The Weakly Hobbyt #145

The Weakly Hobbyt #145

Bentornati per un numero del Weakly Hobbyt di contenuto decisamente filmico, tra la recensione del recentissimo Captain America: The Winter Soldier, della prima parte di Ghost In The Shell: Arise (prequel-reboot della nota serie cyberpunk), e la prima stagione della sitcom TV  a sfondo poliziesco Brooklyn Nine, per finire con un nuovo gdr/strategico free-to-play per PS Vita, tale Destiny Of Spirits. Poco videogioco stavolta, ma ci rifaremo presto! Enjoy! 😀

Captain America – The Winter Soldier
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)

Captain America - The Winter Soldier

Dimostrazione che non sono un pazzo: articolo di Captain America – The Winter Soldier invece che quello sul prossimo albo di Asterix, che quindi slitta a settimana prossima, mandando a donne di bella presenza i miei piani per i futuri Weakly Hobbyt.

Ma la vita è fatta di imprevisti, e questo non lo era neppure, semplicemente non ci avevo pensato quando ho steso i miei piani di scrittura, e quindi…

Captain America, e che ve lo dico a fare, è il nono film dell’Universo Cinematico Marvel, seguito diretto di Captain America – The First Avenger e seguito indiretto di Marvel’s Avengers, per più di una ragione. Per di più, il film funge da interquel per la serie tv Agents of S.H.I.E.L.D., di cui parleremo appena questa si concluderà (e se avrò tempo), ed il suo finale di stagione. Prometto che non vi spoilero nulla nè sull’una nè sul film stesso, visto che in Italia o deve ancora uscire nelle sale, o è appena uscito.

Captain America - The Winter Soldier

Steve Rogers (Chris Evans) e Natasha Romanova (Scarlett Johansson) sono gli ottimi protagonisti del nuovo film Marvel.

Il film si svolge due anni dopo gli avvenimenti di New York City; Captain America è ormai membro di spicco di S.H.I.E.L.D., che continua a tenere un occhio più vigile che mai sul mondo e tutti gli affari sporchi che vi circolando. In una missione, Captain America deve salvare alcuni membri importanti dello S.H.I.E.L.D. presi in ostaggio da un criminale algerino su una nave al largo dell’Oceano Indiano. In quella missione, Captain America, che collabora e coordina il gruppo d’assalto del gruppo di spionaggio e intervento, nota che la Vedova Nera, ovvero Natasha Romanova ha mancato il suo checkpoint e ,investigando, scopre che sta scaricando dati dalla nave.
A fine missione, Steve Rogers ha una parola con Nick Fury, che però risponde enigmatico come suo solito. Rimasto solo, Nick Fury scopre che neppure lui riesce ad accedere ai dati scaricati da Romanov sulla penna USB, anche se il codice di sicurezza sembra provenire direttamente da lui. Nick inizia a sospettare che S.H.I.E.L.D. sia stata infiltrata e chiede al suo amico e rappresentante dell’agenzia verso l’esterno Alexander Pierce di rinviare il Progetto Insight, che prevedeva di lanciare tre Helicarrier, potenziati da tecnologia Stark, nella bassa atmosfera terrestre per un maggiore controllo globale sulla criminalità organizzata e sul terrorismo.
Più tardi quel pomeriggio Nick Fury viene assaltato da diversi criminali vestiti da poliziotti, e infine da un soldato con un braccio metallico. Nick Fury fugge verso casa di Captain America, ma ormai gli è chiaro che dentro la sua agenzia di spionaggio, c’è uno spionaggio ancora maggiore e più malvagio….

Captain America - The Winter Soldier

Nick Fury (Samuel L. Jackson) mostra a Captain America i nuovi helicarrier S.H.I.E.L.D.

Non dirò altro sulla trama, che a questo punto si fa davvero interessante e da cui partono diversi spunti per futuri film Marvel che, ne sono certo, sono ormai già in programma da tempo per la Fase 3 dell’Universo Cinematico Marvel (vi ricordo che siamo nella Fase 2).
Il film è tutto sommato estremamente godibile, e lo classifico come nettamente superiore al primo Captain America, che su queste pagine non ho recensito perchè eravamo in pausa estiva, ma che valuterei 7/10 e sicuramente avrò modo di recensire quando, tempo concesso, mi rivedrò tutti i film Marvel di fila. Sappiate comunque che il film mi ha un pochino ricordato Iron Man 3, anche se lo considero addirittura un tantino superiore.

I personaggi principali della vicenda sono, ovviamente, Captain America, Nick Fury e la Vedova Nera, a cui si aggiungono Falcon e qualche agente dello S.H.I.E.L.D. (tra cui, di ritorno, anche Maria Hill). Altre new entry sono ovviamente il titolare Winter Soldier e l’amico di Nick Fury e rappresentante dello S.H.I.E.L.D., Alexander Pierce.

Captain America - The Winter Soldier

Sam Wilson, alias Falcon (Anthony Mackie) è la nuova spalla di Cap

Ho trovato molto convincente tutte le loro prove di recitazione, e in particolare Steve Rogers guadagna un pò di umanità e spessore in più in questo film, visto che nella sua storia delle origini era un pochino molto prototipato e in Avengers era totalmente messo in ombra dal carattere esuberante di Tony Stark. Spero di vederlo tornare in questa veste di leader nel secondo Avengers, visto che è quello il posto che gli spetta di diritto.
Bravissima anche Scarlett Johansson nel ruolo di Natasha Romanova, il suo ruolo da spalla di Captain America è spettacolare in ogni momento, e come una vera spalla, aiuta il protagonista in ogni momento in cui questi non saprebbe come cavarsela. Mi sono piaciuti anche Sam Wilson alias Falcon e Nick Fury, ancora una volta e sempre un passo o due avanti la sua concorrenza.

Bravo anche l’attore che ha interpretato Alexander Pierce, il suo ruolo nel film è davvero riuscito, anche se la fine che fa è molto anticipabile. Non mi ha convinto al 100% Winter Soldier, nè il personaggio nè le sue motivazioni o la sua storia di sfondo, ma spero che queste possano venire presto espanse.

Captain America - The Winter Soldier

Captain America e Winter Soldier (Sebastian Stan): erano amici da quando erano bambini e si divertivano a picchiarsi con coltelli, scudi e bracci metallici già allora!

Le scene girate sono, come ormai siamo abituati da film Marvel, davvero maestose, e per quanto non si arriva all’epicità di Avengers, davvero poco ci manca; effetti speciali bellissimi, inquadrature ben riuscite, effetto 3D convincente, momenti di scazzottate, momenti drammatici, momenti di spionaggio, momenti divertenti…il film ha davvero tutti gli ingredienti per diventare il migliore film della Fase 2 dell’Universo Cinematico Marvel. Anche se, dopo aver visto il primo trailer di Guardians of the Galaxy (in uscita il primo agosto), ho dovuto ricredermi, e molto, su quest’ultimo.

Punti negativi? Pochi.
Alcune scene finali sono un pò troppo telefonate, le motivazioni di alcuni personaggi non del tutto chiare, e per quanto la rivelazione di metà film sul vero antagonista del film sia geniale, verso fine film lo scoop è passato e si inizia a pensare sui perchè e per come. Lì il film mostra un pochino di debolezze, avendo giocato le sue carte più geniali e inaspettate troppo in fretta. Tuttavia, questo non toglie che il godimento complessivo del film è elevato. Per quanto mi siano piaciuti sia Thor – The Dark World che Iron Man 3, penso che questo Winter Soldier sia il migliore dei tre.

Concludendo su Captain America: film consigliatissimo. E, come sempre, rimanete seduti nel cinema fino alla fine per non perdervi le scene post-credits, che sono davvero WOW!

Voto Personale: 8/10

Brooklyn Nine-Nine – Season One

(A cura di Alteridan)

È la prima volta che scrivo un articolo su una sitcom e questo perché era da molto tempo che non ne vedevo una, a parte qualche episodio di The Big Bang Theory visto per sbaglio (con successivo momento di “OMG what have I done?!”). Fortunatamente Brooklyn Nine-Nine si attesta su ben altri livelli e si è fatta apprezzare dal primo all’ultimo episodio dell’unica stagione andata in onda fin’ora.

Brooklyn Nine-Nine segue le vicende di un intero distretto della polizia di New York, il 99° del quartiere di Brooklyn per l’appunto, il distretto è formato da soggetti di ogni sorta e proprio l’improbabile combinazione di questi personaggi dal carattere spesso esagerato rende questa sitcom così divertente.

Le situazioni saranno sempre al limite del surreale.

Il distretto è guidato dal freddo capitano Ray Holt, il nuovo capitano appena insediatosi e diventato celebre per essere il primo omosessuale ad avere un posto di comando nella polizia di New York. Holt, interpretato da Andre Braugher, viene (non troppo) segretamente preso in giro dai suoi sottoposti per essere una sorta di automa e per non lasciar trasparire alcuna emozione.

La squadra di detective è formata da Jake Peralta (Andy Samberg), il jolly del distretto e vero protagonista della serie, svolge il ruolo dell’eterno bambino sempre alle prese con qualche scherzo perpetrato ai danni dei suoi colleghi; Amy Santiago (Melissa Fumero), brillante ma fin troppo ligia alle regole; Charles Boyle (Joe Lo Truglio), il miglior amico di Jake e costantemente preso in giro dalla squadra; Rosa Diaz (Stephanie Beatriz), scontrosa e incapace di relazionarsi con gli altri; Terence Jeffords (Terry Crews), un armadio con una fobia per l’azione a capo della squadra di detective.

Charles e Jake regaleranno sempre delle grosse risate.

Il cast si completa poi con Gina Linetti (Chelsea Peretti), una civile che lavora come amministratrice e segretaria personale del capitano Holt, e con la coppia di detective Hitchcock (Dirk Blocker) e Scully (Joel McKinnon Miller), i poliziotti peggiori della polizia di New York.

La serie combina tutti questi personaggi lasciando il ruolo di mattatore a Jake Peralta, il collante dell’intera squadra e di conseguenza dell’intera sitcom. Le situazioni che si verranno a creare avranno sempre dell’inverosimile rendendo l’intera serie piena di sketch freschi e difficilmente visti in altre produzioni. Lo sforzo impiegato nella creazione dei personaggi e l’incredibile alchimia che si sente nella visione degli episodi rende l’intera serie un vero e proprio capolavoro capace di far impallidire molte delle serie andate in onda in questi ultimi anni, spesso inutilmente sopravvalutate.

Il cast principale al completo.

Brooklyn Nine-Nine offre 22 episodi di circa mezz’ora ciascuno che vi faranno sbellicare dalle risate. Gli episodi, ad una prima occhiata scollegati tra loro, presentano anche una trama orizzontale degna di nota che culminerà poi in un finale di stagione assolutamente geniale.

Premiata con due Golden Globe come Best Television Series – Musical or Comedy e come Best Actor – Television Series Musical or Comedy al protagonista Andy Samberg, Brooklyn Nine-Nine è un capolavoro che chiunque dovrebbe vedere e che dovrebbe essere preso ad esempio per le produzioni future.

There’s A Ghost In My Soup: ARISE

(A cura di Wise Yuri)

Ghost In The Shell: Arise

Terzo appuntamento di fila su queste pagine con Ghost In The Shell, fresco per voi ho la prima della proiezione filmica di Ghost In The Shell: Arise, una re-immaginazione del manga originale di Masamune Shirow che è anche un prequel, progetto composto di 4 OAV. La proiezione unica italiana del 2 aprile è un “blocco” contenente i primi 2 episodi (Ghost Pain e Ghost Whispers), con il terzo uscito quest’anno in patria ed il quarto finale ancora da essere proiettato/finito. Quindi c’è una buona probabilità che vedremo il secondo blocco con la conclusione l’anno prossimo nelle sale nostrane.

Ma parliamo di Ghost in The Shell: Arise, non di date di proiezione e roba del genere. D’ora in poi userò l’acronimo GITS per.. beh, Ghost In The Shell.

Come già accennato sopra, GITS: Arise è un prodotto a metà tra il prequel ed il reboot del manga originale, diretto da Kazuchika Kise e che come da tradizione per il brand, è una serie a sè stante, con una caratterizzazione e storia diverse.

Prima però, lasciatemi ribadire che si tratta più di un “prime impressioni” che di una recensione vera e propria, visto che dovrei prima vedere tutti e 4 gli OAV, ma ancora non é uscito in giappone l’OAV finale. Quindi ci sarà da dare un’occhiata complessiva al progetto una volta completo, ma questo é quel penso dei prime due OAV.

Ad essere onesti, Ghost In The Shell: Arise é un progetto che da una parte può esser visto come un prequel ideale, e da un’altra come un prodotto non all’altezza del nome illustre che sfoggia. Si potrebbe dire che é una cosiddetta mixed bag.

Anche se ciò dipende da cosa vi aspettavate dall’opera, perché se vi aspettate qualcosa alla pari del film del 1995 di Mamoru Oshii, rimarrete delusi, anche se non capisco l’avere aspettative così alte in questo caso.

Personalmente, a giudicare dal trailer e dal materiale visto, mi aspettavo una storia di origini ed una serie con maggior enfasi sull’azione, e stavolta ci ho indovinato, Arise é esattamente questo.

ghost in the shell arise scren

Per quanto riguarda il tipo di storia, é appunto una di origine, in cui vediamo una più giovane ed inesperta Motoko Kusanagi, maggiore in seconda dell’esercito, avvicinarsi alla Sezione 9 di Pubblica Sicurezza e formare la propria unità, andando ad incontrare per la prima volta personaggi come Batou, Ishikawa, Boma, etc. Non so però di quale opera in particolare dovrebbe servire come prequel, ma dal cast direi Stand Alone Complex. Supposizioni e basta per ora, però.

A dir la verità ogni OAV, pur avendo un’ovvia continuità tra loro, é impostato più come un episodio diuna serie TV, con un nuovo caso e problematica che perlo più che si consuma e risolve entro la fine dell’OAV. Ed onestamente questo formato é un pò un problema, più che altro perché congiunto con la scelta di non raccontare una storia sola, ma 4 più piccole con continuità, si vedono soluzioni di screen play un pò convolute e sezioni in cui il singolo OAV é portato ad esaurire il suo specifico filone narrativo in maniera un pò troppo brusca, quando magari si poteva avere una storia più grande ed episodi singoli interconnessi ad essi, con OAV finora autoconclusivi non c’è molta coesione. C’è un filo comune, badate bene, ma almeno in questi due episodi non è molto forte.
Viene da chiedersi perché non fare direttamente 4 film, visto che questo formato – più lungo di un episodio TV ma più corto di un feature film – tarpa un pò le ali al progetto. Problemi di budget, immagino.

Ad ogni modo accennavo prima a come Arise é molto più action, e lo é, il che può essere una buona alternativa, visto che il brand non ha mai avuto un particolare focus sull’azione, e ci può stare con un cast di personaggi più giovani ed inesperti rispetto a come appaiono in altri Ghost In The Shell. Ed obiettivamente Arise ha un sacco di scene d’azione spettacolari, tutte molto ben realizzate, specialmente nelle battaglie, estremamente ben animate, con il giusto ritmo e soddisfacenti (ed il solito contorno di arti cyborg strappati o divelti dal proprietario per il troppo sforzo).

gits arise dolls

La domanda che viene da farsi é quindi se ciò va a discapito di trama, personaggi e tematiche, specialmente le ultime.

La risposta é…. Nì.

Quello che intendo é che molti fan rimarranno un pò delusi, perchè la parte che per molti É Ghost In The Shell, cioè il commento filosofico/riflessivo sulle interazioni e problematiche tra uomini e macchine sempre più indistinguibili. la forte componente emozionale (sviluppata da scene che facevano anche i comodi dell’intreccio)Arise non ha molto di questo elemento, che è presente, ma una particolare e dettagliata caratterizzazione psicologico/etica non è il focus maggiore dell’opera o particolarmente sviluppata. C’è sicuramente spazio per espanderla, ma in questi due primi OAV è un pò abbozzata, ed in questo senso Arise è deludente.

Detto ciò, sarebbe ingiusto dire che questo è una serie d’anime d’azione insensata e bassa qualità con il nome “Ghost In The Shell” appiccicato sopra, perchè ha tutto quello che caratterizza Ghost In The Shell: intrighi politici, operazioni illecite ed incidenti che coinvolgono terroristi, cyber criminali, investigazione, scene d’azione spettacolari, un ottimo design e tono cyberpunk. E c’è anche un nuovo tipo di mech, un Logicoma, che è praticamente un sostituito dei Tachikoma e dei Fuchikoma, quei robot aracnidi con un IA molto allegra ed infantile, che servono da elemento comico e fanno simpatia. In ogni caso, ha quello che Ghost In The Shell deve avere, con trame interessanti e con alcuni graditi colpi di scena, è ben scritto e per lo più ben diretto.

Un altra variante della serie "xxxx-koma".

Un altra variante della serie “-Koma”, stavolta chiamato Logicoma.

E non è un reimpasto di quanto già visto, perchè Arise ha nuovi personaggi, nuove trame ed aggiunge qualcosa al franchise, anche se innegabilmente alcune cosa sanno di “già fatto, già visto”, ma non è una serie disutile o superflua. Lasciando da parte che comunque sarebbe stato difficile contentare tutti o raggiungere la qualità del film del 1995, perchè tanto non siamo mai contenti. Per dire, ho trovato la direzione più action adeguata, perchè non credo sarebbero riusciti a creare un’opera profonda come il film di Mamoru Oshii, e forse la scelta di questo tono deriva da questo, sapevano che senza uno script e personaggi eccellenti, non sarebbero riusciti a fare una cosa del genere (anche con questa divisione dell’opera in 4 OAV). Anche se in questa ottica, avrei fatto a meno di parecchia esposizione. Ma appunto, il “problema” è che la serie ha alti standard qualitativi, ed i fan sono esigenti, a ragione. Ed anche quando il risultato sono due molto buoni OAV, è difficile non sentirsi un pizzico delusi.

La qualità dell’animazione – curata come sempre da Production I.G.- è davvero eccellente, molto dettagliata, con scene di lotta estremamente fluide, un buon mecha design ed un’0ttimo uso della CG, che è inserita davvero in maniera quasi invisibile (se non mi fossi fermato un secondo a dare un’occhiata ad alcune scene, non avrei manco notato che erano in parte in CG). L’unico neo è che in alcune scene si nota che non è quella enorme produzione con qualità da film – appunto – con alcune scene che potrebbero (quasi) venire da una serie TV con ottima animazione. Ma sto facendo il puntiglioso a questo riguardo.

Di ottima fattura anche la colonna sonora, che rispecchia il tono molto più action, ed onestamente ci sta davvero bene, non ho davvero molto altro da dire al riguardo. Quello su cui invece ho qualcosa da dire, ed ho trovato un difetto non da poco, è il doppiaggio italiano, che purtroppo non è all’altezza, con più di un caso in cui una battuta è recitata con il tono sbagliato o arraffonata, e le voci purtroppo non sono sempre adattate, nonostante doppiatori italiani per lo più noti e competenti (che i più navigati potrebbero facilmente riconoscere).

Commento Finale

gits motoko e logicoma

La prima parte di Ghost In The Shell: Arise (i primi 2 OAV) è un buon esordio per questa nuova serie che sta in equilibrio tra il prequel e la reimmaginazione/reboot, una storia di origini con eccellente realizzazione tecnica, nuovi personaggi ed una maggiore enfasi sull’azione, che funziona, ha una buona caratterizzazione ed è una buona alternativa (specialmente rispetto ad eccessi di lirismo spesso fine a sè stesso come GITS 2: Innocence), ma la strana scelta di raccontare la storia in episodi autoconclusivi poco interconnessi ed il formato OAV (in congiunzione con uno screenplay che in certi punti affretta lo sviluppo degli eventi per vedere la fine e far rientrare ogni episodio nella durata da OAV, più lunga di quella di un’episodio da serie TV, ma più corta di un film) che spesso sembra un pò troppo stretto per sviluppare a modo le singole trame. Ed il doppiaggio italiano è più che decente, ma non all’altezza, purtroppo.

Ma ribadisco, è un giudizio parziale, perchè mancano ancora 2 OAV, che potrebbero migliorare non poco, quindi ci sarà da aspettare quelli per dare un giudizio vero e proprio sull’opera in sè. Tenete questo in mente.

Ed inevitabilmente deluderà non pochi fan, perchè al confronto con il film del 1995 Arise non regge, manca (per usare un termine adeguato) del ghost, dell’anima intellettuale/intelligente che caratterizza la serie, ma sarebbe fazioso bollare questo prequel/reboot come “spazzatura non all’altezza del nome che porta”, perchè è molto ben fatto, ha i suoi difetti, ma se vi piace Ghost In The Shell, consiglio di recuperarlo (per chi ha saltato questa proiezione unica) per home video quando uscirà, è un prodotto di qualità. Non un capolavoro, ma decisamente ben fatto e degno del vostro tempo.

 

Ed è tutto per la terza (ed assolutamente improvvisata) Ghost In The Shell Week qui sul Checkpoint Cafè, ed anche per la stagione 2014 di anime al cinema della Nexo Digital, prossimamente ci sarà un film live action (cioè con attori, non animato) il cui nome dirà qualcosa ai più appassionati, ovvero Space Battleship Yamato, ed Il Giardino Delle Parole di Makoto Shinkai (di cui ho visto alcuni corti, che mi fanno ben sperare per questo film), che non vedrò al cinema e non vedrete recensiti su queste pagine.

ma non è sicuramente l’ultima volta che parlerò di Ghost In The Shell in questa sede. 😉

 

Destiny of Spirits

(A cura di Alteridan)

Destiny of Spirits è arrivato un po’ in sordina: dopo la beta di due settimane dello scorso ottobre si erano un po’ perse le tracce di questo interessante titolo free to play destinato alla portatile Sony, il gioco è poi stato rilasciato ufficialmente dopo quasi cinque mesi di silenzio, esattamente lo scorso 26 marzo.

Destiny of Spirits è sostanzialmente un incrocio tra uno strategico online e un gioco di ruolo giapponese sulla falsa riga di un Pokémon a caso. Come nella fortunata serie dedicata ai mostriciattoli Nintendo, in Destiny of Spirits dovremo catturare, far crescere e far combattere degli spiriti ispirati alle diverse mitologie mondiali. Il gioco non ha praticamente nessuna trama di fondo: durante i primi minuti di gioco verremo informati della nostra capacità di entrare in contatto con il mondo degli spiriti e di comandarli a piacimento, grazie a questa abilità dovremo purificare la Terra dagli spiriti malvagi. Tutto qui, si aprirà quindi una schermata raffigurante un mappamondo diviso in diverse zone e da lì dovremo scegliere le battaglie da combattere per purificare il mondo. In ogni zona ci sarà da combattere alcuni spiriti minori fino ad arrivare al boss finale da sconfiggere per purificare la zona relativa, aprendo la strada per ulteriori zone e combattimenti. E così fino alla purificazione totale del mondo.

L’interfaccia è molto pulita e permette di avere sempre tutto sotto controllo grazie all’utilizzo di punti esclamativi che ci informano degli aggiornamenti nelle varie sezioni.

Destiny of Spirits è un gioco online completamente PvE (player vs. environment) ma date le somiglianze con i pokémon e con giochi di carte collezionabili come Magic o Yu-gi-oh! è anche un gioco con una forte componente social. Tra amici è possibile scambiare e prestare spiriti, una volta al giorno è anche possibile evocare uno spirito casuale con un amico a scelta e in alcuni casi gli amici potrebbero intervenire nei combattimenti sferrando attacchi contro il boss che stiamo fronteggiando. La componente social si ripercuote anche sugli spiriti evocabili: Destiny of Spirits è diviso in tre macroaree, Europa, Asia e America, solo i giocatori in quelle zone possono evocare gli spiriti della loro area e di conseguenza per poter avere accesso agli spiriti degli altri continenti è necessaria la collaborazione dei giocatori di tutto il mondo.

Parlando del combattimento, in Destiny of Spirits ogni battaglia si svolge in tempo reale tra due schieramenti di massimo sei spiriti, di cui solo tre per volta possono essere sul campo contemporaneamente. Ogni spirito ha determinati valori di attacco e velocità che influiscono rispettivamente sui danni inflitti e sull’ordine di attacco, in qualsiasi momento sarà comunque possibile mettere in pausa il combattimento per impartire ordini ai propri spiriti come ad esempio fargli cambiare bersaglio oppure utilizzare le abilità speciali. Le abilità possono essere sia attive che passive: le abilità attive possono essere usate da ogni spirito e possono causare danni diretti o possono applicare bonus/malus agli altri spiriti; al contrario le abilità passive non sono disponibili per ogni spirito, solo quelli più rari ne possiedono una e concedono bonus all’intero team ma solo se lo spirito è stato scelto come caposquadra. Come per i pokémon poi, ogni spirito appartiene ad un determinato elemento il quale ha debolezze e resistenze verso gli altri dei sette elementi globali.

Oltre agli spiriti ispirati alla mitologia è possibile evocare degli spiriti appartenenti all’universo PlayStation ma disponibili solo per un periodo limitato. In questo momento sono presenti creature ispirate a Gravity Rush e Knack.

Destiny of Spirits è un titolo free to play, il che significa che ha al suo interno un sistema di microtransazioni. Nel mondo di Destiny of Spirit sono presenti tre tipi di valute: le pietre evocanti, necessarie per evocare nuovi spiriti; i punti spirito utili per noleggiare gli spiriti degli altri giocatori e per far salire i livello gli spiriti in nostro possesso; e le sfere del destino che servono per accedere alle evocazioni avanzate, per curare gli spiriti esausti e per effettuare altre piccole azioni in gioco. I primi due tipi di valuta sono facilmente reperibili durante i combattimenti e raggiungendo determinati obiettivi, le sfere del destino sono invece più rare e possono essere acquisite solo in due modi: tramite bonus di login giornaliero e tramite l’acquisto per denaro reale. Va detto che le sfere del destino non influiscono granché sull’esperienza globale: le evocazioni avanzate differiscono da quelle normali per una maggiore possibilità di trovare spiriti rari o super rari mentre gli spiriti si curano ad un ritmo piuttosto veloce con il tempo senza dover sprecare sfere per accelerare il processo.

A volte alla fine di una battaglia potrebbe apparire un boss speciale da combattere assieme agli amici per proseguire negli eventi mondiali.

In conclusione Destiny of Spirit è un buon titolo da sfruttare tra un titolo importante e un altro, con un sistema di microtransazioni per nulla importante e con un buon bilanciamento tra gli spiriti. Tra i difetti bisogna includere l’eccessiva presenza di schermate di caricamento sia tra le schermate dei menu che tra i combattimenti, questo purtroppo dipende dall’essere un titolo completamente online; una colonna sonora ripetitiva e poco ispirata e l’assenza di un’enciclopedia o una lista degli spiriti evocati e incontrati, una sorta di pokédex per intenderci. Sony e gli sviluppatori hanno comunque più volte affermato di voler aggiornare periodicamente il gioco e almeno in questi primi giorni va detto che il supporto e i nuovi contenuti non sono mancati.

Voto personale: 7/10

Che siate uomini, eroi, donne o Tachikoma, ci si rilegge su queste pagine, aspettatevi qualche novità extra-Weakly nel frattempo!

4 Risposte to “The Weakly Hobbyt #145”

  1. The Weakly Hobbyt #189 | Checkpoint Café Says:

    […] al cinema. Seguito non solo di Marvel’s Avengers, ma anche di Thor – The Dark World e Captain America – The Winter Soldier (e in parte anche di Guardians of the Galaxy), questo nuovo film Marvel che riunisce gli eroi più […]

  2. Ghost In The Shell: Arise [PARTE 2] | Checkpoint Café Says:

    […] non rendere questo articolo ancora più lungo di quanto sono sicuro verrà fuori, vi rimando alla mia recensione/impressione sui primi due OAV per maggiori info e considerazioni specifiche, […]

  3. The Weakly Hobbyt #200 | Checkpoint Café Says:

    […] Cinematico Marvel, iniziata con Iron Man 3, continuata con Thor: The Dark World, Captain America – The Winter Soldier, Guardians of the Galaxy e Avengers: Age of Ultron, senza dimenticare le due stagioni di Agents of […]

  4. Spectre [Recensione] | Checkpoint Café Says:

    […] una buona colonna sonora. Volete un bel film di spie ed agenti segreti? Recuperate e guardatevi o The Winter Soldier o Kingsman. Questo? […]


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