The Weakly Hobbyt #136

The Weakly Hobbyt #136

2/2/14 e siamo al numero 136. A volte mi sembra surreale che comunque continuiamo a sfornare articoli su articoli ad un ritmo costante di cinque al mese almeno. Eppure…
Questa settimana il banner è stato un vero parto; spero che l’artwork scelto sia di vostro gradimento, internamente è stato abbastanza discusso e alla fine ho optato per una scelta poco democratica, cosa che di solito non faccio.

Mi sembra di aver detto tutto; buona lettura!

Shadow Warrior

(A cura di Alteridan)

In molti pensano che la seconda metà degli anni ’90 rappresenti una sorta di periodo d’oro degli fps: tra Duke Nukem 3D, i vari Quake, DooM, Half-Life, Rise of the Triad e molti altri, i giocatori dell’epoca avevano molto materiale per placare la loro sete di sparaspara.

Indubbiamente gli shooter sono cambiati molto in questi anni: molto meno frenetici, più cinematografici e con livelli estremamente lineari. Quindi come sarebbe uno di questi giochi se fosse stato sviluppato ai giorni nostri? I polacchi di Flying Wild Hog sotto l’egida di Devolver Digital e 3D Realms hanno provato a rivisitare un grande classico della golden age regalandoci il reboot di Shadow Warrior.

You got the touch!”

Shadow Warrior narra le vicende di Lo Wang, un mercenario al servizio del magnate giapponese Orochi Zilla, proprietario delle omonime industrie. Lo Wang viene assoldato per recuperare una katana da un collezionista di oggetti antichi, inutile dire che i primi tentativi diplomatici di entrare in possesso della spada falliranno miseramente e ben presto ci ritroveremo a dover combattere contro gli scagnozzi del collezionista. Inaspettatamente la situazione degenera quando orde di demoni si riversano sulla Terra, Lo Wang entrerà quindi in contatto con un misterioso demone di nome Hoji che lo aiuterà a combattere i demoni e a mettere le mani sulla leggendaria Nobitsura Kage, la katana in possesso del collezionista.

L’avventura ha inizio alle pendici del Monte Fuji.

Da qui la trama si dipanerà in maniera molto lineare ma non mancheranno diversi plot twist inaspettati, con uno spiazzante climax sul finale. L’intera trama è fortemente basata sulla mitologia giapponese e farà sicuramente la felicità degli appassionati del paese del Sol Levante, inoltre la narrazione si avvale di tavole illustrate di pregevole fattura (pare andare molto di moda in questo periodo).

You got the power!”

Flying Wild Hog non è un team alle prime armi, anche se questo è solo il loro secondo lavoro, i polacchi avevano già realizzato l’ottimo Hard Reset. Facendo tesoro dell’esperienza del loro primo lavoro, Flying Wild Hog ha confezionato un prodotto che sa unire al meglio il vecchio e il nuovo: Shadow Warrior è un titolo frenetico in cui il giocatore si muove all’interno di livelli pieni di aree segrete come fosse un gioco vecchio stile ma con molte di quelle componenti introdotte dai moderni shooter come ad esempio l’iron sight, il potenziamento delle armi e la progressione del personaggio, senza rinunciare alla possibilità di portare con sé tutte le armi trovate durante il gioco.

Le ambientazioni sono tipicamente giapponesi ed offrono scorci particolarmente suggestivi.

Nel corso dell’avventura, Lo Wang potrà sbloccare nuovi poteri e abilità: grazie all’aiuto del demone Hoji potrà imparare nuovi tipi di attacchi con la katana o poteri generici da poter usare anche mentre si utilizzano altre armi, oltre naturalmente ad abilità passive che hanno effetto sul fisico di Lo Wang.

Una nota di riguardo merita la varietà offerta dal combattimento: Lo Wang avrà a disposizione molte armi, sia tradizionali (uzi, lanciarazzi, revolver) che più esotiche (balestre, cuori e teste di demone), ma il suo meglio lo da nel combattimento corpo a corpo. Non siamo ai livelli di precisione di un Metal Gear Rising ma Shadow Warrior è divertentissimo se affrontato con in mano una katana, inoltre in questo modo l’azione diventa ancora più frenetica.

Ciliegi in fiore…

Avviando Shadow Warrior per la prima volta ci si accorge subito della cura riposta nella direzione artistica: splendide foreste di bambù, rigogliosi ciliegi in fiore e imponenti pagode ci danno il benvenuto nel Giappone secondo Flying Wild Hog. Il motore grafico utilizzato dalla software house polacca è molto scalabile offrendo un’esperienza dignitosa a chi possiede un hardware non proprio al passo con i tempi e facendo gioire i possessori di PC di fascia medio-alta con esplosioni ed effetti di luce estremamente realistici.

Il contenuto dei biscotti della fortuna si attesterà quasi sempre su questi livelli.

L’altro aspetto che non passa certo in secondo piano è l’ironia di cui è impregnato l’intero titolo: Lo Wang è un protagonista irriverente, sempre con la battuta pronta, e non passerà molto prima di imbattersi in divertenti easter eggs che faranno tornare in mente gli anni ’90, oltre a conigli che copulano tranquillamente durante un’invasione demoniaca. Vi faranno ribaltare, inoltre, i biscotti della fortuna sparsi per i livelli: al loro interno si trovano massime ed aforismi, spesso a sfondo sessuale, che rischiano di farvi perdere diversi minuti perché non riuscite a trattenere le risate.

…conigli in amore

Shadow Warrior è uno shooter vecchio stile come non se ne vedono da tempo, senza però rinunciare alle numerose innovazioni introdotte nel tempo da quella famosa golden age fino ai giorni nostri. I ragazzi di Flying Wild Hog sono riusciti a svecchiare un grande gioco del passato migliorandolo in praticamente tutti gli aspetti: il ritmo è frenetico e i combattimenti con la katana hanno un feeling eccezionale, inoltre hanno creato una trama inaspettatamente matura senza però tralasciare l’umorismo tipico del gioco originale. E poi ci sono anche dei boss di fine livello di dimensioni esagerate!

Boss fight come queste saranno una costante.

Shadow Warrior è un titolo che farà felici sia i giocatori nostalgici sia quelli che cercano un’esperienza di gioco più moderna, il tutto condito da una direzione artistica particolarmente ispirata. Unico difetto: la difficoltà media è leggermente tarata verso il basso per poi avere un’impennata improvvisa verso la fine del gioco. Al di là di questo piccolo difetto, Shadow Warrior è uno di quei titoli che qualsiasi appassionato di fps deve avere.

Voto personale: 9/10

Oh Hai Room

(A cura di Wise Yuri)

The room

Molto probabilmente il solo titolo vi dirà qualcosa, visto lo stato di cult movie che The Room ha ottenuto, e praticamente chiunque ne ha parlato, ed onestamente non vedo come non si può parlare di un film del genere, che ha addirittura ricevuto la nomea di Quarto Potere (cioè Citizen Kane) dei film brutti (forse è un pizzico eccessiva, ma non di molto), ed è stato ridicolizzato da chiunque, ho pianto dal ridere con la versione Rifftrax. E detto ciò, potrei anche esimermi dal parlarne, ma personalmente vedo The Room come un film indispensabile da vedere e/o recensire per appassionati della settima arte, in tutte le sue sfaccettature, e questo film è uno di quelli che vanno visti per credere alla loro esistenza.

Ci sono i film belli, ci sono i capolavori, ma per capire il vero valore di un film bello spesso una visione non basta; ma al contrario, quando parliamo di film brutti, di film osceni, di film orribili, la loro “essenza” si palesa fin da subito, e nel caso di The Room abbiamo un miracolo del brutto, un incredibile raggiungimento nel pessimo, tale che anche se fosse stato girato volontariamente come b-movie, dubito avrebbe raggiunto questo livello di brutto, che in un certo senso lo eleva a qualcosa di più.

Ma prima di avventurarci oltre, partiamo dalla premessa di The Room, che parla di un triangolo amoroso tra Johnny, un banchiere, la sua futura moglie Lisa, e il miglior amico di Johnny, Mark (Oh hai mark!), per il quale Lisa prova un’attrazione improvvisa e focosa, e Mark non è molto sveglio a riguardo (o meglio, i suoi dialoghi non sono molto svegli), ma il suo secondo cervello pare funzionare bene, e si presta all’affair. Tra false accuse, bugie e tradimenti la “trama” prosegue per culminare nel tragico finale.

Creatura uscita nel 2003 in america (con una proiezione ridottissima nella sola Los Angeles, indi esiste solo in versione americana, grazie al cielo) dell’ignoto (fino alla virale diffusione del film ed il suo status cult, almeno) Tommy Wiseau, che scrive, dirige, produce, recita e pure distribuisce il film attraverso la sua etichetta Wiseau Films (indi è molto probabile che sia una sorta di storia personale, meraviglioso), The Room è una delle cose più esilaranti che abbia mai visto nella mia vita, ancor più perchè la comicità non è intenzionale, non credete a Wiseau che postumamente cercò di dire che era intenzionale ed il film era inteso come una commedia nera, ci troviamo di fronte a quella che è possibilmente il dramma romantico indie peggiore di sempre. É un tale buffet di ridicolo che resta quasi difficile scegliere da che parte iniziare, perchè non cambierebbe nulla se iniziassi parlando del cast di attori cani che più cani non si può, o dai dialoghi completamente ridicoli, sconnessi, o del fatto che il film ha tremila sotto-trame che non portano a nulla a parte allungare la durata del film, e vengono spesso dimenticate tanto rapidamente quanto vengono introdotte.

the room tommy wiseau

Ma ahimè, un punto di inizio bisogna sceglierlo, e per me sono i dialoghi. Specialmente quelli di Johhny, il quale ha già di per sè un accento improponibile, assurdo e del quale non riesco a capirne l’origine (che dovete sentire per voi stessi, non ho analogie adeguate per descriverlo, ma non direi che l’inglese è la sua prima lingua), che basterebbe a farvi ridere per ore, ma con una qualità dello script così bassa, diventa semplicemente esilarante. E parliamo di materiale così brutto che quasi c’è da vergognarsi per essersi messi a scrivere e non improvvisare il copione.

A dir la verità, non è solo la qualità (o mancanza d’essa) dei dialoghi in sè, che sono davvero brutti, deliranti, fuori luogo e spesso assolutamente casuali a prescindere – e memorabili per questo, come il continuo “oh hai” di Wiseau ed alcune espressioni che sono martellate nel cranio dello spettatore – , ma anche il modo in cui le battute vengono dette: Wiseau ha appunto un accento ed un modo di dirle improponibile, che enfatizza il tutto, ed il resto del cast è su altrettanto livello, con una varietà di recitazione che passa dal blando all’esagerato spinto al castrato represso muto, o troppo esagerata o poco esagerata, o di un blando devastante. Un cast così pieno di casi che par d’essere ad una mostra. Esempi cardine la scena finale della “distruzione della stanza” (od anche il climax finale, pure questo riesce a far cilecca da qualsiasi lato lo si veda), ovvero lo scatto d’ira più nonchalant e meno convincente che ho visto in un film a colori, o quando l’amico/sorta di figlio di Johnny (non chiedete, è imbarazzante) , tale Denny, scoppia a piangere, una persona comune potrebbe davvero morire dal ridere per una scena del genere. XD

Un’altra cosa da far notare la consistenza, non della trama, della regia o di qualsiasi altra cosa, ma di questo tono scomodo, questa sensazione di disagio, di imbarazzo continuo per l’altrettanto continua incompetenza di tutto il cast, il film è un miracolo anche perchè è assolutamente ridicolo anche perchè fallisce miseramente nel prendersi continuamente sul serio, e lo fa senza pause per ben un’ora e 37 minuti. Questo è so bad it’s good a livelli spettacolari, enormi. É l’incarnazione su celluloide di quel tizio che vi guarda strano e vi fissa sul bus. Che in questo caso potrebbe benissimo essere lo stesso Tommy Wiseau, visto che sembra una sorta di rob zombie emo (ed in alcune scene sembra davvero uno zombie riesumato con la necromanzia, od un alieno che indossa pelle umana) continuamente assopito o troppo rilassato (od un clown senza trucco che hanno passato in lavatrice fin troppe volte, sembra slavato), con delle risate finte monotono spesso totalmente gratuite e fuori luogo e sorrisi capaci di far rizzare il pelo anche ai gatti di Arkham Asylum.

Altro motivo? La trama principale vede Lisa non soddisfatta di Johnny, che gli garantisce una sicurezza economica con il suo lavoro, ed attratta dal suo amico Mark . Discutendo per ben tre volte della stessa cosa con sua madre, Lisa decide di spargere false notizie di abuso da parte di Johnny per denigrarlo, per poi smentirle, ed infine la troia egoista decide di continuare a cornificare Johnny con Mark, senza rinunciare ad entrambi. Ma Johhny scopre la tresca involontariamente, e decide di confrontare sia la troia che Mark.

Non sembra molto complesso come intreccio, nè originale se per quello, ma comprensibile. Dove nasce la confusione?

Ma dal fatto che l’intreccio principale è spesso, in maniera assolutamente casuale, erratica e priva di senso, interrotta da tremila sottotrame e scene a “vicolo cieco”. Perchè questo gruppo di amici decide di uscire in completo a giocare a football (quello americano), o meglio, a lanciarsi delicatamente l’un l’altro la palla come se fosse una da pallamano? Boh. Nella scena dal fioraio (che sembra velocizzata per nessun vero motivo), perchè la fioraia vede johnny (vestito normalmente) entrare (indi lo osserva per almeno mezzo minuto) gli dice “ciao” e subito dopo “scusa Johnny, non sapevo fossi te”? Forse ha saltato una battuta, chi cazzo lo sa. Oppure, c’è uno spacciatore (il cui attore offre l’unica recitazione… meno peggio del film) a cui Denny deve dei soldi: dove va questa sottotrama? Ovviamente, nel cesso. Idem, chi è questa persona che non è mai apparsa fin’ora nel film e parla come se ci fosse sempre stato? Chi sono questi due tizi mai visti prima d’ora che entrano in casa di Lisa per far sesso? Ah, amici suoi.Ed a cosa serve avere ben 3 scene tra Lisa e sua madre che parlano di Johnny, e dicono tutte le volte le stesse cose, giungendo alle solite conclusioni?

the room i love lisa so much

Abituatevi a questa scena, perchè si ripresenterà ben 4 volte nel film, senza nessun motivo o punto ogni fottuta volta, ma evidentemente ciò non ha impedito a Wiseau di reiterarla a iosa.

Tutte domande fatte al vento, ed a meno che siate Robert Fripp, non caverete un ragno dal buco. Minuti e minuti e minuti di filler di ogni tipo – spesso con pochissima o nessuna introduzione od esposizione – che si impilano fino a formare una torre di Babele di pellicola che era meglio tagliata fuori dal film. Potrebbe essere un buon esercizio per montatori, un fantastico compito per studenti universitari, provare a farne una versione recut di The Room, forse il film ci guadagno in logica.

Anche se, ad essere onesti, anche nella trama principale nulla è minimamente credibile, è un completo delirio, un trionfo di personaggi per definizione “incredibili”, e dello squallido/disagevole, dalle orrifiche scene di sesso (attenzione a qualche capezzolo selvaggio ed al Wiseau-culo, ed il numero di scene “intime” fa davvero balenare l’idea che questo fosse un porno amatoriale rimpacchettato come dramma romantico) ai deliranti dialoghi e controdialoghi tra Johnny, Mark e Lisa, perchè nessun dramma è completo senza l’attore/regista/produttore/writer che dal pollo a qualcuno e ne imita il verso. Vi chiedere di continuo perchè, oltre a qualche “Come..?”, dell’assoluta irrealità di situazioni e dialoghi, che sfociano spesso nell’inquietante, nello sgradevole (come ho già ripetuto a più riprese). E non dimentichiamo una regia con un alto deficit di attenzione, che sembra incapace di concentrarsi su una scena singola per più di 5 minuti (o meno) senza tagliare ad una ripresa esterna di Los Angeles o San Francisco.

L’unica cosa che si salva sono le riprese esterne di San Francisco e Los Angeles, molto gradevoli e girate discretamente, che fanno da sfondo ad i crediti iniziali, ma appunto per lo stesso motivo i pregi finiscono al terzo minuto del film. Ed il cane della scena della fiorista (“oh hai doggie!”), come dimenticarlo. La soundtrack poteva essere peggio, onestamente alcuni pezzi mi piacciono, e ne sono un pò sorpreso, visto il resto, anche se verso la fine del film odierete quel cazzo di tema che viene ripetuto tremila volte.

E per quello che vale, si può vedere quello che succede a schermo (quando guarderete film che sono letteralmente impossibili da vedere capirete), e la qualità della cinematografia è perlomeno superiore a quella di una soap opera, sembra un film (cosa che non posso dire di roba ancora peggiore come il celeberrimo Birdemic), con una notabile grana alla pellicola tale da farlo sembrare girato nei primi anni ’90, ma sembra un film. Quindi qualche briciola nel complesso si salva, ma sempre di microscopici granelli parliamo. Ah, dimenticavo, secondo Wikipedia (ed altre fonti sul web) questo film sarebbe costato ben 6 millioni di dollari……….. E secondo me è Wiseau stesso ad essersi inventato questa cifra, perchè un film del genere lo poteva benissimo fare Corman negli anni ’80 con 6000 dollari (o forse anche meno). Ma che ne so io, forse sono 6 milioni di dollari del monopoli.

E tanto vale finirla qui perchè onestamente potrei fare un articolo mastondotico, in quasi ogni scena c’è qualcosa da far notare, da deridere, che si presta alla critica, c’è tanto così di materiale discutibile (in più di un senso) in questo film che questo numero del Weakly poteva essere solo su questo film e non sarebbe stato comunque breve.

Commento Finale

the room dog

The Room è un raro esempio del disastro filmico perfetto, incompetenza pura cristallizzata e costante, in cui tutto è sbagliato ed incredibilmente stupido: cast, dialoghi, regia, tono, personaggi. Uno dei drammi più esilaranti (non intenzionalmente) di sempre (anche se a tratti sembra più un romantico/porno fatto male, viste le tremila scene di limonaggio ed amplessi simulati male, probabilmente inseriti per gonfiare la durata del film), che si prende sul serio e ce la mette davvero ttta, ma riesce a fallire in maniera incredibile – quasi miracolosa – in ogni singolo aspetto , tanto che qualsiasi parola che scriverò non potrà mai rendergli veramente giustizia.

E per il suo traguardo negativo, per l’abisso raggiunto guadagno un suo fascino, merita di essere visto, sia da cineasti in erba (per i quali diventa ottimo materiale di studio, in quanto mostra esattamente cosa NON fare in film) sia da chiunque altro. Perchè ogni tanto serve un film brutto (meglio se incredibilmente brutto come questo) per apprezzare quelli belli. Non abbiate paura della faccia del signor Wiseau, e varcate passo passo la soglia di The Room.

Asterix in Corsica
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)

Asterix in Corsica

Torniamo a parlare degli albi di Asterix, e lo faremo per molti numeri ancora, visto che, come già detto, ho intenzione di riuscire a terminarli entro la fine dell’estate. Ogni tanto devieremo dalla formula, ma quegli articoli saranno davvero speciali. 😉

Asterix in Corsica inizia con un breve preambolo, in cui gli autori specificano che non hanno affatto intenzione di offendere i notoriamente permalosi connazionali insolani. E questa la dice tutta su come è impostato l’albo! 😉
E’ l’anniversario della battaglia di Gergovia, e il villaggio di Asterix e Obelix invita diversi compagni di avventure per celebrare questa festa assieme (compaiono l’oste di Ginevra, l’oste dello Scudo degli Arverni, Pepe e la sua famiglia dalla spagna e anche i bretoni con a capo Beltorax). Alla fine della grande abbuffata, Asterix e Obelix invitano gli ospiti a bere della loro pozione magica e di andare con loro a festeggiare con dei bei romani (e tutto ormai sappiamo cosa questo voglia dire). Nell’unico accampamento romano non deserto, però, il gruppo, dopo aver steso ogni romani lì presente, trova Ocatarinetabelasciscix, un prigioniero della corsica.

Asterix in Corsica

Questo formaggio pare davvero tossico!

Asterix ed Obelix si offrono di accompagnarlo alla sua terra natia, e così inizia la loro prima avventura verso l’isola di Napoleone. Imbarcandosi da Marsiglia con la nave dei pirati (che quando capiscono chi hanno a bordo, fuggono lasciando deserta la nave) giungono senza grossi problemi su Corsica, dove per lo più osservano la vita dei personaggi lì presenti.
Grosse faide paiono esserci tra le famiglie della Corsica, ma nessuno ricorda per bene i motivi. Comunque sia, per dimostrare che i corsi sono tanto bravi con il cavarsela con i romani come lo sono gli aremoricani, Ocatarinetabelasciscix organizza una grossa riunione di famiglie per scacciare il console romani che risiede il pretore Sulburnus. Questo, sfruttando un corso un pochino ritardato, cerca di fuggire una volta venuto a sapere della ribellione in preparazione, ma la pigrizia dei suoi schiavi insolani rende il tutto inutile.
Come sempre, i romani ricevono grosse sberle prima che Asterix finalmente rappacifica le famiglie della corsica e con Obelix torna in Aremorica.

Asterix in Corsica

“Non mi piace chi parla con mia sorella!”
Questi corsi sembrano stereotipi italiani! XD

Personalmente l’albo mi è piaciuto molto. Lo ritengo molto riuscito e molto divertente. Uno dei motivi principali è il fatto che i corsicani mi ricordano molto gli italiani di oggi, con i loro modi di fare, le loro pigrizie, i loro atteggiamenti ultra-defensivi, e in generale il modo in cui vengono rappresentati, visivamente e caratterialmente.
Sono i singoli personaggi che mi hanno convinto, in particolare i quattro vecchietti che continuamente farfugliano e aneddotizzano sugli avvenimenti che avvengono intorno a loro, sono spettacolari.
Belli anche i diversi riferimenti a Napoleone.

Asterix in Corsica

Ecco i quattro vecchietti di cui vi parlavo poc’anzi! Davvero stupendi! XD

La trama stessa, in realtà, non è nulla di che, ed Asterix ed Obelix fanno poco per avanzarla, ma forse proprio per questa inusualità, l’albo è particolare e comunque ben riuscito. Belli anche i diversi camei di personaggi comparsi in passato nelle storie di Asterix, presenti qui in quanto questo era l’ultimo albo di Asterix originariamente comparso sulla rivista Pilote. In seguito, difatti, gli Asterix sarebbero stati pubblicati come Albi singoli a parte.

Nient’altro da aggiungere.

Voto Personale: 8,5/10

Super Pac Man Turbo II: Electric Boogaloo Deluxe

(A cura di Wise Yuri)

pacman cedx+ logo

Versione Recensita: X-Box Live Arcade

Disponibile anche per: PSN, Steam, Windows Phone, Windows Store

Giocatori: 1

Genere: Pac Man! 🙂

1980. L’epoca in cui il dominio videoludico era (al contrario di oggi) in mano agli arcade, con cabinati su cabinati, tempi in cui tutto quello che serviva per giocare era un joystick, uno/due pulsanti, ed un gettone. In quell’anno a rompere il predominio di Space Invaders arriva questo piccolo gioco in cui comandare una forma di formaggio che deve raccogliere tutti i pallini del labirinto in cui è calato, e con un pillolone può papparsi i fantasmi che altrimenti lo danneggiano. Un classico per definizione e merito, un Highlander del videogioco che rimane divertente anche 30 anni e passa dopo la sua uscita, e non è poco.

Però ovviamente qualcosa va cambiato ed aggiunto nel riproporlo su console moderne (non conto i porting su piattaforme digitali, visto che di porting dell’originale ce ne sono a bizzeffe), non siamo più nel 1980 ed il videogioco, pur con enorme rispetto per gli “antenati”, si è evoluto non poco, e la mentalità da arcade non si applica su console o pc. Quindi, come riproponi un classico ad un pubblico moderno, potenziando e modernizzandolo senza toccare/inficiare minimamente i punti di forza che ha sempre avuto? Pac-Man Championship Edition DX + è un ottimo esempio.

pac man championship edition dx screen

N.B.: Pac-Man Championship Edition DX e DX + sono la solita versione, solo che la Plus è stata lanciata l’anno scorso, e se già possiedete la DX liscia, il gioco si aggiornerà automaticamente alla DX senza costi aggiuntivi. Altrimenti potete acquistare direttamente (come ho fatto io) la versione DX +.

Per i nostalgici o amanti dell’old school potete scegliere prima di ogni partita che tipo di grafica usare tra quella delle diverse incarnazioni su console (dall’originale arcade passando per quella di Pac Mania, e lo stile al neon della versione precedente della Championship Edition), e c’è una buona manciata di tracce techno/eurobeat che stranamente ci stanno bene, tutto selezionabile prima di ogni partita. Anche se a questo riguardo, qualche traccia musicale in più sarebbe stata gradita, visto che sono davvero una manciata, e non conto quelle DLC di Dig Dug e Rallly X…. perchè sono DLC. Tecnicamente non c’è davvero nulla da dire, anche con una passata di HD, Pac Man non sarà mai un titolo “spremi-hardware”. Ed uno dei tanti esempi di come il mungere il processore venga secondo al divertire.

Darò per scontato che non abbiate vissuto sotto un sasso (non sto a discutere la comodità del masso in questione) ed abbiate avuto contatti anche rari con la civiltà negli ultimi 30 e passa anni, quindi non aspettatevi che vi spieghi come funziona Pac Man.

Rispetto alla formula originale, le differenze principali a livello di puro gameplay sono queste: a vostra disposizione avete una scorta di bombe da utilizzare per rimandare i fantasmini a schermo nella loro “casa” al centro del labirinto, come ultima risorsa quando non avete via di fuga (che riduce la velocità di gioco), e mangiando tutti i pallini di una fila, appare un frutto od icona, che se mangiata modifica il lato opposto del labirinto in una nuova sezione. Ed i fantasmini dormienti possono formare “trenini” e possono contenete pillole per estendere la durata del tempo in cui potete mangiare fantasmi. E c’è una velocità di gioco, che aumenta mangiando frutti/oggetti/fantasmi e diminuisce se perdete vite od usate le bombe.

Il gioco offre 8 set/percorsi (più uno per giocare liberamente i labirinti), che si sbloccano via che completamente le mini-missioni/sfide in cui è strutturato il gioco: generalmente ogni tavolo ha l’attacco ai punti in versioni da 5 e 10 minuti (avete 5 o 10 minuti per fare il miglior punteggio che potete), una sfida sulla combo massima di fantasmini che riuscite a mangiare di fila, e dai 10 a i 20 mini-time attack in cui avete un certo numero di frutti da far apparire e mangiare entro un tempo limite ristretto. Questo compartimentalizzare funziona, in quanto tiene il focus sui punti di forza di questi vecchi giochi arcade, ovvero sulla corsa all’high score, ai tempi migliori, e lo organizza in maniera adatta ad un titolo moderno, con il solito rapporto/rischio ricompensa alto che fece la fortuna di tantissimi videogame dell’epoca.

E nonostante le sfide offerte da ogni percorso/labirinto seguano quasi tutte questa struttura, la conformazione dei percorsi ed il continuo modificarsi degli stessi rende un po’ diversa ogni partita, visto che non sempre avrete una via di uscita sicura o riuscirete a fare un buon punteggio se non sapete come sfruttare bene incroci e “strade” per massimizzare i punti o sfuggire meglio ai “trenini” di fantasmi, alcune delle sfide poi sono molto difficili anche se vi ritenete bravi, il vecchio Pac può ancora farvi sudare non poco un buon punteggio. 😀

pac-man championship edition results

E la struttura a “missioni/mini-modalità” permette di mantenere l’interesse del giocatore per un po’, specialmente se siete competitivi, volete scalare le classifiche ed ottenere tutti i trofei e medaglie, il titolo allora avrà per voi un’enorme rigiocabilità. Un pò troppo “segno dei tempi” il dover fare un buon punteggio in una specifica modalità o percorso e doverlo postare su facebook, perchè le medaglie si ottengono così. Ve lo dico perchè se usate una tv vecchia (cosiddetta SDTV) preparatevi ad un’immagine non adattata allo schermo (perlomeno potete aggiustarne le dimensioni nelle opzioni) e font microscopici che non riuscirete a leggere (tra cui le indicazioni per ottenere trofei/obiettivi e medaglie).

L’unico vero problema di questa Championship Edition DX + è che per essere la versione “super turbo ultra alpha giga hyper” di Pac Man, non sembra impegnarsi moltissimo nel convincere neofiti o nuove generazioni di giocatori, e quello che intendo riguarda l’offerta di questa versione. Lasciando da parte più percorsi (ce ne sono 4 scaricabili come DLC, sì, ma secondo me dovrebbero essere già dentro il titolo), sarebbero state davvero gradite più varianti, più modalità, non so, con teletrasporti nel percorso che vi rimbalzano da una parte all’altra del labirinto, vista la struttura basica e arcade, il modo di sperimentare aggiungendo elementi alla struttura base c’è eccome. Ma la Namco ha voluto giocarla sul sicuro, e non dico che vada bene mettere il focus su quelli che sono sempre stati i punti forti di Pac-Man – anzi, va benissimo – ma considerando anche lo sforzo fatto da altre compagnie con versione moderne/reimmaginate di brand storici della cosiddetta Epoca D’Oro Del Videogame (esempio konami con Frogger Hyper Arcade Edition o il nuovo Burgertime), un po’ viene da chiedersi se questa versione valga i 10 € circa richiesti, visto che non c’è manco la possibilità di giocare in due, sia online che sulla stessa console. Il porting per NES dell’originale supportava due giocatori, questa versione “definitiva”…. no. Il che sembra un pò un paradosso.

Commento Finale

pacman ce dx

Pac-Man Championship edition DX + è un ottima versione del classico che riesce a far funzionare in ambito moderno la formula puntando sui punti di forza di sempre, adattando la vecchia formula arcade con enfasi sull’high score bene in varie mini-sfide a punteggio, a tempo od a combo, ma che purtroppo se la gioca un pochino troppo conservativa e l’offerta a livello di contenuto e varianti sulla formula è un pizzico misera, anche per un titolo in digital delivery a prezzo contenuto (a parte le classifiche, niente multiplayer di qualsiasi genere, sia online che locale). Non che non manchi veramente il contenuto o motivi per rigiocarci, tra medaglie, obiettivi e semplice voglia di migliorare il proprio punteggio/abilità, ma non cerca proprio di convincere – con qualche maggior variante sulla formula e percorso in più – anche giocatori nuovi che non sono molto interessati a ri-proposizioni di giochi vecchi, o giocatori della vecchia guardia che magari hanno perso stipendi sui veri cabinati o sui porting per Atari e compagnia.

Una buona scelta per riprendere a mano od essere introdotti a Pac-Man, che potrà piacervi non poco, ma non consiglio di prendere a prezzo pieno, ma subito a sconto. 🙂

Fine! =)

No, sul serio, tutto qui! Devo continuare a studiare per la mia Tesi.
Voi, godetevi il resto di questa domenica. =)

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