In questo numero di Platformation torniamo a parlare di una serie che in realtà non dovrebbe neanche esistere, in quanto nata come mero plagio (della serie “copia ed incolla 1:1 con leggeri cambi cosmetici): sì, quella di Giana Sisters.
In qualche modo sopravvissuta ad un oblio che sarebbe stato onestamente meritato (per maggiori info wikipedia), la serie giunge al suo terzo capitolo con Giana Sisters: Twisted Dreams, sviluppato da Black Forest Games e lanciato sul mercato molto meno in sordina (distributo su varie piattaforme in via digitale, quella recensita è quella per Wii U), e con intenzione di dare un’identità vera e propria a questo franchise, di poter dire che non è più un clone identico di Mario.
La premessa è pressapoco la solita del titolo DS, le due sorelle Giana sono a farsi gli affari loro quando un portale a forma di ghirigoro appare dal nulla, la loro gemma finisce lì dentro per sbaglio, e le due sorelle si tuffano nel portale per riprendersela. Eccovi tutta la trama, classico pretesto da platformer spiegato tutto da una cutscene di un minuto o meno. E visto come non c’è manco una cutscene finale dopo il livello conclusivo, direi di non dare peso per niente alla storia qui presentata.
Ma una cosa che non è copiata è il gameplay, perchè Black Forest Games capì che riproporre ancora una volta un clone senza arte ne parte di Super Mario Bros sarebbe stato un suicidio commerciale, quindi riprendere la formula vecchia e costruirci sopra meccaniche proprie era necessario, ed infatti così è successo. Nonostante le fondamente rimangano quelle dell’originale Super Mario Bros. (con tanto di nemici che si sconfiggono saltandoci sopra), Twisted Dreams ha meccaniche nuove, non dico reimmaginate perchè non c’era davvero nulla da reimmaginare sia nell’originale Giana Sisters sia nel titolo per DS, c’era da creare e basta.
La principale novità riguarda il poter passare in ogni momento dalla sorella “angelica” a quella “punk”, ognuna delle quali ha un’abilità diversa utile a passare un certo tipo di ostacoli ed elementi dei livelli: la sorella “angelica” può esibirsi in un salto a piroetta che permette di guadagnare quota e planare roteando, mentre quella “punkettona” può usare un attacco speciale per lanciarsi in aria come una palla di fuoco (simile all’homing attack dei Sonic The Hedgehog 3D), e che in questa forma può servirvi a scalare mura rimbalzandoci contro in stile pinball.
Ma questo tag team ha un altra funzione, in quanto il livello si modifica a seconda della sorella che usate al momento:cancelli si alzano o si abbassano, piattaforme invertono il senso in cui giro o si muovono, ed altre cose ancora che richiederanno impariate ad alternare tra le due sorelle, perchè vi servirà, anche con una certa rapidità nei livelli più avanzati. Ed attenzione perchè a meno che non otteniate una gemma rosa che vi fa da scudo mono-uso, morite con un colpo, vecchia scuola. Ritorna dall’episodio DS le gomme da masticare da usare come bolle in cui volare/levitare.
Il level design è… quasi buono. Che intendo? Intendo che ci siamo molto vicini al “buono”, ma è grezzo, con alcune “scheggiature”, ed il ritmo dei livelli non è perfetto, con alcuni che sembrano durare un po’ più di quanto vorreste, alternano sezioni divertenti ad altre più difficili senza un equilibrio preciso, o non sono connesse bene tra di loro in alcuni casi. Inoltre la calibratura della difficoltà mostra alcune imperfezioni, mai da diventare orripilante o da incazzatura, ma il gioco si affida un pizzico di troppo all’idea che principalmente giocatori di platformer navigati o con discreta-media esperienza si avvicineranno al titolo.
Sia chiaro, è così, gran parte della gente che giocherà Twisted Dreams sarà (probabilmente) composta da giocatori navigati od esperti, vero, ma la difficoltà poteva tenere conto un po’ di più di giocatori meno esperti, che troveranno certi passaggi molto frustranti (e certi lo sono per qualsiasi livello di esperienza, come un paio di occasioni in cui a malapena riuscite ad atterrare sulla terraferma dopo un salto e piroetta molto lungo, e certe volte il gioco richiede delle vere acrobazie, come nelle sezioni con tartarughe). I boss sono decisamente buoni ed offrono una buona sfida, non prendeteli sottogamba.
E per quanto sia una lamentela minore, il design grafico dei livelli è un po’ blando, con le solite ambientazioni già viste e straviste, come castelli, minieri, praterie, etc, pur essendo molto colorati e con una certa cura gli scenari di per sè, e l’effetto di transizione tra le due sorelle muta gli scenari sempre, con nuovi dettagli che appaiono anche sullo sfondo. In generale è tecnicamente ben fatto, salvo qualche glitch grafico come durante la parte finale del livello boss finale e qualche occasione scatto di framerate che accadono comunque mai in situazioni problematiche, ed il poter giocare tutto via solo Gamepad è sempre un piacere.
Una lamentela che ho riguarda l’uso dell’analogico per abbassarsi, il che non funziona benissimo, ed in molte sezioni in cui è essenziale doversi abbassare (magari su una piattaforma mobile) è un problema, e vi forza ad usare la croce direzionali. Il che è un po’ strano quando altrimenti l’analogico è un opzione perfetta anche per platformer 2D.
Sebbene procedere nel gioco sia una cosa che non necessita spiegazione, per accedere al livello finale del mondo ed affrontarne il boss dovete ottenere un totale preciso di stelle dalla valutazione di fine livello, in più livelli del mondo fortunatamente. Questo, sebbene da una parte vi incentiva a giocare con più impegno i livelli, ad esplorargli per zone segrete morendo il meno possibile e trovando più gemme possibile, dall’altro dovrete comunque rigiocare alcuni livelli di quel mondo per raggiungere la quota (come vi dice il gioco stesso, metà delle stelle di un mondo), non orribile visto che i livelli non sono neanche così lunghi, ma è un exploit per allungare il gioco di cui avrei fatto a meno
Ci sono circa 30 livelli e mi ci sono volute circa 11/12 ore per finirlo (ma ci potreste mettere qualche ora in meno), che non è male per un titolo da 15 euro in digitale. La rigiocabilità è data dai diversi livelli di difficoltà: oltre a quello Normale, c’è un Facile ed altre due difficoltà davvero masochistiche che vi fanno giocare senza checkpoint, ma dovete sbloccarle prendendo tutte le stelle nei livelli boss. Ed una modalità Score Attack e Time Attack, che si spiegano da sole.
Commento Finale
Con questo titolo la serie che mai avrebbe dovuto essere ha un senso di esistere. Black Forest Games ha preso i vecchi titoli e ci ha costruito qualcosa di buono sopra… o meglio, ha creato qualcosa di buono da zero, perchè i titoli precedenti erano o cloni da plagio di Super Mario Bros. o mediocri ed arcaici emuli sempre basati sull’originale classico Nintendo. Ci sono alcune cose prese da i due titoli precedenti, ma per lo più estetiche.
In ogni caso, Twisted Dreams è un buon platformer 2D, ma uno consigliato esclusivamente ai giocatori esperti, perchè è principalmente pensato per loro, e sicuramente soddisfa a questo riguardo. Ma non è perfetto, e tra un level design a volte più frustrante del dovuto e la scelta di bloccare la progressione imponendo di prendere un certo rango nei livelli per sbloccare il boss del mondo (aumentando così la longevità), si notano dei difetti e scelte di design nate da semplice in-esperienza degli sviluppatori, che sono fastidiose o non eccelse, ma sono quello, un frutto di una software house capace ma ancora un po’ acerba.
Personalmente non mi hanno infastidito così tanto, ma non sono ottime scelte di design e sono pienamente criticabili. A parte certi passaggi davvero frustranti e qualche minore problema coi controlli (nulla di orribile), devo dire che avrei preferito una direzione artistica migliore, non è male e se non altro gli scenari sono colorati, ma ci voleva più pizzaz, è una serie che beneficerebbe di distinguervi stilisticamente… di più.
Ammesso, non è Super Meat Boy (parlando di titoli direttamente ispirati da Super Mario Bros.), ma per i fan del genere è un buon acquisto, anche senza il sistema di progressione imposto non è un titolo corto, e c’è una buona dosa di rigiocabilità, tra varie difficoltà e gare a punteggio e tempo. Uscì anche un’espansione stand-alone (non so perchè questa scelta, ma vabbene), Rise Of The Owlverlord, che non ho giocato ma pare sia buona, e che potete trovare inclusa nella versione retail per PS4 del gioco, che consiglio di prendere a questo punto.
Curiosamente, ci fu poi un altro titolo della serie, Giana Sisters: Dream Runners, che stranamente cambiò stile per offrire un ibrido di platformer e racing game (che non è totalmente nuova come idea, ma è stata raramente tentata, di recente da Runbow) con le meccaniche base di Twisted Dreams, e fu distrutto dalla critica. E visto che già al lancio non c’era nessuno online, io di sicuro non voglio costringere i miei amici a giocarci in locale, non lo toccherò e recensirò mai (a meno che non venga dato via gratis).
Continuerò ad aspettare un seguito che costruisca sulle buone – sebbene un po’ rozze – fondamenta poggiate da Black Forest Games, nel frattempo.
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