The Shallows/Paradise Beach – Dentro L’Incubo (2016) [RECENSIONE]

the shallows - paradise beach 2016 locandina

In un post su facebook, ho erroneamente commentato su come non si fosse ancora fatto vedere nelle sale italiane il thriller-horror a base di squalo The Shallows, e che mi sarei accontato di Paradise Beach.

Ecco, non era un caso se il trailer italiano di Paradise Beach mi sembrava fin troppo familiare, perchè Paradise Beache É The Shallows, solo con un altro titolo (perchè Italia), e francamente finchè non ho visto le schede info di programmazione non mi ero posto ulteriori dubbi, voglio dire, non è che manchino emuli di altri film, specialmente se si parla di film horror e di squali, ancor più. Quindi capite perchè ho semplicemente presunto che fosse un altro film con una premessa quasi identica.

Se non avete sentito parlare di The Shallows, è uno dei rari shark movie che non cerca di essere il solito B o C movie, non il solito film spazzatura con squali assassini grossi come portaerei e fatti con CGI da culo, ma un film serio che in un certo senso è il primo tentativo (e se non lo è, almeno è il primo ad aver ricevuto attenzione) di fare un film sugli squali sulla vena dell’originale Lo Squalo (a.k.a. Jaws), sul terrore e sulla paura che l’incontro con questo predatore marino può creare quando è sfidato nel suo elemento.

La trama è abbastanza semplice, come molti film del genere. Una ragazza raggiunge la spiaggia segreta di cui sua madre le aveva parlato anni prima, con l’intenzione di godersi le onde surfando ed al contempo fuggire per un po’ da un trauma familiare. Dopo aver incontrato altri surfisti, prova infine a spingersi più a largo, ma là incontra una balena morente, e soprattutto uno squalo che la morde. Ferita, si trascina su degli scogli, e cerca di sopravvivere.

the shallows 2016 screenshot

Un concetto semplice, sì, ma uno che funziona bene, anche se l’esecuzione in alcuni punti lascia a desiderare. Per esempio, la prima parte risulta un po’ lenta, certo, c’è da stabilire il tono del tutto, introdurre la protagonista ed il suo rapporto con la madre, e personalmente non mi è dispiaciuto moltissimo perchè la fotografia è ottima ed aiuta a dare un tono paradisiaco a questo posto segreto, a questo angolo di mare e sabbia isolato ed immenso, ma se avete visto il trailer sapete già che lei finirà su quegli scogli con questo enorme squalo ad attendere il momento giusto per finirla, ed il film se la prende leggermente comoda.

Una volta arrivati a quel punto, il tutto migliora, con la protagonista che improvvisa crudi metodi per non morire dissanguata, ed incomincia a pensare come e dove muoversi, studiando lo squalo come quello studia lei, il tutto reso più rischioso dalla sua gamba ferita, e dall’essere isolata completamente, ovvio. Una lotta per la sopravvivenza che è ben fatta e vede la protagonista fare cose sensate… tranne in un due specifici momenti: uno è quando lei cerca di recuperare una telecamera montata su un casco, e l’altro è un momento del finale.

La telecamera perchè è veramente un caso limite tra “ok, ha senso” ed enorme comodità di script, visto che non mi sembrerebbe il caso di cercare di recuperare quella rischiando la pelle, per poi usarla per lasciare un video quasi testamentale (e trovare qualcosa di comodo che comunque lei non poteva sapere fosse nel casco). Per quando riguarda il momento finale… dirò solo che è un po’ esagerato considerato il resto del film e come approccia la lotta contro lo squalo in termini realistici, o perlomeno sensati; intrattiene sì, ma sembra un po’… troppo.

Parlando dello squalo in sé… è minaccioso, ed è un semplice squalo, bello grosso, ma uno squalo, niente tentacoli o triple teste, o bisogno che ne abbia. Fatto in CGI, sì, ma fantastica CGI, perchè va riconosciuto il merito a chi sa farla molto bene, invece di considerarla inferiore per cieca nostalgia dei vecchi metodi artigianali.

the shallows 2016 i am a rock

So che sembra stia prendendo due momenti a caso del film di Jaume Collet-Serra e facendo di colline montagne, ma il problema è che sono due momenti importanti in un film che non funziona bene come vorrebbe e potrebbe, anche perchè il tono cambia rapidamente, e non mi riferisco a momenti di levità, ma al fatto che il tono cambia notevolmente tra prima e seconda parte, tanto che se vedeste solo l’inizio o la fine vera e propria, pensereste che sia una pubblicità per uno stabilimento balneare od un film completamente diverso, con tanto di musica “moderna e di moda”, mentre poi il fulcro del film è di tono totalmente serio. Questo è un problema perchè il film non riesce a mantenere quella suspense che cerca di avere, e non siete mai totalmente tenuti sulle spine, nonostante l’ottima interpretazione di Blake Lively, che riesce a risultare molto combattiva e molto fragile allo stesso tempo.

Senza citare un plot point che viene semplicemente abbandonato dopo essere stato caricato di una certo mistero e di fatto serve solo ad elongare un po’ il film che non è affatto lungo (appena sotto i 90 minuti), e scelte di regia discutibili (come slow-motion a caso) che – di nuovo- non aiutano per niente a mantenere la suspense, anzi, risultano involontariamente comici e fanno scappare qualche risata in momenti che non dovrebbero risultare divertenti.

Commento Finale

The Shallows è in un certo senso il migliore shark movie fatto con tono serio (e non come la spazzatura della Asylum e compagni) da molto tempo, il che ho accolto con braccia aperte appunto perchè ormai sembra che gli shark movie debbano essere per fprza b-movie horror splatter fatti con l’ano o vari pezzi di colon.

Ma sebbene sia un buon passo in avanti in questo campo, non siamo di fronte al nuovo Jaws, ma ad un thriller con elementi horror che funziona benino, ma è piagato da alcuni difetti, specialmente il tono inconsistente (tanto che certe scene prese singolarmente potrebbero sembrare provenire da un film totalmente diverso) impedisce al film di coltivare la suspense a cui chiaramente aspira, con cose che sembrano fatte per comodità di script mal mascherate, momenti che risultano involontariamente comici od esagerati quando invece siamo in “modalità seria”, il che danneggia anche il dramma che il regista vuole costruire. Questo ed è un plot point che sembra importante ma poi è semplicemente dimenticato.

The shallows 2016 surfin'

É sicuramente un film fatto con una certa cura, e decisamente sopra la media, ma non raggiunge l’obiettivo che voleva, e sebbene non sia dispensabile, finisce sotto la soglia del “buono” ed è un peccato perchè si poteva fare di meglio. Personalmente, lo consiglio a chi vuole vedere finalmente dopo anni uno shark movie fatto non per ridere ma con tono ed intenzioni serie, sebbene dovremmo aspettare ancora per vedere registi indie o studios tradizionali ritornare sull’idea e fare “il nuovo Lo Squalo”, o qualcosa di meglio.

E per chi se lo stesse chiedendo, no, non voglio un Jaws V, ci ha già pensato Bruno Mattei (mortacci sua) ed il marketing italiano di b-movie horror anni fa.

6.5 su 10 (se vi interessano i voti numerici). Buono… quasi.

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