The Weakly Hobbyt #155

The Weakly Hobbyt #155

Anche quest’anno l’E3 è andato, con alcune sorprese, molte conferme e via dicendo, il nostro commento finale riassuntivo sulla conferenza arriverà un pò in ritardo, ma nel frattempo c’è sempre il Weakly, questa domenica con la recensione dell’acclamato Wolfenstein: The New Order, per un numero (come l’intro) in versione redux, lo so, ma l’E3 ed i Mondiali richiedono il loro tributo di sonno e tempo! 🙂

Buona lettura!

Wolfenstein: The New Order

(A cura di Alteridan)

Versione giocata: PC

Wolfenstein, un nome che dovrebbe essere ben impresso nella memoria di qualsiasi videogiocatore degno di tale nome: creato da id Software, Wolfenstein 3D fu il capostipite di un genere che ha fatto la storia. Cosa sarebbe accaduto al nostro hobby preferito se in quel lontano maggio del 1992 non fosse stato pubblicato Wolfenstein 3D? Probabilmente non avremmo mai avuto gli fps, o forse il loro arrivo sarebbe solo stato posticipato facendoci perdere perle del calibro di DooM o Quake.

What if?

Cosa sarebbe accaduto se i nazisti avessero vinto la Seconda Guerra Mondiale? A questa domanda risponde Wolfenstein: The New Order, settimo episodio della serie e quinto shooter in prima persona.

Come da tradizione, The New Order ci mette nei panni di William J. Blazkowicz, un capitano dell’esercito americano impegnato in una missione disperata per colpire e annientare il centro nevralgico della macchina da guerra tedesca. È il 1946: la guerra sta andando male per gli Alleati e l’unica possibilità per ribaltare la situazione è eliminare il generale Wilhelm “Deathshead” Strasse. La missione però va a rotoli e successivamente gli Alleati devono arrendersi alla supremazia nazista. Dato per morto durante l’attacco alla fortezza di Deathshead, BJ Blazkowicz si ritroverà in un ospedale psichiatrico polacco ben quattordici anni dopo, ricoverato in stato vegetativo a causa di un frammento di granata nel cranio. Dopo aver ripreso conoscenza e aver scoperto cosa ne è stato del mondo, BJ decide di andare alla ricerca dei membri della resistenza e di opporsi al regime nazista.

Il gioco è pieno zeppo di easter eggs, come un livello bonus che si rifà a Wolfenstein 3D.

La trama procede con un ritmo serrato, alternando momenti drammatici e comici in maniera magistrale, grazie anche ad una narrazione e una regia delle cutscene che non sfigurerebbe dinanzi ai più famosi blockbuster cinematografici americani. Da notare che la trama può cambiare radicalmente in base ad una scelta che ci verrà proposta durante le prime battute del gioco, tale decisione influenzerà in maniera pesante anche il gameplay e i livelli di gioco.

Il vecchio e il nuovo ordine

The New Order si presenta come uno shooter che riesce a fondere in maniera sapiente lo spirito degli fps old style con quel pizzico di modernità che rende il gioco appetibile anche a chi non ha mai avuto occasione di giocare ai titoli più vecchi della serie.

In primo luogo troviamo la possibilità di portare con sé tutte le armi trovate nei vari livelli, con l’eventualità di imbracciare anche due armi contemporaneamente per far fronte a situazioni che richiedono un approccio più “rambesco”. In secondo luogo ritroviamo gli indicatori della salute e dell’armatura, come nei vecchi Wolfenstein: raccogliendo medikit faremo aumentare il punteggi odi salute, con la possibilità di sovraccaricarla temporaneamente, mentre raccogliendo giubbotti anti-proiettile ed elmetti aumenteremo l’armatura. Inoltre è presente anche la rigenerazione dell’energia ma, al contrario di quanto accade negli shooter più moderni, questa non si rigenererà mai completamente ma solo fino a livelli prestabiliti, garantendo un minimo di profondità tattica a tutti gli scontri a fuoco.

Con due armi sarà tutto più frenetico ma aumenterà anche la profondità tattica: potremo impostare una delle due armi con il fuoco secondario mentre l’altra resta sul primario.

The New Order riprende anche un elemento dei primissimi titoli in 2D della serie: lo stealth. Quasi sempre sarà possibile utilizzare un approccio più furtivo per eliminare silenziosamente le minacce. Non siamo di fronte al livello di profondità di uno Splinter Cell o di uno dei Thief originali, ma lo stealth è comunque ben implementato e garantisce una maggiore varietà al gioco.

I comandanti possono chiamare rinforzi, in questo caso è preferibile un approccio furtivo.

A completare il tutto vi è anche un sistema passivo di progressione del personaggio: effettuando determinate azioni verranno sbloccate nuove abilità e nuovi potenziamenti per BJ, il tutto in base al nostro stile di gioco. Lo skill tree ha infatti quattro rami, uno per ogni tipo di approccio: furtivo, tattico, assalto e demolizione.

Nel cuore del Reich

Wolfenstein: The New Order è sicuramente il miglior titolo della serie, e probabilmente uno dei migliori shooter attualmente sulla piazza. Riesce a fondere un gunplay ottimo con un level design curato e mai banale. Manca il multiplayer, è vero, ma onestamente è meglio così. Implementare delle modalità multigiocatore avrebbe sicuramente tolto risorse allo sviluppo della campagna single player, una campagna con una trama e uno stile narrativo hollywoodiani.

Non mancheranno armi più esotiche, come questo cannone laser ad esempio.

Il titolo sviluppato da MachineGames è un gioco spettacolare, in tutti i sensi: è un’opera che riesce a fornire del sano divertimento con le sue sparatorie adrenaliniche e una regia fenomenale. Graficamente non farà gridare al miracolo, complice l’essere un progetto cross-gen, ma non è importante quando tutto il resto è stato realizzato in maniera magistrale.

The New Order è il Wolfenstein perfetto, l’esordiente software house svedese non poteva fare di meglio.

Voto personale: 9/10

-Kuru Kuru Kuru Kuru Kuru-

(A cura di Wise Yuri)

Kuru Kuru Kururin logo

Era da un pò che non recensivo qualcosa di bizzarro, quindi ecco a voi un titolo scioglilingua ed un gioco  che sprizza “Giappone” da ogni poro, che accompagnò il lancio europeo del Game Boy Advance, il che è strano oggi come lo era allora, ancora di più visto che oggi un titolo del genere sarebbe distribuito in solo digitale, se distribuito proprio (E strano è anche il fatto che il gioco uscì in europa ma non in america).

Nello specifico, Kururin é uno di quei titoli dall’aspetto dolce, dalle visuali carine e per tutta la famiglia, dalle musichette allegre, ma con un gameplay ed una difficoltà brutale, pronti a prendere il vostro ego, schiacciarlo, stenderlo, e pestarlo. La storia vede un pennuto blu con caschetto da aviatore salire sul suo bizzarro capsul-coptero e partire nella sua missione di recupero della sua famiglia, sparpagliata in ogni dove. Non ha nessun senso, ma non importa davvero in un gioco del genere.

Il gioco (sviluppato da Eighting) é un particolare puzzle/ action, nel quale dovete controllare questo strano elicottero a forma di stanghetta in strettissimi livelli, ed é davvero difficile, in quanto il vostro “stecco-cottero” ruota continuamente in senso orario od anti-orario, e viene danneggiato MOLTO facilmente dal contatto con praticamente qualsiasi cosa, siano pareti od ostacoli. Non impossibile o che richiede a forza facciate una perfect run, visto che potete subire fino a 2 colpi prima di morire e ci sono delle zone sicure che vi faranno respirare tra sezione e sezione, e ripareranno la vostra nave-cottero, il che rende il gioco “fattibile” e giocabile, ma non cambia il fatto che è difficile, davvero difficile.

Kuru Kuru Kururin screenshot

La cosa buona é che, oltre all’alta difficoltà, un livello di sfida decisamente non per giocatori impazienti, c’é un buon level design a sostenere il tutto. Perché a rendere il tuo gioco difficile ci vuole poco, mentre creare del contenuto buono (che complementi l’impronta di gioco difficile scelta per il titolo) è più impegnativo, di aumentare artificialmente la difficoltà , di fare sequenze in cui il gioco vi tira addosso anche il lavabo per tirare per le lunghe poco contenuto, son capaci tutti. In sintesi, difficoltà alta su basi solide e buon gameplay, un titolo davvero tosto ma giusto e “possibile”, un ottimo esempio di “semplice ma addittivo”.

I livelli iniziali sono relativamente facili, ma presto il tutto diventa molto più complicato e difficile, con la necessità di dover usare respingenti per far cambiare il senso di rotazione al vostro mezzo, e spazio in cui muoversi sempre minore, con corridoi strettissimi da attraversare rapidamente per evitare di sbattere di continuo contro il muro e morire, sprint audaci da fare per non trovarsi senza lo spazio necessario, magari solo per far ruotare il vostro mezzo da fermo. I controlli sono ingannevolmente semplici, perché in gran parte usate solo il d-pad, ma tenendo premuto A e B potete far muovere l’elicottero più veloce, il che é utile, specialmente da metà gioco in poi, ma può rivelarsi un’arma a doppio taglio. In ogni caso, potete cambiare la difficoltà a Facile, se vi serve.

Oltre ad un buon numero di livelli che di sicuro vi terranno impegnati per un pò, Kuru Kuru Kururin ha una discreta rigiocabilità per i temerari che vorranno rivisitare i livelli per prendere tutti i fratelli di Kuru dispersi, tutte le skin e colorazioni per personalizzare l’aspetto del vostro elicottero, e battere i record di tempo, più una modalità Sfida con brevi ma ancora più tosti livelli ( per i sadomaso che pensano il gioco normale sia facile) una modalità Pratica per allenarsi nei livelli della modalità storia (e potrebbe servirvi) ed una VS che permette di sfidare fino a quattro giocatori con una sola cartuccia di gioco (più necessari cavi di collegamento), che non ho modo di provare.

E tecnicamente abbiamo di fronte un ottima veste 2D che fa uso del famoso Mode 7, con grafica coloratissima, allegra ed un design dei personaggi bizzarro e giappo, e musichette molto orecchiabili, in tono con il resto del gioco, allegre ed un contrasto con la natura “hardecore” del gioco in sé. Non molto da dire, per un titolo d’esordio GBA è molto competente, non spinge il sistema ai suoi limiti, ma è il tipo di gioco che non ne ha bisogno.

Commento Finale

kuru kuru kururin brothas

Kuru Kuru Kururin è un altro di quei titoli stragiapponesi dal concept semplice, dall’aspetto ubercarino, colorato e coccoloso, ma dall’anima hardcore, brutale, molto difficile, che vi masticherà e sputerà vivi, un “supplizio” a cui tornerete volentieri perchè molto addittivo, divertente e capace di enorme soddisfazioni a chi deciderà di accogliere la sfida offerta, una sfida non derivante da brutto level design o castranti scelte di gameplay. Un puzzle game/action particolare, originale, brutale e addittivo , ma che vale la pena recuperare, a meno che non sappiate più come finire un titolo senza continui aiuti.

Meritevole del titolo di gemma dimenticata, secondo me.

Un peccato che i seguiti per GBA e Gamecube non siano mai usciti dal giappone. Ma c’è sempre l’import… 🙂

Asterix e Latraviata
(A cura di Celebandùne Gwathelen)

Asterix e Latraviata

Dopo il deludente scorso albo, Uderzo ci riprova a narrare una storia di sua invenzione. Sarà l’ultima che gli riuscirà… Questo albo è del 2001, infatti, e in seguito Uderzo pubblicò quasi esclusivamente raccolte pubblicate in precedenza e ridisegnate o ricolorate, oppure albi che non conterranno propriamente avventure. Eccetto uno. Ma di quell’infame parleremo tra qualche numero. Adesso, Asterix e Latraviata.

E’ il compleanno di Asterix e Obelix, e per festeggiarlo sono arrivate nel villaggio anche le madri dei due, che finalmente veniamo a conoscere! Anche i padri di Asterix e Obelix, Astronomix e Obellodalix, sarebbero dovuti giungere al villaggio, ma al momento il loro negozio di Souvenir a Condate sta andando troppo bene per poter abbandonare le vendite. Purtroppo per loro, questa partenza ritardata costa loro l’imprigionamento. I romani sospettano che i due siano giunti in possesso dell’elmo e della spada di Gneo Pompeo Magno, e ora li tengono prigionieri per quello. Viene loro rivelato dai due padri, però, che i due oggetti siano in realtà stati regalati ad Asterix e Obelix, ed i romani provano a recuperarli.

Asterix e Latraviata

Il villaggio prepara una festa a sorpresa per Asterix e Obelix!

I due, nel frattempo, vengono costretti dalle madri a trovare moglie, non proprio la loro aspirazione. La loro preoccupazione per l’assenza dei padri anche inizia a preoccuparli. Tutto cambia quando nel villaggio compare “Falbala”…ovvero sia una sosia di Falbala interpretata dall’attrice Latraviata, la cui unica differenza con Falbala è un caratterino alquanto particolare. Comunque sia, l’attrice deve fingere di essere una Falbala colpita da amnesia, e recuperare gli artefatti di Pompeo. La ragazza riesce ad abbindolare Asterix ed Obelix, che addirittura litigano per la ragazza, al punto che Obelix malmena Asterix, che per riprendersi ha bisogno di una pozione di Panoramix (a sua volta ingannato da Falbala). La pozione di Panoramix, però, non ha un effetto solo positivo su Asterix, che prima picchia Obelix, poi bacia Falbala e infine si catapulta in mare. Quando si riprende, viene salvato da un delfino e, una volta curato da Panoramix, decide di partire per Condate con Obelix per recuperare Tragicomix, il marito di Falbala. I due partono con “Falbala” su un carro verso Condate. Lì, intanto, la vera Falbala ha scoperto dell’imprigionamento di Astronomix ed Obellodalix e avvisa Tragicomix della tragedia. I due decidono di partire subito verso il villaggio in Aremorica. Altra cosa che succede nel frattempo, è che Pompeo mobilita truppe per attaccare di nuovo Cesare, portando le legoni romane in una specie di nuova guerra civile. E’ poco dopo uno di questi scontri, che i due carri di Tragicomix e Latraviata si incontrano in mezzo alla strada. La vera Falbala svela la mascherata di Latraviata ad Asterix ed Obelix, che consegna quindi le armi di Pompeo ai due eroi. Inoltre la vera Falbala avvisa i due che i loro genitori sono stati imprigionati, che porta il duo a partire subito per Condate e liberare i genitori dopo una sana azzuffata. Giusto in quel momento passa da Condate Cesare che vuole informarsi sulla situazione di tensione con Pompeo. L’imperatore scopre però presto che la sua presenza è futile; Tragicomix ha catturato nel frattempo Pompeo ed Asterix hanno scoperto le trame dei romani separatisti. Inoltre il gruppo si rappacifica con Latraviata, che non sapeva delle oscure macchinazioni contro Cesare, e, insomma, tutto e bene quel che finisce con una grande festa sotto il cielo stellato francese.

Asterix e Latraviata

La pozione di Panoramix fa impazzire Asterix!

Inaspettatamente, dopo la delusione dell’ultimo albo, Uderzo riesce a rifarsi con una storia abbastanza interessante e intrigante da divertire. Ci sono alcuni buchi nella trama, ci sono dei momenti deus ex machina come nell’albo precedente (come il delfino che salva Asterix nell’oceano atlantico), ma a parte quello, la trama è per lo più a posto.
BEllo il ruolo di Latraviata, per lo più un personaggio neutrale alla fine per la vicenda, a cui è semplicemente stato ordinato di interpretare il suo ruolo più importrante e lo fa con una passione fuori dal comune. In tutti i sensi. Strano il modo di comportarsi di Asterix dopo aver ricevuto la strana pozione recupera-salute-mentale di Panoramix, ma amen, ripeto, alcuni buchi nella trama sono presenti, ma il tutto è stato presentato con una pulizia e una cura tale che i pochi plot-hole sono perdonabili.

Asterix e Latraviata

Falbala incontra “Falbala”!

Un albo di Asterix, insomma, da leggere con piacere e con ottimi disegni! =)

Voto Personale: 7,5/10

A breve per il nostro giudizio finale sull’E3 2014, a presto per il prossimo numero!

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