The Weakly Hobbyt 182

The Weakly Hobbyt #182

Domenica colma di superhero movies, tradizionali e non, con la recensione del recentissimo Birdman, Ironman (2) e Fetishman, ma non preoccupatevi, c’è sempre spazio per i videogames in questo corposo Weakly Hobbyt, con le recensioni di Xeodrifter e, e subito ci congediamo, ci sono ancora molti coriandoli e stelle filanti da ripulire in questa domenica. Buona lettura!

 

I’M BIRDMAN
(A cura di Wise Yuri)

Birdman locandina

“C’è vita dopo Hollywood?” si chiede Riggan Thompson, un attore in declino che godette di enorme successo nei panni di Birdman, un supereroe cafone che lo portò allo status di celebrità anni fa, e ora prova a reinventarsi a Brodway con un adattamento teatrale di “Di Cosa Parliamo Quando Parliamo D’Amore?” di Raymond Carver (che è come passare da Avengers a Le Mele Di Adamo, circa), assieme a sua figlia ex-tossicodipendente Sam (Emma Stone), il suo amico di sempre Jake (Zach Galifianakis) a gestirgli il lato economico e giuridico, la sua amante (Andrea Louise Riseborough), una sua collega che è felicissima di essere finalmente a Brodway, e Mike Shiner (Edward Northon), un talentuoso ma estremamente arrogante attore emergente. Manco a dirlo, a causa di continue tensioni tra gli attori ed incidenti vari, i giorni di anteprima si rivelano disastrosi, e Riggan è in preda a crisi continue fino al giorno della maledetta prima.

Uno dei suoi problemi è appunto Birdman stesso, che non appare fino a molto tardi nel film, ma insegue di continuo Riggan come voce narrante che commenta, ironizza e punzecchia la psiche dell’attore e lo ferma di continuo, lo blocca nel suo passato, e cerca di convincerlo a lasciar perdere questo tentativo disperato di fuggire da lui, molto direttamente nella ottima “sequenza sogno” del 2° atto, la quale serve come critica neanche troppo velata agli attuali blockbuster sui supereroi.

Birdman & Keaton

Ma questo ottimo esempio di metacinema non si ferma qua, citando direttamente Robert Downey Jr (tra gli altri), ed il trend attuale dei film Marvel, ma va oltre una gratuita (seppur non necessariamente sbagliata) punzecchiatura alla pop culture, la scelta di Michael Keaton e del tema del superoe è tutt’altro che casuale visto che Keaton diventò noto ai più come Batman nella versione di Burton del 1989, e nel successivo Batman Returns.

Diretto dal regista messicano Alejandro González Iñárritu (Amores Perros, Babel, 21 Grammi), Birdman è un film che non mi aspettavo di vedere, ed il titolo potrebbe deludere alcuni spettatori distratti (ma visto che anche Ant-Man si farà, non è poi così strano immaginare che ci fosse davvero un supereroe dei fumetti chiamato Birdman), ma prende di sorpresa nel modo giusto, ed è difficile non rimanere interessati dal mondo del teatro/cinema e le sue intricatezze e problemi (specialmente se siete vicini all’argomento), e se non da quello dalle recitazioni e cast d’altissimo livello, tra cui spicca senza discussione uno stupendo Michael Keaton, dai brillanti (anche se in alcune occasioni un po’ ridondanti) dialoghi, e dal perfetto equilibrio tra comicità e momenti drammatici che non sembrano mai fuori posto. Anche i personaggi sono ben delineati e relazionabili anche perchè tutto fuorchè perfetti, ed alternano situazioni comiche divertenti a momenti di crisi in cui il dramma non sembra forzato per amor di completezza (dei personaggi stessi, inteso), e c’è una orecchiabile ed atmosferica soundtrack di batteria jazz a dare un tocco in più al tutto.

Le uniche critiche che mi sento di fare è che in un paio di occasioni è un pizzico ridondante (non farò spoiler, quindi mi limito a dire questo), e che usa non poco il tracking shot, il quale è amplificato dal ricorrere degli stretti corridoi di cui è composto il teatro in cui organizzano lo spettacolo, rendolo più vicino del solito, e non è un problema, ma anche se è usato spesso per effetto simbolico, è leggermente abusato visto che il teatro è una location centrale del film, e non per solo valore tematico.

Commento Finale

Birdman raymond carver play

Birdman o L’Inaspettata Virtù Dell’Ignoranza è una commedia/drammatico di ottima fattura, molto divertente ma con azzeccati e significanti momenti drammatici, che è difficile non apprezzare per la sceneggiatura originale, il cast stupendo, gli ottimi dialoghi, per un film che fa qualcosa di diverso con l’ormai inflazionato tema del supereroe, usando la figura di questo immaginario Birdman per parlare del mondo del teatro, del cinema, e di come a volte anche gente come Riggan (che non è davvero l’attore incompreso ma capace tipico di queste storie con volontà ispiratrici) può riservare sorprese e riscoprirsi se non si lascia immobilizzare dal suo passato. Ottimo film.

Fifty Shades of Grey
(A cura di Celebandúne Gwathelen)

Fifty Shades of Grey

Un film che si é fatto padrone indiscusso di critiche e discussioni favorevoli o meno da quando venne annunciato, qualche anno fa, alla stampa. Ma come, fare un film soft-porn da un libro soft-porn e pubblicizzarlo per il grande schermo? Nonostante il libro abbia spopolato, una scelta del genere era davvero rischiosa per la Universal Studios, e secondo me, sarebbe stato meglio lasciar perdere…e lo dico come uno che il libro NON lo ha letto.

50 Shades of Grey

Dakota Johnson è Anastasia Steel

Il film narra la vicenda della giovane studentessa Anastasia Steel che, per aiutare una sua amica malata, va a intervistare Christian Grey, un giovane plurimiliardario a capo di una grossa azienda di telecomunicazioni, la Grey Enterprises. Christian, fin da subito, é molto attratto da lei, e il sentimento pare venire reciprocato. Anastasia, chiamata da tutti Ana, é comunque timida e impacciata davanti alla maestosa e quasi arrogante presenza di Christian.
Cosí, non riesce a chiedergli tutte le domande scritte su un foglietto dalla sua amica, Kate. Christian, comunque, le ruba il foglietto con le domande senza che Ana se ne accorge e manda una mail a Kate con le domande risposte. Il giorno dopo, Ana riceve la visita di Christian in negozio, che lí compra diversi arnesi per la manodopera, come nastro adesivo, corda, e cosí via. Ana non nota che ogni arnese puó anche venir usato per fare sesso estremo. Christian incontra nuovamente Ana e Kate per un photoshoot richiesto per l’articolo di Kate ed in seguito Christian e Ana hanno il loro primo date. La loro storia si evolve col passare del tempo, anche se Christian tenta di tenere lontana Ana da se ad un certo punto perché il suo interesse nei confronti di lei non é romantico ma solo di natura sessuale. I due comunque non riescono a smettere di vedersi, ed infine Ana cede alle richieste di Christian di fare sesso estremo con lui. Christian peró le fa firmare un accordo che la obbliga a non parlare a nessuno del loro modo di comportarsi intimo, e questo intimorisce molto la giovane studentessa, che vorrebbe parlarne a Kate (che nel frattempo si é messa con il fratello di Christian) o alla madre, ma non puó.

50 Shades of Grey

Tra lei e Christian ci sta subito una forte attrazione fisica

Christian in seguito insiste per farle firmare un accordo per far si che lui sia il suo domeniatore e lei la sua schiava, ma Ana si rifiuta e lo tiene sul filo del rasoio, concedendosi a lui, ma senza firmare mai il patto. La loro storia, presto, prende una piegha che entrambi non sospettavano….

Evito di spoilerare un finale che finale non é visto che, purtroppo, pare che ne facciano un secondo di film con i soldi che sta incassando questo.
Il film, della durata di poco piú di due ore, procede ad un passo incredibilmente lento, e si ha l’impressione di essere stati nel cinema per un’eternitá e mezzo quando finalente il film si chiude su un finale poco soddisfacente e resettante. I problemi sono tanti, e questa volta non da ricercare nelle interpretazioni degli attori, che invece sono piutosto buone. Eccezione fatta per le scene di sesso di Ana, a dire il vero. Un peccato, perchè Dakota Johnson é per il resto del film molto convincente nel suo ruolo di Anastasia Steel, la giovane studentessa inesperta di relazioni intime. Jamie Dornan convince forse un pó meno, ma forse questo é dovuto al fatto che in generale ho percepito il suo personaggio come tendenzialmente noioso e poco interessante.

50 Shades of Grey

Christian sa anche essere gentile verso Ana, non c’è dubbio…

A dire il vero, Christian Grey é il cliché per eccellenza; ricco, bello, perverso e sfacciatamente ricco. Sí, l´ho detto due volte di proposito. Regala ad Ana ogni cosa, prime edizioni di libri del ottocento, un nuovo Mac e dopo la sua laurea addirittura una macchina, anche se la conosce solo da poche settimane. L’unica cosa che davvero lo rende diverso da un Tony Stark o un Bruce Wayne qualsiasi sono le sue preferenze sessuali, attorno alle quali tutto il film si rivolge.

50 Shades of Grey

…ma il suo interesse nei suoi confronti è puramente carnale.

E queste non sono neppure cosí estreme come avevo pensato che fossero, anche se probabilmente dal libro al film le cose sono diventate parecchio innocue. Il messaggio nel film, comunque, in parte mi piace ed in parte no. Da un lato Ana sembra essere la ragazzina che si sottomette all’uomo ricco, e questo non è un bel messaggio. Dall’altro, però, Ana tenta di cambiare Christian, almeno per quel che riguarda la sua vita sentimentale, per riportarlo ad un livello più umano, e tentare di stabilizzarlo come persona. E, sorprendentemente, Christian ci sta, almeno fino ad un certo punto, e questo mi piace.

50 Shades of Grey

Non andate a vedere questo film per questo tipo di scene. Non sono granchè.

Comunque, il film è troppo noioso e tedioso per davvero coinvolgere l’audience. Per quanto la recitazione sia okay, eccetto per le scene di sesso, davvero esageratamente false, ed il film presenti anche alcuni spunti interessanti, i personaggi sono noiosi e originali quanto una mosca, il film ha un pessimo pacing e non riesce mai davvero a decollare. La colonna sonora pure non è male, a dire il vero, ma non è che vi andate a vedere un film solo per la colonna sonora…

Non che mi aspettassi molto dal film, a dire il vero. Ma una segreta speranza c’era. Ora è morta. Evitatelo.

Voto Personale: 4/10

Iron Man 2
(A cura di Celebandùne Gwathelen)

Iron Man 2

Dopo il successo del primo Iron Man e dell’inizio dell’Universo Cinematico Marvel in generale, un seguito al film che aveva iniziato il tutto era prevedibile come la macarena. Iron Man 2, difatti, esce nei cinemi mondiali nel 2010, stabilendo così il 2009 come unico anno senza film dal Marvel Cinematic Universe dal 2008 a oggi (X-Men Origins: Wolverine, uscito in quell’anno, è al di fuori di questa continuity, per ora…). Arriviamo al dunque…

Iron Man 2 inizia dove Iron Man finisce: con Tony Stark che rivela la sua vera identità al mondo intero. Questa trasmissione giunge fino in Russia, dove un morente Anton Vanko dice a suo figlio, Ivan Vanko, che a stare in quella tuta di “ferro” dovrebbe esserci lui. Ivan scopre così dei modelli di prototipi di reattore ARC nei file del padre, e ne costruisce uno.

Iron Man 2

La relazione tra Pepper e Tony non avanza molto, se non a fine film.

Sei mesi dopo, Tony Stark è una superstar mondiale, che tenta di tenere lontano il militare dal mettere le mani sulle sue invenzioni. In questo, il suo avversario e rivale Justin Hammer (aiutato per vie legali dal Senatore Stern) tenta di creare a sua volta dei droni, con risultati ridicoli. Segretamente, Tony combatte contro l’avvelenamento del sangue dovuto al palladio necessario per fornire energia al reattore ARC nel suo petto. Star ha tentato di sostituire il palladio con un altro metallo o elemento, ma senza successo. Convinto di dover morire, Stark nomina Pepper Potts nuova CEA di Star Enterprises, e cerca una segretaria personale tra gli assunti da Stark. La trova in Natalie Rushman, una donna brava in combattimento quanto bella. Stark, inoltre, organizza la Stark Expo, la prima dopo la seconda organizzata dal padre nel 1974 (dopo quella del 1954), un’esposizione tecnologica in cui vengono presentate le ultime scoperte nel campo.

Iron Man 2

Don Cheadle é il nuovo James Rhodes!

Vanko e Stark si incontrano la prima volta nel Gran Premio di Monaco, al quale Stark partecipa con la sua scuderia, decidendo poi di guidare lui stesso una monoposto della Formula Uno. Vanko invade la pista e scopre due lunghe fruste potenziate dal reattore ARC. Stark, indifeso, viene salvato da Happy Hogan e Pepper Potts che investono Vanko con la loro vettura. Portano a Stark anche un’armatura portatile chiamata Mark V. Con questa, Iron Man sconfigge Vanko, ma questo è convinto di aver sconfitto lui invece Stark, mostrando al mondo che Tony non è imbattibile e che le sue invenzioni non sono uniche.
Proprio per questo Justin Hammer fa evadere Ivan Vanko di prigione, fingendo la morte del criminale, e tentando di assumerlo per fargli costruire per lui delle tute simili a quella che ha costruito per sfidare Stark a Monaco. Tony, intanto, festeggia quello che ritiene il suo ultimo compleanno nella sua Mark IV, cosa che Rhodes ritiene troppo pericolosa e si appropria della Mark II per combattere il suo amico di vecchia data. Ovviamente la lotta finisce in un pari, e Rhodes fugge con la Mark II per presentarla al militare. Tony, invece, viene rintracciato da Nick Fury, che sta avendo una pessima settimana ma vuole aiutare il miliardario. Gli dice di aver conosciuto suo padre Howard, che era uno dei fondatori di S.H.I.E.L.D., e che dovrebbe riprovare a liberarsi della malattia sanguinia che lo affligge. Stark scopre che la sua segretaria Natalie è in realtà la superspia Natasha Romanoff, anche conosciuta come Vedova Nera, mandata lì da Fury a tenerlo d’occhio. Fury gli spiega anche che Anton Vanko e suo padre hanno lavorato insieme al reattore ARC, ma che Vanko tentò di vendere le invenzioni di Stark e per questo Howard lo fece deportare nei gulag russi. Tony, guardiato dall’agente Phil Coulson, si mette a lavoro nel suo laboratorio e riesce con successo a sintetizzare un nuovo elemento, capace di rimpiazzare il palladio e liberarlo così della sua fonte di avvelenamento del sangue.

Iron Man 2

Natalie Rushman é la nuova segretaria di Tony Stark…ed é anche molto di piú!

Si scopre, intanto, che Ivan Vanko è vivo e ha creato droni a catena per Justin Hammer. Inoltre ha donato alla Mark II di Rhodes armi senza fine, creando così War Machine. Vanko, volendo distruggere la Stark Expo, prende il controllo dei droni e di War Machine e inizia a seminare distruzione. Iron Man, con la nuova tuta Mark VI, vola verso l’expo (mentre Phil Coulson viene trasferito in New Mexico) e aiuta a salvare gran parte dei visitatori dell’Expo. Happy Hogan e Vedova Nera, nel frattempo, vanno alla Hammer Industries e cercano Vanko. I due si fanno strada tra le guardie di Hammer e riescono a restituire a Rhodes il controllo della sua armatura, ma non trovano Vanko. Questo, difatti, con una nuova tuta si è diretto a sua volta alla Stark Expo, per vedersela con Tony di persona. Lì, però, viene sconfitto da Tony e Rhodes insieme, e per vendicarsi fa scoppiare la sua tuta e quella dei droni piazzati sulla Expo. I due fuggono, non prima che tony salva Pepper ancora sul territorio della Expo, e Vanko si fa esplodere.
A fine film, Pepper Potts e Tony Stark finalmente si baciano.

Iron Man 2

Justin Hammer tenta di rendere difficile la vita a Tony Stark!

Nelle scena post-credits, Tony Stark incontra ancora Fury (che sembra aver avuto a che fare con Hulk nel frattempo) che gli dice che lui non è adatto all’Iniziativa Vendicatori, se non come consulente. Phil Coulson, nel frattempo, è giunto presso il cratere d’impatto di un grosso martello, nel New Mexico.

Iron Man 2 è un film discreto; purtroppo, la storia di Tony Stark non progredisce molto dai momenti finali di Iron Man, e quindi si ha l’impressione che il protagonista principale non maturi piú di tanto. Anzi, a tratti si ha l’impressione che sia ancora piú infantile che nel primo film, comportandosi in maniera assolutamente stupida e irresponsabile, solo perché timoroso di affrontare la propria morte.

Iron Man 2

Ivan Vanko, aka Whiplash, vuole portare morte a Tony Stark!

Alcune cose, poi, sembrano un pó troppo dei Deus Ex Machina, in particolare il nuovo elemente creato da Tony Stark, che esce un po´ dal nulla a salvare la giornata. Un avvelenamento del sangue, inoltre, non credo si curi cosí stesso, semplicemente cambiando il core del suo reattore ARC in miniatura. Anche questo, inoltre, sembra essere facilmente riproducibile da Ivan Vanko nella sua casa in Russia. Certo, Ivan Vanko, come Tony, é figlio d’arte, ed é a sua volta pluri-laureato in fisica (se non erro), ma, appunto, a questo dettaglio di fondamentale importanza non viene prestata molta attenzione. Cosí, sembra che ogni idiota con i piani del reattore ARC originale sia in grado di costruirsene uno.
In generale, penso anche che il film abbia difficoltá a comunicare molto alla propria audience. Quando si passa all’azione, tutto é chiaro, e forse di azione ce n’é anche troppa, mentre quando si tratta si esporre informazioni al pubblico, il film casca un pó, e la cosa é strana, visto che stiamo parlando della Marvel.

Iron Man 2

La Vedova Nera sa come farsi apprezzare!

Per quel che riguarda il resto, il film é onesto. Gli attori, in particolare Robert Downey Jr., sono stupendi e fantastici. Ottima la recitazione sia di Gwyneth Paltrow (Pepper Potts) che di Mikey Rourke (Ivan Vanko) che di Clark Cregg (Phil Coulson). La scelta di sostituire Don Cheadle a Terence Howard mi é un pó dispiaciuta, considerando quanto ho apprezzato la recitazione di Howard nel primo Iron Man, ma col senno di poi, anche Don Cheadle si é meritato un posto di diritto nell’Universo Cinematico Marvel. In questo film, peró, non mi ha convinto troppo.

Geniale, invece, l’interpretazione da parte di Sam Rockwell di Justin Hammer, forse, a parte Robert Downey Jr. il singolo attore nel miglior ruolo in questo film.
Altrettanto splendida, dal punto di vista della trama dell’universo cinematico Marvel globale, l’inserimento in questo film di Natasha Romanoff, aka Vedova Nera. In questo senso Iron Man 2 ha giocato bene le proprie carte, con un team-up non solo tra Iron Man e War MAchine, ma anche con un team-up Iron Man-Vedova Nera. Un buon modo per far capire all’audience che c’é tanto la fuori di cui in precedenza non si é saputo nulla (o quasi).

Iron Man 2

Le tute di Iron Man e War Machine sono rese molto bene!

Gli effetti speciali e la colonna sonora, che ne parliamo a fare, sono di buon livello.

Tutto sommato, Iron Man 2 é un film discreto, che fa alcune cose molto bene ed altre meno bene, purtroppo. Chi ha amato il primo non necessariamentre troverá questo film all’altezza del precedente, purtroppo, e probabilmente solo i fan Marvel lo apprezzeranno fino in fondo. Ciononostante, Iron Man 2 si merita per lo meno una visione. =)

Voto Personale: 7/10

Far Cry 4

(a cura di Caprichard)

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Piattaforma: PC (giocata), PS3, Ps4, Xbox 360, Xbox One Data di uscita: 18 novembre 2014

La ubisoft non riesce proprio a spaziare le sue uscite e quest’anno ci siamo ritrovati con Far Cry 4 a ridosso di Assassin’s Creed Unity. Tra il cercare di finire Dragon Age Inquisition, aspettare la nuova scheda grafica, ecco che ci ritroviamo qui sul finire di febbraio con la mia recensione di Far Cry 4.

Jack il bello V0.5?

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Far Cry 4 è una fotocopia concettuale di Far Cry 3. La sostanza del gioco non cambia assolutamente: voi sarete una persona tutto sommato normale che verrà gettata in un vortice di morte guidato da persone di dubbia moralità e salute mentale.

Ma mentre Far Cry 3 ci metteva di fronte un nemico come Vaas e con lui passavamo degli incontri ad alta tensione davvero poco piacevoli, in questo nuovo capitolo, il cattivo Pagan Min opera come una sorta di Jack il Bello di Borderlands, ovvero si farà vedere due volte per sbaglio nell’intero gioco e per il resto del tempo vi telefonerà un paio di volte per raccontarvi cose un po’ random.

Sotto questo punto di vista, malgrado la grande eccentricità e l’aspetto formidabile, la presenza del nemico è sminuita di molto, soprattutto perché le chiamate sono molto blande, senza mai minacce o insulti, insomma non si pone mai come avversario nei vostri confronti, ma come un quasi amico.

Meglio invece lo svolgersi delle missioni principali, che vi vedranno aiutare il Sentiero D’oro, la fazione di ribelli che lotta contro il regime di Pagan per liberare il Kyrat, l’ambientazione in mezzo alle montagne hymalaiane del gioco. Questi ribelli hanno due leader, Amita, riformista, fredda e calcolatrice e Sabal, buonaccione con a cuore i suoi uomini e le antiche tradizioni del luogo. Ad ogni missione principale potrete scegliere chi appoggiare e vivrete missioni diverse. Questo cambierà lo stato finale del Kyrat, ma mai in un modo effettivamente tangibile se non come nota di background a fine gioco.

Ci sono parecchi personaggi secondari che vi daranno missioni varie, tutti particolarmente bizzarri, ma la corona la prende Longinus, un prete mercante d’armi con la passione smodata per dire frasi prese dai testi sacri cristiani, pari solo al suo amore per le armi.

Il vero punto debole del tutto però è il protagonista, Ajai Ghale. Rimane per tutta la durata del gioco una persona distaccata dagli eventi, senza un vero drive emotivo e risponde a tutte i dialoghi con un certo distacco. Questo crea una dissonanza con le emozioni che dovrebbero essere inserite nel giocatore, cioè quelle della follia distruttiva pure, così come era in Far Cry 3.

Per questo ho veramente dato pochissima attenzione a tutto ciò che ruotava intorno alla storia, preoccupandomi di più di fare missioni per sbloccare nuove abilità ed armi.

Sandbox Fun

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Troverete i predatori spesso intenti a cacciare

 

Far Cry 4 è un gioco pieno di roba da fare e fortunatamente tutta divertente ed in grado di soddisfare i palati più variegati.

Il mondo di gioco è una mappa singola abbastanza grande, la cui estensione percepita è maggiore della reale per via dell’ambientazione. Non ci troviamo su isole tropicali, ma in mezzo alle montagne hymalaiane, quindi dislivelli di ogni tipo ci costringeranno a seguire strade tortuose per muoversi, spesso allungando di molto un percorso breve in linea d’aria, anche se esistono mezzi volanti come il monocottero e la bellissima tuta alare.

In piena tradizione Ubisoft, nella mappa ci sono delle grosse torri sulle quali arrampicarsi per poter sbloccare la mappa e scoprire tutte le attività entro un raggio dalla suddetta struttura. Alle torri radio si aggiungono gli avamposti nemici, delle basi più o meno grandi piene di nemici che possono essere liberate dal giocatore uccidendo tutti i presenti. Farlo permette di poter teletrasportarsi in questi luoghi e blocca un mercante d’armi e varie attività secondarie.

Nella liberazione degli avamposti il gameplay offre il suo meglio in quanto possiamo approcciare la situazione nel modo a noi più congeniale. Vecchio stile, con arco e frecce e coltelli da lancio dalla media distanza senza farci scoprire, oppure sfruttando pistole silenziate per un approccio sempre stealth ma molto più vicino ai nemici, oppure possiamo liberare la fauna locale, molto aggressiva per darci una mano o caricare con una mitragliatrice leggera aprendo il fuoco senza freni e falciando ogni cosa si muova.

Esistono inoltre le fortezze, che sono degli avamposti più grandi, con più gente e con sistemi di difesa migliori. Questi sono più ostici da catturare, ma avanzando nella storia è possibile indebolirne le difese esterne, così da renderli più approcciabili. L’elevato numero di soldati in queste strutture tende a favorire un approccio stealth, a meno di non giocare con un amico.

Perché Far Cry 4 permette a due giocatori di condividere l’esperienza di gioco sanbox. Questo aggiunge parecchio divertimento, ovviamente l’esperienza dipenderà molto con chi giocherete. Due giocatori con approccio simile di sicuro si troveranno in sintonia, ma due con comportamenti opposti, per esempio un arciere stealth affiancato da un Rambo scatenato pieno di esplosivi, sono sicuri di scontrarsi parecchio e ritrovarsi in situazioni non pianificate, cosa che a mio avviso genera un sacco di gustose risate. I progressi vengono salvati solo per l’host e le missioni della campagna sono offlimit, quindi bisogna regolarsi un po’.

Le attività secondarie sono abbastanza varie. Si passa da gare di corsa contro il tempo da punto A a punto B, da missioni di scorta a convogli, da uccisione di bersagli, a caccia di animali esotici da salvataggio di ostaggi a combattimenti in un’arena… insomma ce n’è per tutti i gusti.

L’aggiunta sostanziale rispetto al precedente capitolo sono gli eventi random sulla mappa, chiamati Eventi Karma. Questi vi vedranno uccidere un importante tenente dell’esercito nemico o salvare un ostaggio o fermare un messaggero e vi ricompenseranno con punti karma, un nuovo tipo di esperienza.

Infatti l’avanzamento del nostro protagonista è duplice: da un lato abbiamo il classico albero delle abilità presente da Far Cry 3. Ognuna di queste ha un costo ed ad ogni avanzamento di livello Ajai otterrà un punto da spendere. Il karma invece è un nuovo sistema di sblocco principalmente. Mano a mano che aumenterete di livello Karma, sbloccherete nuove abilità, nuove armi e nuovi potenziamenti per i miliziani del Sentiero D’Oro, che possono essere chiamati quando siete nella sandbox per darvi una mano.

Le bocche da fuoco sono varie e potrete portarne fino ad un massimo di quattro: un’arma da fianco e tre armi pesanti. L’arma da fianco sarà l’unica utilizzabile a bordo di veicoli e la presenza del lanciagranate M79 come arma da fianco, la rende una scelta obbligata per poter avere potenza di fuoco antiveicolo in formato pratico. Il resto è abbastanza equilibrato e c’è un senso di progressione, con alcune armi che si sbloccheranno mano a mano che si procederà nella trama.

La caccia rimane un elemento importante, visto che vi permetterà di recuperare pelli di animali per poter fabbricare nuove sacche per poter portare più munizioni, esplosivi ed armi. Solo che questa volta la fauna è quasi sempre letalissima e può arrivarvi dal nulla. Non so quanti appostamenti col cecchino sono stati rovinati perché un’aquila mi è piombata addosso dal nulla oppure perché un ghepardo, tigre, orso o rinoceronte mi si è presentato dietro senza fare rumore. Il consiglio è quello di avere sempre un fucile a pompa con se, che rimane l’arma migliore per togliersi di torno gli animali.

Le missioni principali a volte vi porteranno sulle vette delle montagne dell’Hymalaia, con un cambio di ambientazione non da poco ed avranno dei twist di gameplay unici, come la tormenta di neve che riduce la visibilità o sessioni prolungate di tuta alare. Per il resto, si tratta di missioni abbastanza variegate, che vi vedranno ingaggiati in varianti delle missioni secondarie, con l’aggiunta di un po’ di contesto narrativo. Servizievoli e di sicuro fanno un ottimo uso dell’ambientazione per distinguersi dal resto delle attività.

Tra l’altro, a me è capitata una cosa alquanto curiosa. Il gioco è stato bug free fino quasi alla fine, dove inspiegabilmente mi sono ritrovato ad avere coltelli da lancio infiniti e granate da 40mm infinite. Questo ha distrutto letteralmente la difficoltà del gioco in quando potevo abusare senza ritegno di due delle armi più potenti dell’intero gioco. Anche dopo riavvii vari il problema persisteva. Fortunatamente, arrivando tardi non mi ha distrutto l’intera esperienza ed onestamente, io sono un amante delle esplosioni, quindi avere granate infinito l’ho vista come una benedizione divina.

S-s-s-s-stuttering

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A volte gli eventi spontanei si accavallano. Qui sono impegnato in un evento Karma di uccisione mentre un camion merce si avvicina.

 

Graficamente il gioco si presenta bene. Nulla di trascendentale, ma su una macchina potente ci sono un po’ di chicche, tutte riservate ai possessori di schede Nvidia, come il pelo degni animali speciale, effetti migliori di ambient occlusion, i God Rays migliorati e filtri di AA migliori.

Ci sono solo due momenti particolari dove il gioco mostra i fianchi. Il primo è quando si guida in monocottero. L’effetto pop in dei dettagli che appaiono diventa davvero davvero marcato e rovina molto l’impatto grafico mentre si svolazza nei cieli. Su strada, andando molto più piano e vedendo meno cose, il pop-in è trascurabile.

Il secondo punto a sfavore è lo stuttering osceno del gioco. Un problema noto sin dalla sua uscita, dopo un po’ di patch ancora non è stato sistemato adeguatamente. Durante le sparatorie più concitate non vi sono grossi problemi, ma appena si inizia a viaggiare per il mondo di gioco ci saranno continui stutter senza il benché minimo motivo. Non distruggono l’esperienza, ma di sicuro minano la fluidità. Sulla mia configurazione anche durante gli stutter non si scendeva sotto i 35 frame, ma su PC meno potenti la questione potrebbe farsi ancora più fastidiosa.

Tirando le somme quindi, cosa andiamo a dire? Che Far Cry 4 è un bel gioco, piacevole ai sensi e che sa divertire, sia da solo che con gli amici, ottimo per i maniaci di sbloccare tutto e scovare tutto con i suoi segreti sparsi ovunque nella mappa di gioco, che ha una campagna in singolo solo sufficiente, ma che non uccide il resto.

Voto personale : 8/10

Xeodrifter

(A cura di Alteridan)

Versione giocata: PC

Xeodrifter è un titolo che sembra provenire dal passato: con il suo aspetto volutamente retrò e il suo ispirarsi a quel capolavoro dell’era NES chiamato Metroid, l’ultima opera di Renegade Kid colpisce dritto al cuore tutti quei giocatori nostalgici che si sono avvicinati al mondo dei videogiochi nel periodo a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. Il vero problema, però, è che Xeodrifter, nonostante sia uscito sul finire dell’anno scorso per piattaforme moderne, è sostanzialmente un gioco per Nintendo Entertainment System, con tutti i pregi e i difetti che ne derivano.

Xeodrifter narra la storia di uno sfortunato viaggiatore spaziale che, suo malgrado, si ritrova in un sistema spaziale sconosciuto dopo che la sua navicella ha subito un’avaria al motore principale. Per sua fortuna, il computer di bordo riesce a captare la presenza dei pezzi di ricambio nei pianeti di questo sistema, di conseguenza il nostro scopo sarà quello di guidare il nostro naufrago sulla superficie dei suddetti mondi alla ricerca dei materiali necessari per rimettere in sesto il vascello e riprendere il viaggio interstellare.

No, non è Metroid Prime 3 in due dimensioni.

Come dicevo, Xeodrifter si ispira moltissimo a Metroid, ed è proprio dal capolavoro della casa di Kyoto che i ragazzi di Renegade Kid prendono in prestito la struttura di gioco: come in ogni buon metroidvania degno di tale appellativo, questo gioco si presenta come un platform in cui il mondo, o forse sarebbe meglio dire i mondi, di gioco è apparentemente esplorabile liberamente, salvo scoprire che per proseguire nell’avventura è necessario entrare in possesso di abilità specifiche per poter superare i vari ostacoli piazzati dagli sviluppatori. Dopo qualche attimo di iniziale spaesamento in cui non sembra essere chiara la strada da seguire (dimenticate frecce o indicatori sulla mappa), ben presto si capisce quale debba essere il percorso e il gioco entra subito nel vivo, dandoci la possibilità di scoprire segreti, per la verità nascosti in maniera piuttosto bonaria, ed eliminare le specie aliene che abitano il sistema solare e che saranno tutt’altro che felici di vedere un intruso camminare sul suolo dei pianeti. Da questo punto di vista, il gameplay è decisamente classico e basilare, e può essere riassunto in un semplice salta sulle piattaforme, spara ai nemici, ammazza i boss, raccogli il potenziamento, ripeti. Il vero problema è che la ripetitività si fa sentire sin da subito, un po’ perché i nemici sono pressoché identici su ognuno dei quattro mondi del sistema solare, e un po’ perché anche le varie boss fight sono sempre uguali, nel senso che il boss è sempre lo stesso in ogni occasione, persino sul finire dell’avventura, e, come se non bastasse, il gioco non ne spiega mai il perché.

Sempre lui. Dall’inizio alla fine.

Purtroppo la ripetitività non viene mitigata dall’unica componente innovativa del gioco, nonché la più interessante: l’arma del protagonista. Al contrario di altri titoli dello stesso genere, in cui l’arma (o le armi) del personaggio principale cambiano sempre e diventano più potenti man mano che si prosegue nell’avventura, in Xeodrifter l’arma resta sempre la stessa, ma al giocatore viene data la possibilità di modificarne alcuni parametri tramite l’installazione di moduli appositi e intercambiabili. Questo significa che nei livelli sono nascosti alcuni potenziamenti specifici per il fucile del protagonista, e questi moduli possono essere utilizzati, ad esempio, per modificarne la cadenza di fuoco, piuttosto che il raggio di azione o la potenza di ogni singolo colpo. Il vero problema è che non esistono nemici vulnerabili a un tipo di attacco e resistenti a un altro, quindi tutto questo meccanismo è pressoché inutile, lasciando quella sensazione di amaro in bocca che deriva dall’avere una meccanica molto interessante purtroppo sfruttata poco.

Un’altra questione, forse la più importante, è che l’esperienza termina proprio quando sembrava per decollare: il gioco può essere finito tranquillamente in meno di un’ora, tant’è che è presente anche un obiettivo a riguardo, e per completare tutto al 100% si impiegano sì e no tre ore. Ma il vero problema non è tanto la durata, quanto il fatto che termina proprio sul più bello, quando cioè si è in possesso di un discreto numero di potenziamenti e si padroneggiano al meglio le meccaniche di gioco. Poi arriva lo scontro finale, l’ennesimo boss uguale agli altri, e si sbatte contro il durissimo muro dei titoli di coda e un “Thanks for playing!” che pare una beffa più che un ringraziamento sincero.

You’re welcome!

Tuttavia, Xeodrifter non è un gioco da buttare: il suo problema è che non riesce a distinguersi da tutta quella massa di giochi che si ispirano all’era 8bit, nonostante qualche idea interessante ma implementata in maniera tutt’altro che perfetta. Un minimo di varietà in più e un minor riciclo di situazioni e nemici avrebbe certamente giovato: così com’è, Xeodrifter è solamente un metroidvania come tanti altri.

Voto personale: 6,5/10

Sulle ali di una domenica piovosa, planiamo via, pronti ad atterrare nuovamente qua, nuovamente di domenica, see ya!

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