Disponibilità in Italia: Home Video (DVD, Blu-Ray)
Doppiaggio: Sì
–Bozza
Tempo di una confessione: non ho mai visto Coraline, il che probabilmente suonerà strano visto che fu descritto sommariamente come “molto Burtonesco”, a me piaccia Tim Burton e che lo studio Laika iniziò proprio collaborando con Burton su La Sposa Cadavere.
Ma semplicemente non mi è mai capitato di vederlo, ne ho particolarmente cercato di rimediare a questo nel tempo, nonostante consigli, e non so perchè onestamente.
Ma quando ho visto il trailer di Kubo E La Spada Magica (che è il quarto lungometraggio dello studio americano) sapevo che avrei dovuto vederlo, perchè ho un’enorme debole per l’animazione in stop motion e non ne ho mai fatto segreto, e perchè francamente il trailer mi aveva pienamente convinto della bontà dell’animazione, e la trama sembrava discreta.
Questa è una novità di sorta per la rubrica, perchè di solito tendo a fare film o serie già uscite, sia andando per interesse e preferenze personali, sia per semplici questioni pratiche di tempo e denaro, ma stavolta è un numero su una release fresca fresca per le sale italiane, non abituatevici, però. 🙂
–Inchiostratura
La trama di Kubo E La Spada Magica è molto fiabesca, intenso in senso buono: Kubo è un ragazzino che si guadagna da mangiare per lui e la madre allestando spettacoli grazie al suo shamisen magico che anima la carta, raccontando storie di mostri, di samurai e di grandi avventure.
Ma in un arguto caso di meta-narrativa, quelle che Kubo racconta sono storie che la madre ha raccontato a lui, e non sono favole, visto che c’è davvero un Re Della Luna, ovvero suo nonno, che lo sta inseguendo assieme alla malvage sorelle della madre per rubargli anche l’altro occhio. Come prevedibile, Kubo viene infine rintracciato ed è costretto ad imbarcarsi in un viaggio per ottenere i tre potenti tesori appartenuti al padre per sconfiggere il Re Della Luna, aiutato da una scimmia parlante e da un guerriero samurai trasformato in scarabeo (un po’ come Momotaro).
Partiamo con l’ovvio: l’animazione in stopmotion è superba, lo è davvero, lo studio Laika si merita ogni singolo complimento che posso usare, perchè forse non molti hanno presente quanto impegnativa sia questo metodo di animazione, senza nulla togliere alla grafica 3D che la Pixar (in primis) ha dimostrato essere un nuovo e dignitoso metodo di animazione. E come prevedibile, le scene di lotta sono quelle più spettacolari e sicuramente le più lunghe e difficili da fare.
Sebbene (come abbia già ricordato più volte su queste pagine) sia davvero di parte su questo stile d’animazione, è obiettivamente fantastica, e lo stile artistico in generale è ottimo, con colori, dettagli ed una cura che rende il mondo del giappone medioevale fantasy un’assoluta gioia, con villaggi rurali, festival, antiche rovine tra la neve, carta che muta e si trasforma in animali, draghi, samurai, etc. Il design dei personaggi e delle creature varie è ottimo, perfettamente a tono con l’ambientazione ed il folklore nipponico a cui si ispira.
É davvero uno di quei film che avrei voluto mettere in pausa al cinema per vedere meglio i vari dettagli, ed avrei volentieri guardato anche senza audio senza annoiarmi, il che secondo me la dice lunga sulla qualità dell’animazione e la direzione artistica.
Non per dire che la trama non meriti di essere discussa, visto che è meno prevedibile del previsto, o meglio, segue stilemi già visti più volte, come i nemici che sono “parenti serpenti”, tipico delle opere giapponesi in generale, la quest del giovane eroe che deve trovare 3 oggetti maggici, aiutato da animali come in Momotaro o Viaggio Verso Occidente, anche se il film cerca di creare la sua storia senza per forza saccheggiare senza ritegno della mitologia e narrativa cinese e/o giapponese.
Il risultato è familiare ma non formulaico, ed apprezzo che (dopo un’intro rapida) il film si prenda il suo tempo per stabilire i personaggi principali e farci abituare all’ambientazione, a questo mondo fantasy giapponese, a delineare meglio i personaggi e dargli una caratterizzazione degna di essere chiamata tale, invece di buttare subito azione (o commedia) a crocchi per assicurarsi di tenere svegli i pargoli, che dimostrebbe poca fiducia nel prodotto o poco rispetto del pubblico (come già dissi parlando del film del Piccolo Principe, il fatto che sia qualcosa pensato per un pubblico giovane non è una scusa, né mai deve esserlo).
Ci sono alcuni colpi di scena ben pensati e che hanno perfettamente senso, anche se alcuni sono presentati e spiegati con eccessiva rapidità (e che in retrospettiva sono spiegati un po’ male), ed alcune cose semplicemente accadono, ma sarebbe ipocrita dire che non hanno nessuna logica in un film in cui ho accettato con facilità che esistano uomini del cielo e Kubo possa animare e ballare ls carta con uno shamisen (quel liuto giapponese), e non ci sono buchi di trama. Mi si è rotta un attimino la sospensione dell’incredulità, visto quanto queste siano davvero piccolezze.
I personaggi sono ben scritti, con Kubo che è un protagonista ben definito, ed ha una personalità divertente, il che è piacevole visto come la vicenda poteva costruirlo come un bambino depresso a livello caricaturale perchè non ha più un’occhio e la madre c’è e non c’è, ed anche il duo che accompagna Kubo nella sua avventura è ben delineato, con una scimmia intelligente, pragmatica, coraggiosa ma burbera ed un samurai scarabeo abile con l’arco ma stupido, pavido e cazzabubbolaro (che nonostante sembrasse avere una sorta di “occhiali” nel poster, non ne ha, è solo la conformazione del suo viso).
Anche se devo ammettere che mi è stato un po’ sulla minchia Scarabeo, e sì, lo so che è il personaggio comic relief, quello pensato specialmente per l’utenza giovane, e difatti è un pavido stupidotto che non sa molto e combina casini, serve perfettamente al suo ruolo nella storia, e non è Jar Jar Binks, ma l’ho trovato un po’ troppo calcato ed alcune sue battute o gag sono terribili, anche se chiaramente è intenzionale ed adeguato al personaggio, ma alcune volte riesce un po’ troppo bene in questo.
L’humour è di buona qualità, certo, è un film per bambini quindi ci sono gag o scene chiaramente pensate per “i bimbi” (come prevedibile), ma trovo che sia scritto molto bene, con dei buoni scambi di battute e gag visuali più sottili, ed altre che sono semplicemente buone a prescindere dall’età.
Essendo comunque un film per bambini (il che non vuole risultare offensivo, è solo una constatazione del target primario), c’è la morale di fondo ed è una che sia bambini che genitori (e persone come me che vengono “malviste” quando entrano in sala a vedere roba del genere) hanno già sentito, e non vi sto a dire sia per evitare spoiler sia perchè potete immaginarle facilmente
A questo proposito, il finale. Senza dire in cosa consiste, devo ammettere che in primis mi era sembrato un filino troppo buonista, ma ha perfettamente senso per la filosofia generale del film, le tematiche affrontate dal film, e serve la morale in maniera sensata. A questo proposito, aveva più senso il titolo originale (Kubo And The Two Strings), ma capisco perfettamente questa modifica: “le due stringhe” non ha la stessa efficacia e richiamo di termini come “spada”, specialmente per il pubblico a cui vuole mirare in primis il film.
Ma è molto più facile per me non essere sarcastico o cinico a questo riguardo, visto che Kubo è un film maturo a sufficienza da dare significato e sostanza ai messaggi che vuole veicolare, senza risultare eccessivamente buonista ed avere l’happy ending totale, anche perchè non svicola da tematiche come la morte dei genitori, il rapporto con i morti, che tratta con un certo tatto e maturità.
–Colpi di china
Lo studio Laika porta alla vita un’affascinante fiaba di ambientazione nipponico-fantasy, con incredibile animazione stop-motion, un comparto artistico eccelso, ed una storia che prende dal folklore giapponese ma senza copiare direttamente nulla di preciso, ed una buona storia tra l’altro, con personaggi gradevoli e un protagonista ben caratterizzato. E sì, è un bel “bonus” che sia uno spettacolo da vedere anche fuori dalle ottime scene d’azione.
C’è da considerare che è un film per bambini, non in senso derogatorio, ma essendo il pubblico più giovane il target principale del film, ci sono alcune gag pensate più loro (così come un personaggio comico), e specialmente una morale di fondo. Il che potrebbe risultare melensa ai genitori e spettatori più cresciuti, se non fosse perfettamente in linea con le tematiche trattate dal film in virtù appunto della lezione da insegnare, e le tematiche sono trattate con vera maturità.
Se amate i film d’animazione (avere una preferenza per la stop-motion animation come me aiuta in questo caso), Kubo E La Spada Magica è un film che non dovreste perdervi, a prescindere che abbiate figli da portare a vederlo al cinema o meno. Ottimo film.
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