Se a Mario possono essere dedicate galassie ed ad un dinosauro isole, per la puzzolente nemesi dell’idraulico di rosso vestito un misero mondo pare cosa dovuta, ma c’è voluto fino al 2003 per vedere Wario entrate nella terza dimensione (dopo esser nato ed aver prosperato nel 2D delle portatili Nintendo) con Wario World per Nintendo Gamecube.
N.B.: Potreste aver letto la recensione originale sul Weakly Hobbyt #79, scritta prima della nascita di questa rubrica, questo è un re-write parziale, e la terza volta ( e l’ultima lo giuro!) che parlo di questo titolo qui sul Checkpoint Cafè, un primato per il blog!
Sviluppato da Treasure,Wario World fu uno dei pochi tentativi di creare un titolo completamente 3D per la compagnia regina degli shooter 2D, ed innegabilmente si nota fin da subito che non è un prodotto sviluppato da un team interno Nintendo, ma non sarebbe giusto condannarlo subito per questo, visti i risultati generalmente positivi delle collaborazioni tra Nintendo e terze parti scelte per curare franchise distintivi come Kirby, Yoshi, o più avanti la stessa serie di Wario Land con The Shake Dimension.
Detto questo, Wario World non opta per una traslazione in 3D del gameplay platform/puzzler di Wario Land 2 o 3, ma si presenta come un platformer 3D abbastanza tradizionale che sembra seguire gli esempi “casalinghi” da Super Mario 64 in poi, ma prima di proseguire, parliamo brevemente della trama.
La premessa del titolo è presto detta: il nostro anti-eroe si sta godendo l’enorme bottino accumulato nel suo castello in anni di saccheggi ed avventure, ma tra un rubino ed un doblone d’oro c’è il Gioiello Nero, ovvero una gemma malvagia (completa di occhio cattivo e tentacoli e che curiosamente ricorda un po’ un Metroid) che – come ogni prezioso maledetto è tipico fare – trasforma il castello di Wario in 4 diverse zone e tutti i tesori in mostri.
Quindi tocca a voi guidare l’agliato baffone alla riconquista del suo castello e ricordare al gioiello nero che a Wario non si tocca mai il borsello (specie se di vero budello).
Come dicevo sopra, pad alla mano Wario World è un platform abbastanza tradizionale reminescente dell’epoca Nintendo 64 /PS1 (od anche Super Nintendo), in cui l’obiettivo di ogni livello è ottenere un numero sufficiente di cristalli rossi per accedere alla boss battle che una volta superata conclude il livello. Questi cristalli rossi però sono raramente in bella vista, e spesso vanno ottenuti completando stanze sfida accessibili via porte a cui dovete tirare una classica “culata” per entrare, e sono quello che pensate, delle bonus rooms più elaborate, che partono semplici ma diventano via via più difficili ed alcune presentano puzzle che richiedono un po’ di vero ragionamento ed altre che richiedono un’abilità più che decente, alcune stanze sono davvero toste, anche più del livello in cui sono contenute, francamente.
Wario ha un discreto (ma non vastissimo) parco mosse: può tirare mazzare, usare la sua tradizionale spallata, fare un salto lungo, raccogliere e lanciare oggetti e nemici storditi, aggrapparsi a sfere appiccicose, raccogliere monete con un risucchio stile Kirby. Ci sono anche un paio di nuove mosse, utili sia per liberarsi con stile dei nemici che per interagire con vari meccanismi, ovvero un piledrive (cioè uno schianto avvitato stile wrestling) ed un attacco vortice nello stile delle boss battle contro Bowser in Super Mario 64, il cui uso si estende non solo al combattimento, ma anche ai segmenti puzzle. Per esempio, fare il piledrive su nemici stalattiti vi permette di usarli come piattaforme improvvisate, usare l’attacco vortice su una piattaforma a vite la alza, e così via.
Peccato che questi utilizzi creativi delle mosse di Wario non sono così frequenti come potrebbero, ed il fatto che i segmenti puzzle generalmente coinvolgono l’uso di queste due mosse significa che vi ritroverete ad usarle nello stesso modo durante quasi tutta la (breve) durata del gioco.
Oltre agli ovvi ostacoli e piattaforme, ci sono diversi nemici a mettervi i bastoni tra le ruote… o meglio, 3-5 tipologie vere e proprie di nemici ed un continuo e svergognato reskin, patetico a dir poco, tanto da meritare un esempio diretto.
Nel primo livello ci sono dei triceratopi, degli pterodattili e dei… dinosaurini indefinibili come nemici. Nel secondo livello (a tema horror) ci sono triceratopi, pterodattili e dinosaurini indefinibili…. in versione scheletrica. Ed a parte alcune eccezioni (come i nemici pingui a forma di cono gelato multigusto) questo riciclo continua in ogni livello, il triceratopo diventa un orso, un sosia di Jason Vorhees, etc., ma le sue movenze ed attacchi non cambiano di una virgola.
Ed in ogni caso un buon 98 % dei nemici sono carne da cannone, basta masturbare il tasto d’attacco nelle rare occasioni in cui alcuni parino, basta aspettare qualche secondo che abbassi la guardia o trovare un altro facile exploit. Ed anche con le due mosse di wrestling che avete, essere forzati in occasionali arene a combattere orde di nemici è tutt’altro che eccitante, visto la facilità con cui potete liberarvene ed il fatto che queste arene sono più presenti del dovuto, non da essere un problema vero, ma sono un po’ noiosette e derivative.
Siccome questo è un titolo Treasure sarebbe lecito aspettarsi ottimi boss, ma anche qui abbiamo un po’ una mixed bag (come si dice in gergo). Alcuni sono ok, alcuni buoni e tutt’altro che banali, ed il resto un po’ troppo facili, non che questo titolo sia tarato per un’utenza esperta, ma roba come il boss finale, facilissimo ed estremamente pigro (non muore in 30 secondi solo perchè prende più colpi del dovuto, senza cambiare mai pattern, tra l’altro) era evitabile, molto. Se non altro i boss compensano in bizzarria, pur non raggiungendo i livelli di “stralunataggine” di Freak Out.
Parlando un po’ del mondo di gioco, ci sono 4 mondi da esplorare, con due livelli ed una boss battle principale per mondo (oltre ai mini-boss alla fine di ogni livello normale).
Sembrano pochi? Perchè sì – seppur non piccoli – 8 livelli grandi sono comunque pochini, anche quando ogni mondo è “bigusto”, cioè offre mash up dei livelli a tema ormai clichè del genere, come un mix di horror/casa infestata e circo, o rovine e cielo. Oltre ai cristalli rossi, sparsi per i livelli ci sono altri collezionabili, come i tesori di Wario, elfi chiusi in gabbia da liberare, e pezzi di una statua d’oro di Wario, spesso da ottenere superando le stanze sfida opzionali, alcune delle quali molto ben fatte (come già detto qualche paragrafo prima), quindi c’è decisamente rigiocabilità.
Parlando di extra, se raccogliete tutti i tesori presenti in un livello sbloccate un mini-gioco dell’originale Wario Ware Inc. per GBA, che seppure sia un extra molto più gradito di un banale costume bonus (o nulla), è un po’ inutile, visto che comunque vi servono un cavo di connessione Gamecuba-GBA ed un Game Boy Advance, l’equivalente di darmi una bicicletta senza le camere d’aria. Non so quante persone usufruirono di questa cosa al tempo, visto che era più semplice e sensato prendere direttamente Wario Ware Inc. per GBA o la riedizione per Gamecube, Mega Party Games, che offriva nuove modalità multiplayer davvero divertenti ed esilaranti.
Pur essendo tecnicamente di buona fattura a livello di ambientazioni e personaggi, Wario World ha pure lui quello stile grezzo simile a quello visto nel precedente titolo 3D della Treasure (il già citato Freak Out/Stretch Panic), e pur essendo migliore tecnicamente, si vede che lo studio dietro non era familiare con i titoli 3D. A parte questo, nessun problema degno di nota da riportare.
Il sonoro è davvero un guazzabuglio di effetti sonori e musiche bizzarre & sgangherate che ben si prestano al tono sghembo e pazzarello (si, esatto, “pazzarello”), quello che invece non si presta a nulla è la musica usata per il menù di pausa. Voglio conoscere il genio che ha deciso di combinare il suono di un carillon ed un continuo “gne gne gne gne gne” in loop per il menù di pausa, una delle cosa più irritanti che abbia mai sentito. Già è discutibile mettere musica nel menù di pausa (a meno che non tiri fuori qualcosa come quella di Battletoads), figuriamoci roba del genere. XD Per il resto del sonoro c’è da criticare il limitato vocabolario di Wario, che dice tipo 3 frasi dopo aver sconfitto un nemico (la classica “Have a rotten day!”, “get outta here” e qualche esclamazione) che sentite ripetersi parecchio, si poteva fare di più.
Commento Finale
Wario World non è perfetto, proprio no. Non offre un grande o sostanziale livello di sfida, si focalizza un pizzico troppo sui combattimenti quando il sistema di lotta è veramente semplicissimo, i nemici per lo più carne da cannone e la varietà di questa ridicola (con un continuo e patetico reskin dei soliti ¾ tipi), i boss sono una mixed bag e per finirlo non ci vuole molto.
Ma è senza dubbio divertente, i controlli sono responsivi ed immediati, ci sono alcune idee interessanti e creative che sono usate per dare al gameplay una graditissima venatura puzzle, questa più prominente nelle tante stanze sfide presenti e capaci di darvi una sfida decente, e non solo.
Nel complesso è un platform con cui si può divertire non poco ed ha del buon contenuto, ma innegabilmente solo decente e con un retrogusto naif, non alla pari dei titoli per Gamecube dedicati agli idraulici baffuti, ma più che apprezzabile dagli appassionati del genere, i quali dovranno però sborsare qualche doblone visto che non è titolo Gamecube comune, quasi raro.
L’unico rammarico è che l’ingresso della serie nella terza dimensione poteva essere migliore, ma c’è sempre tempo di rimediare, magari con un Waluigi’s World.
Perchè se Toad può avere un suo spin-off, dare un motivo all’esistenza di Waluigi non è una richiesta così assurda. 🙂
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