Assassin’s Creed (2016) [RECENSIONE] Chi Assassina Gli Assassini Assumendo Assillatori?

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Ricordate quando scrissi che non avrei visto il film di Assassin’s Creed in un lungo post? Beh, alla fine l’ho visto. Non all’uscita, una settimana dopo, perchè francamente era questo o vedere Collateral Beauty, che non mi inspirava molto, ancora meno quando lessi molte recensioni assai tiepide sul film.

Sì, questa recensione è in ritardo di più di un mese (come i più acuti avranno notato), ma credo sia un buon motivo rivangare l’argomento (visto che la memoria collettiva sembra averlo dimenticato e fatto finire fuori dalla discussione) delle trasposizioni cinematografiche di serie o IP videoludiche, visto la recente dichiarazione di Gore Verbinski sulla sua versione (cannata appena prima dello shooting) di quel film di Bioshock di cui si sente parlare da anni, ma è ormai probabilmente vaporware.

Tornando al film in esame, sia chiaro, trovo ancora orripilante il fatto che la Ubisoft abbia provato a vendere 1200 dollari per biglietti di qualcosa del genere, ma almeno sapevo che mi avrebbe tenuto sveglio. Ed anche perchè ho finito per scegliere il film stile Harvey Dent perchè avrei evitato entrambi i film se possibile.

Ma basta quisquillie, parliamo del film.

E diciamolo subito, sembra che certe cose continui a rimanere quelle di sempre, in questo caso adattamenti cinematografici di serie videoludiche, con la solita patentata e pigra mediocrità, con eventi e rivelazioni che sollevano più domande di quante ne rispondano.

Anche se ad essere onesti la storia e personaggi di questo film sono alla pari di qualsiasi Assassin’s Creed dopo il 2 (anzi, anche il 2, volendo), ma non saltiamo le tappe.

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Se non avete giocato a nessuno o conoscete la serie solo di nome, la premessa del film è la stessa, cioè abbiamo una lotta che va avanti da secoli tra Templari ed Assassini, i primi ossessionati con l’ordine ed il controllo ad ogni costo, i secondi dediti da sempre alla causa di libertà e libero arbitrario. L’Abstergo Corporation è una copertura per i Templari, che cercano, catturano ed imprigionano Assassini, forzando essi a connettersi con l’Animus, un macchinario che permette ad un Assassino di rivevere eventi di antenati lontani in quanto presenti nella memoria genetica.

Nello specifico l’Abstergo mette le mani su un criminale destinato all’iniezione letale (il cui nome non mi ricordo né mi frega di cercarlo per la recensione) perchè è l’unico diretto discendente vivo di Aguilar, un maestro Assassino vissuto in Andalusia nel 1492 (in piena inquisizione spagnola) che fu l’ultimo in possesso della Mela Dell’Eden, un artefatto mistico che si dice contenga il seme del libero arbitrio. E che i Templari vogliono per sottoporre ad esperimenti e così ottenere una completa e totale obbedienza del genere umano. Nonostante – come faccia notare all’inizio un Maestro Templare – il consumismo e religione si siano dimostrati assai più efficaci e meno costosi del programma Animus (e sì, è ambientato nel 2016).

Sì, dicono davvero frasi del genere, e davvero il conflitto Templari-Assassini ha la complessità della grande guerra tra Gargamella e la comune dei Puffi, con la stessa profondità di tematiche e dilemmi morali, ed altrettanto le due parti sono in un certo senso fatta l’una per l’altra, visto che sono entrambe composte di imbecilli, ma ognuna a modo suo. E con ciò voglio dire che i personaggi sono clichè che vestono la pelle di un cast ottimo ma assolutamente sprecato con uno script e caratterizzazioni del genere, in primis Fassbender e la Cotilliard, che erano in Macbeth cinematografico del 2015!

Uno spreco di talento è l’unica cosa che mi sento di dire, visto che parlare dei personaggi non ne vale la pena, tanto sono fatti con lo stampino ed utili solo a far sì che la trama proceda e si possano avere scene d’azione.

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E parlando di queste, sono ok. Standard, mediocri volendo, ma sono la parte migliore del film, in cui vedete quello che vi aspettate da un film su Assassin’s Creed: lotte e parkour su tetti, funi tese, acrobazie, assassini che usano coltelli, etc. I combattimenti sono però assai standard, con coreografie mediocri piene di ovvi e continui tagli, montate in maniera comprensibile se non un po’ troppo rapida, com’è tipico dei moderni blockbuster d’azione. Se non altro essendo una produzione hollywoodiana il budget è alto, quindi alti valori di produzione ed un’ottima costumistica, specialmente quella sul passato di Aguilar.

Ci sono delle differenze rispetto alla serie videoludica, ovvio, non tanto per la trama che è un polpettone di elementi da Assassin’s Creed 1 e 2, con un nuovo Assassino protagonista ed eventi che non si inseriscono nell’universo del franchise (è una cosa a sé stante, chiaramente), ma per come funziona l’Animus, il che ha senso visto che guardare qualcuno stare sdraiato che gioca un titolo VR stando completamente immobile.. non il massimo. Ciò si traduce in un Animus stile braccio meccanico che asseconda il movimento della persona sincronizzata con la memoria e proietta parti olografiche dello scenario. Non credo potessero fare altrimenti per un film, se non altro è una scelta che ha senso sebbene sia un pelo ridicola e “tradisca” in parte le origini videoludiche del concept.

Però sia chiaro, è ironicamente fedele al videogame il fatto che avere la doppia trama nel presente e nel passato serva solo a chiedersi perchè la Ubisoft si sia intrappolata da sola con questo concept, visto che alla fine preferireste vedere quello che succede nella storia di Aguilar del 1492 in Andalusia piuttosto che quella ai tempi moderni, in quanto è semplicemente più interessante ed è la parte meno noiosa del pacchetto.

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Non aiuta che la trama di per sé sia alquanto prevedibile, è la solita storia del delinquente (con flashback tragico incluso nel pacchetto) che a sua insaputa è il prescelto di un ordine segreto di ribelli che combatte per la libertà, un ordine che in qualche modo è sopravvissuto nei secoli nonostante sia così male organizzato e con un numero di membri inferiore a quello del Genshiken Otaku Club. un po’ difficile credere che questo sia un’ordine di monaci assassini antico come il mondo quando sono tutti raccolti come pecore in Spagna. Immaginavo ci fosse qualche Assassino nel resto del mondo pronto a salvare gli altri, ma evidentemente il writer non si è fatto domande “pericolose” come queste, onde evitare di alzare la qualità del tutto, immagino.

Sul finale le cose incominciano a succedere per stupidità dei Templari (ammesso, stupidi come gli Assassini) e grazie ad un montaggio confusionario che sembra saltare pezzi intermedi, immagino perchè c’è da chiudere questo film anche con scene ridicole e fare sequel bait per qualcosa.. che ha altri 2 film a seguire, sì questo è inteso come il primo film di una trilogia, perchè la Ubisoft vuole tenere fede al suo vero credo da lei stesso ammesso, ovvero “non faremo nulla se non possiamo farci seguiti”. E quando fanno qualcosa di nuovo, od è mediocre o sarà ingiocabile tra qualche anno anche in single player perchè richiede di essere continuamente connessi ad internet ed ai loro server (ma mi sono già lamentato di For Honor, non devo ripetermi di nuovo).

Questo nonostante la Ubisoft stessa ammise di non aspettarsi molto dal film (a parte tenere il nome del brand nell’immaginario collettivo, questo implicito ma chiaro), immagino che se non faccia un arbitrario ed altamente eccessivo numero di incassi la Ubisoft dirà di no, anche se già al 16 gennaio 2017 ha generato 60 milioni di profitto (185,7 millioni di box office su un budget di 125 milioni di dollari, se Wikipedia è da credere).

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Alcuni di noi non se le dimenticano certe cose, Ubisoft.

E sì, è uno di quei film che verso la fine caracolla decidendo di far succedere cose perchè cazzo, sto film deve avere un finale, quindi facciamo succedere troppo rapidamente eventi e facciamo domandare agli spettatori perchè cazzo i personaggi non hanno fatto questo prima, o semplicemente tiriamogli addosso eventi tutti in eccessivamente rapida successione, chissenefrega se capiscano qualcosa di questo marasma, tanto il biglietto l’hanno già pagato.

In fondo a cosa serve uno script che NON sia sub-mediocre, quando hai scene d’azione? No, serve. Ma quando le priorità non sono fare qualcosa di decente, in questo senso “non serve”.

Per quanto riguarda i riferimenti diretti ad elementi iconici (veramente iconici, non “iconici” come gli intende la Ubisoft di recente, definendo qualsiasi cosa anche mondana dei suoi giochi come “iconica” nella speranza che a forza di ripeterlo ci creda qualcosa), ovviamente ci sono le lame celate, una scena iniziale in cui recitano l’eponimo credo dell’Assassino, c’è il già citato parkour sui tetti, e c’è anche il balzo delle fede, che però non funziona come nei giochi (c’è una piccola gag visuale che credo ammicchi a questo con un tizio che cade su carro pieno di paglia).

Commento Finale

Sulle prime mi confuse leggere di come Ubisoft stessa “fece spallucce” parlando del film di Assassin’s Creed, di come dicesse non aspettarsi molto dal film. Non perchè io mi aspettassi granchè, ma perchè mi colpì leggere qualcosa dalla bocca di Ubisoft e non trovarmi subito cinico e guardingo, confuso da un raro momento di sincerità tra le orde ed orde di vuote parole di marketing sputate da “l’EA europea”. Sob.

E visto il film sono d’accordo con quel sentimento, perchè non è che il film sia granchè, anzi, serve a riconfermare l’idea ormai giustamente diffusa che i film basati su videogame sono di bassa qualità, e non sanno trovare un equilibrio tra fare un film con interesse e/o rispetto per il materiale trattato e rendere il tutto comprensibile per un pubblico che probabilmente non ha mai giocato un titolo della serie, e che probabilmente non lo farà dopo aver visto sta roba.

Il che non dovrebbe essere difficile, visto come (per amara ironia) le storie di queste serie videoludiche “tripla A” cerchino sempre di scimmiottare i modelli di un lato dell’industria più che decadente e stantio, di emulare i blockbuster, di essere “cinematiche”, e francamente la storia di Assassin’s Creed (come serie di videogame) non è così complessa da essere impossibile da adattare, ma queste trasposizioni “videogame->film” continueranno a rimanere qualcosa che i fan criticheranno duramente e che non darà molto ai non-fan, specialmente se i livelli qualitativi rimarranno questi.

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Sì, la riuso perchè è meravigliosa come immagine.

Perchè a parte il decente concept generale preso dal gioco, alti valori di produzione ed un’ottima costumistica non c’è molto: Assassin’s Creed ha una trama prevedibile, personaggi che sono clichè con le gambe e quindi il cast di talento scelto è sprecato perchè per macchiette del genere basterebbero cartonati da esposizione, lo script è arraffazzonato ed ancora più manicheo della serie videoludica, il pacing erratico, con la ciliegina sulla torta di una parte finale arrabbatta, mal montata e comprensiva di sequel bait senza vergoggna. Ed è terribile vedere Justin Kurzel passare dall’ottimo Macbeth del 2015 a questa pila di sub-mediocrità chiaramente su comanda.

Anche se mi resta difficile dar troppa colpa al regista per progetti come questi che sono l’essenza del dispensabile, condom sotto forma di film, presi, usati, e gettati nel dimenticatoio comune, a vagare come spermatozoi raminghi con percentuali basse su Metacritic, ed essere additati in futuro come ennesimo, altro esempio di adattamenti da videogame a film fatti senz’anima o standard di qualità accettabili, perchè se a qualcuno interessava davvero il progetto, nulla di ciò traspare nel prodotto finito. E “prodotto” è la parola giusta in questo caso, perchè è poco più che un prologo di una trilogia già in cantiere, perchè copiare schemi da Hollywood è il passo logico per un’industria videoludica con altrettante “ambizioni” e stato di decadenza interna.

Meglio di Ratchet & Clank: Il Film, posso dire questo a suo “favore”.

Sub-mediocre, non scomodatevi a tirare fuori Immortan Joe, non vale neanche la pena in questo caso.

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