Il titolo è un orribile gioco di parole, e ci dovrete convivere! 🙂 Una nuova estate, un altro numero del Grind Cafè, uno con cui ritorniamo nel familiare territorio degli shark movies, ma vista la pletora di roba del genere voglio mettere un paletto che voglio ampliare anche al resto delle rubriche, e come mantra personale: i film Asylum sono esclusi. Sia perchè sono un’infinita e la serie Mega Shark non solo esiste, ma è loro, sia perchè spesso i suoi film a prescindere dal genere sono così orribili e orridi “a tavolino” da non essere neanche più divertenti.
E comunque c’è il rischio/sicurezza di vederli passare su canali satellitari quando AXN o SyFy non sanno con cosa riempire il palinsesto verso mezzogiorno, per il vostro pranzo pasta & mega piranha, immagino.
Ovviamente, non è un dogma, ma una piccola promessa ed una piccola sfida per non andare a raccattare la frutta dal ramo più basso di questi “alberi di squali”, e non sono pochi! Come ultima cosa, volevo dirvi che avevo altri film di squali in mente per questo numero, ma roba come Shark Exorcist è introvabile in qualsiasi modo nel momento in cui scrivo, ed ho dovuto rinunciare a fare anche altri potenzialmente più interessanti. 😦
Buona lettura, come sempre!
Anno: 2005
Titoli Alternativi: Hammerhead – Shark Frenzy, Hammerhead,
Nazione: Stati Uniti
Durata: 1 ora e 24 minuti
Regia: Michael Oblowitz
C’è da dire che Sharkman non aspetta molto per farvi capire a cosa andate incontro, visto che questo è il primo scambio di battute che avviene nel film, e già ad un minuto e cinque secondi di runtime sapete cosa aspettarvi:
“Come sei arrivato qui?” “Per puro caso.”
Non è tanto il “dialogo” ma la tempistica davvero esilarante, e la completa mancanza di pudicizia nel dire roba del genere a farmi sperare bene fin da subito. Per una gran trashata, s’intende.
Immagino di dover parlare della trama adesso, ma almeno in questo caso non è il solito squalo pleistocenico o gigante. O con tre teste. No, stavolta il titolare uomosqualo è frutto di un esperimento genetico fatto da uno scienziato sul figlio malato di cancro, perchè a quanto pare le cellule di squalo martello gigante (lo scienziato pazzo lo specifica bene, chi sono io per dire il contrario?) sono più facili da coltivare per produrre staminali, o resistenti al cancro….
Ma non mi metterò a discutere della credibilità della genetica messa in atto in film chiamato “Sharkman” con sottotitolo “Una nuova razza di predatori”.
Ah, e per qualche motivo lo scienziato pazzo decide di vendere subito il siero, e ci sono corporation stile Umbrella che lo comprano pure, ed effettivamente manca l’ibrido uomo-squalo, visto che il tirannosauro e la zanzara sono già state fatte. Ok, la smetto, non vale la pena usare logica in film del genere. Non si vince mai.
Il punto è che c’è uno squalo bipede, ed il resto della trama non merita ulteriore spiegazione, potete indovinare se vedete b movies da parecchio. Sul serio, potete indovinare.

Penso di aver beccato quello che volevano passare come un uomo squalo ma sembra un pupazzo di dinosauro.
Quindi giochiamo alla “lista clichè”:
sì, i personaggi sono tutti stupidi, imbecilli, scegliete il termine che volete, ed è il solito pick n mix di stereotipi (tra qui la stronza che inseguita da uno squalo bipede non si vuole togliere i tacchi).
Scritto da qualcosa con i pollici opponibili, perchè voglio essere gentile a questo giro.
Gli effetti speciali squallidi e pezzenti. Of course.
Per quello che vale, sembra un film. Nel senso che non sembra un porno da quattro lire.
Non ho fatto battute sul cast perchè oltre a militi ignoti ci sono anche attori come William Forsythe, Jeffrey Combs nei panni di Dr. King, lo scienziato pazzo, che è molto gradevole nel ruolo, ed Hunter Tylo che era in Beatiful ed altre soap opera. Molto meglio del previsto, va riconosciuto (e come sapete, mi piace poter dire qualcosa di non offensivo, una volta ogni tanto).
Forse la domanda sarcastica più interessante è “come fa questo a tirarsi avanti per 90 minuti?”. Ed a mia sorpresa non ci vogliono i categorici 45 minuti prima di vedere anche una mano della creatura, che mozzica e mazzica senza farvi aspettare troppo.
Ad essere meno faceto, il film prova ad avere un briciolo di struttura e costruzione, di avere qualcosa oltre della CGI di merda e tizi stupidi che si fanno magnare da il mostro, anche se alla fine sa di essere una cazzata mostruosa, completa delle classiche scene “WTF” o talmente ridicole ed aleatorie da essere buffe., come il pranzo hawaiiano in cui i personaggi semplicemente stanno seduti a mangiare per tutto il giorno, visto che a notte fonda sono sempre nello stesso posto e ci sono le danzatrici hawaiiane con i fuochi e cazzate del genere.
O soldati che semplicemente lasciano un fucile in modo che i personaggi rinchiusi della stanza riescano ad uscire usando questo. Non gli viene rubato o tolto, lo lascia semplicemente cadere dentro la stanza mentre la chiude. Questo è il tipo di script con cui abbiamo a che fare, siore e siori, come dicevo prima, questi film sono impervi ad ogni logica realistica.
Almeno è uno dei pochi film di squali assassini in cui avete sezioni POV dello squalo che insegue la preda e la osserva dalle frasche come se fossimo in uno slasher tipo Venerdì 13. Parlando un po’ di più dell’uomosqualo, ha un nome, Paul (sul serio, ha pure un nome di persona), e purtroppo è quasi sempre reso con una pessima CGI, e lo sapevano perchè si vede solo per pochi secondi alla volta Paul, eccezion fatta per alcune occasioni in cui è un pupazzo od una persona in tuta ed è già molto meglio da vedere, cosa che avrei preferito e forse sarebbe pure costato di meno.
è un film strano, un po’ (vedi scena del parto cesareo di bimbosqualo, o io che scrivo davvero una cosa del genere), ma meglio così, perchè non è noioso, il che è già un traguardo per la bassissima media del genere.
Sapete cosa, è divertente per quello che è, e lo dico senza troppo sarcasmo.
È stupido, assolutamente idiota, né è interessato ad essere altro, ma è idiota e stupido al punto giusto, è genuinamente ridicolo e non tirato così per l’assurdo che non si ride più ma si incomincia a cercare la vena con il cucchiaio.
Ha tutto quello che potete ragionevolmente cercare in un film del genere, compreso il momento finale in cui è fatto che intendere che c’è un altro abominio del genere….ah, il sequelbait senza conseguenze di questi film. 🙂
Anno: 1976
Titoli Alternativi: Jaws Of Death, Mako Lo Squalo Della Morte, Killer Jaws
Nazione: Stati Uniti
Durata: 1 ora e 29 minuti
Regia: William Grefe
1975, anno in cui Steven Spielberg realizza forse il b-movie horror (e non uso il termine in senso derogatorio, sia chiaro) più celebrato della storia, Jaws (aka Lo Squalo), di fatto creando il primo esempio di blockbuster estivo e inavvertitamente piantando il seme dello shark movie, un sottogenere vero e proprio ormai.
Ma non bisogna andare a roba come Sharknado per vedere l’industria iterare sul concetto, visto che questa É l’industria cinematografica, e quindi se qualcosa ha successo, altri cercheranno di rifarla per capitalizzarci sopra fino a saturare il mercato con imitazioni a basso costo e spesso altrettanta qualità. Non so se il termine “squalosploitation” (o “Jawsploitation”, se volete) esiste o viene usato, ma ovviamente uno sciame di imitatori attirati dal sangue nell’acqua apparve come era inevitabile che successe.
Ma oltre a roba come l’italiano Great White (L’Ultimo Squalo), notorio per essere così svergognato da muovere la Universal a fargli causa per plagio, c’è anche roba come Jaws Of Death, che cavalcò il trend e decise furbamente di inserire il titolo del film di Spielberg (che originariamente era appunto “Jaws”, cioè “mascelle”) nel proprio per farsi notare. Antiche tecniche di marketing, nevvero.
Non è un modo onorevole, ma di sicuro funzionò per “ingannare” diversi spettatori che si aspettavano un altra copia de Lo Squalo ed invece si trovarono di fronte qualcosa che in comunque con il film di Spielberg ha la presenza di squali come punti focali della pellicola, e poco altro, francamente. Ed è piacevolmente rinfrescante vedere qualcosa con squali assassini che NON imita squallidamente Jaws, specialmente dopo diversi numeri estivi di questa rubrica che è ormai una sorta di tradizione siano sugli shark movies.
Il film racconta la storia di Sonny Stein, un marine della divisione di recupero beni sommersi (il cosiddetto “salvage”) che mentre lavora nelle Filippine scopre di avere una connessione di sorta con gli squali mako (un genere di squali, da cui viene il “Mako” del più noto titolo alternativo del film), e riceve un medaglione da uno sciamano filippino, come è usanza fare.
Stein poi si aliena e si isola dalla società in una piccola casa al largo di una cittadina della Florida. Come ogni amanti della fauna marina, poi sviluppa la capacità di comunicare telepaticamente con gli squali, abilità che usa per uccidere chi maltratta gli squali, e per punire chi è venuto a sapere del suo dono e vuole sfruttarlo per i propri scopi…
Prima di parlare del film in sé, DEVO far notare l’imbarazzante schifo che è la versione italiana DVD (che va sotto il titolo “Mako Lo Squalo Della Morte”) della Golem, semplicemente imbarazzante, ma non per la qualità video mediocre.
Mettendo l’audio italiano, vedete già dalla scena iniziale che l’audio passa dal doppiaggio italiano a quello originale, e non è un singolo errore, solo nei primi 15 minuti l’ha fatto almeno 10 e passa volte, e mai allo stesso modo: a volte l’audio in inglese dura 2 secondi prima che il doppiaggio italiano ritorni, a volte l’audio italiano ripete una frase detta in inglese, o la precede!
Era talmente vergognoso per un prodotto “professionale” (roba che qualsiasi cazzone con un minimo di perizia nel montaggio avrebbe fatto un lavoro migliore) che dopo un po’ non ce la facevo più e l’ho visto in inglese e via (niente sottotitoli, figuriamoci, costano troppo!). Non dategli un soldo all’edizione italiana. Tanto sapete dove altro “prelevare” film, immagino.
Ok, parliamo del film. Non è orribile, ma è decisamente meritevole della nomea di B-movie, e si vede anche da scene come il flashback in cui Sonny riceve il medaglione dal santone filippino degli squali che lo aveva in una scatola, come se fosse rimasto lì da anni aspettando uno tanto scemo o disperato da nuotare in una “palude/lago” (non si capisce bene cos’è) piena di squali.
E parlando di squali, non vi aspettate gore. Sì, ci sono squali che mangiano persone, ma chiaramente non c’era il budget per arti finti, quindi tutto quello che vi beccate sono squali morti finti e sangue finto nell’acqua, con relativo taglio quando gli squali dovrebbero sbranare qualcuno. Ma a suo credito, va riconosciuto (come il film vi fa sapere con un avviso nel primo frame) che hanno avuto le palle di girare scene subacquee con veri squali e senza sistemi di protezione. In questo caso ci credo, sembra “legit”. E le riprese subacquee sono decenti.
Nonostante l’idea di un film sugli squali pro-squali sia un piacevole cambio di prospettiva, Jaws Of Death non carbura del tutto, se proprio, visto che il tutto procede ad un ritmo lento, il che è un problema visto che sapete dove andrà a parare la trama, ed il tempo speso dal film nel caratterizzare i personaggi è quasi esclusivamente dedicato al protagonista, che è il più simpatetico, cosa non difficile quando tutti gli altri personaggi sono stereotipati, stupidi, e teste di cazzo in diverso modo.
Per esempio, c’è lo scienziato che solo nella scena in cui viene introdotto usa la parola “scienza” più del Dr. Insano, e provando a farci un “drinking game” sarete già alticci ancora prima di arrivare ad una mezz’ora di film. Dicevo, solo Sonny è quello più delineato e simpatetico, anche se parla con gli squali (telepatia par di coglioni) come se fossero dei labrador, ed è stupido a sufficienza da prestare un suo squalo ad un ciccione con sigaro che sembra uscito da un cartone animato (ed è il “sindaco stronzo” di turno) e talmente di buon cuore che non voleva neanche cacciare due suoi clienti che avevano provato a stuprargli la moglie. Sì, c’è anche una scena del genere in questo film, perchè altrimenti non ci sarammo arrivati a 90 minuti rosicati di pellicola.
Il cast è di ignoti, eccezion fatta per Harold “Oddjob” Sakata, che senza offesa è meglio quando non parla (non a caso era muto in Operazione Goldfinger), a sentirlo non sembra molto “brillante”, se capite quello che intendo. Comunque sempre meglio di Tor Johnson (parlando di wrestler), non scherziamo.
Come dicevo sopra, non è un film orribile, ma non è nulla di che, guardabile ma la mancanza quasi totale di effetti speciali (specialmente nelle scene di gore) si fa un po’ sentire, perchè francamente guardo film del genere per vedere gente mozzicata dagli squali od un po’ di gore, e non aiuta il fatto che il tutto proceda ad un ritmo alquanto rilassato, un po’ troppo. Quello ed il finale.
Sul serio, il finale è una cagata, più che altro perchè sembra quasi fatto apposta per andare incontro al messaggio generale del film, a beffa. Nel complesso un b-movie poco sopra la mediocrità, aiutato certamente dalla sua premessa tutt’oggi poco usata, di sicuro una piacevole curiosità per gli aficionados di shark movies, nel cui mare affollato si fa senz’altro notare, ma nulla di che.
Non mi dispiacerebbe vedere un’altro b-movie su squali in cui questi sono le vittime, fatto però con più soldi, maggiore impegno e più energia, se posso chiedere. 🙂
Rispondi