(scritto rapidamente sulla pagina Facebook di Checkpoint Café oggi stesso, lo riporto qui corretto degli eventuali errori ed espanso leggermente) Non è un riassunto, per quello vi rimando qui. Leggi il seguito di questo post »
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L’idea di fare un’enorme rubrica sui beat ‘em up della generazione attuale di console (diventata “vecchia” da poco con l’arrivo della nuova generazione PS4/XBox One/Wii U) mi venne circa 3 anni fa, ma c’è voluto moltissimo per farla partire per motivi che vi potete ben immaginare, dal semplice fattore tempo (questo è stato un progetto curato nei ritagli di tempo, non una delle mie priorità) all’altrettanto ovvia natura incredibilmente impegnativa (in tutti i sensi) del progetto, con decine di titoli da recuperare, giocare e recensire, il tutto con un certo criterio.
I giochi della Grasshopper Manifacture (perchè non c’è mica solo Suda Goichi e basta nella compagnia) sono decisamente capaci di catturare l’attenzione, con il loro bizzarro stile e personalità. Killer Is Dead è un beat ‘em up che sembra costituire una sorta di eredità dei No More Heroes, ma rispetto a Lollipop Chainsaw -che sebbene non brutto, tutt’altro che eccezionale e più frutto di un’accordo con la Kadokawa per far pubblicità ai suoi manga/anime, ne parlerò più approfonditamente in altra occasione -, questo è sembrato molto più promettente e capace di non seguire forzatamente l’ombra della serie di NMH, ma di costruirci sopra una propria identità. Ma detto ciò, giudichiamo il gioco per quello che è.