Quando arrivano questi numeri con lo zero finale (#120, #130) mi viene sempre una piccola voglia di fare un salto di gioia (che oggi lascerò perdere, visto il sospetto di ernia al disco che mi pende sulla testa). Vuol dire che ancora ci siamo, che ancora scriviamo su quello che ci piace discutere, e ancora sputiamo in faccia alle difficoltà interne ed esterne che la vita ci presenta! Quest’oggi, Alteridan ci delizia con la recensione su Bioshock Infinite, parliamo anche di Kick-Ass 2 e WiseYuri ci regala i suoi pareri su Don Jon e Feeding Frenzy! Buona lettura!
BioShock Infinite
(A cura di Alteridan)
Irrational Games ci ha abituati da anni ad ambientazioni fuori dall’ordinario: in principio vi era la Von Braun, la nave spaziale di System Shock 2, poi dopo varie escursioni supereroistiche nei due Freedom Force e un ritorno alla normalità con SWAT 4, Ken Levine e soci ci hanno fatto letteralmente immergere nell’utopia di Rapture e nel seguito spirituale del loro primo gioco, BioShock.
A distanza di quattordici anni da System Shock 2 e cinque da BioShock, gli sviluppatori di Irrational Games ci portano a metà strada tra l’assordante silenzio dello spazio e le profondità oceaniche: questa volta voliamo nei cieli di Columbia.
Un nuovo ciclo
In BioShock Infinite vestiamo i panni di Booker DeWitt, un investigatore privato di New York indebitato fino al collo, a cui viene offerta una possibilità: per cancellare il suo debito dovrà trovare una misteriosa ragazza e consegnarla al suo maggior creditore. Ben presto DeWitt si ritroverà nella città volante di Columbia, una utopistica cittadina costruita attorno all’eccezionalismo americano, popolata da persone apparentemente normali ma fortemente xenofobe e ultra-religiose.
L’intera città è governata da Zachary Hale Comstock, un individuo che si autodefinisce profeta nonché padre della ragazza che Booker deve recuperare. Ben presto Booker si ritroverà alle calcagna l’intero corpo di polizia di Columbia mentre riuscirà ad ottenere la collaborazione di Elizabeth, la figlia del profeta.

All’inizio Elizabeth non sarà molto collaborativa.
Le vicende del gioco del gioco ci rendono protagonisti della fuga della coppia dalla non troppo pacifica Columbia, vicende che purtroppo si perdono più volte per strada: man mano che si prosegue nel gioco si ha l’impressione che la sceneggiatura sia stata più volte riscritta, ogni volta in maniera differente, creando nel frattempo svariati plot hole, probabilmente a causa dello sviluppo travagliato del gioco.
Una mano gentile
Chi ha già giocato almeno uno dei due BioShock precedenti troverà numerose somiglianze nel gameplay di questo terzo capitolo della saga anzi, sostanzialmente le basi del gioco sono rimaste praticamente invariate, fatto salvo per un paio di differenze o migliorie.
Ci troviamo di fronte ad uno shooter piuttosto classico. Come nei due titoli precedenti anche in Infinite si utilizzeranno armi convenzionali affiancate all’utilizzo di poteri particolari, al posto dei plasmidi troviamo i vigor che sono sostanzialmente la stessa cosa (alcuni hanno anche gli stessi effetti già visti a Rapture) ma questa volta ogni potere può essere utilizzato in due modi differenti: ogni vigor ha due modalità di fuoco, una classica per utilizzare il potere direttamente; ed una secondaria che crea una trappola sfruttando l’elemento del vigor, sarà quindi possibile ad esempio creare trappole incendiarie o lanciare sfere infuocate usando lo stesso potere in modo diverso.

Le sparatorie in ambienti aperti saranno molto frequenti.
Un’altra differenza riguarda l’interazione con l’ambiente. Al contrario di Rapture, Columbia è un ambiente aperto e molto spesso ci ritroveremo a combattere all’aria aperta: tramite l’utilizzo di un gancio magnetico che recupereremo nelle fasi iniziali dell’avventura, Booker potrà agganciarsi ai numerosi appigli e alle rotaie sparse nei livelli aggiungendo una terza dimensione alle sparatorie, con tutta la profondità tattica che ne deriva.
Eccezionalmente Columbia
BioShock Infinite, in ogni caso, non è solo mero gameplay. Sicuramente l’aspetto più curato di tutto il gioco è il comparto artistico.
Columbia è uno spettacolo: completamente diversa da Rapture eppure così dannatamente uguale. La città nelle nuvole è l’esatto opposto della città negli abissi dell’oceano: se Rapture era in rovina, claustrofobica, caratterizzata da colori spenti e abitata da relitti dell’umanità, Columbia è invece scintillante, piena di vita e caratterizzata da grandi spazi aperti e rigogliosi giardini. Eppure entrambe sono folli, impregnate dall’utopia di una civiltà differente, utopie spesso opposte: se in Rapture si idolatrava l’uomo privo di catene, in Columbia quello stesso uomo è piegato al volere teocratico del profeta.

La statua del profeta sarà una delle prime cose che vedremo appena arrivati.
Come in Rapture, però, anche in Columbia vi è il dissenso: non tutti condividono la visione di Comstock e questo si ripercuote non solo nell’avventura di Booker ed Elizabeth ma anche, nelle fasi avanzate di gioco, negli scenari che andremo a visitare.
Il ciclo interrotto
BioShock Infinite è un titolo ambizioso, forse troppo.
Uno dei difetti di questo terzo capitolo della serie è, paradossalmente, l’essere proprio un BioShock. Dal lato del gameplay il primo BioShock era già una versione semplificata di System Shock 2, BioShock Infinite è invece una versione riveduta e corretta di BioShock: vengono aggiustati alcuni poteri, introducendo una modalità secondaria di utilizzo, ma di contro il loro numero viene ridotto drasticamente. L’intelligenza artificiale dei nemici invece è rimasta invariata: nella maggior parte dei casi ci attaccheranno a testa bassa senza nemmeno tentare un banalissimo approccio dal fianco. Come se non bastasse il team di sviluppo non ha nemmeno modificato le animazioni dei nemici, riciclandole da quelle dei ricombinanti di Rapture.

Non sarà un Big Daddy ma è pur sempre George Washington con una mitragliatrice gatling.
Certo, vi è l’introduzione di una terza dimensione negli scontri ma è trascurabile considerando che la difficoltà del gioco si è abbassata drasticamente: ogni due per tre Elizabeth ci fornirà kit medici e munizioni, e inoltre ci rianimerà sul posto in caso dovessimo cadere in azione (facendoci risparmiare anche il minimo backtracking presente in Rapture tra la camera della vita e il luogo dello scontro).
Ma il difetto più grande di BioShock Infinite è la sceneggiatura scopiazzata da svariate opere (in primis Fringe, che già non è che fosse questo gran capolavoro), senza tralasciare il fatto che, come detto all’inizio di questa recensione, perde diversi pezzi per strada. Gli sceneggiatori hanno puntato tutto su un finale ad effetto, sicuramente capace di emozionare il giocatore ma che ad un’analisi a freddo risulta totalmente campato per aria a causa degli innumerevoli buchi nella trama.
Concludendo, BioShock Infinite è uno shooter onesto che riesce ad intrattenere per una decina di ore anche grazie ad un’ambientazione affascinante e in alcuni frangenti mozzafiato, accompagnata da una colonna sonora più che ottima e ad un doppiaggio di livello (consiglio di giocarlo in lingua originale). Un peccato per le eccessive semplificazioni nel gameplay e per la sceneggiatura approssimativa, sarebbe potuto uscire un titolo di tutt’altra caratura.
Voto personale: 7/10
Petting Hero
(A cura di Wise Yuri)
Don Jon è una strana bestia. E parlo sia del film in sè, che del titolare protagonista, tale Jon Martello, che come ci narra lui stesso durante il film, ha dei punti fissi nella sua vita. Il suo appartamento, la sua macchina, la sua palestra, la sua chiesa, i suoi amici, le sue “amiche” e specialmente il suo porno. Ed è esilarante, in quanto non parliamo di uno sfigato a caso, ma di un tamarrone palestrato che si porta letto ogni notte una nuova, uno che rimorchia come un cammello, ma che nonostante ciò, continua a menarsi il pitone perchè gli dà qualcosa che il sesso non gli dà, e difende questo suo punto di vista con un fervore incredibile.
La svolta, per questo personaggio eroe dell’onanismo, viene quando Jon conosce questa ragazza che non sembra cedere subito al suo fascino, e si innamora. Sì, Jon si innamora – il che di per sè è esilarante -di questa ragazza amante di film romantici, che gli rivolta la vita, lo fa andare ad una scuola serale, facendogli fare una normale vita di coppia. Ma il fantasma dell’auto-erotismo è sempre in agguato, e non tutto è come sembra….
Questa è la premessa di Don Jon (titolo chiaro riferimento a Don Juan, ovvero Don Giovanni), che è una bizzarra commedia romantica, sì, una commedia romantica a base di masturbazione, ma non ciò toglie che il genere sia quello. Nonostante per lo più prevalga la parte comica, c’è un pò di dramma, un alone amaro nella trivialità del tutto. Per esempio, Jon ha una relazione burrascosa con la sua famiglia, specialmente il padre, da cui eredità una tendenza ad avere scatti di ira. Il personaggio stesso poi è interessante, un tizio strano, oltre al suo essere un misto tra il personaggio del palestrato donnaiolo, il don giovanni (per l’appunto) della situazione, e dello sfigato segaiolo penitente, ha tante piccoli riti suoi, è senz’altro particolare.
E questa sua dipendenza dal porno è tragicomica, perchè riflette quello che è un problema reale, e non si tratta solo di un modo per Jon di svuotarsi lo scroto (visto che di occasioni per far ciò ne ha parecchie ogni giorno), ma una sorta di glorificazione del porno, come un’ideale utopico del sesso. C’è anche spazio per un pizzico di satira ai film romantici (come il bacio al cinema in cui la visuale a sfottò fa un giro di 360 gradi attorno ai personaggi) ed all’ideale molto americano che felicità significhi necessariamente incontrare una, mettere “la testa a posto” e mettere su famiglia, senza se e senza ma.
Il finale poi è sorprendentemente profondo per la trivialità e il sordidume nel quale inizia il tutto, che termina con la realizzazione di un qualcosa di semplicissimo, ma sempre fondamentale, che spesso ci si dimentica. Ovviamente vi potrei dire in cosa consiste, ma che senso avrebbe consigliarvi il film, se prima spoilero e ve lo rovino? 😀 Il debutto alla regia di Joseph Gordon – Levitt (che recita nei panni del protagonista Jon Martello Jr.) è un’ottimo debutto, ed anche il resto del cast è più che degno, oltre allo stesso Joseph Gordon – Levitt, che ha un viso da tamarro faccia di culo perfetto per il ruolo, spicca Tony Danza nei panni del padre Jon Martello Sr., Julian Moore in quelli della “strana” Esther, e Scarlett Johansson nei panni della fidanzata di Jon, Barbara Sugarman.
Piuttosto, mi fa ridere come questo film abbia un divieto di visione per i minori di 14 anni, probabilmente più per il tema della pornografia e clip vari di porno, visto che il tono è molto triviale e cazzone a riguardo, mentre il recente The Canyons ha un tono amorale, misoginistico, e mostra tette e frankfurters come se piovesse…. ma nessun “V.M. 14 anni”. Forse mi sfugge qualcosa a me, ma personalmente credo che la censura italiana dei film facci come cazzo gli pare (tanto per rimanere in argomento).
Commento Finale
Don Jon è una bizzarra commedia romantica sulla ricerca dell’amore di un pornodipendente, ma anche una molto divertente, che gioca sull’assurdità del titolare protagonista, tamarrone donnaiolo ma che adora e celebra il porno, che incontra una ragazza molto romantica e l’impossibile avviene, cioè Jon si innamora. Nonostante la trivialità intrinseca del concetto, Don Jon ha un valore tragicomico non da poco, ed un messaggio di fondo più intelligente di quanto possiate pensare per un film in cui l’argomento principale è l’onanismo. Guardatelo, potreste rimanerne sorpresi.
Kick-Ass 2 – Part 3
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)
Con James Lizewski, padre di Dave in prigione, il ragazzo inizia a temere per la vita sua e quella del padre più che mai. Mother Fucker stesso riceve una chiamata dal capo della polizia, “lo zio Vic”, che lo avvisa che non potranno più chiudere un occhio sulle sue malefatte, visto che ha esagerato (e cavoli, se ha esagerato, ricordate lo scorso numero?). Mother Fucker se ne frega delle minacce e assolda dei criminali in prigione per pestare e impiccare il padre di Dave. Dave, che su consiglio del padre era dal suo amico Marty, riceve la notizia tramite un’immagine via cellulare del padre impiccato.

Dave visita il padre James in carcere. Una scena commuovente.
A Dave crolla il mondo. Al funarale di James Lizewski partecipa anche la Justice Forever, senza costume in quanto la polizia ha dichiarato che chiunque avrebbe indossato ancora un costume sarebbe stato trattato da fuorilegge. Anche Mindy è lì, e Dave coglie l’occasione di dichiarare che si sarebbe ritirato dalla scena, andando in Conneticut dagli zii.
Le tragedie però non sono terminate. Mentre il funerale termina, arrivano degli scagnozzi di Mother Fucker che prima sparano sulla folla con dei mitra e poi fanno esplodere diverse tombe del cimitero con degli esplosivi. Nel caos che ne segue, viene rapito Dave e portato via su un furgone. Gli scagnozzi di Mother Fucker lo forzano a indossare il costume di Kick Ass e lo portano verso un rifugio segreto. Ma non hanno fatto i conti con Mindy. Nel caos, infatti, la ragazza ha rubato la pistola a Marcus e si è buttata sul van degli uomini di Mother Fucker. Con un’azione pirotecnica, uccide tutti i malfattori sul mezzo e con Kick-Ass arriva alla base di Mother Fucker. Ci vuole poco per motivare Dave ad un’azione di vendetta, ed i due fanno strage di uomini nel rifugio di Chris Genovese, scoprendo quali sono i suoi piani. Il ragazzo ha intenzione di trasformare Times Square in una scena di guerriglia urbana, per prendere il controllo della città. Mindy avvisa Marcus del piano del megalomane mafioso, poi si arma fino ai denti con Kick-Ass per affrontare le loro nemesi una volta per tutte.
Le cose non vanno però tutte come pensate. Per liberarsi del pesante pattugliamento di poliziotti a Times Square, Madre Russia fa esplodere cariche in tutta la città per disperdere le forze dell’ordine. E solo allora Mother Fucker, Madre Russia e tutta la banda escono allo scoperto e uccidono chiunque sia alla loro portata…almeno finchè non arrivano in piazza Kick-Ass e Hit Girl, che al grido di “Vendicatori Uniti, Cazzo!” sfidano il mafioso. E gli eroi di NYC sono con loro!

Mother Fucker e Madre Russia fanno davvero sul serio in questo numero.
Albo davvero pirotecnico! La morte di James Lizewski aumenta ulteriormente la posta in gioco (come se fosse necessaria!) e nonostante la bella (ma triste) scena della presa di coscienza di Dave alla morte del padre, l’ingresso in scena di Hit Girl cambia tutto e l’albo diventa incandescente. I disegni sono sanguinosissimi e siamo di fronte ad una vera e propria strage di morti, sia ai funerali, che nella scena del furgone in fuga con Kick Ass che viene salvato da Hit Girl, che nelle scene finali a Times Square.
In tutto questo è davvero terribile Mother Fucker, e forse ancora di più Madre Russia, che adesso davvero si meritano la fine peggiore.
Voto Personale: 8,5/10
The Biggest Fish In The… Sea Is Me!
(A cura di Wise Yuri)
Giocatori: 1
Piattaforme: XBLA, PC, X-Box 360 *
* Parte delle collection su disco Popcap Hits! e il disco incluso nel bundle Xbox Arcade per i vecchi modelli di 360.
Tempo di un altro titolo PopCap, in questo caso uno dei primi in assoluto, quando ancora non erano famosi per Peggle o Plants Vs Zombies. Feeding Frenzy é proprio quello che promette, di frenesia alimentare ce n’è eccome, visto che in fondo al mar la prima regola (oltre a non parlare del mare con nessuno) é mangiare, o venire mangiati da qualcos’altro.
Il gameplay é molto semplice, molto arcade, quasi da Atari, vista la grande facilità strutturale e d’approccio, e l’enfasi sull’high score. L’obiettivo di gioco é quello di mangiare altri pesci per crescere e così poterne mangiare di più grossi, che altrimenti farebbero di voi un grazioso spuntino. In ogni livello iniziate dal basso, dai pesci più piccoli, e più mangiate, più la barra della Crescita sale, ed ogni volta che riempite un segmento della barra crescete, potendo mangiare i pesci che prima erano mostrati in grigio in alto dello schermo. E se perdete una vita no problem, tornate in gioco mantenendo il livello di crescita raggiunto (attenzione però a finire le vite, avete solo 3 continua, ma é un problema se giocate per l’high score, altrimenti non preoccupatevi se finite le vite ed i continua, dopo il game over potete benissimo continuare dall’ultimo livello giocato.
E sebbene la formula risulti un pò ripetitiva, visto che da inizio a fine fate pressapoco le stesse cose, il gioco offre una discreta varietà e cerca di alzare sempre la posta in gioco, per non risultare mai stantio. E tra diversi stage bonus, nuove varietà di nemici od ostacoli (come mine o meduse), anche dei power-up, farvi cambiare il pesce in vostro controllo con altri dalla velocità e scatto leggermente diversi, il gioco ci riesce, anche se non in pieno.
Parlando di contenuto, Feeding Frenzy offre una modalità avventura con un totale di 40 livelli, ed una a punteggio, che in generale é puro riempitivo, ma qui ha più senso (vista la natura Atariesca e d i diversi modi di ottenere bonus e punti extra), se siete amanti del punteggione e del record vi potete divertire non poco con la modalità Attacco ai Punti. Ci sono anche una manciata di obiettivi, ma a parte quelli legati alla storia ed al punteggio, si tratta per lo più di fuffa cumulativa (“mangia un tot di squali”, etc.). Il prezzo sul Marketplace X-Box 360 è meno di 5 euro, adeguato per l’offerta.
Il titolo era uno dei primi per X-Box Live Arcade, del “lontano” 2006 (o 2004, considerando che era un titolo disponibile anche per il vecchio X-Box Live, per la prima X-Box intendo), e si nota a livello tecnico, é tutto molto colorato, allegro, ma i pesci e gli ambienti (per lo più statici, gli ambienti, non i pesci) hanno un aspetto cheap (non sono stile cartoon) sembrano pesci di plastica, é una produzione relativamente low budget, ma almeno i pesci potevano godere di un modello poligonale migliore, il resto non é esaltante ma passabile, soprattutto considerando che è un titolo -in pratica – del 2004. A livello di sonoro nulla di speciale, ma competente, effetti sonori cartoon molto appropriati, e musichette simpatiche. Ah, c’è anche una storia, circa, pressapoco, ovvero che c’è un re degli squali, non vi piace, e quindi detronarlo sembra un buon modo di passare il tempo, e garantivi la sopravvivenza salendo in cime alla catena alimentare subacquea. Nel caso volevaste un contesto al tutto. 😀
Commento Finale
Dagli abissi della allora nuova PopCap (nota come Oberon Games) esce un titolo che, come gran parte dei titoli della software house, riesce a riprendere lo stile dei vecchi giochi arcade ed ad aggiornarlo agli standard moderni, anche se siamo lontani dai loro futuri e stupendi Peggle e Plants Vs Zombies, manchi la scintilla che ha reso questi grandi (e un paio di modalità in più non avrebbero fatto male) ed un appeal che duri a lungo, ma ciò non compromette la godibilità di Feeding Frenzy, specialmente se amate uno stile arcade/Atari, ed al prezzo attuale sul Marketplace. Sebbene alla lunga dimenticabile, un titolo meritevole di un’occhiata se vi è piaciuto un qualsiasi gioco PopCap (consiglio di provare la demo gratuita prima), potrebbe stimolare la vostra frenesia! 🙂
—
E per questa settimana è tutto! Settimana prossima finiamo con i fumetti su Kick-Ass e per il resto, fatevi sorprendere! =)
A presto! =)
20 luglio 2014 alle 13:39
[…] Shipwreck Showdown, il seguito dell’originale Feeding Frenzy (recensito dal sottoscritto nel numero 130 del settimanale), sempre sviluppato da Popcap e Sprout Games. Perchè la frenesia è infinita, […]