Dal regista di Snowpiercer, Joon Bong Ho, arriva una produzione Netflix alquanto interessante, quasi uscita da una bolla temporale per certi aspetti, visto che è la storia dell’amicizia tra una bambina ed un animale. Ma questa non è la storia del bambino che trova l’alieno/cane e lo nasconde alla famiglia, grazie a torturate soluzione del copione. È la storia di Mija, e soprattutto la storia del titolare animale, una sorta di ibrido tra un maiale ed un ippopotamo, uno dei “super maiali” della Mirando, un’azienda di carne che gli ha creati e fatti allevare per lanciare una lunghissima campagna pubblicitaria.
Quando Okja vince il concorso e Mija scopre la verità sul destino che hanno in serbo per l’animale che ha cresciuto da 10 anni, si precipita a salvarla, e si ritrova a venir aiutata ed usata dal Movimento Per La Liberazione Animale, che vuole rivelare la verità sui super maiali della Mirando, comandata da un’eccelsa Tilda Swinton e con Jake Gyllenhall in quelli di un presentatore tv amante degli animali ed ormai alle pezze.
Okja non è un film perfetto, ma emana passione da ogni poro, è genuino sia nel costruire questa fortissima amicizia tra Mija ed Okja, sia nel dipingere con brutalità il lato vero dell’industria della carne, l’ipocrisia alla base (ed anche alla cima) che permette accada, mascherata con la favola degli allevamenti naturali ed il trattamento etico, senza però dipingere in maniera fin troppo positiva la posizione degli animalisti; due lati di un conflitto con cui Mija non vorrebbe avere niente a che fare, vorrebbe solo tornare in montagna con Okja com’era prima.
Toccante, brutale ed anche parecchio divertente, più di quanto credevo, Okja è caldamente consigliato, prendetevi 2 ore libere, andate su Netflix, o entrate a casa di un amico che lo ha, (facendoglielo sapere) se necessario!