Grind Cafè #9

Nightmare before christmas saint nick

Altro natale, altro numero del Grind Cafè (stavolta con film del recente passato e che potreste conoscere anche voi) perchè non pensiate di poter arrivare al 24 senza che io recensisca filmacci (ed alcune perle) con babbi natali assassini, bastoncini di zucchero usati come lance, diavoli, o remake di un piccolo classico dell’horror natalizio che hanno pochissimo in comune con l’originale. Perchè, poche balle, nulla dice Natale come una morte via ghirlanda!

Ho ho ho ho a tutti, e buon grindhouse natale! 😀

Tema: Jingle Hells.

santa's slay

Anno: 2005

Titoli Alternativi: Nessuno

Nazione: Stati Uniti

Durata: 1 ora e 14 minuti

Regia: David Steiman

Ritorniamo anche quest’anno nel territorio dei babbi natali pagani, di quelli delle vecchie leggende norrene, che non erano bravi omaccioni sponsorizzanti la Coca-cola e distribuenti regali ai bimbi bravi del mondo, ma figure folkloristiche spesso associate con il diablo. Ma niente doppiaggio finlandese stavolta, in quanto Santa’s Slay è un filmaccio americano del 2005, con protagonista Bill Goldberg (ex-wrestler della vecchia WCW ed anche della WWE, che recitò in altri film, e questo fu l’ultimo), pellicola che per il mio (e presumo vostro) piacere finisce meritatamente nella categoria del “so bad it’s good”, e già dalla premessa si può capire perchè. Visto doppiato in italiano, il che di per sè è una sorpresa natalizia davvero, di solito non vengono doppiate ste cagate! 😀

santa's slay bill "santa" goldberg

Babbo Natale è in realtà un demone figlio di Satana (perchè Santa è anagramma di Satan, ovvio), che perde una scommessa a curling con un angelo (sotto spoglie umane), ed è condannato a spendere 1000 anni a regalare gioia e doni ai bambini, a leggere le loro lettere, a fare quello che oggi ci aspettiamo da Babbo Natale. Ma allo scadere dei 1000 anni “Babbo” – ovvero per l’allora attuale natale 2005 –  è libero e può tornare a fare quello che gli piace di più, ovvero una carneficina nella città di Hell (subdolo nome per una cittadina), grazie alla sua slitta ed al suo bisone dal naso rosso (credo sia un bisone).

Per un film con un babbo natale assassino, è quasi incredibile che si siano dati pena a creare una trama che dia motivo ad un tizio in cappotta rossa e bianca di uccidere gente a caso (in questo sub-sub genere non è propriamente dovuta una trama), ed il regista ha avuto il buon gusto (per così dire) di non annoiare lo spettatore facendogli aspettare un sacco prima di dargli quello che vuole, perchè la scena iniziale vede un Babbo Natale finalmente libero dalla maledizione che entra dal camino in una casa, ed uccide i commensali dimostrando una certa creatività, usando una stella di natale a mò di shuriken ed anche una coscia di tacchino come arma. 😀  Un’altra cosa a favore del film è che invece di prendersi anche vagamente sul serio, è una commedia nera horror/splatter, ed il tono permette al film di essere, nonostante la sua innegabile bruttezza, o meglio grazie alla sua innegabile bruttezza, un’esilarante trashata che mantiene la vostra attenzione dall’inizio alla fine.

santa's slay stopmotion galore

Se già non bastasse un babbo natale con questa physique da nerboruto buttafuori (od appunto, wrestler), abbiamo dialoghi ridicoli, gore con toni comici (molto slapstick) ed uccisioni devo ammettere creative, per quanto ridicole, un flashback raccontato tutto in stop-motion con modellini, ed effetti speciali digitali di un brutto incredibile (che non descrivo perchè vanno visti di persona). Se non fosse stato per una decina (circa, non mi sono messo a contarli) di capezzoli femminili a vista, questo poteva essere benissimo essere un film horror/commedia per tv (nel senso, non fatto uscire al cinema ma direttamente in tv), anche perchè il gore non è molto truculento o morbosamente dettagliato, ma immagino due/tre paia di tette a schermo (ed un uccisione con menorà) bastarono a relegarlo al mercato home video.

Oh già, oltre al Babbo Nasale non robotico di turno, abbiamo come protagonista il teenager Nicholas Yuleson, che vive con il suo pazzo nonno, inventore svitato e profondo odiatore del Natale. E la sua ragazza Mary, con la quale (sorpresa) devono cercare un modo di scappare da “Hell Santa” ed infine di sconfiggerlo. Le recitazioni sono mediocri, ma simpatiche ed adatte al tipo di film che Santa’s Slay è. Tra i personaggi degni di nota abbiamo un indiano muto che parla usando un microfono sulle sue corde vocali, ed il pastore della chiesa locale, che di nascosto va per strip club e nel doppiaggio italiano ha la voce del doppiatore di Peter Griffin, per il quale non si tratterebbe della prima chiesa di cui è stato a capo. XD Ed una vecchietta orribile che come da tradizione viene accoppata nei primi 10 minuti di film. 😀

neanche il vostro presepe   è al sicuro da Bill Goldberg!

Neanche il vostro presepe è al sicuro da Bill Goldberg!

Cos’altro dire, è ridicolo da morire, non è troppo lungo (non si arriva manco all’ora e mezza, ed è meglio così per il tipo di film), gli effetti speciali sono da pisciarsi addosso dal ridere, Bill Goldberg è divertentissimo a schermo, nulla ha uno strafottutissimo senso, ma chi se ne frega, Santa’s Slay non si fa domande di sicuro,ed è esilarante per suddetto caos e non-sense. Radunate alcuni amici, preparatevi un pò di eggnog, ed avrete un’esilarante serata per amanti dei film trash (specialmente horror), perchè nulla è più simbolico di Yule/Natale/altre feste religiose di un ex-wrestler con cappotto e barba da Zio Nicola!

black christmas 2006

Anno: 2006

Titolo Originale: Black Christmas

Titoli Alternativi:

Un Natale Rosso Sangue – Black Christmas, Black X-Mas, Gritos en la oscuridad

Nazione: Canada/Stati Uniti

Durata: 1 ora e  15 minuti (versione uncut)

1 ora e 10 minuti (versione tagliata)

Regia: Glen Morgan

Siccome l’anno scorso abbiamo parlato del piccolo classico horror/slasher natalizio (il primo in assoluto e che lanciò il sottogenere degli slasher a tema festivo) di Bob Clark, Black Christmas del 1974, oggi prendiamo in esame il remake del 2006 ad opera del creatore e regista della serie Final Destination. …. Non andatevene, diamogli una chance, è pur sempre Natale! :3

A dir la verità ho spesso sentito parlare di questo remake, ma non pare essere un film molto popolare da recensire (molti, recensendo l’originale, parlano del remake ma dicono di non averlo mai visto), per qualsiasi motivo. Ma con tutta la schifezza che ho recensito e recensirò qui, non mi tiro certamente indietro! Premetto che quella che ho visto è la versione uncut (o almeno, giudicando da quanto ho scoperto googlando, dovrebbe essere la versione uncut, non ne sono sicurissimo), con 5 minuti extra di film, ma non so esattamente cosa sia stato tagliato nella versione per i cinema (se questo film è uscito al cinema in italia).

Purtroppo fin dalla scena iniziale si nota che ci troviamo di fronte ad un film horror dal taglio diverso da quello dell’originale, ed onestamente mi piacerebbe poter parlare di questa differenza come un punto a favore di questo Black Christmas, perchè di un remake superfluo come quello di Psycho (identico fotogramma per fotogramma all’originale, senza esagerazione) non credo ne voglia parlare più nessuno, ma ultimamente, per quanto concerne questo remake, l’originale aveva sì qualcosa che valeva la pena copiare, vista la sua unicità, ovvero il killer misterioso. Nell’originale non era mai rivelato (neanche alla fine) chi era l’assassino, e la pellicola aveva un gusto del macabro squisito, per così dire.

black christmas 2006 screenshot

A dir la verità il difetto più grosso del film (almeno su questo ambito) è che un remake… a conti fatti ha poco a che vedere con il film del 1974 di Bob Clark. Sì, c’è un assassino psicopatico che uccide le ragazze di una sorellanza universitaria e si muove nell’attico della loro casa, c’è la grottesca immagine della faccia di una vittima avvolta nel sacchetto della spazzatura, la sedia a dondolo, le chiamate al telefono “maligne”, ma la storia del killer è molto diversa (anzi, qui il killer ha una storia, con tanto di flashback, ed è fatto vedere quasi subito), i personaggi sono a conti fatti diversi (da notare però un’attrice truccata per somigliare al personaggio di Margot Kidder dell’originale), insomma ci sono dei rimandi all’originale, ma così pochi che questo film poteva benissimo evitare di chiamarsi Black Christmas. Ovviamente volevano farsi notare con un titolo che implicasse legami con il film di Bob Clark (che ho un pò bistrattato nello scorso numero natalizio, ma col tempo e con la visione del remake ho imparato ad apprezzarlo di più e riconoscerne i meriti), e quindi portare più gente a vederlo, ma la pratica gli si è ritorta contro, visto il modesto introito al botteghino e la critica che lo ha polverizzato.

Detto ciò, non voglio dire che sia meglio un remake troppo fedele all’originale (il film ha il problema opposto), e dopo averlo massacrato/confrontato con l’originale, visto anche quanto poco condivide con questo, voglio giudicare l’opera di Glen Morgan come un film a sè, ignorando che dovrebbe essere un remake di Black Christmas, ogni film (o quasi) si merita una chance, che sia Natale o meno.

No, questo NON è un prequel di Sin City.

No, questo NON è un prequel di Sin City.

Preso per quello che è, il film è un normale slasher/splatter, c’è uno psicopatico che la vigilia di natale scappa di prigione e torna alla sua vecchia casa, uccidendo senza un vero motivo chiunque, decimando via via un cast composto di stupide ragazze (a questo riguardo almeno qui sembrano ragazze giovani, mentre nell’originale c’era la vecchia tradizione horror del tempo, ovvero teenager e giovani interpretati da 40enni) ed altri personaggi che cadono vittime dell’assassino, ritrovandosi bloccati in luogo isolato ed con il killer che le osserva per poi ucciderle. …. Sì,solita roba del genere, tipico slasher.

Mediocre, con una  regia per lo più dozzinale e con delle transizioni molto goffe (divertenti, non intenzionalmente però, specialmente il font che usano per le date dei flashback), l’unica cosa che spicca sono i retroscena di Billy (che appare dovunque, mi sorprende non sia capace di teletrasportarsi, visto quanti cavolo di spazi ha per muoversi e sbirciare), un gore con alcune uccisioni belle violente e momenti molto malati (occhi strappati che è un piacere, peccato che a volte facciano i barboni e tirino secchi di sangue su finestre), che fanno guadagnare qualche punto al film, va ammesso, ed il climax non è affatto male (il finale invece è la solita robaccia che vi potete aspettare, ma poteva essere peggio). E per quello che vale, non ci sono grossi buchi nella sceneggiatura, tutto o quasi torna.

black christmas 2006 oh hai

Quindi, nel complesso, il remake di Black Christmas è ok, uno slasher come tanti altri, solo a tema natalizie e con delle punte di gore davvero estreme e disgustose. A parte il genere, ed alcuni rimandi ed elementi presenti anche qui, ha veramente pochissimo a spartire con l’originale del 1974 di Bob Clark, che continua ad avere una sua importanza storica e fascino che non moltissimi film hanno ricopiato (anche se poi è servito come “larga ispirazione” per Halloween, questo sì stracopiato ed imitato anche dal cane del vicino). É un film diverso sia a livello di stile e forma che a livello di personaggi e storia, e forse sarebbe stato apprezzato un filino di più con un titolo diverso da Black Christmas (che inevitabilmente lo mette a confronto con il film del 1974, e giusto per confermare ciò, entrambi uscirono nelle sale americane il 25 dicembre), perchè al confronto questo remake guadagna in gore ma perde la classe dell’originale, che esce vittorioso dalla pugna “originale vs remake”. Non è neanche lunghissimo, quindi se siete curiosi e dell’umore per uno slasher natalizio, può andare. Consiglio però prima di guardare l’originale Black Christmas, poi eventualmente questo.

bob clark leglamp rip bob

Detto ciò, buon natale ed anticipato buon’anno nuovo dal Grind Cafè, ci rivedremo tra qualche mese. 😀

Buone grindhouse  feste a tutti!

Una Risposta to “Grind Cafè #9”

  1. GRIND CAFE R #7: Black Christmas (2006) | Wise Cafè Says:

    […] REWRITE TOTALE (vecchia recensione) […]


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