
Una tata americana giunge nella campagna britannica, ingaggiata da una facoltosa famiglia per badare al loro giovane figlio, Brahms, mentre loro si assentano, senza neanche il tempo per un po’ di pudding. Il problema è che il pargolo non è molto loquace, né molto vivo: Brahms è una bambola di porcellana a dimensione di ragazzino, che la coppia tratta come una vera persona, parlandogli, vestendolo, sempre con un rispetto che pare nascere dal terrore.
Tanto che lasciano una lista puntata di comportamenti da mantenere per la babysitter verso Brahms..
Era facile pre-giudicare The Boy dal trailer ed aspettarsi il tipico film horror su pupazzi e bambole inquietanti che si muovono quando non le guardate, lo era davvero. E non ero molto ben predisposto, non sono un gran fan di bambole e pupazzi nell’horror.
Non per dire che il film eviti quello scenario, la bambola-Brahms è il punto focale del film e francamente è anche abbastanza inquietante, ma non c’è solo quello, con diverso mistero che aleggia attorno alla casa, ai genitori di Bramhs ed anche alla tata, che è un personaggio ben delineato, ferita per i fantasmi del passato che non sembrano lasciarla.
C’è molto più in pentola di quanto la apparentemente esile premessa possa far presagire.
La cosa più ammirevole è che il film riesce pure a tirare fuori un buon colpo di scena nell’atto finale, dopo aver speso non poco tempo a rendere credibile lo scenario, a delineare bene i personaggi, a creare una più che discreta atmosfera, ed il twist ha effettivamente senso.
Ho delle riserve, come il leggero abuso di sequenze oniriche nella prima parte del film (anche se portano ad alcuni effettivi jumpscare) ed il finale che non resiste da fare pseudo-sequel bait in extremis perchè… è un film horror.
Detto questo, buon film. Consigliato.
