Avete “festeggiato” il primo maggio? Non ve ne frega niente? Vi chiedete perchè sto scrivendo domande retoriche?
Non sequitur a parte, vi dò il benvenuto ad un numero del Weakly…. non molto differente da quelli precedenti, con in copertina il capitolo finale (?) della trilogia Marvel dedicata all'”Omo de Ferro”, la ectoplasmica recensione di Luigi’s Mansion 2, il sandbox più scurrile ed eccessivo degli ultimi anni, Saints Row: The Third, ed lungometraggio di Asterix & Obelix: La Pozione Magica (i due gallici ormai sono una gradita costante del settimanale). Come sempre, una sedia, un caffè, e buona lettura. 🙂
Iron Man 3
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)
E’ di nuovo iniziata l’estate dei Blockbuster e quale film migliore per aprire le danze di Iron Man 3, primo film della Fase 2 dell’Universo Cinematico Marvel e al contempo probabilmente l’ultimo film della saga di Iron Man, tolto che poi non cambiano idea e stravolgono tutto con un quarto film o una nuova trilogia!
Non andrò a spoilerare il film in nessuna maniera, non voglio affatto rovinare il divertimento a chi di voi vuole ancora godersi il film, sappiate però che se in seguito ne vorrete parlare con chi di Marvel ne se un bel pò, sono aperto a discussioni sia qui nei commenti che sulla nostra Pagina Facebook o sul nuovo Gruppo Steam! =)

Dopo gli avvenimenti di Avengers, per Tony è difficile abbandonare la sua armatura, anche nella vita quotidiana!
Detto questo, qualcosina della trama ve la anticipo!
Siamo ovviamente nel post-Avengers, e Tony in particolare ancora non si è ripreso del suo viaggio attraverso il buco nero nell’altra dimensione. Per questo ha continuamente attacchi di panico dovuti a paure più svariate, in primis quella di venire aggredito o che venga aggredita Pepper Potts, la donna della sua vita.
Comunque vada, però, la vita va avanti, e Pepper, ora a capo della Stark Enterprises, dirige l’azienda mentre Tony si gode il suo essere un playboy genio miliardiario filantropo a modo suo, stando con il suo vecchio amico James Rhodes, che da poche settimane è diventato guardia del corpo ufficiale del presidente degli stati uniti d’America Ellis con la sua armatura ed il nuovo nome “Iron Patriot”.
Pepper intanto rivede dopo anni un suo vecchio amico di nome Aldritch Killian che le parla di Extremis, un potente medicinale in grado di rigenerare cellule del cervello o del corpo. Per quanto il suo lavoro è affascinante, Pepper riconosce che il medicinale può essere usato per scopi bellici e rifiuta di finanziare il progetto di Killian.

Maya Hansen è la bella e brava biologa che torna nella vita di Tony quando il miliardario rivela il suo indirizzo al Mandarino!
Frattanto, diversi attentati che accadono nel medio oriente ed in America stessa iniziano a venire rivendicati da una organizzazione chiamata “I dieci Anelli” ed in particolare dal loro leader “Il Mandarino”. Costui riesce sempre a sabotare le reti televisive americane e trasmettere così videomessaggi di minaccia e critica della civiltà americana, ed in un certo senso sfida Iron Man alla reazione. Questa avviene e quando Tony Stark invita il Mandarino a farsi sotto, dicendogli di non avere paura di lui, questo attacca con tre elicotteri la sua villa proprio quando a venirlo a trovare ci sta Maya Hansen, una vecchia fiamma di Tony nonchè biologa nonchè originale inventrice di Extremis. Nella lotta che segue, la villa di Tony viene distrutta e lui stesso quasi ucciso, se non fosse per l’ultimo modello della sua tuta, il Mark 42, in grado di montarsi a comando sul corpo di Iron Man grazie a delle sonde nanotecnologiche che Tony si è iniettato a inizio film. Incapace, però, di proseguire la lotta poichè gravemente danneggiato, J.A.R.V.I.S., l’Intelligenza Artificiale della tuta, vola un Tony Stark svenuto fino in Tennessee, dove venne registrato il primo di questi atti terroristici che poche scene prima hanno colpito e fatto ricoverare in ospedale Happy Hogan, guardia del corpo di Pepper Potts e amico di Tony.

Il Mandarino sembra un nemico davvero temibile; scoprire la sua residenza e reale identità è tra i compiti più difficili per Tony in questo film!
Da lì, Tony deve investigare per capire la vera natura di questi attentati de I dieci Anelli, capire la vera identità del Mandarino e capire cosa c’entrino in questa storia la sua vecchia fiamma Maya e l’un tempo paraplegico Aldritch Killian.
Ripeto, ho cercato di evitare spoiler il più possibile in modo che vi possiate ancora godere il film al cinema, cosa che caldamente raccomando.
Per gran parte della sua durata, Iron Man 3 è difatti tutto ciò che ci si aspetta dalla terza iterazione di quello che ha fondamentalmente fatto ri-partire i film Marvel e dato loro nuova linfa vitale; è divertente, pieno di azione, riprende i personaggi esattamente da dove li avevamo lasciati in Iron Man 2 o Avengers, e al contempo non tenta la folle e inutile impresa di voler essere migliore dell’ultimo capolavoro Marvel, ma semplicemente quella di portare un pò di conclusione allo sviluppo di un personaggio pieno di sfaccettature come Tony Stark.

Iron Patriot fa di tutto per aiutare il presidente Ellis...non sarà abbastanza, purtroppo!
La sua ossessione per le armatura sempre più avanzate e tecnologiche è presente e godibilissima, la sua relazione con Pepper Potts sempre strana e strampalata, e al contempo Iron Man in questo film si ritrova ad essere per gran parte del film semplicemente Tony Stark, privato ad un certo punto di tutto quello che aveva costruito durante gli scorsi anni. E ciononostante deve riuscire a sconfiggere un nemico apparentemente imprevedibile e potentissimo sia nei mezzi sia celato dal grande mistero che circonda la sua vera identità.
Ed è proprio la vera identità del Mandarino uno dei punti di forza del film, insieme alla presenza di una serie di antagonisti potenziati dal virus Extremis che permette loro non solo la ricrescita di arti e organi perduti, ma anche di portare il loro corpo a livelli di calore enormi, capaci di mettere in difficoltà anche le tute costruite da Tony Stark.

Quando Tony viene trascinato nell'Oceano dalle rovine della sua casa a Malibu Point, Potts dispera e teme di non rivedere mai più il suo fidanzato.
Dal punto di vista della recitazione siamo ancora una volta su ottimi livelli, Robert Downey Jr. è stellare come sempre, sempre più mi viene da dire che sembra sia nato proprio per interpretare Tony Stark quell’uomo, ma altrettanto stupende sono le parti di Ben Kingsley da Mandarino (specialmente quando questo e Tony Stark hanno finalmente il loro faccia a faccia, quella scena è stupenda!) e Don Cheadle da Iron Patriot ha pure alcune scene molto belle.
Pepper Potts ha un ruolo molto particolare nel finale, che da un lato non mi è piaciuto molto, dall’altro evita per una volta di metterla nel semplice ruolo della dama bisognosa di aiuto. Anche Guy Pearce nel suo ruolo di Aldritch Killian è buono, anche se il suo personaggio è forse quello che meno mi convince di tutto il film, e che forse più aveva bisogno di risultare subdolo e convincente.
Bellini anche i camei di Mark Ruffalo e Stan Lee.
Giudizio del film? Come già detto, bello fino agli ultimi 15 minuti. In quei 15 minuti viene sconvolto tutto, tute di Iron Man vengono fatte a pezzi come se fossero di latta (non erano di Titanio e Oro?), personaggi vengono stravolti ed il nemico di Tony Stark sopravvive l’esplosione di una tuta attorno a tutto il corpo, ma non una granata in testa…

Con Mark 42 in rottami, anche Tony non è proprio ottimista riguardo la sua situazione!
Insomma, finale da dimenticare, ed anche il cameo, per quanto spiritoso, non era un granchè… A meno che non voglia implicare il ritorno del grosso e verde…
Ma ne dubito! Riparleremo di cinema Marvel dopo l’estate, con le recensioni di The Wolverine e Thor: The Dark World!
Voto Personale: 8/10
“Ecchè un ettoplasma?” 2
(A cura di Wise Yuri)
Ci sono voluti dieci e passa anni, ma finalmente il seguito di uno dei giochi Gamecube più sottovalutati (ed uno dei miei preferiti) è arrivato: Luigi’s Mansion 2 (o Luigi’s Mansion: Dark Moon, com’è conosciuto negli Stati Uniti) per Nintendo 3DS. E visto che ero tra i molti a chiedere un seguito da praticamente sempre (leggesi: dopo aver giocato l’originale), mi sembra quasi un “dovere” recensire la seconda avventura ectoplasmica del fratello sfigato di Mario.
Luigi’s Mansion 2 prende luogo tempo dopo l’originale (quanto non ci è dato sapere, ma considerato come sia un fattore poco importante per un idraulico italiano che vive in un regno i cui funghi parlano e non sono condimento per zuppe, beh, ci passeremo sopra), e vede Luigi interpellato (attraverso un televisore) dal professor Strambic, che ha notato come i fantasmi siano improvvisamente diventati pestiferi, e pensa che la distruzione della Luna Oscura abbia qualcosa a che vedere con tutto ciò… E sebbene il baffone verde preferisse starsene a poltrire e sonnecchiare, viene risucchiato dalla TV (la citazione è chiara, direi) e viene mandato nuovamente a fare il ghostbuster con l’aspirapolvere più utile del mondo, il Poltergust 5000. La storia è questa, e sebbene prevedibile, fa quello che deve fare: darvi un pretesto per esplorare stamberghe infestate e catturare fantasmi, titoli come questo non hanno bisogno di storie complesse.
Graficamente il titolo si difende molto bene, ma sebbene sia ormai noto come i titoli Nintendo non puntino moltissimo sulla grafica, si poteva fare qualcosina di più sul 3DS. Carino il 3D, ma non essenziale per l’immersione nel gioco. Lasciando da parte la definizione e capperi, lo stile artistico del gioco molto halloweenesco che aveva caratterizzato l’originale rimane intatto anche qui, ed ha ancora il suo fascino. Sul sonoro siamo messi altrettanto bene, con musiche a tema “fantasmagorico” e non che cambiano da magione a magione e si integrano bene con il tono del gioco, effetti sonori tipici e le classiche “parlate” dei personaggi, come le esclamazioni di Luigi o lo strano ma buffo gibberish (ovvero suoni che sembrano parole ma parole non sono, tipo i farfugli dei personaggi di Banjo-Kazooie) del Professor Strambic, che continuo a trovare molto buffo e particolare.
A livello di gameplay non è cambiato moltissimo dall’originale titolo Gamecube, ma la struttura di gioco ed i controlli hanno subito alcune modifiche. Il cambiamento più importante riguarda la struttura di gioco: invece di una singola enorme magione da esplorare in lungo ed in largo, Luigi’s Mansion 2 presenta 5 vaste località infestate, ed una struttura a missioni vagamente reminescente di Monster Hunter, nel senso che potete esplorare e mettervi alla ricerca di collezionabili, soldi e Boo nascosti, ma una volta completato l’obiettivo della missione attuale, venite automaticamente riportati indietro al laboratorio di Strambic. Funziona considerata la natura portatile del 3DS, e ci si abitua bene, ma avrei gradito (e con me molta altra gente, ne sono sicuro) la possibilità di girare un pò prima di tornare alla base.
I controlli sono pressapoco gli stessi e sono molti comodi ed intuitivi, l’unica cosa che richiederà un minimo di pratica è abituarsi al fatto che il 3DS non ha una seconda levetta analogica (che nell’originale controllava la torcia e l’orientamento del Poltergust), e che per “mirare” l’aspirapolvere verso il basso e verso l’alto si usano rispettivamente B e X. Quindi il controllo dell’aspirapolvere non è fluido e perfetto come nell’originale, ma ci siamo molto vicini, anche senza il supporto (anche opzionale) del Circle Pad Pro (sarebbe stato ancora meglio con un secondo analogico, ma sono d’accordo sulla scelta della Nintendo di non rendere questo accessorio necessario per i suoi titoli, e forzare i giocatori a comprare l’accrocchio). Volendo potete anche usare l’accellerometro (usato anche su sezioni in cui dovete mantenere l’equilibrio su travi pericolanti) del 3DS per muovere l’aspirapolvere su e giù, ma ripeto, volendo.
Oltre al fidato aspirapolvere, Luigi ha a disposizione la classica torcia (il cui flash può ora essere caricato e che attiva degli speciali sensori) per stordire i fantasmi, una console per contattare Strambic (nel primo Luigi’s Mansion un Game Boy Color rinominato Game Boy Horror, qui un DS, con la sigla che sta per Doppio Strillo), ed un nuovo accrocchio, l’Arcobaluce, che serve per rivelare nemici ed elementi dello scenario invisibili ad occhio nudo. La caratteristica meccanica di cattura dei fantasmi è praticamente rimasta invariata (con la possibilità stavolta di saltare mentre un fantasma vi trascina, ed evitare gli attacchi di altri ectoplasmi), ma c’è una maggior varietà di fantasmi, e questi usano diversi metodi per attaccarvi o ripararsi da voi, come armature, occhiali da sole, scudi, martelli, spade, matterelli, etc. é un piacere vedere un buon livello di sfida, ma non aspettatevi qualcosa di impossibile, nel bene e nel male, il gioco non è nè difficilissimo nè di un facile imbarazzante, ha un livello di sfida adeguato, giusto, ben calibrato. I boss (uno per magione, più il boss finale) sono per la maggior parte buoni, ma alcuni potevano decisamente dare di più. Quello che era innegabilmente il difetto più grosso dell’originale, cioè la longevità, è stato corretto, con ben 5 ville diverse, e per finire il gioco “e basta” servono 12 ore circa, che raddoppiano se vi mettete a cercare tutti i collezionabili e segreti.
Una cosa leggermente differente rispetto all’originale è che stavolta Luigi non acquisisce medaglioni elementali per far sputare acqua, fuoco e ghiaccio all’aspirapolvere, ma invece di essere un difetto, ciò aiuta all’economia di gioco perchè non lo fa dipendere da una meccanica “torna qui dopo il power up”, ed anzi vi spinge a pensare come sfruttare l’aspirapolvere e gli elementi degli scenario per avanzare, e c’è da dire che i metodi in cui utilizzate il Poltergust sono ancora più creativi di prima: per esempio, in una magione trovate delle bacche che si attaccano alla bocca dell’aspirapolvere, e soffiando potete gonfiarle come palloncini ed usarle per volare, mentre aspirando le risucchiate via. è tutto molto creativo ed è un piacere avanzare e vedere in che altro modo usare questo “aspirapolvere svizzero”, ed anche chi ha giocato l’originale avrà delle sorprese. Il denaro, che nel primo determinava che tipo di casa avrebbe ottenuto Luigi alla fine del gioco (più soldi accumulavate e migliore poteva venir fuori la vostra villa), qui ha un utilizzo pratico, ed ogni volta che raggiungete una quota prefissata, viene sbloccato un potenziamento dell’equipaggiamento di Luigi (come una maggior batteria per l’Arcobaluce).
La vera novità è la modalità multigiocatore – nominata Torre Del Caos (traduzione “molto libera” di Scarescraper), una cosa che decisamente non mi aspettavo in un titolo pensato per il single player, e onestamente l’idea di inserire il multigiocatore in Luigi’s Mansion mi sembrava figlia di questa generazione, in cui NON avere il multigiocatore (necessario o meno poco importa) in un titolo sia un peccato mortale. Ma una volta provato, sono rimasto piacevolmente sorpreso. Appurato che il cuore del titolo è il single player, il multigiocatore cooperativo-competitivo offerto da Luigi’s Mansion 2 è molto gradevole, semplice da giocare e divertente, in locale via connessione wi-fi od online (è possibile anche far scaricare ad altri una versione limitata del multigiocatore per giocare assieme a gente che non possiede il titolo, in maniera analoga al Download Play dei titoli per DS come Super Mario 64 DS o Mario Kart DS). Fino ad un massimo di quattro giocatori (ognuno con un Luigi di colore diverso) possono partecipare, e sono presenti tre modalità di gioco:
–Cacciatore- che vi vede esplorare stanze e stanze con obiettivo l’eliminazione di tutti i fantasmi presenti sul piano, con un boss da affrontare ogni 5 piani.
–Tempo– che vede i giocatori impegnati a cercare la botola per uscire dal piano prima che il tempo scada, con la possibilità di ottenere secondi extra per i fantasmi catturati o gli oggetti esaminati.
–Poltercuccioli- che vi fa usare l’Arcobaluce per scovare e catturare più poltercuccioli (cioè cagnolini fantasma) possibile prima degli altri.
Potete creare una partita voi – selezionando modalità, difficoltà e numero di piani della torre – o partecipare a quelle di altri, selezionare se giocare con amici o con persone di tutto il mondo, le cose standard del multigiocatore online. Non ho riscontrato problemi notabili di lag, o cose del genere.Volendo potete anche giocare una Torre senza altri giocatori, anche se è un controsenso fare da soli la modalità multigiocatore. Per essere un extra, è molto ma molto carino e decisamente un buon modo per allungare la durata del gioco. Non mi dispiacerebbe se la Nintendo espandesse via aggiornamenti il multigiocatore (magari con trofei o premi, qualcosa del genere), e considerando che sono prettamente un giocatore “solitario”, questa affermazione qualcosa dovrà pur dire. 🙂 L’unica lamentela che mi sento di fare è che perlomeno potevano farvi scegliere se impersonare un Toad o Mario, invece di vedere 4 cloni di Luigi a schermo, ma è una lamentela minore, lo so.
Commento Finale: Luigi’s Mansion 2 riprende la formula dell’originale, ne cambia in parte la struttura di gioco (la struttura a missioni potrebbe però non andare giù a tutti), ed espande il particolare gameplay adventure/puzzle alla base del titolo, con utilizzi ancora più variegati e creativi per l’aspirapolvere ectoplasmico, più magioni infestate da ripulire come dei novelli Ghostbusters, più nemici e una longevità maggiore rispetto all’originale. La modalità multigiocatore a sorpresa è una piacevola aggiunta alla “portata principale”, e se supportata bene potrebbe diventare molto valida.
Il fatto che dietro al titolo ci fossero i ragazzi di Next Level Games (dietro ai titoli sportivi di Mario, come Mario Strikers per Gamecube) aveva fatto abbassare le aspettative sul titolo (anche se in questo caso ho solo letto delle opinioni non entusiastiche sui loro titoli, che personalmente non ho mai giocato), ma il risultato è stato meglio del previsto, un seguito molto ben curato e rifinito, che non rivoluziona quanto visto nel primo Luigi’s Mansion, ma “solamente” espande e migliora quanto di buono presente nell’originale. Se fosse stato curato da un’altro studio interno Nintendo più esperto sarebbe stato ancora meglio, ma è innegabile che Luigi’s Mansion 2 è un ottimo titolo, un seguito che molti attendevano da parecchio ormai, ed è venuto fuori molto bene. Solo non aspettatevi una rivoluzione della meccanica di gioco, od un titolo difficilissimo, perchè non è questo il caso, ma ciò non inficia affatto sulla qualità del prodotto finale, semplice ma per niente banale, e sopra ogni cosa, molto divertente. Consigliato.
Ed ora che Luigi’s Mansion è ufficialmente una serie, voglio un nuovo episodio su Wii U. Pensaci, Nintendo! 😀
Saints Row: The Third
(A cura di Alteridan)
In principio vi era Grand Theft Auto, con quella formula piena di violenza, missioni secondarie e cazzeggio totale in giro per Liberty City, Vice City o San Andreas. In molti hanno tentato di copiare la formula ideata da Rockstar Games, alcuni titoli creati proprio dalla stessa software house come ad esempio Red Dead Redemption o Bully, ma sono veramente pochi i titoli che possono vantare di essere riusciti nell’impresa.
La serie Saints Row è sicuramente quella che più è riuscita a ritagliarsi un posto ben definito nello sconfinato universo dei cloni di GTA, grazie anche alla svolta comica e sopra le righe che la serie ha intrapreso a partire dal secondo capitolo.
L’impero dei Gigli Viola
Dopo gli eventi di Saints Row 2 che hanno portato i 3rd Street Saints alla conquista della città di Stilwater, la gang ha messo su un vero e proprio impero commerciale diventando i gestori di una catena di negozi di abbigliamento, produttori di film di successo e detentori di diritti per merchandising di ogni sorta. Naturalmente tutto questo non ha fermato il Boss (ossia il giocatore), Shaundi, Gat e Pierce dal continuare con le attività illegali quali gioco d’azzardo, sfruttamento della prostituzione o rapine in banca.

I Planet Saints vendono vestiti (e non solo) griffati 3rd Street Saints.
Ed è proprio durante una rapina in banca che il gruppo si ritroverà in mezzo ai guai: rapinando la banca del fantomatico Sindacato, i Saints si ritroveranno ad affrontare Phillipe Loren, leader del Sindacato, a bordo di un aereo, non prima di aver causato un po’ di casino a terra naturalmente. Il Boss e i suoi amici presto scopriranno che il Sindacato ha intenzione di prendere con la forza l’intero impero dei Saints, spetterà quindi al giocatore riconquistare ciò che il Sindacato ha rubato alla gang ed eliminare definitivamente la minaccia che turba la tranquilla (si fa per dire) vita dei cittadini di Steelport (la città in cui si svolgeranno le vicende di questo nuovo Saints Row).
Santi tuttofare
Il cuore del gameplay di Saints Row: The Third è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al precedente titolo della saga. Il nostro personaggio verrà contattato periodicamente dai vari compagni della banda e dovrà svolgere missioni principali sempre diverse, da questo punto di vista il titolo Volition offre una varietà davvero ammirevole, varietà che forse non riesce ad offrire neanche il più famoso GTA. Inoltre alcune missioni avranno finali multipli, nulla di eccessivamente complesso (si tratterà solo di effettuare una scelta in punti predeterminati) ma questa è comunque un’aggiunta di rilevante importanza anche considerando che ogni scelta avrà comunque delle conseguenza sull’esperienza di gioco: far saltare in aria un grattacielo per ottenere maggiore prestigio oppure conquistarlo per farlo diventare una base dei Saints ed avere maggiori introiti? La scelta sarà solo nostra.

Largo!
Ma come ogni buon free roaming che si rispetti, Saints Row offre anche vagonate di missioni secondarie, collezionabili da trovare e altre attività che ci terranno impegnati per decine di ore. Nonostante Steelport abbia più o meno la stessa estensione di Stilwater, le attività messe a disposizione del giocatore sono aumentate sia per quanto riguarda il numero totale sia per quanto riguarda le tipologie di missioni. Oltre alle più classiche missioni di assassinio, di furto d’auto o la celebre truffa assicurativa, il Boss potrà partecipare a varie puntate di uno show televisivo in cui sostanzialmente bisognerà combattere orde di nemici in un’arena, oppure potrà saltare a bordo di un tank e distruggere tutto ciò che si muove.
Don’t try this at home
All’inizio di questo articolo ho accennato alla vena comica della serie, ebbene in questo terzo episodio l’umorismo è diventato ancora più esagerato. Se in Saints Row 2 vi erano tutto sommato dei momenti anche abbastanza seri, in Saints Row: The Third tutto è stato esasperato fino a diventare una caricatura non solo del genere ma anche della stessa serie.

Ingaggiare una sparatoria mentre ci si sta paracadutando da un Boeing vi sembrerà la cosa più normale del gioco.
Saints Row: The Third non si prende mai sul serio: le situazioni che si verranno a creare saranno sempre fin troppo fuori misura, spesso con riferimenti sessuali anche abbastanza espliciti. Assisteremo quindi a delle corse tra risciò trainati da uomini mezzi nudi amanti del bondage (e per non si sa quale motivo questi risciò di legno esplodono se subiscono abbastanza colpi d’arma da fuoco), oppure potremo svolgere un’attività che consiste nell’andare in giro completamente nudi con le terga coperte da una striscia di pixel e shoccare quanti più passanti possibile. È addirittura possibile utilizzare un enorme dildo viola come arma contundente.
Il giglio è sbocciato
In conclusione, Saints Row: The Third è la naturale evoluzione di una serie che ha finalmente trovato una propria identità discostandosi pesantemente dai titoli creati da Rockstar Games. Potrebbe non piacere a tutti, soprattutto ai più puritani che non sopportano costanti riferimenti al sesso e una certa violenza verbale piuttosto che fisica.

Senza dubbio un’arma inconsueta.
Il terzo capitolo della saga dei Saints è un titolo che offre decine di ore di intrattenimento senza mai annoiare merito anche delle innovazioni introdotte rispetto al precedente titolo, come un sistema di ricompense da acquistare una volta raggiunto un determinato livello di reputazione o come le nuove attività da svolgere.
Quindi se amate questo tipo di giochi non potete non provare anche Saints Row: The Third e, una volta completato, attendere con trepidazione l’imminente Saints Row IV.
Voto personale: 8/10
Asterix e la Pozione Magica
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)
Titolo Italiano del Lungometrggio a fumetti di Asterix tratto dall’albo “Asterix e i Britanni”, ho visto questo film settimana scorsa (ad Aprile quindi) dopo aver finito di leggere il fumetto che vi ho recensito settimana scorsa. Come si confrontano i due? Com’è la qualità di questo film in confronto a quello su “Asterix il Gallico” e “Asterix e Cleopatra“? Lo vedremo tra un attimo! =)

Disegni e animazione sono decisi passi avanti rispetto ad Asterix e Cleopatra!
La storia riprende per gran parte quella dell’albo e vi fa solo marginali aggiunte! In particolare fanno molte apparizioni in più i Pirati, che nell’albo invece compaiono solo a inizio storia (e vengono affondati dai Romani) e all’inizio, quando si arenano sulla spiaggia per sfuggire da Obelix!
Anche qui Beltorax, vista la pessima situazione del suo villaggio dopo che Cesare è riuscito a conquistare la Britannia, viaggia nell’Aremorica, per chiedere aiuto al cugino nella loro lotta. Nel villaggio la morale è bassa, molti si annoiano per la mancanza dei romani da picchiare, ed Obelix è il più colpito, fatto naturale se si considera quanto gli piace menar le mani.
Quando quindi, come nel fumetto, Asterix ed Obelix partono con Beltorax e la Pozione Magica (e anche con Idefix, che nell’albo era invece rimasto a casa), il gruppo incappa nei pirati mentre questi stanno assaltando dei mercanti fenici. Obelix riesce da solo ad affondare la nave pirata, ed Asterix riceve in cambio dai fenici delle erbe dall’oriente (ovvero del Tè, che qui non gli era stato dato da Panoramix quindi).

"Venni, Vidi e non Credetti ai miei occhi..." saranno le parole che Cesare pronuncerà poco dopo!
Il loro viaggio attraverso la Gran Bretagna, per il resto, è molto simile a quello nell’albo, anche se qui Asterix e soci non incontra i fac-simile dei Beatles, mentre torna la gag ricorrente di un romano che avvisa il prefetto di Londra degli avvenimenti attorno ai galli, dimenticandosi ogni volta di quanto il pavimento sia scivoloso ed entra nello studio del suo superiore sempre slittando e distruggendo statue!
La scena in cui i Romani assaggiano i vini è anche più estesa e dettagliata, resa più comica, e la ricerca del barile è resa più breve, con una scena apposita per Idefix che grazie al suo fiuto aiuto Asterix ed Obelix a identificare il ladro di carri e in precedenza salvarsi dal cane del ladro grazie alla pozione magica stessa.

Ecco Londra nel 45 avanti Cristo!
Per il resto però, la trama è fondamentalmente invariata a quella del fumetto, rivedetevi l’articolo di settimana scorsa per maggiori informazioni! 😉
Parliamo del lungometraggio! =)
Secondo me siamo sia un passo avanti che un passo indietro rispetto all’ultimo film uscito. Il passo avanti lo si è fatto nelle tecniche di animazione, ma questo è un dato che dovrebbe essere abbastanza ovvio. Se vi ricordate, il primo film di Asterix (Asterix il Gallico) venne rilasciato nel 1967, quello di Asterix e Cleopatra nel 1968. Asterix e la Pozione Magica è invece del 1986, quindi a diversi anni di distanza sia le capacità dei disegnatori che le tecniche di animazione sono indubbiamente migliorate a tal punto da vedere una netta differenza tra questo film e l’ultimo di Asterix che ho recensito.

Obelix non è affatto contento del cibo Bretone, e sogna cinghiali durante il viaggio!
Il film è animato bene, ed in particolare la scena della lotta a bordo della galera romana mentre Asterix e Co. vanno in Gran Bretagna ed il “tour guidato” di Asterix e Obelix nella Torre di Londra sono geniali, con romani che volano da tutte le parti, parti in legno e pietra che si distruggono a causa delle botte di Asterix e Obelix e parti danneggiate multiplici volte mostrano evidenti differenza da quelle colpite una volta sola. Queste due sequenze, insomma, sono fatte davvero bene.
Non ho visto la versione italiana di questo film, ammetto, ma solo quella tedesca, e il doppiaggio mi è piaciuto molto, magari aggiorno la recensione quando avrò la possibilità di vedermi quella italiana in un futuro non troppo remoto!

I romani dopo una notte intera passata ad assaggiare vino!
Il passo indietro questo film lo fa solo perchè forse sono emotivamente più legato alla storia e alla genialità di alcune canzoni in Asterix e Cleopatra. In questo film, di canzoni non ce ne sono proprio, tolta quella della sigla, che è davvero molto accattivante. La colonna sonora, in totale, pur essendo di ottima qualità, ha fatto un passo indietro rispetto ad Asterix e Cleopatra, purtroppo, e d’altro Beltorax non è un personaggio carismatico tanto quanto lo erano Stocafis, Numerobis e soci vari.

Obelix si innamora del Rugby a prima botta (è il caso di dirlo) e farà di tutto per introdurrlo in gallia!
Comunque sia, è un film decisamente da vedere se siete fan di Asterix.
L’unica cosa che mi lascia perplesso è il titolo della versione Italiana. Ci sta, per carità, ma lasciarlo semplicemente titolato come il fumetto era troppo poco complicato? Boh!
Voto Personale: 8/10
Per la prossima infornata di articoli… ormai lo sapete. 😀
26 aprile 2015 alle 10:49
[…] Come anche col primo Avengers, questo film rappresenta il culmine del cammino iniziato con Iron Man 3 ed espanso negli altri film che ho citato nell’introduzione. E’ ovviamente necessario […]
26 luglio 2015 alle 11:09
[…] Ant-Man conclude quella che è la fase due dell’Universo Cinematico Marvel, iniziata con Iron Man 3, continuata con Thor: The Dark World, Captain America – The Winter Soldier, Guardians of the […]