É un notevole cambio di registro passare ad un film come Genius dopo aver visto Rocco Tano mostrare subito la sua colonna dorizia nella recente biopic. Non oserei dire “rinfrescante” in questo caso, ma accetto volentieri il balzo di tono, tempo e temi.
Genius è una biopic sulla vita dello scrittore americano Thomas Wolfe, e nello specifico il suo rapporto con l’editore Maxwell Perkins – già responsabile di aver fatto conoscere al grande pubblico autori come Hemingway e F.S. Fitzgerald -, che è l’unico a pubblicargli il suo primo libro, e di fatto lancia la sua carriera, oltre a diventare un amico ed una figura paterna del giovane scrittore. Ma come molti individui dotati, Thomas non è solo uber-prolifico, bizzarro e accattivante, ma è anche ossessivo, crudele, egoistico, ed il suo rapporto con Max diviene assai complicato, visto come le personalità dei due sono distanti.
é una biopic molto tradizionale, un po’ sul formulaico volendo, ma sarebbe sbagliato dire che va in autopilota sui binari della mediocrità a stampino, perchè è diretto in maniera più che decente e con un po’ di personalità, i personaggi sono ben delineati, il cast buono e le recitazioni certamente non tirate via. L’esecuzione è buona, ed aiuta una trama che ha un soggetto interessante ma sa un pelo di già visto (l’archetipale storia del genio con problemi sociali e l’amico d’animo affine che lo capisce davvero ma conosce meglio le regole della società).
La cosa irritante è che quasi buono, quasi perchè in alcuni momenti il film decide di riaffidarsi anche un po’ troppo alla formula del genere, di ricadere su clichè, per quanto non così triti. Se usassi un voto in numero qui avrei dato volentieri un 6.7 su 10 a Genius, ma gli darò un Expresso.
Buon film, con alcune riserve però.