Nel lungamente posticipato numero due di Melee Mania iniziamo a dare un’occhiata ad IP non legati a serie note o già esistenti, che non cavalcano su un solco prestabilito ed un nome affermato, nuove leve che osano provare qualcosa di diverso, e lo facciamo recensendo due titoli che pur avendo entrambi temi religiosi o pseudo tali, divinità in lotta e guerrieri sacri (oltre ad alcuni problemi simili) sono molto diversi tra loro, ma con carattere e stile! Buona lettura!
Sommario:
-El Shaddai: Ascension Of The Metatron
-Asura’s Wrath
Piattaforma: Playstation 3
Disponibile anche per: X-Box 360
Giocato alla/e difficoltà: Normale (difficoltà più alta disponibile dall’inizio)
-Introduzione/ Informazioni Generali/ Storia
Basato sul libro apocrifo di Enoch e su storie comuni alla mitologia ebraica e cristiana, El Shaddai: Ascension Of The Metatron (El Shaddai è un appellativo ebraico per indicare dio) narra la storia dello scriba celeste Enoch, che viene incaricato dall’angelo Lucifel (dedito alla protezione del mondo e creatura atemporale) di imbracciare le armi e combattere contro 7 angeli caduti, rei di aver mosso ed alimentato una sommossa degli uomini contro dio stesso, ed impedire ( con l’aiuto di quattro arcangeli) che l’umanità intera venga punita – e spazzata via- con il diluvio universale.
Sviluppato dalla divisione Ignition Tokyo (team composto anche di ex-membri del Clover Studio e della Capcom, ottimo pedigree senz’altro), El Shaddai è uno dei rarissimi casi in Ignition Entertaiment sviluppa un titolo (sono più noti come distributori, soprattutto dei titoli SNK). La premessa è interessante, visto anche la carenza di titoli che si rifanno a questo setting o mitologia in maniera non sporadica o casuale, ed è una storia interessante, e la narrazione è molto meno banale di quanto mi aspettavo, con alcune libertà artistiche molto gradite (come l’introduzione, non dico di cosa si tratta), ed il materiale d’origine non è molto noto, quindi non si può neanche dire che si sia andati sul sicuro con una storia “munta” già parecchie volte.
Strana però la scelta di fare un riassunto della trama ad inizio capitolo, visto che al contrario di Asura’s Wrath in cui potete decidere di non passare al prossimo “episodio”, qui passate direttamente in maniera normale al prossimo capitolo, ed è un pizzico ridondante sentire/leggere Lucifel riassumere quello che avete fatto negli scorsi 30/40 minuti. Una piccolezza davvero, in ogni caso.
Parlando di personaggi, non aspettatevi molto da Enoch stesso, anzi non aspettatevi nulla, perché é un protagonista vecchio stile, nel senso che non ha una singola parola di dialoghi e il suo personaggio non va oltre il suo ruolo di messo celestiale in una missione per conto di Dio (quindi non c’è “se vorrete accettarla” che tenga). Quel poco di sviluppo o tridimensionalità che ha é per lo più fatto via esposizione da parte di altri personaggi, tra cui Lucifel (che è molto casual ed ha un fine umorismo nelle sue telefonate “easy” con il signore) e gli angeli caduti, i quali sono personaggi più interessanti perchè hanno ognuno i propri motivi per agire, ed un comune amore per l’essere umano, sentito in maniera diversa da ogni angelo.
Il finale è soddisfacente ma un po’ ambiguo, in questo caso non sono sicuro se volessero provare a lanciare sequel bait o no.
-Gameplay / Combat System / Controlli
El Shaddai è un titolo che potrebbe spiazzare per la semplicità apparente del combat system e dei controlli in generale, perchè raramente si incontrano beat ‘em up in questi anni che utilizzano un solo pulsante per l’attacco. Ed innegabilmente le prime impressioni sono poco incoraggianti, ma sarete sorpresi nel vedere come riescano a creare un buon combat system su controlli molto semplici, un pulsante per l’attacco, uno per il salto, uno per la difesa ed uno usato per purificare armi e rubarle ai nemici. Ciò è possibile perchè El Shaddai vi permette di eseguire mosse diverse a seconda della tempistica e del ritmo con cui colpite il pulsante d’attacco (oltre ai normali attacchi speciali eseguibili in difesa), ci vorrà un po’ per capire cosa potete fare ritando l’attacco successivo di una combo, e potete eseguire un buon numero di mosse, tra contrattacchi,anche grazie ad un sistema di armi particolare ma ben congegnato. E per chi se lo stesse chiedendo, nessun QTE di sorta, zero. Il sistema di telecamera è di tipo fisso che cambia angolo automaticamente, anche se non c’è n’è un vero motivo, perchè il gioco non utilizza il sistema di schivata à-la God Of War che impiega la levetta analogica destra, ma è una piccolezza, perchè la camera fissa è ben congegnata e non diventa mai fastidiosa o capace di ostacolarvi.
Enoch può avere una sola arma alla volta, e per cambiarla dovete rubarla a nemici storditi, che hanno uno dei tre tipi di armi, l’Arch, il Gale ed il Veil, cioè una specie di arco usato come una spada – l’arma media equilibrata, un numero di proiettili usati per attacchi a lunga distanza – quella veloce ed a lungo raggio ma non molto forte o capace di grande difesa, ed infine uno scudo diviso in due e che viene usato come un doppio pugno enorme – l’arma lenta ed a cortissimo raggio ma fortissima e con la migliore difesa -. Attenzione però che continuando ad usare un’arma essa si “sporca” e quando diventa di colore arancione è meno efficace, cosa risolvibile purificandola con l’apposita funzione. Ogni arma ha un vantaggio sull’altra, nel complesso offrono un buon numero di opzioni e mosse, e visto che anche i nemici normali le usano, c’è un buon equilibrio.
Però ciò crea al contempo un grosso problema, visto che – appunto- i nemici normali (cio non vale per mini-boss e boss) usano le stesse tre armi che usate voi. Gli sviluppatori hanno avuto il buon senso di far in modo che, anche se usa la stessa arma di un nemico precedente, un’unità incontrata più avanti nel gioco la usa per esibirsi in attacchi diversi o più elaborati, ma ciò non cambia il fatto che vi sembrerà di combattere i soliti tre tipi di nemici nelle arene – il che è tutt’altro che una piccolezza – ed anche i pattern e le mosse dei nemici più avanzati incominciano a ripetersi,e la ripetitività si insinua ancora di più nel gameplay, con risultato il fatto che vorrete evitare gli scontri con i nemici normali, che alla lunga diventano noiosi e ripetitivi, e gli farete solo per arrivare alla prossima sezione platform od alla successiva boss battle (le quali sono un pizzico riciclate visto che alcuni boss gli affrontate brevemente in micro-battaglie più volte prima della boss battle vera e propria).
E non aiuta che una volta rubata l’arma, i nemici sono pressapoco morti, nel senso che quando potete rubare l’arma ad un nemico questo ha metà o meno energia, e la vostra arma non vi viene mai rubata, e solo in alcune boss battle scoprirete che si può rompere.
In ogni caso si evince che questo non è un titolo indirizzato particolarmente agli hardcore gamer od agli esperti, dal sistema di controllo e combattimento e dal sistema di recupero che permette di recuperare teoricamente all’infinito dalla morte (in pratica no, perchè ogni volta che morite è richiesto di premere i pulsanti sempre più velocemente, quindi ad un certo punto non potrete più riuscire nel recupero anche all’ultimo secondo), non è fatto per gente che gioca Bayonetta a difficoltà estreme, semplicemente.
Comunque questo era un problema facile da risolvere od allievare con più tipi di armi, o fare nemici con armi che non potevano essere rubate. O con un sistema di progressione e potenziamento tradizionale, non presente in questo titolo, gli unici potenziamenti sono ottenibili trovando cuori grandi che aumentano la salute massima, e le classiche sfere che acquisite dai nemici sconfitti vanno a riempire una barra della spinta, e solo guardando il manuale (causa traduzione italian fatta con il culo, con spinta intendono il livello del boost, la potenza delle supermosse eseguibili in modalità berserk).
Va piacere vedere che sono riusciti a tenere l’HUD pulito, in quanto la vita di Enoch è praticamente sul personaggio, un armatura leggera che prendendo colpi perde pezzi.
Per quanto riguarda il livello di sfida, ero un po’ preoccupato visto che il gioco è uno di quelli che non ha un setting Difficile selezionabile fin dall’inizio, la difficoltà in generale è scesa nell’ultima generazione, i primi nemici sono carne da cannone (e come detto prima, la varietà è quella che è, non molta) e quando morite potete fare un recupero in extremis (che non potete fare all’infinito per fortuna), ma poi i nemici diventano più combattivi e competenti, capaci di usare bene le armi che hanno ed anche quelli minori tendono a pararsi, non basterà masturbare a caso il pulsante d’attacco per superare le difese. Sia chiaro, non è il beat ‘em up più complesso o tecnico di sempre, ma è richiesta effettiva abilità e tecnica per proseguire anche alla difficoltà standard (che è quella media, e non la moderna “media ma parecchio tendente al facile”), cosa che non posso dire di molti giochi moderni (di questo tipo o meno).
La progressione è lineare, ed oltre a proseguire di arena in arena dovrete esibirvi in un po’ di platforming e semplicissimi enigmi ambientali, ed ogni tanto ad una sezione in stile platform 2D (e successivamente altre nel normale stile di gameplay ma senza combattimenti nel mezzo), che aiutano a dare varietà al gioco, e non sono male, non iniziano benissimo ma poi diventano meglio proseguendo.
-Stile / Tecnica / Contenuto
Stilisticamente El Shaddai é un titolo estremamente ricco e per mancanza di termini migliori, divino. E presenta una curiosa commistione di design di ispirazione mistico/religiosa ed altri più moderni che non ho mai visto in altri titoli, a prescindere dal genere. Per esempio, il design dei nemici ha questo look biblico, ma Enoch indossa un armatura divina ed un paio di jeans moderni, e Lucifel ha le fattezze e vestiti di un modello da copertina “fascion” giapponese, ed usa pure un cellulare. Altro esempio é come sono rappresentati i Nephilim (la progenie di umani ed angeli caduti), qui sembrano (almeno sulle prime) delle mascotte/animaletti strani che vedreste in anime comici/fantasy. Molto strana come combinazione, ma anche unica e memorabile. Ed anche il mondo di gioco “normale” che ha tratti biblici e mistici ha un suo stile grafico particolare, con un cel shading “acquerellato” ma in maniera diversa dal sumi-e, con colori saturi e contrasti che danno un tono gustosamente irreale al tutto. Anche se in alcuni casi può sembrare che alcune texture siano granulose, non é questo il caso, tecnicamente El Shaddai é molto solido, con un ottima grafica ed un solido comparto sonoro che riserva una inaspettata e gradita varietà di generi, ed un eccellente doppiaggio inglese. E non ho incontrato nessun bug rilevante (alcuni minori grafici, ma nulla di serio o degno di nota), o freeze o crash.
Longevità, longevità. Per finire il gioco ci vogliono 7 ore circa, e se non altro, vi viene dato motivo per rigiocare, in quanto una volta finito la prima volta il gioco, sbloccate due difficoltà extra, le classifiche online dei punteggi, la selezione capitolo, e ci sono alcuni sezioni extra o power-up che potreste aver mancato, come dei personaggi (i Liberi), spesso nascosti e che vi ricompensano con informazioni su storia e personaggi, informazioni effettivamente interessanti e che aggiungono qualcosa alla narrativa, la quale è affascinante e vi renderà avidi di maggiori retroscena. Più il solito corollario di trofei/obiettivi.<
-Considerazioni Finali
El Shaddai ha un sorprendentemente solido combat system nonostante l’estrema semplicità dello stesso, ed alcune idee interessanti, specialmente quella delle armi, ma questa in particolare alla fine quasi affosssa del tutto il titolo, in quanto limita estremamente la varietà dei nemici, il che é un bel difetto per un gioco del genere, ed anche un onesto livello di sfida al setting standard non può mitigare ciò. Delle buone boss battle, delle gradevoli e benvenuti sezioni di platforming sia 2D che 3D danno varietà, ed assieme ad una ottima storia riescono a far arrivare il titolo alla sufficienza, e purtroppo non molto di più, un peccato perchè poteva dare un pochino di più il titolo, alla fin fine, ma il sistema di armi ed i problemi con cui infetta il resto de gameplay limitano ciò che questo titolo poteva essere.
Se vi piace il concept e non vi dispiace un combat system più semplice ed immediato (soprattutto se siete giocatori a cui non piace dover tenere a mente parecchie combo od andare continuamente a controllare una lista mosse), El Shaddai vale il vostro tempo, e potrebbe piacervi più di quanto pensate. Un peccato che la serie non andò molto oltre, in quanto si parlò di un altro titolo in questo setting e storia, ma alla fine ciò non fu altro che uno spin-off in forma di giochino per social network. La buona notizia però è che l’anno scorso il director del gioco, Sawaki Takeyasu, ha ricomprato i diritti del brand da Ignition, quindi un El Shaddai 2 potrebbe farsi. E fatelo, ma stavolta non castratevi il combat system (e le potenzialità del gioco con esso) da soli, per favore.
Piattaforma: X-Box 360
Disponibile anche per: Playstation 3
Giocato alla/e difficoltà: Difficile
-Introduzione/ Informazioni Generali/ Storia
Asura’s Wrath non ha bisogno di chissà quali introduzioni, perché é un titolo noto e controverso. Fu presentato ad un vecchio Capcom Captivate, e catturò l’attenzione, ma fu solo quando si avvicinò la data d’uscita che si riuscì a sapere qualcosina di più concreto, grazie anche ad una demo.
E più di un sopracciglio si alzò, perché non era un beat ‘em up normale, ma un ibrido tra un action ed un anime, ed ormai é chiaro che questa fosse l’intenzione del titolo Cyberconnect 2, ovvero fare un enorme anime interattivo.
La storia vede come protagonista il titolare Asura, una degli Otto Guardiani celesti, un gruppo di semidei d’elitè che combattono contro i Gohma, creature impure e malvagie che infestano la terra. È una lotta infinita, che dura centinaia, migliaia di anni, senza che mai nessuna delle due forze prevalga, perchè anche se sconfitto Viltra – il “boss” dei Gohma -, nel tempo esso ritorna, non c’è mai una fine a questo conflitto.
Esasperato da questo eterno stallo ed eterno dazio di morti inutili, di questa continua lotta per salvare le anime dei deboli uomini dalle grinfie dei Gohma, il Guardiano Celeste Deus fa un “coup d’etat” e forma un regno marziale, creando le Sette Divinità, uccidendo la moglie di Asura, facendo rapire ai suoi scopi sua figlia, ed infine marchiando come traditore ed uccidendo Asura, che sprofonda nell’oltretomba. Ma neanche la morte può fermarlo, in quanto Asura ritorna al mondo, e scopre nei millenni passati le Sette Divinità hanno oppresso sempre di più gli uomini, uccidendoli a migliaia per mietere senza pietà le loro anime prima che lo facciano i Gohma, ed usare queste per potenziare le loro macchine di guerra, che aumentano sempre di più nel tentativo di eradicare Viltra per sempre dal pianeta.
La storia, oltre a proporre un epica su scala gargantuesca (veramente esagerato), è sorprendentemente buona, ed i personaggi hanno un decente sviluppo psicologico, anche i “cattivi” hanno i loro motivi per fare quello che fanno, in quanto sono divinità che vivono migliaia di anni e combattono un nemico grosso quanto un intero pianeta che in eoni non è mai stato davvero eradicato, nella loro logica la vita di un misero e flebile essere umano è poca cosa di fronte al “bene superiore”. Non è nulla di particolare cerebrale, ma fa piacere che oltre alle visuali iperspettacolari e stilosi ci sia una storia buona, un universo di gioco e personaggi che stimolano interesse.
-Gameplay / Combat System / Controlli
Ecco, parlare di gameplay in Asura’s Wrath è una cosa un po’ difficile, ma contrariamente a quanto mi aspettavo, non è tutto QTE. Ma inutile negarlo, se siete ormai saturi e stufi dei QTE nei videogiochi in generale, questo gioco non fa per voi (né vi convincerà del contrario), e vi capisco. Perchè questo gioco ha moltissimi QTE, e per metà (per modo di dire, è più un 60 %) è cutscene interattive con QTE, ma non è solo quello. In ogni caso c’è una struttura di fondo che rimane valida, ovvero che ogni capitolo (qui chiamato Kanda) è diviso in più sezioni, e per procedere dovete riempire l’indicatore posto sotto la barra dell’energia, fino a che non potete andare in FURIA (letteralmente) premendo un tasto dorsale e così procedete alla prossima sezione.
Come dicevo prima, l’altra metà “più interattiva” del gioco consiste in sezioni shooter in cui di solito vi muovete in automatico (nulla di spettacolare, ma divertenti ed una gradita distrazioni dalle cutscene interattive) e sezioni in stile beat ‘em up (motivo per cui questo gioco è in questa rubrica), più alcune eccezioni.
Le sezioni beat’ em up funzionano come vi aspettereste da un normale titolo del genere, con dei combattimenti in aree contro nemici di diversa varietà, e per procedere dovete sconfiggerli. Il sistema di combattimento a sorpresa è solido, e sebbene estremamente basico (non ci sono vere e proprie combo, più basico di così è difficile andare), è più che funzionale e godibile (e non me lo aspettavo), con la possibilità di usare un attacco normale, uno d’area che richiede del tempo per ricaricarsi, un colpo ascendente, ed anche uno a distanza stile arma da fuoco, schivare e contraccare con QTE (che comunque ci sarebbero probabilmente stati anche se il resto del gioco fosse stato diverso). C’è una decente varietà di nemici e cosa più importante è divertente anche se molto semplice, e brilla soprattutto nelle boss battle fatte in questo formato, che possono darvi qualche fastidio e richiedere più abilità del previsto da parte vostra.
Anche se consiglio di giocare SOLO a modalità Difficile, perchè altrimenti i combattimenti (ed i QTE in sé) potrebbero risultare facili, specialmente se avete un po’ di esperienza con titoli del genere, e considerato che non è neanche un titolo particolarmente equilibrato (riempiendo un indicatore potete andare in modalità “turbo” in cui non dovete neanche aspettare che l’attacco d’area si ricarichi), ma nel bene e nel male non importa moltissimo in questo caso, e non è quasi mai irritante per il gusto di esserlo per quanto riguarda la difficoltà.
-Stile / Tecnica/Contenuto
Asura’s Wrath è un tripudio per gli occhi, ed emana stile da ogni poro, questo una riuscitissima ed epica commistione di fantascienza con l’iconografia buddisto/scintoista in salsa anime (come Asura che nella sua “forma celestiale” cresce sei braccia ed il look quasi robotico di alcune divinità), e diavolo se inchioda il tono epico che propone allo spettatore/giocatore, con lotte incredibili in cui Asura si batte da solo contro ogni ostacolo che gli si pone contro, contro armate di navi spaziali che occupano l’intero cielo, contro divinità più grandi di un pianeta, contro la morte stessa, ritornando sempre dall’inferno per avere la sua vendetta contro le Sette Divinità, e combattendo con qualsiasi cosa gli sia rimasta in corpo, neanche mutilarlo od imprigionarlo per centinaia di anni può fermare la sua furia ed il suo desiderio di salvare la figlia. Altro che Kratos! Lo stile e l’intenzione di fare un anime interattivo è cementificato dal fatto che come in una serie tv, ci sono le “pause pubblicitarie” con l’eyecatch a metà “episodio”.
Anche da un lato meramente tecnico è ottimo, con grafica molto dettagliata e curata nel dettaglio, eccellente musica e buon doppiaggio giapponese (ed inglese) in stile anime. Non mi dilungherò perchè è davvero un titolo bello da vedere, ed è molto molto importante visto che lo vedrete più che giocherete (sembra cattivo da dire ma è vero). E perchè non ho particolari lamentele od appunti da fare, tecnicamente è supersolido e molto curato, punto. 😀
Come longevità non è nulla di speciale, ci vorranno circa 7 ore per vedere la fine, ma la rigiocabilità è assicurata (oltre che dai trofei vari e bonus come barre della vita speciali che vanno sbloccate) dal fatto che per vedere il vero finale dovrete prendere un bel po’ di buoni voti in un bel po’ di capitoli, e prendere una S non è facile come possiate pensare, e ci sono un po’ di DLC ganzi tra cui due lotte tra Asura e Ryu, e capitoli extra che dovrebbero completare e chiudere del tutto la storia, siccome il seguito non si farà (almeno non finchè i diritti sono di Capcom, cosa che ora come ora potrebbe facilmente cambiare….).
-Considerazioni Finali
Asura’s Wrath è una mosca bianca, un coraggioso esperimento ibrido tra anime e videogame (anche se in parte riconducibile ai tentativi di creare ibridi film-videogames), che se non altro riesce nel suo obiettivo principale, cioè essere un epico anime interattivo, ma che inevitabilmente spacca l’opinione in due per la sua natura. Perchè di gameplay vero e proprio c’è relativamente poco (sebbene più di quanto possiate pensare), ed è un’esperienza degna del vostro tempo per la storia e le visuali, davvero esagerate, epiche, colme di stile e dettaglio, che intrigano.
Una migliore esperienza che un gioco vero e proprio, c’era comunque ampio spazio per migliorare la formula di gioco in un seguito (più che fattibile), che purtroppo c’è il rischio non vedremo mai, visto che la Capcom ha deciso di no, probabilmente per i profitti non eccellenti. In ogni caso, è uno di quei titoli particolari che forse non meritava a prezzo pieno, ma preso per 20 euro o meno, è un acquisto che potrebbe sorprendervi e che consiglio di fare, se pensate vi possa piacere l’idea dategli una chance. E ricordate che infinita è la FURIA!
Ed infinita sarà questa rubrica se non esce il prossimo numero in un lasso di tempo accettabile, ma speriamo! 😀
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