ogni tanto anche vero), di un tizio vestito di rosso in origine un santo cristiano (ed ora il simbolo della coca-cola e del consumismo), ed era in un certo senso inevitabile che qualcuno provasse a tingere di sangue, “corrompere” una cosa ritenuta sacra, una festività, appunto. Ed infatti oggi parliamo di questo, di film horror natalizi, con il film che ha iniziato questo sottogenere di horror legati alle festività e feste in generale (per esempio San Valentino Di Sangue), ed un outsider che viene della fredda finlandia, in questo numero del Grind Cafè che sviscera il lato horror del natale. Se volete qualcosa a tema ma meno violento e cattivo, beh, c’è sempre il classico Nightmare Before Christmas, uno dei miei film animati preferiti, e l’unico film “double face” (almeno per quanto ne so), sia di halloween che di natale!

Tema: Xmas Horror

rare exports

Anno: 2010

Titoli Alternativi:

Nessuno

Nazione: Finlandia

Durata: 1 ora e  22 minuti

Regia: Jalmari Helander

Cominciamo con un curioso film che in realtà avevo già adocchiato per questa rubrica dallo scorso natale, ovvero Rare Exports: A Christmas Tale, una produzione finlandese che offre una visione diversa ed alternativa sulla leggenda di Santa Claus, e sul film di natale in generale. Premetto che dovrò necessariamente spoilerare un pò per spiegare la premessa del film, ma eviterò di andare nei dettagli.

La premessa è semplice: una compagnia di scavi sta  trivellando una montagna finlandese. Per cosa? Carburanti fossili, diamanti, un membro scomparso dei Korpiklaani, mummie finniche? No, nient’altro che il corpo congelato di Santa Claus. Ma non il “tizio della Cola Cola”, un babbo natale delle antiche leggende, un demone che uccideva e mangiava i bambini cattivi, entrando nelle case dai caminetti e rapendoli per punirli. C’è un bambino che sa tutto di queste leggende, ma ovviamente nessuno gli crede, fino a quando tutte le renne delle vicinanze non vengono trovate morte, dilaniate in maniera atroce….

La cosa davvero strana è come Rare Exports si ponga come un film horror, avendone senza dubbio gli elementi, ma al contempo sia in tutto e per tutto un film natalizio tradizionale (con un pò di soprannaturale), e abbia quel tipico setting in cui i bambini sanno cosa fare per averla vinta, e devono vincere anche contro i genitori e gli adulti che non gli credono, un pò come ne I Goonies, e film di questo tipo. Diavolo se è strano citare I Goonies nella recensione di un film horror natalizio. Al centro di tutto abbiamo questo Pietari, un bambino un pò strano e che legge incuriosito queste leggende (le quali sono vere, googlate se interessati) che sembrano appartenere a quei vecchi libri di stregoneria che si vedono nei film, e ci crede davvero, con il risultato che suo padre non gli dà ascolto, ed il suo amico Juuso lo prende in giro. Ma quando succedono avvenimenti strani come l’uccisione delle renne, la scomparsa dei sacchi per le patate, e intere foreste vengono tagliate da un giorno all’altro, anche ai grandi incominciano a venire dei dubbi.

rare exports reindeers slaughter

Parliamo degli elementi horror, il film ha sangue e gore, ma in “dosi” limitate e quasi “adatto per bambini”, ironicamente. Per esempio, vediamo animali sbranati a centinaia nella neve, postazioni radio rese deserte e persone attaccate da questo uomo vecchio, rugoso e barbuto (e con un’ascia in mano), implicando che sia stato questo Babbo “Myers” Natale, ovvero uno slasher villain in cappotto e cappello rosso-bianco. Sebbene il film sia molto “soft” a riguardo, si rifà con scene inquietanti che viste da sole non vi farebbero mai pensare “questo è un film di natale”, ma proprio per niente. 🙂 Il che conferma come tonnellate di sangue e budella che volano sullo schermo non facciano un horror e siano innocue, ed il solo fatto che un film “per bambini” abbia qualcosa da insegnare agli slasher odierni è esilarante, ancor più perchè vero. Nel film è utilizzata anche un pò di computer grafica per scene che sarebbero state davvero rischiose per dei bambini, peccato che sia brutta, ma ci si passa sopra, questo non era certamente un film con grande budget, e le scene fatte al computer non ammontano neanche a 2 minuti, quindi non mi sembra il caso di fare il puntiglioso.

L’ambientazione di questo piccolo paesino finlandese, sparso tra le nevose montagne è evocativa, a tema, e perfetta per ricreare quell’atmosfera natalizia, tra ghirlande, abeti, omini di marzapane… e leggende sacrificali, ehm. Parlando seriamente, la fotografia è bella (e mi sarei meravigliato del contrario, visto che le montagne e gli scenari invernali non dovevano ricrearseli con modellini o cazzate del genere, alla crew è bastato uscire di casa per trovarsi questo panorama), la regia ok, e l’atmosfera perfetta. Per quanto riguarda la recitazione…. direi che va bene, non posso dare un giudizio vero e proprio in quanto è il primo film finlandese che vedo, (ed i nordici non sono famosi per la loro capacità recitativa, nel senso che non mi pare di “conoscere” molti attori finlandesi in generale), ma non direi che gli attori sono dei pezzi di legno. Il film ha anche un sottile ma ben riuscito senso dell’humour. Vorrei poter andare nel dettaglio (e non mancherebbe roba di cui discutere), ma siccome rovinerei la visione del film ( e va contro le mie regole di recensore), non lo farò.

rare exports holy shit

Quasi dimenticavo, il film non esiste doppiato e credo che in commercio ci sia solo la versione DVD che possiedo, ovvero quella con audio originale in finlandese e sottotitoli in inglese (ad eccezione di quando dei personaggi americani parlano, in quei momenti l’audio  è ovviamente in inglese e non ci sono sottotitoli). Non sorprende, considerato che è un titolo sconosciuto, di nicchia.

Rare Exports: A Christmas Tale è un ibrido horror/film natalizio con bambini come eroi molto strano, che riesce incredibilmente a stare in equilibrio tra la sua anima horror e quella di film di natale, in cui tutto finisce bene e la magia del natale è salva, ma in maniera particolare ed originale, che vi dipinge un sorriso sulla faccia. 🙂 Senza dubbio alienerà molte persone, e non è perfetto, ma è ben curato, e decisamente un qualcosa di nuovo, originale, fresco – aggettivi sempre più rari e spesso usati a sproposito-. La premessa è assurda ma originale ed interessante, le due anime del film coesistono in un sorprendente equilibrio, gli scenari e l’atmosfera sono azzeccati, quindi pollice altissimo per Rare Exports, una piccola gemma grezza, una storia horror ma anche (come scritto nel titolo), una favola di natale, ma una davvero diversa. Davvero consigliato se volete vedere un film di natale diverso e particolare, ed anche per i semplici curiosi. 😀

Black christmas 1974

Anno: 1974

Titoli Alternativi:

Un Natale Rosso Sangue; Silent Night, Evil Night ; Stranger In The House

Nazione: Canada

Durata: 1 ora e 38 minuti

Regia: Bob Clark

In un modo o l’altro, in ogni numero del Grind Café ci finisce uno slasher. Stavolta abbiamo un titolo noto tra gli appassionati, ovvero Black Christmas, titolo che ha una certa importanza per il sottogenere dello slasher movie, e la formula moderna dello stesso, che viene copiata e stracopiata da decenni (se c’è un sottogenere horror che si cannibalizza a tutto spiano è decisamente questo). Cercherò (a questo riguardo) di non ripetere troppo quanto già detto da altri recensori, ma è difficile in quanto quelle sono le cose da dire. Ad ogni modo, partiamo come sempre, dalla premessa.

E quella di Black Christmas è una che diverrà lo standard per i futuri slasher movies: le ragazze di una sorellanza (o associazione studentesca femminile, se preferite, è sempre la versione femminile della fratellanza) la notte di Natale vengono osservate ed uccise da un killer psicopatico, che si nasconde nell’attico della sorellanza, e parla con le vittime al telefono. Suona familiare eccome come premessa, e come formula in generale. Quando si parla di Black Christmas, si dice spesso che sia il primo slasher movie della storia, ma non è vero, per varie ragioni.  Senza farla troppo lunga (e fare una lezione di storia sugli slasher), Black Christmas prese molti elementi già comuni al genere (Texas Chainsaw Massacre uscì pochi giorni prima nello stesso anno, poi c’è Psycho, ben 14 anni prima, ed i film di Mario Bava, e volendo si potrebbe andare ulteriormente indietro), e gli unì assieme, creando la formula moderna dello slasher. Punto di vista dell’assassino, un bodycount (ovvero un totale di vittime previsto), scenario della casa chiusa e/o isolata, maniaco omicida, personaggi giovani e “ammazzabili”, falsi shock moment, c’è tutto (beh, non proprio TUTTO, ma di questo parleremo tra qualche paragrafo).

La cosa interessante è che questo film ispirò l’originale Halloween, che ne riprese gli elementi (senza però fare una copia carbone di Black Christmas), e che fu a sua volta copiato ed imitato fino alla morte (esempio facile ma efficace: la serie Friday The 13th, cioè Venerdì 13), facendo diventare questo sottogenere dell’horror estremamente formulaico. Altra cosa interessante è che Black Christmas fu diretto da Bob Clarke, il che significa che il tizio responsabile di quel famoso film di natale A Christmas Story – Storia di Natale, fu anche colui che diede inizio allo slasher movie così come lo conosciamo oggi. Assurdo, ma vero. 😀

Ma basta parlare della storia e dei fatti relativi a Black Christmas, parliamo del benedettissimo film, presumo vi interessi sapere com’è. 😀

black christmas margot kidder

In tutta onestà, tutta la storia, le citazioni e i vari discorsi che girano attorno al film sono molto più interessanti del film in sè. Significa che è un brutto film? No, anzi, è decisamente un buon slasher, la formula è ormai strarodata, ma per il tempo era sicuramente qualcosa di nuovo (più nel modo di combinare gli elementi stilistici, che negli elementi in sè, riconducibili a svariate pellicole), e senza dubbio Bob Clark ha avuto due ornamenti così nel prendere una festività che milioni di persone ritengono sacra, e farci qualcosa di malato e disturbante, e il coraggio, nel fare film horror, va sempre apprezzato. In ogni caso, non aspettatevi tonnellate di gore, perchè questo film non ne ha molto, e non ha fretta di mostrarvi le variegate uccisioni, ed a tal riguardo non esagera (numericamente parlando), dando maggior effetto a quelle che hanno luogo, le quali hanno un certo “gusto”, per così dire.

I personaggi non sono nulla di che, soprattutto le ragazze della confraternita (o consorellanza, se preferite), come da tradizione stupide ed in qualche modo colpevoli di qualcosa. Idem per gli attori, ad eccezione di Margot Kidder (meglio nota come Lois Lane del film di Superm), qui una disinibita ragazza scurilissima e quasi sempre ubriaca, e John Saxon (che in realtà è italianissimo, e partecipò a molti polizieschi italiani prima di dedicarsi al cinema statunitense, con ruoli in film come Enter The Dragon, la serie di A Nightmare In Elm Street, etc.), le cui performance sono le migliori del film. Ma resta difficile non citare l’esilarante personaggio della vecchia custode/padrona della sorellanza (che è anche il mio preferito del film), un’ubriacona di livello supremo, che nasconde alcool dappertutto nella casa: nel cesso, in un libro, dentro una scatola nell’armadio, in una lampada… XD

Una cosa particolare di Black Christmas, che ancora oggi rimane unica, è che l’identità dell’assassino non è mai rivelata, e rimane un mistero. Quindi in questo caso non viene mostrato il killer, per poi coprirgli il viso con una maschera di sorta, semplicemente non vedete mai nulla di lui, a parte le mani e gli occhi. L’assassino chiama di continuo le ragazze, e oltre ad avere anche lui dialoghi osceni (nel senso volgari, scurrili), fa un sacco di versi ed urla inquietanti, cambiando di continuo voce e tono, delirando e facendo cagare addosso le vittime. Ben riuscita come personalità, mi piace. 😀

Uno miei momenti preferiti del film, in cui inquadrano a caso questo poster con la nonnina che mostra il medio. :)

Uno miei momenti preferiti del film, in cui inquadrano a caso questo poster con la nonnina che mostra il medio. 🙂

Black Christmas è un buon slasher, anche visto in retrospettiva, ed è stato il primo slasher moderno, da cui tutti hanno copiato, ha certamente un’ottima atmosfera, una buona dose di suspence, una regia molto buona, alcuni momenti comici molto divertenti, ma ha gli stessi difetti che affliggono il genere da sempre (a cui aggiungere un ritmo un pochino lento, ed un pò troppo filler, ma non troppo), e in generale non è il classico che molti ritengono, anche analizzandolo in prospettiva, e cercando di allontanare il paragone con gli slasher venuti dopo (che è inevitabile e naturale). Personalmente preferisco ancora Halloween, ma è innegabile che – oltre l’importanza storica – il film sia comunque buono, e consigliato sia ai fan dell’horror che hanno voglia di studiare le origini dello slasher moderno, ed a chi vuole un film horror natalizio malato al punto giusto. Esiste anche un remake del 2006, curato dallo stesso regista della serie Final Destination, che non è stato ben ricevuto (sia dalla critica che dai fan dell’originale), e che non ho mai visto (forse nel prossimo numero natalizio, o forse no…).

Detto ciò, vi auguro un buona vigilia, un buon natale, e anche un buon anno nuovo, ci rivediamo nel 2013, e tempo permettendo più di 2/3 volte all’anno! 😉 Auguri!

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: