Ritornati con decisione al normale ritmo, siamo decisi ad andare oltre, a crescere e sorprendervi….ma con calma. 😀 Vedrete alcune sorprese nel tempo, e rinnovo l’invito a commentare i vari articoli, per politica e (varie leggi fisico/quantistiche) non possiamo mozzicarvi se lo fate. Vogliamo sapere cosa ne pensate. 😉
Detto ciò, è “solo” un’altro numero, un insalatone misto di ninja compatti & cubici, il duo gallico ormai presenza costante sul nostro settimanale, Mulder e Scully, ed il remake di un titolo sconosciuto dai creatori di Max Payne. Good read everybody!
X-Files – Season One
(A cura di Celebandùne Gwathelen)
Una delle prime serie TV che mi hanno mai interessato e che ho visto avidamente (ma disorganizzatamente) da piccolo e che di recente ho avuto interesse da rivedere è proprio questa di cui parlerò (per intero, e non sarà facile!) quest’oggi. Cercherò di non entrare troppo nelle trame di ogni puntata, dandone magari solo un incipit e un voto personale tra parentesi, ma vi parlerò di ciascuno dei ventiquattro episodi e poi darò un parere generale sulla prima stagione di una delle serie tv più famose di tutti i tempi.
- Pilot: Nella prima puntata vengono introdotti i personaggi principali della serie, per prima Dana Scully, agente dell’FBI due anni, con forti basi scientifiche. Scully viene contattata dai capi dell’FBI a sorvegliare Fox Moulder, eccellente criminologo e psicoanalista che negli ultimi anni si è concentrato in maniera maniacale sugli X-Files, i cosìddetti casi irrisolti. Scully dovrebbe fare rapporto su queste investigazioni per determinare se ha senso che questi continuino a venire “stipendiati” o meno.
Il caso sul quale sta lavorando Moulder al momento coinvolge dei ragazzi nell’Oregon, trovati morti in circostanze misteriose con unici segni sul corpo delle piccole pustole con un contenuto chimico sconosciuto. Una volta che Fox e Dana volano sul luogo, inizia una vicenda che coinvolge salti nel tempo, cadaveri riesumati xenomorfi, oggetti metallici trovati nelle cavità nasali dei suddetti cadaveri e incendi “casuali” che distruggono le prove raccolte dai due. La soluzione del caso è “particolare”, ma una prova sopravvissuta fa si che gli X-Files rimangano aperti… [8/10] - Deep Throat: A inizio episodio Moulder si interessa della scomparsa di un colonnello militare segnalato dalla moglie dello stesso. Quando il giovane degli X-Files si interessa del caso, viene avvicinato da un uomo in smoking che gli consiglia di desistere. Mouler ignora il consiglio e con Scully viaggia verso la Ellens Air Force Base nell’Idaho. Lì iniziano a scoprire fenomeni strani che si concentrano su una vecchia pista che vorrebbe la Ellens Air Force Base come una delle sei basi militari a cui vennero mandati pezzi del relitto atterrato a Roswell quasi cinquanta anni prima. Tra aerei sperimentali e luci nel cielo, Scully e Moulder si trovano a un passo dal finire in seri guai e vengono anche avvicinati da alcuni “Men in Black”…. [8.5/10]
La serie non va per il sottile: già molto presto il tema alieno è di fondamentale importanza per delineare il carattere di Fox moulder e delle puntate principali.
- Squeeze: In questa puntata viene messa a dura prova la lealtà di Scully, che si trova a collaborare su un caso con un vecchio collega dell’accademia, Tom Colton. A quanto pare però le strane morti su cui Colton sta investigando non sono di tipologia “tradizionale”, e presto si scopre che l’assassino, entrato nelle case di ormai tre vittime – a cui strappa il fegato a mani nude – senza lasciare segni di ingresso o uscita, non è un “comune” maniaco. Moulder riesce addirittura a ritracciare assassini simili fino al 1933, che lascia la domanda aperta se questo nuovo assassino sia un copione…o forse la stessa persona… [7/10]
- Conduit: In questo episodio torna, almeno in parte, il tema degli alieni. Una ragazza di nome Ruby viene a mancare vicino al Lago Okobogee, e Moulder investiga la faccenda. Presto gli intrighi si scoprono più complicati di quello che inizialmente sembravano, con tratti soap opera, un biker morto sparato nella schiena e un ragazzo che riesce a decodificare in 0 e 1 i signali della TV fino a ricostruire immagini e suoni da queste frequenze casuali… [7.5/10]
- The Jersey Devil: In questa puntata andiamo a finire, come il titolo stesso accenna, in New Jersey, dove gira la leggenda del Diavolo del New Jersey. Viene trovato, poco fuori la città di Atlantic City, il corpo di un barbone a cui manca un braccio ed una spalla, apparentemente strappata da morsi umani. Moulder, ovviamente, si interessa alla vicenda e viaggia con Scully fino ad Atlantic City per capire cosa succede. Quando la polizia locale bruscamente li caccia, Scully torna a Washington per passare tempo con la famiglia, mentre Moulder continua ad investigare, arrivando a pensare che il “Diavolo del New Jersey” potrebbe essere semplicemente un umano che vive allo stato brado nelle foreste poco fuori la città. Con l’aiuto di una tornata Scully e di un antropologo, l’agente vuole fermare questo umano, che lui pensa ormai sia una donna, per studiarlo. La polizia locale, invece, vuole semplicemente far fuori “il mostro assassino”… [7/10]
- Shadows: Intorno alla giovane Lauren Kyte iniziano ad accumularsi omicidi di strana natura. Quando Fox Moulder e Dana Scully vengono invitati a dare il loro parere su due cadaveri ritrovati Philadelphia, con il collo spezzato ma senza segno di violenza, il duo viene stuzzicato e Fox inizia ad indagare. Presto il giovane detective scopre presenze paranormali attorno la giovane donna, che a quanto pare sta ancora molto in lutto per il suo ex-capo, morto suicida qualche settimana fa. Moulder e Scully scopriranno che qualcuno ha ancora un conto in sospeso col mondo dei vivi, e sta proteggendo Lauren da alcune persone al loro posto di lavoro… [8/10]
- The Ghost in the Machine: Quando un amico di Fox Moulder gli chiede una mano, il detective dell’FBI non sa ancora che presto avrò a che fare con un computer dotato di una intelligenza artificiale fuori dal comune. Tra profili psicologici rubati, un genio del computer placcato dal ministro della difesa e l’incredulità generale di tutti quelli che non credono in una macchina pensate, Moulder ha una bella matassa da sbrogliare. [6/10]
- Ice: Quando un team di ricercatori stazionato nel circolo polare artico scompare, Fox e Dana vengono mandati a investigare la faccenda. Presto scoprono che i ricercatori si sono tutti uccisi a vicenda, e che probabilmente una strana creatura monocellulare che scoprono nel ghiaccio ne è stata la causa. Moulder si trova con l’interesse destato quando scopre che i ricercatori hanno estratto il ghiaccio da un cratere di meteorite sommerso da 250000 anni di ghiaccio. La creatura è di origine aliena, secondo il detective dell’FBI. I problemi iniziano, quando il pilota che li ha portati lì, viene infettato e dopo il tentativo di salvarlo, muore… [8/10]
In “Ice” la situazione si fa presto davvero incandescente. Uno dei migliori episodi della prima serie.
- Space: Puntata un pochino strana, con al centro della vicenda in parte l’immagine della Faccia su Marte e in parte un essere dello spazio che pare aver invaso il corpo di un colonnello della NASA di nome Belt. Fox (che venera Belt come un eroe d’infanzia) e Dana devono però investigare su un nuovo lancio della NASA quando Michelle Generoo teme che il prossimo lancio venga sabotato da qualcuno, ma non riesce a spiegarsi come una persona sola o pochi individui possano riuscire nell’impresa. Fox e Dana devono cercare, ancora una volta, di spiegare l’inspiegabile, e poco a poco riescono a capire che il Colonnello Belt non è proprio se stesso… [6.5/10]
- Fallen Angel: Quando un UFO precipita nel Wisconsin, vicino Townsend, Moulder viene avvertito da Deep Throat dell’avvenimento. Fox ha poche ore per documentare l’avvenimento, ma viene catturato dal militare e le sue foto distrutte. Viene imprigionato con un suo fan e ammiratore, Max. Il mattino dopo Scully viene a liberarlo. Fox però non si rassegna e continua a investigare sulla faccenda, mentre il militare continua a inseguire una creatura all’apparenza invisibilie che riesce con raggi ionici a bruciare i soldati del colonello. La vicenda, stranamente, tornerà a fare uso di Max in maniera abbastanza inaspettata. [7.5/10]
- Eve: Quando un uomo di Greenwich viene ucciso, e poco dopo la sua figlia, che ha parlato di “luci rosse” e “uomini venuti dal cielo”, viene rapita poco dopo, Moulder crede di essere davanti ad un altro caso di rapimento di alieni. E’ solo quando un altro uomo viene ucciso a distanza di tre zone temporali e la sua figlia ha una incredibile somiglianza con la giovane rapita, che il duo di agenti dell’FBI si trova davanti ad un caso che di “alieno” ha ben poco, anche se al centro di tutto ci sta un caso Top Secret degli anni ’60 chiamato “Lichfield Experiment”. Il caso è tutt’altro che di facile risoluzione. [9/10]
Le due gemelle di “Eve” sono davvero un enigma per Fox e Dana.
- Fire: Moulder viene confrontato con una sua vecchia fiamma, l’agente inglese della Metropolitan Police Phoebe Green, che è venuta negli States per proteggere Sir Malcom Marsden. Green sta indagando su una serie di omicidi/suicidi legati tutti alla combustione spontanea, o a qualcosa di simile a questo, e quando va negli States ovviamente pensa subito di tornare dal suo amante, Fox Moulder. A parte i momenti da triangolo amoroso, la puntata diventa bollente per ben altri motivi… [7.5/10]
- Beyond the Sea: Quando muore il padre di Scully, lei ne ha una visione prima di ricevere una chiamata dalla madre per venire a sapere del triste avvenimento. Scully è emotivamente scossa. Moulder sta indagando su un caso di due teenager scomparsi rapiti in un pattern simile a quello avvenuto un anno prima. Un prigioniero condannato a morte, Luther Lee Boggs, fa sapere a Moulder che ha informazioni sul caso, e che lo aiuterà se in cambio la sua pena di morte verrà cambiata. Nonostante Moulder sa delle affermazioni di Boggs di essere uno psichico in contatto coi morti, questa volta sarà lui a rifiutare l’offerta, e Scully ad accettarla… [8.5/10]
- Gender Bender: Moulder e Scully sono chiamati a investigare su una serie di omicidi particolarmente strana, in cui vittime muoiono di arresto cardiaco dopo aver consumato sesso con qualcuno. Ulteriore particolare della serie di omicidi è che nonostante camere di sicurezza, l’assassino non è mai visto uscire dal luogo dell’omicidio, ma al suo posto invece ne esce un personaggio di sesso diverso. Moulder scopre su un cadavere del talco bianco presente solo nella regione di un gruppo di recluso della società in stile Amish chiamata Fratellanza. Possono le due cose avere a che fare…? [6.5/10]
- Lazarus: Scully e un suo collega di vecchia data Jack Willis sono in banca perchè una soffiata ha loro avvisato che una coppia criminale (Warren Dupre e Lula Phillips), ricercati da Willis da decenni, sta per rapinare lì. Quando Warren Dupre entra nella banca (Lula lo aspetta fuori con la macchina pronta a partire), Scully e Willis lo circondano, ma Warren spara Willis e poi viene sparato da Scully. I tre fuggono in ospedale, Dupre viene lasciato morire mentre lo staff tenta il tutto per tutto con Willis, finchè questo non torna tra i vivi dopo 15 minuti di “morte”. Ma, senza che nessuno lo vede, gli elettroshock fanno muovere anche il corpo di Dupre, e quando Willis torna tra i vivi, si comprorta in maniera molto anomala… [7/10]
- Young at Heart: Moulder riceve minacce dal protagonista di un suo vecchio caso, anzi, uno dei primi della sua carriera nell’FBI. La cosa particolare, però, è che John Barnett, l’uomo che sta minacciando Moulder, è stato dichiarato morto in carcere cinque anni fa. Il mistero si infittisce quando si viene a sapere che il dottore che fece la sua autopsia, era affascinato da ricerche filo-naziste che avevano come scopo far ringiovanire il corpo degli umani con sperimentazioni genetiche… [8/10]
- E.B.E.: Un UFO viene abbattuto in Iran. Moulder, tramite Gola Profonda, ne viene a sapere e cerca in tutti i modi di recuperare in qualche modo qualche prova dell’esistenza di extra terrestri, ma diverse entità governative sembrano non voler permettere all’agente dell’FBI questa sua ricerca, e il tradimento viene all’improvviso da una persona da cui Moulder meno se lo aspetta… [8/10]
Moulder introduce a Scully i Lone Gunmen.
- Miracle Man: Samuel Hartley è un miracoloso guaritore: dopo che nel 1983 ha fatto tornare dai morti un uomo bruciato in un incendio, suo padre adottivo ogni settimana organizza una messa in cui Samuel guarisce persone. Finchè, per la prima volta, una persona che lui guarisce non finisce morta in ospedale. Moulder e Scully vengono chiamati a investigare, anche se Samuel immediatamente vuole consegnarsi alla polizia. Fox intuisce che c’è qualcosa di più cupo sotto… [8/10]
- Shapes: Nel Montana, in una riserva amerindiana, avvengono a cadenza regolare di circa 8 anni degli strani omicidi. Questi includono corpi totalmente sbranati, uomini attaccati da gigantesce belve feroci e, nei rari casi in cui una di queste belve viene sparata, alla fine sembra che siano umani a morire, ma umani con strane fattezze. Moulder è sicuro si tratti di un fenomeno di licantropia… [7/10]
- Darkness Falls: Quando nella foresta scompare un gruppo di falegnami, proprio in un punto dove diversi secoli fa ne scomparve un primo, Moulder si incuriosisce e propone a Scully un’allegra gita di montagna. Presto, questa diventa una lotta per la sopravvivenza, quando si scopre una che una strana specie di insetti uccide gli umani succhiandone i liquidi corporei. Moulder, in quella situazione, fa una serie di scelte fatali che potrebbero costare al duo la vita.. [8/10]
- Tooms: Torniamo sugli avvenimenti di Squeeze; Tooms, imprigionato per gli assassini di diverse persone nel corso dell’ultimo secolo, viene lasciato in libertà vigilata per insostenibilità delle prove fornite da Moulder in corte. Scully, nel frattempo, incontra il nuovo direttore di una parte dell’FBI, tale Skinner, che le chiederà di rendere le indagini più ortodosse e meno fuori dalle regole. Moulder, proprio per queste pressioni, ha difficoltà nel rimanere osservate su Tooms, che quindi rimane a piede libero per Maryland… [7.5/10]
Tooms è l’unico antagonista ricorrente in questa prima stagione, tolto il tema alieno ovviamente, ed i personaggi ad esso connessi.
- Born Again: Quando la giovane Mishelle Bishop viene trovata sola e abbandonata in un vicolo davanti la stazione di polizia di Buffalo, New York, due agenti si prendono cura di lei, cercando di capire cosa possa essere accaduta alla bambina di nove anni. Quando la ragazza viene lasciata solda con l’agente della polizia Rudolph Barbala, questo in poco tempo si trova al piano terra, caduto attraverso la finestra. Moulder e Scully vengono chiamati a investigare, e la faccenda si fa seria quando Michelle dice che nella stanza c’era all’improvviso una terza persona che, a dire della ragazza, abbia compiuto l’atroce atto. Quando si fa descrivere dalla giovane l’uomo, scopre che costui è un agente della polizia morto quasi dieci anni fa, apparentemente dalla triade. Ma le faccende si complicano quando Michelle viene trovata nuovamente non lontano da un tragico incidente che costa la vita a Leon Felder. Anche quest’uomo, infatti, conosceva in vita Charlie Morris, la persona descritta da Michelle… [8/10]
- Roland: In questa puntata siamo in un laboratorio di ricerca su nuovi sistemi di propulsione, nel quale un inserviente di nome Roland, apparentemente ritardato mentale, uccide un professore durante il lavoro e in seguito si mette a lavorare sul progetto che dovrebbe far volare (con tecnologia aliena) aerei militar oltre 15 volte la velocità del suono. Moulder e Scully iniziano ad investigare, e Fox ovviamente fin da subito pensa che qualcosa con Roland non sia del tutto normale. Solo quando però iniziano a venire alla luce similitudini tra Roland ed un Professore che ha lavorato in quel laboratorio fino alla sue morte nove mesi prima, i due agenti dell’FBI scoprono la vera identità dell’inserviente… [7.5/10]
- The Erlenmeyer Flask: La puntata della stagione parte con un inseguimenti della polizia: quando la persona fa fuori senza problemi diversi poliziotti e sopravvive colpi di pistola come se nulla fosse, Gola Profonda avvisa Fox Moulder che il caso è un X-File. Moulder però inizia a mettere in dubbio il suo informatore, al punto che questo inizia a rischiare la sua vita pur di mettere il giovane agente dell’FBI sulla giusta strada. Le ricerche intanto sembrano andare tutte a vuoto, finchè Moulder non nota come la persona ricercata sia un paziente di un dottore che sta facendo importanti ricerche sul genoma umano… lo show down, da qui a fine episodio, è spettacolare! [9/10]

Per Dana rimanere ancora scettica è davvero difficile dopo questo incontro ravvicinato con un feto alieno
E questo è X-Files! Misteri, Alieni, corruzioni, intrighi e tanti tanti mostri messi qui e lì come casi a se stanti. Il modo in cui X-Files tratta questi casi è sempre scientifico e al contempo cerca sempre di tenersi sul vago, sul mistero, dando spiegazioni plausibili sia per i “believers” che per gli scettici, al punto che Scully è probabilmente la figura di riferimento per lo spettatore medio più di quanto lo sia Moulder, che fin troppo facilmente crede a qualunque cosa gli venga dato in pasto.
Eppure è proprio questa bella opposizione e syntonia che si viene a creare tra Dana e Fox che lega tutti gli elementi della serie con un collante davvero forte: gli episodi reggono, anche da soli, la prova del tempo, e dimostrano come X-Files sia stata allora come è anche ancora adesso, una delle serie TV meglio create di sempre.
Certo, ci sono puntate in cui la recitazione di alcuni comprimari sia un pò scadente, la prima in particolare non brilla per bravura degli attori comprimari, ma poi a queste se ne affiancano altre in cui “l’antagonista” è così ben scelto, che tutto l’episodio lo riesce a reggere da solo. Episodi simbolo per questo sono “Beyond the Sea”, puntata splendida soprattutto per la recitazione spettacolare di un bravissimo Brad Douriff, o “Eve”, in cui il personaggio di Harriet Samson Harris (nel suo ruolo doppio/triplo) è spettacolare, o anche le due puntate su Victor Eugene Tooms, “Squeeze” e “Tooms”, che per quanto non brillino per mistero del mostro, hanno un bravissimo e criptico personaggio da catturare.

Lo “Smoking Man” è uno dei personaggi più riusciti della prima stagione, oltre ovviamente a Fox e Dana stessi
Certo, ci sono anche tanti clichè, e personaggi troppo stereotipati, ma a una serie che riesce a tenere un così alto standard durante tutta la sua durata, queste cose sono concesse. Le puntate meno riuscite, secondo me, sono state “Ghost in the Machine”, che semplicemente non ha superato la prova del tempo, “Space”, il cui concetto di base sinceramente non mi ha affatto convinto, “Gender Bender”, puntata con buon potenziale rivelatasi poi però “alienizzata” troppo e “Shapes”, puntata troppo stereotipata sui licantropi.
Spettacolari invece “Deep Throat”, con il suo finale tabula rasa, “Ice”, che riprende una bellissima scena à la “The Thing” di John Carpenter, “Eve” e i suoi concetti di clonazione umana ed ovviamente il finale “The Erlenmeyer Flask”, in cui Moulder è davvero a un passo da scoprire un grosso pezzo di storia segreta americana.
La serie termina con la chiusura degli X-Files, con Moulder e Scully assegnati a nuovi progetti. Ma state certi che torneremo a parlare dei due, perchè ho intenzione di vedermele tutte le stagioni di questa serie TV storica. =)
Voto Personale: 8,5/10
Cube de gozaru
(A cura di Wise Yuri)
Fa piacere vedere che come su DS, la nuova portatile nintendo sta facendo da rifugio di sorta per titoli interessanti, con idee originali ma un minor budget rispetto alle produzioni Nintendo, per rimanere in casa.
Ed uno di questi è appunto Cubic Ninja, sviluppato da AQ Interactive, che purtroppo cade vittima delle proprie caratteristiche uniche. E quella di Cubic Ninja è l’essere controllato in toto via il giroscopio del 3DS. L’intero gioco è costruito su questa particolarità e le buone intenzioni ci sono, davvero, ma dopo il primo mondo, in cui in titolo si mostra promettente, tutti i nodi vengono al pettine. E Cubic Ninja ne ha di nodi.
O meglio, uno solo, ma enorme, ovvero i controlli via giroscopio, che su carta sembrano funzionare, ma all’atto pratico non sono mai responsivi quanto volete, o quanto il gioco richiede, con risultato voi che cercate di “arrampicarvi” sul 3DS e rigirarlo tra le mani come una scimmia a cui è stata data un’eccessiva dose di zucchero. Perchè il level design è pieno di trappole che sono difficili da vedere in tempo, visto i controlli stessi che non sono appunto responsivi da permettere correzioni di rotta repentine (le quali sono invece richieste dal titolo), con il risultato finale un approccio quasi in toto trial and error (del peggior tipo, poi) al tutto, siete costretti a ripetere i livelli più volte per sapere cosa c’è più avanti e regolarvi di conseguenza. Un peccato, perchè gli sviluppatori chiaramente cercano di variare le situazioni ed introdurre diversi elementi che sfruttano il sistema di movimento (come mazze chiodate), ma va tutto a buone donne quando è tutto costrinto ad un eccessivo e quasi obbligatorio trial and error.
E poi il titolo, oltre a rilevare il movimento nelle direzioni cardinali e muovere il cubico protagonista a destra sinistra, su e giù, permette di muoverlo tra due livelli di profondità, visto che i livelli sono in 3D (la visuale invece in 2D), rendendo ancora più complicati e scomodi i già non responsivissimi controlli. L’idea di base di ogni livello è di guidare il vostro personaggio oltre gli ostacoli verso l’uscita, attivando interruttori che aprono parti del livelli dalle quali dovete passare. Eccezzione per le boss battle (una per ogni mondo, per un totale di 5), in cui dovete interagire con l’ambiente per sconfiggere il boss.
C’è da dire che di per sè, il 3DS, con un doppio schermo ed il design a conchiglia, non si presta per un gameplay che si basa in toto sul motion control, su GBA abbiamo già visto titoli del genere, con sensore di movimento integrato, ma appunto, funzionavano meglio in quanto avevano un solo schermo. 2 schermi ed uso costante del giroscopio sono due cose che non si amalgamano. É come un titolo pensato per iPhone (sul quale avrebbe funzionato un po’ meglio) e per qualche strano motivo sia finito su 3DS per sbaglio o per una decisione di marketing dell’ultimo secondo.
Avete presente quando vedete qualcuno impegnarsi davvero, ma cadere sul proprio culo comunque, perchè magari cercava di prendere mosche usando le orecchie? Ok, analogie del menga a parte, Cubic Ninja mi dà purtroppo questa impressione, che il team dietro al titolo si sia realmente impegnato, ci abbia provato davvero, ma purtroppo è tutto polverizzato da una scelta discutibile di fondo che piaga l’intero titolo, i controlli, e l’infelice scelta di piattaforma. Quasi dimenticavo, c’è una premessa/trama, ovvero che la principessa del castello ninja è stata rapita e tocca al titolare ninja cubico attraversare mondi, salvare altri ninja ed infine sconfiggere l’artefice del rapimento, riempirlo di botte e salvare la principessa. Nulla di che, solita vecchia premessa che accompagna i videogame dai tempi in cui i dinosauri giocavano al NES, ma il gioco ha un simpatico senso dell’auto-ironismo, e come pretesto per il gioco basta.
Ora, personalmente sono riuscito ad abituarmi ai controlli via giroscopio, ma anche una volta afferrati, una volta capito quanto muovere il 3DS e quando, una volta superata la notabilmente alta curva di apprendimento, una volta abituati a girarvi la console tra le mani come una cazzo di scimmia, il level design arriverà e renderà superare certi livelli un’incubo. Sperate che non ci siano spuntoni o livelli con più profondità che hanno anche spuntoni o nemici perchè in tal caso è un casino, per il solito problema, ovvero i controlli. I tempi di reazione richiesti sono eccessivi in quanto i controlli non sono altrettanto responsivi, quindi spesso vi lanciate e sperate di non incontrare nulla che vi ammazzi sul percorso (dimenticavo, il vostro ninja muore con un colpo e non ha metodi di offesa, quindi tenetelo lontano dai nemici), di riuscire per pura fortuna a finire il livello al primo colpo.
E qui potreste chiedermi perchè non ho provato a giocare con i controlli normali, perchè c’è l’opzione di usare l’analogico per muovere il ninja, X e B per spostarlo in profondità dal primo piano allo sfondo e viceversa. Beh, perchè è assurdo secondo me creare un titolo sui controlli via giroscopio e poi usare i controlli normali, è come giocare un shooter on rail con pistola senza pistola, se ne perde il senso. E perchè ho provato a fare un paio di livelli così, e con i controlli normali di contralto è tutto troppo facile in certi livelli, ed impossibile in altri (perchè con l’analogico non potete regolare la velocità con cui si muove il ninja)
Per non parlare di respingenti stile pinball e spuntoni estendibili, o livelli che richiedono che vi muoviate velocemente per attivare interruttori a tempo ed avanzare (lasciamo perdere il mondo sott’acqua, in cui la frizione è ovviamente minore ed il vostro personaggio ancora più slittante e difficile da controllare ed il modo per passare dal fronte al retro dello schema richiede il movimento opposto a quello normale, cosa che pensano bene di non dirvi gli sviluppatori). Non è un buon segno quando preferireste che il gioco NON introducesse via via nuovi elementi ed ostacoli. Ed un peccato, perchè nel gioco ci sono delle buone idee e modi di usare il giroscopio.
Gli sviluppatori hanno provato a rimediare a ciò mettendo segnali nei livelli che indicano i nemici e gli ostacoli in quella direzione, e fornendovi power-up che attivano interrutori, rendono il personaggio più piccolo e roba simile (rendendo inutile un buona parte dei già contenuti livelli) ma power-up a parte, sono pezze messe all’ultimo secondo (e spesso non servono comunque a nulla, visto che magari state facendo cadere il ninja ad alta velocità verso una direzione, e non noterete l’avvertimento/simbolo prima di esservi schiantati contro lo stesso ostacolo indicato dal simbolo), ed è un’altro segno di come questo progetto abbia problemi strutturali di fondo sistemati con la colla vinilica. Ed anche se partite con l’idea di non usarli per principio, perchè non volete facilitarvi il gioco, almeno un paio di volte finirete per usarli, se non volete rimanere su quel livello per ore, e proseguire. Dimenticavi di giocare col 3DS comodamente seduti o sdraiati sul letto/divano/pavimento con questo titolo.
Volendo potete attivare dalle opzioni l’analogico, ed usare quello per muovere il personaggio, il che vi aiuta ad avere un minimo di vero controllo sul tutto, ma (come detto sopra) è l’equivalente di uno sparatutto con light gun che vi incita/forza ad usare un normale controller invece della pistola apposita, è un controsenso, visto che rimuovi praticamente la particolarità e/o senso di esistere del gioco stesso. Se i controlli funzionassero come il gioco vuole, sarebbe un piacere giocare a Cubic Ninja.
Ma non è così, ed anche se come me avete una buona pazienza per queste cose, non vi da noia imparare controlli particolari, l’impegno e pazienza richiesto non sono ripagati in giusta misura. I controlli perlomeno permettono di giocare il titolo, si può fare, ma sono imprecisi, con il giroscopio a volte estremamente sensibile (specialmente quando non vi serve), ed altre quasi lobotomizzato, anche a far fare un volo al 3DS il personaggio a malapena si muove. Ed a beffa, in alcuni casi sono relativamente precisi. Non so se oltre ai controlli c’entra la fisica di gioco, non è facile capirlo quando la responsività del sistema di controllo (o mancanza di essa) basterebbe da sola ad affondare il tutto.
E come ciliegina sul tutto, abbiamo una difficoltà dei livelli stessi molto altalenante, con alcuni schemi facilissimi ed altri da strapparsi i capelli, lunatica, e spesso la difficoltà è talmente artificiale (di nuovo ancora, per colpa dei controlli) che non ve ne fregherà un cazzo di abusare dei power-up attivabili sul touch screen (dopo diversi fallimenti potete premere la pergamena per caricare la barra dei power-up quanto volete, ed attivare uno scudo per “barare” e finire così un livello colmo di spuntoni). E ne abuserete, visto, che il level design è spesso di un frustrante e barbone incredibile. Specialmente quelli sott’acqua vi faranno incazzare tanto da farvi venir voglia di abusare il sistema di power-up (che vi viene dato dopo aver fallito un certo numero di volte in un livello) ed usare il sistema di controllo via analogico per oltrepassare alcuni livelli altrimenti impossibili (come il boss del 4 mondo, quello d’acqua, che richiede che muoviate il personaggio in profondità, e con i controlli invertiti solo per questo movimento, è improponibile con il sistema di controllo via giroscopio)
Una cosa da far notare che il gioco non supporta il 3D, il che può sembrare strano ma ha senso, visto che comunque perdereste l’effetto stereoscopico a muovere il 3DS di continuo (perchè non se non guardate lo schermo del 3DS dalla giusta angolazione, l’effetto va fuori focus e si perde del tutto). O meglio, non supporta l’effetto 3D con i controlli standard via giroscopio, se usate l’analogico potete usarlo.

Come potete vedere, l’editor di livelli è ben curato, ma come il resto del gioco, è un amaro memento di come tutto l’impegno degli sviluppatori sia ammazzato dai controlli.
Ora, non tutto è da buttare, e un po’ ci si può divertire comunque con il titolo (quando funziona, è divertente, ma dura poco questa sensazione), ma la frustrazione ed una sensazione di estrema scomodità superano di gran lunga il divertimento che si può “spremere” dal titolo. Ed il tutto continua ad essere un progetto con errori strutturali di fondo, in primis la scelta della console ed il sistema di controllo scelto, che non se è preciso e responsivo, fa crollare il tutto. Questo sembra un titolo pensato per uno smartphone, e spostato su 3DS a metà sviluppo. Forse non lo è, ma su 3DS è già scomodo solo a pensarci (per il design stesso della console), che viene da farsi qualche domanda.
I livelli sono corti, ammesso che assimiliate il sistema di controllo, e si possono finire in tempo compreso tra 10-30 secondi e 1-2 minuti, ci sono 100 livelli e per finire i 5 mondi di cui è composto ci vogliono tra le 6 e le 7 ore.
Al titolo AQ Interactive non manca certamente il contenuto, visto che ci sono diversi personaggi dai diversi attributi (che vanno prima salvati, e poi diventano giocabili, e sono effettivamente differenti all’atto pratico), collezionabili sparsi nei livelli che sbloccano oggetti utilizzabili per l’editor dei livelli, e potete scaricare quelli creati da altri giocatori via scansione di un QR code. Ci sono anche dei trofei interni e tempi record da battere nei livelli.
Il problema è che molti non andranno oltre il secondo mondo, frustrati e stufi (a ragione) del controllo via giroscopio, od attiveranno il controllo via pad (se scopriranno l’opzione), e solo chi come me vuole cercare di finire un gioco prima di giudicarlo (specialmente per recensirlo), vuole finirlo per principio, riusciranno a tirarsi avanti fino alla fine, ma non è mai un buon segno quando vuoi che il gioco sia finito il prima possibile, almeno puoi dedicarti ad altro.
A livello tecnico, Cubic Ninja fa il suo lavoro, ma le palette di colori variano dal bianco al nero al grigio, ed artisticamente è sterile, capisco l’approccio minimalista, ma sembra che il tutto prenda luogo in un parcheggio interrato, in livelli fatti di cemento e basta, non proprio il massimo per l’occhio vedere grigio di continuo. L’unico vezzo è il design cubico del vostro ninja e di alcuni nemici, e vedere il vostro personaggio esplodere in tanti piccoli cubi (senza sangue, tutto pulito) quando va incontro agli spuntoni. Molto povero esteticamente. Le musichette gradevoli ma poche e dimenticabili.
Commento Finale
Cubic Ninja è uno strano titolo, che mostra impegno, di cui vorrei veramente essere qui a tesserne lodi, ma purtroppo è un concept che già di per sé lascia dubitare, e purtroppo l’idea di un platformer/puzzle controllato totalmente via giroscopio si impatta con violenza a terra quando i controlli con giroscopio sono scomodi e responsivi quando vogliono loro (il che è ulteriormente accentuato da una scelta di gameplay infelice e dal design della console stessa, non il migliore per questo tipo di titolo) e rovinano un titolo con del potenziale per essere una piccola graditissima aggiunta alla libreria 3DS.
Soprattutto quando il level design (di per sé più che decente) rende il tutto estremamente frustrante e superabile solo dopo ennesimi tentativi (od abusando dei power-up), con un approccio solo trial and error, in quanto i controlli non funzionano come dovrebbero. Non poco contenuto, ma dubito che molti riusciranno a convincersi anche solo a finirlo, lasciamo perdere il rigiocarlo. Un concept interessante, ma completamente schiacciato dal sistema di controllo impreciso e poco responsivo (che richiede il giocatore di agitare il 3DS tra le sue mani come farebbe una scimmia in overdose di zuccheri), per un titolo che forse avrebbe avuto più senso se sviluppato per smartphones. Lo potete trovare a poco, ma rimane un titolo che non consiglio per niente, ho giocato di peggio, ma è innegabilmente un disastro. Un vero peccato.
4,5/10. Concept curioso, buonissime intenzioni,ma esecuzione che rovina il tutto con controlli molto imprecisi.
Asterix e la Grande Guerra
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)
Eh, già, vi parlo di un film di Asterix questa volta, e non di un albo. Il motivo è semplice: abbiamo parlato settimana scorsa di Asterix e l’Indovino, e da tempo abbiamo parlato di Asterix e il Duello dei Capi. Questo film si basa principalmente sull’ultimo albo recensito, ma contiene elementi del Duello dei Capi, ovvero il colpo di Obelix con uno dei suoi menhir ai danni di Panoramix, che non solo perde la memoria, ma addirittura impazzisce.
Questo episodio apre il film e viene seguito, poco dopo, dalla comparsa di Prolix nel villaggio, che, fedele all’albo, abbindola gli abitanti del villaggio con le sue facili previsioni e convince Beniamina (moglie del capo) che le sue parole siano genuine. Panoramix, totalmente impazzito e perseguitato da visioni folli, con tanto di musical, ovviamente non si ricorda la formula della pozione magica, e quando la moglie di Abraracourcix scopre che l’Indovino è poco fuori dal villaggio, ha una scusa ideale per non farlo scacciare da lì dalla sola presenza di Asterix e Obelix nella foresta: essendo i due migliori guerrieri del villaggio, in assenza di pozione magica, i due hanno il compito di proteggere il villaggio. E quindi non abbandonarlo. Prolix infatti teme l’intelletto di Asterix e la forza di Obelix, ma stando al sicuro nella foresta decide di rimanere e sfruttare la credulità degli abitanti del villaggio.

I romani tentano di rapire Panoramix a inizio albo; la cosa finisce molto male.
In questo modo i due protagonisti, però, hanno problemi a recuperare un romano che possa fare loro da cavia, visto che hanno messo Panormix davanti al suo pentolone nella speranza che si ricordi qualcheduna delle sue pozioni. Fortunatamente i romani, dopo essere stati spaventati dal lancio di menhir dei galli, seguito da lancio di calderoni (in realtà ne è esploso e partito uno, che casualmente ha colpito un romani) e impensieriti dallo strano comportamento dei villici, mandano uno dei loro, il povero Previdentissimus, nel villaggio gallico come spia. Il povero sfortunato viene scoperto e ne subisce di tutti i colori, prima di diventare super-leggero con una pozione e volare via dal villaggio. Poco dopo i romani catturano Prolix e, come spiegato nella recensione dell’albo, questo convince i galli ad allontanarsi dal villaggio. I romani lo conquistano, mentre Asterix ed Obelix si allontanano con Panoramix, che continuando a sperimentare le sue pozioni, ne crea una pestifera che scaccia i romani dal villaggio. E’ proprio però questa pozione pestifera che, ingerita dal druido, gli fa tornare la memoria. Anche un nuovo lancio di menhir di Obelix non cambia la situazione.
Da lì il show-down del lungometraggio; Panoramix, Asterix ed Obelix richiamano i loro e insieme assaltano la fortificazione romana, durante la quale Prolix viene smascherato da falso indovino quale è. La lotta viene lasciata per di più alle donne del villaggio, prese in giro più degli uomini, e infine la festa nel villaggio consacra la nuova vittoria gallica sui romani.

L’intero villaggio è preoccupato per lo stato di salute del druido.
Lungometraggio a fumetti niente male. Ci sono un paio di cose particolari da descrivere sul film; ci sono alcune parti dello stesso decisamente allicinogene, quasi in grado di causare ansia nello spettatore. Mi riferisco in particolare alla visione di Panoramix in cui Assourancetourix diventa rock star, e gli abitanti del villaggi si trasformano e deformano in maniera assurda (Obelix diventa un maiale, Abraracourcix un gallo, Methusalix viene colpito da un pesce gigante in maniera simile a come Panoramix stesso era stato colpipto dal menhir). In questa “visione”, ci sono alcuni elementi decisamente interessanti che vi faranno pensare: piccole scene quasi lanciate dal subconscio di Panoramix che tenta di ricordare, ma che poi svaniscono in tutta la sua follia causata dalla confusione. Sembra quasi che qualcuno dei disegnatori abbia sofferto di suo o abbia conosciuto bene qualcuno che avesse sofferto di amnesia. Alternativamente, chi ha ideato le scene aveva una buona capacità immaginativa.
Una seconda scena davvero al limite del pazzoide è quella in cui il povero romano Previdentissimus deve subire le pozioni scaturite dalla follia di Panoramix: una scena quasi crudele, in cui il romano perde totalmente il controllo del proprio corpo, viene smembrato, rimesso insieme, trasformato e rimpicciolito al punto da dover fuggire da un lombrico gigante in una scena quasi apocalittica.

Prolix inizia a approfittare del villaggio aremoricano: solo Asterix davvero non se la beve.
Queste le due principali scene davvero particolari. Il film in generale però ha dei colori molto foschi e oscuri, per quanto sia a tratti anche molto solare, ed i disegni in generale accentuano molto bene la relativa “oscurità” di questa storia: il druido impazzisce, il villaggio viene abbandonato, i romani lo conquistano. Tutti temi che di solito in un Asterix non sono presenti ma che in questo film acquisiscono una tonalità quasi “dark”.
Non so se questo rende il film più o meno bello; sicuramente è artisticamente riuscito. Magari non il più adatto per bambini dei film di Asterix.

Il povero Previdentissimus ne subisce di tutti i colori. Ma il suo, per fortuna, sarà un lieto fine.
La colonna sonora secondo me è molto buona e il doppiaggio, almeno tedesco, è ben fatto. Sinceramente, vista la particolarità del film, non so bene come giudicarlo; è un film che da piccolo mi è sempre piaciuto, ma rivedendolo ieri ho davvero avuto l’impressione che un nuovo layer sia stato svelato del film, che in precedenza non avevo intuito o potuto immaginare.
Vedetelo e fatevi un’impressione voi, sinceramente credo che ne valga la pena, sia se poi a fine film questo vi sia piaciuto sia che no! =)
Voto Personale: 8/10
Death Rally
(A cura di Alteridan)
Molti non sanno che Remedy Entertainment non ha debuttato nel mondo videoludico con Max Payne, bensì il primo gioco di Sam Lake e compagni fu un gioco di corse automobilistiche rilasciato qualche anno prima sotto l’ala protettiva di Apogee. Parecchi anni più tardi, quel Death Rally del 1996 vede un remake ad opera degli stessi Remedy destinato ad iPhone e iPad. L’anno successivo il remake di Death Rally arriva anche su PC.
Death Rally si presenta come un gioco di guida con visuale a volo d’uccello, in linea con quanto già visto nella versione originale: lo scopo del gioco è sostanzialmente vincere delle gare via via sempre più impegnative fino ad arrivare allo scontro finale con il misterioso “Avversario”.
Il gioco presenta diversi modi di portare a termine i vari eventi: oltre a tagliare per primi il traguardo, è possibile completare le gare eliminando tutti gli avversari sfruttando le varie armi che è possibile acquistare, installare sulla propria auto e potenziare tramite denaro. Da questo punto di vista il gioco funziona in maniera piuttosto classica: finendo sul podio o completando obiettivi secondari verremo ricompensati con punti esperienza e denaro: se i punti esperienza servono per sbloccare nuove auto ed armi via via più potenti, solo con i dollari potremo effettivamente entrare in possesso degli oggetti sbloccati.

L’interfaccia permette di avere ogni aspetto del gioco sotto controllo.
Da notare che il lavoro di bilanciamento sia per le armi che per i veicoli lascia a dir poco a desiderare: oltre alla scarsa varietà va ad aggiungersi anche la presenza di armi e veicoli molto più potenti delle altre. In pratica invece di esserci diverse auto più o meno utili in diverse categorie è presente la classica auto più potente di tutte che una volta sbloccata non ci farà più toccare nemmeno per sbaglio le altre acquistate in precedenza.
Un discorso simile va fatto anche per i tracciati: pochi e molto simili tra loro. Gareggeremo sempre sulle solite cinque o sei piste, con l’unica differenza che a volte si gareggia in senso orario e altre volte nel senso opposto, inoltre le piste mancano di caratterizzazione ed unicità: al di là dell’aspetto grafico non c’è alcuna differenza nel gareggiare in un circuito cittadino piuttosto che nel deserto.

Durante le gare è molto facile imbattersi in power-up vari.
Il risultato è che per le prime quattro o cinque ore di gioco si è costretti ad un grind selvaggio per accumulare soldi ed esperienza necessari per acquistare l’auto più potente, il tutto senza un minimo di varietà dei tracciati o delle situazioni di gioco, mentre nell’ultima ora si tenta di completare il gioco. Già, si tenta perché nello scontro finale con l’Avversario la difficoltà si impenna senza motivo: potete avere l’auto più potente del gioco ed aver vinto tutte le gare precedenti ma se non effettuate dei giri perfetti al millimetro non vincerete mai l’ultima sfida contro il boss del gioco.
Oltre alla modalità carriera, che presenta un intreccio narrativo molto semplice ma con intermezzi di buona fattura, e alla possibilità di giocare gare singole è presente anche una modalità multiplayer online, sebbene sia praticamente impossibile trovare qualcuno online.

Come accade in altri giochi Remedy, anche in Death Rally la narazione si avvale di intermezzi a fumetti.
Dal punto di vista prettamente tecnico, la resa generale tradisce la natura di questo nuovo Death Rally: si tratta naturalmente di un porting della versione iOS con pochissime migliorie. Nel complesso i tracciati sono molto colorati e non si nota un filo di aliasing, le texture in bassa definizione e la qualità delle esplosioni di contro lasciano a desiderare.
In definitiva Death Rally è un remake fin troppo fedele all’originale: magari nel 1996 un gioco con così poca varietà poteva anche funzionare ma al giorno d’oggi (o nel 2012 quando il gioco è stato pubblicato) ci si aspetta ben altro. Persino titoli indipendenti che non hanno alle spalle sviluppatori esperti come Remedy riescono ad offrire esperienze più varie e più complete. In sostanza Death Rally è un gioco che vi consiglio di lasciare sullo scaffale virtuale, se proprio volete dargli una chance provate il gioco originale del 1996 che dal 2009 è stato reso freeware da Remedy stessa.
Voto personale: 5/10
Once again, a settimana prossima! E commentate! 🙂
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