Ormai il Weakly Hobbyt ha abbondantemente superato la cinquantina di numeri, e forti della voglia di raggiungere il 100 ° (ed oltre!!), procediamo al consueto ritmo “seven days”. Con nuovi slogan, come “Checkpoint Café: il gusto del laminato in comode bustine!”. O forse no. Numero con dj di fama internazionale, Denzel Washington, anime scolastici, blob neri pronti a salvare principesse, e con la partecipazione di un redivivo Dunther. Enjoy!
French Roborockers
(A cura di Wise Yuri)
Un paio di numeri fa avevo fatto un “abbocco”, diciamo, stavolta parlerò davvero dei Daft Punk, ma non ho voglia di farvi una lezione sul duo francese, indi vi parlerò di Alive 2007, cd (come intuibile anche dal solo titolo) live, uscito nel “lontano” 2007, registrato durante la tappa parigina dell’omonimo tour. Perché un cd live e non Discovery, l’opera magna dei Daft Punk? Perchè non ho nulla da aggiungere sull’argomento Discovery che non sia stato detto milioni e milioni di volte da gente che se ne intende più del sottoscritto. Sarei però interessato a recensire Interstella 555, ovvero un lungometraggio anime fantascientifico (disegnato dallo stesso autore del vecchio Galaxy Express 999) senza dialoghi, in cui il tutto è raccontato dall’animazione e dall’audio, composto dall’intero cd di Discovery. Decisamente un opera molto particolare, della quale spero di parlarvi prima o poi.
Ad ogni modo, la scelta di Alive dipende anche dal fatto che è un cd “doppio”, che unisce (quasi) tutte le canzoni migliori del gruppo, remixandole tra di loro, e migliorando tracce (soprattutto quelle famose da Human After All, album dal titolo involontariamente sarcastico, in quanto è stato un mezzo passo falso per il duo) non eccezionali. Se vi ricordate distrattamente qualche canzone, e volete riascoltarli senza rispolverare tutta la discografia (che non sarebbe neanche troppo grande, a dirla tutta), Alive 2007 potrebbe essere il vostro “salva cavoli e capre”. 🙂
Non parlerò nel dettaglio della tracklist (anche perché non avrebbe molto senso, c’è Wikipedia per quello), ma non sorprende se un buon 80 % delle tracce remixate provengono da Discovery, ed il restante dal disco di debutto, Homework (un pò rozzo, ma che consiglio comunque ai fan ed ai curiosi) e dal già citato Human After All. Anche se conoscete molto bene buona parte delle tracce, sarà un piacere sentire come sono state remixate, ed i passaggi che fanno da transizione tra una traccia e l’altro sono fantastici, se fossi stato in quel di parigi ci sarebbe stato da divertirsi (e parlando un pò più come fan, da esaltarsi). Continuo a non digerire, anche se remixata assieme ad un’altra canzone, Technologic (che trovo un pò troppo tamarra), ed avrei personalmente fatto a meno di una traccia tripla come quella di The Brainwasher/Prime Time Of Your Life/Rollin & Scratchin (che dura 12 minuti e poteva essere “spezzata” in due tracce, ne avrebbe guadagnato in fluidità il CD), ma questa è la prospettiva di uno che si sente un cd in macchina (o comunque, tutto di fila), magari live non sarebbe risultata pesante.
Per il resto, è un continuo surfing su onde elettroniche, musica fatta da robots con grande gusto per l’orecchio umano :), c’è da dire che quando riesci a far cantare e ripetere le parole del ritornello su musica techno, sai di essere una band particolare, forte ma non aggressiva, amata ma lì per dimostrare che il termine mainstream a volte è solo usato da persone incapaci di divertirsi per criticare qualcosa che risulti popolare pur non essendo commerciale. Non ho molto altro da dire, se non che è anche facile da trovare (a poco) nei negozi e nelle grandi catene di distribuzione.
Personalmente, direi che i Daft Punk sono una delle migliori cose “made en france” diventate famose, oltre ad Asterix & Obelix, ovviamente! 🙂
Alcol, Pupe e Pallottole
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)
Anche questo articolo, come quello su Lenore, non nasce dalla voglia di togliere valenza a quello scritto da Fall tempo addietro, ma, anzi, questa volta per dargli ulteriore valenza. Rileggetevi il suo articolo, e preparatevi a sentire la mia! =)
Come anche Fall, di Sin City fino ad ora ho prevalentamente visto solo il film, e nonostante ho sfogliato più di qualche volta un suo albo in fumetteria, di suo non ho proprio nulla. Questo Alcol, Pupe e Pallottole è di Fall. Ciononostante, conosco Frank Miller molto bene come disegnatore, in quanto il talento naturale è stato disegnatore sia di Daredevil che di Batman, e quindi, anche se al momento non riesco a dirvi come e dove, qualche sua tavola non-Sin-Cityiana l’ho vista! 😉
Passiamo a parlare dell’albo: sono undici le storie, e ve ne parlerò brevemente, senza entrare troppo nello svolgimento della storia.
- Just Another Saturday Night (Un Sabato Notte come Tanti) da Sin City #1/2 del 8/97: storia in cui conosciamo (o ritroviamo) Marv, che si è appena risvegliato dopo essere svenuto in mezzo alla strada, ferito e circondato da ragazzini morti. Il nostro antieroe non ricorda minimamente come e quando sia arrivato in quel posto, e cerca di fare mente locale per ricordarselo. La storia viene quindi tutta narrata tramite flashback, e scopriamo che è stata davvero una nottatatccia per Marv! Ma c’è anche chi non è arrivato alla fine di questa nottataccia…
- Fat Man and Little Boy (Palla di Lardo e Bamboccetto) da Lost, Lonely & Lethal del 12/96: storia da tre pagine sugli sproloquianti titolari protagonisti. I due devono far sparire un cadavere in un lago senza toccarlo ulteriormente, quando Palla di Lardo nota che i suoi stivali sono sporchi, e il cadavere ne ha un paio decisamente migliore, di cui sicuramente non farà più uso…
- The Customer is Always Right (Il Cliente ha sempre ragione) da The Babe Wore Red and Other Stories del 11/94: favolosa storia di tre pagine di un incontro casuale tra un galantuomo amante di donne di Sin City e una bellissima ragazza, stanca di vivere la solita monotonia cittadina. Dopo un appassionato bacio, la notte donerà ad ognuno ciò che desideravano.
- Silent Night (Notte Silente) da Silent Night del 11/95: Marv, ancora una volta, è protagonista di una storia intensa e che lascia il lettore senza parole. Come lo è senza parole anche il fumetto, interamente spiegato tramite i disegni, e con pochissimo uso della parola scritta. Obiettivo di Marv di quella notte: salvare la piccola Kimberly dal suo triste futuro.
- And Behind Door Number Three? (E dietro la porta numero tre…) da The Babe Wore Red and Other Stories del 11/94: Storia breve dalla Città Vecchia di Sin City (quella in cui, per intenderci, c’è il quartiere a luci rosse). Wendy addesca un tipo in mezzo alla strada, e quando si aggiunge Gail alla scena, scopriamo che costui è l’uccisore di prostitute che ha già fatto fuori quattro delle loro socie. Il tipo, spaventato, promette loro di recarsi dalla polizia per confessare tutto, ma farà invece conoscenza con la katana di Miho.
- Blue Eyes (Occhi azzurri) da Lost, Lonely & Lethal del 12/96: in questa storia Jim scappa da un assassino, che, così lui crede, è alle sue calcagna per concludere il suo affare. Entra in un locale per seminaro, locale in cui fanno da guest star anche Marv e alcuni altri personaggi “noti” di Sin City. Lì incontra Delia, la donna della sua vita, che vuole tornare con lui. E’ mentre Jim parla col suo amore, che entra nel bar l’assassino, ed i due sono costretti a fuggire. Finiranno a letto, ma la vicenda non finisce lì…
- Rats (Ratti) da Lost, Lonely & Lethal del 12/96: Storia di un uomo che ricorda con malinconia Londra e la sua pioggia, mentre uccide ratti cremandoli nel suo forno. Quando entra qualcuno nel suo appartamento, non farà una fine migliore dei suoi ratti…
- Daddy’s Little Girl (La cocca di papi) da A Decade of Dark Horse #1 del 1/7/96: Johnny è follemente innamorato della giovane Amy, ma lei dice che “il papi” non vuole la loro unione, e l’unico modo per potersi sposare è ucciderlo. La giovane lascia a Johnny una pistola, e l’innamorato, nonostant sia moralmente confuso sul da farsi, decide di andare alla lussuosa villa di Amy per chiedere la sua mano al padre. E’ da lì che le cose non vanno proprio come sperato…
- Wrong Turn (Deviazione sbagliata) da Sex & Violence del 3/97: Phil sta guidando come un matto nella pioggia poco fuori Sin City. E’ lì che incontra Delia. Il giovane si ferma e, credendo che la ragazza sia stata colpita da un fulmine, la porta in macchina sudando. Delia inizia a corteggiarlo, e la notte per Phil non finirà proprio come lui se l’immaginava.
- Wrong Track (Binario sbagliato) da Sex & Violence del 3/97: Eddie è in treno. Il giovane ha forato e non c’era altro modo per scappare da Sin City, città in cui era certo che qualcuno lo volesse morto. Il suo viaggio cambia quando una donna dagli occhi azzurri entra nel suo scompartimento…
- The Babe Wore Red (La pupa vestiva in rosso) da The Babe Wore Red and Other Stories del 11/94: Ultima storia dell’albo, in cui Dwight va a casa del suo amico Fargo (che lo aveva chiamato allarmato), solo per trovarlo impiccato. Nel bagno, dopo aver fatto fuori Palla di Lardo, trova la titolare Pupa col vestito di rosso. Lei gli dice di essere una prostituta di nome Mary. Dwight non le crede. In quel momento i vetri dell’appartamenti vengono fatti a pezzi da un cecchino appostato sul tetto di fronte. Mary e Dwight fuggono nella notte, mentre quest’ultimo si rende conto che la sua serata non sarà facile quanto credeva in principio…

Pagina tratta da Silent Night

Copertina originale di Lost, Lonely & Lethal

Copertina originale di Sex & Violence
Undici storie memorabili, dai disegni e, quasi tutte, anche dai contenuti. Non posso che sottoscrivere i pareri di Fall, citando Palla di Lardo e Bamboccetto, Il cliente ha sempre ragione e La pupa vestiva di rosso: tra i suoi racconti preferiti dell’albo. Personalmente, mi va di aggiungervi però Un Sabato Notte come Tanti, semplicemente perchè il personaggio di Marv è troppo stupendo, e questa storia mi è piaciuta leggermente di più della pure bella Notte Silente.
Che dire: adesso avete due pareri che vi consigliano questo Albo provuovendolo a pieni voti. Che aspettate a leggervelo? =)
Voto Personale: 9/10
La palla di catrame e la fisica
(A cura di Dunther)
Ho recentemente acquistato un pad 360 da utilizzare nel mio PC, confermando la mia idea che esso fosse senza ombra di dubbio la migliore cosa che quella sottospecie di console ha da offrire. Di buona marca, comodo, supportatissimo e neanche molto costoso, tale pad mi sta permettendo di giocare diversi titoli che sarebbero quasi ingestibili con una tastiera.
Indeciso su quale fosse il prossimo gioco adatto a sfruttare il mio nuovo acquisto, ho pensato di iniziare Gish, comprato non so quanto tempo fa, ma mai lanciato.
Gish è un particolarissimo esempio di platform 2D, ed è uno dei primissimi progetti partoriti dal geniale Edmund McMillen. La trama è molto semplice e di poco conto: la ragazza di Gish, Brea, viene rapita da un essere misterioso, ed il nostro protagonista deve ovviamente salvarla.
A differenza dei classici protagonisti antropomorfi tipici del genere, Gish non è altro che una palla di catrame, e ciò si ripercuote naturalmente sul gameplay. Inizialmente è necessaria un po’ di pratica per padroneggiare i controlli; Gish può infatti eseguire quattro azioni, assegnate ad altrettanti tasti: diventare appiccicoso (per scalare muri o aggrapparsi a qualcosa), scivoloso (per passare in aperture strette o evitare di venire schiacciati), compattarsi (per diventare più pesanti allo scopo di schiacciare i nemici o cadere più in fretta), ed espandersi (fondamentale per saltare).
Essendo il gioco interamente basato sulla fisica, sia per quanto riguarda gli ostacoli, che i nemici, che il protagonista stesso, può essere disorientante avere a che fare con un sistema di controllo così astruso, ma piano piano si diventa sempre più consci delle proprie azioni, cosa essenziale a superare le varie sfide proposte. Onestamente non so se sarei riuscito a giocarci con la tastiera senza impazzire.
Il gioco è suddiviso in cinque “mondi”, i quali contengono una manciata di livelli a tema (mi sembra siano cinque o sei), ed un boss; i livelli sono privi di checkpoint, ma abbastanza brevi. Ad eccezione dei boss, è sufficiente arrivare alla fine del livello per concluderlo, ma i più ambiziosi potranno comunque andare alla ricerca di oggetti ed aree nascoste, di cui il gioco sembra essere pieno.
Gish può venire ferito dai diversi nemici e ostacoli presenti, ed essendo rare le palline di catrame da raccogliere (per recuperare salute), occorre stare attenti a non subire troppi danni.
Morendo ricominceremo il livello da capo, e perderemo una vita; raggiunto il Game Over dovremo obbligatoriamente ricominciare l’intero mondo (salvo nel caso avessimo scelto la difficoltà Easy). Sarò io che ormai mi spazientisco facilmente, ma l’idea di dover, al giorno d’oggi, subire come penalità quella di dover rifare più e più volte gli stessi livelli mi infastidisce non poco; anche perché le vite sono rarissime da trovare.
Il level design generalmente si attesta su buoni livelli, per quanto alcune sezioni possano essere frustranti; in particolare ho trovato il terzo mondo fin troppo complesso, persino più dei successivi. Ho trovato parecchio seccante ricevere danni “senza motivo”, causati cioè non da un errore mio, ma dall’imperfetta fisica del gioco.
Tenete conto comunque che ho giocato esclusivamente a difficoltà Normal, senza dare troppo peso a segreti e cose del genere. Ho già spiegato cosa cambia ad Easy, mentre ad Hard non avremo continue; ho visto che oltre a queste tre, ne esiste una ancora più estrema da sbloccare, la quale da a disposizione una sola vita e nessun continue, sti gran cazzi. Vi è anche una modalità multiplayer, ma non ho approfondito essendo essa solo locale.
Va segnalato inoltre che, essendo presente un editor di livelli, è possibile creare o scaricare ulteriori sfide fanmade.
Graficamente è un gioco abbastanza piacevole da guardare, per quanto niente di miracoloso, lo stile di McMillen si distingue come sempre, e vi è qualche effetto di luce dinamica molto gradevole. Buona la colonna sonora, ma purtroppo non è disponibile al di fuori del gioco stesso.
Gish è un esperimento interessante, con belle idee, ma il risultato finale non mi ha convinto appieno, in quanto troppo poco raffinato per i miei gusti.
Un vero peccato che il sequel sia stato cancellato.
Non me la sento di sconsigliarlo a priori comunque, è un buon platform, fresco ed originale, e se la demo vi convince tenetelo d’occhio, visto che non è raro che venga scontato pesantemente; sempre ammettendo che non l’abbiate furbamente già preso con l’Humble Voxatron Debut.
Safe (In Da) House
(A cura di Wise Yuri)
Relativamente fresco dai cinema, ho per voi Safe House – Nessuno É Al Sicuro, un action movie al sapore di servizi segreti e spionaggio, con “Denzellino” Washington e Ryan Reynolds (ma questo potevate capirlo anche dalla locandina).
Matt Weston lavora ormai da un intero anno come custode di una safe house (un’abitazione definita sicura, utilizzata dalla CIA per interrogare criminali e soggetti pericolosi), e spera di essere trasferito in una sede diversa, in cui poter dimostrare le sue abilità, invece di annoiarsi senza fare nulla, a parte accendere computer e controllare monitor, e dovendo lasciare spesso da sola la sua ragazza. Le cose cambiano quando viene portato nella sua safe house Tobin Frost, un ex-agente della CIA che ora fa il mercante di informazioni “molto” riservate, e la sicurezza della safe house viene compromessa…
Non c’è davvero molto da dire su questo Safe House, è un action molto dinamico e dal ritmo forsennato, che non propone nulla di nuovo per il genere, ma risulta molto godibile, anche grazie alla regia “più veloce di un proiettile!”, che lascia poco spazio a momenti “noiosi”, ma fortunatamente abbastanza da far respirare lo spettatore (e da distanziare il film da roba di scuola “Bayana”, grazie al cielo). La regia utilizza molte tecniche comuni agli action moderni, come il focus di primo o secondo piano (quando una scena “sfuocata” si focalizza all’improvviso su un oggetto od azione rilevante), riprese “sporche” e frantiche che aumentano il senso di realismo, con rapidi e continui movimenti di camera (ovvio che in una sparatoria reale un poliziotto non ha una steadycam* addosso) e transizione brusche tra un evento e l’altro. Come detto prima, nulla di nuovo, ma tutto ben fatto.
I personaggi sono caratterizzati al minimo sindacale, quanto basta per film di questo tipo, abbastanza da non farli risultare piatti come tavole da surf, ma nulla di più, in maniera funzionale per un action, ma che non lascia certamente a bocca aperta. L’intreccio è ok, prevedibile ma eseguito in maniera convincente. Denzell Washington ormai sembra gravitare solo attorno a ruoli di questo tipo, simpatici e tutto, che non offrono molte occasioni per dimostrare la sua bravura come attore, ma che evidentemente gli portano molta più grana in sacca. Anche Ryan Reynolds (Maial College, Lanterna Verde, X-Men Le Origini) fa un lavoro ok, idem per il resto del cast.
Potreste pensare che stia cercando di tirarla per le corte, ma non ho particolari lamentele o plausi da fare al film, senza andare a cercare forzatamente errori o viceversa, elogiando scene o momenti che obiettivamente non se lo meritano. É un buon film d’azione, 2 ore di divertimento, ma anche un film d’azione usa-e-getta come tanti altri, che dopo averlo visto una volta difficilmente sarete spinti a possederlo in DVD o roba simile.
Safe House è il classico film che nella scala dei voti sta nel mezzo, lontano da elogi e lontano da insulti e cappelli da asino, buono e degno di un voto superiore alla sufficienza, ma allo stesso tempo lontano dai voti alla “pollo Amadori”. Ma come sapete, non rientra nella mia politica dare voti (tranne quando serve o può aiutare a prendere una decisione). Se avete visto il trailer e vi è piaciuto, direi che vale la pena guardarlo, perchè Safe House vi offre quello che promette, senza truffe od inganni. Detto ciò, passo il testimone al caro Celebandune!
Please, Teacher! – 6
Let’s Start From The Beginning
(A Cura di Celebandùne Gwathelen)
Sesta puntata di Onegai Sensei, e mi verrebbe quasi voglia di dividere questa puntata in due parti.
Parte A: Casa Kusanagi riceve visite, e non sono visite gradite: ecco entrare in scena Hatsuho Kazami (la madre di Mizuho, dall’ampio decoltè e dai modi flirtosi) e Maho Kazami, sorellina minore di Mizuho, vivece e letale guastafeste, che decide che Kei è un inutile inetto, e vuole fare di tutto per proteggere la sorella da Kei. Per qualche motivo, le intenzioni di Maho sono veramente crudeli, e oltre che spiare Kei per tutta la puntata, prova anche a ucciderlo con un raggio laser della sua unità di controllo personale, tale Miruru (sembra un Marie al femminile, io già pensavoche Marie fosse femmina!).
Parte B: Scopriamo che dalla scorsa puntata, Hyosuke non è più uscito col gruppo di Koishi e co, e Kaede e Ichigo si preoccupano per lui. Kei gli fa visita e scopre che quella notte d’estate nell’albergo, Hyosuke e Kaede hanno fatto sesso. Adesso Hyosuke non sa come comportarsi con la compagna di classe, e per questo la evita. Kei, preoccupato per l’amico, chiama Mizuho per consigli, e il giorno dopo i due sposi organizzano un incontro tra i due compagni. All’inizio, Hyosuke non vuole andarci, ma Kei gli dice che pensare a cosa fare non risolverà la situazione, che comunque la soluzione alla situazione sanno già entrambi qual’è, e che Hyosuke dovrebbe comportarsi da uomo e non scappare dalle cose inevitabili. Hyosuke inizialmente diventa iracondo, minacciando di picchiare Kei, ma poi si rende conto che il suo amico ha ragione, e va da Kaede. Lì i due parlano del fatto che, stando in un piccolo villaggio e dovendo uscire fuori per studiare all’Univeristà, il loro percorso non potrà che dividersi a un certo punto della loro vita. Kaede si mette a piangere, pregandolo di poterlo continuare ad amare, che lei ce la metterà tutta a permettere loro di avere una storia normale, e nonostante un iniziale rifiuto, Hyosuke alla fine cede davanti alle lacrime della sua compagna, l’abbraccia e dicendole di amarla, le fa capire che anche lui farà il suo tentativo verso di lei di tenere in piedi questo bocciolo di un amore.
Parte A: Kei e Mizuho, contenti di aver architettato questo incontro, tornano a casa e Kei, all’improvviso, spinto da ciò che ha detto a Hyosuke, confessa il suo amore a sua moglie. Mizuho gli dice che anche lei lo ama, e vuole baciarlo, ma ovviamente sul punto del bacio arriva Maho che rovina tutto dicendo a Mizuho che secondo lei (dopo averlo visto più volte insieme a Hyosuke), Kei è gay. Ovviamente Mizuho spiega alla sorellina che dati gli atteggiamenti di Kei, le cose non sono affatto così, ma lei non ne vuole sapere e richiama a sè Miruru per blastare Kei nello spazio, ma questo non accade e Kei e Mizuho ridono della piccola.

Hyosuke & Kaede insieme...non sono teneri?
Ah, piccola Parte C: Marie e Miruru si godono una dolcissima serata sul balcone di Kei a guardare le stelle, l’uno a quanto pare innamoratissimo dell’altra. Per questo, la piccola Miruru se ne strafrega dei comandi di Maho. E fa bene.
Credo si sia capito il perchè della mia voglia di dividere il mio parere di questa puntata in due parti. In questo eposodio c’è una parte, la B, che è incredibilmente matura e capace di parlare dei VERI problemi dell’adolescenza, sesso prematuro, le sue conseguenze, i rischi della vita di coppia, da rimanerci di sasso. In un anime raramente questo tema viene affrontato seriamente, e vedere che almeno mezza puntata è dedicata a questo problema, e il problema viene tratto abbastanza bene, mi lascia speranzoso per il futuro di questa serie.
Ma la parte A è così inutile e stereotipata e scema e cretina e filler e insensata, che mi viene voglia di strapparmi le sopracciglia.
Quindi, voto della parte A: 3/10
Voto della parte B: 9/10
Voto Personale: 7/10
PS. Poteva andare molto peggio. Il mio Voto finale, ovviamente, non è una media matematica. ;P
A settimana prossima, mi raccomando, state decaffeinati! 😉
21 marzo 2012 alle 19:57
-French Roborockers
Mmm inutile commentare, li conosco poco i Daft Punk e non sono un fan dei live (che poi, un live di musica elettronica, wtf?).
-Safe (In Da) House
Onestamente da come l’hai descritto non mi attira.