E’ abbastanza evidente che Spider-Man e Batman sono i supereroi più seguiti dalla redazione del Checkpoint Cafè, o per lo meno sono i due che ricevono più copertine. Questa copertina, tra l’altro, con la recensione di Alteridan di Arkham Origins, Batman la ruba a Kick Ass, di cui recensisco il primo volume del secondo fumetto dedicatogli. Seguono le recensioni di Little Inferno di Wise Yuri per Wii U e di Asterix e il Regno degli Dei in conclusione.
Buona lettura, ci leggiamo in uscita.
Batman: Arkham Origins
(A cura di Alteridan)
Quest’ultimo mese per me è stato quasi interamente dedicato al Cavaliere Oscuro, purtroppo quando parte la fissa c’è poco da fare per farla passare. Probabilmente avrò scritto diverse volte che Batman è il mio super eroe preferito e i primi due videogiochi della serie Arkham li reputo un’ottima trasposizione videoludica dell’eroe mascherato DC, quando però è stato annunciato questo Arkham Origins ero molto dubbioso sulla qualità del prodotto e il motivo è uno: il cambio di sviluppatore.
Niente più Rocksteady quindi, questo nuovo capitolo della serie è stato sviluppato da WB Games Montreal. Saranno stati all’altezza della situazione?
L’inizio della leggenda
È la vigilia di natale, un giovane e solitario Bruce Wayne si appresta ad uscire dalla batcaverna indossando le vesti del temibile Uomo Pipistrello. Nel bel mezzo di una tempesta di neve, durante l’inverno più freddo che Gotham possa ricordare, il penitenziario di Blackgate è sotto attacco da parte di Roman Sionis, meglio conosciuto come Maschera Nera.
Così ha inizio una trama dal forte taglio cinematografico, che non risparmierà al giocatore alcuni colpi di scena ben congegnati, ed è per questo che non mi dilungherò oltre su questo aspetto del gioco. Posso solamente dirvi che personalmente ho preferito l’impianto narrativo di questo titolo a quello degli altri due giochi della stessa serie.

Batman si ritroverà tra l’incudine e il martello: dovrà vedersela con i criminali e allo stesso tempo sfuggire alla polizia che vuole catturarlo.
Arkham Origins, come lascia intendere il nome stesso, è un prequel della serie e a mio avviso riesce molto bene nel tentativo di dipingere un Batman diverso da come siamo abituati a vederlo: più giovane, fisicamente più prestante, ma al contempo più inesperto sia dal punto di vista tecnico sia da quello investigativo.
In giro per Gotham picchiando criminali
Riprendendo la modalità di gioco di Arkham City, in Origins potremo sin da subito esplorare liberamente l’intero mondo di gioco: grande circa il doppio rispetto a quella del gioco precedente, la mappa di Arkham Origins riproduce in maniera più o meno fedele l’intera Gotham City. Viste le dimensioni di Gotham, gli sviluppatori hanno deciso di mettere sin da subito a disposizione del giocatore un paio di strumenti che facilitano gli spostamenti: il primo è il potenziamento del rampino, già presente in Arkham City, il quale permette al Cavaliere Oscuro di spostarsi rapidamente da un appiglio all’altro; il secondo è una novità della serie, si tratta del Batwing che permette al giocatore d passare in pochi istanti da un quartiere della città ad un altro.
La dimensione della mappa non è l’unica novità introdotta nel gioco, un altro aspetto che ha subito un interessante modifica è il combattimento. Per aumentare la varietà di situazione sono state introdotte nuove tipologie di nemici che costringono il giocatore a modificare dinamicamente il proprio approccio ai combattimenti in mischia, a volte utilizzando i nuovi interessanti gadget a disposizione di Batman.

Questo nuovo gadget permette di collegare due bersagli sparando un solo proiettile.
Purtroppo però le buone intenzioni degli sviluppatori sono minate da un grosso difetto, la gestione della telecamera: l’inquadratura sarà sempre molto ballerina e spesso non riesce a fornire una visione d’insieme sulla situazione, non sarà raro beccarsi un pugno da un nemico fuori schermo e purtroppo questo diventa molto fastidioso ai livelli di difficoltà più elevati.
La cena si fredda
Al problema della telecamera vanno aggiunti i numerosi bug che affliggono il titolo, alcuni non permettono di completare il gioco al 100% se dovessero presentarsi (va molto a fortuna). Va detto comunque che non sono così gravi da pregiudicare le missioni principali, quindi almeno le missioni della trama possono tranquillamente essere portate a termine. Siete avvisati però se siete dei completisti. Va menzionato anche il frame rate piuttosto ballerino che soprattutto nelle fasi concitate si farà sentire.

La giovinezza di Bruce Wayne si nota anche nel suo carattere: sarà molto meno restio ad usare la forza e di conseguenza sarà molto più violento.
Batman: Arkham Origins in definitiva non aggiunge nulla di veramente nuovo alla serie, ed al di là dei problemi tecnici è proprio questo il maggiore difetto di questo titolo che dalla sua sembra avere solo (relativamente) una trama e una regia ottimi e, aggiungo, una colonna sonora che ben si adatta alle situazioni del gioco.
L’impressione è che ci si trovi di fronte ad un Arkham City 2.0 piuttosto che ad un gioco nuovo. È un gioco sicuramente divertente, ma probabilmente dovreste valutare bene cosa cercate da questo titolo prima di effettuare l’acquisto.
Siamo comunque di fronte ad un buon titolo, anche se da un gioco con un nome del genere sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa in più.
Voto personale: 7,5/10
Kick Ass 2 – Part 1
(A Cura di Celebandùne Geathelen)
Quest’estate mi sono visto al cinema Kick Ass 2. Non l’ho ancora recensito su queste pagine, proprio perchè avrei voluto, come feci per il primo Kick Ass, leggermi prima il fumetto e poi parlare del film. Ovvio che ora i ruoli sono un pochino invertiti, ma non fa niente! =)
Per le prossime quattro settimane vi parlerò di Kick Ass 2 in forma fumettosa e poi, prima di Natale, parliamo del Film. =)
Ricordavate dove eravamo rimasti? Ho recensito Kick Ass nei remoti numeri #11 e #12 del Weakly Hobbyt, quel fumetto Marvel strano in cui i supereroi non esistono, come non esistono super poteri o super Gadget. Ebbene, in quell’Universo Dave Lizewski si è rotto le scatole di non fare nulla contro le violenze che accadono quotidianamente, e decide di diventare lui il primo supereroe della storia. Per ulteriori info sulla trama del primo volume, leggetevi le recensioni dei Weakly rispettivi linkati o, ancora meglio, leggetevi il fumetto. Ne vale davvero la pena.

Mindy allena Dave a inizio albo.
Piccoli Spoiler
In questo albo, torniamo a seguire le vicende di Kick Ass, in una New York dove i suoi atti di coraggio hanno ispirato altre persone a vestirsi di calzamaglie la sera e uscire per pattugliare le strade ed aiutare i bisognosi. Ad aiutare Kick Ass nel suo allenamento, ovviamente, c’è Mindy aka Hit Girl, figlia del compianto Big Daddy. Le cose, purtroppo, cambiano radicalmente quando Marcus, detective della polizia di New York e compagno della madre di Mindy, scopre che lei ha ancora armi nella sua stanza dei giochi e allena Kick Ass. L’adulto le fa promettere di non tornare a vestire più i panni di Hit Girl e di comportarsi come una brava bambina di undici anni dovrebbe comportarsi. Mindy, per non mettere a rischio la salute mentale della madre, già precaria per la perdita del marito, accetta e dice a Dave che le loro sessioni di allenamento sono finite.
Dave ovviamente ne è terribilmente deluso, ma al contempo viene a sapere che il primo supergruppo della città vuole avere lui tra le sue fila. Dave ne è entusiasta e presto incontra la “Justice Forever” ed i suoi membri. I fondatori sono il Colonnello Stars e il Tenente Stripes, due ex-mafiosi convertiti. Al gruppo si sono subito uniti i Ricordando Tommy, genitori di un bambino scomparso sette anni fa e mai ritrovato, Insect Man, un poliziotto frustrato, Night-Bitch, ragazza che ha visto morire la sorella prostituta, Dottor Gravity, un Professore che vuole fare del bene e Battle-Guy, che Kick-Ass scopre di essere niente popò di meno che il suo compagno di classe e amico Marty Eisenberg.

Dottor Gravity e Kick Ass alla fine di un loro "Team-Up", in fuga da troppi più malavitosi!
E il gruppo fa presto sul serio; il Colonello Stars decide di far visita a Jimmy Kim, capo di un giro di prostituzione minorile, a cui la Justice Forever fa subito rimpiangere le sue azioni. La vita, per Dave, sembra tutta in discesa, nonostante a scuola iniziano a circolare voci di un “esercito di supercriminali di Red Mist”, vecchia nemesi di Kick Ass…
Fine Spoiler
L’albo è corto, in quanto a differenza di Kick Ass, venduto in due grandi volumi, Kick Ass 2 viene venduto in 4 volumi minori. Ciononostante ci troviamo di fronte ad un bel albo, in cui torniamo bene nella vita di Dave e nella New York City priva di super eroi, ma comunque piena di eroi che, a loro modo, cercano di fare la cosa giusta.

Kick Ass viene dichiarato benvenuto alla Justice Forever!
Personalmente, mi dispiace per il ruolo marginale che ha nella storia, probabilmente per ora, Hit-Girl, mentre l’idea della “Justice Leage” è molto bella, per quanto magari scontata. Un pò ridicolo anche il fatto che faccia parte della squadra anche un compagno di classe e amico di infanzia di Dave, ma probabilmente la follia si è diffusa tra i suoi amici. Sinceramente, sono un pochino sospettoso del Colonnello Stars, e visto che si parla già di un “esercito di Red Mist” mi viene da pensare che forse non sia davvero un pentito, ma invece lavora per Red Mist per attirare Kick Ass in una trappola. Vedremo se ho ragione o torto. Comunque siamo di fronte ad un buon inizio per un fumetto che ha davvero grosse potenzialità.
Voto Personale: 7,5/10
Your Own Little Inferno
(A cura di Wise Yuri)
Piattaforme: iOS, Steam, Wii U Ware
Versione Recensita: Wii U Ware
Giocatori: 1
Genere: Puzzle Game
N.B. Gioco completamente in inglese.
Dal duo (in questo caso trio) indie responsabile dello stupendo World Of Goo e di Henry Hansworth In The Puzzling Adventure (che inevitabilmente verrà recensito senza pietà su queste pagine, prima o poi), arriva un puzzle game molto bizzarro ma dal concetto molto semplice ed immediato: bruciare tutto. Ma riponete il lanciafiamme, perchè non è quel tipo di gioco. 😀
In un mondo che diventa sempre più freddo ogni giorno che passa, un inverno perpetuo, vengono creati giocattoli come il Little Inferno, un caminetto dove bruciare vecchi giocattoli e non solo, un fuoco ipnotico che riscaldi e faccia passare le interminabili giornate, le indefinibili mattine, o pomeriggi, diventa facile perdere il senso del tempo.
Il gameplay é molto semplice sia nelle meccaniche che nell’esecuzione: davanti al vostro Little Inferno, dovete comprare e bruciare una pletora di giocattoli, bambole ed altro, e muovendo il dito sullo schermo, dare fuoco a quanto messo nel camino. Ogni oggetto bruciato vi fornisce monete per comprare altri giocattoli dai cataloghi, oltre a francobolli per velocizzare la spedizione, in un circolo apparentemente infinito.
Se fosse tutto qui…. Sarebbe anche troppo semplice. A dare una maggior profondità, un senso di progressione ed un’obiettivo al tutto ci sono i diversi cataloghi da sbloccare e le combo. Per accedere a tutti agli oggetti del catalogo, dovete via via comprare quelli che si rendono disponibili, ed i cataloghi successivi vanno sbloccati prima di poter essere comprati. Il modo per fare ciò consiste nelle sopracitate combinazioni, ovvero bruciare assieme due o più oggetti, ma non temete, non dovrete tirare a caso finché non ne beccate una. É infatti presente una lista a scomparsa con i nomi delle combo, che vi danno indizi più o meno chiari su cosa buttare assieme sulla graticola. Ed ogni oggetto ha una reazione od effetto sonoro diverso quando lo bruciate, per esempio dal bus giocattolo sentirete uscire urla di bambini…. che è dettagliamente crudele, od un giocattolo esploderà con “effetto popcorn”.
Per esempio, per ottenere la combo “Chain Smoker” dovete bruciare assieme una motosega a catena e un pacchetto di sigarette. Visto che il tutto gioco è in inglese, è meglio che abbiate una buona dimestichezza con la lingua, ed i diversi giochi di parole, sinonimi, perchè altrimenti sarà difficile capire o sapere solo da dove partire per azzeccare una combo (ci sono le guide, certo, ma guardandole vi ammazzate tutto il divertimento e la rigiocabilità che il titolo vi offre). Una volta ottenuto un certo numero di combo, il catalogo successivo diventa comprabile, con nuovi oggetti da dare in pasto alle fiamme. Ogni tanto riceverete alcune lettere, spesso comunicazioni dalla compagnia che produce il Little Inferno, ma anche quelle della vostra vicina (una bambina come il vostro protagonista), che vi chiederà alcuni regali. Ovviamente, come tutto quello che capita nel vostro inventario, anche le lettere possono essere bruciate per fare qualche soldo in più (consiglio: i ragni che passano nel caminetto non sono ignifughi).
Possibile giocarlo completamente su Gamepad, visto che non ci sono modalità che richiedano sia schermo TV che Gamepad, vedete la stessa cosa su entrambi. Ah, se volete é possibile anche usare un Wiimote.
Lo stile grafico é lo stesso visto in World Of Goo, se lo avete giocato riconoscerete subito gli occhi e il design semplice e cartoonesco, ma non necessariamente banale, e palette che tendono al grigio ed al rosso, anche se i colori sono molto più plumbei in questo caso. A livello di accompagnamento musicale ci sono una manciata di tracce, e sebbene il tema principale sia carino, finirete per sentire quello il 90 % del tempo, visto che il 90 % del tempo lo passerete bruciando roba nel camino. Un altro paio di tracce a rotazione non sarebbero state male, ma perlomeno tutti gli effetti sonori sono azzeccati e simpatici. Si poteva fare di più.
La storia, raccontata per lo più da un paio di filmati e gli scambi di lettere, incredibilmente é interessante, e dipinge un mondo plumbeo, freddo, mangiato da un gelo che continua a crescere da anni ormai, e l’unico intrattenimento per i bambini sono giocattoli come il Little Inferno, che gli danno calore e qualcosa da guardare oltre le infinite nevicate. Ma il problema é che il Little Inferno diventa l’unica cosa da fissare, giorno dopo giorno in cui guardare le fiamme consumare ogni cosa gli viene nutrita, senza mai guardarsi indietro.
Notabile e chiara la satira sul videogioco stesso (parecchio meta humour e note che il gioco è consapevole di essere tale, lo sa, e ci scherza sopra), con per esempio la possibilità di pagare per ricevere prima roba da bruciare, e pertanto la creazione di un senso di importanza (vero o falso) che vogliamo dare a questi oggetti che poi buttiamo subito nella graticola. Il gioco è molto bravo a farvi dubitare e pensare su cose del genere, sul senso che ha o che diamo noi a questa esperienza, scegliendo magari di tenere un regalo fattoci con affetto o buttare anche questo tra le fiamme, solo per il gusto di vedere roba bruciare. Oltre ciò, in linea generale il gioco ha un feeling straniante, vi sentite disconnessi come i personaggi dello stesso mondo di gioco, ma alla fine c’é una punta di speranza, nonostante tutto. Più interessante di quanto sembra inizialmente, anche se non notate subito la natura meta/satirica del gioco.
A livello di longevità ci vogliono tra le 3 e le 4 ore per arrivare ai crediti finali, durata tutto sommato adeguata al tipo di esperienza che Little Inferno offre, e prolungarla non avrebbe fatto molto bene al titolo, considerato l’addittivo ma semplice e non particolarmente profondo gameplay alla base di tutto. Se non altro potete cercare di compiere tutte le combo (99 in totale) o vedere due finali leggermente differenti a secondo di alcune scelte che fate durante il gioco, quindi un motivo per ritornarci sopra c ‘é, ma è un caso di gameplay in funzione dell’esperienza, e questo gioco è questo, più un titolo esperienza che un videogame normalmente strutturato (anzi, per un titolo del genere c’è parecchio gameplay).
Commento Finale
Little Inferno é un esperienza strutturalmente ed incredibilmente primitiva, non lunghissima, ed a conti fatti l’unica cosa che fate è bruciare cose, ma ha un suo fascino ipnotico, primitivo ed addittivo vedere bruciare tutto nel vostro caminetto, ed azzeccare le combinazioni più assurde non é sempre facile, e richiede un bel pò di immaginazione e materia grigia scoprirle tutte, il che non é poco, anzi. Anche se il titolo vuole in primis essere un’esperienza di satira sul videogioco, e riesce in maniera intelligente e subdola a farvi pensare sul perchè effettivamente trovate interessante quello che fate (sia il videogiocare sia il bruciare e bruciare cose nel gioco vero e proprio).
La durata non eccelsa é l’unica cosa che mi impedisce di consigliarvelo al prezzo di listino (10 € sull’eShop), ma se avete un Wii U (o molto più facilmente, un smarthphone od un PC, perché c’é anche su Steam, e costa anche meno di listino) e cercate un titolo all’apparenza piccolo ma unico, interessante, con una storia ed un setting plumbeo, straniante e gelido, ed un barlume di speranza che risplende in mezzo al tutto che vi fa pensare un pò, beh é tempo di accogliere in casa vostra un Little Inferno.
Se vi interessa il concept, lasciate perdere il prezzo, giocatelo e basta. Per gli altri, se non l’avete già preso in un bundle, aspettate un calo di prezzo. Questo è il tipo di gioco che o apprezzerete (quasi) fin da subito…. o non vi dirà nulla. O forse no, ma c’è un solo modo per scoprirlo. 🙂
Asterix e il Regno degli Dei
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)
Un titolo molto altosonante per un albo che, sinceramente, è davvero tra i migliori Albi di Asterix che ho letto. Il Regno degli Dei è la diciassettesima avventura del gallico contro i Romani, ma questo numero sfortunato (in italia) non sembra fargli granchè…
Cesare, ancora una volta tentando di togliersi davanti la resistanza in Aremorica, decide che vale la pena tentare di civilizzare i Galli costruendo intorno al loro villaggio una città. Una volta circondati dalla civilizzazione e dall’architettura romana, e una volta senza foresta circostante che li protegga e nutra, i membri del villaggio piano piano perderanno la loro autonomia. Per mettere in opera il piano, Cesare si affida ad Angolacutus, il suo migliore architetto, che mando subito in Aremorica.

Così Cesare immagina il futuro del Villaggio Gallico.
Il piano viene messo in atto subito, anche se gli Schiavi sembrano non collaborare inizialmente. A problemi risolti, piano piano gli alberi della foresta vengono sradicati e portati nel vicino accampamento di Aquarium. Quando Asterix, Obelix e Panoramix notano la cosa, si armano subito con delle noci magiche fornite da Panoramix, che fanno ricrescere gli alberi magicamente. Angolacutus, però, non si fa demoralizzare dal dover ricominciare i lavori praticamente ogni notte, e minaccia di non risparmiare nessuno schiavo per far finire i lavori. A Panoramix ed Asterix la situazione degli schiavi dispiace, e decidono prima di offrire loro Pozione Magica per liberarsi (che però non fanno, e anzi usano per chiedere migliori condizioni di lavoro) e poi decidono di lasciar loro finire il primo edificio, dopo il quale è stata loro permessa libertà.

Panoramix non ha solo la Pozione Magica nel suo repertorio di trucchi magici.
A Cesare la notizia del completamento del primo edificio, adibito come albergo, piace e subito fa scattare una campagna pubblicitaria per promuoverlo. Quando i primi Romani arrivano nell’albergo, non passa molto tempo prima che le romane facciano spese nel Villaggio. Quando ai galli diventa chiaro che con i turisti romani possono fare soldi, iniziano ad aprire ognuno un suo negozio di antiquariato o di vendita di pesce, cosa che inizia a generare scontento tra i galli. Asterix e Panoramix vogliono invertire la situazione, e mandano prima Obelix a far paura ad una coppia di romani in cui il marito da principio non voleva andare in gallia, e poi mandano Assourancetourix ad inabitare l’albergo. Dopo la prima notte di “prove” del bardo, i romani abbandonano l’albergo. Angolacutus è disperato, e chiede al capo della guarnigione di Aquarium di riempire l’albergo con i suoi soldati, onde evitare che l’edificio rimanga vuoto e lo venga a sapere Cesare. Così la guarnigione caccia Assourancetourix dall’albergo. Quando Asterix fa notare ai suoi amici che i romani hanno cacciato uno dei loro, il villaggio si riunisce e caccia i romani dall’albergo. Ad albergo distrutto, Panoramix fa valere di nuovo le sue noci magiche.
La storia finisce con il classico banchetto gallico tra le rovine romane, anche se Panoramix in una perla di saggezza fa notare ad Asterix che ovviamente la loro resistenza contro i romani e contro il tempo non può durare in eterno..

Asterix prova a spaventare i Romani per cacciarli dal villaggio
Asterix e il Regno degli Dei è probabilmente il migliore albo che ho letto del duo Uderzo & Goscinny, eccetto l’albo sullo Scudo degli Arverni. L’idea alla base della storia è bellissima e soprattutto, per una volta, davvero una sfida che Asterix e il suo villaggio hanno vinto solo temporaneamente. Nulla può fermare il progresso. E sia Asterix che Panoramix lo sanno, che la loro è davvero solo una vittoria a tempo.

Eccovi la bella scena finale dell&Apos;albo in cui i Galli fanno fuori i legionari di Aquarium che hanno preso ad abitare l'albergo romano.
Comunque sia, l’albero ha delle belle idee anche nel piccolo; schiavi che vogliono migliori condizioni da lavoro, Panoramix con le sue noci che fanno ricrescere istantaneamente gli alberi, i romani turisti che fanno si che ogni abitante apra o un negozio di antiquariato o di vendita del pesce, e così via.
I disegni, poi, sono ancora migliori, se possibile, di quelli di Asterix e la Zizzania, che era già ottimo dal punto di vista dei disegni. Il paragone non è casuale, poichè anche qui a fine albo c’è una pagina gigante interamente dedicata all’assalto dell’albergo dei galli. Forse, però, la scena viene addirittura rubata dalla prima tavola del fumetto, che presenta uno sotto l’altro i disegni di come è il villaggio di Asterix ed Obelix adesso e di come lo visiona Cesare nella sua nuova Città degli Dei.
Ottimo albo. Leggetelo.
Voto Personale: 9/10
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Due fumetti, due supereroi, due videogiochi, cosa volete di più da quattro articoli? =)
Siamo alla fine anche questa settimana, e con non poca sofferenza, in alcuni casi davvero letterale visto che da ieri ho un terribile mal di schiena, probabilmente conseguenza di troppe troppe ore seduto a lavorare o studiare.
C’è altro da dire? Ditemelo voi! =) Vi aspettiamo su Facebook, sul nostro gruppo Steam e nei Commenti! =)
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