
Mi chiedo cosa abbiano fatto di male allo sceneggiatore di questo film, perchè non c’è spiegazione per la deliberata combo di ottimo colpo di scena verso il finale, e poi l’ultimo colpo di scena, uno dei clichè peggiori e più vecchi del mondo, un sentito, intenzionale vaffanculo verso lo spettatore.
Un thriller sulla falsariga di Misery Non Deve Morire di Stephen King (ed il noto adattamento cinematografico di Rob Reiner), Black Butterfly parla di uno scrittore, Paul, un tempo di successo ed ora afflitto da un continuo blocco creativo, dal quale cerca inutilmente di sfuggire bevendo nel suo chalet isolato in montagna ed accumulando debiti. Un giorno uno sconosciuto lo salva da un camionista furioso, Paul lo incontra sul ciglio della strada, gli dà un passaggio e lo ospita per sdebitarsi. Solo che lo sconosciuto è fin troppo gentile e non sembra avere in mente di lasciare presto il suo ruolo di ospite..
Se non altro, questo film servirà come esempio di come sia importante il finale, perchè la rivelazione finale è così trita, clichè, e stupida che distrugge l’intero film, quello che fino a qualche minuto prima era un buon thriller con Antonio Banderas,, in un altro film deludente come Automata (anche lì beveva come un ciuco).
É estramamente irritante perchè questo era un buon film, ben recitato e girato, mandato tutto affanculo dal colpo di scena non riporterò direttamente, dirò questo: “Non siamo più nel Kansas, Toto”.
Ormai sono stufo di doverlo ribadire, ma no, non vi sto perculando.
Un twist così vecchio, desueto e trito che ormai nessuno oserebbe pensare di rivedere, voglio dire, c’è un motivo perchè è odiato, è un orribile strumento narrativo.
No, il fatto che renda sensato il titolo (conoscendo che significato abbia la farfalla nera) non è una scusa. Anzi.
Uber deludente.
