Grind Cafè #25: My Little Krampus

krampus illustration

Buon natale, piccoli mostri e San Nicola assassini, è quel tempo dell’anno, in cui accordarci al trend globale, e fare la stessa cosa che facciamo ogni sera, solo mettendo un cappellino rosso e bianco e renne, ed abeti, invece di zucche, streghe, maschere di Reagan, gatti neri. è pura varietà tematica, ma è una tradizione anche per me parlare di horror e morte celluloidì anche nel “periodo più meraviglioso dell’anno”, come ci ricorda il marketing.

Non ho molto da dire stavolta, visto che già l’articolo del post vi dice l’argomento specifico di questo numero natalizio, e siccome sono ancora in pausa e la mia carriera universitaria sta cercando di mordermi le chiappe come in un cartone di Tex Avery, concludo qua e vi auguro buona lettura. E le solite, disgustosamente politically correct (ma funzionali) “buone feste”! 🙂

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Anno: 2015
Nazione: Canada
Durata: 1 ora e 10 minuti
Regia: Grant Harvey, Steven Hoban, Brett Sullivan

Se i film horror di Halloween e Natale hanno qualcosa in comune, è che si prestano benissimo al formato antologico, ed a quanto pare è un altro numero festivo in cui ho che fare con film antologci E con più registi. E sapete cosa, non è un metodo sbagliato, sicuramente ci sono molte storie relative al natale da molte tradizionali nazionali, ma più vedo film antologici, più mi viene il sospetto che a volte il formato sia scelto perchè il regista (o registi) siano consci di non saper scrivere e portare in fondo una singola storia.

Sia chiaro, il formato mi piace ed ha i suoi vantaggi, e come ho già detto più volte su questa rubrica, preferisco più storie contenute che sanno quando fermarsi ad uno scarrafone di 90 minuti pieno di filler fino allo spasmo, solo per poter rientrare in quell’arbitrario standard per “lungometraggio”. Ma appunto, siamo qui per vedere se questo è il caso.

Il tutto è presentato da William “KHAAAN!” Shatner nei panni di un presentatore radiofonico che sembra comunicare da qualche parte nella cittadina di Baileys Downs (o da una specie di castello in computer grafica degna di quei videogame/show interattivi televisivi anni 90 e primi 2000, se ve lo ricordate roba come quello del carrello da miniera del leone della Mars), e fa da cornice al tutto, apparendo ogni tanto, ed è simpatico, ma non ha moltissimo senso visto che non presenta direttamente od indirettamente le storie come in Creepshow (od il seguito, od altri film horror antologici).

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Questo perchè il film opta non solo per storie che avvengono che nella stessa cittadina americana la vigilia di Natale, ma sceglie di passare dall’una all’altra senza particolari preamboli e spesso, il che potrebbe essere un problema visto che la regia deve giostrare 4 trame, e solo una di queste si ricollega e dà senso ai vari aggiornamenti dalla “cabina shatneriana”. Ma non cambia il fatto che questi brevi segmenti in cui Shatner fa un one-man-show sono ripetuti quanto basta per fargli perdere la simpatia iniziale, e che comunque 3 storie su 4 potevano benissimo accadere in un film separati (giusto nella storia del changeling c’è un fugace riferimento all’evento che coinvolge i 3 ragazzi nella storia della scuola inquietante, e basta).

Ed ovviamente, avere 3 persone alla regia non sembra una buona idea in questo contesto, e comunque dubito abbia aiutato.

Le storie: una è su elfi che diventano zombie e Babbo Natale si ritrova a dover combattere l’infestazione a colpi di ascia, finche non deve confrontarsi contro la sua nemesi, perchè la battaglia Krampus Vs Santa Claus che è riportata sulla copertina accade… circa, perchè le cose non sono come sembrano, ed anche se il twist non è originale, è ben fatto ed ha più effetto per il sopraccitato ricollegarsi agli eventi di cui parla Danger Dan (il personaggio di Shatner) nei suoi brevi segmenti.

È la storia migliore, assieme a quella della famiglia che dopo aver brevemente perso il figlio in una foresta lo ritrova, ma è come se non fosse lui, visto che sembra comportarsi come un animale e come se non avesse mai visto i genitori, e si rivelerà essere qualcosa di peggio del previsto. di nuovo, niente spoilers.

Le altre due sono su una su una famiglia disfunzionale che visita la strana zia del padre e vengono cacciati dal Krampus, e l’altra è su 3 studenti che decidono di investigare e tirare fuori un pezzo di “giornalismo” su due brutali omicidi accaduti in una scuola per sole donne chiusa e con una pessima reputazione, per una storia di possessione con spruzzi found-footage-eschi. Non parlo di queste due in maggior dettaglio perchè francamente non sono così interessanti, hanno dei twist finali che sono molto “meh”, visto la mediocrità di queste, non che siano orribili, ma non sono né originali né eseguite bene bene, e come quasi tutte le storie, semplicemente si chiudono, senza molte cerimonie, od impatto sulle altre. Il che mi sarebbe andato bene se metà delle storie fossero state più interessanti (il salto qualitativo è notabile), perchè alla fine il problema è quello, il cast è sconosciuto ma competente.

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Non è neanche una questione di terribile CGI, visto che – a parte il già citato castello/centro commerciale visibile nell’intro, che sembra un’intro di una serie animata di tardi anni ’90, tale la qualità della grafica – quel poco di computer grafica che c’è è adeguato, il resto sono effetti pratici decenti, e i valori da presentazione sono sicuramente più che dignitosi, non qualcosa che avrei portato nei cinema nostrani… ma anche sì, visto la robaccia con valori di produzioni infimi E di qualità pessima a cui il genere ci ha abituato in anni recenti. Almeno mi sarei aspettato una release su DVD in italia, che al momento in cui scrivo o non esiste o mi è completamente sfuggita, quindi ho dovuto “sopperire in altro modo”, come devo spesso fare con roba che qua non arriverà mai, od anni ed anni dopo.

A Christmas Horror Story è sicuramente un titolo decente (e qualcosina di più), ed è un peccato perchè poteva essere una sorta di titolo di riferimento per il sottobosco “horror natalizio”, ma il formato antologico finisce quasi per essere detrimentale, visto che il film non collega le sue storie (a parte una) alla cornice o tra di loro, se non con il tenue collante di farle accadere tutte nelle stessa cittadina la vigilia di natale, e le storie stesse hanno livelli qualitativi assai altenanti, con 2 buone e le altre 2 così al limite del mediocre che sembrano messe per far numero e poco altro.

Detto questo nel complesso mi sento di consigliarlo, anche se, sì, è un po’ deludente ed ha difetti strutturali che potevano essere evitati, ma è anche un nuovo film horror natalizio ED antologico che nel complesso funziona ed intrattiene in maniera discreta. Nulla di sopraffino, ma merita almeno una visione, senza dubbio.

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Anno: 2015
Titoli Alternativi: Krampus
Nazione: Stati Uniti
Durata: 1 ora e 32 minuti
Regia: Michael Dougherty

Ho una sorta di storia con questo film, perchè ero preparato a vederlo il natale scorso nelle sale cinematografiche, per poi non vederlo apparire in un nessuna programmazione di cinema italiani, e scoprire infine che l’uscita cinematografica fu cancellata in favore di una su home video il marzo seguente, il che mi irritò, perchè – come l’esistenza stessa di questa rubrica vi dovrebbe aver già reso chiaro – per me è tradizione vedere mostri, assassini e gente accettata (in quel senso) verso dicembre. Come si dice, ‘tis the season.

Sebbene non il primo film a trattare l’argomento (per esempio basti pensare a Rare Exports, già recensito anni fa su questa rubrica), è certamente il più famoso, visto che è il primo film commercializzato bene ad usare direttamente il termine “krampus”, non mi sorprende se molti ora sappiano cos’è un krampus grazie a questo film. A questo proposito, il krampus è una creatura del folklore germanico (ed italiano), una sorta di anti-San Nicola/Babbo Natale, che il 5 dicembre cerca i bambini cattivi per punirgli o portargli via nel suo sacco. Il che stranamente non è un eufemismo sessuale.

La trama del film di Michael Dougherty (sì, quello del noto ed apprezzato Trick R Treat) è abbastanza semplice. Una tipica famiglia disfunzionale si ritrova per covare (o sfogare) rancori vecchi di anni per la cena di vigilia (perchè quando meglio darsi addosso se non in momenti del genere?), e lo spirito natalizio del ragazzino di casa è così annichillito da distruggere la lettera che aveva scritto al caro San Nicola (o meglio, la sua controparte corporazionale di rosso vestita).

Il che si rileva una pessima idea, perchè scatena un putiferio, invocando una serie di mostri e creature malefiche, tra le quali il titolare bestio anti-Natale. Billy, la prossima volta fatti i cazzi toa ed ingolla il risentimento! A livello di trama, è corretto dire che il tutto è abbastanza standard per il genere, anche se c’è un piccolo twist finale molto gradito e molto divertente, che non vi sto a dire, visto che il marketing non ha aiutato molto a renderlo nascosto.

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E divertente è la parola chiave, perchè come Trick R Treat, Krampus non ha interesse particolare ad essere un film horror serio, il che ha i suoi meriti eccome, ma a volte vuoi qualcosa che sia horror ma che sia divertente, comico allo stesso tempo, e non si prenda sul serio. Sia chiaro, ha momenti serie e più tesi, ed alcuni sorprendentemente natalizi e piacevoli di riconciliazione, ma alla base avete un film che si rifa più ai film con creaturine di Charles Band che ad una versione fantasy del Black Christmas di Bob Clarke.

Voglio che sia chiaro perchè ho letto gente che ne parlava quasi come di un film horror natalizio psicologico, il che si può fare, ma potrei parlare del mio posacenere e dire che ha un gps e lanciafiamme integrato, e sempre stronzate sarebbero. Anche se lo vedo spesso categorizzato come commedia horror, e non è errato, perchè Krampus è un film volutamente stupido e ridicolo, il che non può sembrare ovvio visto il primo atto, ma lo diventa quando creaturine di vario tipo – come omini di marzapane malvagi, jack in the box, etc. – attaccano i membri della famiglia, e lo fanno anche armati di effetti sonori da cartone animato, giusto per essere chiari sul tono dominante che il film vuole avere.  🙂

A proposito delle creaturine, alcune sono realizzate in CGI di buona fattura, ma altre sono fatte com effetti speciali pratici, e ben realizzate, con dei buoni design, tra cui regna quello del Krampus stesso, che è rivelato nella parte finale, ed è davvero un ottimo design, una sorta di vecchio satiro con un manto da Babbo Natale, lunghi artigli, e catene per legare i cattivi, aiutato dai suoi piccoli demoni e grottesche mutazioni di giocattoli. Con una certa sorpresa il gore è praticamente a zero, ma me ne sono accorto solo a fine film, anche perchè non penso proprio sarebbe stato un miglior film se avesse avuto più sangue e decapitazioni e cose simili, sì, è “horror”, ma non quel tipo di horror, qui alla fine è tutto ridicolo e cartoonesco, ed è divertente per questo.

I personaggi sono una collezione di vecchi clichè, ma in questo caso ciò non è necessariamente un difetto, non solo perchè questo media è fondato sui clichè, ma perchè questi a volte possono essere buoni, e fare piacere invece di creare tedio e stanchezza nello spettatore. Di sicuro Krampus non se li fa mancare, con la famiglia che offre tutti i classici, dal ragazzino che crede ancora in babbo natale alla zia mbriacona (questa non ha il whisky nascosto dentro un libro, ma siamo lì), passando per il suocero redneck che va in giro con almeno un fucile da caccia e l’anziana madre che parla in tedesco (il che è confusionario all’inizio e comunque ) tranne quando c’è da fare qualche rivelazione importante a tutta la famiglia.

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Ma sono tutti scritti in maniera credibile e solida, il cast è buono (ed ha qualche nome che potreste riconoscere), e come ho detto prima, non sono tutti delle teste di cazzo sempre e comunque per il gusto di esserlo, e quando c’è motivo ed occasione, si riconciliano in modo molto natalizio e naturale, il che non mi aspettavo di scrivere nella recensione di un film horror natalizio, francamente, ed è piacevole vedere una caratterizzazione così tipica ma fatta in maniera da essere accattivante e divertente invece che pigra.

Ed il film in generale si può dire che non fa molto di nuovo, anzi, ha anche un flashback animato ins stopmotion (il che è una tradizione per i film di natale, anche horror) che spiega le origini del bestio, ed è pure ben animato, molto meglio del previsto. Lavora su un terreno già noto, ma lo fa bene e ci aggiunge del suo, il tutto con un tono rinfrescante nella sua semplicità ed innocenza, ma non troppa, come l’intro che mostra il “black friday natalizio americano” in pieno effetto.

Krampus è un horror natalizio deliziosamente leggero e interessato ad essere divertente, ad evocare il periodo delle “creature feature” invece che cercare lo scandalo da due lire stile Silent Night Blood y Night, e per quanto cammini su territori già battuti, lo fa con cura, qualche sorpresa, ottimi design per i mostri, usando clichè resi piacevoli da come sono scritti. Buon film, che sento è destinato a diventare un piccolo classico dell’horror natalizio, anche se è sorprendentemente quasi privo di gore, non che ne abbia bisogno. 🙂

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Buon natale!

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