Sicuramente il concetto di “tutto per il popolo” è ormai assimilato dal grosso pubblico… almeno inteso come “tutto per me, come voglio io”. É la solita inutile gara tra aspettativa e realtà, superflua perchè nonostante estensive ricerche di mercato continue che pensano di poter prevedere i desideri del pubblico, la gente raramente sa cosa vuole, e quando lo sa non lo dice. Il pubblico estensivamente vuole che le sue voglie segrete (nel senso che neanche lui sa di voler una cosa finchè non la ottiene) vengano indovinate da una manica di sconosciuti. Quello o quando lo sa vuole la solita cosa di continuo, di continuo, di continuo….
E sia chiaro, non sto dicendo che il pubblico debba andare contro sé stesso, il ruolo del consumatore (idealmente) è trovare quello che lui ritiene il miglior affare per sé, e basta. Il consumatore deve curare il suo interesse, che sembra una cosa egoistica, ma è invece il ruolo giusto nel mercato.
Dico questo perché molti finiscono per andare oltre questo, e voglio parlare un po’ del fenomeno in generale, partendo dal pubblico invece che dai critici o le corporazioni. Non sono qui per “risolvere” un problema che mai si risolverà, piuttosto per analizzare il sempre maggiore impatto e presenza del pubblico nell’industria di film, videogame ed intrattenimento in generale.
C’è però da dire che quando il pubblico si è fatto un’idea di un prodotto prima che questo sia disponibile, non importa quanto erronea o fallace (spesso volutamente falsata da chi vende il prodotto) l’aspettativa che si è creata, difficilmente sarà disposto ad accogliere il prodotto per qualsiasi altra cosa. Non importa se non ha senso. Sia chiaro, non sto dicendo che il pubblico generale non dovrebbe avere un’opinione e dovrebbe accettare senza fiatare il giudizio della critica, visto che siamo tutte persone (umani, al minimo), e queste sono opinioni.

Ora la petizione è chiusa, ma davvero questo tizio ha pensato di “farsi giustizia” per le critiche su Suicide Squad. Non è la prima volta che capita nè sarà l’ultima, ma è triste e deprimente ogni volta.
Ma d’altro canto c’è un’altrettanto radicata fetta dell’utenza che nonostante tutto cercherà di giustificare critiche (anche legittime) ferocemente e senza motivazioni vere il prodotto. Perché? Perchè come potrebbe mai sbagliarsi, proprio lui/lei? Per fare un esempio, basti vedere il recente backlash dei fan alla pessima ricezione critica di Sucide Squad, bocciato su praticamente ogni testata in maniera quasi unanime (ed anche a me non è piaciuto affatto).
Il pubblico aveva già deciso che gli sarebbe piaciuto dal trailer, motivo per gli enormi incassi al box office nella settimana d’uscita, ed anche se non era quello che si aspettava, non sorprende che molti l’abbiano difeso affermando che era perfetto, sempre perchè avevano già investito le loro opinioni in anticipo, ed ammettere di aver sbagliato o di non aver azzeccato con le proprie previsioni è difficile. No, sul serio, specialmente in questa società che vede lo stare stoicamente attaccati alle proprie idee sempre e comunque come un punto di forza, ammettere di non aver sempre ragione è difficile perchè è visto come una debolezza. E quindi non basta dire la propria, ma “bisogna” attaccare chi la pensa diversamente, uccidendo da subito qualsiasi possibilità di avere una conversazione sull’argomento, preferendo percuotere cassonetti e far rumore nell’illusione che validi la propria opinione.
Quello, od usare Change.org per stronzate come petizionare la chiusura di Rotten Tomatoes, un tentativo idiotico di schiacciare opinioni critiche, ma un tentativo a prescindere, perchè è così che reagiscono questi dementi, probabilmente adulti fisicamente, ma con la psiche di un 12enne vendicativo. Perchè a molti “cattivoni” non è piaciuto Suicide Squad.
Sia chiaro, non sto neanche difendendo le corporazioni ed i colossi delle varie industrie che si meritano spesso gran parte delle colpa, perchè sanno benissimo cosa stanno facendo e giocano spesso su scandali fatti ad arte o capitati perchè internet quella settimana aveva deciso di litigare per quella stronzata, prima di dimenticarsene e passare alla prossima e casuale cosa su cui scannarsi perchè sì.
Le corporazioni certamente meritano di essere criticate, tra decadenti campagne pubblicitarie, marketing spesso ingannevole, ideologie di fondo antiquate, un gusto per la censura mai troppo cambiato dagli anni ’50, il modo in cui affrontano la pirateria e vorrebbero bollare come “criminali” chiunque non è disposto a spendere 10 euro per l’ennesimo sequel insipido o progetto senz’anima, senza attivamente competere per vincere contro la pirateria. Oppure abusare dei sistemi di copyright per schiacciare video-parodie, critiche che non piacciono, senza dire nulla del sistema automatizzato di Youtube che permette a questi colossi milionari pure di monetizzare video di utenti a caso, anche se usano un pezzetto di 30 secondi di film o materiale sotto copyright, anche se usato in pieno rispetto del Fair Use.
Ma d’altro canto, non neghiamo che anche il pubblico sia spesso colpevole o difficilmente difendibile, specialmente quando attacca verbalmente gente per “errori” o misoginia percepita (perchè invece di parlarne quando è un problema, usiamo il termine quando non c’entra niente o quando crediamo vagamente e senza vere prove che si parli di quello), o montano le solite orde di ratti urlanti con artigli e lingue velenose quando pensano di essere “attaccati” o censurati, il che è spesso tanto fragile è la loro psiche, abbastanza da legare la propria identità ad un film o videogame e percepire le critiche come assalti personali.
E qui vorrei fare un discorso forse banale (pure troppo), ma che non sembra essere mai stato capito, quindi tanto banale non lo è: se non volete vedere qualcosa, non andate a vederlo.
Che intendo?
Perchè sebbene apparentemente il pubblico sia stufo delle saghe interminabili, del vomitare infinito di sequel di qualità decrescente che spesso nessuno ha chiesto, dei continui reboot e remake di film, i numeri non mentono e dimostrano che come cani di pavlov, gli spettatori tornano in frotte a vedere qualcosa con un nome che conoscono già, l’ennesimo action movie con un attore anziano che sembra assai poco voglioso di muoversi come decenni prima, o sono pronti a vedere qualsiasi cagata giustificandosi perchè “c’è xxx xxxx!”. I critici non possono dire “uh, un film Marvel, non lo voglio vedere”, ma il pubblico (per ovvi motivi) non ha queste obbligazioni.
Cambiando un attimo media, prendiamo il recente esempio di No Man’s Sky, che ha praticamente fatto il giro sulla giostra dell’hype, un lunghissimo e pubblicizzato giro sul brucomela, con lodi e premi ricevuti anni prima che il gioco uscisse veramente. Dire che Hello Games ha promesso la seconda discesa di Cristo è dir bene. E la compagnia (Sony stranamente ha fatto ben poco a riguardo, a parte fare da publisher) ha volutamente tenuto tutto sul vago, senza mai dare spiegazioni od info sostanziali su come tutte queste promesse e meccaniche avrebbero funzionato in pratica.
E c’è differenza tra il voler mantenere la sorpresa senza raccontare l’intera esperienza di gioco mesi prima che esca, e volutamente rimaner vaghi per evitare di rispondere a domande sa di truffaldino, anche se non lo è, perchè rimanere vaghi per due anni su un gioco che viene innalzato ai cieli dalla stampa fin dal primo trailer…. non mi rende fiducioso, mettiamola così. Non ho giocato il titolo e non intendo pretendere di averlo fatto, ma da quanto ho visto, sembra tanto puzzo…. per nulla di incredibile.
Ci sono motivi anche meno velenosi per cui No Man’s Sky ha attirato così l’attenzione, e vi rimando a questo video di Totalbiscuit sulla questione se volete approfondire. Forse potrei provarlo usato più avanti, alla fine è uno dei pochi “survival-crafting-esploration” effettivamente finiti.
Ancora prima di vedere del materiale di gameplay sostanziale (a parte un trailer di debutto fallace che dava un’idea del gioco diversa da quelle vista nella versione finale del gioco così com’è uscita nei negozi), c’erano evangelisti di No Man Sky pronti ad inseguirlo per tutta la giudea, a lodarne il nome, o semplicemente gente che si creava aspettative irrealistiche sul titolo, visto che la vaghezza naturalmente ha portato molte speculazioni e molti hanno riempito questi vuoti di info immaginando cosa potrebbe mai esserci in questo gioco.
Come era prevedibile, il gioco non avrebbe MAI potuto soddisfare questo castello infinito di aspettative, a prescindere. Avrebbe dovuto curare lebbrosi o resuscitare i morti per essere all’altezza delle aspettative che lo sviluppatore stesso aveva contribuito a creare. Ma in fondo, altrimenti sarebbe stato difficile spingere un numero di pre-ordini così alto di un gioco indie venduto a prezzo pieno (non sto a discutere se merita o meno questo prezzo di listino, ma 60 euro sono sempre tanti soldi per un videogame).
E sapete cosa, c’è un motivo per cui questi fanbase tossici esistono, è perchè il marketing crea un ambiente in cui questi sub-umani si sentono a proprio agio a difendere a spada tratta un videogame come se ne andasse della loro vita personale, a minacciare di morte chi osa solo dire il nome del loro nuovo idolo di silicio. voglio dire, meglio di una schiera di serventi disposti a difendere il tuo nome contro qualsiasi accusa o cosa percepita come un attacco, di consumatori fedeli e disposti ad ingollare qualsiasi stronzata gli dici, cosa c’è di meglio per una corporazione?
è la cultura dell’hype (e la sorella che è quella del pre-order nel mondo videoludico, ma non solo), che è velenosa in entrambi i media, ma è specialmente malata nell’ambito videoludico, e sembra capace di raggiungere abissi sempre più profondi.
Voglio dire, una delle prime recensioni di No Man’s Sky fu quella di Jim Sterling sul suo sito The Jimquisition, che ha trovato il titolo assai pedestre, dandogli un 5 su 10, e guarda caso “qualcuno” ha colpito con un attacco DDOS – che è essenzialmente come un’omicidio virtuale – il suo sito subito dopo la pubblicazione della recensione. Il che è una mossa nuova in questo ambito, solo per una singola recensione non avevo mai sentito nessuno spingersi tanto oltre, almeno nella mia esperienza sul web.
Va detto anche che in questo caso ci sono state situazioni davvero assurde, come insulti fatti al director del gioco (Sean Murray) quando annunciò un ritardo rispetto alla data d’uscita prevista. Sì, questi zeloti sono così rabbiosi e dementi da prendersela con i responsabili del gioco che hanno già deciso di adorare,
Proverei a tirare fuori una morale da tutto questo, ma l’unica cosa che mi sento di dire è: datevi una cazzo di calmata ed iniziate a drogarvi di buon senso, visto che vi deve essere uscito dallo stesso orifizio-guida del vostro corpo.
Per gli altri dico solo questo: ci si legge a breve,ciao!
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