[EXPRESSO] Anodyne

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Anodyne, nome strano per uno “Zelda Clone” da Sean Hogan e Jonathan Kittaka.

E sì, è “fortemente ispirato da The Legend Of Zelda”, e nello specifico al primo per NES, ma ci sono alcune differenze notabili: niente denaro o negozi in Anodyne, neanche un ricco arsenale di strumenti per il vostro eroe. Non un problema, visto che il gioco è pensato con in mente la vostra unica arma, una scopa che funziona come la spada di Link, ma ha una particolare meccanica che vi permette di raccogliere e depositare polvere. Semplice, sì, ma i modi in cui è utilizzata sia per i puzzle sia per l’esplorazione sono creativi ed ingegnosi. Oltre a questa, c’è una buona dose di platforming e la necessità di ottenere carte da scrigni per sbloccare cancelli e proseguire.

Buona la varietà e quantità di ambientazioni, ed è abbastanza facile capire dove andare per proseguire, ma non è raro rimanere bloccati in alcune occasioni.

Per vedere la fine ci vogliono circa 7 ore, non male per un gioco da 8 euro, la difficoltà è più che discreta e c’è del contenuto apposito per il postgame.

Tecnicamente abbiamo una grafica in stile “retrò 8/16 bit”, non originale ma adeguata per l’intenzione. Sarebbe stato gradito il fullscreen, questo sì. A livello di storia siamo di fronte ad un viaggio onirico nel subconscio del protagonista, che si riflettono in una surreale commistione di foreste, città moderne, templi, tributi/parodie a Zelda ed altri videogames e incarnazioni delle sue paure.

Anodyne non è un capolavoro, ma un titolo indie ben fatto che prende la formula dei vecchi Zelda e ci fa qualcosa di leggermente diverso e degno di merito, come lo stile onirico e leggermente inquietante ma con un che di fantastico e familiare. Meritevole di maggiori attenzioni.

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L’angolo del Let’s Play: Anodyne

Non so per quale ragione decisi di registrare un Let’s Play di questo gioco, probabilmente l’intenzione era quella di lanciarmi in un titolo dalla durata considerevole, che richiedesse sia cervello che abilità. Anodyne è palesemente un gioco alla Legend of Zelda, fatto quindi di trama, esplorazione, combattimenti e puzzle. Forse proprio per la mia confidenza con la ben più famosa serie Nintendo pensai che mi ci sarei sentito a mio agio, e anche per promuovere un gioco che seppur apparisse interessante, non era calcolato da nessuno.
Anodyne non è un capolavoro, ma ha molto meno successo di quello che merita, e gli sforzi degli sviluppatori di promuoverlo (vendita a offerta libera, distribuzione di copie gratuitamente su The Pirate Bay, inclusione in bundle vari, aggiunta di carte Steam) non sembravano ottenere il risultato sperato. Lo sviluppatore stesso ha più di una volta lasciato un like o condiviso il mio Let’s Play, nonostante sia in una lingua che con tutta probabilità non comprende. Curiosamente, la scarsa popolarità del gioco ha influito negativamente sulla popolarità del Let’s Play stesso, al quale poca gente è sembrata interessata.
La prima manciata di episodi di questa serie ha una qualità audio pressoché identica a quella di DLC Quest, ma proseguendo c’è un cambio di microfono, cosa che migliora notevolmente il suono della mia voce, e che è diventato il mio standard qualitativo ancora attuale.
Questo è stato il mio Let’s Play più lungo in assoluto finora, composto da ben ventitré episodi, di cui uno introduttivo ed un episodio bonus in cui descrivo una meccanica particolarmente interessante che si sblocca a gioco finito:

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News: settimo Humble Indie Bundle per Android…e non solo (aggiornato 22/10/13)

Salve a tutti, quest’articolo potrà sembrare un po’ disordinato e sbrigativo rispetto i miei precedenti, questo perché mi trovo per l’ennesima volta in una postazione d’emergenza, visto che il mio caro PC ha deciso di sfasciarsi senza apparente ragione anche quest’anno; correggerò in seguito.

Chiaramente mentre mi trovo in queste condizioni disastrose decidono di far uscire un nuovo Humble Bundle: il settimo Humble Bundle with Android (ora chiamato Humble Bundle: PC and Android).

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