[ANISURGE!] Afro Samurai

afro samurai

Stagione: 1 di 1

Episodi: 5

Disponibilità in Italia: Nessuna

Doppiaggio: No

Bozza

La premessa di Afro Samurai è molto più semplice di quanto potreste pensare: nel mondo esistono due fasce per la fronte, una con iscritto il Numero 1, che rende intoccabile e dà poteri divini a chi la indossa, tanto che diventa intoccabile… a tutti tranne a chi indossa la fascia del Numero Due, che quindi può tentare di detronare il possessore dell’altra fascia. Ma avere la fascia del Numero Due significa anche che moltissimi ti cercheranno per ucciderti ed avere una chance contro il Numero Uno…

Il tutto inizia con il padre del protagonista, il Numero 1, che sfida un bizzarro pistolero con la fascia del Numero Due, e viene ucciso da questo davanti al figlio – nominato solo Afro -. Il nuovo Numero 1 lascia vivere Afro, che colmo di rancore prende la fascia del Numero 2 e cresce, diventando il titolare Afro Samurai, avventurandosi poi nel mondo alla ricerca del Numero 1 per sconfiggerlo ed infine vendicare suo padre.

Alla base è una tipica storia di vendetta giapponese, ancora più tipica visto che ci sono samurai di mezzo, e sempre “tipicamente” nasce come manga auto-pubblicato dall’autore, e poi pubblicato anche in italia da Planet Manga.

Inchiostratura 

La peculiarità viene dalla bizzarra pastiche fatta per questo anime: animazioni curate dallo studio Gonzo, doppiato nativamente in inglese con voci anche di Samuel L. Jackson nei panni di Afro, ma farete fatica a riconoscerlo, visto quanto poco parla e quasi tutti i suoi dialoghi siano la frase “Fà come ti pare”, rivolta al suo assistente iperchiaccherone, con protagonista un samurai afroamericano, una colonna sonora rap (che devo dire ci sta bene nel contesto, e credo una cosa del genere fu già fatta da Samurai Champloo, poichè non ho mai visto Samurai Champloo), e nonostante il look molto giappone antico, i personaggi usano cellulari (con tanto di schede SD) od hanno roba come gli R.P.G. (i lanciarazzi).

è definitivamente esagerato, con sette di monaci assassini numerati (con il numero dipinto sopra la testa) detti Empty Seven che vogliono uccidere Afro, mentre donnine poco vestite gli accarezzano le barbe (dei monaci, non delle donnine, immagino dovrebbero essere le “hoes”), cose molto da videogioco (wink wink nudge nudge) e certi clichè sugli afroamericani… già, sono un po’ troppo, o meglio, è il personaggio dell’assistente che segue Afro ovunque vada (per qualsiasi motivo) ad essere una comic relief non richiesta ed inappropiata, e neanche particolarmente comica.

Lasciando perdere (o no) i monaci assassini che fanno comunioni e parlano tra loro come una congrega religiosa di colore degli anni che furono (con termini molto usati dai personaggi di colore, almeno stando ad anni di film e serie tv, sentirete “YO!” a profusione dall’assistente di Afro, per intenderci), che forse è offensivo, non lo so, ma potrebbe esserlo. O forse esagero io, perchè mi viene un po’ da ridere quando vedo un monaco con le cuffie stilose che muove la testa a ritmo. XD

afro samurai Afro

Parlando di personaggi, Afro stesso parla pochissimo (ma tranquilli, a questo sopperisce fin troppo il suo assistente chiaccherone, un altro personaggio di colore con un afro bianco ed occhialoni stilosi, che parla e commenta quasi tutto quello che succede quando è a schermo), nel senso davvero troppo poco, ho capito che è un duro, lo è, ma qualche parolina in più l’avrebbe reso più interessante.

La animazione è alquanto di buona fattura, con un gusto per il viulento, tra teste tagliate, braccia mozzate, gente infilzata da spade e lance, e sangue che spruzza dalle arterie recise, è quel tipo di anime sui combattimenti, che non si fa problemi a far vedere un bambino passare una spada alla giugulare di un adulto. Di sicuro Afro Samurai non si fa problemi a livello di gore e violenza.

La narrativa non è nulla di spettacolare, a parte le bizzarrie stilistiche è tipica da un film sui samurai, ma le bizzarrie ed elementi stilistici come i robot (sul serio, i monaci costruiscono un Afro Droid per combattere il protagonista e lo annunciano pure) portano l’anime su quel livello di narrativa da videogame, quella più tipica, e se certi clichè in un videogioco sono anche simpatici, ed ormai presi con ironia., qui.. sono un pizzico troppo ridicoli.

Ma non siete qui per la storia, che in seconda analisi non è poi così male, è una classica storia di vendetta alla giapponese, ma decentemente eseguita e senza sentimentalismi eccessivi, alquanto algida, nonostante tutte le bizzarrie stilistiche, ed i flashback che svelano dettagli sul passato di Afro sono meglio del previsto edutili a tracciare un po’ meglio la personalità di Afro stesso, davvero dedicato in toto alla vendetta di suo padre (simpatizzo molto di più con le motivazioni del rivale).

Curiosa la scelta di una mini-serie di solo 5 episodi, che se non altro rende il tutto molto scorrevole ed al punto, niente filler inutile di mezzo per gonfiarne la durata.Il finale però è aperto e vede Afro e Jinno sfidarsi nuovamente, poi taglio e crediti. Da notare che questa non è una serie TV, ma una serie originale di Spike TV, il sito, e se non altro si fece notare al tempo per il pastiche di elementi orientali ed occidentali, abbastanza per vedere una citazione abbastanza evidente con il personaggio di Shinobu Jacobs in No More Heroes.

Colpi di china

afro samurai real talk

Se volete vedere Afro Samurai non è tanto per la storia, ma per l’azione, che è la cosa migliore dell’anime, e per l’animazione ben curata dello studio Gonzo: siete qui per combattimenti ed uccisioni folli, davvero folli, ultraviolente, per cose come battaglie contro robot con laser fatte in cielo, violente decapitazioni con katane e sfide contro vecchie conoscenze rancorose, ed Afro Samurai soddisfa in questo comparto, senza dubbio, e senza dover avere filler nel mezzo alle pugne.

Nel complesso, non direi che Afro Samurai è un capolavoro di writing o di storia, ma l’azione è buona, e se siete in vena di una storia di vendetta samurai condita con (oltre ad una buona dose di violenza e smembramenti vari) elementi occidentali ed un design e storia un po’ videogiocosa, ve la posso consigliare, è anche molto breve e non vi farà perdere molto tempo.

Una gradevole curiosità, senz’altro, ma non molto di più.

A questa seguì un film fatto per la tv che continua la storia, detto Afro Samurai Resurrection (di cui parleremo più avanti), ed un videogame basato su questa serie tv (e presumo anche sul manga, quindi), il quale (il videogame) ha ricevuto un inaspettato sequel episodico recentemente, Afro Samurai 2: Revenge Of Kuma, che nessuno vide arrivare anche perchè realisticamente nessuno pensava che questo franchise fosse ancora vivo. Davvero “dal nulla”.

Ma questa è un’altra recensione, miei cari…

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