Doctor Strange (2016) [RECENSIONE] | That’s How My Love Goes

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L’ultimo film basato su un fumetto o serie di fumetti americani che ho visto è stato Suicide Squad, il che mi lascia già meglio disposto verso l’ultima fatica Marvel, che devo ammettere mi aveva incuriosito già dal cast (Cumberbatch, Tilda Swinton), ed il primo trailer mi aveva incuriosito parecchio, perchè la premessa mi piace e sono stufo di vedere un ultranazionalista picchiare uomini di latta ed altri tentativi di fare un film di Avengers anche quando non è tecnicamente un nuovo Avengers.

Qui avrei fatto un torturato esempio (molto torturato, a pensarci bene) per dimostrare la mia ignoranza sul materiale originale, ma non volete leggero quello, quindi dirò solo che non farò paragoni al personaggio/serie originale od ai suoi reboot, sono allo stesso livello di conoscenza del materiale delle grandi masse, piano terra.

Anche se parlai brevemente nel mio editoriale “FMA in The Shell: Whitewashing Human Interface” di come il personaggio della Swindon sia stato cambiato rispetto al fumetto originale, sia perchè era uno stereotipo razziale… discutibile, sia per questioni di tensione politiche, perchè era un personaggio tibetano e già per questo malvisto dalla Cina (che vuol dire molto, perchè – come ho già discusso in un numero di Miscel-O-Rama – è quello il nuovo mercato vero e proprio di Hollywood e quindi è logico che modifiche vengano fatte in questa ottica, meglio evitare preventivamente di farvi vedere anche solo un po’ di sbieco dal nuovo mercato con un pubblico enorme e privo di particolari standard).

Ma non che ciò cambi affatto la mia opinione, visto che come ho detto prima, la mia conoscenza del fumetto/serie originale è pari a zero. Quindi parliamo del film.

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Stephen Strange è un neurochirurgo. O meglio, lo era.

Un incidente automobilistico gli porta via l’uso delle mani, e così anche ogni futuro prospetto. Dopo aver tentato – senza risultati – di curarsi con la medicina tradizionale, Stephen si trova costretto a provare di tutto, e così finisce in un misterioso ed inusitato luogo, una enclave tibetana denominata Kamar-Taj.

Lì viene curato attraverso un percorso disciplinare orientale, ma presto si accorge che c’è di più, e che non lo stanno solo curando, ma stanno cercando di farlo diventare uno studente di Hogwarts, anzi meglio, non un banale mago, ma un mago dimensionale (il minimo per Cumberbatch, insomma), il tutto per combattere forze oscure che vogliono distruggere la nostra stessa realtà.

Quindi Strange si trova ad un bivio, tra il tornare alla sua vita ed il suo lavoro, e salvare il mondo, il che a dire la verità è una falsa scelta perchè questo è un film Marvel, indi…

Strange è un personaggio interessante, e non in piccola parte per la sua professione che lo rende un’anomalia nel panorama attuale Marvel ed inietta del medical drama nel calco del superhero movie, ma anche perchè Stephen Strange vive per il suo lavoro, per il prestigio che questo gli dà, visto che è anche molto egocentrico, e perdere le sue mani nell’incidente lo rende ancora più ossessivo, disperato e solo.

Sì, come potreste prevedere il suo arco narrativo lo vede cambiare in meglio, il che non richiede molta chiaroveggenza, ma è ben fatto poiché anche l’altro personaggio principale, L’Antico, ha una storia e segreti che non rendono il tutto una cosa totalmente manichea, e la lascio così per evitare spoiler. E sì, è un pò bizzarro vedere una Tilda Swinton pelata nei panni di un personaggio maschile (almeno per quanto ho capito), ma non troppo considerato i ruoli precedenti dell’attrice (come David Bowie), ed alla fine, nonostante le motivazioni citate ad inizio articolo per le quali c’è lei, non importa davvero, visto che fa un ottimo lavoro, ed il film non è peggio per queste scelte stilistiche, anzi.

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La storia è buona, e grazie al fattore “maghi spaziotemporali” il regista si è potuto sbizzarrire nelle sequenze di azione, e non solo, con continui cambi di gravità, scenari che si modificano, restringano, separano, distruggono, portali, viaggi attraverso infiniti universi, e battaglie tra maghi che intrattengono in maniera eccellente. Senza dubbio Doctor Strange è il film Marvel con le migliore visuali che abbia mai visto, e sebbene dire “vale la pena vederlo solo per le scene d’azione e le stilose visuali” sia esagerato ed incorretto, è corretto dire che il film di Scott Derrickson vale la pena vederlo anche per le visuali.

Ed è un bonus che la dose di dramma inserita sia più decente, e per quanto ritenga essenziale un po’ di levità, dei momenti leggeri inseriti nel punto giusto, non sono stato un grandissimo fan dell’humour slapstick del film, visto che molto viene dal mantello incantato (o quello che è), che sicuramente è un retaggio della caratterizzazione originale, il che per me significa poco, visto che le scene in cui è presentato e presente vengono fuori un pizzico troppo stupidelle anche per un film Marvel, visto che sono quasi tutte d’azione, e non puramente comiche – come potrebbe sembrare logico – ancor più considerato che il mantello sembri provenire da Fantasia per come funzioni.

L’antagonista principale è decente, non ha motivazione o backstory particolarmente interessanti, ma è eseguito con convinzione da Mads Mikkelsen, che è una strana scelta di casting, ma non così strana, vista la physique (specialmente craniale) dell’attore, che decisamente aiuta, un po’ meglio – ma non di troppo – il vero cattivo. Al contrario la risoluzione finale (che ovviamente non vi starò a raccontare) è alquanto interessante, originale e perfettamente in tono con il resto del film, sospesa tra il ridicolo ed il geniale.

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Ottimo il pacing, con una durata appena sopra le due ore che non sembrano tali, vista la rapidità con cui gli eventi procedono senza una “frenata flashback” o particolari dimenticanze nello script che fanno emergere la domanda “quello chi è?!”, e nonostante ci sia la “clausola Marvel” che impedisce ad ogni suo film di esistere solo come entità a sé stante, il film ha una conclusione degna di tale nome, anche se non appagante nel senso di totale happy ending.

A questo proposito, come sempre c’è una scena post-crediti che inzica ad un prossimo film nell’universo Marvel (molto carina, btw), e come sempre c’è il cameo random di Stan Lee, che ormai mi sta ufficialmente sui coglioni, non perchè odi Stan Lee o cose del genere, ma odio l’attitudine con cui questo cameo è inserito in ogni film Marvel, per cercare di renderlo simpatico forzatamente. Era simpatico la prima, seconda volta. Alla quattordibiliesima non più, anzi. Molto carina la nuova presentazione del logo Marvel, btw.

E sì, ad un certo punto citano gli Avengers e le Gemme Dell’Infinito, le ultime delle quali mi dicono poco non avendo visto tutti gli altri film Marvel o letto i fumetti, ma immagino siano importanti, a sufficienza da usare questo macguffin fino al 2030 e passa. Per quanto sia noioso e banale da dire, il cast è difficile da definire se non eccelso, ed invece di fare una noiosa carrellata di nomi, vi lascerò a scoprirlo da soli, magari con l’aiuto di google search.

Commento Finale

Benedict Cumberbatch entra nel multiverso Marvel, e lo fa con quello che è forse il miglior film della “big M” da parecchio, decisamente il più ispirato quando circondato da seguiti e stagnanti film “vs” in questo incestuoso universo di serie, sequel e crossover.

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Sebbene alla fine sia sempre un superhero movie, il film di Scott Derrickson riesce a risultare una gradita boccata d’aria fresca, con un cast eccelso e del medical drama inserito nel classico calco del film da supereroe (grazie al protagonista, un neurochirurgo), assieme a fantastiche visuali e spettacolari battaglie tra maghi dimensionali, una storia interessante ed una regia che riesce a non far mai calare l’attenzione ed evita di ammorbare gli spettatori con pubblicità per altri film Marvel o palate di esposizione.

Molto soddisfatto del film, ad eccezione di alcuni momenti di slapstick un po’ troppo “Disney” e mal posizionati, ed il villain di turno poteva essere un po’ meglio, ma una buona scelta di casting aiuta non poco anche in questo caso. Non vale la pena vederlo in 3D, ma solo perchè il 3D è superfluo in questo caso (e non solo, secondo me), Doctor Strange merita la vostra visione.

Promosso, e con ottimi voti. 🙂

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