Di Pit Fighter ne avevo già sentito parlare per il pessimo porting su Super Nintendo. E mettiamola così, anche nella versione originale arcade non è che sia molto meglio. Lasciando perdere l’ovvia superiorità tecnica, il gioco è comunque uno di quei titoli datati…. e datati, e l’unica cosa che lo rese popolare al tempo erano gli sprite digitalizzati stile Mortal Kombat, tutto qua.
Essenzialmente è un beat ‘em up 1 contro 1, ed il vostro obiettivo è semplice: sconfiggere avversario dopo avversario fino ad incontrare e mettere al tappeto il campione, con dei round bonus in cui vince chi mette tre volte al tappeto l’avversario.
Per quello che vale c’è qualche finezza, come la possibilità di usare gli oggetti presenti o lanciati nell’arena, spesso alcuni tizi della folla interverranno cercando di colpire chi capita, ed ognuno dei 3 personaggi ha effettivamente mosse e combo diverse. E si può giocare con altre 2 persone.
Ma appunto, “quello che vale” è poco. Il sistema di controllo è legnoso, l’hit detection deficiente, che significa l’unica strategia valida è pigiare fino al sanguinamento i pulsanti d’attacco, magari sollevando e lanciando i nemici di tanto in tanto, l’unica cosa che importa è impedire che l’altro personaggio faccia qualsiasi cosa, sempre e comunque.
Ciò non cambia che comunque verrete inevitabilmente colpiti ed anche l’IA usa tattiche barbone per divorarvi la barra della vita, magari quando un vostro attacco non viene ricevuto dai nemici (anche quando siete matematicamente sicuri di colpirne la sagoma) e l’avversario ne approfitta. Senza contare che anche se vincete un match, non vi viene data neanche un po’ di salute indietro.
Chiaramente pensato nell’ottica arcade per farvi spendere gettoni su gettoni, ma la difficoltà viene dal rigido gameplay e l’estremo handicap che avete contro la CPU, non da altro.
Brutto ed estremamente datato.