Scarica-Barile Complex: in caso di fallimento dare la colpa “all’internet”

GITS 2017 paramount talking bullshit

Ghost In The Shell di Rupert Sanders a quanto pare è un flop da 60 miliardi, e l’esecutivo capo della Paramount dice per la controversia di whitewashing.

AH AH AH AH AH AH AH!

Bel tentativo, ma non diamo la colpa alla controversia, perchè significa ignorare un caso di pura, vecchia retribuzione, alla quale Hollywood erroneamente (visti casi del genere) pensa di essere sopra, per qualche motivo stupido.

Questo è un micro-editoriale ed al contempo un’addendo alla recensione del film già pubblicata, btw. Leggi il seguito di questo post »

[EXPRESSO] Ghostbusters: Slime City iOS

ghostbusters slime city

Probabilmente sapete dell’orribile tie-in per PS4, X-Box One e PC del nuovo Ghostbusters.

Ma perchè l’Activision è… Activision, ci sono ben due tie-in per promuovere il reboot della nota commedia soprannaturale, quello sopracitato e un titolo free-to-play per smarthphone, titolato Ghostbusters: Slime City.

Non importa cosa pensiate del film, perchè l’unica cosa in comune che questo videogame ha è che c’è un demone fantasma a New York. Ci sono personaggi generici mai visti prima (a meno che non vengano da qualche incarnazione dimenticata di Ghostbusters), e davvero orridi da vedere, con lo stile cel shaded scelto che gli fa sembrare manichini di legno. Puah.

A livello di gameplay, è uno sparatutto su rotaie, il che funziona bene, sebbene non offra davvero nulla di nuovo, se non che quando ci sono fantasmi con uno scudo dovete continuare a colpire per prenderli e portargli sopra una trappola per fantasmi e catturargli. Dicevo, è un on rail shooter, sì ma neanche uno troppo buono, poco equilibrato e con uno schermo spesso fin troppo caotico.

Una cosa per cui Slime City è degno di nota – a modo suo – è come sia un amalgama cinica e svergognata di pressapoco qualsiasi idea e meccanica simbolo dei free-to-play per mobile: un sistema di carte di rarità variabile e spesso randomica, minori elementi manageriali, sistemi di progressione incastrati tra di loro, timer ed altre meccaniche pensate per rendere più appettibili le microtransazioni, queste alquanto aggressivamente proposte.

E francamente, la varietà di obiettivi (spesso davvero vestigiale) incomincia a riciclarsi già dopo mezz’ora di gioco, ed il tutto diventa molto ripetitivo presto. Tante missioni, sì, ma mera quantità.

Alla fine è quello che ci si poteva aspettare da qualcosa così cinico, ma anche se è gratis, non c’è motivo per giocarci quando esiste Major Mayhem, anch’esso pure gratis.

fondo di caffè icona

Ghostbusters (2016) [RECENSIONE] The Internet Spook

Ghostbuster 2016 locandina

Sigh.

“guerrieri della tastiera” a parte che l’avrebbero odiato a meno che non avesse curato la loro lebbra (o mancanza di rapporti orali), devo dire che non ero particolamente ben predisposto, perchè come ho scritto su facebook in 2/3 occasioni (potevo farci un editoriale, volendo, ma non meritava secondo me), le prime impressioni erano pessime, e citando me stesso:

“Sembra un altro remake dall’aria cinica e fatto dagli studios per spremere le mammelle nostalgiche di molti fan della serie (dopo averle titillate per il decennio e passa di development hell dello sfumato Ghostbusters 3) è un “bonus”, e tutt’altro che roba nuova per l’industria cinematografica, è lo standard nel caso ve lo foste comodamente scordati. “

E certamente c’erano diversi segnali a far intuire che sarebbe stata una mossa puramente cinica, visto che poco prima dell’uscita è apparso anche un videogame tie-in, che pare sia una pila di merda, nulla di nuovo visto che c’è l’Activision di mezzo. E no, Ratchet & Clank non conta perchè era il film ad essere il tie-in del remake/reboot della serie, almeno a livello qualitativo. Leggi il seguito di questo post »