
Non parleremo di whitewashing, perchè più che ci penso (e ci ho pensato, abbastanza da farci un’editoriale sopra) e più è una parola del cazzo e priva di senso, specialmente in questo caso.
Quindi parliamo di cose serie, parliamo di The Great Wall, blockbuster action fantasy da Zhang Yimou (Hero, La Foresta Dei Pugnali Volanti, ed altri), ed è da un po’ che non dico questo insieme di parole senza una pila di sarcasmo pronta a partirmi dal fondo della gola. Quindi grazie signor Zhang per aver interrotto questa mia abitudine. La trama? Detta subito.
Matt Damon e Pedro Pascal si avventurano fino alla Grande Muraglia Cinese per prendere della potentissima polvere pirica, vengono catturati dalle guardie che difendono la celebre costruzione cinese (con armature colorate stile Dynasty Warriors), che qui esiste per difendere la Muraglia da una razza di mostri intelligenti (strani ibridi tra cani e rettili, bei design) che attaccano ogni 60 anni, e che se non fermati si diffonderanno per il resto del mondo.
E nonostante fosse venuto lì come ladro, Matt Damon si ricorda che è Matt Damon, decide di aiutare i guerrieri e fare l’eroe in questa impresa disperata, mentre Pedro Pascal e William Dafoe complottano per approfittare della cosa e fuggire con la potente “polvere nera”, perchè cos’altro deve fare William Dafoe in mezzo alla cina medioevale?
Non è il tipo di film più complesso del mondo, anzi, ma è girato davvero bene, con bellissimi paesaggi, mostri interessanti, ottime scene d’azione, un blockbuster che è costato un fottio per dare un gran spettacolo, davvero curato e ben fatto, non per una decadente campagna di marketing e poi per il film in sè.
Ed a sorpresa, non c’è nessuna storia d’amore forzata e trita tra il protagonista estraneo e la leale guerriera.
Molto divertente, consigliato.
