Vi mancavano le evirazioni effettuate da cannibali pronti ad aprire costole e fare stufato dei più vicini reporter? Ricordate con nostalgia quando Joe D’Amato infilava coltelli in feti (o viceversa) o gli faceva sbranare da ominidi con la pelata? Beh, accendete un cerino ad Eli Roth che con The Green Inferno riporta nelle sale il cannibal movie con un film che fin dal titolo tributa il celeberrimo Cannibal Holocaust di Ruggero Deodato….
Però diavolo se ce n’è voluto per vederlo uscire nella sale, rimandato due volte a causa di gabilli finanziari e burocratici (in sintesi è questo, se volete informarvi di preciso vi incoraggio a farlo), ed anche quando i cartelloni pubblicitari nei cinema avevano una data precisa (il 24 settembre 2015 nella mia zona, per la precisione) non uscì, sparendo in silenzio dalla programmazione dei vari cinema italiani.
Giusto per dirvelo, a causa di aver controllato se il 24 settembre uscisse davvero su internet, rischiavo di saltarmi l’appuntamento al cinema (e quando mi ricapiterà nella mia vita di vedere un cannibal movie al cinema?) perchè solo due giorni fa tutti hanno confermato il 24, mentre prima c’era solo la news dell’uscita ritardata ed ho preso quella per buona, visto che non passo la mia vita a controllare su internet tutto. Avevo anche preparato un articolino a proposito.
La cosa stupida è che ho visto il cartellone indicante la data d’uscita molto presto, quindi se il mio cinema lo sapeva che usciva il 24 settembre, perchè i siti di news 5 giorni prima dell’uscita riportavano solo la notizia vecchia? Mah, lasciamo perdere, e parliamo del film.
E partiamo subito dalla ovvia domanda che inevitabilmente è stata posta più poste da vari critici: come ne esce comparato a Cannibal Holocaust? Oppure “è meglio di Cannibal Holocaust?”.
Ecco, penso che questa sia una domanda stupida, a ben pensarci. I tempi sono diversi, i registi sono diversi stilisticamente, e per ottenere la fama e tumulto del film di Deodato, Roth avrebbe dovuto come minimo uccidere qualcuno per davvero, e trovare una casa di distribuzione disposta a far passare nelle sale il film vendendolo come uno snuff movie. Sto un po’ esagerando, ma secondo me era irrealistico aspettarsi qualcosa al livello estremo di Cannibal Holocaust, al cinema poi; considerate poi che ora siamo molto più “politically correct” di prima ( in certi casi eccessivamente PC), ed ancora la censura americana si fa problemi non per il cannibalismo, perchè quello sì, ma due capezzoli femminili non coperti NO (questo quando nel film di Deodato vedevi volente o nolente anche il membro degli attori).
E comunque riprovare a fare lo stesso film con la stessa impostazione non avrebbe funzionato, cosa che credo Roth sapesse perchè non ha provato a rifare Cannibal Holocaust, anche se è noto come il signor Eli sia un gran fan del film di Deodato, e negare che l’ispirazione provenga da questo sarebbe una bugia bella grossa, visto che anche qua c’è un commento politico/sociale, anche se diverso (il film di Deodato era anche una satira estrema dei Mondo Movies, forse ne parleremo su Grind Cafè più avanti), più moderno.
La premessa vede un gruppo di attivisti andare in Perù per protestare contro una compagnia che vuole il gas sotto le terre dei popoli nativi che ancora vivono lì, e per ottenerlo non si farà scrupoli a passare a colpi di ruspa la terra ed ad uccidere intere popolazioni “primitive”. Il gruppo si infila nel campo di lavoro, si incatena agli alberi ed usa i cellulari per riprendere live gli eventi, riuscendo a vincere in quell’occasione. Ma nel viaggio di ritorno il loro aereo si schianta, ed i sopravvissuti vedono di persona che i popoli nativi non hanno pregiudizi o preconcetti, e mangiano tutti coloro che ritengono nemici….
Come cannibal movie, è buono, il gore è di buona fattura, quasi totalmente artigianale (e con ciò intendo che gli alcuni animali sono in CG, e meglio così perchè non voglio vedere altri animali morire veramente per un film, grazie). Il cast è principalmente composto di giovani sconosciuti, ma funziona quanto basta, e le recitazioni sono adeguate, sebbene a volte i personaggi irritanti o le recitazioni un pò… ridicole. Giusto un pò.
Non abbiate furia nel vedere il gore, perchè non succede nulla del genere fino a metà film (che non è noiosa quanto immaginavo), c’è un po’ di storia da sbrigare prima di buttarsi tra membra staccate da rozze roncole di pietra a persone ancora viva, storia che non è affatto male. I personaggi non sono nulla di che, è il solito assortimento da film horror, con vari stereotipi, ma non sono terribili, sono solo funzionali alla vicenda, e poco altro, ma adeguati in questo contesto,anche se un pò ridicoli.
Sebbene generalmente si prenda sul serio….. è un film di Eli Roth, e come tale momenti un po’ cazzoni o di humour grottesco (come la bimba cannibale che se ne va via con un piede come se fosse un giocattolo) ci sono. Potete dire quello che vi pare di Roth, ma se non altro si diverte a cazzeggiare e quando non siete ad ammirare primitivi che fanno zuppe o preparano riti sessuali abominevoli, siete a ridacchiare della morte stupidissima di qualcuno (mi ricordo ancora l’esilarante scena in Hostel in cui uno dei dottori/psicopatici inciampa sul sangue e si “motosega” come un coglione). Anche se avrei fatto a meno di quella che si caga addosso nella gabbia e viene sbeffeggiata pure dai cannibali, o la scena in cui uno dei ragazzi per poco non viene morso al pene da una tarantola mentre urina (ed il fatto che… il pene rimanga lì dov’era serve ad esempio di come non siamo più ai tempi di Lenzi e Deodato).
Commento Finale
The Green Inferno segna il ritorno del cannibal movie al cinema, e sebbene siamo lontani dagli eccessi dei film di Deodato e Lenzi (tempi diversi e necessità di farlo vedere nelle sale, specialmente), l’opera di Eli Roth ci riporta nelle giungle sperdute dei cannibali che si cibano di sfortunati passanti, gustandogli come delicatezze, a quel film di exploitation con un sottotono politico/sociale, unito al gusto dell’humour ultragrottesco (ed un po’ cazzone) di Roth, che non si prende mai troppo sul serio.
Buona produzione, buon gore artigianale, una storia ed intreccio decenti che non cercano di imitare Cannibal Holocaust, ma di essere una moderna versione di questa specifica branca di exploitation movie, e con il sequel Beyon The Green Inferno già in lavorazione, i fan del genere saranno contenti. Solo non aspettatevi miracoli (come rivoluzioni per il genere o gore più estremo dei film di Deodato) e non prendetelo troppo sul serio, ma godetevelo per quello che è, senz’altro ci si diverte, tra un rituale cannibalistico ed impalamenti vari. 3 bulbi oculari su 5. 🙂
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