The Weakly Hobbyt #126

The Weakly Hobbyt #126

Salve, compagni mortali di questo viaggio sorprendente chiamato Vita. E’ una buia domenica di Novembre in quel di Paderborn, sgobbo sulla tesi ogni giorno, weekend inclusi, e il tempo per scrivervi qualche bell’articolo è sempre meno, con l’assenza di Alteridan poi (a cui auguriamo ogni bene col recupero del suo PC) la cosa non si fa più facile.
MA.
Ma siamo ancora qui, arrivati al numero 126 che, quando scrissi le prime righe del primo Weakly Hobbyt, non avevo neanche immaginato. Quest’oggi, come 110 numeri fa, parliamo anzitutto di Thor, che è tornato sullo schermo argenteo con un nuovo bel film da gustare (in Italia esce il 20 Novembre, noi crucchi ce lo godiamo già dal 31 Ottobre) in attesa che la Fase 2 dei Vendicatori arrivi al suo compimento, ma non solo! Wise, ancora non ripreso da Halloween, e per fortuna direi in questo caso, ci regala le recensioni di Zombie U e Dead Space 3, due titoli in teoria horror, e visto che mi sono dedicato ormai alla causa gallica, vi ci ho aggiunto anche la recensione dell’albo Asterix e la Zizzania.

Tutto qui! 😉

Buona Lettura!

Thor: The Dark World
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)

Thor: The Dark World

L’Universo Cinematico Marvel si espande, in larghezza e in profondità. Dopo il recente Iron Man 3, di cui vi ho scritto tutto nel Weakly Hobbyt #108, torna sullo schermo un’altro dei protagonisti indiscussi di Avengers, ovvero Thor, figlio di Odino, che dopo l’attacco su New York, ovviamente, ne ha di responsabilità da mantenere, non ultima tra queste assistere alla condanna di Loki, suo fratello adottivo, in prigione. Una prigione da cui non sarebbe mai uscito, se non fosse che ovviamente nuovi guai attendono Asgard e il suo popolo.

Tra i fatti di questo Dark World e il primo Thor (di cui vi ho parlato nel Weakly Hobbyt #16) passa il tempo di Avegers e qualche altro anno, durante il quale Thor pare aver risistemato la pace sui nove mondi collegati tramite il grande albero della vita Yggdrassil. Due anni durante i quali il Bifrost pare stato ricostruito e durante i quali Thor comunque non si è fatto vivo da Jane Foster, suo interesse amoroso del primo film, che durante questi due anni non ha fatto che ricercarlo.

Thor: The Dark World

Jane Foster rivede Thor dopo due anni...il duo non sarà felice a lungo!

Come anche il primo Thor, questo si basa molto sulla mitologia nordica, e la minaccia che sovrasta Asgard viene ancora una volta da questa eredità: sono gli Elfi Oscuri, antichi esseri quasi totalmente estinti dopo uno scontro tenuto all’inizio dei tempi tra Bor, padre di Odino, e Malekith, re degli Elfi Oscuri stessi, a mettere in pericolo la pace.
Sfruttando una particolare coincidenza astrale che accade una volta ogni 5000 anni, Malekith tenta di recuperare l’Etere Oscuro, una fonte liquida di potere oscuro, che già 5000 anni fa avrebbe quasi decretato la fine degli Asgardiani, se questi non avessero bandito questo potere dell’infinito in una dimensione nascosta.
Con l’avvento, però, di questo allineamento dei novi mondi, i confini tra dimensioni vengono a meno, ed è proprio Jane Foster a venire contagiata dall’etere, evento che spinge Malekith a risvegliarsi da una lunga ibernazione ed attaccare Asgard. Inutile dire che Asgard si trova impreparata e che Thor è costretto a chiedere l’aiuto addirittura anche a Loki per salvarsi dalla situazione…

Visto che in Italia il film esce al cinema solo il 20 Novembre, mi fermo qui con le rivelazioni sulla trama, eventualmente quando e se parlerò del Blue-Ray ne possiamo riparlare.

Thor: The Dark World

Gli Elfi Oscuri fanno sul serio! Le loro armi sono davvero originali!

I miei pareri, cercando di evitare spoiler, sono quasi solamente positivi. Da appassionato dei film Marvel in generale, ho davvero apprezzato questa nuova trasposizione su schermo di Thor, Loki, Malekith e tutta la mitologia a loro associata. Ancora una volta ci si distanza leggermente dal fumetto, ma solo a fin di bene, in modo da avere un film coerente e bello da vedersi.
La storia non è chissà quanto elaborata, ma riesce a reggere bene le motivazioni e le azioni del film, ed i personaggi sono tutti molto convincenti nei loro ruoli, in particolare Malekith, un personaggio magari poco profondo, ma un cattivone a tutti gli effetti, che senza grossi scrupoli ha intenzione di eliminare Asgard dai nove mondi.

Thor: The Dark World

Thor si trova in una situazione davvero disperata per chiedere aiuto al fratello adottivo Loki

A rubare la scena, però, è ancora una volta Loki, che grazie alla perfetta performance di Tom Hiddleston si conferma personaggio fondamentale della saga di Thor (e nessuno di noi vorrebbe che fosse altrimenti). Anche Chris Hemsworth si rifa con una bella interpretazione del personaggio, un pò meno convincente Natalie Portman nel ruolo di Jane Foster, ma ormai ce la siamo beccata, teniamocela.
Renè Russo interpreta una ottima Frigga, moglie di Odino, che ha un ruolo davvero bello in questo film, e mi ha convinto molto anche, sia come ruolo secondario, che come attrice, Kat Dennings nel ruolo di Darcy, l’assistente di Jane Foster. Tornano anche Stellan Skarsgård nel ruolo di Eric Selvigg e Anthony Hopkins nel ruolo di un iracondo Odino, che purtroppo in questo film viene meno alla sua proverbiale saggezza, ma per motivi più che ragionevoli.

Thor: The Dark World

Malekith non scherza. Per niente.

Il film vi divertirà: gli effetti speciali sono, come ormai i film Marvel ci hanno abituato, decisamente niente male e c’è tanta azione e tanto divertimento, riderete parecchio e per quanto in alcuni momenti mi è venuto da dire “Nooooo!” per dei momenti overkill, tutto sommato sono uscito dal cinema contento e voglioso di altri film del MCU!

Il prossimo, purtroppo, è ancora un pochino lontano, parlo di Captain America: The Winter Soldier, che uscirà ad Aprile del 2014, ma è iniziato a girare un primo trailer che fa davvero ben sperare.

Voto Personale: 8/10

P.S.: Il film ha DUE post-credit scene, una prima dei titoli di coda “neri” e una alla fine degli stessi. Meritano entrambe e si capisce benissimo quanto sia seria la Marvel nel portarci verso il film del 2015, Avengers: Age of Ultron! Come già detto, il Marvel Cinematic Universe non si espande solo in alto, ma anche in largo, con l’aggiunta di nuovi personaggi e trame.

We Want U For The Undead Army

(A cura di Wise Yuri)

Zombi U

Halloween é ormai passato (ed é stato ben celebrato in questa sede, direi), ma non la fame per titoli con zombie, per cui oggi diamo un morso all’esclusiva di lancio Wii U della Ubisoft, Zombi U.

Ed in molte maniere, é una mosca bianca, nel senso che é un IP originale di una Ubisoft la cui nuova/attuale politica é “o franchise mungibili fino alla morte, o niente”, ed é un survival horror, uno vero per definizione del termine, in un mercato in cui vecchi e nuovi franchise presto si piegano ad un modello molto più action, spesso diventando in toto degli shooter (ma non mi ripeterò, visto quanto scritto nell’articolo su Dead Space 3).

Bloody London

Zombi U prende luogo durante una classica pandemia zombi, che stavolta infetta Londra, e vi mette nei panni di uno dei pochi sopravvissuti, che viene subito salvato da un misterioso uomo che gli parla attraverso il sistema di telecamere della stazione dei treni. La voce – di un tale che si fa chiamare Prepper – vuole aiutarvi a non diventare un altro mangia-cervelli, mandandovi in varie missioni per attivare sistemi o recuperare risorse utili ad entrambi. Ovviamente non tutto va come previsto, con diversi eventi inattesi, problemi di vario tipo, e via dicendo. La storia è rarefatta, ma i dialoghi dei personaggi che vi contattano e parlano (principalmente Prepper) aiutano a creare un buon setting da apocalisse zombi, in cui anche quando siete osservati ed aiutati via radio, rimanete comunque da soli in un luogo in rovina, in decadenza, come le orde di non morti che barcollano nelle strade in cerca di vivi da aggiungere alle proprie fila. Più semplicemente, l’atmosfera da pandemia zombi alla quale sopravvivere è molto ben riuscita, e Londra è una scelta interessante, invece della solita città americana.

La natura hardcore si nota subito a contatto con i primi zombie, ai quali basta un “abbraccio” per banchettare di voi ed aggiungervi alla file dei non-morti, ed anche se vi colpiscono senza mordervi la vostra salute scende molto velocemente, e qualsiasi cosa di edibile o bevibile diventa essenziale, quindi non scartate a priori l’idea di un cosciotto di ratto. O fate felice Poe, e fate un pò di tiro al corvo. Però attenti a non far marcire la carne.

Zombi U screenshot

Per difendervi avete una spatola/mazza di legno (che fa molto Shaun Of The Dead), indistruttibile ed in dotazione ad ogni sopravvissuto, che diventerà la vostra migliore amica, ed armi da fuoco come pistole, carabine e fucili a canne mozze, di cui farete bene a razionare le munizioni, oltre ad imparare ed applicare il più possibile l’antica arte dell’headshot. Il sistema di combattimento corpo a corpo verte totalmente sull’utilizzo della mazza/spatola, che potete usare per caricare i colpi ed anche per allontanare gli zombi sbilanciandoli, oltre che per finirli a terra spaccandogli amorevolmente la testa. Il tutto visto in prima persona.

A sorpresa non ci sono altre armi per il combattimento corpo a corpo, il che sebbene sia limitante, d’altro canto é limitante, darvi una mannaia od un arma da taglio avrebbe potuto facilitare troppo il gioco (tipo in Dead Island, in cui appena trovate armi da taglio potete dire addio a quelle contundenti), e per quanto sia poco realistica sta mazza di legno…. di Wolverine, che non si rompe o consuma mai, é una scelta di design comprensibile per non punire eccessivamente il giocatore, od al contrario permettergli di trovare un arma od escamotage che gli semplifichi troppo la vita. E in questo senso, meglio una sola arma da combattimento ravvicinato se l’equilibrio di gioco ne guadagna. Ed a compensare ciò c’è anche un discreto numero di armi da fuoco, tra pistole, carabine, mitra, fucili di precisione e fucili a pompa, anche una balestra da caccia, ma non pensiate che averne una significhi diventare invincibili.

Imparare con l’esperienza

In Zombi U morirete parecchio, tantissime e tantissime volte, ma fortunatamente c’é una meccanica che rende fattibile e non totalmente brutale il gioco, ovvero che una volta morti, vedrete il vostro punteggio e continuerete la partita nei panni di un altro personaggio, in maniera ciclica (non c’é una “scorta” di vite), e se incontrate il “vostro” zombie potete uccidervi – per così dire – e recuperare il vostro equipaggiamento precedente, in maniera simile al recuperare le vostre anime in Demon’s Souls, pratica che oltre ad essere caldamente consigliata diventa necessaria quando morite con oggetti necessari alla missione (che vanno quindi recuperati, fortunatamente restano sempre dove li avevate lasciati). Un’ altra funzionalità simile é il trovare messaggi lasciati da altri utenti e poterne scrivere di vostri, anche se quest’ultima non è altrettanto ben riuscita o prominente, visto che non potete proprio “scrivere”, piuttosto scegliere dei simboli da lasciare una lista, come una telecamera; se siete connessi online potete anche incontrare lo zombi di giocatori che sono appena morti ed ucciderlo per prendere il suo zaino.

come funziona la scrittura di messaggi leggibili anche da altri giocatori. Mi aspettavo meglio, personalmente.

come funziona la scrittura di messaggi leggibili anche da altri giocatori. Mi aspettavo meglio, personalmente.

Le varie scorciatoie e porte importanti che aprite con un personaggio rimangono tali anche se morite e prendete possesso di un altro (a meno che non richiedano una scheda specifica, che rimane nello zaino del personaggio che é diventato zombi, e quindi va recuperata, anche se più avanti hanno il buon senso di mantenervi oggetti come grimaldello, martello, e schede, altrimenti il backtracking sarebbe insopportabile e fuori controllo). Quindi é molto più facile di quanto pensiate ritornare sui vostri passi, e meno laborioso del dovuto (qui potevano punirvi pesantemente, legando i progressi al salvataggio, e quindi vanificando i vostri sforzi se non salvate, per esempio), ci sono anche simboli che indicano la vicinanza di scorciatoie, e vi consiglio come prima cosa in una nuova zona di sbloccare la scorciatoia relativa. E cercare bene per le centraline, che se hackerate sbloccano l’intera mappa della zona sul vostro gamepad.

Avete un discreto numero di oggetti per aiutarvi, come bengala che attirano l ‘attenzione degli zombi, care vecchie molotov ed anche granate e mine, più oggetti come un grimaldello per scassinare porte, ed assi e martello per costruire barricate o distruggere quelle già presenti (anche se non mi sono mai trovato ad usare le barricate per praticamente tutto il gioco, un peccato). Ma l’oggetto decisamente essenziale, quello più importante e più utile per la vostra sopravvivenza è il Prepper Pad, ovvero il Gamepad del vostro Wii U. Il gamepad funge da inventario e mappa, ed ha anche una funzione di radar per trovare non morti e forme di vita nelle vicinanze, e verrà potenziato più volte durante il gioco. Altro utilizzo del pad é quello di scanner agli ultravioletti dell’area circostante (che potete muovere muovendo il gamepad stesso od usando l’analogico destro), che vi permette di esaminare dalla distanza e segnare punti di interesse ed infetti sulla mappa (scoprendo se hanno un bottino utile e vale la pena ammazzarlo), scoprendo se una porta é agibile o meno, o se cercare in quel cassetto di metallo può darvi qualcosa, oltre a rivelare scritte nascoste sui muri.

Inoltre il pad funziona da reticolo per armi come il fucile da cecchino, mostrando sullo schermo della TV l’azione di gioco vista in terza persona, e sul gamepad il mirino zoomato del fucile, in questo caso. Questo metodo si applica a molte altre azioni, visto che quando scassinate una porta, romperete una barricata, estraete virucida da zombi positivi al vaccino, o semplicemente esaminate armadi, corpi ed aprite lo zaino, viene mostrato cosa succede sullo schermo della TV, visto che il gioco non va in pausa quando fate qualsiasi di queste azioni, e gli zombi non sono così beneducati da aspettare che abbiate finito prima di attaccarvi. Survival vero e proprio. La navigazione/esplorazione è buona e di tipo realistico, anche se sembra strana la scelta di rendere anche il semplice abbassarsi per entrare in condotti e passaggi stretti context sensitive, cioè dovete premere un pulsante quando appare l’opzione a schermo per interagirci, capisco il non far saltare il personaggio, ma abbassarsi poteva benissimo essere assegnato ad un pulsante specifico.

Zombi U crossbow

Esperienza Hardcore, Non Brutale

Attenzione però che se siete in cerca di un’esperienza brutale e pronta a punire la vostra minima disattenzione od incuranza con martellate pesanti al vostro personaggio ed ego…. Zombi U non é esattamente quello che cercate, anche se é una mosca bianca, offre una sfida eccome (e non vi regala il finale perché avete comprato il gioco ), nel senso che i giocatori più navigati non troveranno così tanta tanta difficoltà ad attenderli (se vi aspettate una cosa brutale come quella dei Demon/Dark Souls, non siamo a questo a livello qui) , una volta assimilato il sistema di combattimento e imparato un po’ le location, e vista l’utilità forse un pò eccessiva del pad , nel contesto di un’esperienza survival horror.

Però non significa che il gioco vi prenda per mano, che manca la tensione, la sensazione di pericolo costante, e che non dovete stare attenti (per esempio, in acque più o meno profonde il personaggio solleva lo zaino e voi non potete attaccare) e che é facile, tutt’altro, solo che poteva essere eccellente con un pizzico in più di difficoltà (e meno risorse a vostra disposizione), ma capisco anche la necessità di rendere accessibile in qualche maniera un gioco di un genere che é ormai di nicchia – e sopravvive grazie alla scena indie – specialmente all’utenza videoludica attuale che un vero e proprio survival horror manco sa cos’e. E anche se arriverete in un punto in cui riuscirete a gestire le cose in maniera relativamente facile, non preoccupatevi, verrete presto presi nuovamente a calci e morsi con nuove location, nuovi ostacoli e tipi di nemici. 🙂

Ed anche se sapete come gestire due o tre nemici allo stesso tempo senza farvi mordere, riuscite a mantenervi un buon arsenale, non dimenticavi che dovete comunque curarvi/mangiare, perchè anche se uno zombie non vi ammazza mordendovi, i suoi colpi fanno male e la vostra barra della vita scende rapidamente. Potete comunque procedere ed avanzare senza bloccarvi in maniera significativa, a patto che rimaniate attenti e vigili, e non cazzeggiate. E per i masochisti/esperti, oltre alla modalità normale, c’è quella Sopravvissuto, ovvero vi danno un solo personaggio, e quando muore è game over vero e proprio.

Combattimento corpo a corpo che diventa inevitabilmente ripetitivo a parte, il gioco offre una ottima varietà di obiettivi e missioni, oltre a sopravvivere e fare le missioni potete cercare vari documenti e ritagli di giornale per scoprire più sull’origine della pandemia, e ci sono alcune casseforti con il codice non facile da trovare o dedurre, non male davvero. E c’è una discreta varietà anche di zombi, ed anche se alcuni sono leggermente fuori tono con il setting altrimenti molto realistico (come lo zombi elettrico che quasi si teletrasporta), ci si può passare sopra visto che la varietà generale ne guadagna. Il gioco è anche parecchio longevo, nel senso buono del termine, cioè c’è molto contenuto, molti luoghi da esplorare, un buon numero di missioni, per finirlo ci vogliono tra le 14/15 ore, non male (un pò di meno se riuscite a fare le sezioni finali senza morire molte volte in punti fastidiosi).

Esempio di come funziona la modalità multigiocatore Re degli Zombie.

Esempio di come funziona la modalità multigiocatore Re degli Zombie.

Contenuto e Tecnica

Oltre alla modalità Normale c’è la già citata Sopravvissuto (tutto il gioco con una sola vita), Classifiche online per vedere chi è il miglior sopravvissuto a livello globale, dei trofei di Uplay, ed anche un multigiocatore offline per un massimo di due giocatori, che offre due modalità di gioco (una però da sbloccare), la principale nominata Re degli Zombies, che vede il giocatore con Gamepad interpretare il Re degli Zombie, che toccando il touch screen può creare unità zombi sulla mappa (le quali possono essere potenziate) nel tentativo di fermare l’altro giocatore – controllabile via la combo Wiimote + Nunchuck od il Wii U ControllerPro – che interpreta un sopravvissuto, e cerca a sua volta di raccogliere tutte le bandiere e così vincere il match. Non ho avuto modo di provarla personalmente, ma posso dire che è un’aggiunta gradita di per sè, è una cosa extra che certamente non cambia il fatto che la portata principale sia la campagna, ma appunto, potevano anche non metterla, ed anche se non è il massimo meglio qualcosa di più di qualcosa in meno (visto anche che è una cosa completamente slegata dall’esperienza principale). E oh, potete fotografarvi con la fotocamera del Gamepad per vedere come sareste in versione non morta. E posso dire che preferisco non farmi mordere, non verrei molto bello. 😀

Un pò deludente il lato tecnico, il colpo d’occhio è ottimo, ed i modelli poligonali sono ottimi, ma a volte non sono puliti e rifiniti come ci si può aspettare da un titolo così recente e da una console che in teoria dovrebbe essere pure un pò piu potenza della concorrenza (anche se questi ultimi sono dettagli che lasciano il tempo che trovano), hanno un che di rozzo – anche se sono competenti -, mentre le texture di edifici ed oggetti sono di qualità altalenante, per esempio il muro di un edificio che sembra bello alla vista dalla media-lunga distanza, una volta avvicinati vi accorgete della sua bassina risoluzione, ed invece la macchina della polizia è ben curata. Inoltre in alcuni casi vi capiterà di rimanere confusi, perchè i passaggi che collegano due zone all’atto pratico diverse sono quasi tutti identici, con lo stesso pezzo che passa in mezzo alla metropolitana, la scala accanto al boiler rosso, la stessa recinzione di catene che da sulle fogne. Più di una volta sono entrato nella nuova zona, e lì per lì mi era sembrato di essere per caso tornato indietro, sebbene la mappa indicasse una nuova zona, ed una volta superato la solita trafila di scala, boiler rosso, etc. ero infatti nella nuova zona. Quindi affidatevi sempre alla mappa in questi casi. 🙂 Sapevo di alcuni glitch e bug fastidiosi, ma ho giocato il titolo aggiornato con la patch ed i fix appositi, e non ho trovato nulla di quel tipo, pare che gli abbiano effettivamente sistemati.

Capisco che parliamo di un titolo di lancio e che spesso non sfruttano la console quanto potrebbero causa inesperienza dello sviluppatore con il nuovo hardware, ma sarebbe stato molto più facile passar sopra ad una grafica leggermente sottotono se i caricamenti fossero stati più corti, e questa è la cosa che si nota di più. Nulla di sensazionale, ma un poco l’immersione se ne va quando ci vuole un minuto perché quella porta “carichi” il resto del livello, ci sono soluzioni migliori al problema, come magari un caricamento iniziale più lungo ma poi zero durante il gioco vero e proprio, molto preferibile. Certo, si poteva pensare di mettere l’opzione di installare il gioco su hard disk, ma alla Ubisoft avranno pensato che ciò sarebbe stato fastidioso o impraticabile per i possessori di un modello di Wii U da 8 GB. E poi non si dovrebbe ricorrere a questa pratica dell’installazione su disco, a prescindere, i caricamenti dovrebbe essere ottimizzati a modo ormai.

Commento Finale

zombi u reggie!

Zombi U è una sorpresa positiva da una Ubisoft che oramai sembra impegnata solo a mungere qualsiasi sua saga fregandosene della qualità, sia per l’ottima fattura del titolo, sia per il fatto che si tratti di un survival horror in prima persona, e di uno vero e proprio, una rarità al giorno d’oggi, specialmente per produzioni non indie. Il gioco è una vera esperienza survival, con la sua particolare meccanica che una volta morti nei panni di un personaggio, vi permette di continuare come un’altra persona, perdendo però il vostro equipaggiamento (recuperabile dallo zombi del vostro vecchio personaggio), un’esperienza hardcore, ma non 100 % brutale, che permette anche a chi non è abituato al genere di avere una chance, ma a patto di impegnarsi seriamente ed imparare a sopravvivere, all’occorrenza mangiando ratti e corvi, il gioco non vi prenderà certamente per mano. Esperienza cucita attorno al Gamepad del Wii U, che utilizza bene ed in maniera pratica ed interessante le potenzialità di questo controller, invece di usare le sue funzionalità tanto per usarle, ed è anche longeva, con una campagna principale che richiede 14/15 ore circa per vedere la fine, ed una discreta di quantità di extra, tra cui obiettivi/trofei, ed anche un paio di modalità multigiocatori offline.

I difetti consistono in un combattimento corpo a corpo dalle opzioni poco vaste (vi sentirete limitati quando avrete sempre e solo un’arma per il combattimento ravvicinato), alcune scene di design un pò strane (più che altro per i controlli), ed un comparto tecnico competente ma un pò sottotono per una produzione così recente su una console nuova, con modelli poligonali buoni ma non eccelsi, texture non sempre all’altezza, e principalmente tempi di caricamento a volte ridicoli per un gioco del tardo 2012. Ma nel complesso non inficiano realmente un ottimo titolo, più per appassionati del genere horror e survival (innegabilmente parliamo di un titolo di nicchia), ma anche per chi ha voglia di qualcosa differente da titoli che praticamente vi assicurano che vedrete la fine del gioco, anche con zero impegno. Acquisto quasi obbligato per i possessori di Wii U. Un vero peccato che non vedrà mai un seguito. 😦

Asterix e la zizzania
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)

Asterix e la Zizzania

Dopo la scorsa avventura in Spagna, questa volta Asterix rimane nel suo villaggio, ma di problemi da risolvere ce ne sono fin troppi, vediamo come Cesare cerca di liberarsi degli astuti e forti qualli questa volta.

Alla corte di Cesare c’è discordia; nessuno dei capi di stato è felice dell’andazzo della lotta di Cesare contro il villaggio in Francia che oppone resistenza. Cesare sa che finchè il villaggio avrà la sua pozione magica e gli abitanti saranno uniti, c’è poco che lui possa fare.
E’ in quel momento che uno dei partecipanti ad una sua orgia propone di mandare lì un uomo che ha messo di recente in prigione, tale Tullius Detritus, che possiede una capacità quasi soprannaturale di seminare discordia tra la gente.
Il tentativo di Cesare ha così inizio: Detritus viene mandato nella fortezza di Acquarium in cui Caius Aerobus è stazionato, e subito si mette all’opera. Prendendo una anfora del comandante, la porta al villaggio dei Galli, dichiarando di volerla dare “all’uomo più importante del villaggio”.

Asterix e la Zizzania

Il potere di Detritus impressiona Cesare, e non a torto!

Nel villaggio regna la solita “pace”, con gli abitanti intenti a procurarsi regali per il prossimo futuro compleanno di Abraracourcix. Beniamina, sua moglie, non è proprio allegra, però, sospettando già che gli regaleranno tutti i “soliti” regali, ovvero scudi, spade, pesci imbalsamati e menhir. Comunque, quando arriva la notizia dell’arrivo di detritus, Abraracourcix si veste e si presenta davanti casa in tutto il suo splendore…ma Detritus, invece, va a dare il bel vaso ad Asterix, per poi lasciare il villaggio.
Da lì inizia a scatenarsi una catena di invidie sempre più incredibili, partite da Beniamina che invita le altre mogli del villaggio per confabulare, semplicemente perchè invidiosa del regalo che Asterix ha ricevuto dai romani, che sembrano dare più importanza a lui che non al capo villaggio.
Le invidie dilagano per il villaggio, e nonostante Asterix tenti di rettificare la situazione, tentando di ridare il vaso indietro, le cose peggiorano e alla festa di compleanno di Abraracourcix, regna sovrano il silenzio e la discordia. La piega diventa peggiore quando Detritus riesce a far credere di aver ricevuto da Asterix il segreto della pozione magica, il che inizia a far venire sospetti sullo stretto rapporto tra Asterix e Panoramix. Stanchi di venire incolpati senzza motivi se non rabbia, invidia e gelosia, Panoramix, Asterix, Obelix ed Idefix lasciano il villaggio.

Asterix e la Zizzania

Il piano di Detritus quasi succede: qui lo vediamo con Caius Aerobus, caricatura di Lino Ventura.

E’ così che Detritus chiama a raccolta le truppe degli altri accampamenti per attaccare i Galli ora privi di druido e pozione magica, ma in realtà Asterix e soci si tengono nelle vicianze del villaggio e una volta scoperto l’inganno di Detritus, tornano in fretta e furia al villaggio e spiegano la situazione ai loro compagni, dimostrando loro che i romani non hanno mai avuto la pozione magica. Panoramix adesso la prepara per il villaggio, invece, e quando i quattro accampamenti attaccano uniti i galli, tutto il villaggio unito come non mai controattacca le truppe di Aerobus e soci. La battagglia è di proporzioni epiche, con tanto di Pirati che per sbaglio si trovavano davanti la costa e vengono affondati, tanto per cambiare.
A romani sconfitti, Asterix si avvicina da Detritus e ringraziandolo di averli aiutati a sconfiggere i Romani, ritorce le doti del romani contro di lui. Aerobus si arrabbia incredibilmente con il “traditore” e lo rimanda a Roma.
Nel villaggio viene ripetuto il compleanno di Abraracourcix, non prima che Asterix da una piccola lezione ai suoi concittadini, e la festa questa volta è unita e in pace per davvero.

Asterix e la Zizzania

Ecco l'epica battaglia a fine albo di cui vi dicevo: è semplicemente spettacolare, con tutti i suoi dettagli!

L’idea alla base dell’albo è davvero straordinaria, e la sua esecuzione davvero niente male. Il personaggio di Detritus è interessante e richiama sicuramente a ciascuno di noi una qualche persona che abbiamo conosciuto nella nostra vita.
La morale, molto importante in questo albo, è quella di non credere alle apparenze e di investigare sempre fino in fondo alle questioni tra amici, cosa che i superficiali abitanti del villaggio non fanno, e che quindi ovviamente fanno scatenare invidie e gelosie senza scopo.

La battaglia finale a fine albo invece è una gigante tavola che è semplicemente stupenda, con legenda e piccoli dettagli davvero stupendi. L’albo, per me, guadagna un mezzo punto proprio per questa bellissima scena di battaglia, un fermo immagine invero stupendo.

Asterix e la Zizzania

Graficamente, le battute modificate dalla rabbia e invidia creata da Detritus vengono colorate di verde, una gran bella trovata dell'albo!

Vengono anche introdotte un pò le donne del villaggio, alcune già presenti, altre introdotte o presentate in questa avventura, che aggiungono un pò di personalità ai propri mariti.

Voto Personale: 8,5/10

P.S. Caius Aerobus, non lo sapevo in precedenza, ma ho fatto un pò di ricerche, è una caricatura di Lino Ventura, attora italo-francese degli anni ’60-’70.

Action Space 3000

(A cura di Wise Yuri)

dead space 3

Se dovessi scegliere un titolo emblema di un industria tutt’altro che in piena forma e con l’ispirazione perlopiù alla deriva (almeno per quanto riguarda i nomi grossi), un titolo di una serie storpiata e plasmata nel nome del profitto che se ne fotte del resto….. beh, di solito direi uno degli ultimi due Resident Evil numerati (anche se non ho ancora avuto il piacere o meno di giocare il 6), ma personalmente il “tacchino d’oro” lo darei a Dead Space 3, capitolo finale della serie.

Per capire però il ruolo simbolico che DS 3 ricopre (più di RE 6, perchè in ogni caso era chiaro e scontata la piega presa dalla serie con il 5), facciamo un piccolo time warp (aghein). 2008, esce Dead Space, un survival horror che riprende il sistema di gioco di RE 4, con un ambientazione fantascientifica, abilità come stasi e il poter agire nel vuoto dello spazio, a gravità alternata, ed una grande meccanica di smembramento degli arti nemici, oltre ad un setting interessante e temi come la follia, generata da un manufatto alieno noto come il Marchio, che resuscita i morti trasformandoli in necromorfi. Un buon gioco, con un’ottima atmosfera, sebbene un po’ repetitivo e non veramente spaventoso, con un sacco di jump scares prevedibili, che ebbe un sacco di successo e molti considerarono quello che RE 5 doveva essere.
2011, Dead Space 2. Sequel che spinse ulteriormente il pedale sull’anima action del gameplay, il che a sorpresa si rivelò una scelta vincente, con nemici che possono davvero mettervi sul chi vive (specialmente alle difficoltà più alte), visto che sono nevrotici, velocissimi e “on crack”, ed una maggior varietà di gioco: nel complesso un ottimo sequel che migliora quanto visto nell’originale.

E nel febbraio 2013, Dead Space 3.

Volare nel freddo ed asettico vuoto dello spazio ha sempre il suo fascino, devo ammettere.

Dead Space 3 spinge del tutto il pedale sull’action, prostituendo il brand e uccidendo qualsiasi velleità da survival horror che la serie potesse avere, nel nome del profitto più bieco possibile, esattamente come fatto dalla Capcom con Resident Evil. Potrei dire solo che in Dead Space 3 c’é un sistema di copertura e nemici umani con armi da fuoco, e far terminare qui la recensione, ma proseguiamo, partendo dalla premessa.

N.B.: Esperienza di gioco basata sulla difficoltà Difficile, consigliata se avete giocato i precedenti titoli.

Dopo gli avvenimenti di Dead Space 2, Isaac si é per lo più isolato, cercando di non avere più a che fare con il Marchio, le allucinazioni e i necromorfi. Ma le continue apparizioni di Marchi che distruggono intere città, e Unitologisti sempre più rampanti che vedono imminente la fine e dediti ad imporre il sacrificio di ogni individuo – in attesa della Ascensione e rinascita – forzano la Federazione a cercare Isaac, in quanto esperto dei Marchi, nella speranza che sappia come fermare il proliferare di Necromorfi e s e possibile la fonte dei Marchi stessi. La risposta sembra risiedere nel pianeta gelato noto come Tau Volantis, da cui sembra provenire la fonte delle risonanze coi Marchi….

Come detto nell’occhiello, Dead Space 3 butta all’ortiche ogni parvenza di survival horror, con un sistema di copertura, nemici umani dotati di armi da fuoco, ed altri elementi da action, da sparatutto in terza persona. Ciò consiste in una parziale modifica e reinterpretazione di elementi del gameplay visti nei precedenti titoli, a partire dalle armi ed oggetti: sebbene i controlli e la gestione dell’inventario rimangano pressapoco identici, Dead Space 3 introduce un sistema di crafting e personalizzazione di armi ed oggetti.

Yeah, survival horror. Mh.

Yeah, survival horror. Mh.

Ora potete modificare le vostre armi, cambiando diverse specifiche e parti, tra basi, mirino, bocche di fuoco primarie e secondarie, innesti che donano bonus passivi, etc. Oppure creare accessori, medikit ed armi stesse, partendo da progetti ed usando le risorse che riuscite ad ottenere. Ad essere onesti, é un buon sistema di crafting, niente da ridire sulla sua buona fattura: il problema sta nel fatto che é difficile provare tensione o sentirsi in pericolo quando con pochi accorgimenti puoi far sparare bombe anche all’arma più debole, e puoi trovare tonnellate di risorse e munizioni a giro (e stavolta le munizioni sono univoche per tutte le armi, il che ulteriormente facilita il tutto). Addirittura, stavolta potete anche usare dei piccoli robot per esplorare e raccogliere materiali, che mandate in ricognizione e ritornano al tavolo di lavoro/cassaforte con quello che hanno trovato.

Certo, l’idea di creare medikit, e modificare le proprie armi con le risorse che riuscite a recuperare per poter meglio affrontare le creature potrebbe funzionare come meccanica di gioco di un survival horror, ma ritorniamo al punto centrale del discorso: questo é in tutto e per tutto uno sparatutto in terza persona. Almeno RE ha il buon senso di non nasconderlo, affermazioni del team di sviluppo a parte, almeno negli ultimi episodi non c’è da assistere a questo match di lucha libre tra il gioco… ed il gioco stesso (roba da Collin “Bomber” Harriss dei Monty Python).

La cosa irritante non é tanto la natura ormai innegabilmente action del gameplay (ormai nota), quanto la continua pugna tra storia e gameplay. L’intero gioco é un braccio di ferro continuo tra una storia che pretende il gioco sia un survival horror, ed un gameplay che é proprio un altra cosa, con un contrasto enorme, continui errori di continuità e discrepanze tra quello che dice la storia e quello che dice il gameplay. Un esempio perfetto é la scena in cui Isaac trova un membro della squadra che é voluto rimanere indietro per far avanzare gli altri, e dopo aver parlato di turbine di cui non hanno trovato la chiave d’accensione anche rovistando l’intero scompartimento/rifugio, muore di freddo.

All’incirca un minuto dopo, trovate nella stanza ACCANTO sia la turbina facilmente attivabile che la chiave di un ascensore, senza mezzo necromorfo a fermarvi. Dico sul serio. Non amate quando c’é un tale contrasto tra storia e gameplay? 😀 (Ho un deja-vu di Dead Island, non è una buona cosa) Non aiutano poi una storia che non è un granche, idem per i personaggi, che tra ricorrenti e nuovi sanno di poco anche loro, con un sacco di clichè e momenti stupidi, o assolutamente ridicoli.

Dead Space 3 skeletons

Poi ci sono tante piccole cose che non aiutano ad immergersi ne la di per sè buona atmosfera (specialmente nella seconda metà di gioco), come nemici che escono da una grata o conduttura dell’aria uno dopo l’altro come una catena di produzione, e manco ci provano a prendervi di sorpresa, saltando subito fuori dalla neve e dai condotti. Parlando dei nemici, é stato fatto ben poco a questo riguardo, ma ci sono alcuni nuovi tipi di necromorfi, oltre agli Unitologisti che vi attaccano sparandovi addosso, tipo i necromorfi “stealth”, quelli con armi come piccozze e fucili, e quelli che hanno aspettato umano ma si riducono a corpi senza torso con tentacoli. Nulla di che come aggiunte, e irrita quando si mettono a riciclare unità come i Rigeneratori ed i Cacciatori. Ci sono delle idee quà e là che potevano essere sviluppate meglio, o servire comunque nel contesto di un survival horror, ma alla fine sono asservite ad un gameplay completamente diverso, o poco usate.

Parlando del resto delle novità, ci sono missioni secondarie che potete intraprendere prima di proseguire, la possibilità di effettuare una manovra evasiva, e un sistema di copertura. Le missioni secondarie sono pensate per farvi esplorare un pò più le varie ambientazioni, il che ammazza ulteriormente qualsiasi rimasuglio di survival horror, e sebbene non vi perdiate nulla a livello di storia o di gameplay a non giocarle (considerato che alcune contano pure un pò di backtracking in zone già visitate durante le missioni normali), d’altro canto potevano essere peggio, sono un pò superflue, ma innocue. L’unica cosa realmente fastidiosa è il veder forzata la cooperativa anche durante il single player, visto che alcune missioni non le potete proprio giocare a meno che non siate in co-op.

Della cooperativa in sè non ho nulla da dire, visto che non ho avuto modo di provarla, visto che su 360, oltre ad avere un online pass, dovrei essere abbonato a X-Box Live Gold, che non ho nè ho intenzione di avere (per l’uso che ne farei sarebbero soldi sprecati). Giusto per ricordarvi questa orribile pratica dell’online pass. Comunque un peccato, se magari fosse stata off-line gli avrei dato volentieri un’occhiata, per quanto l’idea stessa di un survival horror in cooperativa sia un ossimoro grosso così, certamente ha più senso del multiplayer competivivo “ingegneri contro necromorfi” che c’era nel 2, ma anche questa non è una novità (quella di titoli con cooperativa ma solo online, intendo).

Per quanto riguarda la manovra evasiva ed il sistema di copertura, vale lo stesso discorso delle missioni secondarie, cioè per l’aggiunta che portano alla formula, potevano benissimo non esserci ed il gioco non ne avrebbe risentito. La manovra evasiva poi è pure controindicata, mai trovata un occasione in 12 e passa ore di gioco in cui mi fosse servita, anzi, le poche volte che ho provato ad usarla ha finito per rivelarsi limitante: risultato per gran parte del gioco manco mi ricordavo di averla proprio questa mossa. Il sistema di copertura idem, anche se in un paio di occasioni può risultare utile, è al limite del superfluo, e neanche precisissimo, visto che è semi-automatizzato. Quasi dimenticavo, la versione X-Box 360 supporta comandi vocali opzionali via Kinect, e sebbene non vedo ancora motivo di preferirli ai normali input via controller, funzionano bene e non richiedono un poema qui, basta dire “traguardo” a voce chiara e il gioco quasi subito fa apparire l’indicatore di percorso, son rimasto quasi sorpreso che funzionino.

Dead Space 3 Tau Volantis

Le ambientazioni sono buone, ed atmosferiche, peccato che nel primo disco e 1°parte ci sia un discreto riciclo di setting già visti e rivisti (prima di arrivare su Tau Volantis ce ne vuole, ed alcuni capitoli sono vero e proprio filler), e sebbene il gioco aggiunga anche (come le sezioni di scalata e piastre potenzia-cinesi), non si fa molti scrupoli a riusare elementi del 2, spesso per allungare la durata del gioco, per paura di non offrire contenuto a sufficienza, e paradossalmente tirare per le lunghe un titolo che non sarebbe comunque stato corto o povero di contenuto.

Parliamo un attimo del finale: ad essere onesto, mi é piaciuta molto l’idea (anche se é assurdo quanto i finali di questo titolo e del manga di Soul Eater abbiano in comune, sul serio, molto bizzarra come cosa), e considerato com’é venuto fuori questo, sarebbe stato un modo tutto sommato dignitoso di terminare una serie dalla qualità singhiozzante ma col suo fascino. Ma le “manos” sudicie della EA hanno deciso di ravanare qualsiasi briciolo di dignità dal brand, rilasciando un DLC per il titolo che…… praticamente invalida un buon 70 % di quanto fatto durante il gioco. Chiaramente per cercare di strizzare qualsiasi spicciolo rimasto nelle tasche dei fan, e per crearsi un espediente su cui costruire Dead Space 4.

Al contrario del resto del gioco, il lato tecnico è molto competente, modelli di personaggi e creature molto curati, scenari dettagliati, graficamente quello che vi aspettereste da una produzione con gran budget del 2013, ed anche il comparto audio è ben curato, con un buon doppiaggio tra l’altro buono ed un lip synching di altrettanta qualità (di solito). Non ho notato neanche grossi bug grafici, è stato fatto un ottimo lavoro a riguardo, vorrei solo poter dire lo stesso del gameplay…

Commento Finale

Dead Space 3 sigh

Dead Space 3 non é un brutto titolo, perchè non lo è, ma ormai ogni pretesa od inclinazione survival horror é futile, a parte quella che la storia cerca di proporre, in continua lotta con un gameplay ormai totalmente action che racconta un gioco diverso da quello della storia e dei dialoghi. Alcune aggiunte godibili (ma che rinforzano la chiara natura action del titolo, come crafting e modifica di armi, missioni secondarie e una cooperativa purtroppo forzata al giocatore, con missioni visibili in single ma giocabili solo in co-op) quasi si annullano con il notabile riciclo di elementi da DS 2, si poteva fare di più, ed il gioco sebbene abbia un buona quantità di contenuto di per sè, sente il bisogno di tirarla anche troppo per le lunghe, e spesso pare cercare deliberatamente di peggiorare le cose buone che ha – di buona lena, tra l’altro -, fortunatamente non riuscendoci mai in maniera tale da rovinare in toto l’esperienza.

Il peggiore della trilogia (con grossi crisi d’identità sulla sua natura), ed un sequel pigro che non fa molto per distanziarsi dai precedenti, ma nonostante tutto ed il DLC sequel-bait, si può considerare una conclusione accettabile/decente per la serie,visto che pare Dead Space 4 non si farà a causa di vendite non soddisfacenti di quest’ultimo (ed EA é ampiamente capace di troncare qualsiasi IP se non fa i miliardi, anche vendite “solo” buone sono viste male). E forse è molto meglio così, visto come il risultato finale sia un chiaro esempio di come si può snaturare del tutto una formula nel nome di troppe necessità di marketing, che infilano i loro tentacoli troppo a fondo nel processo creativo.

In conclusione, ci sono tanti altri shooter in terza persona, più divertenti e con meno turbe psicologiche sulla propria natura, ma per quello che è, Dead Space 3 è sufficiente, godibile, passabile, specialmente se siete fan dei primi due e volete vedere come finisce il tutto, magari giocando assieme ad un amico, e prendendolo per l’enorme mixed bag che è.

—-

Ancora una settimana si conclude, con la speranza che la prossima sia più fruttuosa, più allegra, meno fredda (speranza che diventa sempre meno probabile) e più felice! =) Speriamo di avervi intrattenuto un pochino, fatevi vivi nei commenti e come sempre, a settimana prossima!! =)

2 Risposte to “The Weakly Hobbyt #126”

  1. The Weakly Hobbyt #189 | Checkpoint Café Says:

    […] originale, va visto, e va visto al cinema. Seguito non solo di Marvel’s Avengers, ma anche di Thor – The Dark World e Captain America – The Winter Soldier (e in parte anche di Guardians of the Galaxy), questo […]

  2. The Weakly Hobbyt #200 | Checkpoint Café Says:

    […] che è la fase due dell’Universo Cinematico Marvel, iniziata con Iron Man 3, continuata con Thor: The Dark World, Captain America – The Winter Soldier, Guardians of the Galaxy e Avengers: Age of Ultron, […]


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