Platformation #10 De Blob

De Blob WII

Uno dei non pochi casi di “titolo originale esclusiva per una piattaforma, seguito anche per la caffettiera” della scorsa generazione di console, De Blob è un esclusiva Wii sviluppata da Blue Tongue Entertaiment che fa del colore la sua arma principale, e non tanto per dire.

La premessa è semplicissima, in un mondo di blob coloratissimi e sgargianti arriva un orda di neri soldati guidati da una pseudo forza dittatoriale, il cui obiettivo è risucchiare tutto il colore da questo mondo e lasciarlo in preda ad un grigiore eterno, ma una banda di “rivoluzionari del colore” si oppone a questi stormtroopers dell’impero monocromatico, armati di sé stessi ed il “pigmento powah”.

N.B.: Come fatto per il Grind Cafè, d’ora in poi il gioco (o giochi) recensiti nel numero saranno indicati direttamente nel titolo.

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Comunicazione di Servizio 2 (?)

please understand, davvero
Ieri sarebbe dovuto uscire il numero 187 del Weakly Hobbyt, ma per problemi di alcuni membri dello staff, il Weakly sarà in riposo criogenico forzato per un pò, ci scusiamo. >_<

Le altre rubriche continueranno ad uscire come prima, quindi abbiate solo un pò di pazienza, ci leggiamo a brevissimo!

[GRIND CAFÉ?] Franken Fran è qua, firulì firulà

Avevo parlato tanto tempo fa di Franken Fran, una serie manga dai contenuti a dir poco forti, e mi chiedevo se mai sarebbe arrivata in italia, visto il contenuto altamente discutibile.

Ma ora non me lo devo più chiedere, perchè il primo volume è disponibile anche da noi, edito dalla J-Pop nella collana Splatter (che non mi sorprenderebbe fosse stata creata appositamente per Franken Fran) per 5,90 € a volume, il tutto senza censura di sorta, il mio gore lo vogliono morbosamente dettagliato.

franken fran vol.1 back cover

Il motivo per cui vi mostro solo il retrocopertina del primo volume è perchè non voglio che wordpress mi censuri, quello e perchè la cover è un bel trappolone, che ai fan dell’horror farà capire bene che tipo di roba è, ma può ingannare gente ignara che pensa di andare a leggersi roba pseudo-porno come Highschool Of The Dead. Perchè se trovate qualsiasi cosa in Franken Fran sexy od arrapante, siete dei pericoli per la società o già internati in varie case di cura, o peggio.

Comunque, rinnovo il mio invito a dare un’occhiata al manga di Katsuhisa Kigitsu, ma SOLO agli amanti dell’horror e del gore estremo, perchè Franken Fran è repellente, morboso, schifoso e disgustoso. Purtroppo non è materiale da Grind Cafè, almeno fino a quando non ne faranno un’anime, se mai lo faranno, ma visto che Riki-Oh esiste anche in versione live action, le chance sono buone.

Non che vi serva davvero che ve lo ricordi, con una retrocopertina che presenta una testa su una mano, gatti con teste umane, e la bruco-liceale, più risultati di chirurgia iperdelirante ed ovviamente impossibile. Ma non si sa mai. 😉

[EXPRESSO] Punch Out!

Punch Out! wii cover

Premetto che non ho molta familiarità con la serie (a parte alcune partite al Super Punch Out incluso in Fight Night Round 2 per Gamecube, ma è stato parecchio tempo fa), il che forse è il motivo per cui ho apprezzato parecchio Punch Out per Wii, aka Punch Out 2009, visto che si chiama solo “Punch Out!”, ma non è un reboot od altro, solo un nuovo titolo della serie.
Sviluppato da Next Level Games (dietro ai Mario Strikers Football ed al recente Luigi’s Mansion 2, tra gli altri), Punch Out 2009 offre una nuova veste grafica in cel-shading (ma il cast di personaggi rimane una collezione di stereotipi razziali un pizzico discutibile e ridicola oggi), ed un gameplay sorprendemente familiare, forse anche troppo, perchè de avete giocate un qualsiasi titolo della serie, vi troverete a casa, visto che non è davvero cambiato nulla a livello di gameplay.

Sì, potete giocare usando i motion control con l’accoppiata Wiimote e nunchuck (e se l’avete accorpare la Balance Board per muoversi e schivare, io non la possiedo) ma non sono forzati, potete anche giocare con il solo wiimote tenuto come un pad del NES.
Ciò non cambia il fatto che è un titolo davvero divertente, immediato ma che può diventare difficile e richiedere abilità e non poca perizia, quasi come un puzzle game.
E c’è decisamente rigiocabilità, visto che oltre ad una modalità versus per due giocatori, una Esibizione con obiettivi interni speciali, ed una volta diventato campione gli altri lottatori vi ri-affronteranno con pattern diversi e protezioni che vi costringeranno a modificare il vostro approccio.

Nel complesso, Punch Out 2009 è un buon gioco ma offre poco a chi ha giocato ai precedenti titoli della serie, e se mai la Nintendo dovesse fare un’altro, sarà necessario fare aggiunte rilevanti alla formula.

expresso icona

The Weakly Hobbyt #186

The Weakly Hobbyt #186

Pronti a celebrare l’arrivo nominale della primavera, qui al Checkpoint Cafè siamo usciti dal nostro bozzolo per diventare farfalle… anche se per lo più siamo venuti più simili al bruco pingue di A Bug’s Life, ma ci riproveremo la primavera prossima! Mentre aspettiamo, abbiamo l’usuale menù di articoli per voi, tutto videogames questa volta! Enjoy! Leggi il seguito di questo post »

Donne-gatto e zombi: a volte ritornano…

Blade Kitten to be continued not

Mi hanno smentito. Non me l’aspettavo.

 

Allora, tempo fa recensii Blade Kitten, un action platfomer dagli sviluppatore di Ty The Tasmanian Tiger, The Legend Of Spyro e Star Wars: The Force Unleashed, tra gli altri.

Una cosa risibile del gioco in questione era come il titolo in realtà fosse “parte 1” e quindi per vedere la conclusione si dovesse aspettare almeno un altro episodio, o più. Solo che la compagnia ebbe molti problemi, e rimase defunta per un pò, lasciando tra le altre cose un gioco come Blade Kitten praticamente incompiuto, monco. Non che fosse il primo caso, a memoria c’è anche roba come Eternity’s Child, ancora oggi mai completato dallo sviluppatore e lasciato al primo capitolo e basta.

Questo almeno fino ad ora. Sì, dopo ben 5 anni è arrivato il secondo episodio, acquistabile come DLC per il gioco originale ed in versione completa (solo su Steam, per ora), e secondo Siliconera e la pagina Steam, questa è la conclusione vera e propria, con nuovi livelli, armi, collezionabili, etc.

Non so voi, ma è una notizia davvero inaspettata questa, a dir poco, visto che – siamo sinceri – la gente non era propriamente a protestare nelle strade per vederne la fine, e probabilmente vi sarete anche dimenticati che il titolo doveva ricevere una seconda parte/conclusione, in questi 5 anni avrete giustamente avuto altro da fare.  Meglio tardi che mai, immagino.

Come scritti tempo fa, il gioco era ok, nel senso godibile pur essendo un pò mediocre,  ma non so se recensirò la parte mancante, se mai la rilasceranno su X-Box Live Arcade, anche se costa solo 5 euro. Boh, onestamente sono sorpreso solo dal fatto che questo sia successo.

Ci si legge come al solito questo domenica per recensioni di tutto e di più!

[EXPRESSO] Offspring Fling

offspring fling

Un puzzler/platformer con un titolo che non mente perché lanciare la vostra progenie é una meccanica di gioco! Nei panni di “madre Pikachu tarocca”dovrete recuperare i vostri infanti e farli arrivare alla porta d’uscita in qualche modo quadro dopo quadro, salvandoli e proteggendoli da nemici ed ostacoli. Il gameplay é semplice, potete saltare, raccogliere e lanciare cosa avete in mano, e più pargoli state portando meno in alto potrete saltare, e morite con un colpo.
Il level design non è affatto male, per niente, ed il livello di difficoltà è semplicemente giusto, e cresce gradualmente, verso la fine alcune sfide richiederanno non poco impegno ed un tempo di reazione fulmineo. L’unica mia lamentela tecnica riguarda i controlli, buoni ma la scelta di usare “giù” per prendere cose rende più difficili i livelli avanzati, ed era facilmente evitabile usando un solo pulsante per lanciare e raccogliere.

E con 100 microlivelli che durano dai 10 ai 60 secondi l’uno sembra qualcosa che troverei a 90 centesimi su smarthphone o gratis su browser, ma non è un porting di sorta. Io lo presi in un bundle pagandolo 2 euro o meno, ma una release su Steam a 6 euro di listino sembra un pò fuori posto, visto che potete vedere i crediti in 2 ore e mezzo circa.
Sì ci sono livelli extra, ma dovete per forza fare tempi velocissimi nei vari livelli per accedervi, un metodo per forzare la rigiocabilità ed aumentare la longevità complessiva in un impianto di gioco che non è poi davvero incline alla speedrun.

Offspring Fling è carino (anche se la grafica “16 bit retrò” ormai è abusata) e qualcosina di più, un’eccellente distrazione, rilassante ma non troppo complicato né troppo blando, ma nulla di speciale, lo consiglio solo a chi piace il genere e comunque a sconto.

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The Weakly Hobbyt #185

The Weakly Hobbyt #185

Le Idi di Marzo portano con sè nuvole grige, in questa parte del mondo. Il vostro sottoscritto, sempre più distaccato dal mondo attuale di videogiochi e fumetti, vi delizia oggi con una recensione di un albo a cui ha fatto seguito una famosissima serie TV; in copertina, invece, come avrete notato, ci stanno un film ed un videogioco. E così il Weakly Hobbyt tira avanti ancora una settimana…

Buona lettura! =)

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[EXPRESSO] Finding Teddy

finding teddy logo

Quando ad una bambina viene portato via il suo orsacchiotto da un enorme ragno, c’è solo una cosa da fare, ovvero entrare nell’armadio da cui è apparsa la zampa di ragno per finire trasportati in un mondo fiabesco, tutto per salvare il vostro amico di pezza, aiutato da vari animali e da un sistema di salvataggio automatico che rende le vostre possibili morti brutte ma non tassative.

Finding Teddy è un gradevole punta e clicca con un sistema di controllo vecchio stile ed un gameplay abbastanza semplice, con un piccolo inventario a cui tenere bada ed un numero di oggetti e scenari contenuto da evitare backtracking a iosa e mezz’ore spese a cercare di combinare oggetto A con oggetto B a caso, il tutto senza nessun testo od istruzioni scritte.

Il problema/fastidio in questo titolo viene dal fatto che l’elemento sonoro gioca un ruolo importante: molti enigmi richiedono l’uso di una specie di spartito, le cui note dovete acquisire o dedurre voi giocando. Questo sistema è più logico di quanto può sembrare, ma se siete come me farete fatica a tradurre in sonorità precise gli indizi sonori pseudo-8bit, e cercherete la soluzione su internet. Nonostante questo, gli enigmi sono in gran parte logici o comprensibili. In 2 ore e qualcosa lo avrete finito, ma è venduto a poco poco e c’è rigiocabilità grazie ad alcune quest secondarie, collezionabili, ed anche dei finali extra.

Nel complesso è un piccolo ma molto gradevole punta e clicca, un po’ più criptico del dovuto per la scelta di comunicare informazioni al giocatore senza usare testi e dialoghi, solo in maniera visuale e musicale. É “solo” decente, ma considerate le origini da smarthphone del gioco ed il fatto che il team sta già lavorando ad un seguito, voglio consigliarvelo, sono 3 ore spese benino. 🙂

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Grind Café #15 Mute It

the student of prague

Finalmente, eccoci a parlare dell’horror d’essai, fiondandoci come dei novelli Tim Curry a spasso nel tempo, nello specifico a quando il sonoro non c’era proprio nei film, horror o meno. Molta gente è restia a guardare i film muti…. perchè sono film muti, ed a volte pure il bianco e nero da solo fa desistere molti dal guardare film fatti così.

Ma questi sono solo pregiudizi di forma superflui, perchè tutta la tecnologia del mondo non serve a nulla senza idee e capacità, in technicolor o 3D un’evacuazione di canide tale rimane, ed analogie scatologiche a parte, i film muti non dovrebbero essere scartati a priori, anche perchè nel bene e nel male sono qualcosa di diverso da quello che potete vedere oggi in questo genere. Ed anche se la complessità e maggiore e diversa tecnologia a disposizione oggi non sono necessariamente malvagie (sono solo diverse), è interessante per gli appassionati di cinema o spettatori curiosi vedere horror fatti senza dettagliato gore e urla lancinanti a caso. Negatelo quanto vi pare, ma c’è un fascino primitivo innegabile in questi vecchi film, fatti davvero con il minimo, con gli ingredienti base, ed in questo genere, a volte meno è davvero più….

E come meglio iniziare se non celebrando l’entrata dell’horror muto qui sul Grind Cafè con due classici del genere, ovvero il celebre Haxan ed il Faust curato da Murnau? Non lo so, ma mi sembra un buon inizio! 😉 Buona lettura…

N.B.: Da questo numero in poi, il tema del numero sarà incluso direttamente nel titolo del post.

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