The Weakly Hobbyt #98

The Weakly Hobbyt #98

E con questo siamo a meno due. Con un risolino di neve e una settimana da incubo appuna buttata alle spalle, in cui sul termometro del mio corpo c’erano scritte cifre che si avvicinavano ai 40, vogliamo affrontare questa domenica con tre articoletti tratti dal mondo dei computer, dei lungometraggi “rivoluzionosi” americani e dei cartoni animati datati che narrano di un’epoca ancora più datata. Per una volta, anche il mio intro si terrà corto, le butterò tutte giù nel numero 100! 😉

Far Cry
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)

Far Cry

Uno dei pochi giochi "recenti" che ho giocato negli ultimi anni (seriamente, mi sa che mi sto mutando in un retrogamer) e che sono riuscito a finire (chiariamolo, i giochi di cui parlo qui sono tutti giochi che ho finito, se hanno una modalità storia) è questo favoloso e cristalloso sparatutto dei miei connazionali della Crytek. "Vecchio" ormai 9 anni (venne rilasciato nel tardo Maggio del 2004 per PC), Far Cry è un gioco che fino a poco prima che lo giocai era più unico che raro; ambientato su un arcipelago tropicale in micronesia, narra le gesta di tale Jack Carver e di come lui, a suo modo, salverà il genere umano dal solito scienziato pazzo di turno.
Come sempre, il testo che segue contiene SPOILER anche non indifferenti, se avete ancora intenzione di giocare Far Cry (e ve lo consiglio se non lo avete ancora fatto) leggete con estrema cautela!

Far Cry

Far Cry ha dalla sua un'ambientazione favolosa!

Far Cry è uno di quei giochi che ha lasciato il segno nello genere degli sparatutto. Alla sua uscita aveva diversi unique selling points nel suo arco; anzitutto il comparto grafico era non indifferente. Il gioco uscì PRIMA di Half-Life 2 e Doom 3 ed allora aveva una grafica davvero paurosa. In secondo luogo, offriva al giocatore (non in tutti i livelli, ma in quasi) una libertà di esplorazione davvero enorme, che fino a quel momento pochi sparatutto erano riusciti a dare, nei quali si giocava spesso sui dei binari più o meno prefissati dai programmatori. Per di più, l’ambientazione era molto invitante e nuova all’epoca, e l’I.A. dei nemici aveva raggiunto un nuovo culmine. Tutto questo fece di Far Cry una pietra miliare secondo i paremetri di molti recensori di videogiochi e uno dei migliori FPS tutt’ora in circolazione.
Far Cry

Giungle verdi con Cascate mozzafiato.

La storia di Far Cry non è certo delle più complesse. Siamo Jack Carver, un mercenario nonchè ex-USF che viene pagato al fine di proteggere tale Val Cortez, una giornalista la cui barca viene fatta esplodere al largo di un arcipelago in micronesia. Jack riesce a stento a sfuggire dall’esplosione e ritanarsi in un bunker della seconda guerra mondiale (lasciato dai giapponesi, un pò tutta l’isola è cosparsa da antiche fortificazioni o templi indigeni), mentre fortunatamente Val era andata via poco prima con un jet-ski. Da lì, la vicenda ha inizio. Presto Jack verrà contattato da Doyle, un misterioso scienziato che pare lavorare come infiltrato nei laboratori di Krieger, lo scienziato che ha comprato queste isole per farci le sue sperimentazioni ("…per il bene dell’umanità…"). I mercenari che hanno distrutto lo yacht sono proprio al servizio di Krieger ed hanno rapito Val, quindi la missione principale di Jack è recuperare la donzella in difficoltà. Dopo aver attraversato l’arcipelago in lungo e in largo, finalmente Val viene salvata poco prima che viene trasportata via con un elicottero.

Far Cry

L'arcipelago ha visto momenti peggiori di questo, tipo nella seconda guerra mondiale, come testimonia questa portaaerei arenata!

Qui lei si rivela essere Valerie Constantine, un membro della CIA mandata lì per capire cosa stesse combinando Krieger. Jack, infatti, ha scoperto ben presto che i Trigen, primati mutanti su cui stava sperimentando il caro dottor Guerriero (Krieger in tedesco vuol dire Guerriero), stanno sfuggendo al controllo dei mercenari e degli stessi uomini dell’uomo di scienza, e iniziano a rappresentare una vera e propria minaccia per la sicurezza dell’isola. Presto Jack e Val si trovano di nuovo separati, ognuno cerca di fermare Krieger ed i suoi uomini a suo modo, mentre i Trigen ed altri obbrobri della scienza fanno una loro ribellione a scapito dell’ordine generale. Si scopre, poco dopo, che Doyle è a sua volta un infiltrato della CIA e comunica a Val e Jack che Krieger ha un dispositivo nucleare sull’isola, che va disattivato/fatto detonare in un luogo sicuro al più presto, altrimenti il dottor Pazzo lo avrebbe usato per cancellare ogni traccia delle sue macchinazioni. Il problema è che le radiazioni lascerebbero Jack e Val inermi di fronte al gene mutageno Trigen, così Doyle deve guidarli prima ad un antidoto (in via sperimentale) per permettere loro solo in un secondo momento la detonazione del nuke.
Far Cry

Jack Carver dovrà usare non di rado mezzi come jeep o gommoni per velocizzare gli spostamenti!

Tutto va bene, ma durante la fuga dall’esplosione, i due svengono e vengono catturati da Krieger, che annuncia loro al risveglio che l’intera isola ora è piena di trigen, per lo più ex-mercenari mutati. Jack viene buttato giù dall’elicottero sul quale stavano viaggiando e lasciato che sopravviva da solo nella giungla, mentre Val viene di nuovo abdotta dallo scienziato. Jack deve così nuovamente salvare Val (e se stesso, ovviamente), ma per questo gli servono anzitutto armi. Doyle lo indirizza ad un vicino deposito, dove Jack scopre che sta mutando anche lui. Doyle suppone che l’esplosione del congegno nucleare abbia reso nulli gli effetti dell’antidoto, ma gli suggerisce che Krieger ha altre dosi del siero. Per prenderle, ovviamente, deve passare sul suo cadavere. Jack si avvia verso i laboratori di Krieger e lo trova enorme e mutato nella sua roccaforte, circondato da ogni genere di mostri.
Far Cry

...uh, dimenticavo, ci stanno anche questi! =) Molto utili, ma molto fragili!

Dopo una sparatoria, Krieger viene ferito mortalmente, ma rivela prima di spirare che non solo non ha alcun antidoto, ma non può essere stato il mutageno nell’aria a contagiarlo, ma l’iniezione che Doyle ha fatto fare loro, ingannandoli dicendo loro che fosse un anti-mutageno. Doyle appare in un ologramma e spiega loro che lavorando alla CIA ha capito come si fanno davvero affari, rivelandosi il traditore del gioco, insomma. Jack decide che non la farà franca, trasporta la mutantesi Val al sicuro e va verso il vulcano sull’isola (tenuto artificialmente lontano dal punto di eruzione) dove viene atteso da un esercito intero di Trigen kamikaze e selvagissimi. Comunque sia (leggasi, dopo settimane e settimane di tentativi da parte mia), Jack raggiunge Doyle in delirio ("Non capisci. Mi hanno mandato LORO. Loro stanno guardando, guardano sempre. Non puoi cambiarlo, non puoi cambiare il futuro!") e lo uccide ("Posso fare in modo che tu non ne fai parte." e sayonara), prende l’antidoto, cura se stesso e Val e fugge dall’isola.
Far Cry

Quelli della Crytek avrebbero voluto delle vacanze nelle loro isole appena sfornate; di sicuro l'acqua cristallina, la spiaggia bianca e la bella palafitta invogliano!

Ripeto, la storia non è il punto forte del gioco (si nota?), ciò che rende Far Cry una così bella esperienza è l’enorme libertà di movimento donata al giocatore e la bellezza delle ambientazioni (unita, ovviamente, ad una giocabilità davvero di prim’ordine). Alcuni livelli, come il primo, ma anche diversi successivi, fanno venire una incredibile voglia di partire subito per le Bahamas o le Seychelles per farsi a propria volta un bagno in acque cristalline. Il design degli stessi è impeccabile, ed ogni possibile situazione che l’ambientazione tropicale possa donarvi, è stata integrata: spiaggia al chiaro di luna, al tramonto, all’alba, in pieno giorno, fiumi nella giungla, vaste paludi, un vulcano poco prima dell’eruzione, una portaerei abbandonata, bunker nascosti e in decomposizione, miniere sulla spiaggia, sentieri tra gli scogli, tempi indigeni abbandonati e tant’altro. Pensatelo, c’è.
Far Cry

Tramonti Tropicali, portatemi via. Inoltre, la varietà delle armi nel gioco è niente male!

La varietà delle ambientazioni va a pari passo con le libertà concesse al giocatore e con le diverse situazioni ch’egli incontrerà. Inseguimenti su Jeep nella Giungla? Si! Coprifuoco tra gli scogli di un’ampia spiaggia in mano ai mercenari? Mais oui! Lunghe navigate per fiumi su gommoni o a nuoto? Certamente, e tutto questo in varie salse. Ogni diverso approccio cambierà le carte in tavola e ogni scenario può essere affrontato in più di una maniera. Vi piace cecchinare da lontano le guardie e spargere poi morte e terrore tra i mercenari? Vi piace un approccio più moderato, uccidendo le guardie di pattuglia più esterne a suon di machete e poi finire il resto con alcuni precisi e silenziosi colpi di pistola? Adorate emulare rambo e sparare tutti alla sacresa, cercando poi opportunamente riparo dietro casse o dentro capannoni? Ogni giocatore verrà accontentato, ma state attenti, una spara-spara senza cervello non va lontano, a tutto va posto un limite e così anche Far Cry tende a lodare più un approccio stealth ai nemici (specie se in grossi gruppi) che non uno à la Sylvester Stallone.
L’interattività con l’ambiente è discreta e il motore fisico passabile; i nemici sono fondamentalmente ragdoll, ma qualcosa si iniziava a muovere in quegli anni (tant’è vero che poco dopo sarebbe uscito Half Life 2 col suo supremo Source + Havok) e Far Cry era il primo passo.
La grafica del capolavoro Ubisoft, come avete potuto notare negli screenshot di queste pagine (durante il gioco si possono fare screen in ogni istante, io ne ho fatti più di 150 durante la mia partita, qui ne vedete solo alcuni), è molto buona, sicuramente tra le miglioi in circolazione all’epoca, ed è di fondamentale importanza nel calare il giocatore nell’arcipelago maledetto nel quale si troverà a lottare. Bisogna avere un buon PC per far girare tutto al massimo, ma oggi giorno non credo sia difficile riuscire a trovarne uno a livello. Il sonoro è decente, non ci sono troppe musiche memoriabili, il doppiaggio italiano è accettabile (molto anonimo, secondo me, come i personaggi d’altronde), ma le BGM (background music) sono funzionali al punto da immergere sempre chi gioca nell’ambiente che lo circonda. Il vero problema del gioco è un finale sbilanciato. La prima metà del gioco è molto tirata per le lunghe, ma resa sempre frizzante, grazie al già citato buon level design ed all’ottima I.A. dei nemici. Il finale invece è contratto e fatto molto in fretta, nonchè di una difficoltà disarmante (nel vero senso della parola). Uccidere Krieger è stato fin troppo facile, arrivarci è stata una tortura. Arrivare a Doyle è al limte della schizzofrenia, per ucciderlo invece bastano due colpi di pistola (contati).
Questo perchè non esiste un vero boss di fine gioco (e forse ci sarebbe stato più che bene, visto le diverse forme assunte dalla mutazione), e quindi i tedeschi di Crytek hanno ben pensato (qui è ironia) di rendere gli ultimi avversari dei veri cecchini kamikaze dotati di lanciarazzi, che ti sparano in faccia anche se sei a tre centimetri da loro. E sono in sei o sette. Spero di aver reso l’idea.
Far Cry

Quando cala la notte, son volatili per diabetici, ma lo scenario rimane bellissimo!

Verdetto finale di Far Cry? Giocatelo. E’ un gioco che ha un valore intrinseco molto alto, nonostante qualche difettuccio qui e lì. La grafica di prim’ordine, l’ambientazione lussureggiante e una giocabilità che per buona parte del gioco si tiene molta alta lo rendono piacevole a chiunque, secondo me. Perdetevi con Jack e Val nella giungla della Crytek e fatevi con loro un bel bagno di mezzanotte (di sangue)!
Voto Personale: 9/10

The Promised Movie

(A cura di Wise Yuri)

promised land locandina

Matt Damon, film che tratta di un tema attuale ed impegnato, ovvero la trivellazione dei terreni in cerca di gas naturale, con le compagnie del gas che cercano di comprare la terra (o meglio, i giacimenti sotteranei di gas) da fattori e gente di città piccole per espandere e rafforzare il loro dominio. Una premessa che vede due agenti della compagnia di gas Global Corp. mandati a comprare i giacimenti di una piccola città dai suoi proprietari, fattori/contadini, gente di campagna povera, ma l’intervento di un professore di scienze (che ha dubbi sugli effetti a lungo termine di queste perforazioni delle placche sull’ambiente) e l’arrivo di un ambientalista complicano quella che doveva essere una “conquista” del territorio rapida e facile.

ottimo cast, tematiche impegnate ed attuali, premessa e scenario realistico, cosa manca?

A prima vista si direbbe nulla, e devo ammettere, il film solleva questioni davvero complicate e reali, ma a mente fredda, ci si accorge di come Promised Land tali questioni faccia poco altro che accennarle, tirandosi indietro quando invece può andare più a fondo, preparando il terreno per un messaggio ma non lasciando mai spazio per esporlo, preferendo non fermare la narrativa a prescindere, anche quando servirebbe per -appunto- esporre un messaggio di sorta.

Va detto anche il film mostra dei personaggi interessanti, come quello di Steve (Matt Damon), un personaggio onestamente e profondamente dedicato alla sua causa ed al suo lavoro, e con dei motivi personali per far ciò, visto che anche lui visse situazioni simili a quelle degli abitanti della cittadina, e quello di Sue (Frances McDormand), che è il personaggio più interessante del film, in quanto è il più realistico, quello di una che lavora per un’azienda di gas “senz’anima” ma anche una madre, che cerca di trovare onestamente un equilibrio tra le due parti, e di sopportare la tensione che si forma tra queste.

promised land matt "steve" damon

Il problema però è sempre quello, il film ci va così vicino ad affrontare seriamente le tematiche su cui si basa, ad approfondire il personaggio di Steve, ad analizzare le complesse contraddizioni tra profitto e rispetto dell’ambiente, ma poi all’ultimo momento lascia perdere in toto, preferendo buttarsi su verità banali e su clichè invece di affrontare tematiche e situazioni complesse. Per esempio, si dipinge la classica america campagnola nata e cresciuta a grano e trattori (che onestamente mi sembra esista solo in film come questi, ma non posso dirlo con totale sicurezza), con gente povera ma orgogliosa della terra ereditata dai padri (che a sua volta l’hanno ereditata dai loro padri), ma non si discute minimamente cosa intendiamo per casa, cosa consideriamo nostro, in base a cosa decidiamo ciò? Ed ancora, a chi apparteneva questa terra, andando generazioni addietro? Cosa ci dà il diritto di considerarla nostra? Domande che vengono naturali ma alle quali questo film non tenta neanche di dare una risposta.

Concludendo, The Promised Land si presenta come un film impegnato, pronto ad affrontare tematiche politico-sociali attuali ed adulte, ma purtroppo un messaggio, un’approfondimento di suddette tematiche non arriva mai, sebbene il film ci arrivi così vicino, con situazioni e scene interessanti, al momento clue l’opera fa retromarcia e preferisce non osare, buttandosi in ovvietà. Il cast è davvero ottimo, si nota impegno sia da parte degli attori che del regista, ma ciò rende ancora più frustrante i continui sforzi per analizzare in maniera non superficiale le tematiche, e poi sistematicamente mai andare oltre.

E questo è Promised Land, un film non fatto male (perchè non è un film brutto, anzi) che intrattiene bene, ma che vuole fare l’opera impegnata, senza poi andare oltre la premessa, pone quesiti che non ricevono mai una risposta vera, e alla fine della fiera è il solito film hollywoodiano, che sembra far intendere un cambiamento di rotta dell’industria, ma oltre la facciata non va, e di fatto è la solita roba di sempre. Chiudendo con una nota positiva, perlomeno farà pensare alcune persone che non erano a conoscenza di questi fatti, ma non dice nulla che non sia già stato detto. Peccato.


Asterix e Cleopatra

(A Cura di Celebandùne Gwathelen)

Asterix e Cleopatra

Abbiamo parlato settimana scorsa del fumetto, quest’oggi ci avviciniamo al film, datato 1968 (mentre il fumetto era stato disegnato per la prima volta nel 1963 e pubblicato in un unico volume nel 1965). Dopo il relativo flop subito con la trasposizione a fumetti animati di Asterix il Gallico, a questo giro Uderzo e Goscinny sono stati chiesti di partecipare alla realizzazione del film, e la differenza si vede!

La trama del film ripercorre grosso modo quella descritta dal fumetto, con Numerobis che chiede aiuto a Panoramix per costruire il palazzo promesso da Cleopatra a Cesare in tre mesi, per dimostrare la superiorità architettonica egizia a quella romana. Ci sta sempre il rivale di Numerobis, Stocafis, che mette al gruppo i bastoni tra le ruote (o almeno, ci tenta) e infine stesso Cesare ci mette del proprio.
Le differenze sono in alcune sequenze, che per lo più vegono accompagnate da canzoni e rendono tutto il cartone animato quasi più simile ad un musical che una storia d’azione comica.

Asterix e Cleopatra

Cleopatra, con tutta la sua bellezza egizia. Qui la vediamo cantare col proprio Leone in vasca da bagno. Aspettate, un Leone senza criniera?

Durante il viaggio dalla gallia all’egitto, per esempio, vengono incontrati dei pirati che nel fumetto non vengono menzionati più di tanto. Qui c’è una coreografica e muscialmente ben accompagnata inscenazione della lotta tra Asterix, Obelix e l’intera ciurma avversaria. In seguito assistiamo al bagno di Cleopatra, anche qui con tanto di canzone e gag più o meno infantili. Ancora più oltre nel film, quando Stocafis ha bloccato l’arrivo delle pietre necessarie per la costruzione, ci sta una scena in cui Obelix, che non mangia Cinghiale da troppo tempo, ha un sogno semi-allucinoso sul cibo che canta e che gli dice che l’appetito vien mangiando. In questa scena ci sono anche formaggi che cantano e un dromediario parlante. Avevo detto allucinato, no? 😉
I Pirati compaiono anche una seconda volta nel lungometraggio, nel momento in cui Asterix e Obelix risalgono il Nilo con il carico di pietre, e il loro esito è il medesimo, anche se questa volta senza scenetta musicata.
A fine film, poi, Cesare non solo impiega la sua super-spia (nel fumetto un normale egiziano, qui un fermo maestro del travestimento, che si nasconde nei muri, nelle pareti e anche nel cibo (!!) di Cesare) per capire che ci sono Asterix, Obelix e Panoramix sul sito di costruzione, ma utilizza degli inediti “Soldati egiziani” per rapire Panoramix e imprigionarlo, dove poi spetta al restate duo gallico liberarlo (in realtà, senza troppi problemi).
La scena che però, quasi da sola, fa il film, è quella bellissima della canzone che cantano Stocafis e il suo assistente durante la preparazione della torta velenosa per Cleopatra. Vi posto la versione in italiano più in basso, io preferisco quella tedesca che per i più coraggiosi tra voi lascio qui. Sono anche disposta a tradurla nei commenti, se mi dovesse venire richiesto.

Asterix e Cleopatra è finito dopo un’ora e dieci circa, ma sono settanta minuti che si passano in maniera piacevole, con canzoni orecchiabili nelle orecchie e magari con due o tre spontanee risatine da sotto i baffi. Le battute in puro stile Asterix e Obelix sono infine presenti sul piccolo schermo, le animazioni sono ottime, le transizioni da un luogo all’altro fatte molto bene, con cartine, splendidi passaggi di immagini e creatività artistica varia.
Considerando che è quasi più un musical che non un normale fumetto, va fatto un plauso speciale anche alle musiche, che come ho già detto sono facili da memorizzare e tutte molto azzeccate nei loro momenti. I disegni stessi sono altrettanto splendidi, Asterix e Panoramix sono disegnati molto meglio che in Asterix il Gallico (Obelix in quell’albo non era molto presente), anche se in particolare Panoramix e Numerobis soffrono di occhiaie acute in alcune parti del lungometraggio. Ma gli sfondi sono fatti molto bene, lo stile è consistente, l’egitto è rappresentato in maniera impeccabile e tutto farà subito ‘click’ con uno spettatore amante di fumetti.

Asterix e Cleopatra

Asterix, Obelix, Idefix e Panoramix; qui le occhiaie non si vedono tanto, ma ci sono!

Non posso che consigliarvelo, anche ad oltre quarant’anno dalla sua uscita. E’ un cartone animato che merita venire visto e adorato, e al quale si nota hanno lavorato i geni creatori dell’astro dell’aremorica, Asterix.

Voto Personale: 8,5/10

E con questo abbiamo terminato anche questo breve appuntamento settimanale, ci risentiamo settimana prossima per l’ultimo numero a due cifre (nonchè palindromo!) che il Weakly vedrà mai! =) Alla prossima!

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