Salve a tutti, bentrovato a questa tarda edizione del Weakly Hobbyt! =)
Tarda per molti motivi; sicuramente c’entra il bel tempo che finalmente ha fatto capolino anche a Paderborn, dove oggi il sole splendeva alto e intenso nel cielo, regalandoci i primi effetti della Regola del Photone (per informazioni rivolgere la domanda sulla nostra Pagina Facebook), e rendondo le nostre voglie piene di pigrizia e lascività. Altro motivo è una festa che ho tenuto ieri (sabato) con molti miei amici, protrattasi fino alle 4 di mattino abbondanti in onore del completamento dei miei esami. Alla mia Laurea Magistrale manca ormai solo la tesi.
Ultimo ma non ultimo motivo è che fino all’ultimo ho provato a scrivere un quarto articolo per questa edizione, ma come vedete, non ci sono riuscito e siamo a quota tre. Vi prometto che per il prossimo (ultimo) numero prima dell’estate, siamo di nuovo in regola!
Detto questo, buona lettura! =)
Magic 2014 – Duels of the Planeswalkers
(A cura di Alteridan)
Ormai è diventato un appuntamento abituale: arriva l’estate e in concomitanza con l’uscita del nuovo set base arriva anche il nuovo videogioco della serie Duels of the Planeswalkers. Il quarto titolo della serie dedicata al celebre gioco di carte collezionabili Magic: The Gathering è uscito da una settimana circa, praticamente per ogni piattaforma: PC, Xbox 360, PS3, dispositivi iOS e Android, all’appello manca solo Wii U.
Magic 2014 ha un duplice obiettivo: permettere ai neofiti del gioco di apprendere le regole fondamentali e consentire a chi già è esperto di provare in anteprima le carte dell’espansione che verrà rilasciata ufficialmente solo tra qualche settimana (espansione che si chiama proprio Magic 2014). E fondamentalmente questo nuovo Duels of the Planeswalkers centra entrambi i bersagli, seppur con molte incertezze.
Ma andiamo con ordine: la prima cosa che colpisce quando si avvia Magic 2014 è la presenza, per la prima volta nella serie, di una trama di fondo che accompagnerà il giocatore attraverso gli scontri della campagna single player. Trama che, va detto, è quanto di più scontato possa esserci, eppure l’ambientazione ventennale di Magic offre molteplici spunti per una trama articolata: vestiremo i panni di uno sconosciuto planeswalker, un essere che è molto più di un semplice mago, i planeswalker sono infatti in grado di viaggiare attraverso il multiverso e raggiungere così gli innumerevoli piani di esistenza. Proprio su alcuni di questi piani si svolgeranno le vicende del gioco: dovremo infatti aiutare la focosa Chanda Nalaar a recupera alcuni artefatti sparsi nei più disparati angoli del multiverso: la ricerca non sarà altro che il pretesto per scontrare i vari avversari e sbloccare via via nuovi mazzi e nuove carte per gli stessi.

Su ogni piano dovremo battere quattro avversari per poter viaggiare fino al piano successivo.
Veniamo al punto centrale: i mazzi per l’appunto. Come da tradizione della serie troviamo mazzi che rispecchiano le abilità dei principali planeswalker: se quindi il mazzo di Garruk Lingua Selvaggia sfrutterà la potenza bruta delle creature verdi, il mazzo di Jace Beleren si baserà sulle ingannevoli illusioni che solo il blu può creare, mentre quello di Liliana Vess utilizzerà orde di zombie e altre magie nere. Oltre a questi mazzi vi sono alcune novità, come ad esempio il ritorno dei letali tramutanti o la potenza annientatrice dei temibili Eldrazi. Farà storcere il naso la mancanza, ancora una volta, di un editor dei mazzi più completi: sarà ancora impossibile creare un mazzo da zero, la customizzazione si limita alle carte sbloccabili e al numero delle terre da inserire nel mazzo. Con una eccezione però.
In questo nuovo titolo è stata inserita la modalità sealed. Così come avviene negli eventi sealed reali, in questa modalità ci verranno forniti sei booster pack dell’espansione Magic 2014 e con le carte che andremo a trovare si potrà montare un mazzo e poi partecipare ad una mini campagna di pochi incontri. Sarebbe stata un’aggiunta che avrebbe fatto la gioia di tutti quei giocatori che si aspettavano l’introduzione di ciò che dicevo prima, se solo Hasbro/Wizards/Stainless Games non avessero rovinato tutto. In che modo? In primo luogo sono disponibili solo due slot per questa modalità, ciò significa che è possibile giocarci solo due volte con booster diversi (quindi essenzialmente si hanno solo due pool di carte); in secondo luogo questi slot non sono resettabili; ma non è tutto perché è possibile avere altri slot ma bisognerà acquistarli tramite dlc (quindi spendendo altri soldi).

Ogni slot oltre il secondo costa la bellezza di 1.99€ (praticamente il 20% del prezzo del gioco).
Purtroppo la modalità sealed è l’unica modalità di gioco alternativa, sono scomparse le modalità Archenemy o Planechase che invece erano presenti rispettivamente in DotP 2012 e DotP 2013 e come è facilmente intuibile la modalità sealed non offre la stessa rigiocabilità delle modalità presenti negli altri giochi (per scelte degli sviluppatori e non per un limite intrinseco della modalità che invece sulla carta offre una molta varietà).
Completano il quadro una campagna che si finisce in un paio di ore, delle sfide (una specie di modalità puzzle) ridotte sia in qualità che quantità e un’intelligenza artificiale che al livello di difficoltà basso fa scelte di gioco che non farebbe nemmeno un dodicenne durante la sua prima partita, mentre ai livelli di difficoltà normale e più alto bara spudoratamente (in barba al calcolo delle probabilità vedremo solo terre mentre l’avversario vedrà ad ogni turno la carta che gli serve in quel momento). Fortunatamente la gestione della probabilità delle pescate nel gioco online pare essere calibrata in maniera realistica.

La schermata di gestione del mazzo è stata leggermente modificata, peccato che le aggiunte siano poco utili data la scarsa personalizzazione concessa al giocatore.
Magic 2014 è un passo indietro per la serie Duels of the Planeswalkers: non introduce nulla di nuovo, metà dei mazzi sono semplici versioni aggiornate con alcune carte nuove rispetto a quanto visto nei giochi precedenti, e inoltre offre addirittura qualcosa in meno (meno sfide e una modalità di gioco alternativa troppo limitata) lasciando invariati i problemi che affliggono la serie fin dal primo capitolo (IA in primis).
In conclusione mi sento di consigliare questo titolo solo a due categorie di giocatori: i neofiti che non riescono a recuperare Duels of the Planeswalkers 2012 o 2013, e i giocatori abituali in possesso di un pc capace di far girare questo gioco (molto leggero per la verità e per nulla esoso dal punto di vista dei requisiti hardware). Perché consiglio la versione pc? Semplicemente perché la carta promozionale fisica in omaggio a chiunque acquisti il gioco in versione pc (la Melma Mangiacarogne) attualmente ha un valore maggiore rispetto al prezzo del gioco.
Voto personale: 5,5/10
Ant Bully: WW II Edition
(A cura di Wise Yuri)
Piattaforma: Nintendo 3DS (digital download only)
Genere: Action-Arcade/Survival
Sviluppatore: Comcept
Giocatori: 1-4 (solo wireless locale)
Secondo estratto da Guild 02, Bugs VS Tanks è il primo progetto della Comcept, la nuova compagnia indipendente creata da Keiji Inafune dopo il suo noto abbandono della Capcom (già coinvolta in Soul Sacrifice, e con in cantiere Kaio: King Of Pirates, e Yaiba: Ninja Gaiden Z, collaborazione con il Team Ninja). Ed il concept è curioso, per usare un eufemismo: un action dal sapore arcade , ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale su carri armati rimpiccioliti che si trovano costretti a combattere contro orde di insetti, solitamente fastidi e poco altro, ma leviatani minacciosi quando vi ritrovate in una situazione da Tesoro: Ho Ristretto I Ragazzi.
Feuer Frei!
Seconda Guerra Mondiale: mentre la lotta tra le forze Alleate e quelle dell’Asse imperversano, un battaglione tedesco scompare misteriosamente nel nulla, e viene dato per “ucciso in azione”. Prima che possiate considerare il tutto vagamente serio, dovete sapere che il battaglione è “solo” stato rimpicciolito alle dimensioni di un acaro, e si ritrova a combattere contro insetti in scenari piccoli ed innocui per una persona od un soldato normale, ma terreni ostile, pieni di insidie, minacce e incertezze quando siete grandi quanto la mina di un lapis. E quindi potrete capire come, con questa premessa, qualsiasi velleità di realismo storico voli allegramente fuori dalla finestra. 😀 Nei panni di questo battaglione tedesco dovete appunto cercare di sopravvivere a questa assurda nuova condizione, ed alle tantissime minacce che comporta avere come nemici insetti (per voi) grandi come bestie mitologiche.
Come prevedibile, Bugs VS Tanks vi mette ai comandi di – cos’altro- un carro armato, e dovrete usarlo per esplorare gli scenari alla ricerca di risorse e nemici da evitare e/o uccidere a colpi di cannone, missione dopo missione. I controlli sono semplici ed immediati, fortunatamente non hanno scelto quello scomodissimo sistema di controllo da carro armato spesso utilizzato in giochi d’azione (quello che richiede l’utilizzo di due leve analogiche contemporaneamente, simulando il controllo dei cingolati), che sarebbe stato realistico sì, ma scomodo e frustrante come non mai (e poco adatto perchè di realistico c’è poco in questo titolo), e tra l’altro quasi impossibile da realizzare su una console con un solo analogico.
Ad ogni modo, i movimenti del carro armato si controllano interamente con l’analogico, mentre Y e A ruotano la bocca del cannone rispettivamente a sinistra e a destra (tenendo premuto X lo centrate), L vi permette di vedere meglio la mappa della zona, ed R blocca il fuoco o fa sparare un colpo al cannone, a seconda che abbiate tenuto il fuoco automatico, o selezionato il manuale. A questo riguardo, il gioco di default fa sparare automaticamente un colpo al vostro carro armato, se ci sono nemici nel raggio di fuoco, il che ad alcuni potrebbe risultare un pò troppo facilitante (infatti potete impostare il fuoco manuale dalle opzioni), ma che d’altro canto vi risparmia la frequentissima pressione di R.
Una volta scesi in campo, Bugs VS Tanks vi rivela molto immediato, con controlli e meccaniche base semplici da apprendere (anche grazie ai brevi ma necessari livelli tutorial iniziali), ma con una marcia in più rispetto ad un tipico sparatutto stile arcade: gli insetti. Sì, siete comunque un panzer armato, quindi non totalmente indifesi, ma comunque davvero piccoli rispetto anche ad una semplice formica, e quindi vi conviene evitare un conflitto diretto contro due o più insetti, perchè sono molto veloci e aggressivi, e spesso altri ancora più grossi possono essere lì a due passi. Questo aggiunge al tutto un tocco survival e di profondità che non ci si aspetterebbe, arricchendo e caratterizzando il gameplay, anche se l’anima arcade rimane quella principe, complice anche la possibilità di chiamare in qualsiasi momento fuoco di supporto, il classico attacco speciale che colpisce tutti i nemici a schermo, ma attenzione perché potrete utilizzarlo una sola volta a missione. Lo schermo superiore mostra il gioco in azione, mentre quello inferiore contiene la mappa della zona, l’HUD e il pulsante di SOS per scatenare l’attacco di supporto. A parte chiamare questo bombardamento via pulsante, il touch screen è inutilizzato, ma non era affatto necessario che venisse integrato.
Le missioni prevedono una discreta varietà di obiettivi, dal trovare risorse come pezzi di cracker per cibare le truppe al soccorrere unità prigioniere e/o perse, e sebbene non ci sia la molta varietà che il gioco voglia far credere (alla fine sempre di esplorare e sparare ad insetti si tratta, con alcune missioni di difesa del campo ed alcune missioni chiave che cambiano un po’ la routine, nulla di speciale, roba già vista), il titolo effettivamente riesce a fornire variazioni sul tema, ed ad inserire qualche piccola ma sempre gradita novità, sotto forma di nuovo nemico (la varietà degli stessi non è male), elemento di gioco o un diverso scenario, il che funziona visto anche che le missioni sono molto corte ed diverse l’una dall’altra quanto basta per dargli motivo di esistere.
Però comunque è consigliabile giocare il titolo “a morsi”, per la non eccelsa (ma accettabile) varietà delle situazioni, che può pesare in sessioni prolungate.
La cosa buona è che il gameplay rimane divertente per tutta la durata del gioco, e nel caso abbiate problemi o difficoltà a superare qualche missione, c’è il sistema di personalizzazione del carro armato, che vi permette di montare uno chassis ed un cannone a vostra scelta (oltre al colore del mezzo, che però è solo un fattore estetico, e non influisce sul gameplay) prima di una missione, creando il panzer più adatto alle vostre esigenze ed alle occasioni. Ad esempio, una torretta molto potente non fornisce molta difesa ed appesantisce il tutto, dando al carro armato meno velocità, od uno chassis leggero e che non risente molto delle differenze di terreno ma fornisce pochissima difesa contro gli attacchi degli insetti. Parlando di difficoltà, anche a Normale è abbastanza impegnativo e difficilino (la curva di difficoltà è comunque ben impostata), il che può piacere o meno, ma sarebbe stata gradita un’IA un pò meno barbona in alcuni punti, certe sezioni possono risultare davvero frustranti (specialmente il boss finale, esageratamente difficile anche a Normale, a Facile è comunque tosto, ma si può sconfiggere), anche grazie ad una mappa funzionale ma che avrete potuto darvi più informazioni (magari indicandovi dove siete già stati od avete preso un oggetto), ma quest’ultima è una lamentela minore.
Il comparto più carente del titolo, specialmente per quanto riguarda l’aspetto grafico: i modelli poligonali del carro armato e degli insetti sono buoni, mentre il resto sembra quello di un titolo PS1 o di uno dei primi della PS2, con texture del terreno e degli oggetti povere e molto sgranate, e sprite in bassa (bassa) risoluzione delle truppe che davvero sembrano usciti da un titolo PS1. Il 3D è superfluo qui, ma non è fastidioso. La musica e gli effetti sonori sono gradevoli, ma nulla di memorabile, qualche marcetta militare e tanti ronzii. Decisamente uno dei titoli Guild più poveri sul lato tecnico, ed in generale si può fare molto di più su 3DS. Un pò meglio per quanto riguarda lo stile. Sì, il tutto è ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale e tecnicamente giocate nei panni dei nazisti, ma a parte i veicoli ispirati a modelli realmente esisti di carro armato, il titolo di storico o vagamente pesante non ha nulla, anzi, gioca più sul lato comico ed assurdo della situazione, con dialoghi più da Sturmtruppen che altro, ed i soldati tedeschi non sono rappresentati in maniera particolarmente stereotipata ed offensiva (se proprio volevano, potevano mettergli la fascia con la svastica o roba del genere).
La guerra delle… 10 ore?
Bugs Vs Tank offre 29 missioni che richiedono 8/9 ore circa per essere completate alla difficoltà standard, ed una volta finita la modalità principale, c’è una buona rigiocabilità e contenuto extra, tra missioni bonus, parecchi carri armati extra da scovare durante le missioni, dei trofei interni, una modalità in cooperativa locale per un massimo di 4 giocatori, e magari un tentativo con la difficoltà settata a Difficile.Il gioco utilizza Streetpass permettendo di chiamare come SOS l’unità di un giocatore con cui avete scambiato i dati, e se nel 3DS avete i dati di salvataggio di un titolo Guild 01, verrà sbloccato un carro armato speciale.
Commento Finale
Bugs Vs Tanks è un titolo dalla premessa bizzarra e dalle meccaniche interessanti, un gameplay a sorpresa dotato di una certa profondità, ma che non la sfrutta a fondo, offrendo missioni sì divertenti e con una discreta varietà, con qualche idea interessante, ma per lo più molto standard e tipiche, che sanno ampiamente di già visto, un peccato. Nonostante potesse dare molto di più (un seguito potrebbe davvero migliorare e donare più profondità alle interessanti meccaniche), avere una difficoltà meglio calibrata, ed il comparto tecnico sia molto arretrato, il primo titolo del nuovo team di Inafune è indubbiamente particolare, divertente, ed ha qualcosa sia per il giocatore casuale sia per gli hardcore gamer amanti di difficoltà estreme. Non eccezionale, con alcune sbavature, ma per lo più solido e di buona fattura.
The Hangover
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)
So bene che di recente è uscito il terzo film di questa saga di tragedie pre-matrimoniali comiche, ma sono parecchio indietro per quel che riguarda questo tipo di film, quindi ho deciso di vedermi il primo Hangover solo quest’inverno, e diversi e svariati impegni mi hanno trattenuto dal parlarvene fino ad oggi.
Parlerò della trama in maniera molto breve, evitando colpi di scena e dando solo un accenno della trama e dei personaggi, dando poi i miei pareri sull’aspetto comico con più dettaglio (e con eventuali spoiler) nella nota più in basso.
Presupposto del film è il matrimonio tra Doug (Justin Bartha) e Tracy (Sasha Barrese), ma dire che questi sono i protagonisti del film sarebbe un grosso errore. Le vere persone che rendono questo film così memorabile sono i migliori amici di Doug, Phil (Bradley Cooper) e Stu (Ed Helms) nonchè il fratello di Tracy, Alan (Zach Galifianakis). Sono questi a voler organizzare a Doug una festa di addio al celibato senza riserve. E che festa che sarà!

Il quartetto, ancora insieme, brinda alla sua notte brava!
Phil è un insegnante di scuola sposato con un figlio, ma che non ha intenzione di non godersela a Las Vegas, dove l’addio al celibato verrà festeggiato. Sembra una persona poco responsabile a inizio film, cosa sottolineata dal fatto che quando il padre di Tracy, Sid (Jeffrey Tambor) decide di prestare al futuro marito della figlia la propria Mercedes d’epoca, gli chiede di non farla guidare a Phil per nessun motivo. Stu è un dentista che vive una relazione terribile con la sua ragazza Melissa (Rachael Harris), che è molto scattosa e suscettibile e tenta di controllarlo in ogni occasione. Stu però pensa di amarla e vuole sposarla, e cerca quindi di maturare come persona e dimostrarsi uomo responsabile e tradizionale.
Alan è un bambino nel corpo di un adulto, socialmente inetto e assolutamente fuori dal mondo, spera e cerca in ogni modo di farsi amici sia Doug che Phil che Stu, ma i suoi modi sono alquanto infantili e ridicoli.
Comunque sia, giunti a Las Vegas il gruppo decide di festeggiare a più non posso, e il quartetto brinda alla loro notte brava.
Quando il mattino si risvegliano, nulla è come dovrebbe essere e il trio non ricorda nulla di quello che è successo la notte prima. Fatto sta che nella loro suite gira un pollo, c’è una tigre nel bagno, a Stu manca un dente, si trova una fede al dito di cui non ha memoria, c’è un bebè nel loro appartamento, c’è un materasso sul tetto dell’albergo, invece della loro Mercedes trovano una macchina della polizia di Las Vegas, ma, cosa peggiore, Doug non si trova da nessuna parte. E così che il trio si deve mettere in moto per cercare di capire cosa sia successo la notte prima…

Il quartetto, come si ritrova il mattino dopo. Doug è scomparso e Alan, Phil e Stu devono ritrovarlo..
Personalmente ho trovato la risoluzione del mistero della notte brava spettacolare. La vicenda è incredibilmente assurda, con Stu che si ritrova sposato con una stripper/escort di nome Jade (Heather Graham), e scopre che in qualche modo la sera precedente era una persona totalmente diversa dal solito uomo timido e responsabile. Causa di tutto è stato Alan che ammette dopo un pò di averli drogato con quella che pensava essere ecstasi, ma invece era rohypnol! La rabbia del gruppo non è poca, e le sorprese del film non finiscono lì! Quando dopo un certo periodo di tempo ritrovano la loro Mercedes, nel cofano trovano un cinese nudo che prima li picchia e poi scappa via. Solo in seguito scopriranno che costui è un yakuza a cui la notte prima hanno rubato 80.000$. Il modo in cui li ritrovano/riottengono è sempre basato su Alan e richiama alla meraviglia il grande Rain Man di Tom Cruise e Dustin Hoffman.
Gran parte delle risate è in genere concentrata sul personaggio di Alan, totalmente fuori dal mondo ma che tenta in tutti i modi di entrare nella vicenda della scomparsa di Doug e di farsi amici Phil e Stu, che inizialmente non hanno affatto un’impressione positiva di lui. E la cosa non migliora davvero fino a fine film, quando Alan è fondamentale per la risoluzione dei loro problemi.

Il trio dopo che è stato malmenato da un cinese nudo ritrovato nella Mercedes...
Il finale, poi, è davvero bello, con il ritrovamento di Doug e la fuga a Los Angeles dove Tracy finalmente rivede il proprio marito dopo un pazzo addio al celibato. Il dente mancante di Stu, la Mercedes distrutta di Sid e l’estrema abbronzatura di Doug però non sono gli unici ricordi della serata, poichè alla fine i ragazzi trovano le foto della serata e decidono di vederle una sola volta…e poi cancellarle per sempre.
Film comico assolutamente da vedere! Lo consiglio a chiunque! =)
Voto Personale: 8,5/10
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E con questo termina anche questo penultimo numero del Weakly Hobbyt, prima dell’estate 2014, che quest’anno per noi redattori sarà particolarmente lunga!
A presto, e da parte mia, buona estate! =)