PLATFORMATION #16: Spin Master

Spin Master logo

Dall’era d’oro delle sale giochi, in cui il Neo Geo era il re e le console speravano di raggiungere gli standard  tecnici e qualitativi dei cabinati arcade, da questo background e segmento temporale viene Spin Master (noto anche come Miracle Adventure).

Questo é in realtà uno dei titoli che per me finisce nella nostalgica categoria del “l’ho giocato nelle sale giochi da piccolo, me lo ricordo bene, etc.”. Quindi sì, é una rivisitazione che implica una lotta all’ultimo sangue tra come vi ricordavate qualcosa di amato tempo fa e com’è ora con il senno di poi. Fortunatamente la Virtual Console per Wii permette a questa lotta tra nostalgia e realtà di prendere luogo senza costringervi a spendere centinaia di soldi in cabinati o Neo Geo casalinghi, non una console economica per cui collezionare.

Spin Master é un platformer vecchio stile da Data East, nello specifico quel tipo di platformer con molta enfasi sul mazzuolare i nemici, ma in questo caso non mi riferisco a Mega Man, ma a Joe e Mac, non a caso, visto che pure questo è un titolo Data East, se non altro si nota fin dallo stile con cui sono disegnati i personaggi, nonostante il tema molto più “Indiana Jones” come si può evincere dal design dei protagonisti, che stando a wikipedia è pressapoco identico ad un loro precedente titolo per Mega Drive, tale Dashin Desperados, mai giocato ancor più perchè uscì solo in america.

Ah, sì, a questo proposito, la trama. Tempo fa un grande tesoro fu nascosto da un misterioso individuo su un’isola sconosciuta, ma invece di annunciarlo à-la Gol. D Roger, semplicemente il tizio segnò il luogo su una mappa e la nascose nella foresta. Dopo anni la mappa si divise in 5 pezzi, uno dei quali finisce per caso in mano all’avventuriero Johnny, che sognava da sempre di trovare quel misterioso tesoro. Peccato che uno scienziato pazzo & avido lo viene a sapere e gli ruba sia il suo pezzo di mappa sia la fidanzata Mary, e non so perchè, forse per non perdere l’etichetta nei meeting con Dr. Male.

Spin master screenshot

Questa è la trama spiegata nell’intro, e molto probabilmente una vista raramente in quanto titolo da arcade, ma sapendo che praticamente chiunque avrebbe fatto “salta” per andare direttamente al gioco, tutto quello che dovete sapere è spiegato in-game nel primo stage, cioè un malvagio dottore pazzo vi ruba il pezzo della mappa e pure la vostra fidanzata, ma almeno decide di non legarla ai binari del treno, diciamo questo. E sì, vi tocca andare a recuperare entrambi. Erano altri tempi, nel senso che erano gli anni ’90.

E con il senno di poi, posso dire che sono sorpreso a constatare che è un buon titolo, per quello che è, cioè non un capolavoro seminale del genere, quel tipo di gioco nato per l’esperienza arcade e che sono davvero tipici del tempo. Potete riconoscere che è qualcosa degli anni ’90 solo dal fatto che c’è l’obbligatorio livello su carrello da miniera o quello su barca/zattera in cui discendete un fiume. E in tipico stile da platformer/beat’ em up arcade, passate attraverso 5 stage divisi in aree, ognuno a tema diverso e con qualcosa di particolare a caratterizzare ogni stage.

A livello di repertorio, oltre allo standard yo-yo avete un discreto numero di armi trovabili in forma di classici power-up, tra guantoni da boxe come stelle ninja, bombe, palle di fuoco e cose simili che generalmente richiedono comunque di stare relativamente vicini ai nemici (motivo per cui il paragone con Mega Man non è del tutto esatto), potete caricare il colpo normale, usare smart bomb (differenti a seconda dello “sparo”) ed anche saltare sui nemici ed ostacoli per danneggiargli, od usare la scivolata.

spin master mine cart

E cosa importante, potete sparare/lanciare anche in alto ed in diagonale e verso il basso mentre saltate, che spesso non potevate fare in questi vecchi titoli 2D e che gli rendeva a volte più difficili del dovuto ma così avete un ottimo controllo e se morite non è tanto per un nemico volante o che viene dal basso e vi colpisce facendo rimbalzare all’indietro e dentro un burrone. Perchè “tradizione” quanto ti pare, ma non era buon game design, no.

Ciò rende la sfida più giusta, il che è ovviamente un bene, ma visti e giocati oggi su console questi titoli arcade sono assai corti, perchè lo sono, e con l’aiuto di un amico in cooperativa locale (che era il modo migliore di giocare titoli del genere in sala giochi) potete finire il tutto in una mezz’oretta, ma appunto, non posso fare tante critiche visto che molti giochi arcade del tempo erano così, visto che non potevano durare troppo e così congelare la fila di gente che voleva avere il suo turno.
É facile lamentarsi di come sia poco longevo visto oggi, ma di nuovo, dovete comprendere che erano altri tempi, ed altro game design che dipendeva da un diverso modello di business.

Ciònonostante, se volete una bella sfida potete scegliere di giocarlo a difficile od in modalità MVS, cioè con la difficoltà della versione arcade, ma è ben fatto e la brevità dell’esperienza permette di rigiocarlo senza che vi porti via tutto il pomeriggio, ed al contrario di altri titoli emulati, non potete inserire crediti per continuare all’infinito, quindi un po’ di impegno dovete mettercelo e non potete finirlo a forza di continua infiniti. Inoltre il gioco permette – se volete – di riprendere la partita dall’ultima area del livello in cui eravate, una funzione di auto-salvataggio gradita e per niente comune in titoli del genere, peccato che per la brevità dell’esperienza sappia un po’ di superfluo, ma è comunque gradito.

La grafica cartoonesca è molto ben fatta, allegra, colorata e simpatica, ed è sicuramente l’aspetto tecnico meglio riuscito, visto che il sonoro non è nulla di che, specialmente con monotoni effetti sonori come il grugnito preso da librerie gratuite che i nemici sconfitti emettono, specialmente quello alla lunga diventa fastidioso. Notabile però il “Yippee-Ki-Kay” detto dal protagonista a fine livello, non a caso visto che Die Hard era già al secondo film all’epoca.

Commento Finale

Nella ingiusta lotta tra nostalgia e realtà, Spin Master ne esce fuori meglio di quanto potevo pensare, perchè è un buon esponente di quel vecchio stile di platform molto vicino al beat ‘em up che andava di moda tra i tardi anni 80 ed inizio 90, ed un buon continuo sul solco di Joe & Mac della fu Data East (a questo proposito gradirei una re-release digitale della serie, il che è possibile).

Spin Master magazine ad

Non è il gioco per cui spendere milioni in un cabinato Neo Geo e relativo cartuccione, ma per gli amanti del retrogaming e dei titoli arcade anni 90, è qualcosa che mi sento di consigliare, specialmente se avete nostalgia residua verso il cabinato, che potete soddisfare con l’economica release per Virtual Console Wii.

Non c’è molto da dire, è un buon titolo e come molti altri titoli arcade, si spiega davvero da solo controller o joystick alla mano, ma se volete crearvi una collezione Neo Geo (di nuovo, senza dover vendere i vostri organi) direi che Spin Master è un buon inizio! 😉

3 Risposte to “PLATFORMATION #16: Spin Master”

  1. benez256 Says:

    Cavolo che perla…Un amico mi aveva dato il clone per PC su floppy disk ma non sono mai riuscito ad installarlo. Soro ora mi viene in mente che forse era una bufala… 😦


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